CAPITOLO 4
Trick or treat?
Con
l’arrivo di ottobre, Lily credette seriamente che sarebbe
morta congelata, lì, nel dormitorio di Slytherin. Insomma,
non era normale che si stessero
formando delle stalattiti
ghiacciate sui muri della Sala Comune! E non era neanche ammissibile
che lei
dovesse perdere dieci minuti ogni mattina a cercare di infilarsi quanti
più
maglioni possibili, stando attenta ai colori e ai modelli, cercando
disperatamente di non sembrare una barbona…si stava
lamentando proprio di
questo, quando quel 15 ottobre si recò in Sala Comune, ad
attendere come tutte
le mattine che Cassiopea si degnasse di alzarsi dal suo caldo lettuccio.
-…qui
bisogna fare qualcosa…cioè, non è
possibile…sembra che io
sia stata gonfiata da una fattura Salta-in-Aria talmente tanta roba ho
addosso…- borbottava la piccola Slytherin, seduta di fronte
al fuoco –che lei
aveva il sospetto fosse un arredo scenico- sfregandosi le manine
bianche una
contro l’altra.
-…e
questo fuoco poi! Farebbero meglio a tenerlo spento, tanto il
risultato è lo stesso! Sembra più una presa in
giro!-
-Ci
siamo alzate male questa mattina Lilian? Oppure la
schizofrenia ha finalmente fatto la sua comparsa in te, spingendoti a
parlare
con un altrettanto irritante tuo ego?
È
matematico, pensò Lily. Quando ti alzi con il piede storto,
quando patisci il freddo più del solito, è
naturale che la prima persona che
vedi al mattino sia Scorpius Malfoy. Non la tua cara amica Glorya, non
il
gentile Edward, ma l’odioso, straordinariamente irritante e
pieno di sé
Scorpius Malfoy, che il quel momento la stava fissando con il suo
classico
ghigno sarcastico, avvolto in quello che sembrava un caldissimo
cappotto nero.
-Malfoy,
forse tu sei così poco umano
da non sentire il freddo, ma qui si congela…!- lo
rimbeccò
lei seccata, soffiando fiato caldo sulle dita intirizzite.
-…disse
la ragazza dal cuore più tenero del mondo…-
completò
sottovoce lui, ignorando la frecciata.
Lily
stava per ribattere, ma finalmente Glorya e Cassiopea la
raggiunsero, la prima perfettamente sveglia e avvolta in un maglione
color
panna di lana largo, la seconda con l’aria ancora non troppo
presente. Così
Lily si limitò a lanciare un occhiataccia a Malfoy, che per
tutta risposta si
strinse ancora di più nel suo cappotto, come a sottolineare
quanto tenesse
caldo rispetto allo strato di vestiti di Lily. Maledicendo lui e tutta
la sua
famiglia, Lily lasciò
Quella
mattina avevano due ore di Difesa Contro Le Arti Oscure con
i Tassorosso, e Lily ne era contenta:
primo perché in quel branco di ignoranti non c’era
nessuno che potesse
oscurarla e secondo perché a Lily piaceva abbastanza
il nuovo insegnante, assunto da Linton proprio quell’anno.
Si
trattava di Daniel Stevens, giovane e quanto mai espertissimo ex
Pedinatore; a pochi era nota la sua storia, ma Lily, grazie a suo padre
e ai
suoi contatti, aveva scoperto che aveva personalmente seguito giorno e
notte
tutti i maghi oscuri che avevano sterminato la sua famiglia ai tempi
della
guerra, quando lui aveva appena tredici anni. Con le sue sole
abilità, li aveva
trovati, stanati, catturati e spediti ad Azkaban dove aveva ottenuto
per loro
la condanna al Bacio. Come premio per la sua astuzia e la sua
abilità, era
stato assunto come Pedinatore –cioè le spie del
Ministero, che si occupavano di
scovare criminali più o meno pericolosi, detti anche i
“segugi” del Ministero- a
soli vent’anni. Adesso, dodici anni più tardi,
aveva accettato di insegnare a
giovani ragazzi tutti i segreti e le tecniche del mestiere.
