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Autore: ilenia23    07/10/2009    3 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Poco fuori Hogsmeade – Marzo 1995

Aryana Silente

La pungente aria mattutina teneva all’erta i miei sensi, assopiti dopo la notte insonne e alquanto movimentata. Anche se sarebbe bastata l’enorme quantità di adrenalina che avevo in circolo a mantenermi sveglia per almeno una settimana.
 Frullavano troppi pensieri dentro la mia testa.
Il mio animo era fin troppo irrequieto.
E a me non piaceva neanche un po’ essere nervosa, non avere tutto perfettamente sotto controllo e quella non era certo la situazione per commettere passi falsi.
Era solo colpa sua.
Lui, che aveva sconvolto tutto di nuovo.
Ero arrabbiata, eccitata, indispettita, felice…di una felicità strana, quasi controvoglia.
Avevo perso con Sirius.
Avevo giurato che non mi sarei arresa, che avrei tenuto duro,che avrei resistito, tenuto il gioco, tenuto testa davanti a quegli occhi…Ma come potevo farlo?
Era come se per colpa del mio stupidissimo orgoglio non volessi essere felice.
Avrei voluto tenere il muso ancora per un po’.
Mi piaceva tenere le persone sulla graticola, farle stare in attesa, completamente dipendenti da me.
Avere ragione era uno sfizio troppo soddisfacente per privarmene.
Ma con Sirius quei trucchetti non avevano mai funzionato più di tanto. Fare la bambina capricciosa era un divertentissimo gioco sia per me che per lui ma che durava meno che poco. Non potevo resistere troppo a lungo al tormento di stargli lontana solo per dispetto..e questo mi innervosiva e non poco.
Ero sempre stata abituata ad avere tutto sotto controllo, sotto il mio potere..io ero Aryana Silente, che diamine!
Ma con Sirius era sempre stato tutto diverso. E fu diverso anche la scorsa notte.
Scossi la testa come per risvegliarmi da quei dolcissimi ricordi.
La situazione richiedeva concentrazione . Dovevo stare ben attenta a non attirare occhi indiscreti, anche se il rischio in quella zona di aperta campagna , e per di più nelle prime ore del mattino, era nullo.  
Guardai l’orologio per la quarta volta in cinque minuti. Naturalmente arrivai nel punto prestabilito in perfetto  orario.
Di lì a poco sarebbe arrivato Uriel con James, non sapevo ancora come  ma mi fidavo della discrezione e della competenza dell’ elfo.
Mi arrampicai sul ramo più basso di una quercia ed incominciai a giocherellare con gli aghi di pino per ingannare l’ attesa.  
D’improvviso con un “pop” comparve sotto di me, la figura imponente di mio padre che alzò la testa con un sorriso divertito.
Ovviamente sapeva già che ero là su.
Lui sapeva sempre tutto.    
“Ti avevo detto di tenerti alla larga dalla mia visuale”ringhiai irritata.
“Oh, andiamo. Ti servirà aiuto con James”.
“Sai benissimo che non è vero”.
“Si, ma è meglio non rischiare”.
“Con me non si rischia. Sono una garanzia di affidabilità, al contrario di qualcun altro”.
“Aryana, se fossi stata in me avresti fatto lo stesso”.
“Ed è qui che ti sbagli. Io non ti avrei mentito per quasi un anno, anzi, io non ti avrei mentito neanche per un secondo perché mi fido di te”.
“Quando si tratta di Sirius o James non sei obiettiva. Non potevo permetterti di rovinarti”.
“Sai qual è la cosa più irritante? Credete tutti di sapere alla perfezione cosa avrei fatto,se avessi saputo. Vi siete presi questo diritto di poter scegliere per me, di poter pensare per me”.
“Non c’è nessuno che ti conosce meglio di me quindi si, elfo, so cosa avresti fatto perché so come sei fatta tu”.
È evidente che non ne hai la minima idea altrimenti sapresti quanto odio le bugie, essere presa in giro e fare la figura della povera ingenua”.
“È  il tuo orgoglio a parlare”.
