Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
Scusatemi per il ritardo rispetto al mio solito
andamento, ma ho avuto un po’ di problemi. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Ne approfitto per ringraziarvi per tutti i vostri commenti e per tutti i
complimenti che mi fate. Sono davvero lusingata. Buona lettura.
WHEN THE LOVE
CHANGES YOUR LIFE
!?...“Quando l’amore ti cambia la
vita”…!?
CAPITOLO 44
VIVERE UN
SOGNO
POV
BELLA
Non ci stavo capendo nulla. Edward era così
misterioso e io ero tremendamente curiosa. Volevo sapere dove mi avesse portata
e perché ci fosse voluto così tanto tempo. A dire il vero avevo perso la
cognizione del tempo, non avevo idea di che ore fossero ne
tanto meno avevo idea di dove mi stesse portando. Sapevo solo di essere chiusa
in un bagno con una scatola appoggiata allo sgabello e un bigliettino sopra.
Edward mi aveva fatto promettere di non sbirciare da nessuna parte e io, pur
essendo estremamente curiosa, avevo intenzione di mantenere la promessa fatta
all’amore della mia vita. Ancora non potevo crederci di stare con lui, eppure
era tutto vero. Mi decisi ad aprire il biglietto che c’era sulla scatola e ha
leggerne il contenuto. “Lo
so che ti stai mangiando le mani per la curiosità e so anche che sei tentata di
sbirciare per scoprire dove siamo, ma ti prego di non farlo, tanto fra poco lo
saprai. Indossa quello che
troverai in questa scatola e preparati. Ti amo. Edward”.
Mi conosceva benissimo e sapeva che la curiosità mi stava mangiando viva, ma
avrei resistito, l’avrei fatto per lui. Andai a farmi una doccia e mi rilassai
completamente, mi sentivo stanca anche se non avevo
fatto nulla di particolare. Dopo tre quarti d’ora uscì dalla doccia e mi avvolsi
in un accappatoio che trovai posto vicino alla doccia. Lo indossai, era panna e
di lato, all’altezza del seno c’era scritto in corsivo dorato “Hermes”. Eravamo
in un albergo, di questo ne ero sicura e già dalla
marca prestigiosa dell’accappatoio mi resi conto che non era un albergo
qualsiasi. La mia curiosità cresceva a vista d’occhio.
- Amore a che punto sei? – mi chiese Edward da
fuori la porta.
- Sono uscita adesso dalla doccia – gli dissi.
- Un’ora solo per farti la doccia? Certo che sei
proprio incorreggibile – mi disse lui ridendo.
- Tu sei pronto? – gli chiesi.
- No – mi rispose.
- E allora di che ti lamenti? – gli dissi.
- Ma io ho dovuto sbrigare una cosa, se mi fossi
andato a sistemare a quest’ora sarei prontissimo – mi disse.
- Si certo come no – gli dissi io.
- Va beh, lasciamo perdere. Tanto alla fine vinci
sempre tu. Vado a prepararmi. Per favore muoviti – mi disse.
- Hai suoi ordini maestà – gli dissi io ridendo mentre sentì anche lui ridere.
Sentì una porta chiudersi, di sicuro era andato a prepararsi.
Io, ancora in accappatoio mi asciugai i capelli e mi passai la piastra. Quando
i miei capelli assunsero la forma desiderata aprì la scatola pronta a vestirmi.
Restai basita da quello che ci trovai. C’era un completino
intimo la fine del mondo. Un reggiseno e un paio di cullettes di pizzo nero,
molto provocanti e sexy. Li indossai e poi controllai cosa contenesse il resto
della scatola. Vi era un vestitino nero a tubino senza spalline che indossai
subito. Mi stava divinamente, esaltando tutto il mio fisico e le mie forme. Vi
erano poi un paio di scarpe bordeaux dal tacco vertiginoso, un foulard, una
borsa e degli accessori, quali orecchini, bracciali e collana, dello stesso
colore. Era tutto perfetto, bellissimo, quasi un sogno, ma, ormai, mi ero resa
conto che stare con Edward era un sogno, anzi molto più di un sogno, quindi,
ormai, difficilmente mi sarei stupita di qualcosa. Mi misi tutto e poi mi
truccai. Ero pronta e in fin dei conti non ci avevo messo molto, o così volevo
credere.
- Amore sono pronta – urlai per farmi sentire da
Edward, considerando che a quanto avevo promesso non potevo uscire nemmeno da
quel bagno.
- Un attimo. Non uscire – mi urlò lui.
Finì di controllarmi, aggiustandomi ancora il
trucco, quando sentì la porta del bagno aprirsi. Mi voltai e vidi Edward in
tutta la sua bellezza. Indossava un vestito nero sportivo con una camicia
altrettanto sportiva grigia e un paio di Etnies nere. Era vestito sportivo, ma
il tutto lo rendeva anche elegante nello stesso tempo, il massimo dell’eleganza
che lui poteva mettersi addosso, o meglio che voleva mettersi addosso
considerato che la parola eleganza e la parola Edward camminavano su due binari
diversi. Lui preferiva lo sportivo sempre e comunque. Era bellissimo. Aveva i
capelli scompigliati come sempre e i suoi occhi azzurri che mi guardavano con
amore erano qualcosa a cui non si poteva resistere. Ero totalmente e
incondizionatamente innamorata di lui. Avevo passato un mese e mezzo nel buio
più assoluto, vedendo solo nero. Adesso che guardavo Edward mi accorgevo che
lui era la luce, lui era la mia luce. Ci sono periodi in cui non si fa che
vedere tutto nero. *Nero, nero, nero, vedi solo
nero, poi senti la sua voce e finalmente ti accorgi che aprendo gli occhi il
nero sparirà*. E questo era quello che
era successo a me. Avevo aperto gli occhi rendendomi conto di quello che
provavo per Edward e, finalmente, ero felice, felice come non lo ero mai stata
in vita mia.
