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Autore: Pacci    07/10/2009    4 recensioni
Che cosa succederebbe se Edward e Jacob fossero vittime di uno strano scambio? Li aiuterebbe a risolvere i loro contrasti? Una FF nata dalla semplice curiosità di sapere come si comporteranno Edward e Jacob nei panni dell’uno e dell’altro. Se anche voi siete curiosi, vi basta solo leggere….
Genere: Generale, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un favore non voluto

 

 

 

Era una mattina soleggiata a Forks e Jacob Black, fu felice di essere svegliato da uno dei suoi raggi. La sera prima, era tornato molto tardi dal suo giro di ronda e non vedeva l’ora di andare a casa sua per farsi una lunga dormita. Ma prima doveva passare a dare la buonanotte alla sua cara Nessie.

Anche se erano passati anni dallo scontro con i Volturi, Bella e Edward non si erano ancora abituati all’idea del suo imprinting. Durante quel periodo avevano cercato in tutti i modi di trovare una soluzione, ma vedendo quanto questo facesse soffrire la loro figlia, avevano rinunciato. Almeno questo valeva per Bella.

Edward gli sondava i pensieri ogni volta che lo incontrava e Jacob era diventato un asso a mascherarli, anche se capitava alle volte di non riuscirci del tutto, per via della stanchezza.

Naturalmente il vampiro era supportato da Rosalie. Il suo odio nei confronti del lupo, invece di scemare con il passare degli anni, si rafforzava sempre di più.

Così quella notte dovette prestare più attenzione. Nessie l’aveva avvertito che Edward era ritornato dalla caccia e, per evitare che li vedesse, gli disse che si sarebbero incontrati in una radura vicino alla grande casa bianca.

Jacob si era guardato attorno per cinque minuti buoni, prima di azzardarsi a ritrasformarsi. Aveva appena finito di vestirsi quando Nessie sbucò da dietro un cespuglio.

“Jake!” esclamò sollevata, togliendosi le foglie che erano rimaste impigliate tra i suoi lunghi capelli bronzei.

“Piccola Nessie” la salutò Jacob con un gran sorriso caloroso e vide la ragazza accigliarsi.

“Non sono piccola!” sbottò lei inarcando un sopraciglio.

“Tecnicamente sei una bambina… Quanti anni hai? Cinque, sei?”

“Come se tu non lo sapessi…” ridacchiò Nessie, alzando gli occhi al cielo. Quella era una delle tante cose che aveva preso da Edward.

“Ma io non lo so… Davvero, quanti anni hai?”

“Jacob Black!” gridò lei e Jacob scoppiò a ridere di cuore.

Si avvicinò a lei con movimenti fluidi e veloci e, prima di darle il tempo di scappare, la strinse tra le sue braccia forti e muscolose. Renesmee tentò di liberarsi, ma poi vedendo lo sguardo giocoso di Jacob, si arrese e appoggiò la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi.

Rimasero lì a cullarsi a vicenda, fino a quando un raggio di luna non li illuminò e Renesmee vide la stanchezza sul volto di Jacob.

“Jake, da quanto tempo sei sveglio?”

“Un paio di giorni…” borbottò Jacob non guardandola negli occhi.

“Ieri mi hai detto che hai dormito” disse a bassa voce Renesmee, corrugando la fronte.

Jacob sospirò e le accarezzò la fronte per farla rilassare. Ci riuscì, ma poteva leggere sul suo volto un’espressione infastidita.

“Dai Nessie! Sono rimasto sveglio più a lungo! Non ti preoccupare, non ti crollerò tra le braccia!” sussurrò Jacob sorridendole e mascherando il desiderio di poterlo fare realmente.

Non aveva avuto ancora il coraggio di dirle che la amava profondamente. Renesmee conosceva la natura magica dell’imprinting ma Jacob non voleva farle pressioni. Voleva che fosse lei a sceglierlo, senza nessun obbligo.

Nessie sbuffò e si allontanò da lui, per sedersi su un masso posto tra due grandi querce. Jacob mascherò subito il suo dispiacere e la seguì, accomodandosi vicino a lei. Le prese la mano e iniziò a giocherellare con le sue dita. Sapeva che l’aveva fatta arrabbiare, ma adorava stuzzicarla.

