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Autore: Scarlett Sakura    10/10/2009    1 recensioni
Una misteriosa ragazza giunge in uno strano villaggio spinta da motivi tutt'altro che normali. Con l'aiuto di un ragazzo imbranato e di un veccho bonzo, cercherà di risolvere l'enigma che si nasconde in esso, un enigma che va aldilà del tempo. (Per certi versi assomiglia ad una mia precedente fiction ma non ha niete a che vedere con essa.)
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di Spiriti...'
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Kikan no mura - Il villaggio del tempo

 

 

 

<< Hai capito benissimo. >> Continuò implacabile la ragazza. << Il motivo per il quale mi era impossibile trovare questo posto, è perché il villaggio è bloccato nel tempo. Cioè, non esiste. >> Rimarcò attentamente queste parole.

<< Cosa vuol dire “è bloccato nel tempo?” E poi, come sarebbe “non esiste?” Mi stai prendendo in giro? Dici cose senza senso! >> Shigehito era spaventato a morte, anche lui faceva parte del villaggio e, qualunque cosa fosse successa, lo riguardava direttamente. Non voleva scoprire la verità, non voleva sapere che forse era morto senza saperlo, non voleva scomparire! Aveva un vero terrore di non essere più al mondo, ma voleva comunque sapere… doveva sapere. << Spiegami tutto e con più calma. >> Spostò le mani dalla sua testa assumendo un aspetto più composto.

<< Io sono calma abbastanza, sei tu che ti sei fatto prendere la mano. Non ho emesso alcuna sentenza, ho solo detto ciò che vedo. >> Le sue parole, per quanto indifferenti, erano giuste e il ragazzo non ribatté in alcun modo. Kazunari decise che era ora di prendere la parola.

<< Capisco perfettamente quelle che sono le tue paure, la faccenda riguarda anche me. Ma, se vogliamo capirci qualcosa, dobbiamo restare vigili. Ti prego Izumi, spiegagli tutto per bene. >>

Restò in silenzio ancora qualche minuto, poi si decise a parlare. << Prima, con il rito al quale hai assistito, ho creato uno schermo spirituale. >>

<< Cos’è, uno schermo spirituale? >>

<< Uno specie di schermo a raggi x. >>

<< Un cosa? >> L’altra sbuffò.

<< Diciamo che è come un paio di occhiali per un cieco. >> Vedendo che non la interrompeva più proseguì. << Attraverso di esso, ho constatato che ciò al quale stiamo assistendo è solo un miraggio. >>

<< Come sarebbe a dire? Tu mi vedi bene, come posso essere un miraggio? >>

<< Una presenza demoniaca sconosciuta ha preso possesso di questo posto alcuni anni fa, da allora lo scorrere del tempo è diventato stabile e immutabile. >>

Il ragazzo deglutì a vuoto. << Esattamente, cosa significa? >>

<< Che l’intero villaggio è condannato a rivivere gli stessi momenti, fino a quando la presenza maligna non deciderà di disfarsene. E’ come se tutti fossero delle marionette, il tempo non passerà mai. >> Cadde il silenzio, che venne poi rotto dal vecchio Fujiwara.

<< A quanto corrisponde il tempo di ripetizione? >> Izumi assottiglio gli occhi.

<< Non ne sono sicura, ma credo un anno. Esattamente all’inizio dell’anno nuovo ricomincia la storia. Shigehito? >>

<< Mh? Cosa c’è? >>

<< In che anno siamo? >>

<< Che domande sono? Siamo nel 5 Agosto del 1989. >>

<< Come temevo, la situazione va avanti da molto tempo. >>

L’anziano bonzo pose una domanda da un milione di dollari. << In che anno siamo, ragazza? >> Nell’atmosfera aleggiava una strana tensione e, i due abitanti del posto, temevano la sua risposta.

