Sei nella
traiettoria del mio controllo
Sezionare
la notte e il cuore
Per sentirmi vivo
In tutti i miei
sbagli
Sirius piegò le
labbra in un ghigno. Il profumo di lei – fiele per i mortali – soffocava l’aria.
E la luce non entrava più, in quella stanza.
C’erano delle rose
rosse a terra, sul tappeto. Sparse e ormai appassite.
Bellatrix, ossuta e
bianca, carezzava con le proprie dita il Marchio Nero, veleno sulla pelle che
corrodeva ogni cosa.
C’erano dei
frammenti di vetro, da qualche parte – e il fumo grigio; la ragnatela della
propria vita mescolata alla sua,
intricata; c’era un ghigno spezzato.
Bellatrix strinse i
capelli di Sirius in una morsa, ridendo. Gli chiedeva di latrare più forte, fino
a raggiungere la luna, che non si vedeva.
La gioia della
follia riempiva di vuoto i suoi occhi, come buchi neri nel cielo di stelle; e
intanto conficcava le spine delle rose nella carne di lui, per averlo un po’ di
più.
Invocava il suo
Signore, stringendo fra le braccia Sirius.
E lui, fatto di
cenere ormai spenta, si piegava al suo volere; bramava percorrere quel corpo con
le labbra, desiderava un altro po’ di quell’amore.
Non era amore. Era
il fuoco che distrugge gli alberi, l’incendio divampato che lascia dietro di sé
solo il vacuo vuoto e la desolazione totale. Eppure Sirius,
marchiato dal suo sguardo nero, la voleva.
Come se la passione
bruciante bastasse a farlo continuare ad avanzare.
E non capiva, in
quei momenti, le parole che si era detto per anni: la giovinezza stava
appassendo sempre di più, la lotta continuava, nonostante gli sforzi; il
coraggio non vinceva le battaglie. Che rimaneva, se non fumo e
cenere?
Petali appassiti –
rosso sangue come le colpe di cui si erano macchiati.
Frammenti di vetro,
da conficcare nella pelle per sentirlo davvero, il dolore, e riuscirei
nuovamente a respirare.
Bellatrix aveva tra
le mani Sirius: quell’uomo era nella traiettoria del suo controllo,
manipolabile. Sentiva una gioia nascere, nel vedere il proprio vuoto anche negli
occhi grigi del cugino.
Cosa restava, dopo
anni di prigione, dopo anni di guerra?
Un Marchio Nero da
idolatrare e solamente il freddo nelle ossa, a torturarti il
cuore.
Si affogava,
pensando di aver potere.
La stanza, a tutte
le ore, era buia. La luce non entrava più, nemmeno invocandola.
Le
parole su di noi
Si dissolvono così
Tu affogando per respirare
Imparando anche a sanguinare
Tutti
i miei sbagli; Subsonica
N/A:
Scritta ascoltando
Subsonica e Afterhours, quindi potete capire perché questa flash ha questo tipo
di ‘poesia scura’, di... di non so. È un po’ malsana, un po’ folle, un po’ non
sense.
È un’ipotetica
situazione a cavallo tra la fuga da Azkaban e la morte di Sirius. Un incontro
fugace (mica tanto XD) tra due vecchi amanti.
Devo dire che mi
piace davvero molto. C’è la delusione di Sirius, il suo sentirsi solo (da
ricordare la sua vita prima della morte ç_ç), il passato che torna a galla <3
(la passione, il fuoco, la cenere, il sangue, il buio).
Ringrazio tanto i
preferiti e i seguiti e soprattutto chi ha recensito:
karyon:
Mia
donna, mia donna SiriusBellosa! Scusa se non hai letto questa in anteprima, beh,
sarà una sorpresa gradita ;) Grazie per la recensione accurata, come sempre *__*
anche a me quella frase piace molto, boh. Così xD. Sì, geniaccio tua nonna! XD
Scherzo <3 Grazie per tutto quanto, davvero, you’re awesome.
Polla:
Aww, grazie mille
*w*
Lauretta86:
Coloratrice, vedi?
Entrambi fanno parte della stessa fiamma contorta ;) bruciano tutti e due, in
modi differenti, velenosamente. *-* grazie come sempre per queste tinte da te
annunciate +_+ il grigio, il rosso e il nero sono i colori di questo pairing,
per me >w<
Ora... ora è ora di
andare (XD). È ora di dirsi Addio, perché siamo alla fine. È stato un piacere
scrivere su questo magnifico pairing, davvero <3
Recensite in tanti,
vi aspetto *_*
Kò fumeggiante di
cenere