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Autore: adry91    13/10/2009    13 recensioni
Rosalie, Bella e Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto cambierà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

 

Scusatemi per il ritardo rispetto al mio solito andamento, ma ho avuto un po’ di problemi. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Ne approfitto per ringraziarvi per tutti i vostri commenti e per tutti i complimenti che mi fate. Sono davvero lusingata. Buona lettura.

 

 

WHEN THE LOVE CHANGES YOUR LIFE

!?...“Quando l’amore ti cambia la vita”…!?

 

 

 

CAPITOLO 44

VIVERE UN SOGNO

 

 

POV BELLA

Non ci stavo capendo nulla. Edward era così misterioso e io ero tremendamente curiosa. Volevo sapere dove mi avesse portata e perché ci fosse voluto così tanto tempo. A dire il vero avevo perso la cognizione del tempo, non avevo idea di che ore fossero ne tanto meno avevo idea di dove mi stesse portando. Sapevo solo di essere chiusa in un bagno con una scatola appoggiata allo sgabello e un bigliettino sopra. Edward mi aveva fatto promettere di non sbirciare da nessuna parte e io, pur essendo estremamente curiosa, avevo intenzione di mantenere la promessa fatta all’amore della mia vita. Ancora non potevo crederci di stare con lui, eppure era tutto vero. Mi decisi ad aprire il biglietto che c’era sulla scatola e ha leggerne il contenuto. “Lo so che ti stai mangiando le mani per la curiosità e so anche che sei tentata di sbirciare per scoprire dove siamo, ma ti prego di non farlo, tanto fra poco lo saprai. Indossa quello che troverai in questa scatola e preparati. Ti amo. Edward”. Mi conosceva benissimo e sapeva che la curiosità mi stava mangiando viva, ma avrei resistito, l’avrei fatto per lui. Andai a farmi una doccia e mi rilassai completamente, mi sentivo stanca anche se non avevo fatto nulla di particolare. Dopo tre quarti d’ora uscì dalla doccia e mi avvolsi in un accappatoio che trovai posto vicino alla doccia. Lo indossai, era panna e di lato, all’altezza del seno c’era scritto in corsivo dorato “Hermes”. Eravamo in un albergo, di questo ne ero sicura e già dalla marca prestigiosa dell’accappatoio mi resi conto che non era un albergo qualsiasi. La mia curiosità cresceva a vista d’occhio.

- Amore a che punto sei? – mi chiese Edward da fuori la porta.

- Sono uscita adesso dalla doccia – gli dissi.

- Un’ora solo per farti la doccia? Certo che sei proprio incorreggibile – mi disse lui ridendo.

- Tu sei pronto? – gli chiesi.

- No – mi rispose.

- E allora di che ti lamenti? – gli dissi.

- Ma io ho dovuto sbrigare una cosa, se mi fossi andato a sistemare a quest’ora sarei prontissimo – mi disse.

- Si certo come no – gli dissi io.

- Va beh, lasciamo perdere. Tanto alla fine vinci sempre tu. Vado a prepararmi. Per favore muoviti – mi disse.

- Hai suoi ordini maestà – gli dissi io ridendo mentre sentì anche lui ridere.

Sentì una porta chiudersi, di sicuro era andato a prepararsi. Io, ancora in accappatoio mi asciugai i capelli e mi passai la piastra. Quando i miei capelli assunsero la forma desiderata aprì la scatola pronta a vestirmi. Restai basita da quello che ci trovai. C’era un completino intimo la fine del mondo. Un reggiseno e un paio di cullettes di pizzo nero, molto provocanti e sexy. Li indossai e poi controllai cosa contenesse il resto della scatola. Vi era un vestitino nero a tubino senza spalline che indossai subito. Mi stava divinamente, esaltando tutto il mio fisico e le mie forme. Vi erano poi un paio di scarpe bordeaux dal tacco vertiginoso, un foulard, una borsa e degli accessori, quali orecchini, bracciali e collana, dello stesso colore. Era tutto perfetto, bellissimo, quasi un sogno, ma, ormai, mi ero resa conto che stare con Edward era un sogno, anzi molto più di un sogno, quindi, ormai, difficilmente mi sarei stupita di qualcosa. Mi misi tutto e poi mi truccai. Ero pronta e in fin dei conti non ci avevo messo molto, o così volevo credere.

- Amore sono pronta – urlai per farmi sentire da Edward, considerando che a quanto avevo promesso non potevo uscire nemmeno da quel bagno.

- Un attimo. Non uscire – mi urlò lui.

Finì di controllarmi, aggiustandomi ancora il trucco, quando sentì la porta del bagno aprirsi. Mi voltai e vidi Edward in tutta la sua bellezza. Indossava un vestito nero sportivo con una camicia altrettanto sportiva grigia e un paio di Etnies nere. Era vestito sportivo, ma il tutto lo rendeva anche elegante nello stesso tempo, il massimo dell’eleganza che lui poteva mettersi addosso, o meglio che voleva mettersi addosso considerato che la parola eleganza e la parola Edward camminavano su due binari diversi. Lui preferiva lo sportivo sempre e comunque. Era bellissimo. Aveva i capelli scompigliati come sempre e i suoi occhi azzurri che mi guardavano con amore erano qualcosa a cui non si poteva resistere. Ero totalmente e incondizionatamente innamorata di lui. Avevo passato un mese e mezzo nel buio più assoluto, vedendo solo nero. Adesso che guardavo Edward mi accorgevo che lui era la luce, lui era la mia luce. Ci sono periodi in cui non si fa che vedere tutto nero. *Nero, nero, nero, vedi solo nero, poi senti la sua voce e finalmente ti accorgi che aprendo gli occhi il nero sparirà*. E questo era quello che era successo a me. Avevo aperto gli occhi rendendomi conto di quello che provavo per Edward e, finalmente, ero felice, felice come non lo ero mai stata in vita mia.

