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Autore: oOoPRONGSIEoOo    12/10/2009    6 recensioni
Salve a tutti! Questa mia nuova follia è una long che parla, naturalmente, di Lily e James. Saranno pochi capitoli che descrivono tutti i baci che James ha dato a Lily, si può considerare una specie di raccolta. Spero che vi piacerà! baci.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si si, avete visto bene! Sono proprio io che aggiorno! Visto che è da tanto che aspettate questo capitolo non mi dilungo troppo in chiacchere e vi lascio alla lettura.

 

Vorrei solo dedicare questo capitolo a una persona (pazzaXD) che in questi mesi mi è stata accanto e che mi incoraggiava e che non se la prendeva con me perché non scrivevo o non aggiornavo. Una pazza che non vede l’ora di leggere questo capitolo (almeno speroXD). Dedico questo capitolo alla mia Lucina (adesso mi ammazzaXD) – Lussissa! Tra l’altro a questa donna dovrei fare una statua anche solo perché non mi ammazza via computer perché ancora non ho letto e recensito il suo capitoloXD ti voglio bene un bacio pazza!

 

LET ME SURPRISE

 

Aula di Trasfigurazione 23 Dicembre 1977

 

 

Al castello di Hogwarts era cominciata una nuova giornata. Era l’ultimo giorno di lezione di quell’anno, il giorno dopo sarebbero iniziate le vacanze natalizie e gli studenti di tutte le case facevano colazione in Sala Grande con aria serena. Tutti gli studenti, tranne due. Lily Evans e Jess Keys era sedute nei loro posti di sempre, al secondo banco nell’aula di Trasfigurazione, con ben più di 10 minuti di anticipo.

Lily aveva trascinato di tutta fretta con sé Jess fuori dalla Sala Grande, dove la mora stava facendo colazione, e l’aveva portata in aula. Dopo quello che era successo a James, che sarebbe uscito proprio quella mattina dall’infermeria, non aveva avuto per niente il tempo di parlare con la sua migliore amica e di conseguenza non aveva potuto raccontarle del “quasi bacio”. Sapeva già come l’avrebbe presa Jess, lei era convinta dal terzo anno che Lily e James prima o poi sarebbero finiti insieme e non accettava che Lily, nonostante ormai i suoi sentimenti fossero chiari a tutti, si ostinasse a respingere James.

Fu per questo che la rossa non si scompose davanti agli insulti che le rivolse la sua migliore amica, non appena ebbe finito di raccontare.

-         Sei una stupida!

-         Lo so, Jess.

-         Tu sei scema! Bacata! Davvero non riesco a capire come tu possa essere la studentessa più brillante del nostro anno!

-         Grazie, Jess.

-         Ma dico io, sei idiota?! Insomma avevi James Potter a torso nudo a portata di mano e te lo sei lasciato scappare! A TORSO NUDO!!!  Non so se ti è ben chiaro il concetto!

Lily sorrise, amara. Le era chiaro, eccome se le era chiaro, cristallino. Ormai sognava quegli addominali ogni notte. Certo erano meglio dell’incubo fatto quella maledetta sera, ma al mattino risultava difficile guardare James senza arrossire.

-         Lo so Jess! Ma…

-         Niente ma Lily! James è fantastico e ti ama! T-I A-M-A! - scandì bene. -  Ti ha aspettata per sette anni e continua ad aspettarti, ma tu capirai che non può farlo in eterno, anche se lui ti dice il contrario, prima o poi se non ti decidi dovrà farsi una vita sua. Se continui così si stancherà di essere preso in giro, rossa!

Jess la guardò prima con sguardo severo, poi il suo volto si addolcì. Lily non riusciva a guardarla negli occhi.

-         Non voglio che questo accada, Lily. Non te la sto mandando! Sai meglio di me quanto voglio che voi due stiate insieme, ma devi svegliarti Lily. Non voglio farti del male, ma devi deciderti ad accettare quello che provi. E  voglio che tu per un solo maledettissimo istante lasci da parte quella cavolo di ragione e segua il tuo istinto. Solo per una volta!

Lily, quasi vergognandosi, fissò gli occhi in quelli scuri di Jess, e questa volta subì la ramanzina senza fiatare. Aveva ragione. Quella non era lei, doveva reagire, non poteva aspettare in eterno, prima o poi avrebbe dovuto fare qualcosa.

-         Credimi Lily. Non te la prendere se sono dura con te, voglio solo scuoterti e riavere la mia Griffyndor. Fai vedere il tuo coraggio . Mostra a tutti che Lily Evans se ne frega di quello che dicono tutti. Fai vedere che Lily Evans non ha paura di stare con James Potter, di amarlo. Fai vedere a tutti il leone che c’è in te, Lily.

Jess la guardo dritta negli occhi, non voleva che l’amica si offendesse, già avevano avuto dei problemi, però doveva farla svegliare. Sotto il suo sguardo vide quello di Lily mutare, dapprima era confuso e un po’ lucido, ma piano piano quegli occhi verdi si fecero più scuri, decisi. La rossa scattò in piedi e si diresse velocemente verso la porta, Jess rimase immobile, stupita dalla reazione dell’amica, solo dopo una manciata di secondi  si affrettò a seguirla. Uscì fuori dall’aula di Trasfigurazione e vide la rossa che camminava fiera e con passo veloce. Jess la richiamò, preoccupata da quello che poteva succedere. Se l’era davvero presa così tanto?

-         LILY!!! ASPETTA! NON VOLEVO OFFENDERTI!

Lei inaspettatamente si fermò, si voltò e fece un gran sorriso all’amica.

-         Scema non me la sono presa! Anzi ti devo ringraziare!

La mora tirò un sospiro di sollievo e le sorrise di rimando.

-         Oh di niente! Ma allora dove vai? Tra poco cominciano le lezioni!

-         Vado a prendermi ciò che è mio! Ho già aspettato abbastanza.

E con un ghigno sul volto terribilmente malandrino si voltò e se ne andò.

Jess allargò il sorriso soddisfatta e rientrò in classe pensando ad una buona scusa da rifilare alla McGrannit per l’assenza dell’amica.

 

*

Correva Lily Evans. Correva come non aveva mai fatto in vita sua. I corridoi scorrevano, uno dopo l’altro e gli studenti che si dirigevano a lezione la guardavano stupiti.

Dove poteva correre la ligia Caposcuola Evans due minuti prima dell’inizio delle lezioni?  Lei che era sempre in anticipo di cinque.

Ma la rossa tutto pepe non ci faceva caso a quelle occhiate, aveva cose più importante a cui pensare lei. Per esempio come dire al cercatore Potter che si era innamorata di lui. Dopo ben sette anni di rifiuti, di insulti, di inviti ad uscire, di bacetti rubati, di scherzi, lei si era innamorata di lui.

Poteva fargli tutto un discorso su quanto a volte il cuore faccia delle scelte strane, poteva dirgli che a volte non c’è una ragione e che tutto accade così, in un attimo, oppure semplicemente poteva andare lì e dirgli:

“James mi sono innamorata di te!”