“Jake?” lo chiamò osservando il suo volto ambrato.

“Dimmi piccola Nessie…”

“Perché continuate a fare le ronde? Capisco che alcuni vampiri possono venire a farci visita, ma dopo quello che è successo otto anni fa, non abbiamo più avuto nessun problema” disse Renesmee osservando la sua mano nascosta da quella di Jacob.

“Non si sa mai. Anche se i tre psicopatici…”

“I Volturi?” lo interruppe Nessie ridendo.

“Sì, quei tre. Anche se loro non ci infastidiscono più, possono esserci altri che sono interessati a te. Tu sei speciale!” affermò Jacob fissando intensamente i suoi occhi cioccolato. “ Non posso permettere che ti succeda qualcosa. Lo capisci?”

“So difendermi da sola! Lo zio Jasper e lo zio Emmett mi stanno insegnando!”.

“Sei riuscita a batterli?”

“Oggi per poco non mettevo al tappeto lo zio Emmett…” rispose imbronciata Nessie. “Solo che mi ha distratto…”

“Ti ha distratto? E come?” volle sapere Jacob sorridendo.

“Non posso dirtelo!” sbottò Nessie arrossendo come faceva Bella quando era ancora umana. Jacob si meravigliava sempre di quanto le assomigliasse.

“Riguarda me?” indagò lui, insistendo.

“Non sei il centro del mio universo, Jacob Black!”

“Bé, tu lo sei per me” confessò Jacob con emozione.

Avvertì il suo cuore accelerare il battito, ma non era l’unico. Il cuore di Nessie sembrava che stesse per prendere il volo.

“Scusa…” si affrettò a dire Jacob, notando il silenzio imbarazzato di Renesmee. “Non avrei dovuto dirlo!”

“Mi fa piacere quando lo fai… solo che…”

“Nessie…” sospirò Jacob e, appoggiandole una mano sulla guancia, le fece voltare la testa verso di lui. “Non né parliamo anche stasera d’accordo? Se no tuo padre si fionda qui in un lampo, e sono troppo stanco per affrontarlo…” tentò di scherzare Jacob e, quando vide il sorriso sghembo di Nessie, capì di esserci riuscito.

“Alle volte sarebbero bello che tu e lui andaste d’accordo come facevate quando ero piccola. Sembravate così uniti…”

“Ma lo siamo!” si affrettò a dire Jacob.

“Jacob Black non sai mentire… Almeno non a me….”

“Mi hai scoperto” mormorò lui atteggiando il suo viso solare in un buffo broncio.

Un ululato scosse l’aria intorno a loro e Nessie si voltò preoccupata verso il suono. Jacob si alzò e le fece cenno di seguirlo. Le offrì la mano e Nessie la afferrò.

“è meglio che ti riaccompagno a casa…” disse Jacob inoltrandosi nel bosco.

“Jacob, c’è mio padre a casa!”

“Non è un problema, smetterò di pensare…”

“Ah, perché sai pensare?” le domandò lei incuriosita.

“Te l’ha suggerita la vampira bionda questa battuta?”

Renesmee scoppiò a ridere e Jacob le rispose con il suo sorriso solare. S’incamminarono tra il fitto degli alberi, per poi sbucare vicino alla sua casetta.  Le luci erano spente e Jacob guardò interrogativo Nessie in cerca di una spiegazione. La ragazza si strinse nelle spalle e lo trascinò verso la porta d’ingresso.

“Nessie, forse sono dentro casa…”.

“No, quando sono svegli, accendono le luci. È un’abitudine umana che hanno mantenuto…”.

Jacob arrossì nel buio e Nessie se ne accorse.

“Non stanno facendo quello che stai pensando!” esclamò all’improvviso Renesmee, avvampando di colpo.

“Io non penso, ricordi?” ribatté Jacob divertito.

Nessie sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Aprì la porta d’ingresso e invitò Jacob a entrare, ma il lupo rimase sulla soglia.

