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Autore: adry91    14/10/2009    14 recensioni
Rosalie, Bella e Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto cambierà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

 

 

 

WHEN THE LOVE CHANGES YOUR LIFE

!?...“Quando l’amore ti cambia la vita”…!?

 

 

 

CAPITOLO 45

RITORNO A CASA

 

 

POV EMMETT

Era passata una settimana da quando Bella aveva preso il jet di papà ed era andata a riprendersi mio fratello, finalmente, oserei dire. Certo che ci aveva messo una vita, ormai, mi ero anche convinto che non c’era più niente da fare, mi ero convinto che il mio scricciolo non provasse davvero nulla per Edward, nulla che non fosse una speciale eunica amicizia. Eppure anche se dopo mesi e mesi, le mie ipotesi e quelle dei ragazzi si erano dimostrate fondate, per fortuna. Ero molto contento, così come lo erano i ragazzi, ma una cosa era certa, quei due c’è l’avrebbero pagata cara. In una settimana non si erano fatti sentire praticamente quasi mai, salvo varie eccezioni, in cui ci chiamavano per sfotterci dicendo che Parigi era bellissima. Rosalie e Alice erano rimaste sconvolte quando avevano scoperto dove Edward aveva portato la loro sorellina e dire che ci avevano tenuto il broncio per due giorni era dire poco. Edward era passato per il romantico della situazione, mentre io e Jasper ci eravamo dovuti accontentare del ruolo di strafottenti, qualunquisti e scialbi. Non sapevamo quando sarebbero tornati e se sarebbero tornati, nel senso che adesso Edward era negli Shox e per tornare qui a Phoenix avrebbe dovuto lasciare la squadra. Ero sicuro che pur di stare con Bella lo avrebbe fatto, ma allo stesso tempo ero sicuro che Bella non glielo avesse permesso. Ci sarebbe stato di che ridere, considerando che erano entrambi due testardi nati. Io e i ragazzi, invece, eravamo rimasti qui a goderci queste splendide giornate di caldo. Eravamo stati al mare, ma per di più passavamo i pomeriggi in piscina considerando che lì non ci disturbava nessuno. Adesso che anche Edward e Bella, finalmente, avevano deciso di stare insieme, potevo dire che eravamo tutti felici, felici per aver trovato la persona giusta con cui stare, felici per aver trovato degli amici che potevamo considerare come fratelli e sorelle, felici per aver trovato dei punti fermi, ma soprattutto eravamo felici perché finalmente avevamo capito cos’era la vera felicità. La felicità non era fatta di grandi cose, ma di cose semplici, come svegliarsi con accanto la donna che si ama, come sentire il profumo del caffè la mattina sapendo che è stata la persona che ami a preparartelo, come uscire di casa senza nemmeno guardarti allo specchio, tanto sai che c’è qualcuno che ti guarda e ti sistema quella camicia che non hai abbottonato bene o quei capelli che per la fretta non hai pettinato. Mi sembrava anche strano a dirlo, ma questo era tutto quello che avevo sempre voluto dalla mia vita, anche se avevo sempre fatto di tutto per non ammetterlo a me stesso.

- Scendiamo in spiaggia? – mi chiese Rose, mentre io ero comodamente seduto su una poltroncina in vimini nel giardino di casa mia.

- No, io passo oggi. Sono troppo stanco – gli risposi mentre sentì le urla di Alice e vidi Jasper che cercava di tapparsi le orecchie venendosi a sedere nella poltroncina vicino la mia.

- Che succede? – chiesi io ridendo.

Quando Alice si metteva a fare la pazza, non potevo fare a meno di ridere. Una della sua stazza riusciva a mettere paura a tutti, perfino a me che ero tre volte più grosso e alto di lei.

- Succede che questo decerebrato di tuo fratello dice di essere stanco per andare al mare – mi rispose lei urlando come una pazza.

- Non è che dico di essere stanco, sono stanco davvero. Non sono tutti come te che sono off-limits – gli rispose mio fratello.

- Anch’io sono stanco e non vengo al mare oggi – gli dissi io sapendo che si sarebbe adirata ancora di più.

- Ma stanchi di cosa se non fate nulla dalla mattina alla sera? – ci urlò il folletto.

- Alice, ma perché ti stai arrabbiando? Io fossi in te non lo farei. Se i ragazzi sono stanchi, lasciamoli riposare – disse Rose sorridendomi.

Ok, la mia ragazza era stata colpita da qualcosa, perché la mia Rose non avrebbe mai detto una cosa del genere. Come minimo sapendo che non volevo andare al mare mi avrebbe preso a sberle e riempito la testa di tutta gli insulti possibili ed immaginabili.

- Rose, ma sei pazza? Il sole deve esserti andato alla testa – gli disse Alice anche lei stupita dell’arresa repentina di Rose.

