Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
WHEN THE LOVE
CHANGES YOUR LIFE
!?...“Quando l’amore ti cambia la
vita”…!?
CAPITOLO 45
RITORNO A
CASA
POV
EMMETT
Era passata una settimana da quando Bella aveva
preso il jet di papà ed era andata a riprendersi mio fratello, finalmente,
oserei dire. Certo che ci aveva messo una vita, ormai, mi ero anche convinto
che non c’era più niente da fare, mi ero convinto che il mio scricciolo non
provasse davvero nulla per Edward, nulla che non fosse una speciale eunica amicizia. Eppure anche se dopo mesi e mesi, le mie
ipotesi e quelle dei ragazzi si erano dimostrate fondate, per fortuna. Ero
molto contento, così come lo erano i ragazzi, ma una cosa era certa, quei due
c’è l’avrebbero pagata cara. In una settimana non si erano fatti sentire
praticamente quasi mai, salvo varie eccezioni, in cui ci chiamavano per
sfotterci dicendo che Parigi era bellissima. Rosalie e Alice erano rimaste
sconvolte quando avevano scoperto dove Edward aveva portato la loro sorellina e
dire che ci avevano tenuto il broncio per due giorni era dire poco. Edward era
passato per il romantico della situazione, mentre io e Jasper ci eravamo dovuti
accontentare del ruolo di strafottenti, qualunquisti e scialbi. Non sapevamo
quando sarebbero tornati e se sarebbero tornati, nel senso che adesso Edward
era negli Shox e per tornare qui a Phoenix avrebbe dovuto lasciare la squadra.
Ero sicuro che pur di stare con Bella lo avrebbe fatto, ma allo stesso tempo
ero sicuro che Bella non glielo avesse permesso. Ci sarebbe stato di che
ridere, considerando che erano entrambi due testardi nati. Io e i ragazzi,
invece, eravamo rimasti qui a goderci queste splendide giornate di caldo.
Eravamo stati al mare, ma per di più passavamo i pomeriggi in piscina
considerando che lì non ci disturbava nessuno. Adesso che anche Edward e Bella,
finalmente, avevano deciso di stare insieme, potevo dire che eravamo tutti
felici, felici per aver trovato la persona giusta con cui stare, felici per
aver trovato degli amici che potevamo considerare come fratelli e sorelle,
felici per aver trovato dei punti fermi, ma soprattutto eravamo felici perché
finalmente avevamo capito cos’era la vera felicità. La felicità non era fatta
di grandi cose, ma di cose semplici, come svegliarsi con accanto
la donna che si ama, come sentire il profumo del caffè la mattina
sapendo che è stata la persona che ami a preparartelo, come uscire di casa
senza nemmeno guardarti allo specchio, tanto sai che c’è qualcuno che ti guarda
e ti sistema quella camicia che non hai abbottonato bene o quei capelli che per
la fretta non hai pettinato. Mi sembrava anche strano a dirlo, ma questo era
tutto quello che avevo sempre voluto dalla mia vita, anche se avevo sempre
fatto di tutto per non ammetterlo a me stesso.
- Scendiamo in spiaggia? – mi chiese Rose, mentre
io ero comodamente seduto su una poltroncina in vimini nel giardino di casa
mia.
- No, io passo oggi. Sono troppo stanco – gli
risposi mentre sentì le urla di Alice e vidi Jasper che cercava di tapparsi le
orecchie venendosi a sedere nella poltroncina vicino la mia.
- Che succede? – chiesi io
ridendo.
Quando Alice si metteva a fare la pazza, non potevo
fare a meno di ridere. Una della sua stazza riusciva a mettere paura a tutti,
perfino a me che ero tre volte più grosso e alto di
lei.
- Succede che questo decerebrato di tuo fratello
dice di essere stanco per andare al mare – mi rispose lei urlando come una
pazza.
- Non è che dico di essere stanco, sono stanco
davvero. Non sono tutti come te che sono off-limits – gli rispose mio fratello.
- Anch’io sono stanco e non vengo al mare oggi –
gli dissi io sapendo che si sarebbe adirata ancora di
più.
- Ma stanchi di cosa se non fate nulla dalla
mattina alla sera? – ci urlò il folletto.
- Alice, ma perché ti stai arrabbiando? Io fossi in
te non lo farei. Se i ragazzi sono stanchi, lasciamoli riposare – disse Rose
sorridendomi.
Ok, la mia ragazza era stata colpita da qualcosa,
perché la mia Rose non avrebbe mai detto una cosa del genere. Come minimo
sapendo che non volevo andare al mare mi avrebbe preso a sberle e riempito la
testa di tutta gli insulti possibili ed immaginabili.
- Rose, ma sei pazza? Il sole deve esserti andato
alla testa – gli disse Alice anche lei stupita dell’arresa repentina di Rose.
- No, sto benissimo. Se i ragazzi non vogliono
venire non serve costringerli – continuò Rose.
