Pensavate
che vi avrei lasciato a secco anche questo week-end, vero?! Sbagliato!
Eccomi qui
con questo nuovo capitolo bello lungo. Allora, purtroppo non
è la Slytherin Day
che probabilmente pensavate, ma dopo ci sarà anche quella.
Solo che, mentre scrivevo,
mi è venuta questa idea e non ho potuto fare a meno di
seguirla! Mi raccomando,
fatemi sapere che ci tengo davvero tantissimo.
Gemella
Dramioncella:
ecco qui l’aggiornamento! Temo che il capitolo non
sarà quello che ti
aspettavi, ma spero che ti piaccia ugualmente! Grazie mille per i
complimenti.
francydenis: e come
non amare le Serpi? Sono i personaggi assolutamente più
divertenti e
incredibili! Hanno quel pizzico di perfidia, sanno tirare fuori le
unghie come
si deve e sotto sotto (anche se MOLTO sotto) hanno un po’ di
dolcezza. Sono contenta
che il capitolo ti abbia regalato un sorriso, tu hai fatto sorridere me
con la
tua recensione ^^
anna96: perché avere
un’amica che gestisce un centro di bellezza non è
una realtà… e infatti questa
è una storia! Sono contenta che tu abbia afferrato subito
che quello di
Hermione non è un cambiamento ma una rinascita, proprio come
hai detto tu! È esattamente
quello che volevvo comunicare. Draco per ora se ne starà un
po’ sulle sue, ma
quando entrerà in scena sul serio… CHE ENTRATA IN
SCENA!
Lovy91: *Ma perché io
non posso fare niente senza avere un secondo fine? NdDraco -
Perché tu sei il
Principe delle Serpi, non la dai a bere a nessuno caro mio…
NdClarisse* grazie
mille per i complimenti, sono contenta di sapere che le mie nuove
Daphne e
Pansy ti piacciano!
Tanny: noooo che
bello il tuo commentONE! *me gongolante che canta e saltella. - Ecco,
l’abbiamo
persa. Blaise, chiama il centro di salute mentale per favore! NdDraco.
- Clarisse
smette di saltellare e incrocia le braccia menttendo il broncio.
Dannata Serpe!
NdClarisse* già, purtroppo il nostro Draco si sta facendo
incantare dalla forza
sepolta della nostra Grifoncina… anche se non lo vuole
ammettere con sé stesso!
Sono contenta che le nuove Serpi ti piacciano, anche io preferisco
vederle
unite. Insomma, basta con questa storia che i Serpeverde sono i
cattivi! Infondo
l’aveva detto pure il Cappello Parlante, no? “O
forse a Serpeverde ragazzi
miei, che voi troverete gli amici migliori / quei tipi astuti e affatto
babbei
che poi raggiungon fini e onori” (o comunque qualcosa del
genere!). Eccoti qui
il nuovo capitolo, che però sarà diverso da
quello che forse ti aspettavi… però
quando l’ispirazione viene la si può solo seguire!
A Slytherin Day
No. No, no,
assolutamente NO! Era impossibile, non
poteva essere vero… non era normale che la villa di Draco
Malfoy comprendesse
un lago! Hermione sembrava sull’orlo di una crisi nel
constatare che, invece,
era proprio così!
Il furetto in
questione colse l’espressione della
Grifondoro e scoppiò a ridere di gusto.
Blaise sorrise a
sua volta, divertito dalla faccia
incredula della Granger e rallegrato dall’euforia del suo
migliore amico. Era
da tanto che non vedeva Draco così contento. Se ne stava
sempre da solo, in
quell’enorme villa. Era ovvio che fosse così di
buon’umore per una volta che
aveva gente intorno.
Chateau Malfoy
era una gigantesca villa in stile
medioevale non troppo lontano da Diagon Alley. Era molto antica, ma
tenuta in
perfette condizioni grazie a numerosi incantesimi di conservazione. Era
immensa: oltre alla villa, che non era poco, le proprietà si
estendevano anche
su un lago nelle vicinanze e su un parco che in quanto dimensioni era
inferiore
solo a quello di Hogwarts. In questo spazio sconfinato erano state
installate
diverse strutture. Primo fra tutti il maneggio, che Blaise adorava.