Lily
lo apprezzava- o perlomeno non lo disprezzava completamente-
per la perseveranza che aveva tenuto nel conseguire la sua vendetta
–perché di vendetta
si trattava.
Stevens
li attendeva in classe, seduto sulla cattedra come di
consueto. Le ragazze più grandi – a quanto aveva
sentito dire Lily, o meglio
Cassiopea, sempre attenta a tutto- lo consideravano un
bell’uomo, e
probabilmente avevano ragione: era alto, aveva un fisico asciutto e
tonico e
gradevoli lineamenti, incorniciati da chiari capelli castani, nei quali
erano
incastonati due scuri occhi marroni.
-Buon
giorno ragazzi…ah, noto che a Slytherin ci si iberna ancora
come ai miei tempi- aggiunse poi ironico notando
l’abbigliamento delle Serpi.
Lily fece una smorfia a quelle parole: ci mancava solo che infierisse!
Glorya
sorrise vedendola per poi spostare lo sguardo su Cassiopea che sembrava
di
nuovo in procinto di addormentarsi, con la testa poggiata sui gomiti e
lo
sguardo fisso.
-Dunque,
proseguiamo il nostro programma, parlando dei Pallens.
Qualcuno di voi ne ha mai vagamente sentito parlare?- chiese
alla classe, che quasi all’unisono
scosse la classe. Vedendo che nessuno parlava, Lily intervenne senza
alzare la
mano:
-I
Pallens, cioè i Pallidi, sono creature metà
notturne e metà
diurne. Nella fase iniziale della loro vita si muovono di notte,
cercando di
assumere quanta più possibile energia vitale che consenta
loro di mostrarsi
alla luce del sole- spiegò con calma, senza far sembrare che
avesse inghiottito
un libro di testo. Non voleva di certo essere una copia di Rose!
-Esatto
Potter- convenne il professore e poi, con uno svolazzo di
bacchetta, fece apparire alla lavagna il disegno animato di quella che
sembrava
una massa informe biancastra.
-Questo
è un Pallens appena nato. È bianco, come potete
vedere,
perché totalmente privo di calore ed energia-
spiegò Stevens, e poi con un
altro tocco di bacchetta, la figura si trasformò in un umano.
-Ma
è un umano!- esclamò stupidamente Sissy Brown,
sussultando. Il
suo compagno di banco, Joe Farland, un bambinetto che a stento spuntava
da
dietro il banco, invece si era coperto la bocca con fare scioccato.
-Ovvio
che no, signorina Brown; signor Farland, la smetta di
cercare di soffocarsi. Il Pallens sembra un umano, ma solo quando ha
raggiunto
il quantitativo di energia sufficiente. Deve però continuare
a nutrirsi di essa
per poter mantenere questo aspetto, altrimenti regredirebbe alla forma
iniziale- chiarì Stevens, divertito dalle reazioni dei due
Tassorosso.
-Come
lo si distingue da un umano? E come si fa a capire che in
realtà si tratta di un Pallens?- domandò Isabelle
Blackwell, compagna di
dormitorio di Lily. Quest’ultima non la trovava
particolarmente simpatica, dato
che Isabelle si ostinava a non voler stare in stanza quando
c’era lei. Anche
Isabelle, come Glorya e Cassiopea, proveniva da una famiglia di noti
Mangiamorte, ma a differenza di Draco Lucius Malfoy e di Blaise Zabini,
Morris
Blackwell non aveva avuto la fortuna di scamparsi il carcere.
Il
professore rispose alle domande di Isabelle e a tutte le altre
che gli studenti posero e così la lezione scivolò
via, serena e proficua. Un’ora
e un quarto più tardi, Lily e gli Slytherin entrarono
nell’aula di
Trasfigurazione, dove i Corvonero avevano già preso posto.