- Devi avere la febbre – disse Jasper sempre più
stupito.
- Siamo sicuri che non volete
venire perché siete stanchi? – ci chiese la mia ragazza.
- Si certo – dicemmo io e Jasper all’unisono.
In realtà io non volevo andarci non perché ero
stanco, ma perché mi scocciavo, ed ero convinto che anche per Jasper fosse
così, ma meglio una piccola bugia che dirgli la verità, altrimenti ci avrebbero
sgozzati vivi.
- Bene, allora visto che siete così stanchi
riposatevi. In effetti vi vedo un po’ sciupati, vero
Alice? – disse Rose facendo un segno impercettibile a Alice, un segno che,
però, io notai e non mi fece intendere nulla di buono.
- Hai ragione Rose. Sono proprio stanchi, meglio
che restino qui. Scusami amore per la sfuriata – disse Alice a Jasper
avvicinandoci a lui e dandogli un bacio a fior di labbra.
- Siete davvero pallidi – continuò Rose.
Perché questa situazione non mi piaceva? C’era
qualcosa sotto. Aveva escogitato qualcosa, mi sarei giocato la testa.
- E’ vero. Conviene non sciuparli per un pò –
continuò Alice.
- Condivido con te. Mi sa che io e te per un mesetto smetteremo di fare “attività fisica”.
Credo che ti serva andare in bianco per un po’, almeno fino a quando non ti
riprendi – mi disse Rose, mentre io rimasi sconvolto.
- Anche noi faremo così, sei troppo sciupato. Anzi,
adesso che ti guardo bene sembri ancora più pallido di Emmett. Conviene che noi
sospendiamo “l’attività fisica” per almeno due mesi, così avrai tutto il tempo
di recuperare le forze – disse Alice a Jasper mentre lui guardò me con sguardo
disperato.
- In effetti adesso che mi
ci fai pensare, mi sento molto meglio. Direi che possiamo andarci al mare –
dissi io scattando in piedi.
- E’ vero, anch’io mi sento meglio. Non sono mai
stato meglio di così – disse Jasper avvicinandosi a Alice.
- Hai visto sorella, a volta non serve urlare per
risolvere le cose. Ci sono sistemi più sofisticati – gli disse Rose.
- Si certo come no. Questi sono ricatti, meglio le
urla – gli dissi io, mentre Jasper annuì.
- Io l’ho sempre detto, in amore e in guerra tutto
è lecito – disse Alice.
- Qui non si trattava di nessuna delle due cose –
gli disse Jasper.
- Chi l’hai detto questo? In questo caso si
trattava di guerra e come vedi abbiamo vinta noi – gli disse Rose sorridendo
soddisfatto.
- Siete due perfide, anzi tre perfide, menomale
che, almeno, l’altra comare non ci sia, altrimenti non oso immaginare cosa vi
inventavate – gli dissi io.
- Certo, perché l’altra comare è a Parigi, mentre
noi ci dobbiamo accontentare di andare in un’anonima spiaggia di una città
qualsiasi – disse Alice facendo il finto broncio.
- E voi non siete buoni nemmeno a fare questo.
Dobbiamo passare ai ricatti con voi – continuò Rose.
- Ma tu zitto mai? Adesso ricominciano – mi
rimproverò Jasper.
- Mi è scappato – mi giustificai io.
- Mi sa che a te ti scappano
sempre troppe cose – disse una voce alle mie spalle che avrei riconosciuto fra
mille mentre sentì una risata cristallina proveniente da qualcun altro.
Mi voltai e mi resi conto che i miei sospetti erano
fondati. Del resto non avrei mai potuto confondere quella voce con quella di
qualcun altro. Davanti a me c’era il mio fratellino con un sorriso stampato in
faccia, un sorriso che non gli avevo mai visto in diciannove anni, che teneva
la mano di Bella, anche lei con un sorriso meraviglioso sul volto, uno di quei
sorrisi tipici delle persone davvero felici.
- Non ci posso credere – dicemmo all’unisono tutti
e quattro.
In meno di due secondi Alice andò loro incontro
abbracciandoli calorosamente e lo stesso fecero Jasper e Rose. Quando loro si
staccarono anche io mi unì a loro. Abbracciai Edward e dopo Bella, stringendola
vigorosamente.
- Non respiro. Vorrei vivere ancora un altro po’ –
mi disse Bella considerato che la stavo praticando sgretolando nel mio
abbraccio.
Subito mi staccai da lei e sorrisi, finalmente
felice del tutto.
- Dovete raccontarci tutto – gli disse Rose così
euforica da sembrare pazza.
- Ti ho lasciato per soli due mesi e ti ritrovo
pazza come questo folletto? – disse Edward a Rose intendendo Alice come il
“folletto”.
- Che cosa vorresti insinuare? – gli disse Alice
fingendosi imbronciata.
- Niente, solo che mi siete mancati tutti un casino
– gli disse Edward sorridendo.