C’erano sei
cavalli meravigliosi, tutti di razza, cresciuti e accuditi
splendidamente.
Sapeva che Draco passava molto tempo a cavalcare, soprattutto sulle
rive del
lago.
E in quel
momento, un ricordo tornò. Un ricordo simpatico,
dolce e, purtroppo, molto lontano…
**inizio flashback**
<<
Dra,
aspettami! >> gridò un bimbo moro, in sella ad
un meraviglioso pony
grigio perla.
Stava
rincorrendo un altro bambino, biondo, lanciato al galoppo su un
velocissimo
puledro nero come la notte, tranne che per una macchia bianca sul petto.
Il bambino
biondo tirò le redini della sua cavalcatura per permettere
all’amico di
raggiungerlo.
<<
Dovresti venire più spesso Blaise, così non
avresti problemi di velocità e
potremo correre a briglia sciolta. >> lo
rimproverò il piccolo Draco
sorridendo.
Uno di quei
sorrisi che si sarebbero visti molto raramente sul suo viso negli anni
futuri.
Blaise gli diede
un pugno scherzoso su una spalla e i due amici affiancarono i cavalli,
al
passo, per chiacchierare un po’.
<<
Allora,
ho sentito che ieri hai conosciuto quella che dovrebbe essere la tua
futura
moglie, o sbaglio? >> chiese il moretto, con una punta di
presa in giro
nella voce.
<<
Non
sbagli. >> affermò l’altro scuotendo
la testa.
I due rimasero
un attimo in silenzio.
<<
Beh?!
>> sbottò poi Blaise. << Mica ti
dovrò tirar fuori le parole una
per una! >>
Il biondino
scoppiò a ridere. << Va bene, ti racconto. Si
chiama Daphne, Daphne
Greengrass. Mi sembrava molto timida ieri, si sentiva sotto esame
secondo me!
Beh, in effetti la mia mamma e il mio papà non scherzavano,
la guardavano
continuamente! >>
<<
Sfido
io che si sentisse osservata. >> commentò il
bambino, rabbrividendo al
solo pensiero di sentire lo sguardo di Lucius Malfoy puntato addosso
per tutto
il pomeriggio. Non che avesse paura del papà del suo
migliore amico, no… solo
che quel signore incuteva una specie di disagio.
<<
A me
sta molto simpatica. >> continuava intanto Draco.
<< Quando la mia
mamma e il mio papà sono andati in una stanza a parlare con
i suoi genitori si
è tranquillizzata. Era impacciata all’inizio, ma
poi abbiamo fatto amicizia.
>>
<<
Sì?
>> chiese il moretto incuriosito.
<<
Sì. È
sveglia. Abbiamo deciso che quando saremo grandi verremo a vivere qui,
con i
miei nonni, i miei gentori e i suoi, e avremo la casa piena di bambini
così non
ci sentiremo mai soli! >> concluse il bimbo con un
sorriso felice.
**fine flashback**
Blaise
abbandonò quel ricordo con una fitta di
nostalgia. Ogni tanto gli mancava il Draco bambino, quello che faceva
piani di
vita con lui nelle passeggiate a cavallo nella proprietà del
nonno, quello che
rubava a tarda notte dalle cucine, quello che non odiava i figli di
babbani e
che se ne infischiava di essere un Malfoy. Quello che sognava una vita
felice,
ingenuo e innocente come solo un bambino può essere.
Quanto era stata
diversa la realtà. Il nonno di
Draco era morto due anni dopo lasciando al nipotitno tutta la tenuta,
ma lui
non era più riuscito a tornarci per il dolore. A quanto
sembrava poi Lucius e
il padre di Daphne ebbero una lite sui Mezzosangue: il signor
Greengrass era
molto più moderato verso di loro e Lucius ruppe ogni
contatto con la famiglia.
