IL DOTTOR OZU
" Mi sposti la panchina sulla bacinella? "
Il complesso dove
vive il dottor Ozu è di dimensioni modeste.
Ci sono sei villette,
ognuna con il proprio giardinetto sul retro ed un vialetto, davanti, che le
collega tutte portandole all'uscita. Sebbene all'inizio fossero tutte uguali,
di forma e colore, un pallido verde acqua, nel corso del tempo si sono
differenziate, assumendo le sembianze dei loro abitanti, in alcuni casi
rappresentando un vero e proprio stile di vita. Naturalmente sono tutte di
colori diversi ormai. La più modesta è di un acceso color fuxia mentre quella
accanto non ha più un garage ma una tenda da campo color giallo limone che era
stato oggetto di infiniti litigi da parte delle famiglie delle due case.
Ma questa è un'altra
storia.
Ogni mattina il
dottor Ozu si alza dal letto, sbadiglia e stiracchia le braccia. Tralasciando
la visita al bagno e la pausa riflessiva davanti all'armadio per la scelta dei
vestiti, il dottore scende le scale, apre le finestre e spalanca le persiane,
ispirando a pieni polmoni il profumo dei gelsomini che sua nipote Viola aveva
piantato quando a malapena era alta quanto un turacciolo.
Rasserenato, Ozu si
avvia verso la cucina e, con la radio come accompagnamento, fa colazione
cercando di ricordarsi quali siano le visite del giorno.
Tra il caffè ed il
toast alla marmellata, Maria scende le scale.
Di solito, indossa
una vestaglia azzurrina, con farfalle bianche ricamate, i lunghi capelli
castani sono raccolti in una coda di cavallo imprecisa, gli occhi sono segnati
da profonde occhiaie.
Non dorme molto
Maria.
- Buongiorno -
sussurra lei mestamente avvicinandosi al frigo con aria concentrata.
- Buongiorno -
risponde Ozu - dormito bene stanotte? -
- Due ore o più poco.
Il vento fuori distraeva a continuare-
Dal frigo tira fuori
del prosciutto ed un pò di senape. Posa il prosciutto nel lavandino e lo
cosparge di senape. Si toglie la fede e, con mestolo e spatola alla mano, si
mette a mangiare.
Ozu la osserva, la
scruta attentamente.
Si massaggia le
tempie.
Poi si alza e,
passando accanto a Maria, le carezza il capo.
Lei sorride,
brevemente ridacchia e si gira a punzecchiargli un fianco. Allora lui
l'abbraccia, sorride ed ispira il profumo dei suoi capelli.
Limone ed arancia gli
invadono le narici.
Pensa brevemente alla
proposta di Marc Antoine di piantare degli alberi da frutta nel suo giardino. E
pensa che non sia una cattiva idea.
11:30
- Karl, devi
smetterla di giocare a black jack -
Un ragazzino con
spessi occhiali rotondi si volta, i capelli ricci in ciocche disordinate sono
sparati in aria.
- Ma perchè dottore?
Il black jack è uno sport così vibrante, pieno di passione e di rabbia
fremente-
La finestra alle sue
spalle riflette un cielo plumbeo e Ozu pensa distrattamente che potrà fare a
meno di annaffiare le piante per una volta. Sospira.
- A parte il fatto
che avrei da ridire sulla tua definizione del black jack come uno sport, ma poi
Karl a me sinceramente il fremito per uno "sport" passa se mi riduce
in mutande ogni santissima volta. E ti va bene che tuo padre è ricco sfondato,
altrimenti saresti sotto un ponte a mendicare come un comune barbone -
Karl lo guarda
confuso: - Ma io mi mantengo da solo, dottore dottore - dice lui, mentre si
attorciglia il cordino della felpa tra le dita.
- Con i tuoi fumetti?
Ma se tutti gli editori ti hanno respinto! E poi, diciamocelo francamente, i
tuoi fumetti sono orribili, cruenti e senza senso -
- Non è affatto vero!
E poi dottore perchè sei così cattivo con me?-
-Già Esse, perchè il
Maestro è cosi cattivo con lui?-
Marc Antoine, con
l'orecchio poggiato sulla porta, sgranocchia un bastoncino di liquirizia
comprato dalla bancarella di due ragazzini giù in piazzetta.
Sabina alza lo
sguardo dal suo libro ( " Il mondo kazako senza veli " ): -Ma hai
idea di quanto sia insopportabile e spocchioso quel ragazzino? Ogni volta che
viene, prego sempre che rimanga in sala d'aspetto per non più di dieci minuti,
dovrebbe essere soppresso!-
Marc la guarda sorpreso:
- Non credi di esagerare? In fondo, se quel ragazzino viene dal Maestro, vuol
dire che è malato!-
- Non è malato, è
idiota e viziato ed i genitori sperano che mandandolo qui il Maestro gli
ricostruisca i neuroni con qualche tecnica sciamanica o con una flebo di
cortisone sparata direttamente negli occhi -
- Bleah -
- Già, anche a me non
piacciono le tecniche sciamaniche -
Proprio quando Marc
sta per ribattere che il suo 'bleah' non era rivolto alle tecniche sciamaniche,
la porta si apre e Maria, con in mano una bacinella scivola nella stanza.
Sabina, appena la
vede, si irrigidisce.
- Buongiorno - saluta
educatamente il ragazzo.
Lei si volta a
guardarlo incuriosita. Poi gli tende la bacinella.
- Mi sposti la
panchina sulla bacinella? -
Marc la osserva perplesso.
- Vuole che prendi la
bacinella e gliela metti sulla panchina -
- Ah, va bene - dice
lui perplesso, afferrando l'oggetto con delicatezza.
Non appena ha le mani
libere, Maria si volta verso l'unica finestra della stanza e si avvicina,
osservando con interesse il percorso che le gocce di pioggia stava segnando sul vetro.
- Ha iniziato a
piovere - nota Marc mettendosi le mani in tasca.
Sabina guarda
nervosamente verso la finestra, si morde il labbro e nervosamente volta pagina.