- Cos’è non hai mai visto una ragazza? – gli chiesi vedendo che mi fissava e sembrava in trans.

- Di ragazze ne ho viste a bizzeffe, ma tu le superi di gran lunga tutte. Non ho mai visto qualcosa di più bello di te – mi disse lui avvicinandosi a me.

- Io si – gli dissi.

- E cosa? – mi domandò.

- Tu. Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita e quando dico “la cosa più bella” ovviamente non intendo solo fisicamente – gli dissi io.

Lui si avvicinò a me e mi baciò con passione, uno di quei baci che solo lui era capace di dare.

- Ti amo – mi disse lui.

- E io ti ho sporcato – gli dissi notando che aveva le labbra sporche del mio rossetto.

Presi un fazzolettino e gliele pulì, quando terminai staccai le mani dalla sua bocca, ma lui li prese tra le sue e me le baciò.

- Ti amo anch’io – gli dissi dandogli un bacio a fior di labbra per non sporcarlo di nuovo.

- Devi rimetterti questa – mi disse uscendo dalla tasca la benda di prima.

- Non posso solo limitarmi a chiudere gli occhi? – gli chiesi.

- Assolutamente no. So che sbirceresti – mi disse lui.

- Va beh lasciamo perdere. Mettimi questo affare, però prima un bacio – gli dissi sorridendogli mentre lui si avvicinò a me e mi baciò.

Quando le nostre labbra si staccarono prese la benda e mi coprì gli occhi, dopodichè mi prese per mano, intrecciando le sue dita con le mie e mi fece uscire dal bagno. Uscimmo dalla stanza e prendemmo di nuovo l’ascensore, poi mi fece uscire fuori probabilmente, perché sentì il cambio di temperatura tra il dentro e il fuori, anche se fuori si stava davvero bene, del resto eravamo a Giugno. Mi fece salire su un auto e poi mi strinse a se baciandomi il collo. Ok che avevo la benda, ma non poteva fare così, altrimenti ci avrei messo trenta secondi a togliermela e buttarmi addosso a lui come se fossi una maniaca. Dopo un paio di minuti, mi fece scendere dall’auto.

- Adesso siamo arrivati davvero – mi disse lui.

- Posso togliermi questo affare? – gli chiesi.

Lui non mi rispose, ma mi fece fare due passi, poi mi posizionò frontalmente a qualcosa e mi mise l’i-pod alle orecchie con sottofondo Claire De Lune, quella che, ormai, io avevo ribattezzato la nostra canzone. Appena le dolci note della melodia iniziarono a risuonare nelle mie orecchie, sentì le mani di Edward che mi toglievano la benda. La musica era molto bassa, era un sottofondo, quindi potevo sentire tutti i rumori attorno a me. In pochi attimi riaprì gli occhi e ciò che mi si parò davanti mi lasciò completamente basita. Potevo immaginarmi di tutto, qualunque cosa, ma di certo non quella. Come ci eravamo arrivati fino a lì? Adesso capivo il perché di tutto quel mistero da parte di Edward. Era una vera e propria pazzia.

- Ma sei pazzo? – gli dissi voltandomi verso di lui che fino a quel momento mi stava cingendo i fianchi con le sue braccia.

- Si, sono pazzo, sono pazzo di te – mi disse lui baciandomi a fior di labbra.

Quando mi staccai da lui, tornai ad osservare quello che si parava di fronte a me.

- E’ bellissima – dissi io.

Davanti a me, in tutta la sua estrema ed elegante bellezza, c’era la Torre Eiffel. Quel pazzo del mio ragazzo mi aveva portata a Parigi, la città degli innamorati, la città più romantica al mondo. Ancora non potevo crederci. Tutto intorno a noi era illuminato, compresa la torre. Mi sembrava di essere dentro una cartolina, era tutto così perfetto, così magico, ma soprattutto così romantico. Ciò che rendeva il tutto ancora più bello era il fatto che Edward fosse al mio fianco e che mi amasse come io amavo lui.

- Sei tu ad essere bellissima – mi disse lui.

Mi buttai addosso a lui e lo bacia con grande passione, cercando di mostrargli così tutto l’amore che provavo per lui, un amore immenso, infinito, puro. Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi e guardare il modo in cui Edward mi guardava mi fece capire che ero la ragazza più fortunata del mondo. A volte si pensa che nella vita vada tutto uno schifo, che l’amore non è fatto per noi, che la fortuna abbia dimenticato il nostro indirizzo, che siamo così sfigati da smettere perfino di sognare e io l’ho pensato tutto questo. Per anni mi sono chiusa in una bolla di vetro pensando di essere sbagliata, ma poi ho incontrato Edward ed è stato allora che ho iniziato a vivere, è stato allora che mi sono resa conto che non era colpa mia, che tutta quella situazione non dipendeva da me, ma semplicemente era colpa di tutto quello che mi stava attorno, era il mondo ad essere sbagliato, non io. Mi sono innamorata di lui senza nemmeno rendermene conto, accorgendomene solo dopo, forse, perché non credevo fosse possibile, forse, solo perché mi volevo ostinare a vederlo solo come un amico. Solo adesso mi rendo conto che innamorarsi è una delle cose più splendide e improvvise che possano succedere. Succede sempre per caso, per destino, mai per forza perché non possiamo essere noi a decidere chi amare, non possiamo impegnarci per innamorarci ne tanto meno ci possiamo imporre la volontà di non farlo. Succede e basta, ad un tratto ti rendi conto che nella tua vita sta iniziando la magia, quella che è iniziata a me e adesso non faccio altro che sentire il costante ed incessante desiderio di non far scomparire quella magia che rende tutto così meraviglioso. Sono innamorata, innamorata persa, innamorata di un amore unico come solo quello verso di Edward può esserlo. Lo amo, amo tutto di lui, amo la sua voce, il suo viso, il suo sorriso, il suo essere speciale con me, amo l’amore che prova per me, amo tutto di lui, tutto ciò che fa e il modo in cui lo fa, amo le cose che dice, tutto, lo amo e basta, lo amo con tutto il cuore, lo amo perché è la mia unica ragione di vita. Adesso capisco cosa sia in realtà l’amore, l’amore è qualcosa di indescrivibile, un’emozione troppo forte, forse, anche l’unica incontrollabile, è qualcosa che non si può fermare, se ami, ami è basta, non ci puoi fare nulla. Ho sempre creduto che la perfezione non esistesse, che nessuno fosse perfetto, ma questo era prima che conoscessi lui, questo lo pensavo prima di incontrare il mio angelo.