E avrebbe risolto tutto molto prima, senza discorsi lunghi che l’avrebbero solo fatta confondere e imbarazzare di più. Doveva essere diretta, ferma e sicura come era lei. Una grifona vera. Doveva solo cercare di non pensare a quello che sarebbe successo dopo. Avrebbe dovuto avere la piena certezza sui sentimenti di James, in fondo il ragazzo glielo aveva fatto capire in tutti i modi quello che provava, ma lei aveva sempre quel timore nel suo profondo. Quel timore che odiava perché la faceva sentire sporca, un timore che poteva passare per mancanza di fiducia e invece era solo insicurezza verso se stessa e non verso James. Ma si doveva buttare.

Erano passati pochi giorni da quel quasi bacio e lei non aveva fatto altro che pensarci. Se si fossero baciati quella sera, sarebbe stato tutto più facile e invece lei si era spostata, e non capiva nemmeno lei il motivo.

Con una mano si spostò la frangia che nella corsa le era caduta davanti agli occhi. Si guardò intorno e capì di essere quasi arrivata in infermeria. E inconsciamente sentì che lui era vicino. Mancava ancora un corridoio, ma avvertiva la sua presenza ed era una sensazione assurda. La riempiva, la confondeva, la rendeva euforica. Lui era lì vicino. Quasi senza rendersene conto riprese a camminare, guidata dalla voglia di vederlo e di chiarire una volta per tutte.

Erano mesi che passavano ogni attimo insieme, che si confortavano a vicenda, che scherzavano, che si coccolavano, tanto che molte persone le avevano chiesto se stessero insieme. Facevano già tutto quello che fanno due fidanzati, più o meno, allora perché le sembrava così difficile ufficializzare la cosa?

Solo un po’ di tempo prima aveva pensato di lasciarlo andare perché credeva di non poter mai dare a James tutto quello che lui avrebbe dato a lei, perché pensava di non riuscire ad arrivare ad amarlo come lui amava lei.

All’inizio non aveva ben compreso che cosa significasse quel sospiro di sollievo che era uscito dalle sue labbra quando lui le aveva detto che sarebbe stato con lei sempre e comunque.

Ma adesso, adesso si che capiva. Semplicemente il suo cuore aveva già scelto, e se ne fregava di quello che la ragione diceva. Lui sapeva già che strada prendere.

E se ne era accorta di colpo. Era bastato un piccolissimo gesto per farla svegliare.

Il giorno prima, a colazione, Remus le aveva fatto vedere una foto del primo anno nella quale tutti i malandrini si stringevano in un caloroso abbraccio in riva al lago. James era piccolissimo, con gli occhiali un po’ grandi che gli scivolavano sul naso, i capelli spettinatissimi, il sorriso sempre allegro e gli occhi che brillavano felici, come quelli del James diciassettenne, sempre birichini, sempre vivi, sempre bellissimi. E guardando quegli occhi si era commossa, si era sentita viva, piena d’amore e allora aveva capito. Lo amava come non aveva mai amato nessuno, lo amava così tanto che solo pensarlo la faceva sentire in pace con il mondo.

 Aveva sorriso a Remus, piena di gioia e di amore, ed era corsa in infermeria da James, solo per stare con lui almeno un po’, anche solo per guardarlo dormire.

Quando era arrivata in infermeria lo aveva trovato tra le braccia di Morfeo, con il volto rilassato e un sorriso spontaneo, così dolce e tranquillo che le sembrava un angioletto. Si era seduta ed aveva aspettato lì vicino a lui prima di andare a lezione.

Ed era dal giorno prima che voleva parlargli, ma la nostra rossa tirava sempre fuori qualche scusa. Quella mattina però, Jess le aveva aperto gli occhi e sarebbe andata fino in fondo. Il giorno dopo sarebbero cominciate le vacanze di Natale, James sarebbe tornato a casa sua con Sirius, lei avrebbe riabbracciato i suoi genitori e stargli lontana per due settimane sarebbe stato un inferno, abituata come era ad averlo sempre vicino. Almeno voleva partire con la certezza che lui era solo suo.

Camminava sicura e fiera. I quadri sui muri si susseguivano ad ogni suo passo, curiosi la guardavano e chiacchieravano tra di loro. Di tanto in tanto le armature cantavano qualche canzoncina di Natale. E mano a mano che si avvicinava a quel corridoio che aveva visitato spesso in quegli ultimi giorni, sentiva l’ansia crescere e il suo cuore battere a ritmi incredibili. Quella sensazione di averlo vicino adesso era più forte e la opprimeva. Aveva un nodo che le bloccava la gola, che faceva male sempre più ad ogni passo e nell’aria era certa di sentire il suo profumo dolce e pungente. Le mani le sudavano e si fermò un attimo prima di svoltare il corridoio dell’infermeria, chiuse gli occhi, sospirò e poi svoltò l’angolo pronta per la sua missione.

Ma quando aprì gli occhi quello che vide la gelò. James, il suo James, era appoggiato al muro di fronte alla porta dell’infermeria. Bello come il sole, una mano in tasca, l’altra tra i capelli spettinati, un sorriso enorme sulle labbra e i suoi occhi belli da far paura puntati su una bella ragazza davanti a lui. Bionda, alta, con delle gambe chilometriche, due occhi azzurri da fare invidia al più bello e prezioso degli zaffiri e un sorriso mozzafiato stampato in volto. Lily guardava la ragazza paralizzata, non riusciva nemmeno a capire quello che si dicevano, aveva le orecchie che formicolavano.

Fece un paio di respiri profondi e cercò di ascoltare. Lei aveva la voce preoccupata e James con una mano le accarezzò una guancia.

Il cuore di Lily perse un battito in quello stesso istante. Gli occhi di James erano preoccupati, ma cercavano comunque di infondere sicurezza alla ragazza. Lei alzò lo sguardo su di lui e lo abbracciò di slancio. A Lily sembrava quasi di essere di troppo, si sentiva fuori posto. Agitata, voleva andarsene, ma la voglia di vedere, di sapere era più forte di lei.

Le braccia di James, che solo fino a poche ore prima avevano stretto lei, avvolgevano quella splendida ragazza, forte, con sentimento. I capelli di lei brillavano alla luce del sole che entrava, sembrando quasi argentati.

Era bellissima, pensò Lily. Così bella da far sentire qualsiasi ragazza uno schifo.

Le doleva il cuore, aveva delle fitte lancinanti al petto. Era questo che si era meritata per aver aspettato troppo? Aveva meritato di sentirsi felice come non lo era mai stata ed un attimo dopo sentirsi all’inferno???

Si distrasse da i suoi pensieri quando sentì la voce della ragazza arrivarle alle orecchie, preoccupata, agitata.

-         Il problema sarà dirlo a lei! Come credi che la prenderà?

E la sua voce, che tante volte l’aveva accarezzata, le arrivò come una triste melodia.

-         Non bene. Ma dovrà farsene una ragione e andare avanti. Ha tutta la vita davanti a sé.

Sentire James pronunciare quelle parole le fece più male di tutto il resto.

E così già l’aveva dimenticata. L’aveva liquidata così, “Ha tutta la vita davanti a sé!”.

E che fine facevano tutte le belle parole, tutti i bei momenti? Tutte bugie!

-         Ci starà malissimo!

La voce dolce della ragazza la sorprese, e la riconobbe. Era una Corvonero del loro stesso anno, Angela Perkins. In sei anni avevano a mala pena parlato, non avevano mai avuto un rapporto, e allora perché la sua voce le sembrava realmente dispiaciuta?