- No, sto benissimo. Se i ragazzi non vogliono venire non serve costringerli – continuò Rose.

- Devi avere la febbre – disse Jasper sempre più stupito.

- Siamo sicuri che non volete venire perché siete stanchi? – ci chiese la mia ragazza.

- Si certo – dicemmo io e Jasper all’unisono.

In realtà io non volevo andarci non perché ero stanco, ma perché mi scocciavo, ed ero convinto che anche per Jasper fosse così, ma meglio una piccola bugia che dirgli la verità, altrimenti ci avrebbero sgozzati vivi.

- Bene, allora visto che siete così stanchi riposatevi. In effetti vi vedo un po’ sciupati, vero Alice? – disse Rose facendo un segno impercettibile a Alice, un segno che, però, io notai e non mi fece intendere nulla di buono.

- Hai ragione Rose. Sono proprio stanchi, meglio che restino qui. Scusami amore per la sfuriata – disse Alice a Jasper avvicinandoci a lui e dandogli un bacio a fior di labbra.

- Siete davvero pallidi – continuò Rose.

Perché questa situazione non mi piaceva? C’era qualcosa sotto. Aveva escogitato qualcosa, mi sarei giocato la testa.

- E’ vero. Conviene non sciuparli per un pò – continuò Alice.

- Condivido con te. Mi sa che io e te per un mesetto smetteremo di fare “attività fisica”. Credo che ti serva andare in bianco per un po’, almeno fino a quando non ti riprendi – mi disse Rose, mentre io rimasi sconvolto.

- Anche noi faremo così, sei troppo sciupato. Anzi, adesso che ti guardo bene sembri ancora più pallido di Emmett. Conviene che noi sospendiamo “l’attività fisica” per almeno due mesi, così avrai tutto il tempo di recuperare le forze – disse Alice a Jasper mentre lui guardò me con sguardo disperato.

- In effetti adesso che mi ci fai pensare, mi sento molto meglio. Direi che possiamo andarci al mare – dissi io scattando in piedi.

- E’ vero, anch’io mi sento meglio. Non sono mai stato meglio di così – disse Jasper avvicinandosi a Alice.

- Hai visto sorella, a volta non serve urlare per risolvere le cose. Ci sono sistemi più sofisticati – gli disse Rose.

- Si certo come no. Questi sono ricatti, meglio le urla – gli dissi io, mentre Jasper annuì.

- Io l’ho sempre detto, in amore e in guerra tutto è lecito – disse Alice.

- Qui non si trattava di nessuna delle due cose – gli disse Jasper.

- Chi l’hai detto questo? In questo caso si trattava di guerra e come vedi abbiamo vinta noi – gli disse Rose sorridendo soddisfatto.

- Siete due perfide, anzi tre perfide, menomale che, almeno, l’altra comare non ci sia, altrimenti non oso immaginare cosa vi inventavate – gli dissi io.

- Certo, perché l’altra comare è a Parigi, mentre noi ci dobbiamo accontentare di andare in un’anonima spiaggia di una città qualsiasi – disse Alice facendo il finto broncio.

- E voi non siete buoni nemmeno a fare questo. Dobbiamo passare ai ricatti con voi – continuò Rose.

- Ma tu zitto mai? Adesso ricominciano – mi rimproverò Jasper.

- Mi è scappato – mi giustificai io.

- Mi sa che a te ti scappano sempre troppe cose – disse una voce alle mie spalle che avrei riconosciuto fra mille mentre sentì una risata cristallina proveniente da qualcun altro.

Mi voltai e mi resi conto che i miei sospetti erano fondati. Del resto non avrei mai potuto confondere quella voce con quella di qualcun altro. Davanti a me c’era il mio fratellino con un sorriso stampato in faccia, un sorriso che non gli avevo mai visto in diciannove anni, che teneva la mano di Bella, anche lei con un sorriso meraviglioso sul volto, uno di quei sorrisi tipici delle persone davvero felici.

- Non ci posso credere – dicemmo all’unisono tutti e quattro.

In meno di due secondi Alice andò loro incontro abbracciandoli calorosamente e lo stesso fecero Jasper e Rose. Quando loro si staccarono anche io mi unì a loro. Abbracciai Edward e dopo Bella, stringendola vigorosamente.

- Non respiro. Vorrei vivere ancora un altro po’ – mi disse Bella considerato che la stavo praticando sgretolando nel mio abbraccio.

Subito mi staccai da lei e sorrisi, finalmente felice del tutto.

- Dovete raccontarci tutto – gli disse Rose così euforica da sembrare pazza.

- Ti ho lasciato per soli due mesi e ti ritrovo pazza come questo folletto? – disse Edward a Rose intendendo Alice come il “folletto”.

- Che cosa vorresti insinuare? – gli disse Alice fingendosi imbronciata.

- Niente, solo che mi siete mancati tutti un casino – gli disse Edward sorridendo.