<< Siamo nel 5 agosto… >> Murakami emise un sospirò di sollievo che si mozzò non appena ebbe udito il seguito. << del 1999. >>

<< EH?! >> Lo sfortunato giovane lanciò un urlo da stadio per la sorpresa mista a paura. << Aspetta un momento… ho bisogno di rimettere a posto la mia povera testa. >> Si prese la testa tra le mani in una posa disperata. << Qualcuno mi spiega cosa dovrei fare adesso? Cosa ne sarà di me e della mia famiglia? >>

<< Non temere, sono qui per questo. >>

<< Grazie, Izumi. >> Quelle parole, anche se solo per un po’, lo consolarono. Tutto all’improvviso di fece silenzio. E fu proprio grazie a questo che riuscirono a udire il lieve rumore di passi, qualcuno stava salendo le scale, ma i suoni erano troppo leggeri per essere umani. Tutti e tre erano in attesa dell’inaspettato visitatore, si era alzato il vento ed il cielo era ricoperto di oscure nuvole cariche di pioggia e di sventura.

<< Salve, finalmente sei arrivata. >> Una figura incappucciata era apparsa in cima alla scalinata, indossava un mantello nero ed era impossibile distinguere il suo volto. << Hai scoperto il nostro segreto, come aveva fatto quella sciocca. >> Una piccola risata uscì dalle sue labbra, sembrava di donna. << Ora sarò costretto a ucciderti. >>

<< Se ci riesci. >> Izumi tirò fuori due talismani con il chiaro intento di combattere.

<< L’altra ci ha provato, ma si è arresa. Tu, che farai? >>

<< Ovvio, mi batterò. Io sono più forte di lei. >> Con un balzò, Zawazoe scaglio i due ofuda contro il nemico ma furono bloccati da una barriera. Ci furono istanti di lotta tra le loro energie, alla fine i pezzetti di carta furono distrutti. Solo l’impercettibile movimento delle sopracciglia dava adito a una reazione da parte dell’esorcista.

<< I miei complimenti, sei riuscita tenermi testa e non è una cosa da poco. >> Ci fu un’altra forte folata di vento. << Per il momento è tutto, vi lascio alle cure dei miei sottoposti. Se riuscirete a sopravvivere, allora, vi batterete con me. >> Così come era venuta, la strana persona, girò sui tacchi e se ne andò.

<< Ci… ci… ci ha visti! E adesso, che si fa? >> Domandò Shigehito al colmo della paura.

<< Un bel niente, aspettiamo. >> Il vecchio Kazunari la guardò con la coda dell’occhio.

<< E nel frattempo, cosa facciamo? >>

<< Nessuno di noi può stare da solo, ormai ci hanno visti e non siamo al sicuro. Verrete a stare tutti a casa mia. >>

<< In quel caso devo avvisare i miei genitori. >> Si alzò con l’intento di andare a casa sua ma lei lo fermò.

<< Non farlo. Come ti ho già detto sono tutti coinvolti quindi non puoi rivolgerti a loro. >>

<< Capisco. >> Rispose mesto il ragazzo. Per la prima volta da quando si erano conosciuti, Izumi accennò un lieve sorriso.

<< Non preoccuparti, quando tutta questa storia sarà finita potrai tornare a casa. >>

<< Si, grazie. >> Detto questo, i tre si diressero verso la casetta di Izumi. Tuttavia ne lei ne il sacerdote poterono fare a meno di guardarsi indietro con sguardo sospetto. L’abitazione era piuttosto piccola e in stile nipponico. Vi era una cucina sulla destra, la sala centrale che veniva usata anche come camera per la notte, adiacente a questa vi era una camera per gli ospiti e infine, sulla sinistra, il bagno. Arrivò il tramonto e con esso le prime stelle della sera, mentre fuori si poteva ammirare un magnifico scenario, i nostri eroi se ne stavano seduti a banchettare.

