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Autore: ElseW    10/10/2009    4 recensioni
Si può essere diversi in molti modi.
E da molte persone.
C’è chi è diverso dal suo migliore amico, o dalla sua fidanzata.
C’è chi è diverso dalla sua famiglia e dai suoi compagni.
…e poi, c’è chi è diverso da tutti.
Come me.
Mi chiamo Anya White, ho sedici anni e sono l’ultima Sibilla.
IN CORSO DI REVISIONE - REVISIONATA FINO AL CAPITOLO 9
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Destiny'
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__Bianco&Nero2_Capitolo2

__Bianco & Nero

*Capitolo 2*

 

 

 

A dispetto di ciò che avete letto nella presentazione, non sono particolarmente pessimista anzi, sono un tipo piuttosto gentile, tendenzialmente dolce e poco incline alla cattiveria.

Ecco perché non ho ancora ucciso mio fratello.

“Morgan! Che ci fa il mio reggiseno appeso fuori dalla mia finestra?!” chiedo furiosa, precipitandomi nella camera di mio fratello maggiore.

Ci togliamo solo un anno, ma lui continua a sottolineare questo breve lasso di tempo come se fossero dieci.

Per ora sta ascoltando musica con le sue fedeli cuffiette, seduto alla sua scrivania su cui disegna continuamente. È un artista, sì.

Sono così capricciosi…

Mi nota, inferocita e con i capelli biondi (quasi bianchi) tutti scarmigliati, molto diversi dai miei soliti ordinati boccoli morbidi e finalmente si toglie gli auricolari. “Ehi, sorellina, che è successo?”

Io gli sventolo davanti il mio reggiseno e lui si volta inorridito. “Toglimi quel coso da davanti agli occhi! Per me sei e resterai sempre una sorta di femmina asessuata, non voglio che mi ricordi quanto tu sia umana!”

Insisto, tenendolo per i capelli. “Hai appeso il mio reggiseno fuori dalla finestra. Perché?”

Lui ridacchia. “Senti, era appeso alla maniglia della porta del bagno, ho pensato che volesse prendere aria... ” ride ancora e io tiro più forte.

Lo lascio qualche secondo dopo e lui continua a ridacchiare mentre io ritorno a passo di marcia in camera mia. Incrocio mio papà in corridoio che sorride e mi saluta. “Buongiorno chiocciolina”

Sì, bel soprannome. Appioppato a quattro anni, a causa di una luuunga storia di cui sono protagonisti una lumaca, delle costruzioni e un mantello da Superman.

“Buongiorno.”

Lui nota il mio broncio ed esclama, con un cipiglio divertito “Ho sentito le tue urla dal piano di sotto… come mai Morgan ha appeso il tuo reggiseno fuori dalla finestra?”

Io roteo gli occhi. “Perché è un idiota.”

Mio padre, Bernard White, ridacchia e mi scompiglia i capelli.

Ancora di più, sottolineo.

Accenno un sorriso e torno in camera, afferro un paio di jeans grigi, una maglia lunga a maniche corte nera e il mio cardigan blu.

Indosso degli stivaletti coordinati alla giacca e un cerchietto dello stesso colore, un po’ di mascara, afferro il mio zaino e scappo fuori.

Non mi trucco molto, con occhi come i miei sarebbe inutile.

Sono grandi e di un azzurro così chiaro da sembrare bianco, il mascara nero è un trucco più che sufficiente, crea contrasto e evita l’effetto sguardo-perennemente-sorpreso degli occhi troppo grandi.

Nel complesso sono una ragazza davvero scolorita.

Capelli quasi bianchi, occhi quasi bianchi e pelle, come dice mio papà, diafana.

Cioè, un modo poetico per dire ‘quasi bianca’.

Esco di casa e attraverso la strada, per raggiungere Hubert, il mio migliore amico, che mi sta aspettando sul marciapiede. Mi saluta e io sorrido.

Adesso non cominciate a farvi strani film in testa in cui io e lui siamo segretamente innamorati l’uno dell’altra.

No. Non è così.

Anche perché, ragazzi, è mio cugino, quindi calmate i bollori.

Per una Sibilla trovare degli amici non è molto facile, soprattutto a causa degli interi minuti in cui mi blocco fissando nel vuoto.

Quando poi profetizzo le mie pupille diventano come due specchi e la mia voce si trasforma, ma grazie a Dio mi è capitato solo una volta, a tredici anni, durante una lezione di storia.

Imbarazzante.

Hubert ovviamente sa cosa sono; altrimenti non sarebbe il mio migliore amico.

Della mia famiglia lo sanno solo mio padre, mio fratello, Hubert e, quando era ancora viva, anche mia mamma.

Sì è morta. Avevo tre anni quando è successo e nessuno ha mai voluto raccontarmi come è andata, il che è parecchio strano.

Arriviamo a scuola e ci dirigiamo agli armadietti.

Mi volto per leggere la bacheca e sento qualcosa -qualcuno- urtare pesantemente contro la mia spalla. Non dico nulla ma giro la testa, per sapere chi è.