- Anche tu, non hai idea quanto – gli rispose Rose mentre tutti noi annuimmo.

In pochi secondi ci sedemmo tutti nelle poltroncine del giardino di casa e notai con grande piacere che Rose e Alice si erano già dimenticate la piccola discussione avuta poco prima. Dovevo ricordarmi di ringraziare Bella e Edward. Io e Jasper riprendemmo i posti che avevamo prima, mentre Alice e Rose si sedettero sul divanetto in vimini del giardino. Edward si sedette in una poltroncina come la nostra e Bella si posizionò sulle sue gambe, circondando il collo di lui con le sue braccia. Era bellissimo vederli così, soprattutto perché finalmente vedevo nei loro occhi una felicità trovata, una felicità che ero sicuro nessuno avrebbe mai potuto minare.

- Allora che mi raccontate? – esordì Bella una volta che tutti ci eravamo seduti.

- Piuttosto che ci raccontate voi. Le novità voi le portate, qui è tutto come al solito – disse Jasper.

- Io voglio sapere tutti i minimi particolari – aggiunse Alice mentre Rose annuì.

- C’è poco da dire. Le cose essenziali ve le abbiamo già dette per telefono – gli rispose Bella.

In effetti qualcosina per telefono c’è l’avevano detto. Bella ci aveva raccontato della sorpresa di Edward per filo e per segno. Ci aveva raccontato del fatto che l’aveva bendata, che l’aveva portata fino a Parigi senza che lei sospettasse niente, ci aveva raccontato del vestito, della cena, della sorpresa con i fuochi d’artificio, ma riguardo al resto della loro permanenza lì non ci avevano poi detto molto.

- Io ti devo fare i miei più sentiti complimenti. Una sorpresa come la tua è davvero un sogno da ricevere – gli disse Alice.

- Ecco che ricominciano – mi lasciai sfuggire io beccandomi un occhiataccia sia da Alice sia da Rose.

- In effetti è stato bellissimo. Parigi è un sogno e andarci con la persona che ami è ancora più bello – disse Bella con occhi sognanti.

- Certo che io non ti facevo così romanticone – dissi io rivolgendomi a Edward.

- Nemmeno io, ma l’amore ti cambia. A me ha cambiato la vita e pure a voi. Non crediate che voi siate stati meno romantici – mi rispose mio fratello.

In effetti non c’era da biasimarlo. Tutti e sei eravamo cambiati per amore. Io se mi guardavo allo specchio non mi sarei mai e poi mai riconosciuto, guardandomi allo specchio non avrei mai potuto rivedere nel riflesso dello specchio il vecchio me. Era tutto così diverso adesso, ma era senza dubbio molto più bello.

- Quando ci siamo conosciuti chi l’avrebbe mai detto che le cose sarebbero andate così? Chi l’avrebbe mai detto che saremmo cambiati così tanto? – ci disse Rose.

- Era tutto scritto. Contro il destino non si può fare nulla – disse Alice.

Aveva ragione Alice. Era quello il nostro destino. Era stato il destino che aveva messo le ragazze nella nostra strada, era il destino che ci aveva fatto incontrare e innamorare e io non ero mai stato tanto grato al destino come in questo momento. Adesso c’era solo un dubbio che mi attanagliava, un dubbio che dovevo e volevo sciogliermi.

- Non per essere il guastafeste in un momento come questo, ma tu, Edward, che intenzioni hai? – dissi rivolgendomi a mio fratello.

Ovviamente mi riferivo al problema Jacksonville. Da una parte volevo che lui tornasse lì e continuasse il suo sogno, ma dall’altra volevo che restasse qui con noi, con Bella. E poi, qualcosa mi diceva che se lui partiva, lei lo avrebbe seguito e questo mi dispiaceva parecchio. Mi mancavano tantissimo i pomeriggi trascorsi noi sei insieme a divertirci e a combinarne di tutti i colori, ma non potevo essere egoista nel volere qualcosa che avrebbe potuto danneggiare mio fratello. E poi, eravamo già grandi, ormai, e non potevo più sperare che le cose restassero sempre così, non potevo sperare che restassimo uniti così tanto per sempre, anche se ero convinto che anche a chilometri di distanza il nostro rapporto sarebbe rimasto sempre intatto. E poi, del resto, prima o poi ci saremmo dovuti separare o, per lo meno, non avremmo potuto continuare a comportarci come dei ventenni a vita.

- Non ha ancora deciso, comunque con grande probabilità andremo a Jacksonville – rispose Bella al suo posto.

Notai che, dopo la mia domanda, entrambi si erano un po’ oscurati in volto e qualcosa mi diceva che non la pensavano allo stesso modo su questa cosa. E la reazione di Edward alle parole di Bella me ne diede la conferma.

- Resteremo qui. Lascerò la squadra – disse mio fratello rivolgendosi più a Bella che a noi.