- Ti amo così tanto che non riesco nemmeno a spiegartelo – gli dissi mentre i miei occhi erano incastonati nei suoi.

- Lo stesso vale per me. Sei tutta la mia vita – mi disse lui dandomi un bacio a fior di labbra.

- Durerà? – gli chiesi facendomi sopraffare dalle mie paranoie.

- Cosa durerà? – mi chiese lui stranito dalla mia domanda.

- Il nostro amore. Durerà o sarà soltanto un amore che si rivelerà una chimera, qualcosa che può sparire alle luce del mattino come un sogno? – gli chiesi.

- Bella mi spieghi perché ti fai queste paranoie? – mi chiese lui serio.

- Perché nella mia vita ho imparato che le cose belle prima o poi finiscono – gli dissi io sincera.

- Finiscono perché siamo noi a volerle fare finire. Io ti amo più della mia vita e te lo dimostrerò ogni giorno che passeremo insieme, e stai sicura che ne passeremo di tempo insieme. C’è solo una cosa che voglio più di ogni altra ed è stare con te. Voglio trascorrere tutta la mia vita con te al mio fianco, voglio che sia tu quella che vedo accanto a me quando mi sveglio al mattino, voglio che sia tu quella da stringere tra le mie braccia, voglio che sia tu quella che stia al mio fianco. Noi due staremo insieme per sempre. Sarai tu l’unica donna della mia vita, sarai tu quella che mi starà accanto per sempre, sarai tu la madre dei miei figli, sarai tu che mi vedrai crescere e invecchiare, sarai tu quella che mi aiuterà a camminare quando sarò troppo vecchio per reggermi in piedi da solo, sarai tu quella che mi terrà compagnia ogni giorno della mia vita. Noi due ci ameremo fino alla fine, anzi noi ci ameremo per tutta l’eternità, perché nemmeno la morte riuscirà a fare nulla contro il nostro amore – mi disse lui guardandomi intensamente negli occhi.

Mentre lui parlava mi immaginavo tutto quello che diceva, mi immaginavo io e lui affrontare la quotidianità insieme, mi immaginavo sdraiati sulla spiaggia abbracciati mentre lui mi toccava il pancione con dentro suo figlio, mi immaginavo noi due mentre prendevamo in braccio il frutto del nostro amore, mi immaginavo io e lui il giorno del matrimonio, mi immaginavo insegnare ai nostri figli a parlare, a camminare, mi immaginavo vederli crescere mentre io e Edward cercavamo di aiutarli ad affrontare i problemi dell’adolescenza, mi immaginavo loro, ormai, grandi andarsene, mi immaginavo noi, ormai, vecchi farci compagnia a vicenda e aiutarci. Mentre lui parlava mi era passata davanti agli occhi la vita splendida che avrei potuto avere con lui, anzi, la vita che avrei sicuramente avuto con lui e in un attimo non ebbi più dubbi. Io e Edward saremmo rimasti insieme sempre e saremmo stati felici solo stando insieme.

- Sempre? – gli chiesi sorridendogli.

- Sempre e per sempre – mi rispose lui sorridendomi anche lui e baciandomi.

Un bacio passionale con una romantica Parigi come sfondo, non potevo desiderare nulla di meglio.

- La sorpresa non è ancora finita – mi disse lui staccandosi dalle mia labbra.

- No? – gli chiesi stupita.

- Pensavi davvero che ti avessi fatta vestire così solo per portarti qui? – mi chiese.

- A dire il vero si – gli dissi.

- Beh, ti sbagliavi – mi disse lui sorridendomi.

- A proposito di come mi hai fatto vestire, qualcosa mi dice che c’è lo zampino di qualcun altro dietro questo – gli dissi io indicando il mio vestitino e sorridendo beffarda.

- Cosa te lo fa credere? – mi disse lui sorridendomi ingenuamente.

- La biancheria intima – gli dissi senza problemi.

- Dovrò controllare allora – mi disse lui malizioso.

- Sarà un piacere – gli risposi maliziosa anch’io.

- Comunque sono state Alice e Rose. Le ho chiamate stamattina mentre dormivi per dirgli di preparare tutto, anche questo è opera loro – mi disse indicando il suo vestito.

- Quindi loro sanno che siamo qui? – gli chiesi.

- Loro sanno che ti portavo da qualche parte, ma non gli ho detto dove. Volevo che fossi tu la prima a saperlo – mi disse lui sorridendomi.

- Potevo aspettarmi di tutto, ma non questo. Tu lo sai che questa che hai fatto è una follia? – gli chiesi.

- E tu non lo sai che l’amore è folle? – mi disse lui di rimando.

- Inizio a capirlo – gli dissi sincera.

- E poi anche tu non è che sei stata tanto più razionale. Sei venuta da me da sola senza sapere bene dove trovarmi e senza portare nulla con te – mi disse lui.

- Non avevo tempo di fare le valigie, dovevo andare a riprendermi ciò che era mio e non potevo più aspettare. Ho aspettato fin troppo – gli dissi sorridendogli.