Incontro un paio di occhi neri che ricambiano lo sguardo, parecchi centimetri sopra la mia testa. “Scusa” replicano gli occhi.

Il tono ovviamente è neutro.

È Chace Turner, il bel tenebroso della scuola. Non è popolare, ma lo conoscono tutti.

Non è il tipico ragazzo che è destinato a diventare il presidente del comitato, capitano della squadra di non-so-che, fidanzato con la capo di non-so-cosa, ma…lo conoscono tutti.

Mi guarda per una frazione di secondo e mi oltrepassa.

Io ovviamente non rispondo. Io non parlo mai.

Apro bocca soltanto durante le interrogazioni e quando (se) qualcuno mi rivolge una domanda diretta, altrimenti -buonanotte ai suonatori-.

Guardo Hub (soprannome) che, noto, mi sta osservando un po’ sorpreso. “Che c’è?”

Lui scuote la testa. “Ti ha chiesto scusa!“ esclama, sorpreso.

Io ricambio lo sguardo, perplessa. “E… quindi?”

Hub allarga le braccia. “Chace Turner non chiede scusa, è più che risaputo.”

Io inarco un sopracciglio e poi sorrido. “Sì, in effetti io e lui abbiamo una relazione segreta che va avanti da quattro anni, abbiamo fatto un figlio che io ho dato in adozione, lui mi ha tradita con la bibliotecaria ma io l’ho perdonato perché lo amo troppo… ”

Hubert mi interrompe con uno spintone giocoso e io scoppio a ridere, quindi lo seguo in classe, non sapendo che quel piccolo istante avrebbe dato alla mia vita una svolta inaspettata.

 

Ho chiesto scusa a quella tipa bionda, Anya White.

Non so perché l’ho fatto, ma quando mi ha guardato con quei grandi occhi chiari non ho potuto farne a meno.

Ovviamente questo pensiero occupa la mia mente per una frazione di secondo, poi una moretta che mi sta mangiando con gli occhi mi distrae. È carina.

Era da un po’ che l’avevo notata, ma non c’era ancora stata occasione di scambiare due parole…

Come?

…Innamorato?! Ma siete completamente fuori di testa?

Ho poco più di diciassette anni e le mie attenzioni per lei saranno, senza alcun dubbio, temporanee.

Flirtiamo, giochiamo, ci divertiamo e poi -ciaociao- è stato bello, a mai più.

Ovviamente mi accerto che la ragazza non si innamori di me.

Chiarisco sin dall’inizio le mie intenzioni, non voglio passare per approfittatore.

Cosa?

Stronzo?

Beh, sì, un po’, inutile negarlo, ma quantomeno sono uno stronzo rispettoso.

Non le prendo in giro.

Mi dirigo con passo rilassato verso la moretta che continua a guardarmi e che, appena nota il mio avvicinamento, arrossisce.

Sorrido.

È praticamente fatta.

 

Devo fare pipì.

Sto ascoltando una noiosissima spiegazione di geografia e devo fare pipì.

Mi guardo intorno e il mio sguardo corre all’orologio.

Mancano ancora venti minuti alla fine della lezione e io la trattengo già tra tre quarti d’ora.

Alzo la mano e la professoressa mi guarda, sorpresa. Solitamente non parlo mai, tranne quando sono interpellata.

“Sì, Anya?”

Io a voce molto bassa chiedo “Posso andare in bagno?”

La professoressa guarda l’orologio, poi la mia espressione sofferente e annuisce.

Scappo fuori e mi precipito in bagno.

Qualche minuto dopo esco, finalmente rilassata.

Sto per mettere piede in corridoio quando accadono diverse cose contemporaneamente: una ragazza arriva dall’altro capo del corridoio, un ragazzo esce dal bagno dei maschi e io ho una visione.

Una risata, uno squillo di un cellulare, rumore di vetri infranti e una ragazza stesa a terra in un mare di sangue e pezzi di vetro.

Mi riscuoto, ansimando e scopro di essere in ginocchio.

Il ragazzo che è uscito dal bagno mi sta guardando, vagamente preoccupato. È Chace Turner. “Va tutto…”

La ragazza ride e il suo telefono squilla.

Mi alzo e in un istante sono su di lei, quindi scaravento entrambe ad almeno un paio di metri dalle finestre.

Un attimo dopo sentiamo un’esplosione e qualcosa sfonda la finestra, ammaccando la macchinetta nella parete di fronte.

Al posto della macchinetta se non fossi intervenuta, ci sarebbe stata quella ragazza.

Cautamente mi alzo, constatando che la ragazza sta bene, pur essendo un po’ spaventata.

Mi affaccio alla finestra e controllo il cortile.

Dei ragazzi stanno subendo una sgridata da manuale dalla preside.

Stavano facendo degli esperimenti con dei petardi, facendoli esplodere insieme ad altre sostanze rubate dall’aula di chimica. Uno dei pezzi del tubo è saltato via e ha sfondato la finestra, piantandosi nella macchinetta del caffè.