- Cos’è non hai mai visto una ragazza? – gli chiesi
vedendo che mi fissava e sembrava in trans.
- Di ragazze ne ho viste a bizzeffe, ma tu le
superi di gran lunga tutte. Non ho mai visto qualcosa di più bello di te – mi
disse lui avvicinandosi a me.
- Io si – gli dissi.
- E cosa? – mi domandò.
- Tu. Sei la cosa più bella che mi sia capitata
nella vita e quando dico “la cosa più bella” ovviamente non intendo solo
fisicamente – gli dissi io.
Lui si avvicinò a me e mi baciò
con passione, uno di quei baci che solo lui era capace di dare.
- Ti amo – mi disse lui.
- E io ti ho sporcato – gli dissi notando che aveva
le labbra sporche del mio rossetto.
Presi un fazzolettino e gliele pulì, quando
terminai staccai le mani dalla sua bocca, ma lui li prese tra le sue e me le
baciò.
- Ti amo anch’io – gli dissi dandogli un bacio a
fior di labbra per non sporcarlo di nuovo.
- Devi rimetterti questa – mi disse uscendo dalla
tasca la benda di prima.
- Non posso solo limitarmi a chiudere gli occhi? –
gli chiesi.
- Assolutamente no. So che sbirceresti – mi disse
lui.
- Va beh lasciamo perdere. Mettimi questo affare,
però prima un bacio – gli dissi sorridendogli mentre lui si avvicinò a me e mi baciò.
Quando le nostre labbra si staccarono prese la
benda e mi coprì gli occhi, dopodichè mi prese per
mano, intrecciando le sue dita con le mie e mi fece uscire dal bagno. Uscimmo
dalla stanza e prendemmo di nuovo l’ascensore, poi mi fece uscire fuori
probabilmente, perché sentì il cambio di temperatura tra il dentro e il fuori,
anche se fuori si stava davvero bene, del resto eravamo a Giugno. Mi fece
salire su un auto e poi mi strinse a se baciandomi il
collo. Ok che avevo la benda, ma non poteva fare così, altrimenti ci avrei
messo trenta secondi a togliermela e buttarmi addosso a lui come se fossi una
maniaca. Dopo un paio di minuti, mi fece scendere dall’auto.
- Adesso siamo arrivati davvero – mi disse lui.
- Posso togliermi questo affare? – gli chiesi.
Lui non mi rispose, ma mi fece fare due passi, poi
mi posizionò frontalmente a qualcosa e mi mise l’i-pod alle orecchie con
sottofondo Claire De Lune, quella che, ormai, io avevo ribattezzato la nostra
canzone. Appena le dolci note della melodia iniziarono a risuonare nelle mie
orecchie, sentì le mani di Edward che mi toglievano la benda. La musica era
molto bassa, era un sottofondo, quindi potevo sentire tutti i rumori attorno a
me. In pochi attimi riaprì gli occhi e ciò che mi si parò davanti mi lasciò
completamente basita. Potevo immaginarmi di tutto, qualunque cosa, ma di certo
non quella. Come ci eravamo arrivati fino a lì? Adesso capivo il perché di
tutto quel mistero da parte di Edward. Era una vera e propria pazzia.
- Ma sei pazzo? – gli dissi voltandomi verso di lui
che fino a quel momento mi stava cingendo i fianchi con le sue braccia.
- Si, sono pazzo, sono
pazzo di te – mi disse lui baciandomi a fior di labbra.
Quando mi staccai da lui, tornai ad osservare
quello che si parava di fronte a me.
- E’ bellissima – dissi io.
Davanti a me, in tutta la sua estrema ed elegante
bellezza, c’era la Torre Eiffel. Quel pazzo del mio ragazzo mi aveva portata a
Parigi, la città degli innamorati, la città più romantica al mondo. Ancora non
potevo crederci. Tutto intorno a noi era illuminato, compresa la torre. Mi
sembrava di essere dentro una cartolina, era tutto così perfetto, così magico,
ma soprattutto così romantico. Ciò che rendeva il tutto ancora più bello era il
fatto che Edward fosse al mio fianco e che mi amasse come io amavo lui.
- Sei tu ad essere bellissima – mi disse lui.
Mi buttai addosso a lui e lo bacia con grande
passione, cercando di mostrargli così tutto l’amore che provavo per lui, un
amore immenso, infinito, puro. Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi e
guardare il modo in cui Edward mi guardava mi fece capire che ero la ragazza
più fortunata del mondo. A volte si pensa che nella vita vada tutto uno schifo,
che l’amore non è fatto per noi, che la fortuna abbia dimenticato il nostro
indirizzo, che siamo così sfigati da smettere perfino di sognare e io l’ho
pensato tutto questo. Per anni mi sono chiusa in una bolla di vetro pensando di
essere sbagliata, ma poi ho incontrato Edward ed è stato allora che ho iniziato
a vivere, è stato allora che mi sono resa conto che non era colpa mia, che
tutta quella situazione non dipendeva da me, ma semplicemente era colpa di
tutto quello che mi stava attorno, era il mondo ad essere sbagliato, non io. Mi
sono innamorata di lui senza nemmeno rendermene conto, accorgendomene solo
dopo, forse, perché non credevo fosse possibile, forse, solo perché mi volevo
ostinare a vederlo solo come un amico. Solo adesso mi rendo conto che
innamorarsi è una delle cose più splendide e improvvise che possano succedere.
Succede sempre per caso, per destino, mai per forza perché non possiamo essere
noi a decidere chi amare, non possiamo impegnarci per innamorarci ne tanto meno ci possiamo imporre la volontà di non farlo.
