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Autore: DreamWanderer    11/10/2009    4 recensioni
Draco abbandonò quel riflesso per andarsi a sedere sul letto a baldacchino. Pose il mento sulle mani giunte a pugno, cercando di riflettere.
Non riusciva a credere che la ragazza che aveva visto sfilare come una prostituta sul tappeto di un night club fosse la Sanguesporco Grifondoro Hermione Jean Granger.
STORIA VINCITRICE DEL TITOLO "BEST AU" DEL "neverending stories awards", ottavo turno.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All for Love'
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Pensavate che vi avrei lasciato a secco anche questo week-end, vero?! Sbagliato! Eccomi qui con questo nuovo capitolo bello lungo. Allora, purtroppo non è la Slytherin Day che probabilmente pensavate, ma dopo ci sarà anche quella. Solo che, mentre scrivevo, mi è venuta questa idea e non ho potuto fare a meno di seguirla! Mi raccomando, fatemi sapere che ci tengo davvero tantissimo.

Gemella Dramioncella: ecco qui l’aggiornamento! Temo che il capitolo non sarà quello che ti aspettavi, ma spero che ti piaccia ugualmente! Grazie mille per i complimenti.

francydenis: e come non amare le Serpi? Sono i personaggi assolutamente più divertenti e incredibili! Hanno quel pizzico di perfidia, sanno tirare fuori le unghie come si deve e sotto sotto (anche se MOLTO sotto) hanno un po’ di dolcezza. Sono contenta che il capitolo ti abbia regalato un sorriso, tu hai fatto sorridere me con la tua recensione ^^

anna96: perché avere un’amica che gestisce un centro di bellezza non è una realtà… e infatti questa è una storia! Sono contenta che tu abbia afferrato subito che quello di Hermione non è un cambiamento ma una rinascita, proprio come hai detto tu! È esattamente quello che volevvo comunicare. Draco per ora se ne starà un po’ sulle sue, ma quando entrerà in scena sul serio… CHE ENTRATA IN SCENA!

Lovy91: *Ma perché io non posso fare niente senza avere un secondo fine? NdDraco - Perché tu sei il Principe delle Serpi, non la dai a bere a nessuno caro mio… NdClarisse* grazie mille per i complimenti, sono contenta di sapere che le mie nuove Daphne e Pansy ti piacciano!

Tanny: noooo che bello il tuo commentONE! *me gongolante che canta e saltella. - Ecco, l’abbiamo persa. Blaise, chiama il centro di salute mentale per favore! NdDraco. - Clarisse smette di saltellare e incrocia le braccia menttendo il broncio. Dannata Serpe! NdClarisse* già, purtroppo il nostro Draco si sta facendo incantare dalla forza sepolta della nostra Grifoncina… anche se non lo vuole ammettere con sé stesso! Sono contenta che le nuove Serpi ti piacciano, anche io preferisco vederle unite. Insomma, basta con questa storia che i Serpeverde sono i cattivi! Infondo l’aveva detto pure il Cappello Parlante, no? “O forse a Serpeverde ragazzi miei, che voi troverete gli amici migliori / quei tipi astuti e affatto babbei che poi raggiungon fini e onori” (o comunque qualcosa del genere!). Eccoti qui il nuovo capitolo, che però sarà diverso da quello che forse ti aspettavi… però quando l’ispirazione viene la si può solo seguire!

 

    A Slytherin Day

No. No, no, assolutamente NO! Era impossibile, non poteva essere vero… non era normale che la villa di Draco Malfoy comprendesse un lago! Hermione sembrava sull’orlo di una crisi nel constatare che, invece, era proprio così!

Il furetto in questione colse l’espressione della Grifondoro e scoppiò a ridere di gusto.

Blaise sorrise a sua volta, divertito dalla faccia incredula della Granger e rallegrato dall’euforia del suo migliore amico. Era da tanto che non vedeva Draco così contento. Se ne stava sempre da solo, in quell’enorme villa. Era ovvio che fosse così di buon’umore per una volta che aveva gente intorno.

Chateau Malfoy era una gigantesca villa in stile medioevale non troppo lontano da Diagon Alley. Era molto antica, ma tenuta in perfette condizioni grazie a numerosi incantesimi di conservazione. Era immensa: oltre alla villa, che non era poco, le proprietà si estendevano anche su un lago nelle vicinanze e su un parco che in quanto dimensioni era inferiore solo a quello di Hogwarts. In questo spazio sconfinato erano state installate diverse strutture. Primo fra tutti il maneggio, che Blaise adorava. C’erano sei cavalli meravigliosi, tutti di razza, cresciuti e accuditi splendidamente. Sapeva che Draco passava molto tempo a cavalcare, soprattutto sulle rive del lago.