Lily notò che sua
cugina Molly sedeva di nuovo in prima fila, e che stava leggendo il
capitolo
successivo a quello assegnato dalla professoressa sottolineando con la
matita i
concetti più importanti. Quando la vide, Molly
alzò gli occhi su di lei e le
sorrise a mo’ di saluto, ma Lily fece finta di non vederla e
le voltò le spalle
per andare a sedersi in ultima fila. Così facendo, non
poté notare la delusione
che colmò gli occhi scuri di Molly. Anche lei, come Hugo,
era stata molto
legata a Lily quando erano bambine, ed insieme avevano formato un trio
scatenato e combina guai, che più di una volta aveva fatto
mettere le mani nei
capelli ad Harry, Ron e Percy (che non riusciva a spiegarsi
l’animo indomito di
sua figlia). Ora Lily faceva finta di non conoscerla.
Arrivò
-
Lily
serrò le mani sul banco talmente forte da farsi sbiancare le
nocche. Come osa? pensò la rossa Slytherin, come osa
interrompermi mentre sto
parlando? Pensa forse di essere migliore di me?
Il
culmine dell’irritazione di Lily arrivò quando la
professoressa
McGranitt assegnò ben venti punti a Corvonero per la
perfetta spiegazione di
Molly, aggiungendo:
-Ottimo
Weasley! Non è da tutti conoscere
-Piccola
serpe!- sbottò
Lily a bassa voce, in modo che potessero udirla solo le sue due
compagne di
banco- appena ha potuto, mi ha messa da parte, esponendo al mondo
intero la sua
super intelligenza made in Weasley!-
-Già,
e quei corvacci si sono presi anche 20 punti…- aggiunse
-Gongola
anche…-notò Cassiopea, vedendo Molly che
sorrideva alla
sua vicina di banco.
-Non
le lascerò passar liscio questo sgarbo…-
sibilò Lily,
osservandola.
-E
cosa intendi fare?- le domandò Glorya interessata, mentre la
campanella suonava, segnalando la fine della lezione. Naturalmente
né Glorya né
Cassiopea si sognarono di farle notare che essendo Molly sua cugina,
magari
poteva lasciar correre. Forse non era stampato nei geni Slytherin il
concetto
di affetto.
-Oh,
stai certa che qualcosa mi inventerò…- rispose
Lily con una
luce maliziosa negli occhi violetti. Era una persona estremamente vendicativa.
Lily
passò tutto il resto della giornata a cercare un modo per
farla pagare a Molly, ma l’idea vincente le venne solo quando
vide uno scuro
foglietto svolazzarle davanti al naso. Stava per lasciar perdere e
proseguire
verso
-Ho
trovato il modo- annunciò quella sera Lily a cena, con un
sorrisetto estremamente soddisfatto. Cassiopea e Glorya capirono
immediatamente
a cosa si stava riferendo e
-Cosa
ti è venuto in mente?-
-
Dunque, io so che Molly ha un pulcino di peluche che si chiama
Twicky. È il suo preferito, e se la conosco bene se lo
sarà portato anche qui
ad Hogwarts- iniziò la piccola Potter e si interruppe alla
vista delle facce
disgustate delle due Purosangue; quale ragazzina sana di mente avrebbe
mai
fatto una cosa del genere?
-Lo
so, è sconvolgente. Dicevo comunque…ha questo
pupazzetto con
cui dorme da quando è nata. Ora, se io rapissi Twicky, lo
riempissi di pozione
Metamorfica animale, riuscendo a trasformarlo in un pipistrello
gigante, che è
l’animale che lei odia di più, capite che a Molly
verrà un infarto quando se lo
troverà nel letto-.
Silenzio.
