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Autore: Ino chan    12/10/2009    4 recensioni
-Tu chi sei?- soffiò l'animagus.- James Potter.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'I lost my Home'
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C’aveva passato la notte su quella sedia

C’aveva passato la notte su quella sedia?

Non lo ricordava, ma a giudicare il dolore alla schiena che lo stava aprendo in due gli suggeriva chiaramente di sì. Apri gli occhi e un lungo gemito gli piegò le spalle in avanti. Per una volta nella loro vita lo avevano davvero lasciato tranquillo a rimuginare, guardò dietro, verso le vetrate che davano sul salone e vide sua madre passare avvolta nella vestaglia. La seguì con gli occhi e voltarsi verso di lui con un’espressione afflitta. Girò la testa e Alice sospirò profondamente. Proprio una bella bomba era finita sulle loro teste. Frank era ancora a letto, si era rigirato per tutto il tempo e adesso sembrava dormire. Guardò verso le scale che davano alla zona notte della casa, poi al figlio che si stava alzando. Preparò un sorriso di volutamente allegro, ma John non si girò verso la portafinestra dietro di lui.

-Dove sta andando?- si chiese – John!-

Lo rincorse fuori e lo agganciò per un braccio. Il ragazzo le rivolse mezza occhiata e lei sentì sciogliere il groppo di lacrime che sentiva piantato in gola. Era la prima volta che John la guardava a quel modo. Sembrava già…Cambiato. Lo lasciò andare e il ragazzo scosse la testa e s’incamminò verso la strada, per poi sparire in una nuvola di fumo a un soffoffio dal cancello. Chiuse gli occhi e sentì una lacrima scendere, la sua famiglia era volata in pezzi nel giro di una notte e lei non sapeva come rimetterla assieme.

 

-Sei ubriaco?-

-Cazzo se lo sono.-

 

Charlie si passò una mano sulla testa mentre John sollevava lo sguardo verso di lui.

Era comparso all’improvviso, sui gradini che separavano casa Potter dal piccolo giardino che la circondava. Attraverso il vetro della finestra, l’aveva visto rotolare per i tre gradini e finire di pancia sull’erba, per poi alzarsi e mettersi seduto. Gli tolse di mano il sacchetto di carta che stringeva e guardò perplesso la bottiglia di whiskey che nascondeva – Chi l’ha venduta a un minorenne?-

 

-Sembro più grande della mia età.-

-Beh è vero, però…- lo squadrò da capo a piedi e si sedette accanto a lui. O meglio, fra lui e la bottiglia e piegò in avanti la testa per farsi guardare - … Che è successo?- Qualcosa gli diceva che non era stato un caso, che  si era Smaterializzato a casa Potter per vedere lui. Gli spinse una spalla con la sua e lo guardo riprendersi con uno scossone- Allora?-

-  La mia vita è andata a puttane Charlie e non so quando è successo…- Charlie irrigidì le spalle e a John sfuggì un sorriso. Quel ragazzo era decisamente troppo tenero per essere vero
–Guarda che non sto parlando di te.-

-Oh… Allora di che stai palando?-

 

-… Un gruppo di maghi scelti per le loro abilitò e addestrati con un unico scopo, uccidere  quanto più Mangiamorte possibile. Nessuna regola, nessun codice morale. Solo la perpetuazione dell’obbiettivo.- si asciugò la bocca con il dorso della mano e si volse verso Charlie – Non mi sembri scioccato.-

 

-Dovrei esserlo?-

-Tu eri a conoscenza…-

-Me l’ha detto Bellatrix.-

John si spettinò con una mano –Già Bellatrix…- Rimase ad occhi chiusi mentre Charlie sollevava la bottiglia che  John si era portato appresso , la portava al naso e nello stesso momento l’allontanava con una smorfia. Che diavolo era? Benzina? Provò a prendere un sorso e John scoppiò a ridere mentre lui piegava la testa in mezzo alle ginocchia e tossiva forte.

 

 

-Su…Su…Che non è niente.-

-Come diavolo hai fatto a sbronzarti con una cosa del genere?-

-Guarda Tappo che basta un sorso per prenderti una sbornia. Per morire invece ne servono due…- lo tirò indietro e  gli massaggiò il centro della schiene per aiutarlo a respirare. Charlie aprì e chiuse la bocca un paio di volte e poi portò lo sguardo verso John -Io…- colpo di tosse- Credo di essermi preso una bella cotta per te.-

 

Il ragazzo lo fissò per un lungo momento, poi sorrise. Charlie sentì la mano sulla sua schiena muoversi verso l’alto e spingergli la nuca con uno strattone. John gli lasciò un buffetto sulle labbra e poi scivolò ad appoggiargli  la testa nello spazio fra lo spazio tra il collo e la spalla -Anch’io sai?- gli disse contro la maglietta.

 

“Adesso muoio…Sì, sì, adesso muoio e nessuno potrà salvarmi.