Non riuscì a darsi una risposta perché la voce di James la distrasse di nuovo.

-         Non ti preoccupare, andrà tutto bene. E io ci sono sempre per te, ok?

-         Sei un tesoro!

Esclamò Angela, si voltò e gli stampò un bacio sulla guancia.

Lily non riuscì a guardare quello che di lì a poco sarebbe successo, di scatto si voltò e tornò indietro. Appoggiò la testa contro il muro e cercò di regolarizzare il respiro, ma non ci riuscì. Aveva davanti l’immagine di James e della ragazza e non ce la faceva a levarsela dalla testa. Il cuore batteva fortissimo e sentiva l’aria mancarle. Stava male, malissimo, e non riusciva a credere che lui lo avesse fatto davvero.

Con un po’ di affanno si rimise dritta e se ne andò con passo veloce. Se ne andò da quel corridoio, lasciandosi indietro anche quella decisione che aveva preso. Voleva piangere, ma non lo avrebbe fatto. Non ne valeva la pena. Non si guardò indietro mentre si allontanava. Sentiva già che il suo cuore era stato fatto in mille pezzi, girarsi sarebbe stata la conferma di essersi solamente illusa.

 

*

Era solo grazie al suo senso di dovere nei riguardi del suo compito di Caposcuola se quella sera Lily Evans si apprestava ad uscire dalla Sala Comune.

Quella mattina, troppo sconvolta per andare a lezione e troppo orgogliosa per affrontare Jess e raccontarle tutto, si era rifugiata in camera sua, decidendo che per una volta non cascava il mondo se saltava una lezione della McGrannit e che poteva benissimo presentarsi alla lezione di Pozioni, che Jess non avrebbe frequentato. Evitare domande che l’avrebbero solo fatta sentire una stupida era il suo primo pensiero, o meglio, l’unico pensiero che la riuscisse a distrarre da James Potter e la sua nuova compagna, Angela sono troppo bella Perkins.

Stupidamente però, arrivata davanti all’aula del professor Lumacorno, si ricordò che anche i Malandrini seguivano Pozioni, ragion per cui tutti i suoi propositi di non vedere James il più a lungo possibile vennero infranti. Nella sua mente passò la fugace visione di lei che saltava tutte le lezioni, ma la sua coscienza si fece sentire, per lei già era stato un duro colpo saltare la lezione della McGrannit, e il suo orgoglio si rifiutava di passare una giornata in camera a compiangersi per… per… per quell’insulso essere che non appena era entrata in classe le aveva rivolto un sorriso bello da mozzare il fiato, così luminoso da irradiare tutta la buia segreta.

E tutto l’astio che la rossa provava nei suoi confronti non vietò al suo cuore di accelerare i battiti davanti a lui.

Lo aveva ignorato, naturalmente. Indifferenza, totale indifferenza.

E James Potter ci rimase di stucco quando lei prese posto al primo banco vicino a una Serpeverde, ignorando bellamente tutti i suoi segnali.

Né uno sguardo, né una parola, né un piccolo, minuscolo sorriso…

Che diamine le era preso?!

Ma i dubbi di James accrebbero durante tutta la giornata. Dopo Pozioni lei era corsa via e alla lezione successiva, quella di Aritmanzia, l’aveva trovata a chiacchierare con una Tassorosso e fece finta di non sentirlo quando lui provò a chiamarla. Si stava avvicinando a lei, ma la professoressa Vector entrò proprio in quel momento e fu costretto a prendere posto in silenzio.

A pranzo Lily non si fece vedere. Aveva lo stomaco chiuso. E anche solo pensare al cibo le faceva venire la voglia di rimettere.

Durante le lezioni del pomeriggio fu più facile ignorarlo. Ad Erbologia lavoravano in gruppi e lei si trovava con due Corvonero e un Serpeverde, mentre James era in gruppo con dei Tassorosso, e la professoressa Sprite li aveva posizionati ai lati opposti della serra.

Alla fine delle lezioni fuggì e si rinchiuse in camera a studiare. Il brutto era che James era passato al contrattacco. Le aveva messo dietro Remus, Sirius e Peter come dei cani da caccia, per cercare di capire che cosa fosse successo. I tre Malandrini cercavano di fermarla in ogni angolo del castello, ma lei, ormai esperta a sfuggire loro dopo anni di allenamento, era riuscita sempre ad evitarli.

Ma era stata tutta fatica sprecata. Avrebbe potuto parlargli direttamente, avrebbe potuto dire subito a James che sapeva del suo incontro con la bella Angela, e di tutte le parole dolci e di tutti i sorrisi e degli abbracci e delle carezze…

Era così nervosa che il sangue le stava salendo al cervello. Aveva passato una giornata ad evitarlo, perché le faceva male anche solo guardarlo. Aveva passato quelle ultime ore cercando di eludere le domande di Jess, perché voleva raccontarle tutto, ma le faceva male ricordare, faceva male al suo orgoglio ferito ricordare quanto fosse stata idiota. E adesso stava uscendo dalla Sala Comune alle nove di sera per andare a fare la ronda. Con lui. Sola.

Non voleva vederlo. Non voleva parlargli. Non voleva che il suo cuore andasse a tremila solo per un suo sguardo, perché il suo cuore non DOVEVA sentirsi così.

E fu così che Lily Evans arrivò al punto d’incontro. Con la testa bassa, piegata dal peso di tutti i suoi pensieri, abbattuta come una condannata al patibolo.

Quando alzò lo sguardo incontrò quegli occhi che erano la sua dannazione e maledì davvero il suo cuore per quello che le stava facendo passare.

Lui le rivolse un timido sorriso, che lei ignorò.

-         Buonasera, Lily!

La sua voce era gioviale come sempre, ma Lily colse quella sfumatura nervosa che lui aveva cercato di nascondere.

Non rispose. Era da maleducati, lo sapeva. Sua madre quando era bambina le aveva sempre detto che bisognava salutare sempre tutti, anche il tuo peggior nemico.

Ma davvero non ce la faceva. Non sapeva che cosa le sarebbe uscito fuori se solo avesse provato a parlare con quell’essere.

Camminò dritta sorpassando il suo Tormento che era mollemente appoggiato al muro.

Si costrinse a non guardarlo, ma i suoi occhi erano calamitati verso di James.

Era bello quella sera, più delle altre sere. O forse era bello come sempre solo che a lei sembrava più bello perché lo aveva perso.

Pensare quelle cose la fece fermare un attimo, le fece mancare il respiro. Non solo aveva perso quell’amore che aveva sperato nascesse, ma aveva perso anche quella splendida amicizia che era nata, che l’aveva resa viva, che l’aveva rafforzata. Aveva perso il suo Sole, aveva perso la sua Vita.

Quando sentì i suoi passi dietro di lei, riprese a camminare. Ormai perfino il suo passo era inconfondibile per lei, pensò con una fitta al cuore.

Passarono la prima mezz’ora di ronda così, con Lily che camminava avanti in silenzio, fredda e impassibile fuori, ma distrutta e piena di amore dentro e con James che le andava dietro, seguendola, guardandola e non capendola. Fino alla sera prima andava tutto bene, che cosa era successo per farla arrabbiare così tanto?