E poi…
-Ommiodio,
sei perfidamente geniale!- esclamò Cassiopea
entusiasta; anche Glorya la gratificò di un sorriso a
trentadue denti, ma poi
tornando seria le disse:
-Ci
sono alcune cose a cui non hai pensato….primo: come entrare
e
uscire dal dormitorio di Ravenclaw? E poi, dove trovi la pozione
Metamorfica?
Si studia al secondo anno credo…-
-Aaaah…-
Lily era compiaciuta- tu non tieni conto di Edward…- le
disse, e tutte e tre le testoline si voltarono verso il più
carino dei gemelli
Nott, fermo vicino al portone della Sala intento a chiacchierare con
alcune
ragazzine di…Ravenclaw.
-Per
entrare a Corvonero basta fingere di voler parlare con mia
cugina e qualcuno mi lascerà passare. Una volta entrata
perderò dieci patetici
minuti a parlare con lei, poi avvelenerò Twicky con la
pozione che Edward mi
avrà cortesemente
preparato-.
Detto
questo si specchiò in un cucchiaino per controllare il suo
aspetto. Lily Potter aveva imparato sin dall’età
di sei anni che, se fai due
moine, sbatti un po’ le ciglia, mostri un sorrisino a
trentadue denti, gli esseri
maschili ti concedono qualsiasi cosa tu voglia. Indipendentemente dalla
loro
età: aveva funzionato con suo nonno Arthur, con suo padre,
con i suoi
zii…avrebbe funzionato anche con Nott. Era tutto a posto e
così Lily si alzò,
sotto lo sguardo divertito di Glorya e Cassiopea che volevano vederla
all’azione. Raggiunse Edward, non si curò
minimamente delle sue interlocutrici
ed interrompendole con falsa cortesia disse al suo amico:
-Edward!
Hai cambiato taglio di capelli? Ti stanno benissimo…!-
Nott
la guardò un po’ sorpreso da
quell’improvvisa interruzione,
ma si riprese subito, le sorrise e rispose:
-Si
in effetti sì…il parrucchiere di mio padre
è bravissimo!!!-
-Lo
vedo…magari mi ci accompagni un giorno…-
sorrisino a trentadue
denti- senti, volevo chiederti un favore, sai tu sei sempre
così gentile con
me…-
Edward
non se lo fece ripetere due volte e, dopo aver congedato le
Ravenclaw con un gesto noncurante della mano, la prese per un gomito e
la
condusse in un angolo più appartato. A Lily non
sfuggì l’espressione indignata
delle due ragazzine.
-Dimmi
tutto, per te qualsiasi cosa…- disse Nott sorridendole.
-Sai,
avrei bisogno di una pozione Metamorfica animale ma non sono
ancora capace di prepararla…- gli spiegò lei,
adottando la tattica della
fanciulla in difficoltà. Funzionò: Edward, da
bravo Slytherin non le chiese a
cosa le servisse, ma annuì dicendole:
-Certo,
non è una pozione difficile, te la posso preparare anche
in un pomeriggio…ma va usata calda, per quando ti serve?-
-Ooooh
vediamo…per Halloween. Riusciresti?- Lily lo
guardò con
occhioni adoranti.
-Sicuramente…!-
-Grazie
mille Edward, tesoro…allora
ci vediamo!- esclamò Lily facendolo arrossire; poi si
tornò dalle sue amiche
esultando.
-Fatta.
Edward non resiste ad aiutare una fanciulla in
difficoltà…-
spiegò a Glorya e Cassiopea, che fecero un brindisi al suo
perfido piano.
*****
-Lily…!-
Una
voce familiare fermò Lily Potter che si stava dirigendo
verso
il dormitorio per posare la borsa dei libri; per quel 31 ottobre, aveva
finito
di portarseli in spalla.
A
chiamarla era stato Edward Nott, appena entrato dalla porta
invisibile. Tra le mani guantate –la temperatura dei
sotterranei si era
abbassata ulteriormente- teneva una piccola ampolla rotonda ricolma di
un denso
liquido nero.