E in quel momento, un ricordo tornò. Un ricordo simpatico, dolce e, purtroppo, molto lontano…

**inizio flashback**

<< Dra, aspettami! >> gridò un bimbo moro, in sella ad un meraviglioso pony grigio perla.

Stava rincorrendo un altro bambino, biondo, lanciato al galoppo su un velocissimo puledro nero come la notte, tranne che per una macchia bianca sul petto.

Il bambino biondo tirò le redini della sua cavalcatura per permettere all’amico di raggiungerlo.

<< Dovresti venire più spesso Blaise, così non avresti problemi di velocità e potremo correre a briglia sciolta. >> lo rimproverò il piccolo Draco sorridendo.

Uno di quei sorrisi che si sarebbero visti molto raramente sul suo viso negli anni futuri.

Blaise gli diede un pugno scherzoso su una spalla e i due amici affiancarono i cavalli, al passo, per chiacchierare un po’.

<< Allora, ho sentito che ieri hai conosciuto quella che dovrebbe essere la tua futura moglie, o sbaglio? >> chiese il moretto, con una punta di presa in giro nella voce.

<< Non sbagli. >> affermò l’altro scuotendo la testa.

I due rimasero un attimo in silenzio.

<< Beh?! >> sbottò poi Blaise. << Mica ti dovrò tirar fuori le parole una per una! >>

Il biondino scoppiò a ridere. << Va bene, ti racconto. Si chiama Daphne, Daphne Greengrass. Mi sembrava molto timida ieri, si sentiva sotto esame secondo me! Beh, in effetti la mia mamma e il mio papà non scherzavano, la guardavano continuamente! >>

<< Sfido io che si sentisse osservata. >> commentò il bambino, rabbrividendo al solo pensiero di sentire lo sguardo di Lucius Malfoy puntato addosso per tutto il pomeriggio. Non che avesse paura del papà del suo migliore amico, no… solo che quel signore incuteva una specie di disagio.

<< A me sta molto simpatica. >> continuava intanto Draco. << Quando la mia mamma e il mio papà sono andati in una stanza a parlare con i suoi genitori si è tranquillizzata. Era impacciata all’inizio, ma poi abbiamo fatto amicizia. >>

<< Sì? >> chiese il moretto incuriosito.

<< Sì. È sveglia. Abbiamo deciso che quando saremo grandi verremo a vivere qui, con i miei nonni, i miei gentori e i suoi, e avremo la casa piena di bambini così non ci sentiremo mai soli! >> concluse il bimbo con un sorriso felice.

**fine flashback**

Blaise abbandonò quel ricordo con una fitta di nostalgia. Ogni tanto gli mancava il Draco bambino, quello che faceva piani di vita con lui nelle passeggiate a cavallo nella proprietà del nonno, quello che rubava a tarda notte dalle cucine, quello che non odiava i figli di babbani e che se ne infischiava di essere un Malfoy. Quello che sognava una vita felice, ingenuo e innocente come solo un bambino può essere.

Quanto era stata diversa la realtà. Il nonno di Draco era morto due anni dopo lasciando al nipotitno tutta la tenuta, ma lui non era più riuscito a tornarci per il dolore. A quanto sembrava poi Lucius e il padre di Daphne ebbero una lite sui Mezzosangue: il signor Greengrass era molto più moderato verso di loro e Lucius ruppe ogni contatto con la famiglia. Era solo grazie a Hogwarts se Draco e Daphne si erano rincontrati.

Quanto erano cambiati in quegli anni: lei aveva imparato ad aprirsi al mondo, a mostrare la regina che era. Lui invece aveva imparato a mettere una diga a tutti i suoi sentimenti, avvicinandosi al modello di figlio che il caro Lucius aveva fatto tanta fatica a crescere. E poi il tempo aveva di nuovo rimescolato le carte in tavola e Draco, per staccarsi dalla sua famiglia e da tutto quello che essa rappresentava, aveva fatto ritorno alla villa del nonno e vi si era stabilito.

Ma Blaise sapeva quanto la solitudine di quel luogo gli facesse male: alla fine ci era andato a vivere come aveva sempre sognato, però era solo. Non c’erano i suoi nonni, non c’erano i suoi genitori né i suoi suoceri, non c’era una moglie con tanti bambini come invece aveva sempre immaginato.

