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Autore: Mimi18    15/10/2009    9 recensioni
La prima volta che la vide fu al suo terzo anno, quando Astoria si era seduta con aria spaurita sullo sgabello di legno di fronte a tutta la Sala Grande ed aveva osservato con il naso arricciato per il disgusto il rovinato cappello parlante, che la McGranitt le aveva poggiato sbrigativa sul capo.
Quel giorno aveva acconciato i lunghi capelli biondo sporco in due treccine alte. Solo in seguito avrebbe scoperto che era stata Daphne a pettinarla, quella mattina, in occasione del suo primo giorno di scuola.
L’avrebbe scoperto solo quando, correndo con un sorriso di sollievo verso il tavolo dei Serpeverde, gli si sarebbe seduta accanto, arrossendo sotto lo sguardo incuriosito che lui le rivolgeva e balbettando sconclusionata le risposte alle domande che gli altri membri della casa le porgevano.
(Draco e Astoria)
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Astoria Greengrass

20. Aria di cambiamenti

Astoria boccheggiò di fronte a ciò che le si parava di fronte.

Mai in tutti e cinque gli anni che aveva passato a scuola Hogwarts era stata più deserta di allora.

Stendardi cupi e decisamente poco consoni alla solita diplomazia dei professori cadevano mollemente dal soffitto, rendendo quanto più mai brutta l’aria che calava sulla Sala Grande, solitamente accesa di colore e piena di voci gioiose eccitate per l’inizio di un nuovo anno.

Accanto a Tracey che borbottava sulla probabile mancanza di sanità della McGranitt, Astoria si accomodò al tavolo di Serpeverde tenendo d’occhio gli insegnanti, divisi evidentemente in due schiere, ma lei fu troppo ingenua per capirlo.

Al centro di essi, con il solito sguardo odioso, troneggiava Piton, vigile e attento a tutto ciò che lo circondava e piuttosto ostile nei confronti di chi gli rivolgeva la parola. A volte piccoli lampi partivano dalla bacchetta che impugnava alla mano, colpendo un qualche malaugurato studente che aveva avuto l’ardire di parlare a voce troppo alta.

Astoria fu colpita da un’orribile sensazione, mentre si domandava piuttosto cosa diavolo ci facesse l’assassino di Albus Silente in mezzo all’intero corpo insegnanti, illeso e senza ferite.

Una brutta (orribile) sensazione le fece torcere le viscere, mentre davanti agli studenti già cominciavano ad apparire i primi piatti ricolmi di pietanze.

Notò quanto i Grifondoro, solitamente più caotici degli altri tavoli, stessero in silenzio e compunti, mangiucchiando distrattamente la loro cena e rivolgendo placide occhiate verso gli studenti appena ammessi.

Pochi, tra le altre cose, rispetto agli anni passati.

«Greengrass, Davis» con voce imbronciata e carica di velata nostalgia probabilmente per l’allegria di un tempo, Harper fece sollevare lo sguardo delle due ragazze; mentre Tracey si apriva in un sorriso di cortesia e ricambiava con voce bassa il saluto, Astoria si limitò ad un secco cenno del capo, ignorando poi il sollevare degli occhi dell’avvenente Serpeverde.

Reed sorrise sorrise di fronte a quell’atteggiamento, non più di tanto stupito: la sorpresa di quell’affetto inaspettato a Diagon Alley era stato solamente un moto del momento, lo sapeva benissimo allora e in quel momento ne fu completamente sicuro.

Non che ciò lo interessasse veramente, lui era più interessato alle ragazze schiamazzanti e poco introverse, tutto l’incontrario dell’algida Greegrass che in cinque anni era sbocciata di fronte ai suoi occhi.

Non negava di aver invidiato Draco Malfoy, ma sicuramente non ci avrebbe mai provato con lei: quel damerino biondo, dalle occhiate che gli aveva lanciato più volte, doveva ancora avere dell’interesse per la biondina.

Quindi, si sedette sbuffando e divertito al tempo stesso, schioccando poi la lingua sul palato.

«Avete notato?», disse afferrando una coscia di pollo dal piatto, un gran brontolare nel suo stomaco che lo accompagnava dall’inizio del viaggio. Le gelatine tutti i Gusti+uno non erano state sufficienti a placare il suo appetito, e nemmeno la doppia razione di barrette del miglio cioccolato bianco di Mielandia.

Il sopracciglio arcuato di Astoria e la bocca arricciata in una smorfia di Tracey gli fecero intendere che no, non avevano notato nulla.

Si ritrovò a sospirare esasperato, chinandosi verso di loro e domandandosi perché la gente ritenesse lui un idiota e non quelle due facce di cera che si ritrovava per conoscenti/amiche/qualcosa di indefinito.