Sento una mano sulla mia spalla e mi volto. La ragazza mi sua guardando, con gli occhi lucidi. “Mi hai salvato la vita” e mi salta al collo.

Io rimango perplessa e le batto una mano sulla spalla, impacciata.

Mi lascia e sempre piangendo corre via, probabilmente a raccontare l’accaduto all’insegnante.

Prendo un bel respiro e mi accovaccio sotto la finestra, portandomi le mani ai capelli.

“Come facevi a sapere che quel tubo avrebbe sfondato quella finestra?”

Rialzo di scatto il viso.

Chace Turner è di fronte a me, con le mani in tasca. Arrossisco. “Non… non lo sapevo.”

Il ragazzo inarca un sopracciglio. “Quindi non è per questo motivo che dopo aver avuto una sorta di collasso fuori dal bagno delle ragazze ti sei fiondata su quella lì, appena in tempo per farle evitare quella barra di ferro che, con molte probabilità, l’avrebbe uccisa?”

Non so che dire.

Mi alzo lentamente e sto per aprire bocca e balbettare qualcosa di stupido quando una voce dice “Turner, lasciala stare.”

Mi volto e non posso fare a meno di sorridere: Hub.

Si accosta a me e guarda Chace in cagnesco. Il tenebroso ricambia l’occhiata. “Stavamo solo facendo quattro chiacchiere… che c’è? La tua cuginetta non è in grado di difendersi da sola?” come fa a sapere che siamo cugini?

Hubert continua a guardarlo come se volesse fargli seriamente male e io tremo.

Entrambi sono alti e atletici, ma Chace probabilmente ha dalla sua una buona quantità di cattiveria.

Intervengo quando noto che si sono avvicinati di qualche passo, piazzandomi fra di loro. “Smettetela, non credo sia il caso di fare a botte, la preside sta per venire a controllare che nessuno si sia fatto male.”

Chace sposta di nuovo lo sguardo su di me e io arrossisco. “E stanno tutti bene… grazie a te, vero bambolina?” Avvampo.

Hubert digrigna i denti. “Certi nomignoli risparmiateli per quelle che ti fai, d’accordo?” Mio cugino mi circonda le spalle con un braccio, “Stai lontano da Anya.” e mi porta via.

Pur essendo di spalle, sento ancora i suoi occhi neri che mi perforano la schiena e non posso fare a meno di pensare che, sicuramente, non è finita qui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_____________________________________________________________________

Spazio Autrice:

(la prova del nove o.o)

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Ok.

Ditemi che ne pensate.

No, non è una richiesta…

è una SUPPLICA!

Vi prego!

Se non riceverò abbastanza recensioni o questo imput non soddisferà voi lettori, cancellerò anche questa Q.Q…e in quel caso mi sentirò una vera idiota xD

 

Fatemi sapere…

Besos

 

 

Risposte alle recensioni:

Emily Doyle: Felice che ti abbia stuzzicata ** eccoti accontenta, il secondo capitolo u.u.

 

Matt_Plant: Okay o.o adesso sono terrorizzata all’idea di deludere le tue aspettative…è la seconda storia a capitoli che pubblico ed è la prima di genere fantasy.

Spero solo di non cadere nel banale, anche se, allo stesso tempo, non voglio complicare esageratamente le cose, essendo solo la mia seconda esperienza seria (seria…T_T…mi piace pensarlo).

A parte questo, felice che ti abbia incuriosito u.u e…beh…magari ti stupirò, però ancora non sono sicura se in meglio o (più probabile) in peggio xD

Grazie, sono contenta che sia qualcosa di originale! E spero di saper sfruttare bene l’idea.

Ecco il secondo capitolo (ovviamente qui le cose non sono molto movimentate…)

Incrociamo le dita xD

P.S= Wiiii! Ho un maschio tra le seguiteeee weeeee! Fino ad ora solo ragazze o.o..

 

 

Kyrebo: La mia “Seleniaaaa” !!! xDxD ihih….si, beh, è l’ultima Sibilla, sarà un po’ più seria come storia rispetto a - “__Color cioccolato” - che era una semplice storiella di un amore adolescenziale.

Comunque, felice che ti abbia catturata! **

Ecco il secondo capitolo u.u

 

Lotti: Ehi! Felice che la mia storia precedente ti sia piaciuta ** e spero vivamente di non deluderti!

Aggiornata u.u

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Bene.

Vorrei precisare che ormai la scuola sta cominciando a farsi più pesante xD non siamo più alle prime tre settimane, quindi aggiornare sarà più difficile, ma giuro che farò di tutto per non fare meno di un aggiornamento a settimana.

Spero di non deludere nessuno di voi u.u

Grazie a chiunque abbia solamente letto il primo capitolo, a chi ha messo la storia tra le seguite e a chi tra i preferiti (fino ad ora uno, ma mi sento soddisfatta lo stesso xD).

Grazie ancora!

 

 

 

 

 

 

Liù*

 

   
 
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