Capitolo 9:
Melek non
poteva partire. Sarebbe stata un sciocchezza partire e ritornare; infatti
sarebbe partito solo Ashan, e al più presto. Così fu. Ashan non salutò neanche
Roy, il quale teneva ancora ostinatamente il broncio a tutti e due. Partì di
nascosto e il più possibile sotto copertura. Melek doveva solo addolcire il principe
e poi spiegare i piani.
Shiran e
Nihal si erano ormai abituate al luogo, anche se non del tutto al tipo di
persone:solo le loro compagne di stanza erano un po’ inquietanti. Meryan
sembrava essere l’unica normale, e anche lei ogni tanto era più di là che di
qua.
Finalmente,
dopo tentativi su tentativi, Roy tornò da Melek e si scusò.
-Mi
dispiace-
-un po’
tardi per dirlo, non ti pare?-
-lo so,
ma…-
-so cosa
vuoi dire, e io rispondo che la prossima volta devi cercare di
autocontrollarti…chiaro??-
-scusa- e
lo abbracciò…
-adesso
però dobbiamo recuperare il tempo che abbiamo perduto…vieni che ti spiego i
miei piani-
Quella
notte nessuno dei due dormì più di qualche minuto, tanto erano intenti nella
conversazione, e sembrava che tutto fosse tornato esattamente come prima, se
non meglio. Roy ebbe anche occasione di scusarsi con le sorelle, la mattina
dopo.
-Mi
dispiace di essere stato troppo impulsivo, ma dovete capirmi-
-Non ti
preoccupare. Mi sarei preoccupata più per Melek che per noi!!-
-infatti
con lui ho già parlato…davvero, sono l’idiota più idiota che ci sia in questo
mondo…-
-Stasera
abbiamo un po’ di tempo in più: ti va di fare quattro chiacchere, così, tra
parenti?-
-Volentieri,
vorrei proprio rimediare al mio carattere-
E dal
pentimento di Roy, l’amicizia profonda tra lui e il suo tutore non si fermò
più.
Melek
sentiva che il Conte sarebbe venuto presto, e sperava di riuscire a trattenerlo
il più possibile. Intanto aspettava il ritorno di Ashan e preparava i tre
ragazzi alla prossima partenza per la missione del Cristallo, come diceva lui.
***
Ashan
avvistò il palazzo che era pomeriggio inoltrato. Si era riposato ben poco,
perché non c’era tempo, proprio non c’era tempo. Arrivato finalmente sotto le grandi
porte di legno, richiamò l’attenzione di una guardie e, fattosi riconoscere,
fece la sua entratanel famoso palazzo del Re. La stanza di sua Maestà era ben
riconoscibile: era parecchio protetta e portava sullo stipite della porta il
simbolo reale, tre spade incrociate.
Il Re
degli Uomini era una persona molto intelligente quanto strana, a suo modo. Era
più che altro un po’ inquietante, se così lo si poteva definire. Era giovane,
ma sembrava avere una saggezza molto più ampia del padre, morto da ormai un
paio d’anni, che già di per se era molto saggio. Aveva degli occhi marroni
troppo penetranti per una persona normale, e chi riusciva a sostenere il suo
tagliente sguardo era considerato, cioè due o tre persone in tutto, un genio.
Ma era una brava persona, e man mano che si portava avanti una conversazione
con lui da amioco e alleato, ci si sentiva un poco rinquorati.
Ashan
entrò titubante e si inchinò al cospeto del Re.
-e dunque
tu sei ashan, l’amico di Melek, lo schiavo misterioso di cui non si conosce
bene il passato?-
-Già, sono
io. Vengo con notizie importanti, maestà: io e Melek abbiamo scoperto che il
Conte si sta muovendo. Tra non molto tempo comincerà ad attaccare il regno.
Dovete mobilitarvi, subito-
-Ah, è
così? Venite Ashan, credo proprio che conoscerete il mio Consiglio stanotte.-
il consiglio
era formato dalle persone più disparate: vecchi o giovani, più nobili o meno
nobili. Erano stati scelti in base alla loro intelligenza e astuzia politica,
più che per il loro rango, e questo Ashan lo capì subito e lo apprezzò. Si
sedette all’estremità del lungo tavolo di noce che serviva per le riunioni e
aspettò che entrassero tutto, prendendosi l’occasione di eraminare la gente del
uongo, almeno in parte. La media della statura non era molto alta, sul metro e
sessanta, ma tutti, sia giovani che non, sembravano in buona forma. Di sicuro
c’erano disparità sociali, ma apparentemente non così accentuate da non
permettere al popolo di stare in salute.
Il
consiglio durò un infinità. Non la finivano più di parlare e parlare e parlare
ancora. MA alla fine si decise di fare qualcosa. E Ashan potè riposare
tranquiollo per qualche ora prima di tornare all’accampamento nemico.
***
Melek
accolse l’amico con calore.
-Ashan,
eccoti qua…come è andata??stai bene???-
-Bene,
bene, stai calmo. In consiglio hanno deciso prima di quanto mi aspettassi. Mi
hanno trattato bene. Non c’è motivo di preoccuparsi-
-Stai
scherzando? Adesso parte Roy, e noi dobbiao creare un po’ di casino…almeno non
darà nell’occhio, e neanche le altre due. Andiamo-
Il piano
di partenza era che Melej e Ashan creavano di nascosto scompiglio
nell’accampamento, di modo che la fuga di Roy e delle sorelle fosse in qualche
modo coperata e meno apparisciete. Con lo scompiglio che avrebbero creato, i
soldati avrebbero dato poca importanza alla cosa, tonti com’erano, fino
all’arrivo prossimo del Conte. Così i tre fratelli potevano avere del vantaggio
sui nemici. Come entrare nel castello era un propblema, ma Melek contava che
Roy fosse abbastanza capace di trovare un piano.
-Roy,
dovete andare, Ashan è tornato!!!-
-Ah,
eccoti!!ben tornato-
-Non è
l’ora di fare chiacchere: vai ad avvertire le tue sorelle,partite. ADESSO-
-Ok, ok,
vado-
Dieci
minuti dopo era tutto pronto, e il piano d’azione ebbe avvio con successo.
C’era tanta di quella confusione che filò tutto liscio.
-Per ora è
andata, bisogna vedere come me la cavo io col conte-
L’Autrice Smolly dice:
miseria ragazzi…quant’è che non posto questo cavolo di fantasy…mi dispiace,
allo scorso capitolo avevo promesso di fare più in fretta e poi…è un mese
passato abbondantemente che non posto..se le poche persone che mi sostegono in
questa storia mi abbandonassero di colpo per non tornare mai più non me ne stupirei….mi devo riprendere del
tutto, devo decidermi a riportare il ritmo ad un livello normale, perciò questo
capitolo farà ancora schifo, se posso usare il termine…mi dispiace…chiunque
avesse intenzione di insultarmi giustamente per recensione è autorizzato a
farlo!!!!ciao ciao!!!