Stufo ormai di quei silenzi, desideroso di parlarle, di chiarire e di abbracciarla, la fermò.

Lily sentì la mano di James intorno al suo polso e il suo corpo, contro il suo volere, tremò.

James cercò di farla girare ma lei si oppose.

-         Mi vuoi dire che è successo?

-         Non è successo niente!

Con uno strattone si liberò e riprese a camminare. Non gliela avrebbe data vinta.

Continuò dritta, a testa alta, ma sentiva gli occhi bruciare. Averlo vicino, sentire il suo sguardo su di lei, la distruggeva. Quando lui l’aveva bloccata aveva temuto che sarebbe crollata, che le lacrime avrebbero vinto, che si sarebbe di nuovo mostrata fragile. Era riuscita a resistere, ma per quanto ancora?

I suoi passi dietro di lei le mettevano pressione e l’ansia saliva a dismisura. Voleva parlargli e dirgli che doveva essere onesto con lei, ma non aveva il coraggio. Non voleva guardarlo negli occhi, non era ancora pronta. Quello che sentiva con lui non lo aveva mai provato con nessuno, i brividi, le farfalle nello stomaco, le gambe che cedevano, gli occhi che avevano un bisogno disperato di incontrare i suoi. Mai, mai aveva provato qualcosa che potesse anche solo avvicinarsi un poco a quello che provava in quel momento. Ma doveva farsela passare, a tutti i costi. Non voleva ostacolare la sua storia con quella Angela. Però di certo gliene avrebbe cantate quattro.

Era delusa, profondamente delusa. Credeva che fosse cambiato, che le volesse davvero bene, che l’amasse. D'altronde glielo aveva sempre fatto capire in tutti i modi, pur non dicendoglielo esplicitamente, e quel giorno nella stanza delle necessità, per lei era come se lui si fosse dichiarato.

Evidentemente però si era sbagliata. Aveva interpretato male alcune sue frasi, non aveva capito e si era illusa.

Deglutì forte e sentì quasi una lacrima scendere, ma quando portò una mano sulla guancia la trovò asciutta. Probabilmente era il suo cuore a piangere. Lo sentiva battere frenetico, solo perché sapeva che dietro di lei c’era James. Solo perché sentiva che dietro di lei James la stava guardando con quei suoi occhi caldi, che la tormentavano, che l’avevano stregata tante e tante volte, quegli occhi che amava.

E la sua voce, dolce e melodiosa la raggiunse e fu come ricevere tanti colpi mortali, uno dietro l’altro.

-         Lily ti vuoi fermare? Mi dici che è successo?!

Ma quando vide che la sua bella rossa non aveva nessuna intenzione di voltarsi, ma che continuava a camminare imperterrita, disse una frase che sapeva l’avrebbe fatta infuriare.

-         La vuoi smettere di fare la bambina?!

Suscitò l’effetto sperato, infatti la grifondoro si era improvvisamente fermata al suono di quelle parole e in un turbinio di fiamme rosse si era voltata come una furia.

Quello che James vide nei suoi occhi lo sconvolse e lo sorprese. Dolore, delusione, rabbia. Che diamine le era successo?

-         Ah e così sarei io la bambina vero?! Non credo che tu sia nella posizione di dirmi una cosa del genere, Potter!

Era rossa dalla rabbia e cercava di non guardarlo negli occhi. Sapeva che avrebbe fatto solo più male.

James rimase colpito per come lo aveva chiamato, ma non glielo fece notare, era troppo concentrato sulle sue parole. Non avevano senso per lui! Non aveva combinato niente!

-         Mi vuoi dire una volta per tutte che è successo? Perchè ce l’hai con me?

Chiese esasperato cercando i suoi occhi, che però gli sfuggivano.

Lily rise sarcastica a quelle domande e alzò lo sguardo e lo puntò dritto in quei pozzi neri. Sentì la sua sicurezza vacillare per un attimo, ma si riprese in fretta.

Pronunciò quelle parole con tutto il veleno che aveva in bocca:

-         Ah si? Davvero non sai che è successo?! Forse Angela Perkins ti ricorda qualcosa!

James trasalì a quelle parole. Si sarebbe aspettato di tutto da lei, tutto tranne quello. Aprì la bocca per rispondere ma lei non glielo permise, ormai la diga era aperta e doveva sfogarsi.

-         E i suoi baci, le sue carezze, non ti dicono niente? “Ha tutta la vita davanti!” non le hai dette tu queste parole James? Non sei tu che la stringevi a te oggi davanti l’infermeria?! Dio come sono stata stupida! C’è voluto davvero poco perché ti scordassi di me, eh!  Complimenti, bravo!

James rimase a bocca aperta per un momento. Era davvero Lily Evans quella che gli stava facendo una scenata di gelosia? Era proprio quella Lily Evans? La ragazza che aveva rifiutato i suoi inviti per anni? Quella che diceva che avrebbe preferito uscire con la piovra gigante invece che con lui? Quella che diceva che non lo avrebbe mai amato? Era lei che era gelosa?!

E così, incredulo, anche se sapeva che c’era stato un terribile equivoco e che andava subito spiegato, felice come una pasqua e orgoglioso di se stesso, perché in fondo dopo sette anni ce l’aveva fatta, ghignò come solo lui e come solo un Malandrino sapeva fare.

Insomma, non so se mi sono spiegata! Lily Evans gelosa di James Potter! Un pò di tempo prima sarebbe stato più sicuro scommettere che l’inferno sarebbe gelato!

Ma quel ghigno così dannatamente sexy, non fece molto piacere alla nostra rossa tutto pepe, che pensando che lo “Sgorbio” la stesse prendendo in giro per l’ennesima volta, per evitare di mettergli le mani addosso, girò i tacchi e se ne andò sbuffando.

 Al diavolo lui e tutte le sue ochette, al diavolo la Perkins e al diavolo i suoi ormoni che bramavano quel corpo perfetto e al diavolo il suo cuore che gli occhi e il ghigno di James facevano squagliare come neve al sole.

Ghignava! GHIGNAVA!!!

Lei gli diceva che l’aveva scoperto con un’altra e lui che faceva?! Ghignava!

Era diventata rossa dalla rabbia e dalla vergogna. La stava prendendo in giro. Continuava a prenderla in giro come faceva da tutti quei mesi, come faceva da anni.

“Voglio uscire con te, Evans!”

“ Sei l’unica ragazza che mi interessi davvero!”

Per me è una cosa seria. I miei sentimenti per te sono veri e sinceri.”

“Puoi continuare a stare con me ogni volta che vorrai.”

“… voglio avere un ricordo di te nitido, vero… mio.”

“Tu PUOI condizionarmi la vita quanto ti pare. Tu puoi dipendere da me Lily, perché io ci sarò sempre per te e tu e solo tu puoi pretendere di avermi sempre vicino….”

Il ricordo di quell’ultima frase la fece fremere, si dovette fermare per riprendere il respiro, che le si era mozzato in gola.

Lei lo aveva fatto. Si era fidata, si era aperta con lui completamente, dipendeva da lui, e cosa le rimaneva adesso? Niente. Niente di niente.