Succede e basta, ad un tratto ti rendi conto che nella tua vita sta iniziando
la magia, quella che è iniziata a me e adesso non faccio altro che sentire il
costante ed incessante desiderio di non far scomparire quella magia che rende
tutto così meraviglioso. Sono innamorata, innamorata persa, innamorata di un
amore unico come solo quello verso di Edward può esserlo. Lo amo, amo tutto di
lui, amo la sua voce, il suo viso, il suo sorriso, il suo essere speciale con
me, amo l’amore che prova per me, amo tutto di lui, tutto ciò che fa e il modo
in cui lo fa, amo le cose che dice, tutto, lo amo e basta, lo amo con tutto il
cuore, lo amo perché è la mia unica ragione di vita. Adesso capisco cosa sia in
realtà l’amore, l’amore è qualcosa di indescrivibile, un’emozione troppo forte,
forse, anche l’unica incontrollabile, è qualcosa che non si può fermare, se
ami, ami è basta, non ci puoi fare nulla. Ho sempre creduto che la perfezione
non esistesse, che nessuno fosse perfetto, ma questo era prima che conoscessi
lui, questo lo pensavo prima di incontrare il mio angelo.
- Ti amo così tanto che non riesco nemmeno a
spiegartelo – gli dissi mentre i miei occhi erano incastonati nei suoi.
- Lo stesso vale per me. Sei tutta la mia vita – mi
disse lui dandomi un bacio a fior di labbra.
- Durerà? – gli chiesi facendomi sopraffare dalle
mie paranoie.
- Cosa durerà? – mi chiese lui stranito dalla mia
domanda.
- Il nostro amore. Durerà o sarà soltanto un amore
che si rivelerà una chimera, qualcosa che può sparire alle
luce del mattino come un sogno? – gli chiesi.
- Bella mi spieghi perché ti fai queste paranoie? –
mi chiese lui serio.
- Perché nella mia vita ho imparato che le cose
belle prima o poi finiscono – gli dissi io sincera.
- Finiscono perché siamo noi a volerle fare finire.
Io ti amo più della mia vita e te lo dimostrerò ogni giorno che passeremo
insieme, e stai sicura che ne passeremo di tempo insieme. C’è solo una cosa che
voglio più di ogni altra ed è stare con te. Voglio trascorrere tutta la mia
vita con te al mio fianco, voglio che sia tu quella che vedo accanto a me
quando mi sveglio al mattino, voglio che sia tu quella
da stringere tra le mie braccia, voglio che sia tu quella che stia al mio
fianco. Noi due staremo insieme per sempre. Sarai tu l’unica donna della mia
vita, sarai tu quella che mi starà accanto per sempre, sarai tu la madre dei
miei figli, sarai tu che mi vedrai crescere e invecchiare, sarai tu quella che
mi aiuterà a camminare quando sarò troppo vecchio per reggermi in piedi da
solo, sarai tu quella che mi terrà compagnia ogni giorno della mia vita. Noi
due ci ameremo fino alla fine, anzi noi ci ameremo per tutta l’eternità, perché
nemmeno la morte riuscirà a fare nulla contro il nostro amore – mi disse lui
guardandomi intensamente negli occhi.
Mentre lui parlava mi immaginavo tutto quello che
diceva, mi immaginavo io e lui affrontare la quotidianità insieme, mi
immaginavo sdraiati sulla spiaggia abbracciati mentre
lui mi toccava il pancione con dentro suo figlio, mi immaginavo noi due mentre
prendevamo in braccio il frutto del nostro amore, mi immaginavo io e lui il
giorno del matrimonio, mi immaginavo insegnare ai nostri figli a parlare, a
camminare, mi immaginavo vederli crescere mentre io e Edward cercavamo di
aiutarli ad affrontare i problemi dell’adolescenza, mi immaginavo loro, ormai,
grandi andarsene, mi immaginavo noi, ormai, vecchi farci compagnia a vicenda e
aiutarci. Mentre lui parlava mi era passata davanti agli occhi la vita
splendida che avrei potuto avere con lui, anzi, la vita che avrei sicuramente
avuto con lui e in un attimo non ebbi più dubbi. Io e Edward saremmo rimasti
insieme sempre e saremmo stati felici solo stando insieme.
- Sempre? – gli chiesi sorridendogli.
- Sempre e per sempre – mi rispose lui sorridendomi
anche lui e baciandomi.
Un bacio passionale con una romantica Parigi come
sfondo, non potevo desiderare nulla di meglio.
- La sorpresa non è ancora finita – mi disse lui
staccandosi dalle mia labbra.
- No? – gli chiesi stupita.
- Pensavi davvero che ti avessi fatta vestire così
solo per portarti qui? – mi chiese.
- A dire il vero si – gli dissi.
- Beh, ti sbagliavi – mi disse lui sorridendomi.
- A proposito di come mi hai fatto vestire,
qualcosa mi dice che c’è lo zampino di qualcun altro dietro questo
– gli dissi io indicando il mio vestitino e sorridendo beffarda.
- Cosa te lo fa credere? – mi disse lui
sorridendomi ingenuamente.
- La biancheria intima – gli dissi senza problemi.
- Dovrò controllare allora – mi disse lui
malizioso.
- Sarà un piacere – gli risposi maliziosa anch’io.
- Comunque sono state Alice e Rose. Le ho chiamate
stamattina mentre dormivi per dirgli di preparare tutto, anche questo è opera
loro – mi disse indicando il suo vestito.
- Quindi loro sanno che siamo qui? – gli chiesi.
- Loro sanno che ti portavo da qualche parte, ma
non gli ho detto dove. Volevo che fossi tu la prima a saperlo – mi disse lui
sorridendomi.
- Potevo aspettarmi di tutto, ma non questo. Tu lo
sai che questa che hai fatto è una follia? – gli chiesi.
- E tu non lo sai che l’amore è folle? – mi disse
lui di rimando.
- Inizio a capirlo – gli dissi sincera.
