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Autore: Mimi18    08/10/2009    12 recensioni
La prima volta che la vide fu al suo terzo anno, quando Astoria si era seduta con aria spaurita sullo sgabello di legno di fronte a tutta la Sala Grande ed aveva osservato con il naso arricciato per il disgusto il rovinato cappello parlante, che la McGranitt le aveva poggiato sbrigativa sul capo.
Quel giorno aveva acconciato i lunghi capelli biondo sporco in due treccine alte. Solo in seguito avrebbe scoperto che era stata Daphne a pettinarla, quella mattina, in occasione del suo primo giorno di scuola.
L’avrebbe scoperto solo quando, correndo con un sorriso di sollievo verso il tavolo dei Serpeverde, gli si sarebbe seduta accanto, arrossendo sotto lo sguardo incuriosito che lui le rivolgeva e balbettando sconclusionata le risposte alle domande che gli altri membri della casa le porgevano.
(Draco e Astoria)
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Astoria Greengrass

19. Diagon Alley

 

«Questo vestito mi soffoca», borbottò con voce strozzata Astoria, particolarmente avvenente nel lungo abito nero che sua madre aveva fatto confezionare in suo onore.

La donna in questione l’osservava con un broncio piuttosto brutto a deformarle il viso, esprimendo solamente con l’espressione ciò che pensava di sua figlia minore.

«Non dire sciocchezze, Astoria. Un uomo deve vedere le tue forme – pressoché invisibili, purtroppo», sbottò dando un secco colpo di ventaglio sulla coscia nuda della figlia, che sbuffò sonoramente.

Si era ormai abituata alla testardaggine ed al disprezzo che sua madre le rivolgeva ogni qual volta le fosse possibile. Sbeffeggiarla per la sua mancata avvenenza, raffinatezza e cose di questo genere non erano una novità per le orecchie di Astoria.

La ragazza, tuttavia, non riusciva a capacitarsi del motivo di tale fissazione. La guerra era cominciata una volta per tutte e già si mormorava tra le strade che Lord Voldemort avesse preso il potere tramite il nuovo Ministro della Magia O’Tusoe.

Sbuffò nuovamente, portando il suo sguardo verde prato oltre la coltre di nebbia al di là della finestra opaca del negozio, ignorando il continuo ciarlare della madre e del sarto. Come potesse quella donna essere interessata solamente all’apparenza proprio non lo comprendeva!

Ricordava vagamente che solo qualche giorno prima la speranza di tutto il Mondo Magico era riuscita a sfuggire ai Mangiamorte: Harry Potter e compagni avevano lasciato perdere le proprie tracce e, lei ne era sicura, si stavano dando da fare per trovare un qualsiasi metodo in grado di uccidere Voldemort.

Non era poi così ottimista, infondo Harry era pur sempre un ragazzino di diciassette anni, però il fatto che più volte avesse dato del filo da torcere ad un sacco di Mangiamorte ed il Signore Oscuro in persona la rincuorava.

Inutile negare quanto fosse preoccupata. La gente moriva sotto i suoi occhi, folle di babbani e famiglie di maghi venivano uccise senza pietà, per motivi futili e banali.

C’era chi ancora si opponeva alle Arti Oscure, ma nessuno tardava a raggiungerli: Bellatrix e Rodolphus Lenstrange, Yaxley, i Carrow. Ognuno di loro godeva nel vedere il proprio nemico – colui che si era opposto a loro – cadere sotto la loro potenza.

«Astoria, per Dio! Mi vuoi ascoltare?», ruggì in quel momento Miranda Greengrass, tirando con forza una manica del vestito nuovo della figlia.

Il sarto accanto a loro tirò un gridolino di panico, ma nulla rovinò l’abito.

La giovane Serpeverde inarcò le sopracciglia bionde perplessa, fissando la madre negli occhi scuri.

Quanto fossero diverse lei lo sapeva bene. Astoria e Miranda, oltre a possedere due caratteri completamente diversi, avevano persino un aspetto fisico contrastante.

L’una era mora e riccia, l’altra bionda e con capelli dritti come spaghetti.

Mentre Astoria sorrideva sempre con mani, occhi e labbra, Miranda si limitava ad un ghigno sardonico senza piegare troppo la sua bocca sottile e dritta.

Non che fosse brutta sua madre, tutt’altro, era una di quelle bellezze d’un tempo. Con i capelli vaporosi, gonne ampie e labbra troppo rosse per essere vere.

Un po’ come Daphne, solo più appariscente e meno naturale.

Astoria si era domandata spesso se la madre fosse una di quelle famose frequentatrici dei centri chirurgici babbani, dove entravano con un naso e ne uscivano con un altro.