- Condivido in pieno. Sei proprio ceca, lasciatelo dire – mi disse lui.

- Hai ragione – gli dissi.

- E anche ottusa – aggiunse lui.

- Condivido – gli dissi.

- E dura di comprendonio – continuò lui.

- Hey signorino basta prendermi in giro – gli dissi dandogli un buffetto sulla spalla.

- Dico solo la verità – mi disse lui ridendo.

- Ah si? – gli dissi facendo la finta offesa.

- Si certo, ma sai una cosa? Ti amo anche per questo – mi disse scompigliandomi in capelli.

- Io, invece, in questo momento ti odio. I capelli no. Sistemameli adesso – gli dissi mettendo il broncio.

- Questa cosa di odiare non te la levi dalla bocca, non è vero? – mi disse lui sorridendomi e aggiustandomi i capelli.

- Mi dispiace per quella volta. Ero arrabbiata non volevo dirti quelle cose – gli dissi rattristandomi al pensiero della litigata che avevamo avuto tempo prima e alle cose che gli avevo detto in quell’occasione.

- Hey, stavo solo scherzando. Non puoi sempre chiedere scusa per quella storia. Lo so che non pensavi quelle cose, quindi smettila, non posso parlare cercando di controllare quello che dico per non rattristarti. Il passato è passato, non importa più. E poi lo so che eri arrabbiata e le hai dette solo per questo motivo – mi disse lui appoggiando la sua mano sul mio mento per farmi sollevare la testa.

- Hai ragione, non pensiamo più. Oggi, te l’ho già detto che ti amo? – gli chiesi.

- Direi un miliardo di volte, ma mi piace sentirmelo dire – mi disse lui sorridendomi.

- Ti amo – gli dissi.

- Anch’io. Adesso vieni con me. La seconda parte della sorpresa ci attende – mi disse lui prendendomi per mano e trascinandomi con se.

Attraversammo la strada e camminammo per circa cinque minuti, prima di arrivare in un grandissimo ristorante. L’insegna era luminosa e grande e il locale già da fuori aveva un’aria di romanticismo senza eguali. Entrammo e subito un cameriere ci venne incontro. Edward gli disse il suo nome e il cameriere ci sorrise e subito ci disse di seguirlo verso il tavolo prenotato. Notai che c’erano tante persone nel locale e sembrava tutta gente altolocata, ma la cosa non mi stupì molto considerato che il ristorante era, forse, uno dei più chic di Parigi e una sola cena lì sarebbe costata un occhio della testa, quindi non era per tutti. Edward era davvero pazzo. Certo noi non avevamo problemi economici, ma esagerare in quel modo era da veri pazzi, anche se comunque mi faceva piacere che avesse organizzato tutto quello. La nostra mi sembrava tanto una fuga romantica, e, forse, in fondo lo era, ma dopo tutto quello che avevamo passato un momento come questo c’è lo meritavamo davvero. Percorremmo tutta la sala del ristorante e notai che molta gente ci guardava soprattutto giovani, ma soprattutto le ragazze che sembravano lasciare gli occhi addosso ad Edward, mentre a me mi guardavano con sguardi di fuoco. Sarei andata volentieri a prenderle a sberle solo per aver guardato il mio amore, ma dovevo abituarmi a tutto questo. Edward era un ragazzo dalla bellezza eterea, un genere di bellezza che non passa inosservata. Lo guardai e lui mi sorrise stringendo di più la mia mano, forse, avendo intuito il mio problema in quel momento e fu allora che anch’io sorrisi sincera poiché mi resi conto di una cosa importante. Edward poteva avere tutte le ragazze che voleva, ma aveva scelto me, era me che amava e nessuna me lo avrebbe portato via. Potevano guardarlo quanto volevano e potevano pure fantasticare su di lui tutte le volte che volevano tanto solo quello gli sarebbe rimasto. Nessuno lo avrebbe toccato, nessuno lo avrebbe avuto a parte me. Senza accorgermene mi ritrovai nella terrazza del ristorante e notai che c’era un solo tavolo apparecchiato in modo molto romantico. Un tavolo rotondo apparecchiato con una tovaglia bianca e circondato da due sedie simili a troni faceva bella mostra nell’ampia terrazza. Sopra la tovaglia c’era un candelabro con tre candele panna accese, dei bicchieri di cristallo e piatti e posate ben sistemati. In una estremità c’era il cestino con il ghiaccio che conteneva lo champagne per essere mantenuto freddo, mentre dall’altra parte c’erano una composizione di rose gialle che abbellivano il tavolo rendendolo più romantico. Il tavolo era sistemato al margine della terrazza, molto vicino alla balaustra, quindi si poteva notare tutto il paesaggio attorno e solo allora mi resi conto che ad abbellire il tutto avevamo come sfondo la torre Eiffel illuminata, che rendeva tutta quella situazione ancora più magica e romantica. Il cameriere ci fece accomodare e, una volta seduti ci diede due menù e poi si allontanò dicendo che sarebbe passato poco dopo per le ordinazioni.

- E’ bellissimo questo posto – dissi a Edward che era seduto di fronte a me.

- Davvero ti piace? – mi chiese lui sorridendomi.

- E me lo chiedi? E’ un sogno. Ho perfino paura di svegliarmi e scoprire che mi sto immaginando tutto – gli dissi sincera.

- Sei tu che sei un sogno. Da quando ti conosco per me sogni e realtà sono diventati la stessa cosa – mi disse lui.

- Una volta su un libro ho letto una cosa a proposito dei sogni. C’era una domanda che diceva: “La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?”. Sono sempre stata convinta che fossero i sogni ad aiutare a vivere meglio, ma da quando conosco te mi sono dovuta ricredere, è la vita ad essere un sogno – gli dissi sorridendo.