- Anche tu, non hai idea quanto – gli rispose Rose
mentre tutti noi annuimmo.
In pochi secondi ci sedemmo tutti nelle poltroncine
del giardino di casa e notai con grande piacere che Rose e Alice si erano già
dimenticate la piccola discussione avuta poco prima. Dovevo ricordarmi di
ringraziare Bella e Edward. Io e Jasper riprendemmo i posti che avevamo prima,
mentre Alice e Rose si sedettero sul divanetto in vimini del giardino. Edward
si sedette in una poltroncina come la nostra e Bella si posizionò sulle sue
gambe, circondando il collo di lui con le sue braccia. Era bellissimo vederli
così, soprattutto perché finalmente vedevo nei loro occhi una felicità trovata,
una felicità che ero sicuro nessuno avrebbe mai potuto minare.
- Allora che mi raccontate? – esordì Bella una
volta che tutti ci eravamo seduti.
- Piuttosto che ci raccontate voi. Le novità voi le
portate, qui è tutto come al solito – disse Jasper.
- Io voglio sapere tutti i minimi particolari –
aggiunse Alice mentre Rose annuì.
- C’è poco da dire. Le cose essenziali ve le
abbiamo già dette per telefono – gli rispose Bella.
In effetti qualcosina per telefono
c’è l’avevano detto. Bella ci aveva raccontato della sorpresa di Edward per filo
e per segno. Ci aveva raccontato del fatto che l’aveva bendata, che l’aveva
portata fino a Parigi senza che lei sospettasse niente, ci aveva raccontato del
vestito, della cena, della sorpresa con i fuochi d’artificio,
ma riguardo al resto della loro permanenza lì non ci avevano poi detto
molto.
- Io ti devo fare i miei più sentiti complimenti.
Una sorpresa come la tua è davvero un sogno da ricevere – gli disse Alice.
- Ecco che ricominciano – mi lasciai sfuggire io beccandomi un occhiataccia sia da Alice sia da Rose.
- In effetti è stato
bellissimo. Parigi è un sogno e andarci con la persona che ami è ancora più
bello – disse Bella con occhi sognanti.
- Certo che io non ti facevo così romanticone –
dissi io rivolgendomi a Edward.
- Nemmeno io, ma l’amore ti cambia. A me ha
cambiato la vita e pure a voi. Non crediate che voi siate stati meno romantici
– mi rispose mio fratello.
In effetti non c’era da biasimarlo.
Tutti e sei eravamo cambiati per amore. Io se mi guardavo allo specchio non mi
sarei mai e poi mai riconosciuto, guardandomi allo specchio non avrei mai
potuto rivedere nel riflesso dello specchio il vecchio me. Era tutto così
diverso adesso, ma era senza dubbio molto più bello.
- Quando ci siamo conosciuti chi l’avrebbe mai
detto che le cose sarebbero andate così? Chi l’avrebbe mai detto che saremmo
cambiati così tanto? – ci disse Rose.
- Era tutto scritto. Contro il destino non si può
fare nulla – disse Alice.
Aveva ragione Alice. Era quello il nostro destino.
Era stato il destino che aveva messo le ragazze nella nostra strada, era il
destino che ci aveva fatto incontrare e innamorare e io non ero mai stato tanto
grato al destino come in questo momento. Adesso c’era solo un dubbio che mi
attanagliava, un dubbio che dovevo e volevo sciogliermi.
- Non per essere il guastafeste in un momento come
questo, ma tu, Edward, che intenzioni hai? – dissi rivolgendomi a mio fratello.
Ovviamente mi riferivo al problema Jacksonville. Da
una parte volevo che lui tornasse lì e continuasse il suo sogno, ma dall’altra
volevo che restasse qui con noi, con Bella. E poi, qualcosa mi diceva che se
lui partiva, lei lo avrebbe seguito e questo mi dispiaceva parecchio. Mi
mancavano tantissimo i pomeriggi trascorsi noi sei insieme
a divertirci e a combinarne di tutti i colori, ma non potevo essere egoista nel
volere qualcosa che avrebbe potuto danneggiare mio fratello. E poi, eravamo già
grandi, ormai, e non potevo più sperare che le cose restassero sempre così, non
potevo sperare che restassimo uniti così tanto per sempre, anche se ero
convinto che anche a chilometri di distanza il nostro rapporto sarebbe rimasto sempre intatto. E poi, del resto, prima o
poi ci saremmo dovuti separare o, per lo meno, non avremmo potuto continuare a
comportarci come dei ventenni a vita.
- Non ha ancora deciso, comunque con grande
probabilità andremo a Jacksonville – rispose Bella al suo posto.
Notai che, dopo la mia domanda, entrambi si erano
un po’ oscurati in volto e qualcosa mi diceva che non la pensavano allo stesso
modo su questa cosa. E la reazione di Edward alle parole di Bella me ne diede
la conferma.
- Resteremo qui. Lascerò la squadra – disse mio
fratello rivolgendosi più a Bella che a noi.