“Meglio non rischiare…”

“Jake!” disse lei prendendolo per un braccio e spingendolo dentro. “ Non ci sono! Saranno alla loro radura…”

Jacob fiutò la stanza e, anche se quell’odore che gli bruciava il naso aleggiava in tutta la casa, non percepì la presenza di Bella e Edward.

“Nessie, devo comunque andare… Era Quil, prima…”.

“Se era qualcosa di grave, ti avrebbe già richiamato, no? Dai Jake, per favore. Rimani!”

Per un momento Jacob rivide Renesmee da bambina, con quei lunghi boccoli che lo pregava di stare con lei. Non avrebbe mai potuto dire di no, così annuì e si accomodò sul divano ma Nessie lo fece alzare e lo portò in camera sua.

Il cuore di Jacob ringhiò nel suo petto e cercò di tenerlo a freno, per evitare che Renesmee se ne accorgesse.

La camera era esattamente come se la ricordava. Era da tempo che non ci entrava, visto il divieto che Edward gli aveva imposto.

Il letto a baldacchino troneggiava in mezzo alla stanza e le pareti erano completamente ricoperte da poster e fotografie. Una più grande delle altre attirò la sua attenzione.

L’avevano scattata anni prima sulla spiaggia di La Push.  Jacob si ricordava benissimo quel giorno. Erano andati lì il giorno del quarto compleanno di Nessie. Si erano divertiti tanto a giocare sulla sabbia in compagnia di Quil e Claire.

Nessie, nel frattempo, lo stava spingendo verso il letto e Jacob puntò i piedi.

“Dai, Jake!” sbuffò affaticata Nessie.

“Che cosa hai in mente?” chiese lui terrorizzato.  Non voleva essere lì quando Edward avrebbe scoperto che era solo con lei nella sua camera.

“Voglio farti dormire un po’!”

“No!” esclamò Jacob sgusciando via da Renesmee.

Renesmee lo guardò, per poi rivolgergli il suo sorriso sghembo più smagliante. Jacob seppe che non avrebbe più potuto protestare, ogni volta che la sua Nessie sfoderava quel sorriso per lui, era la fine.

“Dai Jake! Cinque minuti!”

In effetti, l’idea si riposarsi non era così male, Jacob scrollò le spalle e si arrese. Renesmee ridacchiò, lo spinse sul letto e lo coprì con una coperta. Jacob scoppiò a ridere e indicò la coperta.

“Credi che io ne abbia bisogno?” le domandò con tono ironico.

“Tu lo facevi sempre con me” rispose Renesmee arrossendo. “ Volevo ricambiare il favore!”

Jacob vide la sua espressione dispiaciuta e riprese la coperta, sistemandola sul suo corpo.

“Scoppierò di caldo, ma se per te è importante…”.

“Grazie, Jacob…” sussurrò Nessie e gli diede un bacio sulla fronte calda.

“E questo?” chiese Jacob sentendo bruciare quel punto.

“Facevi anche questo quando ero piccola…”

“Ti leggevo anche le fiabe, anche se eri capace di farlo da sola…” disse Jacob e il ricordo di quelle notti riaffiorò nella sua mente.

“Ma tu le rendevi uniche. Facevi passare il lupo cattivo per un innocente agnellino…” ribatté lei sedendosi di fianco a lui.

“Dovevo difendere la categoria…” borbottò Jacob e sentì il sonno avvolgerlo.

“Buonanotte, mio Jacob…”

“Buonanotte, piccola Nessie…” mormorò, prima di riaddormentarsi.

Così quando il raggio di sole lo svegliò, capì di essere nei guai. Si guardò intorno e notò Renesmee dormire sul suo petto. S’incantò a guardarla e sistemò meglio la coperta addosso a lei. Fece un respiro profondo e percepì l’odore di Edward varcare la soglia di casa.

Jacob tremò, facendo svegliare Nessie, e guardò impaurito la porta.

“Merda…” mormorò.

“Cosa?” fece la voce di Nessie ancora mezza addormentata. Poi sgranò gli occhi stupita quando vide Jacob nel suo letto.

“Jake, scappa!” esclamò lei.