<< Questo sushi è davvero delizioso. Si vede che il vostro è un paese di pescatori. >> La ragazza era stranamente loquace quella sera. << Lei che ne pensa? >>

<< Sono d’accordo. >> Anche Kazunari si stava godendo il pasto, l’unica eccezione era Shigehito. << Che cos’hai, ragazzo? >>

<< Niente, e solo che… non riesco a credere di aver ripetuto per la bellezza di dieci anni sempre le stesse cose e per giunta senza mai accorgermene. Ho ancora lo stesso aspetto di allora, ci sono donne che pagherebbero per questo. >>

<< Pensa che tra poco tutto finirà. >> Voleva essere un incoraggiamento ma la sua frase risultò alquanto lapidaria. << Intendevo in senso positivo. Piuttosto… >> assaggiò un altro boccone di sushi. << Kazunari-san, mi dica, qual è la sua versione dei fatti? >> L’uomo smise di mangiare e iniziò a raccontare.

<< E’ successo tutto l’estate scorsa, mia nipote era venuta a trovarmi per trascorrere le vacanze qui. I rapporti tra me e mia figlia si erano bruscamente interrotti cinque anni fa, in seguito ad un brutto litigio mi cacciò da casa sua e da allora non l’ho più rivista. Mi trasferii nel mio paese natale e mi dedicai alla mia attività di monaco buddista. Non ricevetti più notizie fino alla primavera scorsa, quando mia figlia m’informò che stava per divorziare e che Mitsuki avrebbe trascorso l’estate con me. Quando arrivò era molto felice di rivedermi, mi disse che quei cinque anni erano stati un inferno perché suoi genitori non facevano che litigare. Ricordo che, il giorno dopo, venne a trovarmi e da quel momento iniziò ad essere strana. >>

<< Probabilmente anche lei aveva visto la stessa cosa che ho visto io. Essendo nipote di un sacerdote era inevitabile che avesse un qualche potere, solo che non ha mai saputo di averlo. >> Concluse la giovane.

<< Esattamente. Mia figlia aveva rinnegato il suo dono e non voleva che ne facessi parola e sua figlia, io rispettai il suo volere. Se avessi immaginato che quel potere avrebbe potuto salvarle la vita le avrei insegnato tutto quello che sapevo. In ogni caso, Mitsuki smise di uscire di casa fino a sparire del tutto. L’ultima volta che andai a trovarla ci parlammo a lungo, come se non ci dovessimo rivedere più, e così è stato. >>

<< Era spaventata? >>

<< No, anzi, era stranamente tranquilla. Devo dire che anche io, come lei e te, avevo intuito che qualcosa non andava, ogni volta che arrivava il nuovo anno sentivo di star vivendo gli stessi momenti ma ero convinto si trattasse di forze spiritiche annidate in questo posto e che quindi non ci avrebbero infastiditi. Che stupido sono stato. >>

<< Lei non ha potuto salvare sua nipote. >> Disse mentre appoggiava le bacchette sulla ciotola con fare educato.

<< Izumi! >> La redarguì il giovane.

<< Ma ora può aiutarci a fare giustizia ed evitare che qualcun altro finisca come lei. >>

<< Si, è vero. >> Dopo l’abbondante cena, nonostante fosse ancora presto (non erano neanche le 21.00), decisero di comune accordo di andare a dormire. Il giorno dopo si sarebbero dovuti alzare presto, Kawazoe aveva in mente una pista precisa da seguire. Inoltre i due ospiti avevano bisogno di recuperare alcune lo cose, come vestiti e oggetti da toilette. Fecero il bagno a turno, prima Izumi, poi Kazunari ed infine Shigehito. Pur essendo inizio serata non si sentiva volare una mosca. Si vedeva soltanto qualche piccola lucciola appoggiata a qualche foglia, nient’altro. Fu proprio questa presunta calma a scatenare la preoccupazione della ragazza. Senza dire una parola, si alzò dal futon ed apri le ante scorrevoli in stile orientale. Chiuse gli occhi per pochi istanti ma le bastarono per mettere a fuoco la situazione. Si diresse verso la camera adiacente e senza tanti preamboli sveglio i suoi inquilini.

<< Kazunari-san e Shigehito, svegliatevi. >>

<< Che succede? >> Chiese il giovane sbadigliando sonoramente.

<< Abbiamo problemi, vero? >> L’anziano bonzo si alzò immediatamente ed afferrò il suo bastone.