- Ne abbiamo già parlato milioni di volte in questa
settimana e tu non rinunciare a quella squadra per me. Non ammetto obiezioni –
gli rispose Bella.
- Appunto, ne abbiamo già parlato. E’ una decisione
che spetta a me e io ho già deciso – continuò Edward come se noi non ci
fossimo.
- Non se ne parla – gli disse Bella alzando
leggiarmente la voce.
- Ok, basta così. Risolviamo la questione in
maniera civile – disse Jasper mentre io e le ragazze annuimmo.
- C’è poco da risolvere. Resto qui – disse Edward.
- Ragazzi, per favore, fateglielo capire voi che se
resta qui fa un errore grandissimo, fategli capire che non può mandare tutto a
puttane – disse Bella rivolgendosi a noi.
- Edward, mi dispiace dirlo, ma Bella ha ragione.
Io non voglio che te ne vai, ma non voglio neppure che
mandi all’aria tutta la tua carriera. Potete stare insieme lo stesso, non devi
per forza lasciare la squadra – gli dissi io.
- Si, hanno ragione loro.
Avevi tre anni la prima volta che ci hai detto che da grande volevi fare il
giocatore di basket, avevi quattro anni quando ci hai detto che saresti
diventato un grande giocatore, avevi cinque anni quando hai iniziato a giocare
a questo gioco in un squadra per bambini, eri il più
piccolo tra quei bimbi, ma il più dotato, avevi sei anni quando ci hai detto
che un giorno saresti entrato negli Shox, la tua squadra del cuore da sempre.
Ogni anno che passava hai continuato a ripeterci che il tuo sogno restava
sempre legato al basket e ogni anno che passava ci rendevamo conto che facevi
un passo in avanti per raggiungere quel sogno. Alla fine ci sei riuscito e
l’hai fatto in netto anticipo rispetto alle previsioni. Non è da tutti entrare
in una squadra di professionisti e per giunta già da titolare a soli diciannove
anni, non puoi mollare tutto, non adesso – gli disse Jasper.
- Edward è la tua occasione, l’occasione di una
vita non puoi sprecarla. Te ne pentiresti dopo. Noi siamo con te sempre e
comunque, anche se ci troviamo a chilometri di distanza – continuò Alice.
Stavamo cercando tutti di convincerlo, ma la sua
espressione era troppo decisa, qualcosa mi diceva che niente e nessuno gli
avrebbe potuto fare cambiare idea.
- I ragazzi hanno ragione. Devi restare lì,
continuare la tua carriera, realizzare il tuo sogno, non puoi mollare tutto,
non adesso che hai raggiunto questi risultati – gli disse Rose.
- Avete ragione, ma questo non cambia le cose. Io
ho già deciso, tornerò a Jacksonville solo per parlare con il coach e per
salutare i compagni, poi tornerò qui, a casa mia. E’ questo il mio posto – ci
disse Edward.
- No, no e no. Tu andrai a Jacksonville. Non ti
permetterò di fare questo sbaglio. Io lo so perché tu non vuoi andarci, perché
pensi che il mio posto sia qui e non vuoi che mi sacrifichi per te, ma devi
capire che il mio non è un sacrificio. Io voglio venire perché casa mia, il mio
posto è dove sei tu, che sia qui, a Jacksonville o in qualunque altro posto non
ha importanza. Tu devi andare e io verrò con te. Torneremo qui quando vorremmo,
anche solo per qualche ora e passeremmo una giornata tutti e sei insieme come
ai vecchi tempi, poi torneremo lì, dove è giusto che tu stia, e questo, perché,
per me, niente vale quanto il tuo futuro – gli disse Bella guardandolo negli
occhi.
- Bella ne abbiamo già parlato, tu sai benissimo
come la penso, quindi, non vedo perché continuare a parlarne – gli disse
Edward.
- Se io non fossi venuta da te tu non avresti mai
deciso di lasciare la squadra, questo dimostra che ho ragione io. Tu vuoi
lasciarla perché non vuoi che io mi allontani da qui, perché pensi che ne
soffrirei. Per una volta, metti da parte me e pensa a
te stesso, pensa alla tua di felicità e non soltanto alla mia – continuò Bella.
- E’ vero, se tu non fossi venuta io non avrei
lasciato la squadra, ma c’è una cosa che non riesci a capire. Se tu ti saresti tolta i prosciutti dagli occhi prima io non sarei
nemmeno partito, o, se comunque, il nostro rapporto sarebbe rimasto quello che
era prima dell’arrivo di Lucas io avrei rifiutato immediatamente quel posto,
senza neppure andarci. Ti è chiaro questo? Bella non è più il mio sogno il
basket, adesso ci sei solo tu, lo capisci o te lo devo dire in un'altra lingua?
– gli disse Edward scandendo per bene le ultime parole.
- Lo vedi che lo fai per me. Non lo posso accettare
questo – gli disse Bella.
