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Autore: Averroe    17/10/2009    6 recensioni
“Non hai ancora mangiato, eh?”
“Stavo accingendomi a farlo, prima che tu ti presentassi ingiustificatamente tentando di fracassare la facciata anteriore di casa mia.”

[900 parole circa]
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No ramen, no party

 

 

 

 

 

 

Naruto sbuffò, contrariato.

Osservò la ciotola di ramen davanti a lui, una delle poche volte nel corso della sua esistenza senza voracità. Era lì, tutto solo al chiosco senza che nessuno si fosse degnato di accompagnarlo e fermarsi a mangiare un boccone con lui. Non che non ci fosse abituato, ma quel giorno ci sperava. E invece il sensei era occupato in una missione insieme a Gai e Asuma, Sakura avrebbe pranzato a casa di Ino, e il maestro Iruka si era visto costretto a declinare l’invito del ragazzino per via di un’esercitazione degli allievi dell’accademia che doveva supervisionare. E quello stupido antipatico del teme aveva proclamato che piuttosto che venire con lui e nutrirsi di quella porcheria – che infamia – sarebbe tornato a casa sua e avrebbe pranzato da solo.

Umphf”, bofonchiò Naruto stizzito. Come osava definire porcheria quell’alimento afrodisiaco, e per di più rifiutare sdegnosamente l’offerta che il jinchuuriki gli aveva fatto con così lodevole generosità? Agli occhi del ragazzino, Sasuke aveva dodici anni eppure sembrava un vecchio bacucco, testardo e fissato con le sue idee.

Afferrò un boccone con le bacchette e lo studiò, svogliato sebbene vagamente adorante.

Mentre se lo infilava in bocca osservando i posti vuoti di fianco a sé, pensò al teme che al momento doveva stare mangiando chino su un grande tavolo apparecchiato per un’unica persona, completamente solo in quell’enorme residenza, lui e il suo insopportabile disprezzo per tutto e per tutti. E lo trovò fottutamente stupido.

Lasciò ricadere le bacchette nella ciotola, imbronciato. Poi si alzò di scatto, risoluto. “Ehi! Teuchi!”, chiamò in direzione del proprietario. L’uomo si voltò verso di lui, sorridente. “Che c’è, Narut… oh, ma perché non hai finito di mangiare? Ed è appena la prima scodella! Ma che ti prende?!”

Sembrava quasi scandalizzato. Naruto sorrise, ghignante e sornione, incrociando le braccia dietro la nuca e strizzando gli occhi come un gatto ai raggi sole, come faceva sempre. “Non si preoccupi, è buonissimo come al solito, solo che … Mi potrebbe preparare due porzioni da portar via, per favore?”, chiese allegramente.

“Certo”, rispose quello un po’ perplesso.

Venti minuti dopo Naruto si fermava trafelato davanti al portone di casa Uchiha, portando con sé due porzioni di ramen. Avendo entrambe le mani occupate, si vide costretto a bussare prendendo a calci la porta.

Dopo pochi attimi udì i passi rapidi del teme in avvicinamento. Infatti il portone si aprì di poco – giusto lo stretto necessario – a rivelare il volto compito e sprezzante del padrone di casa.

“Che diavolo fai, idiota?! Vuoi sfondarmi l’ingresso?”

Naruto gli rispose con una linguaccia. “Non preoccuparti, se è duro come la tua testa non c’è pericolo.”

Sasuke assottigliò lo sguardo, sdegnoso. “Complimenti, i tuoi motti di spirito sono davvero esilaranti. Sono qui che mi contorco dalle risate. Che raffinato senso dello humor.”

Il jinchuuriki lo scrutò accigliato. “Beh, mi fai entrare o no?!”

“Perché dovrei?”, replicò l’Uchiha storcendo il naso.

“Perché sì, teme!”, sbottò non molto esplicativo Naruto, facendosi strada senza tanti complimenti all’interno dell’abitazione.

Lanciò un’occhiata all’ampio ingresso, fermandosi sugli scalini. “Da che parte è la cucina?”

Senza proferire una parola, Sasuke lo oltrepassò e si diresse a destra. Naruto si corrucciò indignato, ma poi lo seguì.

La grande tavola in sala da pranzo era completamente vuota. Il jinchuuriki ghignò, soddisfatto. “Non hai ancora mangiato, eh?”

“Stavo accingendomi a farlo, prima che tu ti presentassi ingiustificatamente tentando di fracassare la facciata anteriore di casa mia.”

Naruto poggiò il ramen in tavola, con decisione, sotto lo sguardo scettico del compagno. Sasuke osservò le due porzioni, quindi spostò gli occhi sul compagno di team, inarcando un sopracciglio. “Questo cosa dovrebbe rappresentare?”

Il jinchuuriki si accomodò su una sedia, sfrontato, portando un cartone di ramen di fronte a sé. “Che oggi pranzo a casa tua”, affermò serenamente determinato.

L’Uchiha fece per ribattere qualcosa, ma Naruto lo prevenne.

“Non puoi rifiutare del ramen! È l’alimento migliore in assoluto, un pranzo non ha senso se non è a base di ramen!”

Sasuke arricciò il naso con altero ribrezzo.

“Altamente nutritivo. Molto proteico”, soggiunse Naruto accattivante. “Contiene vitamina A, E, C, e pure S”, precisò elencando lettere a casaccio.

“Coglione”, smozzicò l’Uchiha, trasudando dispregio. “Non esiste la vitamina S.”

Naruto scrollò le spalle con indifferenza, visibilmente poco interessato alla questione. Sasuke sospirò piano, sedendosi a sua volta in silenzio. Osservò la propria porzione con una certa diffidenza.

“Teme, io ti ho offerto il pranzo, e ora tu lo devi mangiare, chiaro?”, lo rimbeccò Naruto separando le proprie bacchette con uno schiocco.

Il padrone di casa lo squadrò corrugando la fronte, poi afferrò il proprio cartone. “Non so neanche perché ti ho permesso di restare qui”, sbuffò rassegnato mentre si impadroniva delle bacchette.

Naruto ghignò sornione, osservando Sasuke che si portava lentamente dei tagliolini alla bocca.

L’Uchiha alzò lo sguardo su di lui, storcendo il naso e ostentando sprezzo per il piatto evidentemente troppo volgare per il suo palato raffinato.

Sscctumpido teme, è buuonisscimgno!!”, inveì sdegnato Naruto a bocca piena, agitando il pugno.

E vide le labbra di Sasuke incresparsi impercettibilmente, poi l’Uchiha si affrettò ad avventarsi sul piatto, nascondendo in fretta e furia il capo dietro la pietanza.

Ma stava quasi per sorridere, Naruto ne era certo.

Il jinchuuriki tornò a dedicarsi al suo pasto, allegro e soddisfatto.

Lo sapeva, che il ramen faceva miracoli.

  
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