Scosse la testa. Dannazione a lui e alla sua empatia! Ogni volta la stessa storia: non poteva fare a meno di immedesimarsi nelle emozioni di chi gli stava vicino. Maledetto sesto senso! Ma ora basta con i ricordi e con i pensieri malinconici: non erano lì per la solitudine di Draco, ma per far stare meglio Hermione.

<< Allora Granger, pronta per una giornata Serpeverde? >> disse battendo le mani e avvicinadosi alla ragazza in questione.

Il coraggio negli occhi castani della riccia sembrò vacillare, così la rassicurò con un sorrisone.

<< Dai Herm, vedrai che sarà uno scherzo! >> la incoraggiò Pansy abbracciandola tutta contenta.

Quella annuì, già più sicura. Era solo un pic-nic al lago, giusto? Mica c’era niente di avvelenato!

Il gruppetto cominciò a preparare tutto per il pranzo. Stesero un telo soffice su una delle rocce a strapiombo sul lago, poi tirarono fuori dei cuscini e li disposero ai lati. Da uno zaino opportunamente incantato presero un piccolo barbecue e un cestino con il cibo. Accesero un fuocherello magico sotto la griglia, poi si accomodarono tutti sui cuscini.

<< Quindi è così che passate una tipica giornata Serpeverde? >> chiese Hermione quando il gruppo cominciò a mangiare.

<< Oh, assolutamente no! >> rise Pansy mentre addentava un pezzo di pollo. << Ma capiti proprio in un momento in cui abbiamo il week-end allungato fino a martedì, quindi il sabato diventa un giorno di relax. Tranquilla, avrai tempo per divertirti con noi. >>

La riccia la guardò scettica. << Io però lunedì lavoro. Come faccio? >>

<< Facile, non ci vai. >> disse Blaise con tutta tranquillità nascondendo il ghigno dietro a un morso di pane.

<< COSA?! >>

Il ghigno del moro si allargò; sempre la solita Granger. Fatele saltare i piani per la crociera ai Caraibi e vorrà un risarcimento. Fatele saltare un giorno di lavoro e vorrà la vostra testa!

<< Relax Herm. >> l’ammonì Daphne paziente. << Abbiamo già chiamato il tuo capo, che ha acconsentito a lasciarti un paio di giorni di ferie. E per quanto riguarda il lavoro notturno, considerati pure licenziata. >>

A quell’ultima frase, la riccia si sentì investire da mille emozioni diverse.

Sollievo. Era contenta di non essere più costretta a strumentalizzarsi per soddisfare le voglie sadiche di un qualunque allupato traditore. Non avrebbe più dovuto indossare quei completini disgustosamente succinti davanti a degli sconosciuti, non avrebbe più avuto bisogno di truccarsi a mascherone solo per fare scena, non si sarebbe più dovuta vergognare di sé stessa davanti allo specchio.

Gratitudine e Rabbia, insieme. Sapeva benissimo che se quelle Serpi non si sarebbero messe a fare i piani lasciandola completamente all’oscuro lei non avrebbe mai collaborato. Quindi probabilmente sarebbe ancora sotto il giogo del nightclub. Anche se il suo orgoglio, riaccesosi da poco, non aveva preso troppo bene quella decisione che aveva preso il controllo delle sue scelte.

Paura. Di non riuscire a pagare l’affitto dell’appartamento: il nightclub sarà pur stato un posto di lavoro disgustoso, però pagava bene. Di restare sola una volta che le Serpi avessero finito il loro piano di salvataggio. E se dopo essersi ritenuti soddisfatti l’avessero lasciata sola, abbandonandola di nuovo a sé stessa? Aveva cominciato la sua vita notturna per avere almeno l’illusione dell’amore e dell’affetto, per annegare la sua solitudine in carezze bugiarde. Sarebbe stata capace di farne a meno senza nessuno al suo fianco a sostenerla?