«Piton sta al posto del Preside dove avrebbe dovuto esserci la McGranitt» spiegò come se parlasse a delle bambina di cinque anni, addentando poi il suo pollo famelico. Le due ignorarono bellamente quel gesto poco elegante che solitamente le avrebbe fatte gemere indignate, alzando però gli occhi sulla tavolata dei docenti.

Astoria aveva notato quel particolare alla sue entrata, ma non vi aveva dato peso. Nessun giornale aveva parlato del nuovo – a tal pensiero sprofondò – preside di Hogwarts. Nemmeno sua madre, la regina del gossip, le aveva detto nulla.

Le sfuggì un gemito udibile dalle labbra, che attirò l’attenzione di qualche ragazzina dei primi anni, mentre si afferrava i capelli in un gesto decisamente teatrale.

Lei e Piton non si erano mai realmente amati, tant’è che Astoria era famosa per essere l’unica Serpeverde a non ricevere favoritismi da parte del loro Capo Casa; non ne conosceva il motivo e sinceramente non aveva nemmeno la minima intenzione di scoprirlo, dato che quello avrebbe voluto dire recarsi da Piton e rimanere sola con i suoi capelli unti ed il naso adunco.

Probabilmente, rifletté con un’elevata dose di scetticismo, aveva avuto una relazione con sua madre in passato – avevano la stessa età, i due – e Miranda l’aveva piantato. Infondo, era una cosa da tutti i giorni, si ritrovò a complimentarsi con se stessa per l’assurda trovata.

Sbuffò esasperata quando Piton batté una forchetta contro il bicchiere di cristallo – solitamente compito della McGranitt – e attirò l’attenzione degli studenti in Sala.

Mentre l’uomo iniziava a sproloquiare dando il benvenuto ai nuovi studenti mantenendo sempre un tono molto sarcastico e molto poco lusinghiero, Astoria si ritrovò a sperare che quell’anno finisse in fretta.

Non avrebbe mai potuto sapere cosa, all’esterno della scuola, stesse succedendo. Non che si preoccupasse dell’incolumità della sua famiglia, essendo tutti Purosangue e decisamente dalla parte di voi-sapete-chi, c’era un altro punto che le faceva stritolare le viscere: non avrebbe mai saputo se il trio miracoli – come le altre Serpi erano solite definirli – fossero vivi, salvi, prigionieri, morti, sepolti, in via di decomposizione. Non che avesse dubbi sul fatto che una volta morto Harry Potter Voldemort avrebbe dato la festa più memorabile di tutti i secoli, pensò sarcasticamente in modo decisamente macabro.

«Perché i tavoli sono mezzi vuoti?», domandò Tracey in quel momento, distogliendo i pensieri dall’amica da quel suo futuro poco roseo e decisamente non allettante.

Harper inghiottì rumorosamente un boccone, attirando così anche l’attenzione di Zabini, seduto al suo fianco e intento a giocare con il tovagliolo verde e argento del tutto disinteressato al continuo ciarlare del Preside.

«Mi chiedo dove viviate voi ragazze» borbottò proprio quest’ultimo senza guardarle, le farfalle che già volavano nello stomaco di Tracey. «Era su tutti i giornali: quest’anno niente Mezzosangue a Hogwarts»

Lo disse con un tono di voce talmente neutro ed indifferente che solo in quel momento Astoria comprese il vero carattere di Blaise Zabini: noncurante di tutto ciò che gli stava attorno, chiudeva gli occhi se altri venivano denigrati.

Si morse il labbro inferiore con rabbia, provando per la prima volta disgusto per quel ragazzo così affascinante e gentile nei suoi confronti, desiderando di essere membro di un’altra casa.

Provò rabbia per coloro che avevano permesso ciò, tanto che sbatté malamente a terra una forchetta argentata, attirando così l’attenzione di vari studenti su di sé.

«Me ne vado» e senza aggiungere altro, afferrando il mantello che poco prima si era tolta, scappò via dalla tavolata.

Non si accorse – o forse finse di non accorgersene – dello sguardo argenteo che la seguiva, un tumulto troppo grande a smuoverle il cervello per lasciare il posto ad altre sensazioni.

 

Fuori si congelava constatò la giovane dopo qualche minuto dando un calcio ad un sasso, i brividi che la scotevano e che percorrevano il suo intero corpo.

In un inutile tentativo di scaldarsi di massaggiò le braccia, il suo respiro che andava unendosi di fronte al suo naso dritto in una nuvola di vapore.

Dal luogo in cui si trovava, ossia proprio fuori dal portone principale, Astoria poteva facilmente udire la voce suadente di Piton presentare (con fierezza?) i due nuovi insegnanti: Amycus e Alecto Carrow, due Mangiamorte coinvolti nell’omicidio di Albus Silente, due mesi prima.

Ricordava bene il volto ripugnante dei due, quando le erano sfrecciati di fronte a quella battaglia senza pietà, mentre lei agonizzava a terra e cercava lo sguardo di Draco.