Era solo grazie a Hogwarts se Draco e Daphne si erano rincontrati.
Quanto erano
cambiati in quegli anni: lei aveva
imparato ad aprirsi al mondo, a mostrare la regina che era. Lui invece
aveva
imparato a mettere una diga a tutti i suoi sentimenti, avvicinandosi al
modello
di figlio che il caro Lucius aveva fatto tanta fatica a crescere. E poi
il
tempo aveva di nuovo rimescolato le carte in tavola e Draco, per
staccarsi
dalla sua famiglia e da tutto quello che essa rappresentava, aveva
fatto
ritorno alla villa del nonno e vi si era stabilito.
Ma Blaise sapeva
quanto la solitudine di quel luogo
gli facesse male: alla fine ci era andato a vivere come aveva sempre
sognato,
però era solo. Non c’erano i suoi nonni, non
c’erano i suoi genitori né i suoi
suoceri, non c’era una moglie con tanti bambini come invece
aveva sempre
immaginato.
Scosse la testa.
Dannazione a lui e alla sua
empatia! Ogni volta la stessa storia: non poteva fare a meno di
immedesimarsi
nelle emozioni di chi gli stava vicino. Maledetto sesto senso! Ma ora
basta con
i ricordi e con i pensieri malinconici: non erano lì per la
solitudine di
Draco, ma per far stare meglio Hermione.
<<
Allora Granger, pronta per una giornata
Serpeverde? >> disse
battendo le mani e avvicinadosi alla ragazza in questione.
Il coraggio
negli occhi castani della riccia sembrò
vacillare, così la rassicurò con un sorrisone.
<<
Dai Herm, vedrai che sarà uno scherzo!
>> la incoraggiò Pansy abbracciandola tutta
contenta.
Quella
annuì, già più sicura. Era solo un
pic-nic al
lago, giusto? Mica c’era niente di avvelenato!
Il gruppetto
cominciò a preparare tutto per il
pranzo. Stesero un telo soffice su una delle rocce a strapiombo sul
lago, poi
tirarono fuori dei cuscini e li disposero ai lati. Da uno zaino
opportunamente
incantato presero un piccolo barbecue e un cestino con il cibo.
Accesero un
fuocherello magico sotto la griglia, poi si accomodarono tutti sui
cuscini.
<<
Quindi è così che passate una tipica
giornata Serpeverde? >> chiese Hermione quando il gruppo
cominciò a
mangiare.
<<
Oh, assolutamente no! >> rise Pansy
mentre addentava un pezzo di pollo. << Ma capiti proprio
in un momento in
cui abbiamo il week-end allungato fino a martedì, quindi il
sabato diventa un
giorno di relax. Tranquilla, avrai tempo per divertirti con noi.
>>
La riccia la
guardò scettica. << Io però
lunedì lavoro. Come faccio? >>
<<
Facile, non ci vai. >> disse Blaise
con tutta tranquillità nascondendo il ghigno dietro a un
morso di pane.
<<
COSA?! >>
Il ghigno del
moro si allargò; sempre la solita
Granger. Fatele saltare i piani per la crociera ai Caraibi e
vorrà un
risarcimento. Fatele saltare un giorno di lavoro e vorrà la
vostra testa!
<<
Relax Herm. >> l’ammonì Daphne
paziente. << Abbiamo già chiamato il tuo capo,
che ha acconsentito a
lasciarti un paio di giorni di ferie. E per quanto riguarda il lavoro
notturno,
considerati pure licenziata. >>
A
quell’ultima frase, la riccia si sentì investire
da mille emozioni diverse.
Sollievo.
Era contenta di non essere più costretta a strumentalizzarsi
per soddisfare le
voglie sadiche di un qualunque allupato traditore. Non avrebbe
più dovuto
indossare quei completini disgustosamente succinti davanti a degli
sconosciuti,
non avrebbe più avuto bisogno di truccarsi a mascherone solo
per fare scena,
non si sarebbe più dovuta vergognare di sé stessa
davanti allo specchio.