 “E anche se fosse il mio orgoglio?Non ho il diritto di sentirmi ferita?”.
“Certo che puoi ma non è andata come dici tu. Stai ingigantendo la situazione. Nessuno pensa che tu sia ingenua o stupida, nessuno ti ha commiserato o preso in giro. È proprio perché ti amiamo che te lo abbiamo tenuto nascosto”.
“Bene. Da questo momento in poi, sappi che non potrò mai più fidarmi di te e Remus  come prima. Mai più”.
“Aryana, questo non ha niente a che vedere con il nostro rapporto di fiducia. È stata una promessa che ho fatto a Sirius. Io ti confido tutto, lo sai”.
“A dire il vero no, non lo so. Come faccio a sapere se mi stai mentendo o se stai omettendo qualcosa?Tu lo sai benissimo cosa significano per me le bugie. Se menti su qualcosa, vuol dire che sei capace di mentire su tutto il resto. Sai, papà, tu e Remus siete le uniche persone al mondo alle quali non ho mai detto una bugia e lo sai perché? Perché siete le uniche di cui mi fidavo e credevo fosse lo stesso. A quanto pare , hanno ragione gli elfi. Gli umani mentono. Sempre. L’unica sulla quale posso contare sono io”.
“Lo capisco che sei arrabbiata ma farò di tutto per recuperare”.
“Bene, allora credo che sia giunto il momento di svelarmi ogni cosa riguardo il tuo particolare rapporto di fiducia con Severus Piton.  Me lo devi”.
“Elfo..”sospirò mio padre ma prima che potesse aggiungere altro, dal nulla comparvero due figure avvolte da mantelli verde scuro di evidente fattura elfica.  
Con un balzo gli fui addosso.
Non avevo mentito a Sirius, era esattamente la sua miniatura.
Gli stessi occhi, lo stesso naso, gli stessi lineamenti, lo stesso portamento, la stessa andatura, lo stesso atteggiamento da canaglia.
“James, stai bene?”esclamai preoccupata.
“Starei meglio se potessi respirare”disse,cercando di liberarsi del mio abbraccio spaccaossa.
“Oh, già hai ragione”dissi asciugandomi le lacrime di commozione.
“Oh, mamma, ti prego..”sbuffò, roteando gli occhi.
“Hai ragione, non è esattamente nel nostro stile,vero?”.
“No, infatti”disse, tornando serio.
Si scostò i capelli dal viso e rimise in perfetto ordine gli indumenti.
Era esattamente figlio di suo padre .
Aveva solo tredici anni e con il suo fascino avrebbe potuto avere ai suoi piedi tutte le donne.
“Sei cresciuto un paio di centimetri o mi sbaglio?”dissi esaminandolo da capo a piedi.
“Ma non mi ha ancora raggiunto il nanetto..”esclamò Uriel mentre cominciava uno scherzoso duello di spada con James.
“Lo sai quanto odio che mi fai la radiografia. Devi farlo per forza ogni volta che ci vediamo?”esclamò riportando la concentrazione su di me.
“È inutile che cerchi di fare l’adolescente distaccato, che non ha bisogno della mamma,  tanto lo so che hai fatto il diavolo a quattro per venire da me”.
“Oh, uno a zero per la nostra principessa Ary”decretò Uriel, cingendomi le spalle con un braccio.
“Solo perché Shantaram era diventata di una noia mortale…”si difese James.
“Deve averla sempre tu l’ultima parola, eh?”disse Uriel, dandogli buffetti sulla testa, cosa che infastidiva James più di ogni altra.
Scoppiai a ridere, felice e serena come non lo ero da tanto.
“Ehilà, Albus, come te la passi?”esclamò James,dando il cinque a mio padre che, per contro, ridacchiava tra se e se.
Iniziarono a parlottare tra di loro,come al solito.
“Cosa? Ho avuto un’allucinazione,vero?”esclamai stupefatta, rivolgendomi a Uriel. “È questo quello che gli insegnate a Shantaram? Ed io che pensavo che la disciplina e il rispetto fossero le priorità..”.