<< Proprio così. Infilatevi le scarpe ed usciamo di qui, alla svelta. >>

<< Cos… ma perché? E poi siamo in pigiama! Almeno voi siete presentabili. >> Murakami, si riferiva la fatto che Izumi indossava una larga maglietta bianca e pantaloncini celesti, mentre il bonzo una kimono bianco che portava sotto al suo solito vestiario. Lui, invece, aveva addosso solo una canottiera bianca e dei boxer bianchi a strisce blu chiaro. << Non posso uscire così. >> si lamento ulteriormente.

<< Allora resta qui e muori. >> Aggiunse glaciale la sua interlocutrice nel frattempo che recuperava il suo marsupio giallo.

<< Vengo subito! >> Detto, fatto. Cercando di non farsi notare sgattaiolarono fuori di casa, e fu allora che li videro. Tutti gli abitanti del villaggio stavano marciando verso la loro abitazione armati di forconi e fiaccole.

<< Ma che stanno facendo? Sono impazziti? >> Shigehito si teneva gli occhiali per essere sicuro di vedere ciò che effettivamente vedeva.

<< No, sono preda di una possessione. >> L’anziano uomo correva senza l’aiuto del suo bastone dimostrando di essere ancora in gamba nonostante la sua età. (Kaz = ehi! Io, ho solo 56 anni! – Kah = dici niente… O_O)

<< Izumi, non puoi fare qualcosa? >>

<< Sono troppi Shigehito, inoltre lo scopo del loro attacco è solo quello di allontanarci dalla nostra destinazione. >>

<< Che sarebbe? >>

<< La scuola media. >>

<< Perché andiamo lì? E poi come fai a sapere dove si trova? >> Lui era quello che faticava maggiormente a seguire i due, sia fisicamente che mentalmente.

<< L’ho vista oggi, durante il mio giro di perlustrazione. Il motivo per il quale andiamo la è perché credo che Mitsuki volesse trasferirsi qui. Probabilmente, la madre ha cercato di soffocare il suo potere con il risultato che l’ha fatta scappare, inoltre vi era la storia del divorzio. Lei non era felice in quella casa, ma con suo nonno si. >>

<< Perché, mia nipote, sarebbe dovuta andare alla scuola media? Era ancora estate inoltrata. >>

<< Questo è vero, ma se il suo desiderio era restare qui era ovvio che volesse conoscere la sua nuova scuola. Credo che abbiano usato con lei la stessa modalità d’attacco e che quindi si sia ritrovata sola e braccata. L’unico posto dove poteva trovare rifugio era la scuola. Sono sicura che troveremo qualche indizio e forse anche uno dei suoi carnefici. >>

<< Che intendi? >> Ora non correvano più, stavano camminando lentamente accanto al cancello scolastico. Tutti avevano partecipato alla “fiaccolata”, non vi era anima viva in giro.

<< Lo spirito demoniaco, chiunque esso sia, non ama sporcarsi le mani a meno che non sia necessario. E’ ovvio che abbia mandato qualcun altro a fare il lavoro sporco come ad esempio dei suoi coetanei. >>

<< Vuoi dire che nella lista potrei essere incluso anche io? >> Domando sconvolto il giovane indicandosi con l’indice.

<< No, tu no. Possiedi un qualche tipo di potere che non ho ancora identificato e quindi sei fuori dalla lista. Inoltre non sei sotto l’effetto della possessione. >>

<< E’ vero. >> Restò un po’ sovrappensiero con un dubbio in testa. << Ora che siamo qui, dove dobbiamo andare? >>

<< Prima nella sala dove sono conservati gli archivi e poi nella sala computer. >> Passarono attraverso un passaggio tra gli alberi che lo studente conosceva e si infiltrarono nella scuola. << Shigehito, dove si trova la nostra prima tappa? >>

<< Dunque… terzo piano, uno dei primi edifici sulla destra. >>

<< Bene, andiamo. >> Salirono le scale velocemente e durante questo tragitto Kazunari si ricordò di chiederle una cosa. << Senti Izumi, tu hai detto che hanno usato lo stesso sistema con mia nipote, dico bene? >>

<< Esatto, lo stesso modus operandi. Perché? >>

<< Quante probabilità ci sono che ci vengano a cercare qui? >>

<< Abbastanza. >>

<< Come temevo. >>

<< Izumi, tu scherzi vero? Come facciamo ad affrontare un intero paese posseduto? >>

<< Non temere, ci penso io a loro. >> Il vecchio non sembrava della stessa opinione.