- E poi anche tu non è che sei stata tanto più
razionale. Sei venuta da me da sola senza sapere bene
dove trovarmi e senza portare nulla con te – mi disse lui.
- Non avevo tempo di fare le valigie, dovevo andare
a riprendermi ciò che era mio e non potevo più aspettare. Ho aspettato fin
troppo – gli dissi sorridendogli.
- Condivido in pieno. Sei proprio ceca, lasciatelo
dire – mi disse lui.
- Hai ragione – gli dissi.
- E anche ottusa – aggiunse lui.
- Condivido – gli dissi.
- E dura di comprendonio – continuò lui.
- Hey signorino basta prendermi in giro – gli dissi
dandogli un buffetto sulla spalla.
- Dico solo la verità – mi disse lui ridendo.
- Ah si? – gli dissi facendo la finta offesa.
- Si certo, ma sai una cosa? Ti amo anche per
questo – mi disse scompigliandomi in capelli.
- Io, invece, in questo momento ti odio. I capelli
no. Sistemameli adesso – gli dissi mettendo il broncio.
- Questa cosa di odiare non te la levi dalla bocca,
non è vero? – mi disse lui sorridendomi e aggiustandomi i capelli.
- Mi dispiace per quella volta. Ero arrabbiata non
volevo dirti quelle cose – gli dissi rattristandomi al pensiero della litigata
che avevamo avuto tempo prima e alle cose che gli avevo detto in
quell’occasione.
- Hey, stavo solo scherzando. Non puoi sempre
chiedere scusa per quella storia. Lo so che non pensavi quelle cose, quindi
smettila, non posso parlare cercando di controllare quello che dico per non
rattristarti. Il passato è passato, non importa più. E poi lo so che eri
arrabbiata e le hai dette solo per questo motivo – mi disse lui appoggiando la
sua mano sul mio mento per farmi sollevare la testa.
- Hai ragione, non pensiamo più. Oggi, te l’ho già
detto che ti amo? – gli chiesi.
- Direi un miliardo di volte, ma mi piace
sentirmelo dire – mi disse lui sorridendomi.
- Ti amo – gli dissi.
- Anch’io. Adesso vieni con me. La seconda parte
della sorpresa ci attende – mi disse lui prendendomi per mano e trascinandomi
con se.
Attraversammo la strada e camminammo per circa
cinque minuti, prima di arrivare in un grandissimo ristorante. L’insegna era
luminosa e grande e il locale già da fuori aveva un’aria di romanticismo senza
eguali. Entrammo e subito un cameriere ci venne incontro. Edward gli disse il
suo nome e il cameriere ci sorrise e subito ci disse di seguirlo verso il
tavolo prenotato. Notai che c’erano tante persone nel locale e sembrava tutta
gente altolocata, ma la cosa non mi stupì molto considerato che il ristorante
era, forse, uno dei più chic di Parigi e una sola cena lì sarebbe costata un
occhio della testa, quindi non era per tutti. Edward era davvero pazzo. Certo
noi non avevamo problemi economici, ma esagerare in quel modo era da veri
pazzi, anche se comunque mi faceva piacere che avesse organizzato tutto quello.
La nostra mi sembrava tanto una fuga romantica, e, forse, in fondo lo era, ma
dopo tutto quello che avevamo passato un momento come
questo c’è lo meritavamo davvero. Percorremmo tutta la sala del ristorante e
notai che molta gente ci guardava soprattutto giovani, ma soprattutto le
ragazze che sembravano lasciare gli occhi addosso ad Edward, mentre a me mi guardavano con sguardi di fuoco. Sarei andata volentieri
a prenderle a sberle solo per aver guardato il mio amore, ma dovevo abituarmi a
tutto questo. Edward era un ragazzo dalla bellezza eterea, un genere di
bellezza che non passa inosservata. Lo guardai e lui mi sorrise stringendo di
più la mia mano, forse, avendo intuito il mio problema in quel momento e fu
allora che anch’io sorrisi sincera poiché mi resi conto di una cosa importante.
Edward poteva avere tutte le ragazze che voleva, ma aveva scelto me, era me che
amava e nessuna me lo avrebbe portato via. Potevano guardarlo quanto volevano e
potevano pure fantasticare su di lui tutte le volte che volevano tanto solo
quello gli sarebbe rimasto. Nessuno lo avrebbe toccato, nessuno lo avrebbe
avuto a parte me. Senza accorgermene mi ritrovai nella terrazza del ristorante
e notai che c’era un solo tavolo apparecchiato in modo molto romantico. Un
tavolo rotondo apparecchiato con una tovaglia bianca e circondato da due sedie
simili a troni faceva bella mostra nell’ampia terrazza. Sopra la tovaglia c’era
un candelabro con tre candele panna accese, dei bicchieri di cristallo e piatti
e posate ben sistemati. In una estremità c’era il
cestino con il ghiaccio che conteneva lo champagne per essere mantenuto freddo,
mentre dall’altra parte c’erano una composizione di rose gialle che abbellivano
il tavolo rendendolo più romantico. Il tavolo era sistemato al margine della
terrazza, molto vicino alla balaustra, quindi si poteva notare tutto il
paesaggio attorno e solo allora mi resi conto che ad abbellire il tutto avevamo
come sfondo la torre Eiffel illuminata, che rendeva tutta quella situazione
ancora più magica e romantica. Il cameriere ci fece accomodare e, una volta
seduti ci diede due menù e poi si allontanò dicendo che sarebbe passato poco
dopo per le ordinazioni.
- E’ bellissimo questo posto – dissi a Edward che
era seduto di fronte a me.
- Davvero ti piace? – mi chiese lui sorridendomi.
- E me lo chiedi? E’ un sogno. Ho perfino paura di
svegliarmi e scoprire che mi sto immaginando tutto – gli dissi sincera.
