C’aveva
passato la notte su quella sedia?
Non
lo ricordava, ma a giudicare il dolore alla schiena che lo stava aprendo in due
gli suggeriva chiaramente di sì. Apri gli occhi e un lungo gemito gli piegò le spalle in avanti. Per una volta nella loro vita lo
avevano davvero lasciato tranquillo a rimuginare, guardò dietro, verso le vetrate
che davano sul salone e vide sua madre passare avvolta
nella vestaglia. La seguì con gli occhi e voltarsi verso di lui con un’espressione
afflitta. Girò la testa e Alice sospirò profondamente. Proprio una bella bomba
era finita sulle loro teste. Frank era ancora a
letto, si era rigirato per tutto il tempo e adesso sembrava dormire. Guardò
verso le scale che davano alla zona notte della casa, poi al figlio che si
stava alzando. Preparò un sorriso di volutamente allegro, ma John non si girò
verso la portafinestra dietro di lui.
-Dove
sta andando?- si chiese – John!-
Lo
rincorse fuori e lo agganciò per un braccio. Il ragazzo le rivolse mezza
occhiata e lei sentì sciogliere il groppo di lacrime che sentiva piantato in
gola. Era la prima volta che John la guardava a quel modo. Sembrava già…Cambiato. Lo lasciò andare e il ragazzo
scosse la testa e s’incamminò verso la strada, per poi sparire in una nuvola di
fumo a un soffoffio dal
cancello. Chiuse gli occhi e sentì una lacrima scendere, la sua famiglia era
volata in pezzi nel giro di una notte e lei non sapeva come rimetterla assieme.
-Sei
ubriaco?-
-Cazzo
se lo sono.-
Charlie
si passò una mano sulla testa mentre John sollevava lo sguardo verso di lui.
Era
comparso all’improvviso, sui gradini che separavano casa Potter
dal piccolo giardino che la circondava. Attraverso il vetro della finestra, l’aveva
visto rotolare per i tre gradini e finire di pancia sull’erba, per poi alzarsi
e mettersi seduto. Gli tolse di mano il sacchetto di carta che stringeva e
guardò perplesso la bottiglia di whiskey che
nascondeva – Chi l’ha venduta a un minorenne?-
-Sembro
più grande della mia età.-
-Beh
è vero, però…- lo squadrò da capo a piedi e si sedette
accanto a lui. O meglio, fra lui e la bottiglia e
piegò in avanti la testa per farsi guardare - … Che è successo?- Qualcosa gli
diceva che non era stato un caso, che si
era Smaterializzato a casa Potter per vedere lui. Gli
spinse una spalla con la sua e lo guardo riprendersi con uno scossone- Allora?-
-
La mia vita è andata a puttane Charlie e non so quando è successo…- Charlie
irrigidì le spalle e a John sfuggì un sorriso. Quel
ragazzo era decisamente troppo tenero per essere vero
–Guarda che non sto parlando di te.-
-Oh…
Allora di che stai palando?-
-…
Un gruppo di maghi scelti per le loro abilitò e addestrati con un unico scopo,
uccidere quanto più Mangiamorte
possibile. Nessuna regola, nessun codice morale. Solo la perpetuazione dell’obbiettivo.- si asciugò la bocca con il dorso della mano e
si volse verso Charlie – Non mi sembri scioccato.-
-Dovrei
esserlo?-
-Tu
eri a conoscenza…-
-Me
l’ha detto Bellatrix.-
John
si spettinò con una mano –Già Bellatrix…- Rimase ad
occhi chiusi mentre Charlie sollevava
la bottiglia che John si era portato
appresso , la portava al naso e nello stesso momento l’allontanava con una
smorfia. Che diavolo era? Benzina? Provò a prendere
un sorso e John scoppiò a ridere mentre lui piegava la testa in mezzo alle
ginocchia e tossiva forte.
-Su…Su…Che
non è niente.-
-Come
diavolo hai fatto a sbronzarti con una cosa del
genere?-
-Guarda
Tappo che basta un sorso per prenderti una sbornia. Per morire invece ne servono due…- lo tirò indietro e gli massaggiò il centro della schiene per
aiutarlo a respirare. Charlie aprì e chiuse la bocca
un paio di volte e poi portò lo sguardo verso John -Io…- colpo di tosse- Credo
di essermi preso una bella cotta per te.-
Il
ragazzo lo fissò per un lungo momento, poi sorrise. Charlie
sentì la mano sulla sua schiena muoversi verso l’alto e spingergli la nuca con
uno strattone. John gli lasciò un buffetto sulle labbra e poi scivolò ad
appoggiargli la testa nello spazio fra lo
spazio tra il collo e la spalla -Anch’io sai?- gli disse contro la maglietta.
“Adesso muoio…Sì, sì, adesso muoio e nessuno potrà salvarmi.”
