Astoria Greengrass
20. Aria di cambiamenti
Astoria boccheggiò di fronte a ciò che le
si parava di fronte.
Mai in tutti e
cinque gli anni che aveva passato a scuola Hogwarts era stata più deserta di
allora.
Stendardi cupi
e decisamente poco consoni alla solita diplomazia dei professori cadevano
mollemente dal soffitto, rendendo quanto più mai brutta l’aria che calava sulla
Sala Grande, solitamente accesa di colore e piena di voci gioiose eccitate per
l’inizio di un nuovo anno.
Accanto a
Tracey che borbottava sulla probabile mancanza di sanità della McGranitt,
Astoria si accomodò al tavolo di Serpeverde tenendo d’occhio gli insegnanti,
divisi evidentemente in due schiere, ma lei fu troppo ingenua per capirlo.
Al centro di
essi, con il solito sguardo odioso, troneggiava Piton, vigile e attento a tutto
ciò che lo circondava e piuttosto ostile nei confronti di chi gli rivolgeva la
parola. A volte piccoli lampi partivano dalla bacchetta che impugnava alla
mano, colpendo un qualche malaugurato studente che aveva avuto l’ardire di
parlare a voce troppo alta.
Astoria fu
colpita da un’orribile sensazione, mentre si domandava piuttosto cosa diavolo
ci facesse l’assassino di Albus Silente in mezzo all’intero corpo insegnanti,
illeso e senza ferite.
Una brutta
(orribile) sensazione le fece torcere le viscere, mentre davanti agli studenti
già cominciavano ad apparire i primi piatti ricolmi di pietanze.
Notò quanto i
Grifondoro, solitamente più caotici degli altri tavoli, stessero in silenzio e
compunti, mangiucchiando distrattamente la loro cena e rivolgendo placide
occhiate verso gli studenti appena ammessi.
Pochi, tra le
altre cose, rispetto agli anni passati.
«Greengrass,
Davis» con voce imbronciata e carica di velata nostalgia probabilmente per
l’allegria di un tempo, Harper fece sollevare lo sguardo delle due ragazze; mentre
Tracey si apriva in un sorriso di cortesia e ricambiava con voce bassa il
saluto, Astoria si limitò ad un secco cenno del capo, ignorando poi il
sollevare degli occhi dell’avvenente Serpeverde.
Reed sorrise sorrise di fronte a quell’atteggiamento, non più di tanto stupito:
la sorpresa di quell’affetto inaspettato a Diagon Alley era stato solamente un
moto del momento, lo sapeva benissimo allora e in quel momento ne fu
completamente sicuro.
Non che ciò lo
interessasse veramente, lui era più interessato alle ragazze schiamazzanti e
poco introverse, tutto l’incontrario dell’algida Greegrass
che in cinque anni era sbocciata di fronte ai suoi occhi.
Non negava di
aver invidiato Draco Malfoy, ma sicuramente non ci avrebbe mai provato con lei:
quel damerino biondo, dalle occhiate che gli aveva lanciato più volte, doveva
ancora avere dell’interesse per la
biondina.
Quindi, si
sedette sbuffando e divertito al tempo stesso, schioccando poi la lingua sul
palato.
«Avete notato?»,
disse afferrando una coscia di pollo dal piatto, un gran brontolare nel suo
stomaco che lo accompagnava dall’inizio del viaggio. Le gelatine tutti i Gusti+uno
non erano state sufficienti a placare il suo appetito, e nemmeno la doppia
razione di barrette del miglio cioccolato bianco di Mielandia.
Il
sopracciglio arcuato di Astoria e la bocca arricciata in una smorfia di Tracey
gli fecero intendere che no, non avevano notato nulla.
Si ritrovò a sospirare
esasperato, chinandosi verso di loro e domandandosi perché la gente ritenesse
lui un idiota e non quelle due facce di cera che si ritrovava per
conoscenti/amiche/qualcosa di indefinito.
«Piton sta al
posto del Preside dove avrebbe dovuto
esserci la McGranitt» spiegò come se parlasse a delle bambina di cinque anni,
addentando poi il suo pollo famelico. Le due ignorarono bellamente quel gesto
poco elegante che solitamente le avrebbe fatte gemere indignate, alzando però
gli occhi sulla tavolata dei docenti.
Astoria aveva
notato quel particolare alla sue entrata, ma non vi aveva dato peso. Nessun
giornale aveva parlato del nuovo – a
tal pensiero sprofondò – preside di Hogwarts. Nemmeno sua madre, la regina del
gossip, le aveva detto nulla.
Le sfuggì un
gemito udibile dalle labbra, che attirò l’attenzione di qualche ragazzina dei
primi anni, mentre si afferrava i capelli in un gesto decisamente teatrale.