Blaise guardò Hermione negli occhi, e vide tutto. Vide sollievo, gratitudine e rabbia, paura. La capiva, da un certo punto di vista: chiunque, nella sua situazione, avrebbe provato tutti quei sentimenti così contrastanti eppure così perfettamente leciti. Doveva essere un momento difficile per lei; era ovvio che la pugnalata alle spalle dei suoi ex-cosiddetti-amici bruciasse ancora, impedendole di fidarsi completamente. E i vecchi pregiudizi sulle Serpi di certo non aiutavano. Ma la Granger era una ragazza intelligente, e lui non aveva nessun dubbio sul fatto che sarebbe riuscita a rimettersi presto in carreggiata. Ma aveva la paura perpetua dell’abbandono, il timore di non farcela da sola. Le aveva letto quel terrore sin dalla prima volta che l’aveva rivista, quando si era appoggiata completamente al petto di Draco, barcollante per le emozioni intense della sera prima.

Le mise una mano sulla spalla. Così, semplicemente, istintivamente, sinceramente. La riccia si girò e gli rivolse uno sguardo sorpreso. Lui le sorrise. Un sorriso caldo, amichevole, vero. Un sorriso che Hermione apprezzò molto, e che ricambiò.

*****

<< Fatemi capire, quindi oltre al lago questo Chateau Malfoy ha anche un maneggio?! >> esclamò Hermione con un filo di voce a causa dello stupore.

Ma perché i Malfoy dovevano fare sempre tutto così in grande? Si ricordava benissimo la Villa dei genitori del biondastro, che non era niente male: giardino con pavoni, stanze arredate con pezzi di antiquariato antichi e lussuosi, giganteschi lampadari di cristallo, saloni per ricevimenti, segrete da far invidia al Tribunale dell’Inquisizione… ma lo Chateau era mille volte più immenso! Solo nei giorni seguenti si sarebbe resa conto di quanto…

<< Già, ed è davvero un gran bel maneggio. >> confermò Daphne avanzando verso le stalle.

I box per i cavalli erano piuttosto grandi, tutti pavimentati da un cemento ricoperto di fieno. Ce n’erano molti, ma la maggior parte erano vuoti. C’erano sei cavalli: un’aggraziata giumenta bianca, una splendida cavalla color biondo panna, un bel baio marrone scuro, un massiccio destriero grigio perla, una sublime cavalcatura miele-rossiccio, un superbo stallone nero.

<< Appartengono tutti a Draco, ma ce li ha regalati. >> continuò a spiegare Pansy, prendendola per mano e guidandola verso i box. << Il cavallo grigio è di Blaise, Daphne cavalca sempre quella femmina rossiccia infondo. Theo ogni tanto viene qui con Astoria e stanno sempre sul baio, tutti e due insieme. La mia preferita è quella bionda, mentre la cavalla bianca è ancora vagante. Il meraviglioso stallone nero invece è il compagno inseparabile del nostro biondastro preferito. >> concluse la ragazza rivolgendo un sorriso al giovane chiamato in causa.

Draco le rivolse un ghigno ammiccante mentre prendeva la sella e le briglie del suo cavallo per poi avviarsi alla stalla.

Hermione lo guardò sparire oltre la porticina di legno, curiosa, e lo seguì in punta di piedi. Se ne stette in piedi in silenzio, seminascosta dallo stipite dell’ingresso, ad osservare il biondino che sistemava il suo destriero.

Il bel Malfoy stava accarezzando affettuosamente il muso dello stallone, che aveva socchiuso gli occhi per godersi meglio le coccole. Poi il ragazzo prese un oggetto di tessuto morbido e lo mise sulla groppa dell’animale. Assomigliava a una sella, ma non era sagomata: sembrava avere dei rinforzi sui lati, in modo da adattarsi alla schiena della cavalcatura, ma a parte quello non c’era nessun altro elemento rigido. Sotto era imbottita da uno strato di tessuto più morbido, in modo che non facesse male al cavallo, ed era tenuta salda grazie a una pettorina di cuoio che si legava sotto la pancia. Poi Draco gli mise il morso in bocca, facendo passare le briglia oltre le orecchie attente mentre il cavallo mangiava la zolletta di zucchero che gli stava offrendo con la mano libera.

Hermione uscì, silenziosa e invisibile com’era entrata. Le aveva fatto uno strano effetto vedere Malfoy così premuroso con una cosa diversa dal suo riflesso. Era un lato che non aveva mai conosciuto, ma un lato che le… piaceva.

<< Sorpresa? >> le chiese Daphne all’improvviso, richiamandola dai suoi pensieri.

Evidentemente aveva intuito tutto dall’espressione perplessa che le si doveva essere dipinta sul volto. Com’era possibile che le Serpi riuscissero a leggerla con tanta facilità.

<< Non l’avevo mai visto così. >> si giustificò.

