II ~ The Case of the Missing Map
“Andiamo
Weasley, rallenta il passo, stiamo facendo una ronda, mica la maratona di New
York!”
Per
tutta risposta Rose sbuffò scocciata, senza tuttavia modificare la propria
andatura nonostante fossero già a quota tre richieste del genere. Lo sapeva che
era una cosa stupida e che la serata non sarebbe finita prima se lei avesse
camminato più velocemente possibile, ciò nonostante non poteva farci niente,
era una cosa che andava oltre la sua volontà. Aveva questa specie di sensazione
per cui, se avesse rallentato, avrebbe dato adito ai reclami del ragazzo più
egocentrico della terra e pertanto, pur di non incorrere in un simile rischio,
era ben disposta a mettersi a correre, qualora si fosse reso necessario.
“Ti
rendi conto che se andiamo appena un po’ più veloce, possiamo fare concorrenza
ad un unicorno?”
“Questo
è il mio passo, Malfoy. Vattene se non ti piace.” Ribatté piccata lei,
assumendo un’aria da professoressina pedante, come
non mancava mai di farle notare suo cugino James.
“Merlino,
quanto sei suscettibile, Weasley!” Alzò gli occhi al cielo di controparte
Scorpius, un ghigno divertito arricciava ancora le sue labbra perfette e non
scomparve neppure dietro la nuova espressione maliziosa che si premurò di
assumere. “Ci credo che non riesci a trovare nessuno...”
La
buttò lì, quasi per caso, come se avesse appena fatto un’innocua osservazione
sul tempo o qualcosa del genere.
Rose
si accese all’instante, virando in una così intensa tonalità di rosso da
combaciare con le fiamme della propria casata. Era così imbufalita che la sua
mente geniale non riuscì a cogliere l’unica cosa d’importante in quel momento,
ben nascosta (ma non invisibile) nel fondo grigio delle iridi del ragazzo.
Qualcosa che, a ben vedere, poteva anche tradursi quale luccichio di cognizione
di causa e che non sarebbe stato difficile descrivere come una studiata
provocazione.
“Questo
lo dici tu, Malfoy!” Sbottò difatti, fermandosi di scatto e girandosi per la prima
volta verso di lui per gettargli dardeggianti occhiate di fuoco.
“Vuoi
farmi credere che c’è qualcuno?”
Lui
sembrava piuttosto sorpreso e – dannazione!
– avrebbe dovuto essere intimorito, non sorpreso!
“Non
voglio farti credere proprio niente!”
“Perciò
c’è o no?”
“No!
Cioè, sì! Sì, sì, certo che sì! E poi che accidentaccio te ne importa a te?” Lo
scrutò torva, ormai viola per l’acceso scoppio di rabbia.
Al
contrario, Scorpius era la perfetta riproduzione dell’immagine della calma
piatta, con neanche un capello biondissimo scoperto fuori posto. L’unico
barlume di emozione era dato dalla smorfia in cui si era arricciata la bocca,
all’insù, rivelando un buonumore che la infastidiva non poco. Che diavolo aveva
da sorridere, poi?! L’imbecille se la stava godendo un mondo e – Santo Godric!
– lei non riusciva a capirne il motivo. L’oggetto della questione, invece,
risultava essere terribilmente ovvio: lei.
“Niente.”
Scrollò le spalle con invidiabile nonchalance Scorpius. “Assolutamente niente,
Weasley. Non farti strane idee.” Sogghignò, studiandola con la coda dell’occhio
e facendo particolare attenzione, senza essere visto, ad ogni minima reazione
che si affacciava sul viso di lei.
Ma
Rose sapeva essere davvero imprevedibile e, al contrario di ogni sua aspettativa,
sembrò non notare neppure la cadenza sibillina impressa nella voce del ragazzo,
per cui, anziché ribattere con una delle sue risposte taglienti, sorvolò oltre
e si preparò a perlustrare un angusto corridoio laterale, dove normalmente ci
si nascondeva un bel gruzzoletto di persone.
-Nulla da fare.-
Sbuffò contrariata, cominciava ad averne abbastanza. Possibile che tra tanti
studenti di Hogwarts, rimanevano in piedi soltanto lei e Scorpius Malfoy?! Le
sarebbe bastato un piccolo diversivo, qualcuno su cui sfogare la propria rabbia
repressa, qualcuno con l’unica sfortuna di farsi beccare al posto sbagliato nel
momento sbagliato...accidenti, non chiedeva poi questa gran cosa tutto sommato!