Jacob si alzò di scatto, e stava per aprire la finestra per scappar quando la porta della camera fu spalancata con violenza.

Il lupo si voltò e vide Edward e Bella sulla soglia, che lo stavano fissando furiosi.

“Mamma, papà ciao!” esclamò Renesmee avvicinandosi ai due vampiri.

Bella aveva la bocca spalancata, ma Jacob aveva più timore nei confronti di Edward. Il vampiro era mezzo acquattato e stava ringhiando con forza.

“Ciao Renesmee, dormito bene?” le chiese Edward con tono gentile.

“Sì, papà” disse Nessie sforzandosi di alleggerire la situazione.

“Jacob, che cosa accidenti ci fai in camera di mia figlia?” domandò Bella riacquistando la parola.

“Niente, stavo andando…” borbottò Jacob, mascherando il tremore che annunciava la sua trasformazione. Il suo istinto di lupo stava prendendo il sopravvento.

“Fermo lì!” tuonò Edward.

“No, Edward. Mi dispiace ma ho un impegno!”

E detto questo, Jacob saltò fuori dalla finestra e si trasformò, facendo a brandelli i suoi vestiti.

Sapeva che Edward l’avrebbe rincorso, così aumentò l’andatura e richiamò con la mente i suoi compagni.

L’unico che trovò fu Seth e quando il lupo più giovane lesse nella sua testa quello che era successo, cominciò a ululare dal ridere.

Prima o poi Edward ti farà fuori! gli disse Seth raggiungendolo.

Mi sono solo addormentato! Non abbiamo fatto niente! Non voglio obbligare Nessie a fare niente che non voglia fare! sbraitò Jacob aumentando la corsa.

Seth rise ancora.

Che cosa è successo ieri sera, comunque? Ho sentito Quil.

Ha avvertito uno strano odore, ma quando siamo andati a controllare, quello era sparito rispose Seth con tono più serio.

Strano. Va a chiamare gli altri. Ci troviamo a casa mia!

Agli ordini, lupo alfa.

Jacob ringhiò e si avviò verso casa sua. Trovò suo padre Billy ad attenderlo vicino alla porta d’ingresso con un gran sorriso sulle labbra. Stupito, si ritrasformò e si fiondò subito in camera sua per indossare qualcosa. Quando uscì, suo padre era nel corridoio sempre con quel sorriso divertito in volto.

“Allora? Bella nottata?” domandò Billy.

Jacob si fermò un istante per osservarlo e capì che Billy era a conoscenza del fatto che aveva trascorso la notte da Renesmee.

“Come fai a saperlo?” domandò brusco.

“Ha chiamato Bella. Era un po’ agitata… Allora, ti sei dichiarato?”.

Jacob lo oltrepassò e si diresse in cucina per pescare qualcosa dal frigorifero. Sentì il cigolio della sedia a rotelle di Billy che lo seguiva e, sbuffando, si sedette al piccolo tavolo.

“Allora?” ripeté per la terza volta suo padre.

“Billy, Nessie sa quello che provo…”

“No che non lo sa” lo corresse suo padre.

“Come sarebbe a dire? Ha capito fin da subito che cos’era l’imprinting…”.

“Un conto è capirlo, un conto è dirglielo…”

Jacob alzò gli occhi al cielo e strappò un morso dalla mela.

“Quindi stanotte non è successo nulla?”

“Niente” rispose Jacob scocciato. Se fosse successo qualcosa, lo avrebbe gridato al mondo. “Mi sono solo addormentato. Nessie doveva svegliarmi, ma la piccola è crollata” e un sorriso dolce si disegnò sulle sue labbra.

“Edward lo sa?”

“A quest’ora Nessie gliel’avrà già spiegato…” mormorò Jacob finendo la mela e buttando il torsolo nel cestino.

“Giusto” fece Billy. “ Ma vorrà lo stesso parlarti. Quando ho beccato Rachel con Paul, ho dovuto sopprimere il mio istinto omicida”.

“Se è per quello, anch’io…” aggiunse Jacob ridendo.