 

-Tappo.-

-Ti fa schifo chiamarmi per nome?-

-Te l’ho detto , ormai fatico a ricordare il tuo vero nome, comunque…- gli prese un braccio e lo sollevò. Charlie aggrottò le sopracciglia e John tirò indietro la testa per parlare chiaramente mentre se lo faceva passare attorno alle spalle –Quando uno ti si appoggia in questo modo ha solo due idee in testa.-

 

-Ovvero?-

-O del sesso selvaggio… O un po’ di coccole.-

 

Charlie avvampò – E tu che hai in mente?-

-E tu che hai in mente?-

-Oh Merlino Tappo, siamo seduti in veranda. Sono perverso, ma non fino a questo punto.- sentì Charlie poggiare  la guancia fra i suoi capelli – A me no che tu non debba dirmi qualcosa.-

 

-CHE DOVREI DIRTI PERVERTITO!?-

 

-.-.-.-.-.-.-.-

 

 

 

Con la sua aria tra il santo e il demoniaco Frank Paciock era senza dubbio l’ultima persona da incontrare in un vicolo mal illuminato di Nocturn Alley . James si portò una mano al petto, se l’era trovato accanto, seduto su una pattumiera rovesciata all’improvviso e non era riuscito a strozzare un urlo spaventato. Si appoggiò al muro dietro di lui e guardò l’amico allargarsi in un sorriso divertito. Bastardo dentro  com’era, adorava far spaventare la gente –Mi hai fatto prendere un infarto Paciock!- gli disse con un filo di voce – Tu e i tuoi scherzi del cazzo! Ho un’età ormai , potrei rimanerci secco.-

-E’ colpa tua ce ti sei spaventato a fare? Avevamo un appuntamento,no? Chi altri poteva essere se non io ?- strinse le spalle e James gonfiò le guance piccato. Anche lui aveva ragione, però…Merda, aveva davvero rischiato di farsela sotto! Scosse la testa e si raddrizzò, sistemando il bavero della giacca -Allora? Che dovevi dirmi di tanto importante?-

 

-Non siamo soli nell’universo non è confortante?-

-Che diavolo ti sei fumato prima di venire?-

-Non hai capito di cosa sto parlando?-

 

John batté le mani a tempo sul ferro su cui era seduto – Ci sono altri quattro Cacciatori.-

 

-Stronzate! Alastor non avrebbe…-

-Alastor ha dato a chi ben sai sua figlia e suo nipote.-

James si tirò indietro di un passo – Non è vero.-

-E anche tuo figlio.-

 

-.-.-.-.-.-.-.-

 

 

 

 

Arriva sempre il momento per raccogliere quello che si ha seminato, Malocchio lo sapeva bene e per questo non si stupì troppo quando Andrea piombò nel suo ufficio con la potenza di un treno a vapore. Chiuse gli occhi in cerca della forza necessaria per sostenere le sue accuse e ribattere le sue ragioni, sollevò le palpebre e Andrea battè entrambe le mani sul piano della scrivania.

 

-Che Dio ti maledica.-

-Pagnottella.-

-Hai venduto tuo nipote al Diavolo in persona.-

 

Malocchio si alzò mentre Andrea gli rivolgeva uno sguardo indefinibile. Odio? Delusione? Impossibile a dirlo. Si portò davanti alle foto di Joel e James che teneva come un santuario fra i libri di maledizione e scosse la testa – Non hai capito. Quel ragazzo, l’adestramento a Cacciatore, ne farà un uomo.-

 

-No! NE FARA’ UN MOSTRO! COME ME!-

 

Alastor si volse verso la figlia –Tu non sei un mostro!-

Andrea gettò indietro la testa e rise forte –Come la chiami una in grado di ammazzare a mani nude un uomo grosso il doppio di lei? Avevo diciassette anni e le mie mani già grondavano sangue!-

 

Malocchio scosse la testa e Andrea spazzò via con un braccio tutti gli oggetti che ingombravano la scrivania. Doveva trovare un diversivo, prendersela con qualcos’altro se non voleva arrivare a mettere le mani addosso a suo padre. Inspirò profondamente e girò la testa quando sentì la serratura scattare e la porta aprirsi.

 

-Lei…-

-La signora Black.-

-Lei è il Diavolo.-

 

Rufus Scrimgeour sorrise placidamente –Le pare questo il modo di parlare all’uomo che tiene in mano la vita di suo figlio?-

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-

 

 

 

Aveva voglia di urlare.

Aveva voglia di prendere a testate il muro.

Aveva voglia di fare del male a qualcuno.

Scosse il capo, no, non a qualcuno in generale. A Rufus Scrimgeour. Il fondatore dei Cacciatori. Sollevò lo sguardo e allungò una mano verso la bottiglietta di whiskey che Frank teneva in mano e che portava sempre addosso- Cos’è ?- chiese prima di buttare giù un lungo sorso. Rabbrividì e tossì mentre l’amico scivolava a sedere accanto a lui, in quel lurido vicolo che però  aveva il pregio di essere lontano da occhi e orecchie indiscrete.

 

-Che possiamo fare Frank?-

-Niente…Ci tiene per le palle.-

James scosse la testa e Frank gli tolse di mano la bottiglietta di whiskey

-Ha potere di vita e di morte su di noi, sulle nostre famiglie.- guardò la bottiglietta che si stava sdoppiando fra le su dita –Non possiamo fare niente.-

 

 

FINE CAPITOLO.

   
 
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