Gratitudine
e Rabbia, insieme. Sapeva
benissimo che se quelle Serpi
non si sarebbero messe a fare i piani lasciandola completamente
all’oscuro lei
non avrebbe mai collaborato. Quindi probabilmente sarebbe ancora sotto
il giogo
del nightclub. Anche se il suo orgoglio, riaccesosi da poco, non aveva
preso
troppo bene quella decisione che aveva preso il controllo delle sue
scelte.
Paura.
Di non riuscire a pagare l’affitto
dell’appartamento: il nightclub sarà pur
stato un posto di lavoro disgustoso, però pagava bene. Di
restare sola una
volta che le Serpi avessero finito il loro piano di salvataggio. E se
dopo
essersi ritenuti soddisfatti l’avessero lasciata sola,
abbandonandola di nuovo
a sé stessa? Aveva cominciato la sua vita notturna per avere
almeno l’illusione
dell’amore e dell’affetto, per annegare la sua
solitudine in carezze bugiarde.
Sarebbe stata capace di farne a meno senza nessuno al suo fianco a
sostenerla?
Blaise
guardò Hermione negli occhi, e vide tutto.
Vide sollievo, gratitudine e rabbia, paura. La capiva, da un certo
punto di
vista: chiunque, nella sua situazione, avrebbe provato tutti quei
sentimenti
così contrastanti eppure così perfettamente
leciti. Doveva essere un momento
difficile per lei; era ovvio che la pugnalata alle spalle dei suoi
ex-cosiddetti-amici bruciasse ancora, impedendole di fidarsi
completamente. E i
vecchi pregiudizi sulle Serpi di certo non aiutavano. Ma la Granger era
una
ragazza intelligente, e lui non aveva nessun dubbio sul fatto che
sarebbe
riuscita a rimettersi presto in carreggiata. Ma aveva la paura perpetua
dell’abbandono, il timore di non farcela da sola. Le aveva
letto quel terrore
sin dalla prima volta che l’aveva rivista, quando si era
appoggiata completamente
al petto di Draco, barcollante per le emozioni intense della sera prima.
Le mise una mano
sulla spalla. Così, semplicemente,
istintivamente, sinceramente. La riccia si girò e gli
rivolse uno sguardo
sorpreso. Lui le sorrise. Un sorriso caldo, amichevole, vero. Un
sorriso che
Hermione apprezzò molto, e che ricambiò.
*****
<<
Fatemi capire, quindi oltre al lago questo
Chateau Malfoy ha anche un
maneggio?!
>> esclamò Hermione con un filo di voce a
causa dello stupore.
Ma
perché i Malfoy dovevano fare sempre tutto così
in grande? Si ricordava benissimo la Villa dei genitori del biondastro,
che non
era niente male: giardino con pavoni, stanze arredate con pezzi di
antiquariato
antichi e lussuosi, giganteschi lampadari di cristallo, saloni per
ricevimenti,
segrete da far invidia al Tribunale
dell’Inquisizione… ma lo Chateau era mille
volte più immenso! Solo nei giorni seguenti si sarebbe resa
conto di quanto…
<<
Già, ed è davvero un gran bel maneggio.
>> confermò Daphne avanzando verso le stalle.
I box per i
cavalli erano piuttosto grandi, tutti
pavimentati da un cemento ricoperto di fieno. Ce n’erano
molti, ma la maggior
parte erano vuoti. C’erano sei cavalli:
un’aggraziata giumenta bianca, una
splendida cavalla color biondo panna, un bel baio marrone scuro, un
massiccio
destriero grigio perla, una sublime cavalcatura miele-rossiccio, un
superbo
stallone nero.