Lei e Piton
non si erano mai realmente amati, tant’è che Astoria era famosa per essere
l’unica Serpeverde a non ricevere favoritismi da parte del loro Capo Casa; non
ne conosceva il motivo e sinceramente non aveva nemmeno la minima intenzione di
scoprirlo, dato che quello avrebbe voluto dire recarsi da Piton e rimanere sola
con i suoi capelli unti ed il naso adunco.
Probabilmente,
rifletté con un’elevata dose di scetticismo, aveva avuto una relazione con sua
madre in passato – avevano la stessa età, i due – e Miranda l’aveva piantato.
Infondo, era una cosa da tutti i giorni, si ritrovò a complimentarsi con se
stessa per l’assurda trovata.
Sbuffò
esasperata quando Piton batté una forchetta contro il bicchiere di cristallo –
solitamente compito della McGranitt – e attirò l’attenzione degli studenti in
Sala.
Mentre l’uomo
iniziava a sproloquiare dando il benvenuto ai nuovi studenti mantenendo sempre
un tono molto sarcastico e molto poco lusinghiero, Astoria si ritrovò a sperare
che quell’anno finisse in fretta.
Non avrebbe
mai potuto sapere cosa, all’esterno della scuola, stesse succedendo. Non che si
preoccupasse dell’incolumità della sua famiglia, essendo tutti Purosangue e
decisamente dalla parte di voi-sapete-chi, c’era un
altro punto che le faceva stritolare le viscere: non avrebbe mai saputo se il
trio miracoli – come le altre Serpi erano solite definirli – fossero vivi,
salvi, prigionieri, morti, sepolti, in via di decomposizione. Non che avesse
dubbi sul fatto che una volta morto Harry Potter Voldemort avrebbe dato la
festa più memorabile di tutti i secoli, pensò sarcasticamente in modo
decisamente macabro.
«Perché i
tavoli sono mezzi vuoti?», domandò Tracey in quel momento, distogliendo i
pensieri dall’amica da quel suo futuro poco roseo e decisamente non allettante.
Harper
inghiottì rumorosamente un boccone, attirando così anche l’attenzione di
Zabini, seduto al suo fianco e intento a giocare con il tovagliolo verde e
argento del tutto disinteressato al continuo ciarlare del Preside.
«Mi chiedo
dove viviate voi ragazze» borbottò proprio quest’ultimo senza guardarle, le
farfalle che già volavano nello stomaco di Tracey. «Era su tutti i giornali:
quest’anno niente Mezzosangue a Hogwarts»
Lo disse con
un tono di voce talmente neutro ed indifferente che solo in quel momento
Astoria comprese il vero carattere di Blaise Zabini: noncurante di tutto ciò
che gli stava attorno, chiudeva gli occhi se altri venivano denigrati.
Si morse il
labbro inferiore con rabbia, provando per la prima volta disgusto per quel
ragazzo così affascinante e gentile nei suoi confronti, desiderando di essere
membro di un’altra casa.
Provò rabbia
per coloro che avevano permesso ciò, tanto che sbatté malamente a terra una
forchetta argentata, attirando così l’attenzione di vari studenti su di sé.
«Me ne vado» e
senza aggiungere altro, afferrando il mantello che poco prima si era tolta,
scappò via dalla tavolata.
Non si accorse
– o forse finse di non accorgersene – dello sguardo argenteo che la seguiva, un
tumulto troppo grande a smuoverle il cervello per lasciare il posto ad altre
sensazioni.
Fuori si
congelava constatò la giovane dopo qualche minuto dando un calcio ad un sasso,
i brividi che la scotevano e che percorrevano il suo intero corpo.
In un inutile
tentativo di scaldarsi di massaggiò le braccia, il suo respiro che andava
unendosi di fronte al suo naso dritto in una nuvola di vapore.
Dal luogo in
cui si trovava, ossia proprio fuori dal portone principale, Astoria poteva
facilmente udire la voce suadente di Piton presentare (con fierezza?) i due
nuovi insegnanti: Amycus e Alecto Carrow, due Mangiamorte coinvolti
nell’omicidio di Albus Silente, due mesi prima.
Ricordava bene
il volto ripugnante dei due, quando le erano sfrecciati di fronte a quella
battaglia senza pietà, mentre lei agonizzava a terra e cercava lo sguardo di
Draco.
Draco che non
l’aveva notata ma che, inaspettatamente, aveva sperato in un muto desiderio di
potersi trovare con lei in quel momento, e non nel bel mezzo della causa della
seconda più grande Guerra Magica.
Udì dei passi
dietro di sé e, senza che sapesse bene il perché, già sapeva di chi si
trattasse.