Quelle parole che lui aveva pronunciato solo qualche sera prima la pugnalarono. Lei non poteva più pretendere di averlo sempre vicino. Non poteva, perché ad avere questo diritto era Angela e non lei. Erano tutte bugie!

Una lacrima questa volta scese dai suoi occhi di giada percorrendo tutta la guancia. Passò in fretta una mano sul viso, per cancellarla, per dimenticarla. Era stata così stupida. Gli aveva creduto e invece per lui era sempre stata una delle tante. Niente più niente meno.

Tremava da capo a piedi e così, persa nei suoi pensieri, non si era accorta che lui si era avvicinato.

Piano il ragazzo le sfiorò una mano e lei trasalì. La voce melodiosa di James le entrò calda nelle orecchie.

-         Sai Evans, non credevo che fossi così gelosa di me.

E quelle parole la schiaffeggiarono. La prendeva in giro, ancora e ancora. Della serie dopo il danno anche la beffa!

Sentì la rabbia montarle e spingere via il dolore, si voltò come una furia e cominciò a picchiarlo sul petto, i pugni chiusi che sbattevano con forza sul suo torace.

Il ragazzo si sorprese a quella reazione e fece subito scomparire il ghigno dal suo volto.

Lily picchiava forte, con tutta la rabbia, con tutto il dolore che provava, voleva fargli male e farlo sentire anche solo in piccola parte come si sentiva lei.

Era uno stronzo. L’aveva ammaliata e soggiogata. L’aveva presa in giro fin dall’inizio. In quei mesi tutte le sue parole, i suoi bei discorsi erano tutti finti, falsi. L’aveva stregata fino a farla innamorare. Aveva raggiunto il suo scopo. Aveva conquistato l’ultima figurina.

E quei pensieri la fecero infuriare di più, così tanto che lei batteva sempre più forte sul petto del ragazzo, tanto che credeva gli sarebbe usciti dei lividi.

Ed era contenta, provava una strana gioia per quella possibilità.

L’aveva fatta innamorare, ma non per questo l’avrebbe vista crollare, non per questo l’avrebbe vista sbavargli dietro come un cagnolino. No, lei era Lily Evans, aveva un orgoglio, una dignità. Non era come tutte le altre.

Io sono Lily Evans!

Disse a se stessa.

E fu con tutto il disprezzo che aveva nella voce che gli disse quelle parole:

-         IO NON SONO GELOSA, POTTER!

E accompagnava ogni parola con pugno, sempre più forte.

-         Non me ne frega niente con chi esci, con chi vai a letto! La vita è la tua! Solo avrei gradito che non mi avessi presa in giro per tutto questo tempo!

Il ragazzo le fermò le mani, che ancora strette in piccoli pugni, gli colpivano il petto. Le strinse forte i polsi e fissò lo sguardo in quello verde di lei. Lily lo guardò fiera, ma lui notò che quegli occhi erano un po’ troppo lucidi.

Un sorriso dolce gli si dipinse sul viso. Era stata male, stava male per lui. Questo voleva dire che aveva fatto bene a perseverare per tutti quegli anni.

Lily sentì la rabbia scemare piano piano adesso che lo stava guardando negli occhi, adesso che quel sorriso dolce l’aveva incantata. Rimase dentro di lei solo il dolore, la delusione, ma niente più rabbia, niente più odio. Lo amava troppo, e avrebbe potuto odiarlo solo quando fosse stata di nuovo lontana dal suo sguardo. Ma in quel momento, legata indissolubilmente a quei pozzi scuri, non poteva fare altro che amarlo con tutta se stessa.

-         Sei una stupida, Lil.

Le sussurrò.

E il suono della sua voce, così calmo, così dolce e sincero, non la fecero infuriare.

-         Non c’è niente tra me e Angela!

Disse James sorridendo.

Lily subito si sentì sollevata, ma la sua ragione la costrinse a tornare con i piedi per terra. Stava mentendo, era chiaro. Lei li aveva visti. Non poteva credergli.

-         Io vi ho visti, James!

La sua voce le sembrò quasi una supplica, e non le piacque per niente. Lui non doveva vederla così fragile.

-         No, invece. Non hai visto niente, Lily!

Adesso la sua voce stupenda era esasperata.

E certo, il signorino si permetteva anche di trattarla da stupida!

-         Io non sono stupida, James! So quel che ho visto!

-         Ohhh, e vediamo allora, che cosa avresti visto di preciso?!

Il suo volto perfetto era così vicino che avrebbero potuto baciarsi.

Con uno strattone Lily cercò di liberarsi dalla sua morsa, ma non ci riuscì. Puntò gli occhi verdissimi nei suoi e lo fulminò.

-         Vi ho visti abbracciati! E ho sentito quello che vi siete detti! Tu… tu hai detto che mi sarei rifatta una vita! Le hai detto che ci saresti sempre stato per lei e… e lei… lei ti ha… ti ha baciato!

Distolse lo sguardo perché non ce l’avrebbe fatta a sostenerlo. Si odiava per quell’incertezza nella voce. Lui doveva pensare che a lei non importasse niente di tutto quello.

-         Cosa? Lei non mi ha baciato!

James era sconcertato. Che diamine stava dicendo?

-         Di sicuro l’ha fatto!

Ribatté lei ostinata. In realtà dopo che Angela lo aveva baciato su una guancia lei se ne era andata, sicura del bacio che si sarebbero scambiati dopo e sicura anche che il suo cuore non avrebbe retto.

-         Quindi tu non lo hai visto questo bacio?

Lily negò con il capo, incerta.

-         Diamine Evans! Certo che te ne fai di film eh?!

E la sua risata cristallina, riempì il corridoio dove si erano fermati. Lei non poté non infastidirsi nel sentirlo ridere. Perché continuava a prenderla in giro?!

James si voltò a guardarla tornando serio.

-         Bene, adesso io ti spiego come stanno realmente le cose, ma tu devi promettermi che non mi interromperai, ok?

-         Non c’è niente da spiegare Potter! Voi due state insieme, perfetto! Tanti auguri e figli maschi!

Cercò di nuovo di liberarsi, ma invano. La rabbia cominciava a salirle di nuovo. Perché continuava ad umiliarla in quel modo?! Che gli aveva fatto di male?

-         Lily!!!  Io e Angela Perkins non stiamo insieme, vuoi capirlo o no? Ci conosciamo da quando eravamo bambini. Questa mattina stava andando in infermeria, dal suo RAGAZZO, e ci siamo incontrati. Visto che era da un po’ di tempo che non parlavamo le ho chiesto come stava e lei mi ha detto che era molto preoccupata perché suo padre è molto malato e sta per morire. Inoltre sua sorella minore non sa niente e lei ha paura a dirglielo perché è molto legata al padre e non sa come la prenderà. Hanno già perso la madre e sua sorella è stata praticamente cresciuta dal signor Perkins, e per la piccola Anne lui è tutto. Per questo le ho detto che “ha tutta la vita davanti” e che dopo il dolore sarebbe riuscita ad avere una vita. Capisci ora?

Lily era rimasta impietrita durante il racconto. E mano a mano che le parole uscivano dalla bocca di James sentiva il suo cuore alleggerirsi, anche se le sembrava da egoisti, visto che praticamente era contenta delle disgrazie di qualcun altro. Ma i suoi sensi di colpa sparirono completamente, travolti dal sollievo, ma anche dalla vergogna.