- Condivido con te. Tu sei il mio sogno – mi disse lui.

- A proposito di sogni, c’è qualcosa di cui dobbiamo parlare noi due, qualcosa che dobbiamo chiarire perché quello che hai detto ieri non mi è piaciuto per niente. Non sarò io la causa per cui rinuncerai a quello per cui hai lottato per tanto tempo – gli dissi pronta ad affrontare il discorso sul basket e sulla sua possibile decisione di lasciare la squadra e tornare a Phoenix.

- Bella, non adesso, non stasera. Godiamoci questa serata, ne parleremo un’altra volta – mi disse lui.

- Si, forse hai ragione, ma ne riparliamo e non transigo – gli dissi.

- Cosa prendi tu? – mi chiese cambiando discorso.

- Non saprei. Qui non si capisce nulla – gli dissi notando che nel menù c’erano piatti tipici francesi dai nomi impronunciabili.

- L’ho notato. Forse, conviene che ci facciamo consigliare dal cameriere – mi propose lui.

- Proposta accettata – gli dissi.

Continuammo a parlare per alcuni minuti poi un cameriere si avvicinò al tavolo con un sorriso a trentadue denti. Non era quello di prima, ma un altro.

- Excusez, que vous avez décidé chose ordonner? – ci chiese il cameriere.

Decisamente non era quello di prima. Questo parlava francese, mentre l’altro inglese ed era facile comunicare.

- Elle chose nous conseille? – gli chiese Edward con accento francese quasi perfetto.

Non sapevo che parlasse il francese. Io a malapena conoscevo qualche parola e lui, invece, sembrava piuttosto disinvolto a parlare questa lingua.

- Je vous conseillerais le menù spécial avec plats typiques français différents – gli rispose il cameriere.

Non per sembrare ignorante, ma che cavolo stavano dicendo? Non avevo capito una sola parola di quello che avevano detto.

- Lui consiglia un menù vario con piatti tipici francesi, che dici? – mi disse Edward.

- Si ok vada per questo – gli risposi io.

- Cela va bien – disse Edward al cameriere.

- En outre, si je peux me permettre, comme plat final je vous conseillerais des escargots excellents – disse il cameriere a Edward.

Non avevo capito niente di quello che aveva detto, ma una parola la conoscevo bene: escargots. Io non avrei mai mangiato lumache.

- No, che schifo – mi lasciai scappare io senza nemmeno accorgermene, mentre Edward mi fulminò con lo sguardo.

In effetti non era molto educato dire che schifo riferito a qualcosa da mangiare, ma soprattutto non era educato farlo in un locale come quello e riferendosi a una delle specialità tipiche di quella meravigliosa città.

- Je n'ai pas compris – mi disse il cameriere mentre io lo guardavo stranita.

Cosa aveva detto?

- Les escargots ne plaisent pas à ma fille, donc tu ne leur apportes pas – gli disse Edward venendo in mio soccorso.

- Certainement – gli rispose il cameriere sorridendoci e allontanandosi.

- Magari la prossima volta evita di fare commenti così espliciti – mi disse Edward ridendo.

- Mi spiace, mi è scappato, ma le escargots fanno schifo davvero – gli dissi io disgustata al solo pensiero di dovermi mangiare quelle cose.

- Beh, in effetti sono proprio brutte – mi disse lui sorridendomi.

- Comunque, tu parles français? – gli dissi io cercando di posizionare bene l’accento.

- Certainement demoiselle – mi rispose lui.

- Sono sconvolta. Io non ne avevo idea. Questa tua dote segreta non la conoscevo – gli dissi sinceramente stupita.

- Adesso la conosci. Comunque non è che parlo proprio il francese, diciamo solo che me la cavo. Riesco a farmi capire e a capire cosa dicono – mi disse lui.

- A me sembrava invece che te la cavassi piuttosto bene, comunque come fai a saperlo parlare? – gli chiesi seriamente curiosa.

- Aveva una vita che volevo venire a Parigi e un paio di anni fa ho avuto l’occasione di farlo. Mamma doveva progettare una villa qui e siccome sapeva che il mio sogno era visitare questa magnifica città mi ha portato con sé. Siamo rimasti quasi un mesetto e io l’ho trascorso tutto il tempo in giro, così ho iniziato a parlarlo, poi quando siamo tornati a casa, ho seguito dei corsi per impararlo meglio, perché sarei voluto tornare volentieri. Ho frequentato un paio di mesi, ma poi ho lasciato il corso perché mi scocciavo, avevo altro da fare, ma qualcosa l’ho imparata lo stesso – mi spiegò lui.

- Immagino cosa altro avevi da fare, ma meglio non commentare. Comunque diciamo che il soggiorno qui e quel corso ti hanno aiutato tantissimo. Parli bene questa lingua, io, invece, so a malapena quattro parole precise – gli dissi.

- E’ una bella lingua tutto sommato – mi disse lui.

- Un giorno dovrai insegnarmi ciò che sai – gli dissi io.

- La vedo difficile. Insegnarlo a te sarebbe come insegnarlo ai bambini di due anni – mi disse lui ridendo.

- Mi stai dando dell’ignorante? – gli dissi facendo la finta offesa.

- No, dico semplicemente che ci metteresti una vita per imparare – mi disse lui continuando a prendermi in giro.

- Grazie della fiducia – gli dissi facendogli un sorriso sarcastico.

- Prego – mi disse lui ancora ridendo.

Mamma mia quanto era bella mentre rideva, non c’è la facevo a vederlo così e a stare ferma. Mi sarei volentieri buttata addosso a lui, ma non era ne il momento ne il luogo adatto per farlo.

- Come mai c’è solo il nostro tavolo qui? – gli dissi notando che era strano che in una bella serata come quella, in terrazza, ci fosse solo il nostro tavolo.