- Sei tu che sei un sogno. Da quando ti conosco per
me sogni e realtà sono diventati la stessa cosa – mi disse lui.
- Una volta su un libro ho letto una cosa a
proposito dei sogni. C’era una domanda che diceva: “La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?”. Sono
sempre stata convinta che fossero i sogni ad aiutare a vivere meglio, ma da
quando conosco te mi sono dovuta ricredere, è la vita ad essere un sogno – gli
dissi sorridendo.
- Condivido con te. Tu sei il mio sogno – mi disse
lui.
- A proposito di sogni, c’è qualcosa di cui
dobbiamo parlare noi due, qualcosa che dobbiamo chiarire perché quello che hai
detto ieri non mi è piaciuto per niente. Non sarò io la causa per cui
rinuncerai a quello per cui hai lottato per tanto tempo – gli dissi pronta ad
affrontare il discorso sul basket e sulla sua possibile decisione di lasciare
la squadra e tornare a Phoenix.
- Bella, non adesso, non stasera. Godiamoci questa
serata, ne parleremo un’altra volta – mi disse lui.
- Si, forse hai ragione,
ma ne riparliamo e non transigo – gli dissi.
- Cosa prendi tu? – mi chiese cambiando discorso.
- Non saprei. Qui non si capisce nulla – gli dissi
notando che nel menù c’erano piatti tipici francesi dai nomi impronunciabili.
- L’ho notato. Forse, conviene che ci facciamo
consigliare dal cameriere – mi propose lui.
- Proposta accettata – gli dissi.
Continuammo a parlare per alcuni minuti poi un
cameriere si avvicinò al tavolo con un sorriso a trentadue denti. Non era
quello di prima, ma un altro.
- Excusez, que vous avez décidé chose ordonner? –
ci chiese il cameriere.
Decisamente non era quello di prima. Questo parlava
francese, mentre l’altro inglese ed era facile comunicare.
- Elle chose nous conseille? – gli chiese Edward
con accento francese quasi perfetto.
Non sapevo che parlasse il francese. Io a malapena
conoscevo qualche parola e lui, invece, sembrava piuttosto disinvolto a parlare
questa lingua.
- Je vous conseillerais le
menù spécial avec plats typiques français différents – gli rispose il
cameriere.
Non per sembrare ignorante, ma che cavolo stavano
dicendo? Non avevo capito una sola parola di quello che avevano detto.
- Lui consiglia un menù vario con piatti tipici
francesi, che dici? – mi disse Edward.
- Si ok vada per questo – gli risposi io.
- Cela va bien – disse Edward al cameriere.
-
En outre, si je peux me permettre, comme plat final je vous conseillerais des
escargots excellents – disse il cameriere a Edward.
Non avevo capito niente di quello che aveva detto,
ma una parola la conoscevo bene: escargots. Io non avrei mai mangiato lumache.
- No, che schifo – mi lasciai scappare io senza
nemmeno accorgermene, mentre Edward mi fulminò con lo sguardo.
In effetti non era molto educato dire
che schifo riferito a qualcosa da mangiare, ma soprattutto non era educato
farlo in un locale come quello e riferendosi a una delle specialità tipiche di
quella meravigliosa città.
- Je n'ai pas compris – mi disse il cameriere
mentre io lo guardavo stranita.
Cosa aveva detto?
- Les escargots ne
plaisent pas à ma fille, donc tu ne leur apportes pas – gli disse Edward
venendo in mio soccorso.
- Certainement – gli rispose il cameriere
sorridendoci e allontanandosi.
- Magari la prossima volta evita di fare commenti
così espliciti – mi disse Edward ridendo.
- Mi spiace, mi è scappato, ma le escargots fanno
schifo davvero – gli dissi io disgustata al solo pensiero di dovermi mangiare
quelle cose.
- Beh, in effetti sono
proprio brutte – mi disse lui sorridendomi.
- Comunque, tu parles français? – gli dissi io cercando di posizionare bene l’accento.
- Certainement demoiselle – mi rispose lui.
- Sono sconvolta. Io non ne avevo idea. Questa tua
dote segreta non la conoscevo – gli dissi sinceramente stupita.
- Adesso la conosci. Comunque non è che parlo
proprio il francese, diciamo solo che me la cavo. Riesco a farmi capire e a
capire cosa dicono – mi disse lui.
- A me sembrava invece che te la cavassi piuttosto
bene, comunque come fai a saperlo parlare? – gli chiesi seriamente curiosa.
- Aveva una vita che volevo venire a Parigi e un
paio di anni fa ho avuto l’occasione di farlo. Mamma doveva progettare una
villa qui e siccome sapeva che il mio sogno era visitare questa magnifica città
mi ha portato con sé. Siamo rimasti quasi un mesetto e io l’ho trascorso tutto
il tempo in giro, così ho iniziato a parlarlo, poi quando siamo tornati a casa,
ho seguito dei corsi per impararlo meglio, perché sarei voluto tornare
volentieri. Ho frequentato un paio di mesi, ma poi ho lasciato il corso perché
mi scocciavo, avevo altro da fare, ma qualcosa l’ho imparata lo stesso – mi
spiegò lui.
- Immagino cosa altro avevi da fare, ma meglio non
commentare. Comunque diciamo che il soggiorno qui e quel corso ti hanno aiutato
tantissimo. Parli bene questa lingua, io, invece, so a malapena quattro parole
precise – gli dissi.
- E’ una bella lingua tutto sommato – mi disse lui.
- Un giorno dovrai insegnarmi ciò che sai – gli
dissi io.
- La vedo difficile. Insegnarlo a te sarebbe come
insegnarlo ai bambini di due anni – mi disse lui ridendo.
- Mi stai dando dell’ignorante? – gli dissi facendo
la finta offesa.