Perché la vita
è scontata, ma dopo tutti quella sofferenza, quelle lacrime, quei
disagi...voleva donare un po’ di felicità anche a lei, quella ragazzina che
anni prima tremava con un Cappello Parlante sulla testa e che cercava non di
guardare mai nessuno (lui) negli occhi.
«Astoria»
chiuse gli occhi e sorrise, dandosi della sciocca per via di quel calore che in
un attimo aveva preso possesso del suo corpo.
Sentì le sue
mani sfiorarle le spalle, attirarla al petto nel quale mesi e mesi prima era
solita trovare rifugio nei momenti di sconforto o di particolare gioia.
Il cuore
iniziò a batterle come impazzito quando il respiro caldo di Draco le colpì il
collo, riscaldandola.
Inclinò appena
il capo in modo da vederlo in viso, mentre mentalmente si imponeva di non
sorridere.
«Cosa ci fai
qui?» domandò quasi senza voce, un tono che chiunque all’infuori di lui non
sarebbe stato in grado di udire.
Le circondò il
collo con le sue braccia, appoggiando con estrema lentezza la fronte sulla
spalla di Astoria.
Istintivamente
la giovane portò una mano ad accarezzargli i capelli biondi, divenuti più
lunghi di quanto lei realmente ricordasse.
«Ti ho
seguita, non volevo...» cosa Draco non volesse non lo scoprì mai, anche se non
faticò ad immaginarlo.
Capì di amarlo
ancora e senza condizioni, più di prima, in un modo talmente ossessivo che il
cuore avrebbe potuto lacerarsi fino ad ucciderla.
Lasciò che le
sue mani le stringessero con forza possessiva i fianchi troppo magri, troppo
sottili e che le baciasse le labbra con una forza quasi irruente, un’urgenza
che entrambi provavano da ormai troppo tempo.
Astoria sapeva
che mentre si rifugiava nel suo mantello in un vano tentativo di sentirlo più
vicino a sé, nulla tra loro era mai cambiato.
Gli sguardi
sfuggenti nel corridoio, i gemiti strozzati ogni qual volta i loro corpi si
sfioravano, i sogni infestati dalla figura dell’altra che lo supplicava di
restare con lei.
Ansimò contro
quelle labbra a forma di bocciolo Draco, chiedendosi perché l’avesse lasciata
andare.
«Mi dispiace»
un vagito strozzato fu il suo, mentre Astoria spalancava gli occhi verdi come
due fanali particolarmente luminosi.
La vide
boccheggiare e gli venne da sorridere. Un sorriso spontaneo, di quelli che non
faceva più da troppo tempo ormai.
Forse fu per i
suoi capelli arruffati e mai stati più in disordine, o per l’espressione di
vacua incomprensione, o forse fu solamente perché ne aveva davvero bisogno che
la baciò ancora e ancora, fino a che le labbra non furono troppo gonfie e il
respiro ansante.
Fino a che le
lacrime calde e improvvise di Astoria bagnarono anche le sue guance.
«Ti amo» gli
sussurrò quelle cinque lettere con voce tremante ed il cuore in gola, mentre
lui passava ogni centimetro del suo fiso con le labbra sottili.
Vide un ghigno
– quel ghigno che tanto le piaceva – aprirsi sul volto pallido del biondo,
prima che lui l’allontanasse per poterla meglio guardare.
«Sei
ripetitiva» borbottò con una risata repressa nella voce, mentre lei dimenticava
Voldemort, i Carrow, Piton, Harry e tornava ad essere una ragazzina di quindici
anni con il ragazzo di cui era follemente innamorata da troppo tempo.
Imbronciò le
labbra in una brutta smorfia di stizza che gli strinse il cuore, mentre
all’interno del castello un concitato vociare iniziava ad espandersi.
«Non possiamo
farci vedere insieme, Astoria» disse contro il suo orecchio, stringendola
nuovamente a sé. «I Carrow ce l’hanno con me e la tua famiglia, se capissero
quello che c’è tra di noi...ci andresti di mezzo»
Gli occhi
dell’uno scrutarono attentamente l’anima dell’altra, mentre già richiami
facevano tremare di timore entrambi.
Astoria
sollevo una mano bianca e piccola, poggiandola poi sulla guancia fredda di
Draco. Quest’ultimo chiuse gli occhi per un secondo, lasciandosi cullare da
quella carezza.
«Il Signore
Oscuro cadrà e noi potremo stare insieme, Draco» pronunciò quelle parole e
chiunque avrebbe scambiato i ruoli in quella relazione.
Sembravano una
Principessa Azzura ed un affascinante fanciullo in
pericolo, ora, che bisognava di rassicurazioni.
«Tieniti
questi pensieri per te» sbottò il ragazzo imbarazzato per la prima volta in
vita sua, spingendola verso il Castello.