Non ne sarebbe stata poi così stupita, a dire il vero.

«Mi chiedo ancora come una come te», calcò particolarmente quella parole Miranda, fissando di sottecchi la figlia, «abbia potuto rimanere al fianco di un Malfoy per ben tre mesi»

Astoria ignorò la pugnalata al cuore perfettamente riuscita, ben consapevole che la madre si divertisse alquanto nel toccare quel tasto dolente e scoperto.

Non le dava mai la soddisfazione di vederla soffrire e la notte la giovane era costretta a soffocarsi sotto un cuscino per non gemere di dolore, timorosa che chiunque avrebbe potuto udire i gemiti e i singhiozzi del suoi pianti disperati.

Aveva visto Draco una sola volta in quell’ultimo mese ed era stato durante un piccolo soggiorno proprio lì, a Diagon Alley.

Era in compagnia di Narcissa Malfoy ed entrambi sembravano più allampanati e pallidi che mai.

Non che questa cosa la sorpresa molto, ma quando Draco sollevò gli occhi cerchiati da borse nere si era sentita morire. Probabilmente, se Daphne non l’avesse tenuta stretta a sé per il gomito sarebbe crollata a terra come schiantata.

Inutile negare che aveva pensato a lui ogni singolo istante. Temeva sempre di poter scorgere notizie sui giornali che parlassero di arresti o morti relative ai Malfoy, ma poi sua madre le aveva spiegato a chiare lettere che nemmeno il Signore Oscuro avrebbe avuto il coraggio di liberarsi di loro.

Non per compassione o bontà, Lord Voldemort non aveva cuore; Astoria era sicura che i tre fossero rimasti in vita solamente per essere trattati da giocattoli. Sia Lucius che Draco avevano fallito le loro missioni, avrebbero dovuto pagarla e uccidendoli sarebbe stato troppo semplice...e poco indolore.

Rabbrividì a quel pensiero, levandosi il vestito come sua madre le aveva appena ordinato.

Rimase in biancheria intima di fronte a lei stessa ed al sarto, al quale le gote si imporporarono vivacemente.

«Hai bisogno di una nuova divisa per Hogwarts?», domandò la madre osservando con palese criticità le forme poco accentuate della figlia minore, paragonandole mentalmente a quelle fin troppo formose di Daphne.

Sua figlia maggiore – e della quale andava orgogliosa come non mai – aveva appena ricevuto una proposta di matrimonio da una famiglia Purosangue del nord di Francia, accorsi da loro dopo un fortunato incontro durante una breve vacanza.

Ovviamente aveva accettato senza il consenso di Daphne, che non si era risparmiata né lamentele, né offese nei confronti di Miranda, tralasciando il grasso patrimonio che quella famiglia avrebbe potuto offrirle.

Astoria, a differenza di Daphne, non aveva ricevuto nessuna proposta. Non che ne fosse stupita, aveva solamente quindici anni e doveva ancora completare gli studi.

Senza contare che la signora Greengrass sperava ancora in un riavvicinamento a Draco Malfoy: aveva notato bene l’occhiata che i due ragazzi, settimane prima, si erano rivolti.

Checché ne dicesse chiunque, Miranda Greengrass era più furba e astuta di una volpe.

«No, non sono cresciuta né di statura né aumentata di peso», borbottò indossando la gonna verde magenta con crescente imbarazzo, cercando di allontanarsi il più possibile dalla finestra aperta.

«Quest’anno ci saranno dei nuovi professori», buttò lì la madre con nonchalance, adocchiando un vestito tutto fronzoli appoggiato malamente sul bancone del negozio.

«Immagino. Piton non avrà di certo il corag...»

Miranda la interruppe prima che potesse finire, lanciandole una lunga occhiata eloquente e piena di ovvietà.

Nessun rimorso nelle parole che disse, avrebbe sicuramente eliminato ogni dubbio nelle persone che ancora si domandavano da che parte stesse la famiglia Greengrass.

«Severus ha fatto ciò che il suo padrone gli ha ordinato, Astoria. Non voglio sentire lamentele al riguardo»

Astoria si leccò un labbro con eloquenza, sorridendo leggermente ironica.

I tempi in cui sua madre si comportava da tiranna verso di lei, era finiti da un pezzo e questo lo sapevano entrambe.

Fu quindi con particolare sfacciataggine che lanciò l’elegante vestito tra le mani di Miranda, sorpassandola poi con ampie falcate.

«Non starò qui ad udire parole simili. Vado a comprare i miei libri di scuola, nella speranza che nel frattempo ritrovi quel poco buonsenso che ti rimane»

 

 

Passò un dito magro e sottile lungo il bordo del libro che stringeva tra le sue mani, ignorando la lunga coda che, alle sue spalle, presagiva che sarebbe rimasta all’interno del Ghirigoro per parecchie ore.