“Tuo figlio non vuole sentire ragioni, soprattutto quando si tratta di suo nonno..”.
“Già…”mormorai tra me e me.
“Qualunque cosa sia successa tra te e lui, non scordare mai che è tuo padre ed è l’uomo più incredibile che io conosca e sai quanto mi costa ammetterlo”sussurrò Uriel al mio orecchio, abbracciandomi.
“A volte vorrei che le persone fossero esattamente come sei tu..così capace di leggermi dentro..e comprendermi in un solo istante..”.
“Piccola Ary, lo sai che la perfezione tra gli umani non è contemplata..”ridacchiò sarcastico.
“Non mi hai ancora detto come siete arrivati”.
Si stampò una smorfia di disgusto sul viso, prima di rispondermi.
“Oh, bhe, abbiamo preso una deplorevole,squallida,lurida Passaporta”mugugnò, schifato.
“Tu hai preso una Passaporta?”  sogghignai , conoscendo i gusti aristocratici di Uriel.
“Lasciamo perdere. Quel manipolatore di tuo figlio ha sfoderato uno dei suoi soliti sorrisini accattivanti ai quali Ernest e Tatami non hanno saputo resistere. È da secoli che mi tortura con queste idee orribilmente, volgarmente umane. Non ho la minima idea di come tu abbia fatto a regalargli quei libri dalle idee insane”.
Quei libri illustrano alla perfezione il mondo magico umano, Uriel. Quello che tu snobbi tanto ma di cui io e James facciamo parte che ti piaccia o no”lo rimbrottai scherzosamente.
“Oh, contenti voi. Ad ogni modo, è tardi. Prima che qualcuno ci veda, è meglio che io torni  immediatamente da dove sono venuto e che il piccoletto vada sotto il mantello dell’invisibilità”esclamò ad alta voce, in modo che anche mio padre e James sentissero.  “Albus, è stato come sempre un piacere vederti. Spero che la nostra corrispondenza sia più costante d’ora in avanti”disse, stringendogli le mani affusolate. Poi proseguii: “Ary, mi raccomando, non c’è bisogno che ti dica niente”disse, intrufolandosi nella mia mente. “Giovanotto, le raccomandazioni te le ho già fatte a Shantaram e non sono un tipo che si ripete. Voglio solo che tu sappia che trovare un valido duellante di spada come te a Shantaram sarà dura. Cerca di non essere troppo…te, intesi?”. Si scambiarono un breve e intenso sguardo e ,dopo una fugace stretta di mano, Uriel sparì con il suo profumo di Shantaram.
“Allora, tesoro, sarà meglio che tu vada sotto adesso”dissi coprendolo con il mantello.
“Ma è proprio necessario?”si lamentò.
“Assolutamente si e ti consiglierei di non fiatare per tutto il tragitto ”completò mio padre per me.
“Tragitto? Non prendiamo un’ altra Passaporta?”esclamò sorpreso.
“Quante volte devo dirti che ad Hogwarts non ci si può Smaterializzare e che l’unico modo per arrivarci è non magico?”.
“Era solo una domanda. Sono il principe di Shantaram, sarò libero di fare almeno una domanda, no?”.
“Ma sentitelo…Hai detto bene, di Shantaram. Qui non sei un bel niente, eccetto un grande insolente. Parleremo più tardi della tua sfacciataggine”.
“Mamma?”.
“Ancora stai parlando? Non hai capito che devi chiudere il becco fino a quando non arriviamo? O vuoi farti scoprire già da subito?”.  
 “Mamma, volevo solo dirti che sono contento di essere qua con te e con il nonno”.
“Anche io, tesoro”.
“Ma non mi chiamare tesoro”.
“È inutile non cambierai mai..”.
Scambiai un’occhiata fugace con mio padre.
Era contento quasi quanto me.
Entrambi sapevamo che, dopo aver sistemato James, avremmo avuto una lunga discussione.
Una discussione che aspettava di venire alla luce da troppo tempo ormai..

  
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