- Scricciolo mi sa che, ormai, ha deciso. Niente di
quello che dirai o che farai gli farà cambiare idea – gli dissi io notando che Edward sembrava irremovibile.
- Emmett ha ragione. E’ una sua decisione, ne tu, ne noi possiamo farci qualcosa – continuò Jasper.
- Loro l’hanno capito. Tu quando lo capirai? – gli
disse Edward ringraziandoci con lo sguardo.
- Tu non puoi capire come mi sento io, nessuno di
loro può capirlo, per questo ti stanno appoggiando. Io ho paura – gli disse
Bella.
- Paura? E di cosa? – gli domandò Edward stupito
così come me e Jasper.
Rosalie e Alice, invece, sembravano tranquille,
forse, loro sapevano cosa volesse dire Bella, del resto era la loro sorella e
la conoscevano benissimo, ma c’era anche sa dire che erano donne e si sa che le
donne sono le uniche che si possono capire tra di loro, perché per noi uomini
resteranno per sempre un mistero.
- Ho paura, ho una fottuttissima paura. Ho pura
che, un giorno, tu possa identificarmi come un tuo rimpianto, ho paura che,
quel giorno, tu non me lo dica e lasci a me la responsabilità di leggertelo
negli occhi. Adesso sei convinto di fare la scelta la giusta, ma hai solo
diciannove anni e le convinzioni passano in fretta. Quello che ci sembra
infinito adesso, tra qualche anno, tra qualche mese, potrebbe non esserlo più,
per questo non voglio che tu rinunci a quello che ami per me. Non posso e non
voglio prendermi questa responsabilità, lo capisci? Io non ho niente da perdere
venendo con te, tu, invece, si e molto anche – gli
disse Bella stringendo di più la presa sul collo di Edward, considerato che
nonostante la piccola “discussione” lei non si era mossa da sopra di Edward.
Notai l’espressione di mio fratello e mi bastò
quello per capire che le paure di Bella erano del tutto infondate. Lei non
sarebbe mai stata per lui un motivo di rimpianto.
- Amore queste tue paure non hanno alla base nulla,
non dovresti nemmeno pensarle certe cose. Io ti amo troppo per poterti
considerare un rimpianto e anche se, come dici tu, quello che abbiamo, un
giorno, finirà non cambierà quello che ti sto dicendo adesso. Non sto
rinunciando a nulla, sto semplicemente decidendo se restare qui o tornare a
Jacksonville e tra le due cose scelgo di restare qui. Non sto dicendo che
rinuncerò al basket, sto solo dicendo che me ne andrò dagli Shox. Qui a Phoenix
ci sono altre squadre importanti e mi impegnerò per riuscire a farne parte, ma
con gli Shox ho chiuso. Il mio sogno era diventare un grande campione di
basket, ma posso diventarlo anche con un’altra squadra. Adesso smettila con
queste paranoie e non ne parliamo più, tanto lo sai che non cambio idea – gli
disse Edward più sincero che poteva sorridendogli e dandogli un bacio a fior di
labbra.
- Hai la testa dura come il cemento armato, non c’è
nulla da fare – gli disse Bella ridendo essendosi arresa alle parole di Edward.
Del resto mio fratello aveva ragione, poteva
diventare un campione anche in un’altra squadra.
- Bene adesso che tutto è risolto, che si fa? –
chiese Alice.
- Le chiavi – disse Bella a Edward porgendogli la
mano.
Edward prese le chiavi della macchina dalla tasca e
gliele diede. Bella si alzò e scomparve dalla nostra vista.
- Ma dove è andate? – chiesi io
stupito.
- Ma com’è che tu sai fare solo domande? – mi disse
Edward mentre tutti scoppiammo a ridere.
- Edward sono felice che finalmente abbiate risolto
la cosa. Mia sorella è di coccio, ma finalmente ha aperto gli occhi – gli disse
Rose.
- Ti ama, ti ama davvero tanto. Non l’ho mai vista
così per nessuno. Non sembra nemmeno lei – continuò Alice.
- Lo so, la amo anch’io, più della mia vita – disse
Edward.
- Chi è che ami? – disse Bella tornando tra noi con
delle buste in mano.
- Jessica – gli disse Edward ridendo, mentre Bella
cambiò totalmente espressione.
Chi era Jessica? Mai sentita nominare, ma Bella di
sicuro si perché la sua faccia non prometteva nulla di
buono.
- Edward Cullen hai intenzione di farti spaccare la
faccia? – gli disse Bella furiosa mentre io, i ragazzi e Edward c’è la
ridevamo.
- Bellina, calmati. Hai l’espressione di Bruce
Banner quando si arrabbia – gli dissi io ancora
ridendo.
- Tu stai zitto. E poi chi sarebbe sto qui? – mi
disse lei furiosa vedendo che tutti c’è la stavamo ridendo alla grande.