A dire il vero, Astoria era parecchio stupita che tanti studenti fossero pronti a tornare ad Hogwarts. Tuttavia, là dentro era ormai come il mondo esterno: senza più Silente ed Harry Potter ogni luogo era pericoloso allo stesso modo.

Per lo meno, pensò la ragazza sollevando lo sguardo su un tomo di Incantesimi particolarmente alto, quell’anno a proteggerli ci sarebbe stata Minerva McGranitt. Nonostante fosse austera e poco propensa ai sorrisi – e soprattutto capo della casa dei Grifoni – le piaceva un sacco.

L’anno prima ricordava di aver visto la potenza con la quale era stata in grado di trionfare contro Mangiamorte molto più grossi e terrificanti di lei.

Non che ciò la stupisse, infondo i libri la ricordavano come una delle più grandi e potenti streghe dell’epoca moderna.

Sorrise al pensiero, afferrando il tomo che aveva attirato la sua attenzione.

«Ehilà Greengrass jr», la voce roca di Harper alle sue spalle la fece sussultare, ma vedere una faccia conosciuta – e quasi amica per Astoria fu un piacere. Un piacere tale che la portò ad abbracciarlo.

«Harper, come sono felice di rivederti!», chiosò con voce leggermente commossa, staccandosi da lui quel tanto che bastava per poterlo osservare meglio negli occhi blu.

Il ragazzo, dal canto suo, era stato colto decisamente di sorpresa: infondo, lui e Astoria erano sì compagni di Casa e tra di loro c’era qualcosa di simile all’amicizia, ma un tale slancio di improvviso affetto da parte sua era stata una doccia di acqua gelata in pieno inverno.

Senza contare il profumo di cioccolato che la ragazza emanava: l’aveva inebriato.

«Sei qui per comprare i libri di scuola?», gli domandò la ragazza, mettendosi finalmente in coda dietro ad una ragazza dai cespugliosi capelli rosso fuoco.

Harper annuì, cercando di distogliere lo sguardo dalle labbra della giovane: non era propriamente il massimo desiderare di baciarla in mezzo a tutti, rischiando così di prendere una Maledizione Senza Perdono da Draco Malfoy e compagnia bella una volta tornato a scuola.

Perché si, era sicuro che tra quei due ci fosse ancora qualcosa: infondo, era sempre stato il primo a declamare che Malfoy si fosse rammollito parecchio da quando aveva iniziato a girare mano nella mano con Astoria.

«Qualcosa non va, Reed?», domandò la bionda in quel momento, facendogli piacere il suo nome in un modo quasi assurdo.

Astoria l’aveva sempre chiamato utilizzando il cognome, non si era mai lasciata andare troppo, ben attenta a non sbottonarsi in atteggiamenti troppo calorosi ed intimi.

«Va tutto bene, non preoccuparti. Ho anche saputo che Malfoy non mancherà, quest’anno», buttò lì imbarazzato cercando di distogliere l’attenzione dalle sue guance; era pur sempre un rubacuori con una reputazione, lui.

Notò con piacere che la frase aveva perfettamente funzionato, perché la bocca rossa e piena di Astoria si spalancò teatralmente e, Reed ci avrebbe scommesso, il suo cuore aveva iniziato a galopparle nel petto come non mai.

 

 

Delucidazioni (poco serie e poco chiare):

Ho un mal di testa terribile. E ho paura a rileggere questo capitolo, perché ho parti che mi piacciono (come quella del negozio di sartoria che, ovviamente, non ha un nome) e che non mi piacciono (leggasi: la seconda).

Ci stiamo avviando sempre di più verso la fine e nel frattempo io inizio già a pensare alla prossima. Perché, udite udite, la Big Damn Table ha accettato la mia richiesta e scriverò una raccolta di 100 FanFic. Indovinate su chi! XD

Senza contare che devo assolutamente scrivere una long Rose/Scorpius. >.>

Beh, in ogni caso ringrazio: Queen_of_sharingan_91, Kimly, katia37, hermy101, terrastoria, Gobra1095, confettina, Angel Texas Ranger, Penny Black e pinkstar_girl95. Vi adoro immensamente e giuro che la prossima volta vi ringrazierò singolarmente! *_*

Inoltre ringrazio anche princessofvegeta6 per aver recensito un capitolo...ma non ricordo quale. .-.

Ringrazio anche chi ha aggiunto la fic ai preferiti/seguiti, chi ha letto o sfogliato.

Ora vado a dormire. Non ho più l’età per stare sveglia fino alle quattro del pomeriggio! ù_ù

Cà.

 

   
 
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