-Tappo.-
-Ti
fa schifo chiamarmi per nome?-
-Te
l’ho detto , ormai fatico a ricordare il tuo vero
nome, comunque…- gli prese un braccio e lo sollevò. Charlie
aggrottò le sopracciglia e John tirò indietro la testa per parlare chiaramente
mentre se lo faceva passare attorno alle spalle –Quando uno ti si appoggia in
questo modo ha solo due idee in testa.-
-Ovvero?-
-O
del sesso selvaggio… O un po’ di coccole.-
Charlie
avvampò – E tu che hai in mente?-
-E
tu che hai in mente?-
-Oh
Merlino Tappo, siamo seduti in veranda. Sono perverso,
ma non fino a questo punto.- sentì Charlie poggiare la guancia fra i suoi capelli – A me no che tu
non debba dirmi qualcosa.-
-CHE DOVREI DIRTI PERVERTITO!?-
-.-.-.-.-.-.-.-
Con
la sua aria tra il santo e il demoniaco Frank Paciock era senza dubbio l’ultima persona da incontrare in
un vicolo mal illuminato di Nocturn Alley . James
si portò una mano al petto, se l’era trovato accanto, seduto su una pattumiera
rovesciata all’improvviso e non era riuscito a
strozzare un urlo spaventato. Si appoggiò al muro dietro di lui e guardò l’amico
allargarsi in un sorriso divertito. Bastardo dentro com’era, adorava far spaventare la gente –Mi hai
fatto prendere un infarto Paciock!- gli disse con un
filo di voce – Tu e i tuoi scherzi del cazzo! Ho un’età
ormai , potrei rimanerci secco.-
-E’
colpa tua ce ti sei spaventato a fare? Avevamo un appuntamento,no? Chi altri poteva essere se non io ?- strinse le spalle
e James gonfiò le guance piccato.
Anche lui aveva ragione, però…Merda,
aveva davvero rischiato di farsela sotto! Scosse la testa e si raddrizzò,
sistemando il bavero della giacca -Allora? Che dovevi dirmi
di tanto importante?-
-Non
siamo soli nell’universo non è confortante?-
-Che
diavolo ti sei fumato prima di venire?-
-Non
hai capito di cosa sto parlando?-
John
batté le mani a tempo sul ferro su cui era seduto – Ci sono altri quattro Cacciatori.-
-Stronzate!
Alastor non avrebbe…-
-Alastor
ha dato a chi ben sai sua figlia e suo nipote.-
James
si tirò indietro di un passo – Non è vero.-
-E
anche tuo figlio.-
-.-.-.-.-.-.-.-
Arriva
sempre il momento per raccogliere quello che si ha
seminato, Malocchio lo sapeva bene e per questo non si stupì troppo quando
Andrea piombò nel suo ufficio con la potenza di un treno a vapore. Chiuse gli
occhi in cerca della forza necessaria per sostenere le sue accuse e ribattere
le sue ragioni, sollevò le palpebre e Andrea battè
entrambe le mani sul piano della scrivania.
-Che
Dio ti maledica.-
-Pagnottella.-
-Hai
venduto tuo nipote al Diavolo in persona.-
Malocchio
si alzò mentre Andrea gli rivolgeva uno sguardo indefinibile. Odio? Delusione?
Impossibile a dirlo. Si portò davanti alle foto di Joel
e James che teneva come un santuario fra i libri di
maledizione e scosse la testa – Non hai capito. Quel ragazzo, l’adestramento a Cacciatore, ne farà un uomo.-
-No!
NE FARA’ UN MOSTRO! COME ME!-
Alastor
si volse verso la figlia –Tu non sei un mostro!-
Andrea
gettò indietro la testa e rise forte –Come la chiami
una in grado di ammazzare a mani nude un uomo grosso il doppio di lei? Avevo
diciassette anni e le mie mani già grondavano sangue!-
Malocchio
scosse la testa e Andrea spazzò via con un braccio tutti
gli oggetti che ingombravano la scrivania. Doveva trovare un diversivo,
prendersela con qualcos’altro se non voleva arrivare a mettere le mani addosso
a suo padre. Inspirò profondamente e girò la testa quando sentì la serratura
scattare e la porta aprirsi.
-Lei…-
-La
signora Black.-
-Lei
è il Diavolo.-
Rufus
Scrimgeour sorrise placidamente –Le pare questo il
modo di parlare all’uomo che tiene in mano la vita di suo figlio?-
-.-.-.-.-.-.-.-
Aveva
voglia di urlare.
Aveva
voglia di prendere a testate il muro.
Aveva
voglia di fare del male a qualcuno.
Scosse
il capo, no, non a qualcuno in generale. A Rufus Scrimgeour. Il fondatore dei Cacciatori. Sollevò lo sguardo
e allungò una mano verso la bottiglietta di whiskey
che Frank teneva in mano e che portava sempre addosso-
Cos’è ?- chiese prima di buttare giù un lungo sorso.
Rabbrividì e tossì mentre l’amico scivolava a sedere accanto a lui, in quel
lurido vicolo che però aveva il pregio di essere lontano da occhi e orecchie indiscrete.
-Che
possiamo fare Frank?-
-Niente…Ci
tiene per le palle.-
James
scosse la testa e Frank gli tolse di mano la
bottiglietta di whiskey
-Ha
potere di vita e di morte su di noi, sulle nostre
famiglie.- guardò la bottiglietta che si stava sdoppiando fra le su dita –Non possiamo
fare niente.-
FINE
CAPITOLO.