- Ne abbiamo già parlato milioni di volte in questa settimana e tu non rinunciare a quella squadra per me. Non ammetto obiezioni – gli rispose Bella.

- Appunto, ne abbiamo già parlato. E’ una decisione che spetta a me e io ho già deciso – continuò Edward come se noi non ci fossimo.

- Non se ne parla – gli disse Bella alzando leggiarmente la voce.

- Ok, basta così. Risolviamo la questione in maniera civile – disse Jasper mentre io e le ragazze annuimmo.

- C’è poco da risolvere. Resto qui – disse Edward.

- Ragazzi, per favore, fateglielo capire voi che se resta qui fa un errore grandissimo, fategli capire che non può mandare tutto a puttane – disse Bella rivolgendosi a noi.

- Edward, mi dispiace dirlo, ma Bella ha ragione. Io non voglio che te ne vai, ma non voglio neppure che mandi all’aria tutta la tua carriera. Potete stare insieme lo stesso, non devi per forza lasciare la squadra – gli dissi io.

- Si, hanno ragione loro. Avevi tre anni la prima volta che ci hai detto che da grande volevi fare il giocatore di basket, avevi quattro anni quando ci hai detto che saresti diventato un grande giocatore, avevi cinque anni quando hai iniziato a giocare a questo gioco in un squadra per bambini, eri il più piccolo tra quei bimbi, ma il più dotato, avevi sei anni quando ci hai detto che un giorno saresti entrato negli Shox, la tua squadra del cuore da sempre. Ogni anno che passava hai continuato a ripeterci che il tuo sogno restava sempre legato al basket e ogni anno che passava ci rendevamo conto che facevi un passo in avanti per raggiungere quel sogno. Alla fine ci sei riuscito e l’hai fatto in netto anticipo rispetto alle previsioni. Non è da tutti entrare in una squadra di professionisti e per giunta già da titolare a soli diciannove anni, non puoi mollare tutto, non adesso – gli disse Jasper.

- Edward è la tua occasione, l’occasione di una vita non puoi sprecarla. Te ne pentiresti dopo. Noi siamo con te sempre e comunque, anche se ci troviamo a chilometri di distanza – continuò Alice.

Stavamo cercando tutti di convincerlo, ma la sua espressione era troppo decisa, qualcosa mi diceva che niente e nessuno gli avrebbe potuto fare cambiare idea.

- I ragazzi hanno ragione. Devi restare lì, continuare la tua carriera, realizzare il tuo sogno, non puoi mollare tutto, non adesso che hai raggiunto questi risultati – gli disse Rose.

- Avete ragione, ma questo non cambia le cose. Io ho già deciso, tornerò a Jacksonville solo per parlare con il coach e per salutare i compagni, poi tornerò qui, a casa mia. E’ questo il mio posto – ci disse Edward.

- No, no e no. Tu andrai a Jacksonville. Non ti permetterò di fare questo sbaglio. Io lo so perché tu non vuoi andarci, perché pensi che il mio posto sia qui e non vuoi che mi sacrifichi per te, ma devi capire che il mio non è un sacrificio. Io voglio venire perché casa mia, il mio posto è dove sei tu, che sia qui, a Jacksonville o in qualunque altro posto non ha importanza. Tu devi andare e io verrò con te. Torneremo qui quando vorremmo, anche solo per qualche ora e passeremmo una giornata tutti e sei insieme come ai vecchi tempi, poi torneremo lì, dove è giusto che tu stia, e questo, perché, per me, niente vale quanto il tuo futuro – gli disse Bella guardandolo negli occhi.

- Bella ne abbiamo già parlato, tu sai benissimo come la penso, quindi, non vedo perché continuare a parlarne – gli disse Edward.

- Se io non fossi venuta da te tu non avresti mai deciso di lasciare la squadra, questo dimostra che ho ragione io. Tu vuoi lasciarla perché non vuoi che io mi allontani da qui, perché pensi che ne soffrirei. Per una volta, metti da parte me e pensa a te stesso, pensa alla tua di felicità e non soltanto alla mia – continuò Bella.

- E’ vero, se tu non fossi venuta io non avrei lasciato la squadra, ma c’è una cosa che non riesci a capire. Se tu ti saresti tolta i prosciutti dagli occhi prima io non sarei nemmeno partito, o, se comunque, il nostro rapporto sarebbe rimasto quello che era prima dell’arrivo di Lucas io avrei rifiutato immediatamente quel posto, senza neppure andarci. Ti è chiaro questo? Bella non è più il mio sogno il basket, adesso ci sei solo tu, lo capisci o te lo devo dire in un'altra lingua? – gli disse Edward scandendo per bene le ultime parole.

- Lo vedi che lo fai per me. Non lo posso accettare questo – gli disse Bella.

- Scricciolo mi sa che, ormai, ha deciso. Niente di quello che dirai o che farai gli farà cambiare idea – gli dissi io notando che Edward sembrava irremovibile.

