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Autore: bluedragon1836    12/10/2009    2 recensioni
"Non c'è amore più grande di chi da la vita per un amico" dice la Bibbia. Holmes e Watson si trovano più o meno in una situazione simile. Riusciranno a venirne fuori vivi entrambi?
Genere: Dark, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: scusate se stavolta ci ho messo un po’ di più ad aggiornare. Non ci sono stati problemi riguardo alla traduzione, ma ho dovuto dedicarmi ad altre fanfiction rimaste in sospeso troppo a lungo.

 

Allora:

ANGOLO DELLE RECENSIONI

 

BELLIS: Eh già, anch’io quando ho letto questo capitolo la prima volta, ho temuto che mi prendesse un semi-infarto (da qui si capisce quanto adoro questo personaggio con tutti i suoi difetti). Come ti ho scritto non ero molto convinta del passaggio dal Voi al Tu. Poi ho cercato di immedesimarmi in quella situazione ed ho scoperto che non avrei dato del Voi ad un’amica in punto di morte. Beh, che altro dire? Grazie per la tua presenza costante, per i tuoi incoraggiamenti e per i tuoi commenti dettagliati.

 

Buona lettura

 

Capitolo 5

 

Il tempo – almeno per me- sembrò fermarsi. Mi inginocchiai accanto alla forma priva di sensi di Sherlock Holmes, cercando di arginare l’emorragia che si stava lentamente impadronendo della sua vita. Dopo un po’, penso che la mia mente si sia semplicemente bloccata ed abbia lavorato come quella di un automa. Non so per quanto rimasi lì ma, improvvisamente, non ero più solo.

 

Una mano si poggiò sulla mia spalla ed io alzai lo sguardo sull’Ispettore Lestrade.

 

“Lo porteremo via da qui.” Disse. Potei solo stare a guardare mentre Holmes veniva portato in fretta all’ospedale. Volevo protestare, volevo andare con il mio amico, ma la presa ferma di Lestrade sul mio braccio mi disse che non potevo. Che la cosa era fuori dalla mia portata. Che non c’era nient’altro che potessi fare.

 

Mi lasciai portare via, accorgendomi per la prima volta che Lestrade non era solo. C’erano diversi poliziotti ed un certo numero, se non addirittura tutti, gli Irregolari di Baker Street con Wiggins in testa.

 

 

“Come ci avete trovato?” chiesi a Lestrade, senza riuscire a ricomporre i pezzi.

 

“Dovete ringraziare questi monelli per questo.” Replicò. Guardai Wiggins con una certa sorpresa.

 

“Il signor ‘olmes ha voluto che la cercassimo.” Spiegò. “Ha anche detto di controllarlo e di seguirlo se sarebbe (*) andato da qualche parte, quindi quando è venuto qui, uno dei miei ragazzi gli stava alle calcagna. Ha sentito lo sparo e tutto il resto ed è corso dai ‘gnori agenti. Il capo starà bene?”

 

“Non lo so” risposi sospirando.

 

 Wiggins annuì, visibilmente cercando di rimanere forte e controllato: “Se ha bisogno di qualcosa ‘gnore, ce lo faccia sapere.”

 

La sua preoccupazione e quella di tutti gli altri ragazzi, mi fece sorridere:

 

“Grazie” dissi con gentilezza.

 

Osservai gli Irregolari scemare fuori dall’edificio, ognuno di loro cercava di non mostrare i suoi sentimenti. Penso che sia stato allora che mi sia accorto di quanto fosse importante Sherlock Holmes per la gente. Quei ragazzi contavano su di lui. Proprio come me.

 

Lestrade mi riportò a Baker Street, cosicché potessi ripulirmi. Mrs. Hudson ci aprì la porta, con la faccia pallida e dipinta dalla preoccupazione. Mentre mi dirigevo su per le scale, verso la mia stanza, udii Lestrade raccontarle ciò che era accaduto. Mi accorsi appena di starmi cambiando i vestiti, di sciacquare via il sangue dalle mie mani. Da solo, nel salotto, tutto ciò che potevo fare era fissare intontito il fuoco, osservare le fiamme. La stanza era troppo vuota. Molte volte Holmes era uscito, quando per lavoro quando per piacere, ed io ero rimasto indietro per le più svariate ragioni sia mie che sue, ma questa volta era diverso. Il mio amico no n sarebbe piombato energicamente nella stanza con qualche commento il tempo o cose simili. Non sarebbe piombato dentro proprio per nulla.

 

“Accidenti, cos’hai che non va?” Mi chiesi a voce alta. “Holmes non è morto. Tornerà. Stare qui con il broncio non servirà a nulla.” Alzandomi pieno di propositi, mi infilai il cappotto e mi diressi al piano di sotto. Mrs. Hudson mi fermò alla porta.

 

“Andate all’ospedale, signore?”

 

“Sì.” Replicai “Potrei stare via per qualche tempo.”

 

Lei annuì. “Sta bene signore? Eravamo piuttosto preoccupati per lei.”

 

“Sì, Mrs. Hudson, sto perfettamente.” Lei annuì nuovamente e potei vedere la preoccupazione abbandonare la sua faccia. In strada feci segno ad una carrozza e montai a bordo. Dopo aver dato l’indirizzo al cocchiere, mi appoggiai al sedile ed attesi.

 

FINE DEL CAPITOLO.

 

(*) non è un errore di grammatica, ma un tentativo di resa del linguaggio di strada. In inglese è molto più facile da rendere.

Spero che vi sia piaciuto. Holmes ce la farà?

A presto Bebbe5

 

  
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