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Autore: pinkeclipse66    16/10/2009    0 recensioni
Una ragazza nata per combattere. Un ragazzo misterioso. Una storia attraverso luoghi selvaggi e vite decise a colpi di spada. Terra e cielo,fuoco e acqua,odio e amore....forse il fato non decide proprio tutto!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero rimasta imbambolata a fissare tutta la sua perfezione.

Lui,per mia immensa fortuna, era rimasto osservare un paio di pergamene ormai consumate dagli anni.

Capitava che qualche ciocca rubiconda di capelli a volte gli ricadeva su quel viso dalla pelle diafana.

Il petto era stato scolpito nel marmo più pregiato dopo ore e ore di allenamento. Si capiva subito che neanche una statua riusciva a eguagliare la sua bellezza.

Dopo qualche minuto mi accorsi che andavo rapidamente in fiamme per la vergogna dato che quel presuntuoso ragazzo si era voltato per osservarmi.

-Ahh..già- mi disse lui rammentando qualcosa-non ci siamo ancora presentati, mi chiamo..Calintz-

Silenzio,non sapevo cosa rispondere dato che ero stata colta dall'imbarazzo.

Lui mi fece gesto di continuare, e io colta in fallo, risposi -ahh..sì il mio nome è..Keyla-

-bene-

-bene-

-da dove vieni?-

lo guardai sorpresa,nessuno me lo aveva chiesto fino ad ora.

-Voglio dire che sei abbastanza insolita come persona,vorrei sapere da dove provieni-

-Perchè sarei insolita scusa?-

-davvero non te ne rendi conto?-

-no-dissi sospetta

si guardò intorno per cercare uno specchio.

Quando lo trovò me lo mise davanti.

Non mi sarei mai riconosciuta se qualcuno avrebbe raccontato la mia descrizione.

Ero immensamente diversa.

Era successo qualcosa in quel laboratorio che aveva stravolto il mio aspetto fisico.

Innanzitutto i miei capelli solitamente si confondevano con i tronchi degli alberi.

Erano stati di un vivido castano molto consueto nel mio villaggio natio.

Ora la mia chioma si era tinta del colore delle stelle.

Nuvole bianche mi ricadevano lungo le spalle dopo averla sciolta dalla coda che la teneva imprigionata.

Le mie orecchie si erano fatte più allungate e sottili di qualsiasi orecchia comune e questo mi spaventò profondamente.

Tutto questo mi tramortì ma non così tanto come quando vidi i miei occhi.

Erano rimasti,per mia sciagura,come sempre.

Freddi impassibili e avidi di sangue.

Lo spavento mi scosse così profondamente che ,tremando,ruppi lo specchio in tanti pezzi per mettere fine al mio dolore.

 

  
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