- Ho affittato tutta la terrazza – mi disse lui come se fosse la cosa più normale del mondo.

- Ma sei pazzo? – gli dissi stupita.

- Si, sono pazzo di te, e poi volevo solo un po’ di privacy tutto qua – mi disse lui regalandomi il suo sorriso sghembo che tanto amavo.

Restammo a chiacchierare lì per un po’, poi il cameriere ci portò le ordinazioni. Notai che la cucina francese era completamente diversa da quella americana, non soltanto per quello che cucinavano, ma anche per il modo in cui lo cucinavano. Mangiammo accompagnando il tutto da un ottimo vino e quando terminammo io mi sentivo piuttosto sazia. Restammo a chiacchierare per un po’, fino a quando Edward si alzò dalla sedie e mi venne incontro porgendomi la mano per farmi alzare. Io lo feci e quando fui in piedi lui mi tirò a se e mi diede un bacio a fior di labbra.

- Me lo concedi un ballo? – mi chiese.

- Lo sai che non so ballare – gli dissi.

- Ma io si. Seguirai me – mi disse lui.

- Ma non c’è nemmeno la musica – continuai io, ma nemmeno il tempo di finire di parlare che le note di Claire De Lune si diffusero per tutta la terrazza.

- Adesso c’è l’abbiamo – mi disse portandomi al centro della terrazza e iniziando a farmi volteggiare nell’aria.

- Tu sei un folle lo sai? – gli dissi.

Aveva organizzato tutto quello in poche ore ed era tutto magnifico, tutto perfetto, non poteva succedere niente di più bello, ormai.

- Sai perché prima ti ho fatto ascoltare questa canzone e adesso te la sto facendo ballare? – mi chiese lui senza rispondere alla mia domanda.

- Perché è la nostra canzone. Era in sottofondo nello stereo ieri sera, quando abbiamo fatto per la prima volta l’amore – gli dissi.

- Pensavo ti fosse sfuggito, invece, no. Sono contento – mi disse lui.

- Non mi sfugge niente di quello che faccio con te – gli dissi sincera.

Avevo impressi nella memoria tutti i momenti passati con lui, ogni singolo momento, anche quelli più insignificanti, quelli più banali. Erano tutti rinchiusi dentro di me e mai e poi mai sarei riuscito a dimenticarmeli. Quando le note di Claire De Lune terminarono, la musica rimase solo un lontano ricordo e io e Edward ci appoggiammo alla balaustra osservando il bellissimo panorama che si poteva scorgere. Si vedeva gran parte di Parigi in tutta la sua bellezza, con migliaia di luci colorate e la torre era fantastica, perché da quella posizione la si poteva vedere facilmente per intero. Dopo un po’ di tempo notai che un pezzo di cielo si colorava di frammenti di luce di ogni colore e il rumore di quei disegni del cielo mi fece capire che erano dei fuochi d’artificio. Io mi misi ancora più vicino alla balaustra intenta a guardare il cielo che si tingeva di mille colori e Edward che fino ad allora era stato al mio fianco si posizionò dietro di me cingendomi la vita con le sue braccia. Era tutto così romantico. Io e l’amore della mia vita in quella posizione in una terrazza dove si vedeva tutta Parigi, mentre guardavano i fuochi artificiali nel cielo. Una sensazione di benessere mi invase e mi resi conto che questa sensazione l’avrei avuto per sempre se al mio fianco avrei avuto Edward. Continuai a guardare il cielo e quelle luci di colori e tutto mi sembrava magico. I fuochi d’artificio erano qualcosa che avevo sempre amato, ma adesso che mi trovavo in una situazione così li adoravo ancora di più. Dopo un po’ le luci colorate si trasformarono in luci bianche e i disegni nel cielo erano ancora più belli. Sembravano formare una fontana, erano fantastici. Dopo un po’ anche quelli terminarono e si sentì un boato più forte che segnava la fine di quello sparo così bellissimo. Stavo per abbassare gli occhi, quando un altro rumore di bombe attirò la mia attenzione e mi fece alzare di nuovo gli occhi al cielo, mentre Edward mi stringeva sempre più forte a sé. Alzai gli occhi e ciò che vidi mi lasciò basita. Fino a pochi secondi prima credevo che non sarebbe potuto succedere nulla di più bello, poiché credevo che già ero arrivata all’apice, ma adesso dovevo ricredermi. Il mio cuore cominciò a battere forte, così forte che avevo paura che volesse uscirmi dal petto, così forte che avevo paura che tutti potessero sentirmi, che tutti potessero leggere quella scritta nel cielo proprio come la stavo leggendo io in quel momento. Lì, in alto, in mezzo al cielo una scritta di luci bianche che contrastavano il nero del cielo spiccava inesorabile. “Bella ti amo”.

- Sopra ogni cosa – aggiunse Edward a voce bassissima.

In pochi attimi quella scritta scomparve e il cielo tornò ad essere nero, ma ricoperto di puntini bianchi che erano le stelle. Io non potevo crederci, eppure era tutto vero. Voltai la testa di lato dando un bacio sulla guancia a Edward che aveva la testa appoggiata alla mia spalla, poi mi voltai trovandomi di fronte a lui. Sentivo gli occhi pensanti, sapevo che di lì a poco avrei pianto, ma quelle erano lacrime di gioia, di felicità, una felicità talmente grande che non sapevo neppure se sarei riuscita a contenerla tutta. Mi avvicinai alle sue labbra senza dirgli nulla e lo baciai. Un bacio dolce, carico di amore, tutto quello che io avevo dentro di me per lui e subito sentì le mie guance bagnarsi. Come avevo previsto le lacrime iniziarono a scendere copiose sul mio viso. Edward se ne accorse e si staccò da me asciugandomi le guance. Poi, mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.

- Come faccio a farti capire quanto ti amo? – gli chiesi.