Draco che non l’aveva notata ma che, inaspettatamente, aveva sperato in un muto desiderio di potersi trovare con lei in quel momento, e non nel bel mezzo della causa della seconda più grande Guerra Magica.

Udì dei passi dietro di sé e, senza che sapesse bene il perché, già sapeva di chi si trattasse.

Perché la vita è scontata, ma dopo tutti quella sofferenza, quelle lacrime, quei disagi...voleva donare un po’ di felicità anche a lei, quella ragazzina che anni prima tremava con un Cappello Parlante sulla testa e che cercava non di guardare mai nessuno (lui) negli occhi.

«Astoria» chiuse gli occhi e sorrise, dandosi della sciocca per via di quel calore che in un attimo aveva preso possesso del suo corpo.

Sentì le sue mani sfiorarle le spalle, attirarla al petto nel quale mesi e mesi prima era solita trovare rifugio nei momenti di sconforto o di particolare gioia.

Il cuore iniziò a batterle come impazzito quando il respiro caldo di Draco le colpì il collo, riscaldandola.

Inclinò appena il capo in modo da vederlo in viso, mentre mentalmente si imponeva di non sorridere.

«Cosa ci fai qui?» domandò quasi senza voce, un tono che chiunque all’infuori di lui non sarebbe stato in grado di udire.

Le circondò il collo con le sue braccia, appoggiando con estrema lentezza la fronte sulla spalla di Astoria.

Istintivamente la giovane portò una mano ad accarezzargli i capelli biondi, divenuti più lunghi di quanto lei realmente ricordasse.

«Ti ho seguita, non volevo...» cosa Draco non volesse non lo scoprì mai, anche se non faticò ad immaginarlo.

Capì di amarlo ancora e senza condizioni, più di prima, in un modo talmente ossessivo che il cuore avrebbe potuto lacerarsi fino ad ucciderla.

Lasciò che le sue mani le stringessero con forza possessiva i fianchi troppo magri, troppo sottili e che le baciasse le labbra con una forza quasi irruente, un’urgenza che entrambi provavano da ormai troppo tempo.

Astoria sapeva che mentre si rifugiava nel suo mantello in un vano tentativo di sentirlo più vicino a sé, nulla tra loro era mai cambiato.

Gli sguardi sfuggenti nel corridoio, i gemiti strozzati ogni qual volta i loro corpi si sfioravano, i sogni infestati dalla figura dell’altra che lo supplicava di restare con lei.

Ansimò contro quelle labbra a forma di bocciolo Draco, chiedendosi perché l’avesse lasciata andare.

«Mi dispiace» un vagito strozzato fu il suo, mentre Astoria spalancava gli occhi verdi come due fanali particolarmente luminosi.

La vide boccheggiare e gli venne da sorridere. Un sorriso spontaneo, di quelli che non faceva più da troppo tempo ormai.

Forse fu per i suoi capelli arruffati e mai stati più in disordine, o per l’espressione di vacua incomprensione, o forse fu solamente perché ne aveva davvero bisogno che la baciò ancora e ancora, fino a che le labbra non furono troppo gonfie e il respiro ansante.

Fino a che le lacrime calde e improvvise di Astoria bagnarono anche le sue guance.

«Ti amo» gli sussurrò quelle cinque lettere con voce tremante ed il cuore in gola, mentre lui passava ogni centimetro del suo fiso con le labbra sottili.

Vide un ghigno – quel ghigno che tanto le piaceva – aprirsi sul volto pallido del biondo, prima che lui l’allontanasse per poterla meglio guardare.

«Sei ripetitiva» borbottò con una risata repressa nella voce, mentre lei dimenticava Voldemort, i Carrow, Piton, Harry e tornava ad essere una ragazzina di quindici anni con il ragazzo di cui era follemente innamorata da troppo tempo.

Imbronciò le labbra in una brutta smorfia di stizza che gli strinse il cuore, mentre all’interno del castello un concitato vociare iniziava ad espandersi.

«Non possiamo farci vedere insieme, Astoria» disse contro il suo orecchio, stringendola nuovamente a sé. «I Carrow ce l’hanno con me e la tua famiglia, se capissero quello che c’è tra di noi...ci andresti di mezzo»

Gli occhi dell’uno scrutarono attentamente l’anima dell’altra, mentre già richiami facevano tremare di timore entrambi.

Astoria sollevo una mano bianca e piccola, poggiandola poi sulla guancia fredda di Draco. Quest’ultimo chiuse gli occhi per un secondo, lasciandosi cullare da quella carezza.

«Il Signore Oscuro cadrà e noi potremo stare insieme, Draco» pronunciò quelle parole e chiunque avrebbe scambiato i ruoli in quella relazione.