- Ma come chi è? Hulk mi pare ovvio – gli disse
Jasper ridendo anche lui.
- Che siete divertenti – ci disse lei.
- Dai amore vieni qua –
gli disse Edward ridendo e tirandola a se.
- Non credo proprio. Vai da Jessica, vedrai che ti
soddisfa di più quell’esemplare di tutte tette e niente cervello – gli disse
Bella allontanandosi da lui.
La gelosia di Bella era fantastica. Già lo era
prima di mettersi con Edward, ma adesso era peggiorata parecchio.
- E dai stavo scherzando – gli disse Edward.
- Ma possiamo capire chi è questa Jessica? – gli
chiese Jasper.
- Una sciaquetta – gli rispose Bella.
- Cioè? – gli chiesi io.
- Una che se lo spoglia con gli occhi. Anzi diciamo
che se l’è spogliato anche con le mani – disse Bella parecchio scocciata.
- E’ una cheerleader degli Shox. Dai vieni qua
stupida – disse Edward riferendosi a Bella.
- Buon modo per tergiversare la mia affermazione –
disse Bella.
- Tergi cosa? – gli chiesi io non capendo quello
che aveva detto.
- Lascia stare tu. Certi termini per te sono troppo
difficili – mi canzonò Rosalie venendosi a sedere in braccio a me.
- Che spiritosa che sei – gli dissi dandogli un
bacio a fior di labbra.
- Prego continuate. Ci stavamo divertendo, meglio
di andare al cinema – disse Jasper quando vide che io e Rose avevamo spesso di
prenderci in giro rivolgendosi a Bella e Edward.
- Tagliala – gli disse Alice.
- Dai Bella vieni qua, non farmi alzare – gli disse
Edward sorridendogli mentre Bella si avvicinò e si sedette in braccio a lui.
- Stronzo – gli disse dandogli un bacio.
- Il passato non lo posso cambiare, ma il presente
si – gli disse Edward riferendosi al fatto che nel periodo in cui avevano
litigato si era dato alla pazza gioia con le ragazze.
- Ti amo – gli disse Bella sottovoce, ma non così
sottovoce da non farsi sentire da noi.
Gli diede un bacio e poi si voltò verso di noi.
- C’è qualcosa che vi abbiamo comprato – ci disse
guardandoci, mentre Alice iniziò a urlare come una pazza per la felicità.
- Che bello, che bello. Io adoro i regali – urlava
Alice saltellando come se fosse una bambina.
Quella ragazza era un mito. Ero convinto che sarebbe rimasta così perfino quando avrebbe compiuto
cinquant’anni, il che era tutto dire.
- Questo è tuo, questo è di Jasper, questo è di
Rose e questo è di Emmett – disse Bella dandoci delle buste.
La prima ad aprire la busta fu Alice che estrasse
un vestitino a corsetto blu con la gonna a palloncino. Era carinissimo.
- Non ci posso credere. Questa per me è telepatia.
L’ho visto alla tv l’altro giorno quando hanno mandato in onda la sfilata di
Chanel e me ne sono innamorata. Di presenza è ancora più bello – gli disse
Alice buttandosi prima nelle braccia di Bella e poi in quelle di Edward.
- Sapevo ti sarebbe piaciuto – gli disse Bella,
mentre Rose stava iniziando ad aprire la sua busta.
Quando ne estrasse il contenuto quasi svenne per lo
stupore. La sua faccia sembrava quella di un fantasma, ma i suoi occhi
esprimevano una felicità incredibile come se avesse visto non so quale cosa preziosa.
Controllai cosa avesse in mano e vidi una borsa bianca con delle cose argentate
al centro e due ciondoli a forma di “C” e “L” che scendevano. Per me, quella
era una comunissima borsa, ma qualcosa dalla faccia delle ragazze mi diceva che
dietro c’era molto di più. Non avrei mai capito le donne.
- Amore perché quella faccia? – gli chiesi mentre
lei mi guardò come se avessi detto una bestemmia.
- Questa è di Christian Lacroix, ma il punto non è
questo. Fa parte della collezione che non è ancora sul mercato. La collezione
l’hanno mostrata, ma ancora non è in vendita. Come avete fatto? – gli chiese
Rose.
- Tutto merito suo – gli rispose Bella riferendosi
a Edward.
- Cioè? – chiese Jasper.
- Siamo entrati nell’atelier di Lacroix e abbiamo
vista esposta la nuova collezione che ovviamente non era vendibile,
ma Bella non si è arresa. Diceva che quella borsa era stata creata per
Rosalie e doveva averla. Quindi, mi ha costretto a fare gli occhi dolci alla
commessa invitandola perfino a cena pur di farmi vendere quella borsa – ci
spiegò Edward mentre noi c’è la ridevamo.
- Bellina non cambierai mai – gli dissi io.
- Lo so, ma lo sai che quando voglio una cosa
faccio il possibile e l’impossibile per ottenerla – mi rispose.