- Lo so già. Me lo fai capire senza accorgertene, ma lo fai – mi disse lui.

- Io non sono sicura di meritarmi una persona come te. Ho fatto così tanti sbagli, ma soprattutto mi sono comportata così male con te – gli dissi.

- Ma cosa stai dicendo? Forse, sono io che non mi merito te. Tu ti sei comportata sempre al meglio – mi disse lui.

- Lo dici solo perché non vuoi vedere la realtà – gli dissi io.

- L’amore è cieco, non lo sapevi? – mi disse lui sarcastico.

- Sono fortunata ad avere te, ad essere amata da te – gli dissi io.

- Anch’io lo sono – mi disse lui.

- Ti amo da morire, senza eccezioni ne limiti – gli dissi.

- Ti amo anche io. Più di quanto tu creda – mi disse baciandomi.

Restammo in quella terrazza a coccolarci per un po’, poi, verso le tre di mattina tornammo in albergo. Notai con mia grande sorpresa che l’albergo era bellissimo. Era enorme e molto romantico, arredato in stile del diciottesimo secolo. L’attico era bellissimo, dipinto di giallo e anche il resto era di una bellezza senza eguali. Salimmo in camera prendendo l’ascensore e davanti alla porta della camera notai che c’era scritto: “Suite 723”. Aveva prenotato anche una suite, era proprio pazzo. Edward inserì la scheda e aprì la porta. C’era una meravigliosa stanza da letto decorata in panna e dorato e un salottino dello stesso colore. Era fantastico, c’erano anche due bagni, ma quello l’avevo già visto e l’altro era molto simile al primo. Mi affaccia al balcone e notai che anche da lì la vista era favolosa. Il balcone si affacciava, infatti, di fronte alla torre ed era magnifico.

- E’ bellissimo – dissi io mentre Edward si buttò a peso morto nel letto.

- Si, in effetti, è bello davvero – mi disse.

- Ma tu sei più bello – gli dissi buttandomi sopra di lui e baciandolo.

Il bacio presto divenne passionale e in pochissimo tempo ci trovammo a spogliarci con passione e a fare l’amore desiderando di unirci in un solo corpo. Con lui era tutto diverso, con lui facevo l’amore, mentre con gli altri era stato solo sesso. Con lui c’era un trasporto emotivo fortissimo e io sentivo la necessità di unirmi a lui in un unico essere, perché questo mi faceva sentire ancora più unita a lui, mi faceva sentire inseparabile da lui. Quando facevamo l’amore univamo i nostri corpi formando una sola anima. Facemmo l’amore per tutta la notte, fino a quando, ormai, stremati ci addormentammo ognuno nelle braccia dell’altro. La mattina seguente mi svegliai tra le sue braccia con il cuore che mi scoppiava di felicità. Lentamente mi alzai dal letto e chiamai quello del servizio in camera per farci portare la colazione a letto e in pochi minuti un cameriere bussò alla porta con un carrello pieno di cibo. Lo sistemai vicino al letto e poi tornai tra le braccia del mio angelo, che si svegliò subito baciandomi le labbra con dolcezza.

- Buongiorno amore mio – mi disse lui.

- Buongiorno. Ho fatto portare la colazione – gli dissi.

- Bravissima. Sei proprio una donna da sposare – mi disse lui per prendermi in giro.

- Molto divertente – gli dissi afferrando un cornetto e iniziando a mangiarmelo.

Per il resto della colazione continuammo a ridere e scherzare, poi mi tuffai di nuovo nelle sue braccia e lo riempì di baci dappertutto. Si mise a pancia in sotto e io gli saltai sopra, continuando a baciarlo dove capitava, mentre lui rideva. Sembravamo due bambini, ma era bellissimo, perché quello era un momento di quotidianità che stavamo vivendo e sapere che ne avremmo vissuto altri mille come quelli mi rendeva ancora più felice. Lo amavo da impazzire e avrei fatto di tutto per renderlo sempre felice e per non deluderlo mai.

 

Vestiti, scarpe e accessori Bella:

http://img96.imageshack.us/i/vestitiscarpeeaccessori.png/][img=http://img96.imageshack.us/img96/3029/vestitiscarpeeaccessori.th.png

 

Vestiti e scarpe Edward:

http://img397.imageshack.us/i/vestitiscarpeeaccessori.png/][img=http://img397.imageshack.us/img397/3029/vestitiscarpeeaccessori.th.png

 

La torre Eiffel quando Edward toglie la benda a Bella:

http://img158.imageshack.us/i/torreeiffel.jpg/][img=http://img158.imageshack.us/img158/6398/torreeiffel.th.jpg

 

La cena a lume di candela al ristorante:

http://img251.imageshack.us/i/cenaallumedicandelapari.jpg/][img=http://img251.imageshack.us/img251/1231/cenaallumedicandelapari.th.jpg

 

La visuale dalla terrazza del ristorante:

http://img339.imageshack.us/i/visualeterrazzaristoran.jpg/][img=http://img339.imageshack.us/img339/3848/visualeterrazzaristoran.th.jpg

 

Il risveglio di Bella e Edward:

http://img94.imageshack.us/i/risveglioaparigi.jpg/][img=http://img94.imageshack.us/img94/4598/risveglioaparigi.th.jpg

 

 

 

* La frase tra gli asterischi non è di mia invenzione, ma di eMiLyBlOoD. Ne approfitto per ringraziarla infinitamente per le sue frasi sempre perfette e meravigliose. Grazie mille tesoro.

 

 

 

SPOILER:

Pov Emmett

- Io ti devo fare i miei più sentiti complimenti. Una sorpresa come la tua è davvero un sogno da ricevere – gli disse Alice.

- Ecco che ricominciano – mi lasciai sfuggire io beccandomi un occhiataccia sia da Alice sia da Rose.