- Emmett ha ragione. E’ una sua decisione, ne tu, ne noi possiamo farci qualcosa – continuò Jasper.

- Loro l’hanno capito. Tu quando lo capirai? – gli disse Edward ringraziandoci con lo sguardo.

- Tu non puoi capire come mi sento io, nessuno di loro può capirlo, per questo ti stanno appoggiando. Io ho paura – gli disse Bella.

- Paura? E di cosa? – gli domandò Edward stupito così come me e Jasper.

Rosalie e Alice, invece, sembravano tranquille, forse, loro sapevano cosa volesse dire Bella, del resto era la loro sorella e la conoscevano benissimo, ma c’era anche sa dire che erano donne e si sa che le donne sono le uniche che si possono capire tra di loro, perché per noi uomini resteranno per sempre un mistero.

- Ho paura, ho una fottuttissima paura. Ho pura che, un giorno, tu possa identificarmi come un tuo rimpianto, ho paura che, quel giorno, tu non me lo dica e lasci a me la responsabilità di leggertelo negli occhi. Adesso sei convinto di fare la scelta la giusta, ma hai solo diciannove anni e le convinzioni passano in fretta. Quello che ci sembra infinito adesso, tra qualche anno, tra qualche mese, potrebbe non esserlo più, per questo non voglio che tu rinunci a quello che ami per me. Non posso e non voglio prendermi questa responsabilità, lo capisci? Io non ho niente da perdere venendo con te, tu, invece, si e molto anche – gli disse Bella stringendo di più la presa sul collo di Edward, considerato che nonostante la piccola “discussione” lei non si era mossa da sopra di Edward.

Notai l’espressione di mio fratello e mi bastò quello per capire che le paure di Bella erano del tutto infondate. Lei non sarebbe mai stata per lui un motivo di rimpianto.

- Amore queste tue paure non hanno alla base nulla, non dovresti nemmeno pensarle certe cose. Io ti amo troppo per poterti considerare un rimpianto e anche se, come dici tu, quello che abbiamo, un giorno, finirà non cambierà quello che ti sto dicendo adesso. Non sto rinunciando a nulla, sto semplicemente decidendo se restare qui o tornare a Jacksonville e tra le due cose scelgo di restare qui. Non sto dicendo che rinuncerò al basket, sto solo dicendo che me ne andrò dagli Shox. Qui a Phoenix ci sono altre squadre importanti e mi impegnerò per riuscire a farne parte, ma con gli Shox ho chiuso. Il mio sogno era diventare un grande campione di basket, ma posso diventarlo anche con un’altra squadra. Adesso smettila con queste paranoie e non ne parliamo più, tanto lo sai che non cambio idea – gli disse Edward più sincero che poteva sorridendogli e dandogli un bacio a fior di labbra.

- Hai la testa dura come il cemento armato, non c’è nulla da fare – gli disse Bella ridendo essendosi arresa alle parole di Edward.

Del resto mio fratello aveva ragione, poteva diventare un campione anche in un’altra squadra.

- Bene adesso che tutto è risolto, che si fa? – chiese Alice.

- Le chiavi – disse Bella a Edward porgendogli la mano.

Edward prese le chiavi della macchina dalla tasca e gliele diede. Bella si alzò e scomparve dalla nostra vista.

- Ma dove è andate? – chiesi io stupito.

- Ma com’è che tu sai fare solo domande? – mi disse Edward mentre tutti scoppiammo a ridere.

- Edward sono felice che finalmente abbiate risolto la cosa. Mia sorella è di coccio, ma finalmente ha aperto gli occhi – gli disse Rose.

- Ti ama, ti ama davvero tanto. Non l’ho mai vista così per nessuno. Non sembra nemmeno lei – continuò Alice.

- Lo so, la amo anch’io, più della mia vita – disse Edward.

- Chi è che ami? – disse Bella tornando tra noi con delle buste in mano.

- Jessica – gli disse Edward ridendo, mentre Bella cambiò totalmente espressione.

Chi era Jessica? Mai sentita nominare, ma Bella di sicuro si perché la sua faccia non prometteva nulla di buono.

- Edward Cullen hai intenzione di farti spaccare la faccia? – gli disse Bella furiosa mentre io, i ragazzi e Edward c’è la ridevamo.

- Bellina, calmati. Hai l’espressione di Bruce Banner quando si arrabbia – gli dissi io ancora ridendo.

- Tu stai zitto. E poi chi sarebbe sto qui? – mi disse lei furiosa vedendo che tutti c’è la stavamo ridendo alla grande.

- Ma come chi è? Hulk mi pare ovvio – gli disse Jasper ridendo anche lui.

- Che siete divertenti – ci disse lei.

- Dai amore vieni qua – gli disse Edward ridendo e tirandola a se.