Billy rise anche lui e spinse la sedia a rotelle in modo tale da portarsi vicino a suo figlio. Gli appoggiò una mano sul braccio e gli disse: “Non smettere di sperare Jacob!”

“Non lo farò mai…” disse Jacob sorridendogli.

Billy annuì e si portò lontano da lui, per poi dirigersi in camera sua.

Appena la porta della camera di Billy fu chiusa, Jacob avvertì il suo branco aspettarlo fuori nel garage.

Uscì di casa e fece una breve corsa.

Quil ed Embry erano spaparanzati sul piccolo divano che Jacob aveva messo poco tempo prima, mentre i due fratelli Clearweater erano appoggiati sulla sua Golf.

Seth gli rivolse un gran sorriso, al contrario della sorella che aveva assunto un’espressione infastidita.

“Sei vivo” gli disse a mo’ di saluto.

“Spero che non te né dispiaccia…” ribatté Jacob.

“Ah, amico. Hai rischiato molto per niente!” esclamò Embry facendogli l’occhiolino.

“ Non si fa così, Jacob…” aggiunse Quil sorridendo.

“Quil aspetta ancora qualche anno, poi mi dirai…” lo rimbeccò Jacob dandogli una pacca sulla testa.

“Dai Jake! Stiamo scherzando…” si affrettò a dire Embry.

“Sì, e poi io non avrò questo problema. I genitori di Claire non sono vampiri…” affermò Quil divertito.

“Ma ha un cugino acquisto che ha la tendenza, a trasformarsi in un lupo gigante” gli ricordò Seth, e Quil si rabbuiò.

“Già…”

“Vogliamo arrivare al dunque!” sbottò Leah incrociando le braccia.

“Per una volta sono d’accordo con te” disse Jacob. “Forza, Quil. Parlami di quell’odore che hai trovato…”.

“è strano, Jake. È la prima volta che lo sento… è dolce come quello dei vampiri, ma non mi brucia il naso.”.

“Dove l’ha sentito?”

“A ovest, vicino alla scogliera di Bella!”

“Scogliera di Bella?” chiese Seth curioso.

“Sì, è dove si è gettata” rispose Embry al posto di Quil.

“Piantatela!” gli sgridò Jacob furioso. Anche se era passato del tempo, ogni volta che ci ripensava, provava una sofferenza assoluta.

“Scusa, capo…” mormorarono Quil ed Embry all’unisono.

“Bene, c’è dell’altro?” domandò il lupo alfa.

“No, che cosa proponi di fare?”

Jacob si perse a guardare un momento fuori. Non percepiva del pericolo, ma aveva come la strana sensazione che quella presenza dall’odore dolce fosse ancora lì. Si voltò e osservò i suoi lupi, in trepida attesa degli ordini.

“Continueremo a fare i turni di ronda. Se dovesse capitare di nuovo, avvertiremo anche Sam. Non mi va di dirglielo subito, visto le condizioni di Emily…”.

Con la coda dell’occhio vide Leah irrigidirsi e abbassare la testa. Si diede dello stupido, ma non poteva cambiare il loro modo di affrontare queste situazioni per un amore non più corrisposto.

“Va bene!” disse Embry scattando in piedi. “Andiamo nanetto, tocca a noi…”

“Ehi!” esclamò Quil arrabbiandosi."Non sono un nanetto, sei tu che hai problemi di crescita!”

I presenti si guardarono per un secondo e poi scoppiarono a ridere di gusto. Anche Leah si lasciò sfuggire un sorriso, ma riassunse subito la sua maschera.

“Forza Seth! Andiamo. Mamma si starò chiedendo che fine abbiamo fatto!” disse lei a suo fratello.

“Non credo. Da quando si è sposata con Charlie, è più tranquilla” fece Seth, ma si alzò per raggiungere sua sorella fuori dal garage.

“A dopo, Jacob. E non litigare con Edward quando verrà a parlarti!”.

“Secondo te verrà qui?” chiese incredulo Jacob, osservando Seth.

“Ci puoi scommettere che verrà. Stiamo parlando di sua figlia alla fine!”