<<
Appartengono tutti a Draco, ma ce li ha
regalati. >> continuò a spiegare Pansy,
prendendola per mano e guidandola
verso i box. << Il cavallo grigio è di Blaise,
Daphne cavalca sempre
quella femmina rossiccia infondo. Theo ogni tanto viene qui con Astoria
e
stanno sempre sul baio, tutti e due insieme. La mia preferita
è quella bionda,
mentre la cavalla bianca è ancora vagante. Il meraviglioso
stallone nero invece
è il compagno inseparabile del nostro biondastro preferito.
>> concluse
la ragazza rivolgendo un sorriso al giovane chiamato in causa.
Draco le rivolse
un ghigno ammiccante mentre
prendeva la sella e le briglie del suo cavallo per poi avviarsi alla
stalla.
Hermione lo
guardò sparire oltre la porticina di
legno, curiosa, e lo seguì in punta di piedi. Se ne stette
in piedi in
silenzio, seminascosta dallo stipite dell’ingresso, ad
osservare il biondino
che sistemava il suo destriero.
Il bel Malfoy
stava accarezzando affettuosamente il
muso dello stallone, che aveva socchiuso gli occhi per godersi meglio
le
coccole. Poi il ragazzo prese un oggetto di tessuto morbido e lo mise
sulla
groppa dell’animale. Assomigliava a una sella, ma non era
sagomata: sembrava
avere dei rinforzi sui lati, in modo da adattarsi alla schiena della
cavalcatura, ma a parte quello non c’era nessun altro
elemento rigido. Sotto era
imbottita da uno strato di tessuto più morbido, in modo che
non facesse male al
cavallo, ed era tenuta salda grazie a una pettorina di cuoio che si
legava
sotto la pancia. Poi Draco gli mise il morso in bocca, facendo passare
le
briglia oltre le orecchie attente mentre il cavallo mangiava la
zolletta di
zucchero che gli stava offrendo con la mano libera.
Hermione
uscì, silenziosa e invisibile com’era
entrata. Le aveva fatto uno strano effetto vedere Malfoy
così premuroso con una
cosa diversa dal suo riflesso. Era un lato che non aveva mai
conosciuto, ma un
lato che le… piaceva.
<<
Sorpresa? >> le chiese Daphne all’improvviso,
richiamandola dai suoi pensieri.
Evidentemente
aveva intuito tutto dall’espressione
perplessa che le si doveva essere dipinta sul volto. Com’era
possibile che le
Serpi riuscissero a leggerla con tanta facilità.
<<
Non l’avevo mai visto così. >> si
giustificò.
La bionda
scrollò le spalle. << In realtà non
l’ho visto così per molto tempo nemmeno io. Da
quando è morto suo nonno si è
chiuso molto, la sua situazione a casa è sempre stata
difficile. In questi
ultimi anni sembra essere più tornato il bambino di un
tempo. >>
Hermione
annuì, colpita, e alzò gli occhi
sull’amica.
Era a cavallo di una giumenta color castano rosso, ben dritta con la
schiena, i
capelli voluminosi legati in una coda. Portava stivali alti al
ginocchio, pantaloni
aderenti e una camicetta con gilet, e un paio di guanti.
<<
Sembri una professionista. >> le
disse sincera, anche se un po’ invidiosa: magari fosse stata
in grado di
cavalcare!
L’altra
le sorrise. In quel mentre le raggiunsero
anche Blaise e Pansy, già in groppa ai loro destrieri. Draco
invece non era
ancora montato in sella e li seguiva a piedi.
<<
Come mai le selle sono fatte così? >>
domandò, notando che tutti i cavalli avevano la stessa
strana imbottitura che
aveva visto mettere allo stallone nero.
<<
È una sella particolare, ideata da mio
nonno. >> rispose il biondo avvicinandolesi.
<< La usiamo più per
comodità che per bisogno, dato che tutti noi sappiamo
cavalcare senza. >>
<<
Wow. >> fu il solo commento che la
ragazza riuscì ad articolare, ancora persa nei suoi pensieri.