- In effetti è stato bellissimo. Parigi è un sogno e andarci con la persona che ami è ancora più bello – disse Bella con occhi sognanti.

 

 

 

 

 

Risposte alle vostre recensioni:

 

- _la sua bella_: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e spero che anche questo relativo alla sorpresa ti piacerà.

 

- ledyang: Ho postato il prima che ho potuto, visto gli impegni degli ultimi giorni.

 

- DivinaTheBest: Si, in effetti Edward è stato molto romantico. Se Edward e Bella torneranno a Phoenix insieme o meno, non te lo dico per non svelare troppo la storia. Ti dico solo di leggere per scoprirlo.

 

- lillina913: Si, Edward è stato molto romantico. Con questo capitolo hai visto dove l’ha portata e spero ti sia piaciuto. Quanto ad Emmett, si, ha ritrovato il buon umore e c’è lo avrà per un bel po’.

 

- ross_ana: Mi sa che tutti vorremmo un Edward così, ma purtroppo come hai detto tu, ragazzi così nella realtà non c’è ne. Possiamo solo sognare con la fantasia che non fa mai male.

 

- bo-19: Infatti, i ragazzi di oggi queste cose purtroppo non le fanno. Per questo mi limito a far usare la fantasia e a sognare quello che tutte le ragazze vorremmo succedesse a noi.

 

- serve: Si, Edward è tenerissimo. Lo so, ti ho fatto penare un po’, ma te lo avevo detto che ne sarebbe valsa la pena, o almeno lo spero.

 

- moni: Beh, anche io in geografia faccio un po’ schifo, visto che l’ultima volta che l’ho studiata facevo il secondo anno di superiori. Non ricordo un tubo, difatti. Comunque come vedi ci hai azzeccato, il posto è in Europa e hai capito anche dove adesso.

 

- TanyaCullen: Si infatti, a questo punto il romanticismo era d’obbligo. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e come vedi in questo capitolo avrai capito dove Edward ha deciso di portare Bella. Comunque tesoro, volevo chiederti se hai msn. Mi piacerebbe parlare con te non solo per mezzo delle recensioni. Se ti va e c’è l’hai mi piacerebbe avere il tuo contatto.

 

- SignoraCullan: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Comunque si, Edward è diventato un romanticone, lo avevo anticipato che sarebbe successo e di fatti eccolo.

 

- MANU_CALLEN: Beh, a questo punto avrai capito dove Edward ha portato Bella, spero che ti piace. E grazie per i tuoi consigli che utilizzerò sicuramente fra un paio di capitoli.

 

- twilight4ever: Beh, credo che con il capitolo che hai letto i tuoi dubbi sono spariti. Quanto alla frase dello spoiler credo che sia di tre metri sopra il cielo, adesso non ricordo bene, ma l’ho scritta perché è una frase comune che si sente in giro spesso.

 

- gamolina: Grazie di tutti i tuoi complimenti, mi fa piacere sapere che la storia continua a piacerti e spero di non deluderti in futuro.

 

- edward bella: Beh, credo che con questo capitolo tutti i tuoi dubbi hanno avuto delle risposte. Spero ti sia piaciuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Princess Alexia: Sono contenta di avere una nuova fan e sono contenta che la storia ti sia piaciuta al punto di fartela venire in mente mentre parlavano i prof. Credo che le tue domande riguardo la sorpresa abbiano avuto delle risposte in questo capitolo. Mi fa piacere sapere che i capitoli che a me piacciono di più sono gli stessi che piacciono anche a te. Per me questo è importante perché ci tenevo davvero tanto a quei due capitoli in modo particolare.

 

- RenEsmee_Carlie_Cullen: Sono contenta che il pezzo di Emmett ti abbia fatto ridere e che la gelosia di Bella ti piaccia, del resto credo che tutti al suo posto saremmo state gelose. Comunque grazie della correzione riguardo al fatto di usare “le” al posto di “gli” quando mi riferisco a un soggetto di sesso femminile. Conosco la regola, ma spesso me ne dimentico, comunque grazie mille per avermene fatto accorgere. E sta tranquilla che non mi offendo, anzi mi fa piacere riceverle quando c’è bisogno, perché aiutano.

 

- eMiLy BlOoD: Sono contenta di sapere che il capitolo ti sia piaciuto e ti assicuro la nostra coppia preferita d’ora in poi avrà la pace che si merita, finalmente aggiungerei. Alle tue domande riguardo è inutile rispondere visto che l’ho già fatto su msn. Anche questa frase è molto bella e ti ringrazio per questo, perché molte delle tue frasi erano azzeccatissime per la storia.

 

- soletta: Si, ti assicuro che durerà per molto tempo la loro fantastica storia. Succederà qualcosa, su questo stanne certo, ma non ti anticipo se sarà qualcosa di positivo o di negativo. Dovrai continuare a leggere per scoprirlo. Quanto al fatto di inserire Jacob non penso che lo farò, diciamo che non mi piace molto come personaggio e poi credo che Edward ha già avuto il suo antagonista che è stato Lucas, non credo ne reggerebbe un altro. Forse, hai ragione, sarebbe più facile trovare uno come Jacob piuttosto che uno come Edward, ma visto che Edward l’abbiamo incontrato io dico “Edward 4ever”. Ok, sono un po’ di parte considerato che io amo Edward, sempre e solo lui, però a parte questo non credo che inserirò Jacob, anche perché non saprei nemmeno ch parte fargli avere nella storia. Comunque come vedi la meta non era l’isola Esme, ma qualcosa di più romantico, proprio perché come te adoro le favole e questa credo sarebbe una favola che tutti vorrebbero vivere.

 

 

 

 

 

 

 

- Marika92: Sono contenta che la mia storia ti piaccia e spero che continuerà a piacerti anche nei prossimi capitoli.

 

 

Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.

 

 

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