- Ma la commessa non si è accorta che stavate
insieme? – gli chiese Alice.
- No, gli ho detto che ero sua sorella – disse
Bella.
Quella ragazza ne sapeva una più del diavolo.
- E alla cena? – domandò Rose.
- Ovviamente non mi sono presentato – disse Edward.
- Ormai, ci potevi andare – gli dissi io aspettando la reazione di Bella che non tardò ad
arrivare.
- Si certo come no. Io questo stavo dicendo. Una
legnata nella testa gli davo no la cena – disse Bella ridendo.
- Va beh, adesso tocca a voi – disse Edward a me e
a Jasper per spingerci a guardare i nostri regali.
Jasper aprì la sua busta e ne estrasse una cintura
nera semplice, ma bella di Jean-Paul Gaultier.
- E’ bellissima grazie –
gli disse lui.
Io nel frattempo aprì la mia busta e ne uscì fuori
una custodia, la aprì e vidi un paio di occhiali dell’ultima collezione di
Dior. Proprio quelli che volevo.
- Lo so che in tutto questo periodo pur essendo
presente fisicamente era come se fossi assente, ma non mi è sfuggito il fatto che volessi comprarti questi occhiali. Così abbiamo
provveduto noi – mi disse Bella mentre io andai ad abbracciarla.
- Grazie piccola – gli
dissi ringraziando poi anche mio fratello.
Restammo in giardino per un po’ e i ragazzi ci
raccontarono cosa avevano fatto in quella settimana, dicendo che Parigi era
bellissimo e che si sarebbero tornati, ma insieme a noi. Ci raccontarono di
essere andati a Disneyland e di essersi divertiti come due bambini,
un’esperienza che avrebbero voluto ripetere di nuovo con noi. Dicevano che se
saremmo andati tutti e sei insieme sarebbe stata un’altra cosa. Noi gli
raccontammo della nostra settimana senza di loro, anzi senza Bella, considerato
che Edward se ne era già andato da tempo, anche se non c’era poi molto da
raccontare visto che non avevamo fatto nulla di particolare. Restammo lì tutto il
pomeriggio, fino a quando Bella e Edward decisero di andarsi a fare una doccia
e di andare da mamma e papà per raccontargli tutto e poi da Charlie e Renèe per
dirgli che Bella era tornata. Io e i ragazzi restammo in giardino ancora per un
po’, poi a ora di cena ordinammo una pizza e c’è la mangiammo nel giardino.
- Li vedo felici, finalmente – disse Alice mentre
mordeva un pezzo di pizza di Jasper.
- Anch’io e sono contenta – disse Rose.
- Se la meritavano anche loro un po’ di pace e
felicità – disse Jasper.
- Appunto. Adesso si ritorna al passato. Che bello.
Mi erano mancate giornate come queste – dissi io
riferendomi al fatto che dopo due mesi avevamo finalmente passato una giornata
tutti e sei insieme senza problemi, proprio come una volta.
Continuammo
a mangiare la pizza e poi restammo lì fuori a parlare per tutta la serata,
visto che fuori si stava benissimo anche con le maniche corte. Verso mezzanotte
Edward e Bella tornarono ed erano il ritratto della felicità. Restarono con noi
a parlare, fino a quando non si fecero le tre e tutti e sei decidemmo di andare
a letto. Ero felice, finalmente felice e sapevo che adesso lo eravamo tutti.
Arrivai in camera e mi tuffai nel letto posizionandomi sopra di Rose e
riempiendola di baci e si sa, un bacio tira l’altro fino a quando non ci
ritrovammo a fare l’amore. Tutti i miei sogni si stavano realizzando. Non c’era
nulla di più bello di quello che stavamo vivendo e speravo con tutto me stesso
che sarebbe rimasto sempre così. Non so perché, ma ero sicuro che sarebbe stato così, perché un amore come quello che
provavamo noi gli uni per gli altri era qualcosa di troppo forte per poter
essere cancellato o semplicemente minato da qualcuno o da qualcosa. Dentro di
me sapevo che fra vent’anni saremmo stati come adesso, forse con qualcuno in
più, qualcuno a simbolo del nostro amore, dei figli, e fra cinquant’anni ero
convinto che saremmo stati dei vecchietti ancora
uniti, ancora innamorati che si tenevano compagnia a vicenda. Si, sarebbe stato così, ne ero certo.
Il regalo di Alice (vestito):
Il regalo di Rosalie (borsa):
Il regalo di Jasper (cintura):
Il regalo di Emmett (occhiali):
SPOILER:
Pov Alice
- Ragazzi mi è
venuta un’idea. Secondo me, sarebbe fantastico metterla in pratica – disse
Bella cambiando apparentemente discorso.
- Sarebbe a dire? –
gli domandò l’amore della mia vita.
- Siamo a fine
giugno, tra qualche giorno saremo già a Luglio, il mese perfetto per le vacanze
– disse Bella.