- No, dico semplicemente che ci metteresti una vita
per imparare – mi disse lui continuando a prendermi in giro.
- Grazie della fiducia – gli dissi facendogli un
sorriso sarcastico.
- Prego – mi disse lui ancora ridendo.
Mamma mia quanto era bella mentre rideva, non c’è
la facevo a vederlo così e a stare ferma. Mi sarei volentieri buttata addosso a
lui, ma non era ne il momento ne il luogo adatto per
farlo.
- Come mai c’è solo il nostro tavolo qui? – gli
dissi notando che era strano che in una bella serata come quella, in terrazza,
ci fosse solo il nostro tavolo.
- Ho affittato tutta la terrazza – mi disse lui
come se fosse la cosa più normale del mondo.
- Ma sei pazzo? – gli dissi stupita.
- Si, sono pazzo di te, e
poi volevo solo un po’ di privacy tutto qua – mi disse lui regalandomi il suo
sorriso sghembo che tanto amavo.
Restammo a chiacchierare lì per un po’, poi il
cameriere ci portò le ordinazioni. Notai che la cucina francese era
completamente diversa da quella americana, non soltanto per quello che
cucinavano, ma anche per il modo in cui lo cucinavano. Mangiammo accompagnando
il tutto da un ottimo vino e quando terminammo io mi sentivo piuttosto sazia.
Restammo a chiacchierare per un po’, fino a quando Edward si alzò dalla sedie e mi venne incontro porgendomi la mano per farmi
alzare. Io lo feci e quando fui in piedi lui mi tirò a se e mi diede un bacio a
fior di labbra.
- Me lo concedi un ballo? – mi chiese.
- Lo sai che non so ballare – gli dissi.
- Ma io si. Seguirai me –
mi disse lui.
- Ma non c’è nemmeno la musica – continuai io, ma
nemmeno il tempo di finire di parlare che le note di Claire De Lune si
diffusero per tutta la terrazza.
- Adesso c’è l’abbiamo – mi disse portandomi al
centro della terrazza e iniziando a farmi volteggiare nell’aria.
- Tu sei un folle lo sai? – gli dissi.
Aveva organizzato tutto quello in poche ore ed era
tutto magnifico, tutto perfetto, non poteva succedere niente di più bello,
ormai.
- Sai perché prima ti ho fatto ascoltare questa
canzone e adesso te la sto facendo ballare? – mi chiese lui senza rispondere
alla mia domanda.
- Perché è la nostra canzone. Era in sottofondo
nello stereo ieri sera, quando abbiamo fatto per la prima volta l’amore – gli
dissi.
- Pensavo ti fosse sfuggito, invece, no. Sono
contento – mi disse lui.
- Non mi sfugge niente di quello che faccio con te
– gli dissi sincera.
Avevo impressi nella memoria tutti i momenti
passati con lui, ogni singolo momento, anche quelli più insignificanti, quelli
più banali. Erano tutti rinchiusi dentro di me e mai e poi mai sarei riuscito a
dimenticarmeli. Quando le note di Claire De Lune terminarono, la musica rimase
solo un lontano ricordo e io e Edward ci appoggiammo alla balaustra osservando
il bellissimo panorama che si poteva scorgere. Si vedeva gran parte di Parigi in
tutta la sua bellezza, con migliaia di luci colorate e la torre era fantastica,
perché da quella posizione la si poteva vedere facilmente per intero. Dopo un
po’ di tempo notai che un pezzo di cielo si colorava di frammenti di luce di
ogni colore e il rumore di quei disegni del cielo mi fece capire che erano dei
fuochi d’artificio. Io mi misi ancora più vicino alla balaustra intenta a
guardare il cielo che si tingeva di mille colori e Edward che fino ad allora era stato al mio fianco si posizionò dietro di me
cingendomi la vita con le sue braccia. Era tutto così romantico. Io e l’amore
della mia vita in quella posizione in una terrazza dove si vedeva tutta Parigi,
mentre guardavano i fuochi artificiali nel cielo. Una sensazione di benessere
mi invase e mi resi conto che questa sensazione l’avrei avuto per sempre se al
mio fianco avrei avuto Edward. Continuai a guardare il cielo e quelle luci di
colori e tutto mi sembrava magico. I fuochi d’artificio erano qualcosa che
avevo sempre amato, ma adesso che mi trovavo in una situazione così li adoravo
ancora di più. Dopo un po’ le luci colorate si trasformarono in luci bianche e
i disegni nel cielo erano ancora più belli. Sembravano formare una fontana,
erano fantastici. Dopo un po’ anche quelli terminarono e si sentì un boato più
forte che segnava la fine di quello sparo così bellissimo. Stavo per abbassare
gli occhi, quando un altro rumore di bombe attirò la mia attenzione e mi fece
alzare di nuovo gli occhi al cielo, mentre Edward mi stringeva sempre più forte
a sé. Alzai gli occhi e ciò che vidi mi lasciò basita. Fino a pochi secondi
prima credevo che non sarebbe potuto succedere nulla di più bello, poiché
credevo che già ero arrivata all’apice, ma adesso
dovevo ricredermi. Il mio cuore cominciò a battere forte, così forte che avevo
paura che volesse uscirmi dal petto, così forte che avevo paura che tutti
potessero sentirmi, che tutti potessero leggere quella scritta nel cielo
proprio come la stavo leggendo io in quel momento. Lì, in alto, in mezzo al
cielo una scritta di luci bianche che contrastavano il nero del cielo spiccava
inesorabile. “Bella ti amo”.
- Sopra ogni cosa – aggiunse Edward a voce
bassissima.