La vide
voltarsi più volte nella sua direzione, prima di sparire completamente nella
mischia.
Draco
individuò le figure di Tiger, Goyle e Zabini, i suoi vecchi amici.
Un ghigno
amaro gli deformò il viso, mentre calciava un sasso e ne seguiva la
traiettoria.
Le parole
sicure di Astoria gli rimbombavano nella mente, mentre la consapevolezza che
avrebbe dovuto lottare davvero lo colpiva come uno Schiantesimo.
Gli scappò una
risata di amara tristezza, ripensando a quanto fosse diventato pappamolle a
causa di quella ragazzina che con le sue frasi da carie gli aveva sconvolto la
vita.
Poi ripensò a
sua madre e suo padre, vittime di quell’uomo che avevano venerato per troppo e
decisamente a vuoto, in balia di Mangiamorte divertiti dalla loro situazione
precaria, di un lupo mannaro affamato e rabbrividì.
«Malfoy! Vieni
subito dentro o ti metterò in punizione!» abbaiò in quel momento la voce di
Minerva McGranitt dal portone, austera e rigida come sempre.
Draco alzò una
mano e lei scomparve, tra i vari borbottii sommessi e acidi.
Mentre
raggiungeva il Castello, capì che le parole di Astoria avrebbe dovuto
realizzarsi ad ogni costo e, per la prima volta, pregò che Harry Potter non
morisse perché la fine dipendeva solamente da lui e da nessun altro.
Delucidazioni (?):
Ho appena
finito di vedere Gossip Girl e sono innamorata follemente di Aaron. E questo so
che non vi interessa, ma non riuscivo a non dirlo! XD
Beh, questo
capitolo durante la prima stesura era di 3 pagine. Ora di sei e qualche rigo.
Apportati cambiamenti? Solo vagamente, eh!
Devo dire che
mi è piaciuto scrivere di Draco e Astoria, mi mancavano troppo e anche se avrei
dovuto farli tornare insieme più avanti il mio spirito romantico ha vinto.
Ringrazio di
cuore:
Kimly: Wha! Non sai quanto le tue parole mi abbiano fatta felice! Spero
continuerai a seguirmi! *_* Un bacione!
Katia37: Rììììììì! Io avevo detto che il capitolo di prima non era
un granché, e tu l’hai notato! xD In ogni caso, questo dovrebbe piacerti almeno
un po’! Grazie per la fiducia! ;) Un bacione!
Ostrogorsky: Oh, davvero, a me fanno sempre un sacco piacere le tue opinioni! Per
gli aggiornamenti vedrò di migliorare, anche se sta volta sono in anticipo di
ben un giorno! XD Grazie di cuore! Un bacione!
Gobra1095: Mia, conto
in un tuo sostegno anche per la prossima raccolta, eh! Qui mi sei di grande
aiuto morale! *_* Grazie di cuore! Un bacione!
Queen_of_sharingan_91: Sai, quando ho letto il tuo commento sono scoppiata a ridere! Ancora
non mi capacito del perché abbia messo verde MAGENTA. Sul serio, è una tonalità
di rosso che mi piace anche un sacco! ò_ò Grazie di cuore, Lù! Un bacione!
Hermy101: Tanto di
cappello a te, l’unica a cui Harper stia simpatico – oltre alla sottoscritta!
xD Ti ringrazio tantissimo per i complimenti! *_* Un bacione!
Terrastoria: Amore, i
tuoi complimenti sono sempre musica per le mie orecchie! <3 Io aspetto
un’altra opera di maestria da parte tua, in ogni caso, e magari un bel
messaggino! Ti voglio bene assai!
Penny Black: Non ti
preoccupare per Harper, come vedi tra di loro non c’è nulla! Anche perché se
proprio avessi dovuto far fidanzare Astoria ci sono solo due personaggi che
avrei scelto, ma non dico nulla altrimenti rischio il linciaggio! Grazie di
cuore! *_* Un bacione!
Confettina: Giù! *_* come vedi qui ci sono tutte le risposte ai tuoi innumerevoli
dubbi amletici. Spero che la parte fuori dal Castello abbia soddisfatto le tue
esigenze DracoRia, perché le ho scritte proprio
pensandoti! XD Già immagino il tuo volto diventare blu per la mancanza del
respiro! Grazie di cuore! Un bacione!
Ringrazio
anche chi legge, chi aggiunge silenzioso la fic tra seguite/preferiti (*_____*)
e chi getta solamente un’occhiata.
Manca poco
alla fine. Sono agitata! *_*
Cà.
Oh, dimenticavo.
Harper l’ho chiamato Jim da qualche parte credo, mi sono confusa con l’altra FanFic! XD