La bionda scrollò le spalle. << In realtà non l’ho visto così per molto tempo nemmeno io. Da quando è morto suo nonno si è chiuso molto, la sua situazione a casa è sempre stata difficile. In questi ultimi anni sembra essere più tornato il bambino di un tempo. >>

Hermione annuì, colpita, e alzò gli occhi sull’amica. Era a cavallo di una giumenta color castano rosso, ben dritta con la schiena, i capelli voluminosi legati in una coda. Portava stivali alti al ginocchio, pantaloni aderenti e una camicetta con gilet, e un paio di guanti.

<< Sembri una professionista. >> le disse sincera, anche se un po’ invidiosa: magari fosse stata in grado di cavalcare!

L’altra le sorrise. In quel mentre le raggiunsero anche Blaise e Pansy, già in groppa ai loro destrieri. Draco invece non era ancora montato in sella e li seguiva a piedi.

<< Come mai le selle sono fatte così? >> domandò, notando che tutti i cavalli avevano la stessa strana imbottitura che aveva visto mettere allo stallone nero.

<< È una sella particolare, ideata da mio nonno. >> rispose il biondo avvicinandolesi. << La usiamo più per comodità che per bisogno, dato che tutti noi sappiamo cavalcare senza. >>

<< Wow. >> fu il solo commento che la ragazza riuscì ad articolare, ancora persa nei suoi pensieri.

<< Monta. >>

A quel comando, la ragazza sembrò rianimarsi. << EH?! >>

Il Principe delle Serpi la stava guardando ghignante, in segno di sfida.

<< No no no, neanche per idea. >> insistè la riccia scuotendo vigorosamente il capo. << Io non so mica andare a cavallo! >>

<< Ed è per questo che sarai con il miglior fantino in circolazione. >> ribattè il biondino, cogliendo subito l’opportunità di vantarsi.

Hermione sentì una fitta d’insofferenza prenderle il petto. Proprio non lo sopportava quando faceva l’arrogante!

<< E allora perché Blaise non mi ha chiesto di salire con lui? >> frecciò pungente, lo sguardo battagliero.

Le altre tre Serpi cominciarono a ridere a crepapelle, ma gli occhi di Draco rimasero fissi in quelli della ragazza. Due specchi di ghiaccio incendiati da circa un migliaglio di sentimenti.

La Grifondoro non si sognò nemmeno di abbassare lo sguardo, baluginante di qualche piccola, timida ma esistente, pagliuzza dorata.

Il biondo esultò tra sé e sé e sorrise. Sorrise davvero, con simpatia. << Senti Granger, ci servono i cavalli per arrivare alla tua prossima sorpresa, quindi o monti con me o vai a piedi. >>

Blaise sogghignò.

La riccia sbuffò, ma annuì. Non che non avesse considerato l’idea di andare a piedi, ma si era ricordata di quanto potessero essere estesi i possedimenti di Chateau Malfoy. Meglio non sfidare la sorte!

Draco l’aiutò a mettersi in sella a Blake, lo stallone nero, poi salì a sua volta e diede un leggero colpetto alle redini.

Hermione ci mise un attimo ad abituarsi all’andatura, ma doveva ammettere che le piaceva. << Non è così male. >>

Il biondo ghignò perfido. Cercò lo sguardo dei suoi degni compari, che annuirono. Il resto avvenne in un secondo: passò un braccio attorno ai fianchi snelli della ragazza, si piegò leggermente in avanti e diede un altro colpo alle briglie, lanciando il cavallo al galoppo. Quella lanciò un grido di sopresa, che però si perse nel vento.

*****

Ben dieci minuti di corsa sfrenata più tardi, Draco tirò leggermente le redini e Blake cominciò a rallentare.

Quando il trotto si fu stabilizzato, Hermione riuscì ad aprire gli occhi. DANNATISSIMA SERPE! Le aveva quasi fatto venire un infarto con quella sua bravata da esibizionista. E la cosa peggiore era che le era pure piaciuto! Il vento in faccia, delicato ma deciso, i muscoli del cavallo che si contraevano e si tendevano sotto di lei, il paesaggio sfocato della campagna che correva come acqua sotto i suoi occhi, il braccio di Malfoy che la stringeva e la rassicurava dolcemente...

ALT! Rewind, please. Che diamine sighificava “il braccio di Malfoy che la stringeva e la rassicurava dolcemente”?! Ecco, era impazzita. Non c’era altra spiegazione che avesse una logica di senso compiuto.