Era andata a pensare subito che fosse lei il centro del discorso, da vera egocentrica. Era subito saltata a conclusioni affrettate e aveva fatto una figura del cavolo. Sentì la faccia andare a fuoco e l’unica cosa che riuscì a mormorare fu un flebile “Oh!”. Abbassò lo sguardo  e desiderò con tutto il cuore di diventare invisibile.

Appena sentì la presa sui polsi allentare si staccò e si allontanò di un passo da James.

Lo sguardo scuro del cercatore la seguì curioso.

-         Dobbiamo finire la ronda.

Sussurrò lei flebile. Era l’unica cosa intelligente che era riuscita a dire. Di fretta si voltò e cominciò a camminare. Sentì James dietro di lei seguirla, e anche se non lo vedeva poteva benissimo vedere l’espressione del ragazzo in quel momento. Confusione.

Accelerò di poco il passo. Voleva fuggire e smaltire da sola quella figuraccia. Diamine gli aveva fatto una scenata per niente. Lo aveva picchiato per niente. Lo aveva evitato per niente.

Che grandissima stupida!

-         Hey Lily!

La ragazza si voltò lentamente a quel richiamo.

Lo guardò, e lui era bello. Così bello da stare male. I capelli scompigliati, gli occhi profondi da cerbiatto, scuri come abissi neri in cui perdersi, il ghigno malandrino, quella bocca perfetta, da baciare, il corpo statuario. Era bellissimo, e lei doveva fare in modo che non glielo portassero via.

Lui le sorrise e la fece tremare da capo a piedi.

-         Sei un po’ gelosetta, o sbaglio?!

La sua risata riempì per la seconda volta il corridoio, e anche questa volta Lily si sentì una stupida. James voleva solo stemperare la tensione, ma per lei in quel momento quelle parole erano una miccia, che aveva innescato la bomba.

Sentiva di essersi umiliata da sola. Aveva fatto di tutto prima per non piangere, per non farsi vedere debole, ma con quella scenata si era denudata di fronte a lui. Gli aveva mostrato tutto quello che provava. Con le sue incertezze, con le sue paranoie, glielo aveva fatto capire che era gelosa, gelosa marcia.

E fu per questo che s’infuriò a quelle parole. Il perché? Sempre lui, l’orgoglio.

-         Non sono affatto gelosa, Potter!

Sibilò.

La risata del ragazzo a quelle parole aumentò. Lei lo guardò indignata, si voltò di nuovo e riprese a camminare. Sentì le risa spegnersi dietro di lei.

-         Dici davvero Lil? Sai perché a me non sembra proprio. Insomma quella di poco fa era una chiara scenata di gelosia! Devo dedurre che io ti piaccio, Evans?

Non dovette guardarlo per sapere che quello che aveva stampato sulla faccia era il più malandrino dei ghigni. S’irrigidì quando lo sentì pronunciare quelle parole.

Sì, le piaceva. E fino a qualche ora prima era anche decisa a dirglielo, voleva dichiararsi. Ma adesso, non poteva, non era certo il momento.

Non è che Lily fosse l’emblema del romanticismo, ma per dirgli che lo amava aveva pensato ad una situazione diversa, non come quella. Non voleva dirgli “ Sì, ti amo!” mentre lui la prendeva in giro, e soprattutto la figuraccia di poco prima bruciava ancora e non le sembrava il caso di infierire ancora di più sul suo orgoglio ferito.

-         Ma non credo proprio, Potter! Credimi è più probabile che l’inferno geli!

Voltò di poco la testa per guardarlo con la coda del’occhio. Non era molto lontano da lei, li dividevano una manciata di passi e la guardava ghignando.

Era come un dejà vu. Si rivide lei studentessa modello insultare quel pallone gonfiato di un cercatore, ed involontariamente sorrise.

La distrasse di nuovo la sua voce.

-         Mmm… si , diciamo che ti credo, Evans!

Disse sarcastico.

-         Comunque avresti dovuto capirlo che tra me e Angela non c’era niente.

A questo punto Lily si voltò e lo guardò interrogativa, ma i suoi occhi lasciarono trasparire anche un po’ di irritazione. Le dava fastidio che avesse ripreso quel discorso, era come se volesse umiliarla ancora di più.

-         È bionda, Lil! Io preferisco le more.

Disse con fare ovvio. A lei si gelò il sangue nelle vene.

-         Bene. – disse fredda. – Vorrà dire che me ne ricorderò in futuro.

Si voltò di nuovo e riprese a camminare, mentre il volto era contratto in una smorfia di rabbia. Stava scherzando col fuoco, James Potter.

Sperò davvero con tutta se stessa che quel cerebroleso capisse che stava esagerando e che la smettesse, ma la sua voce la raggiunse di nuovo e un brivido le salì lungo la spina dorsale.

-         E mi piaci tu, Evans.

-         Io non sono mora, Potter.

-         Lo so. Infatti tu sei un’eccezione, anzi l’eccezione.

Lei continuò a camminare, fingendo indifferenza, ma dentro quelle parole l’avevano scossa.

Fu con sua immensa sorpresa che lo sentì vicino, vicinissimo. Lo sentì che si abbassava su di lei fino a raggiungere il suo orecchio e sussurrarle:

-         E poi mi piace che sei gelosa di me, Lily.

Bruciò e gelò a quelle parole. Il calore di averlo vicino, la voglia di abbracciarlo l’istinto di baciarlo, il sangue che ribolliva per quella presa in giro, l’ennesima, l’orgoglio ferito che reclamava giustizia, la ragione che le diceva di negare, negare sempre.

E come molto spesso le succedeva seguì la sua amata ragione. Di sicuro Jess non sarebbe stata fiera di lei.

-         Io non sono gelosa, Potter. E non mi piaci.

Lo sentì dal corpo irrigidito di James, appoggiato a lei, che qualcosa era cambiato.

Il ragazzo si allontanò da lei così velocemente che a malapena se ne accorse.

Lei si voltò e vide nei suoi occhi la delusione. E fu sempre delusione quella che sentì nella sua voce. E le fece male, molto molto male.

-         Bene. Perfetto, Lily.

Si allontanò ancora di più da lei. La sua voce era bassa roca, gli occhi scuri come abissi la guardavano ed erano pieni di delusione, di dolore, ma a lei sembravano vuoti. Vuoti senza quella luce vivace, spenti, senza vita.

Istintivamente fece un passo verso di lui, ma gelò quando lo vide ritrarsi.

Sentì il suo cuore saltare qualche battito.

-         Io ti avevo promesso che ti avrei aspettata, Lily. Che per me è importante stare con te e che il resto non conta. Ma diamine io ti amo Lily e tu non lo capisci.

Quelle parole la fecero sussultare. L’amava, glielo aveva detto per la prima volta, ma non riuscì a sentirsi felice come doveva essere. Lui era arrabbiato e confuso, triste. E la colpa era sua. Di lei che lo amava e non glielo diceva, di lei che per orgoglio aveva negato anche l’evidenza. E le venne da piangere, perché sapeva che quello non era il momento che aveva immaginato per quella dichiarazione, sapeva che non doveva andare così, e che se tutto era andato storto la colpa era soltanto sua.