Sembravano una Principessa Azzura ed un affascinante fanciullo in pericolo, ora, che bisognava di rassicurazioni.

«Tieniti questi pensieri per te» sbottò il ragazzo imbarazzato per la prima volta in vita sua, spingendola verso il Castello.

La vide voltarsi più volte nella sua direzione, prima di sparire completamente nella mischia.

Draco individuò le figure di Tiger, Goyle e Zabini, i suoi vecchi amici.

Un ghigno amaro gli deformò il viso, mentre calciava un sasso e ne seguiva la traiettoria.

Le parole sicure di Astoria gli rimbombavano nella mente, mentre la consapevolezza che avrebbe dovuto lottare davvero lo colpiva come uno Schiantesimo.

Gli scappò una risata di amara tristezza, ripensando a quanto fosse diventato pappamolle a causa di quella ragazzina che con le sue frasi da carie gli aveva sconvolto la vita.

Poi ripensò a sua madre e suo padre, vittime di quell’uomo che avevano venerato per troppo e decisamente a vuoto, in balia di Mangiamorte divertiti dalla loro situazione precaria, di un lupo mannaro affamato e rabbrividì.

«Malfoy! Vieni subito dentro o ti metterò in punizione!» abbaiò in quel momento la voce di Minerva McGranitt dal portone, austera e rigida come sempre.

Draco alzò una mano e lei scomparve, tra i vari borbottii sommessi e acidi.

Mentre raggiungeva il Castello, capì che le parole di Astoria avrebbe dovuto realizzarsi ad ogni costo e, per la prima volta, pregò che Harry Potter non morisse perché la fine dipendeva solamente da lui e da nessun altro.

 

Delucidazioni (?):

Ho appena finito di vedere Gossip Girl e sono innamorata follemente di Aaron. E questo so che non vi interessa, ma non riuscivo a non dirlo! XD

Beh, questo capitolo durante la prima stesura era di 3 pagine. Ora di sei e qualche rigo. Apportati cambiamenti? Solo vagamente, eh!

Devo dire che mi è piaciuto scrivere di Draco e Astoria, mi mancavano troppo e anche se avrei dovuto farli tornare insieme più avanti il mio spirito romantico ha vinto.

Ringrazio di cuore:

Kimly: Wha! Non sai quanto le tue parole mi abbiano fatta felice! Spero continuerai a seguirmi! *_* Un bacione!

Katia37: Rììììììì! Io avevo detto che il capitolo di prima non era un granché, e tu l’hai notato! xD In ogni caso, questo dovrebbe piacerti almeno un po’! Grazie per la fiducia! ;) Un bacione!

Ostrogorsky: Oh, davvero, a me fanno sempre un sacco piacere le tue opinioni! Per gli aggiornamenti vedrò di migliorare, anche se sta volta sono in anticipo di ben un giorno! XD Grazie di cuore! Un bacione!

Gobra1095: Mia, conto in un tuo sostegno anche per la prossima raccolta, eh! Qui mi sei di grande aiuto morale! *_* Grazie di cuore! Un bacione!

Queen_of_sharingan_91: Sai, quando ho letto il tuo commento sono scoppiata a ridere! Ancora non mi capacito del perché abbia messo verde MAGENTA. Sul serio, è una tonalità di rosso che mi piace anche un sacco! ò_ò Grazie di cuore, Lù! Un bacione!

Hermy101: Tanto di cappello a te, l’unica a cui Harper stia simpatico – oltre alla sottoscritta! xD Ti ringrazio tantissimo per i complimenti! *_* Un bacione!

Terrastoria: Amore, i tuoi complimenti sono sempre musica per le mie orecchie! <3 Io aspetto un’altra opera di maestria da parte tua, in ogni caso, e magari un bel messaggino! Ti voglio bene assai!

Penny Black: Non ti preoccupare per Harper, come vedi tra di loro non c’è nulla! Anche perché se proprio avessi dovuto far fidanzare Astoria ci sono solo due personaggi che avrei scelto, ma non dico nulla altrimenti rischio il linciaggio! Grazie di cuore! *_* Un bacione!

Confettina: Giù! *_* come vedi qui ci sono tutte le risposte ai tuoi innumerevoli dubbi amletici. Spero che la parte fuori dal Castello abbia soddisfatto le tue esigenze DracoRia, perché le ho scritte proprio pensandoti! XD Già immagino il tuo volto diventare blu per la mancanza del respiro! Grazie di cuore! Un bacione!

 

Ringrazio anche chi legge, chi aggiunge silenzioso la fic tra seguite/preferiti (*_____*) e chi getta solamente un’occhiata.

Manca poco alla fine. Sono agitata! *_*

Cà.

 

Oh, dimenticavo. Harper l’ho chiamato Jim da qualche parte credo, mi sono confusa con l’altra FanFic! XD

 

   
 
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