Non
che temesse di stare da sola con quel bellimbusto platinato, era solo che non
sopportava il suo continuo sghignazzare, ecco. Né trovava tollerabile quel suo
credersi tanto superiore giusto per quella discreta bellezza esteriore o per
qualche apprezzabile azione durante una partita di Quidditch. Soltanto per
quello e, per la cronaca, non c’entrava niente il modo in cui il suo cuore
aveva preso a fare strane capriole e lo stomaco a contrarsi su se stesso, tanto
meno l’inopportuna sensazione di calore e di eccitazione che il trovarsi da
sola con lui sembrava suscitarle. Si trattava di sciocchezze, tutto qui. Di banali, insulse, stupide, innocue,
insignificanti sciocchezze dovute più ad un certo astio che non ad altro.
Perché non c’era nient’altro...no?
“Allora?”
Volle sapere Scorpius, non appena lei fece ritorno dal cunicolo, le braccia
conserte e la fronte aggrottata. “Nessun Grifondoro da sistemare?”
Rose
gli lanciò un’occhiataccia. “Poteva esserci chiunque. Un Tassorosso, ad
esempio, o...”
“O
un Grifondoro.”
“...o
un Corvonero, o...”
“Un
Grifondoro.” Insistette lui, sagace.
“...o
un Serpeverde.” Lo ignorò bellamente lei, non senza aver prima mostrato il
proprio disappunto con sguardi al vetriolo che di certo non migliorò dinanzi al
sopracciglio inarcato riservatole di rimando da Scorpius. “Anzi, sai che ti
dico? Sarebbe stato sicuramente un
Serpeverde. Avete una certa propensione a cacciarvi nei guai, voi. Cos’è? La
routine quotidiana non è abbastanza eccitante? Avete bisogno di altre, ehm, distrazioni?”
“Credimi.”
Sogghignò spudoratamente il biondo. “Di distrazioni,
come le chiami tu, ne abbiamo anche a sufficienza noi. È di voi poveri Grifondoro che mi preoccupo...”
“Beh,
fai male a preoccuparti per noi.” Lo redarguì subito Rose, le mani strette a
pugni e lo sguardo impertinente.
“Davvero?”
Scorpius non sembrava del tutto convinto, come diede ben a vedere la sua
incredibile faccia da schiaffi. “Perché mi era parso di capire che non ci fosse
nessuno...”
“Sì
che c’è!” Si difese prontamente la ragazza, ormai violacea per il livello di
frustrazione e di irritamento che quel bizzarro discorso le stava procurando.
“Ah
sì? E chi sarebbe?” La fissò scettico Scorpius, con l’aria di chi la sa lunga
in merito.
Rose
strinse così forte i pugni che le nocche le impallidirono mortalmente e le
unghie si conficcarono con forza nella carne morbida. Santo cielo quanto lo detestava! Come accidenti faceva suo
cugino a sopportarlo e, addirittura, ad essergli amico? Meritava un premio, sul
serio, per la pazienza ostentata. Una statua d’oro sarebbe stata l’ideale.
“Nessuno
che ti riguardi!”
“Che
è un modo per dire che non c’è.”
“Sì
invece!”
“Allora
dimmi chi è.”
“Non
vedo perché dovrei farlo!”
“Perché
non dovresti?”
“Perché
non sono fatti tuoi!”
“Avevo
ragione. Non c’è nessuno.” Sentenziò con un lungo sospiro di cospirazione
Scorpius, le braccia incrociate all’altezza del petto e gli occhi fermi sul
viso infiammato della Grifondoro già da diverso tempo, pieni di un certo insano
diletto.
“Ti
ho detto di sì! Oh, ma perché non puoi essere come le persone normali?”
“Perché
cosa sono, secondo te? Un centauro?”
“No,
uno stronzo!”
Per
un istante, la frase rimase sospesa sopra le loro teste come un velo
invisibile, prima di sprofondare a terra con la forza e l’intensità di un
macigno. Scorpius sgranò gli occhi, appena, quasi impercettibilmente, il che
era comunque già tanto per uno come lui, e Rose dovette mordersi la lingua per
non ritrattare. Inspiegabilmente, qualcosa dentro di lei avrebbe voluto
ingoiarsi tutto e non aver mai detto niente, eppure la parte raziocinante le
diceva che non avrebbe dovuto importarle se anche si fosse offeso, perché
dopotutto aveva esposto a parole soltanto la verità...no?