- Non credo proprio. Vai da Jessica, vedrai che ti soddisfa di più quell’esemplare di tutte tette e niente cervello – gli disse Bella allontanandosi da lui.

La gelosia di Bella era fantastica. Già lo era prima di mettersi con Edward, ma adesso era peggiorata parecchio.

- E dai stavo scherzando – gli disse Edward.

- Ma possiamo capire chi è questa Jessica? – gli chiese Jasper.

- Una sciaquetta – gli rispose Bella.

- Cioè? – gli chiesi io.

- Una che se lo spoglia con gli occhi. Anzi diciamo che se l’è spogliato anche con le mani – disse Bella parecchio scocciata.

- E’ una cheerleader degli Shox. Dai vieni qua stupida – disse Edward riferendosi a Bella.

- Buon modo per tergiversare la mia affermazione – disse Bella.

- Tergi cosa? – gli chiesi io non capendo quello che aveva detto.

- Lascia stare tu. Certi termini per te sono troppo difficili – mi canzonò Rosalie venendosi a sedere in braccio a me.

- Che spiritosa che sei – gli dissi dandogli un bacio a fior di labbra.

- Prego continuate. Ci stavamo divertendo, meglio di andare al cinema – disse Jasper quando vide che io e Rose avevamo spesso di prenderci in giro rivolgendosi a Bella e Edward.

- Tagliala – gli disse Alice.

- Dai Bella vieni qua, non farmi alzare – gli disse Edward sorridendogli mentre Bella si avvicinò e si sedette in braccio a lui.

- Stronzo – gli disse dandogli un bacio.

- Il passato non lo posso cambiare, ma il presente si – gli disse Edward riferendosi al fatto che nel periodo in cui avevano litigato si era dato alla pazza gioia con le ragazze.

- Ti amo – gli disse Bella sottovoce, ma non così sottovoce da non farsi sentire da noi.

Gli diede un bacio e poi si voltò verso di noi.

- C’è qualcosa che vi abbiamo comprato – ci disse guardandoci, mentre Alice iniziò a urlare come una pazza per la felicità.

- Che bello, che bello. Io adoro i regali – urlava Alice saltellando come se fosse una bambina.

Quella ragazza era un mito. Ero convinto che sarebbe rimasta così perfino quando avrebbe compiuto cinquant’anni, il che era tutto dire.

- Questo è tuo, questo è di Jasper, questo è di Rose e questo è di Emmett – disse Bella dandoci delle buste.

La prima ad aprire la busta fu Alice che estrasse un vestitino a corsetto blu con la gonna a palloncino. Era carinissimo.

- Non ci posso credere. Questa per me è telepatia. L’ho visto alla tv l’altro giorno quando hanno mandato in onda la sfilata di Chanel e me ne sono innamorata. Di presenza è ancora più bello – gli disse Alice buttandosi prima nelle braccia di Bella e poi in quelle di Edward.

- Sapevo ti sarebbe piaciuto – gli disse Bella, mentre Rose stava iniziando ad aprire la sua busta.

Quando ne estrasse il contenuto quasi svenne per lo stupore. La sua faccia sembrava quella di un fantasma, ma i suoi occhi esprimevano una felicità incredibile come se avesse visto non so quale cosa preziosa. Controllai cosa avesse in mano e vidi una borsa bianca con delle cose argentate al centro e due ciondoli a forma di “C” e “L” che scendevano. Per me, quella era una comunissima borsa, ma qualcosa dalla faccia delle ragazze mi diceva che dietro c’era molto di più. Non avrei mai capito le donne.

- Amore perché quella faccia? – gli chiesi mentre lei mi guardò come se avessi detto una bestemmia.

- Questa è di Christian Lacroix, ma il punto non è questo. Fa parte della collezione che non è ancora sul mercato. La collezione l’hanno mostrata, ma ancora non è in vendita. Come avete fatto? – gli chiese Rose.

- Tutto merito suo – gli rispose Bella riferendosi a Edward.

- Cioè? – chiese Jasper.

- Siamo entrati nell’atelier di Lacroix e abbiamo vista esposta la nuova collezione che ovviamente non era vendibile, ma Bella non si è arresa. Diceva che quella borsa era stata creata per Rosalie e doveva averla. Quindi, mi ha costretto a fare gli occhi dolci alla commessa invitandola perfino a cena pur di farmi vendere quella borsa – ci spiegò Edward mentre noi c’è la ridevamo.

- Bellina non cambierai mai – gli dissi io.

- Lo so, ma lo sai che quando voglio una cosa faccio il possibile e l’impossibile per ottenerla – mi rispose.

- Ma la commessa non si è accorta che stavate insieme? – gli chiese Alice.

- No, gli ho detto che ero sua sorella – disse Bella.

Quella ragazza ne sapeva una più del diavolo.

- E alla cena? – domandò Rose.