- Dove vuoi
arrivare? – gli chiese Emmett mentre tutti la ascoltavamo non capendo bene cosa
avesse in mente.
Risposte alle vostre recensioni:
- lillina913: Sono
contentissima che il capitolo ti è piaciuto. Comunque si, Edward ha fatto le cose in grande, ma credo che dopo
tutto quello che quei due hanno passato se lo meritavano davvero.
- monamona: Mi fa piacere che ti piace il mio modo di
scrivere e il mio modo di esprimere i sentimenti e i pensieri di tutti i
ragazzi. Questo significa molto per me. Mi fa piacere sapere che continuerai a
leggere la mia storia, anche perché fra poco ci sarà un cambio netto. Fra circa
due capitoli vi spiegherò di cosa si tratta. Quanto alle altre storie, ho
scritto questa e altre tre. Puoi trovare i link alla fine della pagina. Ho in
mente anche un’altra storia, ma prima preferisco finire queste, altrimenti
rischio di sclerare. Quando mi metterò all’opera su qualche altra storia te lo
farò sapere.
- gamolina:
Sono contenta che il capitolo sia stato di tuo gradimento. Comunque si, per fortuna ho risolto questi problemi così adesso cerco
di mettermi in pari con la storia.
- eMiLy
BlOoD: Anche questa frase era bellissima, ma te l’ho
già detto anche su msn dicendomi qual è la mia idea.
Grazie per avermi dato l’ok.
- DivinaTheBest: Sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto al punto di farti commuovere, perché significa che sono riuscita a
scrivere al meglio quello che provavo io.
- serve: Beh non so
se hai parlato a nome di tutte le lettrici della mia
storia, ma di sicuro hai parlato a nome mio. Anch’io voglio Edward. Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto.
- edward bella: In effetti il
capitolo era un po’ romantico, forse, il più romantico fino ad ora. Mi fa
piacere che lo hai apprezzato.
- nefertiry85: Hey
tesoro, come è andato l’esame? Spero tutto apposto. Non ho avuto modo di
parlare con te su msn quindi ne approfitto adesso per
chiederti. Comunque mi fa piacere che ti è piaciuta la sorpresa di Edward a
Bella, è stata molto romantica, in effetti.
- ross_ana:
Beh, in effetti il “mio” Edward è davvero perfetto. E’
il ragazzo che tutti vorrebbero avere, o almeno che io vorrei avere, ma ovviamente
non ne esistono di ragazzi così purtroppo. Riguardo a Bella sono d’accordo con
te, lei è troppo troppo
fortunata.
- TanyaCullen: Sono felice che anche questo capitolo ti sia
piaciuto e condivido con te il fatto che anch’io vorrei ricevere una sorpresa
come quella che Edward ha fatto a Bella, ma come te sogno solamente. Il tuo
contatto msn l’ho aggiunto, quindi quando ti
collegherai mi troverai di sicuro tra i contatti che ti hanno aggiunta.
- soletta: Per
adesso ci sarà un po’ di pace per tutti, ma non sperare che sarà così per
sempre perché ti sbagli. Devono succedere ancora un po’ di cose. Per quanto
riguarda la metà so che, forse, in pochi se lo aspettavano, ma per me fare una
cosa del genere è sempre stato un sogno e per questo ho voluto scriverla. Sarebbe
una favola se potesse succedere anche a me. Riguardo ai sogni sono d’accordo
con te, a volte sognare fa bene, ma quando apri gli occhi ci stai uno schifo perché
ti rendi conto che la realtà è diversa da come l’hai immaginata e io non sono
una di quelle che sogna molta, nel senso che dopo tutte le delusioni che ho
avuto ho imparato a smettere di credere nei sogni, ma da quando ho letto la
saga di Twilight mi sono ricreduta. Questi libri sono stati per me come una
medicina e mi hanno permesso di vagare con la fantasia e di chiudermi in un
mondo fatto di sogni e credo che dalla mia storia potrai capirlo. So che questo
da una parte è sbagliato perché quando riaprirò gli occhi mi accorgerò di stare
più male, ma per adesso mi sta bene così, per adesso voglio credere che le
favole esistono e che anch’io un giorno ne avrò una, anche se so che in realtà
questo non succederà. Come hai detto tu, forse, il problema è che siamo
masochiste e io ti posso dire che io lo sono di sicuro, ma per adesso mi sta
bene così.
- ledyang:
Sono felice che ti sia piaciuto. Mi auguro che lo stesso accadrà per questo e
per i prossimi.
- Princess
Alexia: Si, Edward è proprio un romanticone. Un ragazzo
unico e perfetto, ha solo un unico difetto, cioè quello che nella realtà non
esiste, così come non esistono ragazzi come lui. Mi fa piacere che apprezzi il
mio modo di scrivere e ti assicuro che adesso per Bella e Edward ci sarà un po’
di felicità. Succederanno però tante cose. Leggi e lo scoprirai.
Un grazie
di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia
storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro
che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo
sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.
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