Ma
poi, anziché, offendersi, lui fece una cosa del tutto inaspettata quale poteva
esserlo lo scoppiare a ridere.
Ebbene
sì, dinanzi ai suoi occhi, Scorpius Hyperion Malfoy si stava letteralmente
sganasciando dalle risate, quasi non avesse udito mai in vita sua una
barzelletta più comica di quella.
Al
che potevano esserci solo due giustificazioni per spiegare una simile,
inconcepibile reazione: era impazzito o...era impazzito, punto. Revocò. Una giustificazione.
“Parola
mia, Weasley: sei uno spasso!” Decretò nei brevi rifiati concessi dallo
scroscio di risate, mentre ormai si manteneva lo stomaco per il troppo ridere.
Doveva
offendersi? Rose non ne era del tutto sicura, era ancora sconvolta dal suo
comportamento, ma nel dubbio decise che poteva benissimo esserlo. Perciò,
sferzando l’aria con la punta del naso, gli diede le spalle e, impettita, si
apprestò a mettere quanta più distanza tra lei e quell’avanzo di galera.
Aveva
appena superato un’anonima porta disposta alla sua sinistra, quando percepì un
rumore sinistro che la fece scattare all’istante e recuperare, di fretta, la
bacchetta.
“Che
succede?”
Sobbalzò
nell’udire una voce tanto vicina quando profonda accompagnata da un dispettoso
solleticamento lungo l’orecchio, che capì doveva essere il respiro caldo di
qualcuno, e il suo cuore le balzò fino alla gola quando si accorse di chi fosse
quel qualcuno. Era Scorpius. Quando si era avvicinato?!
“N-Non
lo so.” Balbettò, più impacciata di quanto avrebbe creduto.
Ingoiò
e si sforzò di ritrovare una dose sufficiente di autocontrollo per gestire la
situazione. Era colpa del rumore improvviso, per questo si sentiva agitata.
L’incredibile vicinanza del Serpeverde non poteva in alcun modo essere imputata
alle cause del suo stato attuale, ovvio.
“Controlliamo,
allora.” Propose subito Scorpius, che intanto aveva sfoderato a sua volta la
bacchetta, prima di mollare un calcio alla porta e farla aprire in un tonfo
secco.
Rose
si guardò attorno, spaventata dall’idea di poter essere scoperti, ma si diede
della stupida seduta stante quando si accorse che infondo non stavano facendo
proprio nulla di male e si concentrò sulla stanza. L’interno era poco
illuminato, schiarito solo dai fiochi riverberi lunari che penetravano
attraverso la finestra sulla parete, cosicché fu difficile ad un primo acchito
stabilire l’origine del rumore. Ci mise un po’ ad abituarsi al cambiamento, ma
una volta che i suoi occhi si furono abituati all’oscurità si accorse che
ovunque spostasse lo sguardo poteva scorgere indistinti mucchi di cianfrusaglie
dall’aria anche parecchio vecchiotta, talvolta.
“È
l’ufficio di Gazza.” Stabilì ad alta voce, prima ancora di accorgersene.
“Già.”
Annuì solo Scorpius, al suo fianco, risvegliando – senza saperlo – emozioni che
lei per un istante aveva creduto domate. “Stammi dietro, Weasley.” Aggiunse
poi, scansandola con un braccio e attirandola, come detto, dietro di sé.
Rose,
come ovvio, non ci stette. “Non ho bisogno della balia.” Lo rimproverò,
sfuggendo alla sua presa per piazzarsi proprio davanti a lui.
Mai
a dirsi che un Grifondoro si faceva proteggere da un Serpeverde! Erano o non
erano la Casa dei coraggiosi? Bene.
Prese
un profondo respiro, cancellò ogni pensiero e, veloce, si infilò nella stanza.
“Lumos!”
Dalla
punta della bacchetta si accese una piccola luce, sufficiente comunque a
sfamare la sua sete di curiosità e a rivelare molto più di quanto non
riuscissero a fare i lievi bagliori lunari.
“Expelliar- Rose?”
“James?!”
E
poi, insieme...
“Che
diavolo ci fai tu qui? Te l’ho chiesto prima io! No, io!”
“Facciamo
che ve lo siete chieste entrambe e chiudiamola qua.” Propose pratico Scorpius,
intrufolatosi a sua volta nella stanza, mentre riponeva la bacchetta nella
tasca del pantalone ormai certo di non averne bisogno.