In pochi attimi quella scritta scomparve e il cielo
tornò ad essere nero, ma ricoperto di puntini bianchi
che erano le stelle. Io non potevo crederci, eppure era tutto vero. Voltai la
testa di lato dando un bacio sulla guancia a Edward che aveva la testa
appoggiata alla mia spalla, poi mi voltai trovandomi di fronte a lui. Sentivo
gli occhi pensanti, sapevo che di lì a poco avrei pianto, ma quelle erano
lacrime di gioia, di felicità, una felicità talmente grande che non sapevo
neppure se sarei riuscita a contenerla tutta. Mi avvicinai alle sue labbra
senza dirgli nulla e lo baciai. Un bacio dolce, carico di amore, tutto quello
che io avevo dentro di me per lui e subito sentì le mie guance bagnarsi. Come
avevo previsto le lacrime iniziarono a scendere copiose sul mio viso. Edward se
ne accorse e si staccò da me asciugandomi le guance. Poi, mi sorrise e mi diede
un bacio sulla fronte.
- Come faccio a farti capire quanto ti amo? – gli
chiesi.
- Lo so già. Me lo fai capire senza accorgertene,
ma lo fai – mi disse lui.
- Io non sono sicura di meritarmi una persona come
te. Ho fatto così tanti sbagli, ma soprattutto mi sono comportata così male con
te – gli dissi.
- Ma cosa stai dicendo? Forse, sono io che non mi
merito te. Tu ti sei comportata sempre al meglio – mi disse lui.
- Lo dici solo perché non vuoi vedere la realtà –
gli dissi io.
- L’amore è cieco, non lo sapevi? – mi disse lui
sarcastico.
- Sono fortunata ad avere te, ad essere amata da te
– gli dissi io.
- Anch’io lo sono – mi disse lui.
- Ti amo da morire, senza eccezioni ne limiti – gli
dissi.
- Ti amo anche io. Più di quanto tu creda – mi
disse baciandomi.
Restammo in quella terrazza a coccolarci per un
po’, poi, verso le tre di mattina tornammo in albergo. Notai con mia grande
sorpresa che l’albergo era bellissimo. Era enorme e molto romantico, arredato
in stile del diciottesimo secolo. L’attico era bellissimo, dipinto di giallo e
anche il resto era di una bellezza senza eguali. Salimmo in camera prendendo
l’ascensore e davanti alla porta della camera notai che c’era scritto: “Suite 723”. Aveva prenotato anche una
suite, era proprio pazzo. Edward inserì la scheda e aprì la porta. C’era una
meravigliosa stanza da letto decorata in panna e dorato e un salottino dello
stesso colore. Era fantastico, c’erano anche due bagni, ma quello l’avevo già
visto e l’altro era molto simile al primo. Mi affaccia al balcone e notai che
anche da lì la vista era favolosa. Il balcone si affacciava, infatti, di fronte
alla torre ed era magnifico.
- E’ bellissimo – dissi io mentre Edward si buttò a
peso morto nel letto.
- Si, in effetti, è bello
davvero – mi disse.
- Ma tu sei più bello – gli dissi buttandomi sopra
di lui e baciandolo.
Il bacio presto divenne passionale e in pochissimo
tempo ci trovammo a spogliarci con passione e a fare l’amore desiderando di
unirci in un solo corpo. Con lui era tutto diverso, con lui facevo l’amore,
mentre con gli altri era stato solo sesso. Con lui c’era un trasporto emotivo
fortissimo e io sentivo la necessità di unirmi a lui in un unico essere, perché
questo mi faceva sentire ancora più unita a lui, mi faceva sentire inseparabile
da lui. Quando facevamo l’amore univamo i nostri corpi formando una sola anima.
Facemmo l’amore per tutta la notte, fino a quando, ormai, stremati ci
addormentammo ognuno nelle braccia dell’altro. La mattina seguente mi svegliai
tra le sue braccia con il cuore che mi scoppiava di felicità. Lentamente mi
alzai dal letto e chiamai quello del servizio in camera per farci portare la
colazione a letto e in pochi minuti un cameriere bussò alla porta con un
carrello pieno di cibo. Lo sistemai vicino al letto e poi tornai tra le braccia
del mio angelo, che si svegliò subito baciandomi le labbra con dolcezza.
- Buongiorno amore mio – mi disse lui.
- Buongiorno. Ho fatto portare la colazione – gli
dissi.
- Bravissima. Sei proprio una donna da sposare – mi
disse lui per prendermi in giro.
- Molto divertente – gli dissi afferrando un
cornetto e iniziando a mangiarmelo.
Per il resto della colazione continuammo a ridere e
scherzare, poi mi tuffai di nuovo nelle sue braccia e lo riempì di baci
dappertutto. Si mise a pancia in sotto e io gli saltai sopra, continuando a
baciarlo dove capitava, mentre lui rideva. Sembravamo due bambini, ma era
bellissimo, perché quello era un momento di quotidianità che stavamo vivendo e
sapere che ne avremmo vissuto altri mille come quelli mi rendeva ancora più
felice. Lo amavo da impazzire e avrei fatto di tutto per renderlo sempre felice
e per non deluderlo mai.
Vestiti, scarpe e accessori Bella:
Vestiti e scarpe Edward:
La torre Eiffel quando Edward toglie la benda a
Bella:
La cena a lume di candela al ristorante:
La visuale dalla terrazza del ristorante:
Il risveglio di Bella e Edward:
* La frase tra gli asterischi non è di mia invenzione, ma di eMiLyBlOoD. Ne approfitto per ringraziarla infinitamente
per le sue frasi sempre perfette e meravigliose. Grazie mille tesoro.
SPOILER:
Pov Emmett
- Io ti devo fare i
miei più sentiti complimenti. Una sorpresa come la tua è davvero un sogno da
ricevere – gli disse Alice.
- Ecco che
ricominciano – mi lasciai sfuggire io beccandomi un
occhiataccia sia da Alice sia da Rose.
- In
effetti è stato bellissimo. Parigi è un sogno e andarci con la persona
che ami è ancora più bello – disse Bella con occhi sognanti.