Jacob uscì dal garage e vide i suoi fratelli entrare nel bosco. Sentì l’aria incresparsi e capì che si erano già trasformarti. Sbuffando, ritornò dentro e decise di dare un’occhiata alla sua macchina. Era troppo presto per chiamare la sua Nessie, sicuramente stava ancora parlando con Edward e Bella ed era meglio non rischiare. Si tolse la maglietta e aprì il cofano dell’auto.

Stava per controllare il motore, quando sentì l’odore bruciante e dolce del vampiro. Non diede segno di accorgersene e continuò a trafficare, ma quando lo avvertì sulla soglia del garage, sospirò e alzò lo sguardo.

Edward era appoggiato al muro e lo fissava con fredda tranquillità.

“Jacob…”

“Edward. A cosa devo l’onore?”

“Lo sai il motivo della mia visita….”

“Sì. Ma credo che tu sappia che la situazione tra me e Nessie non è cambiata”.

“Renesmee mi ha spiegato tutto, ma non si può andare avanti così! Sono venuto a chiederti le tue intenzioni nei suoi confronti”.

Jacob alzò nuovamente lo sguardo e vide il vampiro avvicinarsi a lui. Dovette reprimere la sua natura da lupo, ma un ringhio salì dalla sua gola.

“Vuoi attaccarmi?” chiese Edward gentilmente.

“No, ma non capisco cosa vuoi dirmi Edward”.

“Voglio sapere che cosa vuoi fare con mia figlia. Ormai Renesmee è cresciuta. Non ha più bisogno della tua protezione. Io e la mia famiglia siamo più che in grado di prenderci cura di lei.”.

Jacob strinse le mani a pugno e, guardandole, domandò:

“Vuoi che mi faccia da parte?”

“Fino a quando non prenderai una decisone, sì Jacob. È esattamente quello che voglio” rispose il vampiro.

“Non posso farlo!” gridò Jacob furioso. “Prova a metterti nei miei panni? Io non voglio che Nessie decida di stare con me solo perché io ho avuto l’imprinting con lei… non sarebbe giusto. E poi solo il pensiero di non vederla…”

“Jacob, io sono suo padre. Prova tu a metterti nei miei panni” ringhiò Edward perdendo la calma.

Il lupo e il vampiro si squadrarono a lungo. Jacob tentò di tenere a freno i suoi pensieri, ma vide lo stesso Edward impietrirsi. Non poteva permetterglielo, sarebbe morto dal dolore se gli avesse impedito di vedere Nessie.

A un tratto un odore dolce e fresco li fece voltare verso l’ingresso del garage. Un ragazzo sui vent’anni stava varcando la soglia. I capelli erano lunghi e biondi e gli occhi di un azzurro glaciale. Sul suo volto delicato c’era un bellissimo sorriso e si muoveva con una grazia che neanche un vampiro poteva avere.

Jacob e Edward si scambiarono una breve occhiata, mentre il ragazzo si avvicinava a loro.

“Salve Jacob. Salve Edward!”

“Chi sei?” chiese Jacob.

“Sono colui che vi aiuterà…”

“Aiuterà?” ripeté Edward confuso.

“Sì, non è vostro desiderio provare a stare nei panni dell’altro?”

Jacob si lasciò sfuggire una risata vuota e Edward fece il suo sorriso sghembo, ma poi il suo viso s’irrigidì.

“Che cosa c’è?” gli chiese Jacob notando il suo cambiamento.

“Non riesco a leggergli nella mente…” sussurrò il vampiro.

“Che cosa?”

Il ragazzo si era fermato davanti a loro e alzò le mani, le quali emanavano uno strano bagliore dorato.

“Siete pronti?” domandò educato.

“Aspetta, pronti a cosa?” fece Edward cauto.

Il ragazzo rise e batté le mani. La luce dorata li avvolse, accecandoli, mentre la risata del ragazzo aleggiava intorno a loro. Jacob si portò una mano davanti agli occhi, ma non servì a niente.

Quando riacquistò la vista, il ragazzo era sparito. Si voltò verso Edward e rimase impietrito.

Non era Edward che stava guardando, ma il suo corpo che lo stava osservando nello stesso modo allarmato.

  
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