James era immobile davanti a lei e la guardava con occhi di fuoco. Era bello da mozzare il fiato.

-         Vorrei… vorrei davvero tanto lasciarti stare, Lily, mettermi l’anima in pace, ma non ce la faccio, e sai perché? Perché lo vedo come mi guardi, lo sento come tremi quando ti accarezzo, come sospiri quando ti abbraccio, vedo i tuoi occhi felici da quando abbiamo cominciato a frequentarci, felici davvero. Io lo vedo, io capisco.

La rossa arrossì a quelle parole.

-         Ed è proprio per questo che non riesco a lasciarti andare, ed è per questo che mi arrabbio. Perché tu mi vuoi come io voglio te, perché tu mi ami come io amo te. Ma mi fa male vedere che ti ostini a negare l’evidenza, mi fa male vederti rinunciare a me, a noi, per il tuo stupido orgoglio!

Sono stufo di questa situazione! Io ti amo Lily ma non posso venirti dietro in eterno. Non posso rincorrerti per sempre, perché provo solo dolore, mi illudo e basta. Anche io ho bisogno di certezze altrimenti non riesco ad andare avanti. Non posso continuare a dirti che per me sei l’unica, non so più come farti capire che non sei solo un gioco, che sei importante. Non so più che fare. Non ce la faccio, Lily e ti giuro che ti lascerò in pace fino a quando non sarai tu a deciderti di fare qualcosa.

Fissò i suoi pozzi neri in quelli verdissimi di lei che lo guardavano sorpresi. Le sorrise dolce.

L’amava, più della sua stessa vita, ma bisognava arrivare ad una svolta e se per farla arrivare avrebbe dovuto lasciarla in pace per un po’, l’avrebbe fatto.

Lily era ammutolita. Non sapeva che dire o cosa fare, e gelò ancora di più quando udì quelle parole sussurrate sensualmente.

-         Sorprendimi, Evans.

Detto questo il ragazzo si voltò, interrompendo il contatto tra i loro occhi e prese a camminare verso il corridoio che portava alla Sala Comune di Grifondoro. La rossa lo guardava allontanarsi indecisa su cosa fare.

Fu strano realizzare di essere in movimento, fu strano capire che le sue gambe avevano deciso di muoversi senza che lei desse loro qualsiasi comando. Si ritrovò a corrergli dietro, a rincorrerlo come lui aveva fatto per tanti anni con lei. E l’orgoglio questa volta rimase indietro, aveva già fatto troppi danni.

 

Non voleva perderlo, non doveva lasciarlo andare. Bisognava risolvere quella questione prima che passasse troppo tempo. Doveva agire.

Doveva sorprenderlo.

Con rapidi passi lo raggiunse e quasi se non fosse lei ad agire, vide la sua mano posarsi sul polso di James e tirare con forza, per farlo voltare. Sentiva dentro di sé l’adrenalina crescere a dismisura al solo pensiero di quello che stava per fare

Voleva che lo sorprendesse?! Eccolo accontentato.

Vide il volto di James sorpreso ed emozionato, ed era vicino, vicinissimo. Si alzò in punta di piedi e dolce posò le sue labbra su quelle di lui. Leggera come una farfalla, delicata. Sentì dentro di lei lo stomaco rivoltarsi, il cuore che galoppava veloce, sempre più veloce. Era un semplice contatto, un bacio a stampo ma per loro significava tutto.

Niente più orgoglio, niente risate, scherzi o battutine in quel momento, solo Lily e James. Solo il loro amore.

Quasi a malincuore si staccò da lui, lentamente. Socchiuse gli occhi e li fissò in quelli color cioccolato. Erano spalancati, sorpresi, lucidi per l’emozione e le sfuggi un sorriso. James non parlava, era muto e immobile.

Le scappò un sorriso malandrino, lo aveva shoccato proprio per bene.

-         Senza parole, eh Potter?!

Soffiò sulle sue labbra. Ridendo fece per allontanarsi un poco, ma subito sentì le braccia di James stringersi intorno alla sua vita, possessive.

Le tremarono le gambe, solo a quel gesto. I loro occhi non riuscivano a staccarsi gli uni dagli altri.

-         Dove credi di andare, Evans?!

La sua voce calda, così sexi, le entrò dentro, e sentì un fiume ardente scorrerle nel cuore. Si strinse di più a lui, come se fosse possibile, visto che i loro corpi erano completamente appiccicati, uniti. Portò le braccia dietro il suo collo e prese ad accarezzare i suoi capelli nerissimi. In quei mesi lo aveva fatto molte volte, ma quella sera era diverso, era un gesto più intimo che aveva il potere di annientarla.

Gli rispose con un filo di voce.

-         E tu quando credi che mi lascerai andare Potter?!

Mai. Era quella la risposta che desiderava.

-         Mai. Adesso che ti ho trovata, dopo ben sette anni, non credere che ti lascerò andare così facilmente!

Lei sorrise a quelle parole.

-         Mmm, credo si possa fare! Però ricordati Potter, che dovrai sottostare a delle regole. Sono io quella che comanda tra noi due.

Il ghigno malandrino sul volto di lui la sciolse completamente, e dubitò fortissimo di quelle parole. Come poteva comandare lei se lui, solo con un sorriso sapeva come farla crollare?!

Molto probabilmente lo stava pensando anche lui, visto che la sua faccia era furba come quella di un bambino che ha appena fatto una marachella e che è riuscito a sfuggire ai rimproveri della mamma.

Contagiata da quel sorriso, sorrise anche lei, incantata.

-         Mi piace che parli di “noi”. E io sono ai tuoi piedi Lily Evans da quando avevo undici anni. Ora però basta con le chiacchere. Sbaglio o l’altra sera mi hai negato qualcosa?!

Arrossì un poco sotto il suo sguardo. Come poche sere prima si sentì bruciare al pensiero di baciarlo, di baciarlo davvero. Lo voleva con tutto il suo corpo, sentiva che non avrebbe resistito a lungo, e anche lui la voleva. Erano sette anni che aspettava.

-         Non hai già ottenuto quello che volevi?

Chiese, birichina.

-         Quello era solo un assaggio.

Lily non ebbe nemmeno il tempo di comprendere quelle parole che lo vide chinarsi sul suo viso. I loro occhi non si staccavano neanche per un momento, stregati. Sentire i loro respiri fondersi l’uno con l’altro li stava facendo impazzire, e la voglia, il desiderio, di stare sempre più vicini, di unirsi e non separarsi mai li stava sopraffacendo. Lily si accorse che le mani di James, che erano salite ad accarezzarle il viso, tremavano, e si sentì calda dentro a quella consapevolezza. Avvertire che la toccava come se fosse l’oggetto più prezioso della terra la rendeva felice, euforica. Sentì il bisogno si avvicinarlo ancora di più e quando le loro labbra si sfiorarono credette che sarebbe morta in quel momento. Non riusciva a capacitarsi di come aveva potuto tenere a bada quell’attrazione per tutti quei mesi, era troppa ed adesso stava venendo fuori tutta insieme.

L’aria tra loro era elettrica, piena di magia. Erano elettrizzati, innamorati, due calamite che stanno per congiungersi.