Risposte alle vostre recensioni:
- _la sua bella_: Sono contenta che il
capitolo ti sia piaciuto e spero che anche questo relativo alla sorpresa ti
piacerà.
- ledyang:
Ho postato il prima che ho potuto, visto gli impegni
degli ultimi giorni.
- DivinaTheBest: Si, in effetti
Edward è stato molto romantico. Se Edward e Bella torneranno a Phoenix insieme
o meno, non te lo dico per non svelare troppo la storia. Ti dico solo di
leggere per scoprirlo.
- lillina913: Si, Edward è stato molto romantico. Con questo capitolo hai
visto dove l’ha portata e spero ti sia piaciuto. Quanto ad Emmett, si, ha ritrovato il buon umore e c’è lo avrà per un bel po’.
- ross_ana:
Mi sa che tutti vorremmo un Edward così, ma purtroppo come hai detto tu,
ragazzi così nella realtà non c’è ne. Possiamo solo sognare con la fantasia che
non fa mai male.
- bo19: Infatti, i
ragazzi di oggi queste cose purtroppo non le fanno. Per questo mi limito a far
usare la fantasia e a sognare quello che tutte le ragazze vorremmo succedesse a
noi.
- serve: Si, Edward è tenerissimo. Lo so, ti ho fatto penare un po’,
ma te lo avevo detto che ne sarebbe valsa la pena, o almeno lo spero.
- moni: Beh, anche io in geografia faccio un po’ schifo,
visto che l’ultima volta che l’ho studiata facevo il secondo anno di superiori.
Non ricordo un tubo, difatti. Comunque come vedi ci hai azzeccato, il posto è
in Europa e hai capito anche dove adesso.
- TanyaCullen: Si infatti, a questo
punto il romanticismo era d’obbligo. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto
e come vedi in questo capitolo avrai capito dove Edward ha deciso di portare
Bella. Comunque tesoro, volevo chiederti se hai msn. Mi
piacerebbe parlare con te non solo per mezzo delle recensioni. Se ti va e c’è l’hai
mi piacerebbe avere il tuo contatto.
- SignoraCullan: Sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto. Comunque si, Edward è diventato un
romanticone, lo avevo anticipato che sarebbe successo e di fatti eccolo.
- MANU_CALLEN: Beh, a
questo punto avrai capito dove Edward ha portato Bella, spero che ti piace. E grazie per i tuoi consigli che utilizzerò
sicuramente fra un paio di capitoli.
- twilight4ever: Beh,
credo che con il capitolo che hai letto i tuoi dubbi sono spariti. Quanto alla
frase dello spoiler credo che sia di tre metri sopra il cielo, adesso non
ricordo bene, ma l’ho scritta perché è una frase comune che si sente in giro
spesso.
- gamolina:
Grazie di tutti i tuoi complimenti, mi fa piacere sapere che la storia continua
a piacerti e spero di non deluderti in futuro.
- edward bella: Beh, credo che con questo capitolo tutti i
tuoi dubbi hanno avuto delle risposte. Spero ti sia piaciuto.
- Princess
Alexia: Sono contenta di avere una nuova fan e sono contenta che la storia ti
sia piaciuta al punto di fartela venire in mente mentre parlavano i prof. Credo
che le tue domande riguardo la sorpresa abbiano avuto
delle risposte in questo capitolo. Mi fa piacere sapere che i capitoli che a me
piacciono di più sono gli stessi che piacciono anche a te. Per me questo è
importante perché ci tenevo davvero tanto a quei due capitoli in modo
particolare.
-
RenEsmee_Carlie_Cullen: Sono contenta che il pezzo di Emmett ti abbia fatto
ridere e che la gelosia di Bella ti piaccia, del resto credo che tutti al suo
posto saremmo state gelose. Comunque grazie della correzione riguardo al fatto
di usare “le” al posto di “gli” quando mi riferisco a un soggetto di sesso
femminile. Conosco la regola, ma spesso me ne dimentico, comunque grazie mille
per avermene fatto accorgere. E sta tranquilla che non mi offendo, anzi mi fa
piacere riceverle quando c’è bisogno, perché aiutano.
- eMiLy
BlOoD: Sono contenta di sapere che il capitolo ti sia
piaciuto e ti assicuro la nostra coppia preferita d’ora in poi avrà la pace che
si merita, finalmente aggiungerei. Alle tue domande riguardo è inutile
rispondere visto che l’ho già fatto su msn. Anche
questa frase è molto bella e ti ringrazio per questo, perché molte delle tue
frasi erano azzeccatissime per la storia.
- soletta: Si, ti assicuro che durerà per molto tempo la loro
fantastica storia. Succederà qualcosa, su questo stanne certo, ma non ti
anticipo se sarà qualcosa di positivo o di negativo. Dovrai continuare a
leggere per scoprirlo. Quanto al fatto di inserire Jacob non penso che lo farò,
diciamo che non mi piace molto come personaggio e poi credo che Edward ha già
avuto il suo antagonista che è stato Lucas, non credo ne reggerebbe un altro. Forse,
hai ragione, sarebbe più facile trovare uno come Jacob piuttosto che uno come Edward, ma visto che Edward l’abbiamo incontrato io dico “Edward
4ever”. Ok, sono un po’ di parte considerato che io amo Edward, sempre e solo
lui, però a parte questo non credo che inserirò Jacob, anche perché non saprei
nemmeno ch parte fargli avere nella storia. Comunque come vedi la meta non era
l’isola Esme, ma qualcosa di più romantico, proprio perché come te adoro le
favole e questa credo sarebbe una favola che tutti
vorrebbero vivere.
- Marika92: Sono
contenta che la mia storia ti piaccia e spero che continuerà a piacerti anche
nei prossimi capitoli.
Un grazie
di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia
storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro
che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo
sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.
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