<<
Monta. >>
A quel comando,
la ragazza sembrò rianimarsi. <<
EH?! >>
Il Principe
delle Serpi la stava guardando
ghignante, in segno di sfida.
<<
No no no, neanche per idea. >>
insistè la riccia scuotendo vigorosamente il capo.
<< Io non so mica
andare a cavallo! >>
<<
Ed è per questo che sarai con il miglior
fantino in circolazione. >> ribattè il
biondino, cogliendo subito l’opportunità
di vantarsi.
Hermione
sentì una fitta d’insofferenza prenderle il
petto. Proprio non lo sopportava quando faceva l’arrogante!
<<
E allora perché Blaise non mi ha chiesto di
salire con lui? >> frecciò pungente, lo
sguardo battagliero.
Le altre tre
Serpi cominciarono a ridere a
crepapelle, ma gli occhi di Draco rimasero fissi in quelli della
ragazza. Due specchi
di ghiaccio incendiati da circa un migliaglio di sentimenti.
La Grifondoro
non si sognò nemmeno di abbassare lo
sguardo, baluginante di qualche piccola, timida ma esistente, pagliuzza
dorata.
Il biondo
esultò tra sé e sé e sorrise. Sorrise
davvero, con simpatia. << Senti Granger, ci servono i
cavalli per
arrivare alla tua prossima sorpresa, quindi o monti con me o vai a
piedi.
>>
Blaise
sogghignò.
La riccia
sbuffò, ma annuì. Non che non avesse
considerato l’idea di andare a piedi, ma si era ricordata di
quanto potessero
essere estesi i possedimenti di Chateau Malfoy. Meglio non sfidare la
sorte!
Draco
l’aiutò a mettersi in sella a Blake, lo
stallone nero, poi salì a sua volta e diede un leggero
colpetto alle redini.
Hermione ci mise
un attimo ad abituarsi all’andatura,
ma doveva ammettere che le piaceva. << Non è
così male. >>
Il biondo
ghignò perfido. Cercò lo sguardo dei suoi
degni compari, che annuirono. Il resto avvenne in un secondo:
passò un braccio
attorno ai fianchi snelli della ragazza, si piegò
leggermente in avanti e diede
un altro colpo alle briglie, lanciando il cavallo al galoppo. Quella
lanciò un
grido di sopresa, che però si perse nel vento.
*****
Ben dieci minuti
di corsa sfrenata più tardi, Draco
tirò leggermente le redini e Blake cominciò a
rallentare.
Quando il trotto
si fu stabilizzato, Hermione riuscì
ad aprire gli occhi. DANNATISSIMA SERPE! Le aveva quasi fatto venire un
infarto
con quella sua bravata da esibizionista. E la cosa peggiore era che le
era pure
piaciuto! Il vento in faccia, delicato ma deciso, i muscoli del cavallo
che si
contraevano e si tendevano sotto di lei, il paesaggio sfocato della
campagna
che correva come acqua sotto i suoi occhi, il braccio di Malfoy che la
stringeva
e la rassicurava dolcemente...
ALT! Rewind,
please. Che diamine sighificava “il
braccio di Malfoy che la stringeva e la rassicurava
dolcemente”?! Ecco, era impazzita. Non
c’era altra spiegazione che avesse
una logica di senso compiuto.
Alla fine il
cavallo si arrestò del tutto, e Draco
l’aiutò
a scendere. Blaise le si avvicinò e le porse una benda di
velluto blu.
<<
Mettitela sugli occhi. >> le disse
sorridendo, come se le stesse semplicemente proponendo di giocare a
mosca
cieca.
<<
EH?! >> ma che era, il giorno delle
follie? Quelli erano completamente andati… ecco cosa
succedeva a vivere come
sorci nei Sotterranei di Hogwarts per sette anni!