- Ovviamente non mi sono presentato – disse Edward.

- Ormai, ci potevi andare – gli dissi io aspettando la reazione di Bella che non tardò ad arrivare.

- Si certo come no. Io questo stavo dicendo. Una legnata nella testa gli davo no la cena – disse Bella ridendo.

- Va beh, adesso tocca a voi – disse Edward a me e a Jasper per spingerci a guardare i nostri regali.

Jasper aprì la sua busta e ne estrasse una cintura nera semplice, ma bella di Jean-Paul Gaultier.

- E’ bellissima grazie – gli disse lui.

Io nel frattempo aprì la mia busta e ne uscì fuori una custodia, la aprì e vidi un paio di occhiali dell’ultima collezione di Dior. Proprio quelli che volevo.

- Lo so che in tutto questo periodo pur essendo presente fisicamente era come se fossi assente, ma non mi è sfuggito il fatto che volessi comprarti questi occhiali. Così abbiamo provveduto noi – mi disse Bella mentre io andai ad abbracciarla.

- Grazie piccola – gli dissi ringraziando poi anche mio fratello.

Restammo in giardino per un po’ e i ragazzi ci raccontarono cosa avevano fatto in quella settimana, dicendo che Parigi era bellissimo e che si sarebbero tornati, ma insieme a noi. Ci raccontarono di essere andati a Disneyland e di essersi divertiti come due bambini, un’esperienza che avrebbero voluto ripetere di nuovo con noi. Dicevano che se saremmo andati tutti e sei insieme sarebbe stata un’altra cosa. Noi gli raccontammo della nostra settimana senza di loro, anzi senza Bella, considerato che Edward se ne era già andato da tempo, anche se non c’era poi molto da raccontare visto che non avevamo fatto nulla di particolare. Restammo lì tutto il pomeriggio, fino a quando Bella e Edward decisero di andarsi a fare una doccia e di andare da mamma e papà per raccontargli tutto e poi da Charlie e Renèe per dirgli che Bella era tornata. Io e i ragazzi restammo in giardino ancora per un po’, poi a ora di cena ordinammo una pizza e c’è la mangiammo nel giardino.

- Li vedo felici, finalmente – disse Alice mentre mordeva un pezzo di pizza di Jasper.

- Anch’io e sono contenta – disse Rose.

- Se la meritavano anche loro un po’ di pace e felicità – disse Jasper.

- Appunto. Adesso si ritorna al passato. Che bello. Mi erano mancate giornate come queste – dissi io riferendomi al fatto che dopo due mesi avevamo finalmente passato una giornata tutti e sei insieme senza problemi, proprio come una volta.

Continuammo a mangiare la pizza e poi restammo lì fuori a parlare per tutta la serata, visto che fuori si stava benissimo anche con le maniche corte. Verso mezzanotte Edward e Bella tornarono ed erano il ritratto della felicità. Restarono con noi a parlare, fino a quando non si fecero le tre e tutti e sei decidemmo di andare a letto. Ero felice, finalmente felice e sapevo che adesso lo eravamo tutti. Arrivai in camera e mi tuffai nel letto posizionandomi sopra di Rose e riempiendola di baci e si sa, un bacio tira l’altro fino a quando non ci ritrovammo a fare l’amore. Tutti i miei sogni si stavano realizzando. Non c’era nulla di più bello di quello che stavamo vivendo e speravo con tutto me stesso che sarebbe rimasto sempre così. Non so perché, ma ero sicuro che sarebbe stato così, perché un amore come quello che provavamo noi gli uni per gli altri era qualcosa di troppo forte per poter essere cancellato o semplicemente minato da qualcuno o da qualcosa. Dentro di me sapevo che fra vent’anni saremmo stati come adesso, forse con qualcuno in più, qualcuno a simbolo del nostro amore, dei figli, e fra cinquant’anni ero convinto che saremmo stati dei vecchietti ancora uniti, ancora innamorati che si tenevano compagnia a vicenda. Si, sarebbe stato così, ne ero certo.

 

Il regalo di Alice (vestito):

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Il regalo di Rosalie (borsa):

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Il regalo di Jasper (cintura):

http://img340.imageshack.us/i/regalojasper.jpg/][img=http://img340.imageshack.us/img340/6007/regalojasper.th.jpg

 

Il regalo di Emmett (occhiali):

http://img517.imageshack.us/i/regaloemmett.jpg/][img=http://img517.imageshack.us/img517/295/regaloemmett.th.jpg

 

 

 

SPOILER:

Pov Alice

- Ragazzi mi è venuta un’idea. Secondo me, sarebbe fantastico metterla in pratica – disse Bella cambiando apparentemente discorso.

- Sarebbe a dire? – gli domandò l’amore della mia vita.

- Siamo a fine giugno, tra qualche giorno saremo già a Luglio, il mese perfetto per le vacanze – disse Bella.