<< Non è una buona idea. È necessario che qualcuno li tenga occupati per un po’ di tempo, e questo qualcuno sarò io. >>

<< Ne è sicuro, Kazunari-san? E’ pericoloso per lei! >> Disse preoccupato il ragazzo.

<< Sono vecchio ma non rimbambito, inoltre sono un sacerdote e so fare il mio lavoro. >>

<< D’accordo. >> Ripose la ragazza senza protestare affatto. Una volta arrivati di fronte alla stanza che cercavano, l’uomo si sedette a terra, a gambe incrociate, e congiungendo le mani iniziò una strana preghiera.

<< Forze degli spiriti, forze della natura, vi chiamo in mio soccorso, venite a me. Forze mistiche dell’aldilà, chiedo il vostro aiuto. Unitevi sotto un’unica ala e proteggete questo posto. >>

<< Che sta facendo? >>

<< Sta creando una barriera. Su entriamo. >> La stanza era immersa nel buio ed emanava un cattivo odore di chiuso mischiato a quello della polvere. Vi era un’enorme accatasta di scatoloni ricolmi di carte.

<< Perché siamo venuti proprio qui? E cosa dobbiamo cercare? >> Dopo aver passato la stanza al setaccio con lo sguardo, la ragazza rispose.

<< Perché la stanza degli archivi è l’unica in tutta la scuola ad essere costantemente trascurata e in stato di abbandono. Inoltre è pieno di documenti e ci sarà sicuramente qualcosa di utile. Senza contare che sento provenire una sottile scia d’energia qui. Buttiamo a terra tutti gli scatoloni. >>

<< Cosa? >>

<< Fai come ti ho detto. >> Presero i cartoni e li gettarono per terra e fuori alla porta, innalzando una quantità sproposita di polvere. Tossirono fortemente e dopo due minuti fu possibile vedere qualcosa in più della polvere grigia. << Bingo. >>

<< Mh? >> In un angolo, in fondo alla stanza, vi era una album. Era ingiallito dal tempo ma sembrava ancora in buone condizioni. Lo prese in mano e lesse le iniziali F.M. << Fujiwara Mitsuki. >>

<< Aprilo. >> L’altro annui e inizio a sfogliare le pagine. I disegni erano molto belli e con un tratto leggero e pulito, si trattava per lo più di paesaggi. Solo alcun ritraevano figure umane e su due fogli era ritratto Kazunari. << E’ sicuramente della nipote, ma non c’è niente che possa servirci. >>

<< Ci sono dei fogli capovolti. >> Noto Izumi con il suo sguardo acuto e impenetrabile. << Giriamoli. >> E così fecero. Ciò che videro non gli piacque per niente.

<< Ihih! >> Urlò il ragazzo spaventato. << E questo che significa? >>

<< Che abbiamo fatto centro. >>

 

 

Continua…

 

 

……………………………………………………………………………………………………….…………………………………………...

 

 

Come già sapevo non ha riscosso gran successo ma non mi dispero per questo. L’ho scritta di getto quindi non mi aspetto molto. Spero comunque che qualche anima pia decida di lasciare un baby commentino XD

 

nikoletta90 = Grazie per i complimenti e anche per aver letto e messo la storia tra i seguiti ^^ Non ho potuto aggiornare prima di oggi, mi spiace. Spero che adesso sia un po’ più chiaro, mi piace lasciare le cose a metà, serve per creare suspence. XD Grazie ancora. :-)

 

 

Saluti da Kahoko la folle. ^^

   
 
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