Alla fine il cavallo si arrestò del tutto, e Draco l’aiutò a scendere. Blaise le si avvicinò e le porse una benda di velluto blu.

<< Mettitela sugli occhi. >> le disse sorridendo, come se le stesse semplicemente proponendo di giocare a mosca cieca.

<< EH?! >> ma che era, il giorno delle follie? Quelli erano completamente andati… ecco cosa succedeva a vivere come sorci nei Sotterranei di Hogwarts per sette anni!

Blaise rise: la Granger era davvero una persona divertente. Ma loro le dovevano fare quella sorpresa a tutti i costi, altrimenti l’intero espediente della cavalcata sarebbe andato a monte. << Dai Herm, mettila e basta. >>

La riccia lo guardò dubbiosa, poi acconsentì. Ben sapendo che se ne sarebbe pentita entro trenta secondi. “Quanto si sbaglia…” pensò il moro. “Se ne pentirà tra molto meno!”

Hermione si sentì prendere per i fianchi e guidare in avanti, quindi cercò di camminare pian piano, mettendo un piede davanti all’altro il più cautamente possibile per evitare di esibirsi in una bella caduta. Poi venne fatta sedere su qualcosa di lungo e sottile, ma prima che potesse realizzare quello che stava succedendo il terreno le mancò da sotto i piedi e il vento si portò via la benda che le copriva gli occhi. Urlò.

Draco, dietro di lei, cominciò a ridere a crepapelle.

<< DANNATISSIMO FURETTO PLATINATO! >> stava strillando intanto la ragazza, le palpebre serrate per non guardare giù. << COME, COME ACCIDENTI TI VIENE IN MENTE DI METTERMI SU UNA SCOPA DA CORSA?! GIA’ A MOMENTI MI VIENE UN INFARTO AD ANDARE AL GALOPPO, FIGURIAMOCI VOLARE! MA TI SEI AMMATTITO? IO__ >>

<< Granger, perché non ti tappi quella boccaccia? >> la interruppe il biondino, visibilmente divertito dalla situazione.

SADICO! Lei aveva sempre avuto una dannatissima paura di volare, lo sapevano tutti. E lui rideva!

<< Non mi piace volare, io ho bisogno di sentire la terra sotto i piedi! >> ribattè offesa, ma per niente calma.

<< È proprio per questo che ti abbiamo fatto provare il galoppo prima. Se sei sopravvissuta a Blake non avrai problemi con la mia Nimbus. >> sbuffò il ragazzo facendo l’esasperato, ma in realtà si stava divertendo un mondo: adorava volare.

<< Ah, quindi l’avevate pure calcolato? >> sputò Hermione indignata. << Serpi che siete! >>

<< Grazie, modestamente. >> la prese in giro lui. << Invece di fare tutte ‘ste scene, perché non provi ad aprire gli occhi? >>

“Fossi matta!” pensò. In quel momento però altre voci, altre risate, entrarono alla sua portata d’orecchio e la curiosità cominciò a roderle il cuore. “Magari solo una sbirciatina…”

Hermione aprì gli occhi. E fu l’incanto: rimase a bocca aperta, con il respiro sospeso, con gli occhi sgranati a rimirare la meraviglia che si estendeva davanti a lei.

Il paesaggio che regnava era stupendo: il sole morente accendeva il cielo di un tramonto infuocato che colorava di rosa le nuvole vaporose e di arancio le acque increspate del lago; da un lato l’orizzonte era completamente libero, l’aria limpida che lasciava vedere lontano, mentre dall’altra parte si addensavano nubi temporalesche. Eppure anch’esse erano uno spettacolo stupendo: in contraso con l’ombra portata dalla pioggia, grazie all’altezza poteva vedere il cielo rosseggiante sopra lo strato di nuvole nere, mentre dentro di esse saettavano fulmini; il rombo dei tuoni le arrivava attutito da lontano, come una minaccia e una promessa insieme.

<< È… bellissimo… >> mormorò, le lacrime agli occhi per l’insopportabilità di un tale splendore.

Avvertì Draco annure tra i suoi capelli.

 

ANGOLETTO!

Piaciuto? Spero proprio di sì! Sapete, la parte finale con la descrizione del cielo visto dall’alto è uno spettacolo che ho avuto l’onore di ammirare per davvero… mi stavo addirittura commuovendo mentre lo descrivevo! Secondo voi sono uscita troppo di personaggio con Draco? Un bacio,

Clarisse

   
 
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