James le passò delicato una mano tra i capelli rosso fuoco e le accarezzò la nuca con le dita. Lily sentì le gambe cedere e contribuì anche lo sguardo intenso che lui le rivolse. I suoi occhi di cioccolata erano pieni d’amore, belli come solo lui li aveva. James si avvicinò lentamente al suo volto e annullò la distanza tra di loro. Piano prese a baciarle le labbra, con lentezza, con passione. Lei mugolò di piacere, e gli strinse spasmodicamente le mani sulla nuca.

James era travolto dalle emozioni che lei riusciva a scatenargli, si abbandonò completamente al piacere di averla lì tra le sue braccia. Piano le prese il labbro inferiore tra le labbra e cominciò a baciarlo, a mordicchiarlo.

I sui gemiti, i suoi sospiri lo mandavano fuori di testa.

Stava baciando Lily, la sua piccola fiera grifondoro.

Fu con impazienza che decise di approfondire quel bacio. Aveva bisogno di sentirla.

Chiese con garbo l’accesso alla sua bocca, che naturalmente non gli venne negato.

Non quella volta. Lily lo voleva, voleva lui più di qualsiasi cosa al mondo, e poco le importava di essere nel bel mezzo di un corridoio.

Sentirlo lì vicino a lei, la mandava su di giri.

Sentire la sua mano sulla guancia che l’accarezzava dolcemente, l’altra sul fianco che la stringeva spasmodicamente, possessiva. Quella stretta voleva dire “sei mia”.

Sentire la sua lingua giocare con la sua, accarezzarla, lenta e vogliosa, era il paradiso.

E il cuore di James batteva frenetico contro il suo petto, forte, forte, come impazzito.

Sorrise dolce sulle sue labbra, e sentì un fiume di calda tenerezza scorrerle nel petto. Sapere di essere così importante per lui la disarmava, la confondeva e le piaceva. Sentire che lui, nonostante avesse baciato tantissime ragazze, scoppiasse di emozione per quel bacio, per un SUO bacio, la faceva sentire unica, speciale. E cercava di mettere tutto l’amore che provava per lui in quell’accarezzarsi di labbra, di lingue, di anime. Cercava di aprirgli il suo cuore, di fargli capire che anche lui era importante, che anche lui era speciale e unico per lei.

Seppero, in quel corridoio, di aver raggiunto l’estasi. Non un raggiungimento del piacere fisico, ma l’estasi che si raggiunge quando si sta con la persona che si ama, che per te è la persona più importante. L’estasi che rende quel momento il più perfetto della tua vita, il momento che mai verrà dimenticato. L’estasi dettata dall’amore più puro e vero che c’è, e non dal semplice piacere fisico.

Fu solo perché avrebbero rischiato di soffocare che si separarono. I loro occhi lucidi per l’emozione si incantarono di nuovo, richiamati gli uni agli altri come calamite.

-         Wow! Ce ne hai messo di tempo, eh Evans?

Il suo sussurro roco e dolce la fece rabbrividire. Gli diede un piccolo bacio a stampo, e con le labbra a un centimetro dalle sue, sussurrò sensualmente:

-         Meglio tardi che mai, Potter! E comunque è da oggi che voglio dirti una cosa.

Lo sguardo interrogativo di lui la fece sorridere.

-         Mi sono innamorata di te, James.

Si sentì fiera di sé nel pronunciare quelle parole, ed anche Jess lo sarebbe stata.

Se James era rimasto sorpreso per quel piccolo bacio che lei gli aveva dato, questo rischiò di fargli prendere un infarto. Non era pronto a quello, ma la gioia che provò fu indescrivibile. Da sempre sognava che lei un giorno potesse dirgli quelle parole, e quel giorno era arrivato.

Il sorriso che le regalò fu il più bello che avesse mai visto, e fece fare un triplo salto mortale al suo stomaco… altro che farfalle, lei sentiva gli spari…

-         Io lo sono da sempre, Lil.

Ghignò e si avventò di nuovo sulle sue labbra come se fosse l’unica cosa di vitale importanza per lui.

Come se fosse l’unica cosa per cui valesse davvero la pena vivere.

E per lui lo era davvero.

 

Quella fu una delle sere più importanti e più magiche di tutta la mia vita.

Dopo quella sera stare con lui era diventata un’esigenza incontrollabile. Avevo bisogno di averlo accanto in ogni momento della mia vita, perchè sentivo che avevamo perso già tanto tempo e volevo vivere ogni giorno godendomi attimo per attimo. Volevo godermi tutti i nostri bisticci, gli scherzi, le litigate, perché poi fare pace con lui era la cosa che più mi piaceva. Baciarlo, accarezzarlo, stringerlo forte, forte a me tutta la notte. Viverlo. 

Lo avevo respinto per tanti anni, dicendo che non faceva parte di me e della mia vita, che mi era indifferente, solo dopo aver capito quanto dipendessi da lui, capii che anche se dicevo di odiarlo, anche se lo insultavo, lui c’era sempre per me.

In tutti quegli anni lui era sempre stato una costante della mia vita, a volte una costante un po’ fastidiosa, ma c’era.

 E capii che avevamo cominciato a scrivere la nostra storia insieme a 11 anni, sull’espresso per Hogwarts.

 

Allora allora allora! Ok non mi ammazzate! Lo so che è tardissimo e che avevo promesso che avrei aggiornato prestissimo, ma sono un caso senza speranza!

Mi dispiace davvero tanto!

Questo capitolo è stato difficilissimo da scrivere. E la colpa deve essere attribuita molto alla mia pigrizia, ma anche alla sfortuna, perché verso la fine di luglio era quasi finito, e invece il computer si è fuso e puff! Niente capitolo. Avrei dovuto riscriverlo subito ma ero depressa!XD ihihih c’avevo messo tanto a scriverlo e con un attimo era tutto svanito! Sigh sigh Poi sono partita per l’inghilterra e devo ammettere che quando sono tornata un po’ di ispirazione mi era tornata ma sono mooolto pigra e  la riscrittura del capitolo è andata avanti molto lentamente… e così eccomi qui! Allora finalmente il tanto atteso bacio è arrivato! Spero vi piaccia questo capitolo!!! C’ho messo davvero il cuore perché ci tenevo a farlo come si deve.

Come avete visto James si è un po’ ribellato, anche la sua pazienza ha un limite povera stella! Ihihih però era necessario altrimenti Lily mica se la dava una mossa… se la mia Lily vi sembra un pochino paranoica, è tutto normale! XD

Spero che in questo capitolo la figura di Jess sia stata capita meglio, non vuole il peggio per Lily, e capisce anche che Lily fosse preoccupata per James nello scorso capitolo, ma lei cerca di far reagire Lily per metterla davanti alla realtà, e cioè che è innamorata di James. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, messo la storia nei preferiti e tra le seguite e un grazie speciale a che ha recensito, non vi posso rispondere uno per uno perché devo correre a dormire altrimenti mio padre sbrocca, ma vi ringrazio di cuore.

Non so quando aggiornerò la prossima volta, e non mi va di dirvi che sarà presto, quando invece di sicuro non lo sarà… però aggiornerò! Non mi piace lasciare le cose incomplete! Alla prossima!

Un bacio dalla vostra Prongsie

 

  
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