“E
lui che c’entra?” Volle sapere subito James, gli occhi che mandavano ora
scintille di fuoco all’indirizzo del Serpeverde ora sguardi di pura perplessità
nel girarsi verso la cugina.
Rose
sospirò. Avrebbe dovuto immaginare che c’entrava James, perché lui c’entrava sempre quando si trattava di ficcarsi
nei pasticci. Quello che non riusciva minimamente a spiegarsi era il motivo per
cui aveva dovuto beccarlo proprio nell’ufficio del vecchissimo custode, con le
mani nel sacco a saccheggiare la cassettiera stracolma riposta nell’angolo per
cercare chissà quale cimelio in particolare.
“Stiamo
facendo la ronda.” Rispose, la voce modulata su una tonalità particolarmente
isterica. “È una lunga storia.” Si vide costretta ad inserire poi, in un
sospiro, notando l’aria confusa che ancora impregnava il viso del cugino.
“Rose,
se ti piace questo damerino, giuro che lo dico allo zio Ron!” La avvisò,
severo.
Non
che nutrisse specifici risentimenti verso il giovane Malfoy, semplicemente non
gli andava poi molto giù come persona, tutto qui. Era una specie di lotta per
stabilire chi fosse il più degno portatore della corona di Hogwarts che andava
avanti da quasi sei anni ormai e che aveva richiesto più sforzi del necessario,
doveva ammetterlo. Tanto più che quel gran genio di suo fratello, finito
miracolosamente proprio tra i Serpeverde, si rifiutava di dargli qualche dritta
su quello che aveva nominato quale migliore amico, impedendogli così di
raggiungere molto prima del dovuto l’agognata vittoria.
“No!
No che non mi piace!” Si affrettò a scuotere la testa Rose, con una tale
veemenza che James poteva giurare di vedergliela staccare da un momento
all’altro.
“Allora
perché state insieme?”
“È
solo una stupida ronda, Merlino! Prenditela con Lorcan, l’idea è stata sua.”
“Sicuro
che non ti piace?”
“Non
dire assurdità!”
“Figuratevi,
fate pure come se non ci fossi, eh.” S’intromise a quel punto Scorpius, la
fronte corrugata e la bocca appena piegata in una smorfia d’insofferenza.
Ricordandosi
solo in quel momento della sua presenza, come da copione, Rose avvampò seduta
stante. –Porca paletta, che figura!-
Si maledisse, rimproverandosi poi solo per aver pensato di doversene importare.
Non aveva detto nulla di sbagliato, dopotutto. Lui non le piaceva...giusto?
-Giusto. Giustissimo. Anzi, ovvio!-
“Si
può sapere perché sei qui?” Cambiò quindi argomento Rose, quasi avventandosi
sul cugino, che, per istinto, fece un passo indietro.
“Cercavo
una cosa.” Borbottò, ben conoscendo quanto pericolosa potesse essere la ragazza
quando si arrabbiava.
E,
in quel momento, era sicuramente arrabbiata.
“Cosa?”
Lo aggredì con fervore lei, di nuovo.
“Una
cosa, te l’ho...ehm, te l’ho detto!” Si difese subito James, guardandosi
attorno con aria disperata, salvo poi illuminarsi alla vista di qualcosa in
particolare. “Ah, ha! Lo sapevo che quel vecchio pazzo l’aveva messa qui!
Trovata!” Declamò, afferrando una pergamena da un cumulo di ciarpame
straripante da un cassetto.
“Cercavi
un pezzo di carta bianco?” Alzò un sopracciglio Scorpius, vagamente
incuriosito, nonostante da tempo immemore avesse capito che i Potter sapevano
essere davvero strambi alle volte.
“No,
chiaramente. Cercavo la Map-” Si morse la lingua e
alzò gli occhi al cielo, rendendosi conto di essere stato ad un passo dal
rivelare uno dei suoi più importanti segreti e, rapido, si apprestò a dirottare
la conversazione. “Per la barba di Merlino, spegni quell’affare, Rose!”
“Eh?”
Rose seguì lo sguardo del cugino e un leggero rossore le imporporò le guance
quando si accorse di avere ancora la bacchetta accesa. “Oh. Nox.”
“Chi
va là? Chi c’è?”
James
guardò Scorpius, eloquente.
Scorpius
annuì, d’accordo.
“Via
di qui!” E, al suono terrificato della voce di James, lui e il Serpeverde
afferrarono Rose per ambo le mani e partirono come forsennati per scappare
all’arrivo funesto di Gazza, il più vecchio, arcigno ed intrattabile custode
che Hogwarts avesse mai avuto la sfortuna di avere.