- Dove vuoi arrivare? – gli chiese Emmett mentre tutti la ascoltavamo non capendo bene cosa avesse in mente.

 

 

 

 

Risposte alle vostre recensioni:

 

- lillina913: Sono contentissima che il capitolo ti è piaciuto. Comunque si, Edward ha fatto le cose in grande, ma credo che dopo tutto quello che quei due hanno passato se lo meritavano davvero.

 

- monamona: Mi fa piacere che ti piace il mio modo di scrivere e il mio modo di esprimere i sentimenti e i pensieri di tutti i ragazzi. Questo significa molto per me. Mi fa piacere sapere che continuerai a leggere la mia storia, anche perché fra poco ci sarà un cambio netto. Fra circa due capitoli vi spiegherò di cosa si tratta. Quanto alle altre storie, ho scritto questa e altre tre. Puoi trovare i link alla fine della pagina. Ho in mente anche un’altra storia, ma prima preferisco finire queste, altrimenti rischio di sclerare. Quando mi metterò all’opera su qualche altra storia te lo farò sapere.

 

- gamolina: Sono contenta che il capitolo sia stato di tuo gradimento. Comunque si, per fortuna ho risolto questi problemi così adesso cerco di mettermi in pari con la storia.

 

- eMiLy BlOoD: Anche questa frase era bellissima, ma te l’ho già detto anche su msn dicendomi qual è la mia idea. Grazie per avermi dato l’ok.

 

- -DivinaTheBest: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto al punto di farti commuovere, perché significa che sono riuscita a scrivere al meglio quello che provavo io.

 

- serve: Beh non so se hai parlato a nome di tutte le lettrici della mia storia, ma di sicuro hai parlato a nome mio. Anch’io voglio Edward. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.

 

- edward bella: In effetti il capitolo era un po’ romantico, forse, il più romantico fino ad ora. Mi fa piacere che lo hai apprezzato.

 

- nefertiry85: Hey tesoro, come è andato l’esame? Spero tutto apposto. Non ho avuto modo di parlare con te su msn quindi ne approfitto adesso per chiederti. Comunque mi fa piacere che ti è piaciuta la sorpresa di Edward a Bella, è stata molto romantica, in effetti.

 

- ross_ana: Beh, in effetti il “mio” Edward è davvero perfetto. E’ il ragazzo che tutti vorrebbero avere, o almeno che io vorrei avere, ma ovviamente non ne esistono di ragazzi così purtroppo. Riguardo a Bella sono d’accordo con te, lei è troppo troppo fortunata.

 

- TanyaCullen: Sono felice che anche questo capitolo ti sia piaciuto e condivido con te il fatto che anch’io vorrei ricevere una sorpresa come quella che Edward ha fatto a Bella, ma come te sogno solamente. Il tuo contatto msn l’ho aggiunto, quindi quando ti collegherai mi troverai di sicuro tra i contatti che ti hanno aggiunta.

 

- soletta: Per adesso ci sarà un po’ di pace per tutti, ma non sperare che sarà così per sempre perché ti sbagli. Devono succedere ancora un po’ di cose. Per quanto riguarda la metà so che, forse, in pochi se lo aspettavano, ma per me fare una cosa del genere è sempre stato un sogno e per questo ho voluto scriverla. Sarebbe una favola se potesse succedere anche a me. Riguardo ai sogni sono d’accordo con te, a volte sognare fa bene, ma quando apri gli occhi ci stai uno schifo perché ti rendi conto che la realtà è diversa da come l’hai immaginata e io non sono una di quelle che sogna molta, nel senso che dopo tutte le delusioni che ho avuto ho imparato a smettere di credere nei sogni, ma da quando ho letto la saga di Twilight mi sono ricreduta. Questi libri sono stati per me come una medicina e mi hanno permesso di vagare con la fantasia e di chiudermi in un mondo fatto di sogni e credo che dalla mia storia potrai capirlo. So che questo da una parte è sbagliato perché quando riaprirò gli occhi mi accorgerò di stare più male, ma per adesso mi sta bene così, per adesso voglio credere che le favole esistono e che anch’io un giorno ne avrò una, anche se so che in realtà questo non succederà. Come hai detto tu, forse, il problema è che siamo masochiste e io ti posso dire che io lo sono di sicuro, ma per adesso mi sta bene così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- ledyang: Sono felice che ti sia piaciuto. Mi auguro che lo stesso accadrà per questo e per i prossimi.

 

- Princess Alexia: Si, Edward è proprio un romanticone. Un ragazzo unico e perfetto, ha solo un unico difetto, cioè quello che nella realtà non esiste, così come non esistono ragazzi come lui. Mi fa piacere che apprezzi il mio modo di scrivere e ti assicuro che adesso per Bella e Edward ci sarà un po’ di felicità. Succederanno però tante cose. Leggi e lo scoprirai.

 

 

Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.

 

 

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