Blaise rise: la
Granger era davvero una persona
divertente. Ma loro le dovevano fare quella sorpresa a tutti i costi,
altrimenti l’intero espediente della cavalcata sarebbe andato
a monte. <<
Dai Herm, mettila e basta. >>
La riccia lo
guardò dubbiosa, poi acconsentì. Ben sapendo
che se ne sarebbe pentita entro trenta secondi. “Quanto si
sbaglia…” pensò il
moro. “Se ne pentirà tra molto meno!”
Hermione si
sentì prendere per i fianchi e guidare
in avanti, quindi cercò di camminare pian piano, mettendo un
piede davanti all’altro
il più cautamente possibile per evitare di esibirsi in una
bella caduta. Poi venne
fatta sedere su qualcosa di lungo e sottile, ma prima che potesse
realizzare
quello che stava succedendo il terreno le mancò da sotto i
piedi e il vento si
portò via la benda che le copriva gli occhi. Urlò.
Draco, dietro di
lei, cominciò a ridere a
crepapelle.
<<
DANNATISSIMO FURETTO PLATINATO! >>
stava strillando intanto la ragazza, le palpebre serrate per non
guardare giù.
<< COME, COME ACCIDENTI TI VIENE IN MENTE DI METTERMI SU
UNA SCOPA DA
CORSA?! GIA’ A MOMENTI MI VIENE UN INFARTO AD ANDARE AL
GALOPPO, FIGURIAMOCI
VOLARE! MA TI SEI AMMATTITO? IO__ >>
<<
Granger, perché non ti tappi quella
boccaccia? >> la interruppe il biondino, visibilmente
divertito dalla
situazione.
SADICO! Lei
aveva sempre avuto una dannatissima
paura di volare, lo sapevano tutti. E lui rideva!
<<
Non mi piace volare, io ho bisogno di
sentire la terra sotto i piedi! >> ribattè
offesa, ma per niente calma.
<<
È proprio per questo che ti abbiamo fatto
provare il galoppo prima. Se sei sopravvissuta a Blake non avrai
problemi con
la mia Nimbus. >> sbuffò il ragazzo facendo
l’esasperato, ma in realtà si
stava divertendo un mondo: adorava volare.
<<
Ah, quindi l’avevate pure calcolato?
>> sputò Hermione indignata. <<
Serpi che siete! >>
<<
Grazie, modestamente. >> la prese in
giro lui. << Invece di fare tutte ‘ste scene,
perché non provi ad aprire
gli occhi? >>
“Fossi
matta!” pensò. In quel momento però
altre
voci, altre risate, entrarono alla sua portata d’orecchio e
la curiosità
cominciò a roderle il cuore. “Magari solo una
sbirciatina…”
Hermione
aprì gli occhi. E fu l’incanto: rimase a
bocca aperta, con il respiro sospeso, con gli occhi sgranati a rimirare
la
meraviglia che si estendeva davanti a lei.
Il paesaggio che
regnava era stupendo: il sole
morente accendeva il cielo di un tramonto infuocato che colorava di
rosa le
nuvole vaporose e di arancio le acque increspate del lago; da un lato
l’orizzonte
era completamente libero, l’aria limpida che lasciava vedere
lontano, mentre
dall’altra parte si addensavano nubi temporalesche. Eppure
anch’esse erano uno
spettacolo stupendo: in contraso con l’ombra portata dalla
pioggia, grazie all’altezza
poteva vedere il cielo rosseggiante sopra lo strato di nuvole nere,
mentre
dentro di esse saettavano fulmini; il rombo dei tuoni le arrivava
attutito da
lontano, come una minaccia e una promessa insieme.
<<
È… bellissimo… >>
mormorò, le lacrime
agli occhi per l’insopportabilità di un tale
splendore.
Avvertì
Draco annure tra i suoi capelli.
ANGOLETTO!
Piaciuto?
Spero proprio di sì! Sapete, la parte finale con la
descrizione del cielo visto
dall’alto è uno spettacolo che ho avuto
l’onore di ammirare per davvero… mi
stavo addirittura commuovendo mentre lo descrivevo! Secondo voi sono
uscita
troppo di personaggio con Draco? Un bacio,
Clarisse