{Il titolo del capitolo è
un adattamento di The Case of the Missing
Will, racconto di Agatha Christie}
A/N
In questo secondo
capitolo ecco fare la sua comparsa il nostro amato James. E come poteva
presentarsi, se non invischiato in qualche pasticcio? ^.- Ah, povera Rosie, e
pensare che siamo solo all’inizio...!
Velocemente (mi sento a
pezzi, ieri ho passato la giornata a sbattermi a destra e a sinistra senza
fermarmi un attimo, e oggi mi fa male la gola la testa le orecchie bla, bla,
bla), passo a ringraziare le splendide persone cha hanno recensito lo scorso
capitolo. Perciò un grazie di cuore và a Queen_of_sharingan_91
(il tuo commento mi ha fatto commuovere, davvero. Sono felicissima ovviamente
che la storia ti sia piaciuta tanto e spero non ti deluderà andando avanti.
Sono contenta anche che ti siano piaciuti tutti gli accorgimenti che ho fatto,
ad esempio il banner mi ha impazzita ma mi sembrava che così si poteva avere
un’idea abbastanza buona dei personaggi come li vedevo io. Perciò alla fine ne
è valsa la pena. Che bello, qualcuno che condivide i miei stessi
personaggi/attori! *-* Sì, l’ispirazione mi ha presa a fiumi con questa
fanfiction, l’hai detto!), GrEEn (sono molto contenta che l’idea ti sia piaciuta. Io
personalmente adoro le storie che si svolgono in un’unica
ambientazione/scenario/momento. Per di più a quanto pare abbiamo la stessa
concezione di Rose e Scorpius, no? ^-^ Mi fa un piacere immenso saperlo!), B_Green (grazie mille per le tue
splendide parole, sul serio, non so che dire! ^//^ Ovviamente sono felicissima
che la storia ti sia piaciuta e spero davvero che apprezzerai anche questo
secondo capitolo. Ah, ti assicuro che in nove capitoli ne succederanno di tutti
i colori! Tutto ai danni della povera Rose, chiaramente! U.U ), TittiGranger (se posso dirti la mia, le
Scorpius/Rose sono una bella valvola di sfogo a livello creativo. Io li trovo
perfetti e –qui qualcuno mi prenderà per pazza- anche molto comici insieme. Se un giorno ne
scriverai una, verrò sicuramente a leggerla! ^.- Mi piace la coppia e mi piace
come i diversi autori la rapportano. Beh, che mi dici di questo capitolo? Piaciuto?),
Aurora_Cullen (devo ringraziarti due
volte –forse persino di più- e cioè sia per la recensione stupenda, sia per il
commento al blog. Ma che rompere‼ Figurati, sono contenta di sapere che
le mie storie ti piacciano. Contentissima! *-* Per quanto riguarda Estetica...arriverà presto, non
preoccuparti! E venerdì è dietro l’angolo, perciò...! ^.- Ma adesso dimmi: che
te ne pare di questo secondo capitolo?), Sae
(tex, il primo l’avevi letto, ma il secondo? Ti piace? *-* Devi assolutamente
scrivere anche tu delle altre splendide fanfiction Scorpius/Rose come quelle
che hai scritto -breve interruzione: correte
a leggere le storie di Sae, gente, che sono stupende! *-*- e devi
pubblicare anche quella sulla scommessa mi raccomando! Io aspetto, aspetto qui,
va bene? Va bene! ^.-), _EpicLoVe_ (l’idea quando ho iniziato la stesura di
questa fanfiction, era proprio quella di una storia soft e ironica al punto
giusto. Perciò sono raggiante nel sapere che ti piace il mio stile! Vuol dire
che sono riuscita nell’intento e questo non è affatto poco. Non sapevo
che esistesse anche un libro, ma seguirò il tuo graditissimo consiglio e andrò
a comprarlo! Ah, io adoro Michael Cera‼) e mAd wOrLd (felicissima di ritrovarti anche qui! Che mi dici? Che te
ne pare fino ad ora? Grazie mille davvero per la recensione e perché continui a
seguirmi, in qualsiasi storia mi butti. Grazie, grazie infinite!).
Vi
chiedo perdono se non riesco a prolungarmi oltre, ma mi sento davvero uno
straccio, però ci tenevo ad aggiornare oggi e perciò... La prossima volta
comunque sarò più prolissa nel rispondervi, ve lo prometto! Al terzo capitolo,
allora.
Baci.
memi