-È
la tua pozione, l’ho appena finita…farà
effetto fra circa sette
ore. Come mi avevi detto ci ho aggiunto una piuma di pipistrello.
Bloody non è
stato molto contento quando gliele ho staccate- aggiunse, al ricordo
degli
strilli acuti che il pipistrello di Scorpius aveva lanciato quando gli
aveva
strappate.
-Malfoy
ha un pipistrello
come ha animale domestico? Allora un po’ di cervello ce
l’ha…- osservò Lily,
stupita, mentre Edward le passava la bottiglietta. Era calda al tatto e
Lily ne
trasse un po’ di calore.
-Bene
Edward, ora vado…devo usarla quando è calda no?-
e senza
aspettare risposta si diresse verso l’uscita. Mentre pensava
al piano che stava
per attuare, Lily sorrideva compiaciuta: così Molly impara a
pestarmi i piedi!
si disse salendo l’ultima rampa di scale che conducevano alla
Torre di
Ravenclaw. Fu fortunata: da dietro la statua che fungeva da guardia era
appena
sbucato Louis Weasley, stracarico di libri.
-Louis!-
lo apostrofò Lily, facendolo sussultare. A Louis caddero
un paio di volumi, sia per lo spavento che per lo stupore: dopo due
mesi di
indifferenza, non si aspettava che Lily gli parlasse.
-Lily!
Cosa ci fai da queste parti?-
-Oooh…-
Lily
che si scusa?? si chiese piacevolmente colpito il Ravenclaw,
prima di rispondere:
-Certo!
L’ho vista giusto adesso mentre andava in
dormitorio…se
vuoi ti faccio entrare, così puoi parlare-.
-Saresti
gentilissimo! Ci tenevo proprio a chiarire subito…-
replicò Lily stringendo di più le dita
sull’ampolla che teneva dietro la
schiena.
In
effetti Molly si trovava nella sua stanza; Lily la trovò
seduta
sul letto quando entrò dopo aver bussato.
-Lily!
Cosa ci fai qui?- anche la piccola Weasley era stupita di
trovarsela davanti.
-Ecco,
ero venuta per fare due chiacchiere…sai, da quando
è
iniziata la scuola non ho avuto molto tempo…-
-Ah…-
Molly, che era troppo buona, non le fece notare che era
stata lei a evitarla deliberatamente- certo, ne sono contenta!-
-Solo
che mentre venivo qui ho incontrato Hugo, che mi ha detto di
chiedergli se potevi prestargli gli appunti di
Incantesimi…sai, lui è sempre
distratto! Dovresti portarglieli subito però, credo voglia
iniziare a studiare
qualcosa- le spiegò Lily, guardando famelicamente Twicky che
se ne stava beato
sopra il cuscino.
-Ah,
d’accordo, vado subito…mi aspetti un attimo qui?-
rispose
-Certo!
Mi guardo un po’ intorno, se non ti spiace…-
Appena
Molly fu uscita, Lily prese Twicky e gli face un piccolo
buco dietro la testolina gialla senza tanti complimenti. Poi vi
versò la
pozione con cura, stando attenta a non macchiarlo, né a
sporcare il copriletto;
infine richiuse il foro con un semplice Reparo. Rimise il peluche al
suo posto
appena in tempo: mentre fingeva di fare un giretto per la stanza, Molly
tornò
indietro, ancora con gli appunti fra le mani:
-Che
strano, non ho trovato Hugo…forse ha preso gli appunti di
qualcun altro- ipotizzò Molly sedendosi sul letto.
Dopo
un quarto d’ora di pesante conversazione, Lily
lasciò il
dormitorio femminile di Ravenclaw; nella sua borsa si trovava una
piccola
ampolla vuota.
-Potresti
guardare dove vai, imbranata?- la freddò Lily, facendola
scappare ancora più veloce.
La
cena era squisita, più delle altre sere, ed infatti persino
Lily – che solitamente faceva finta di mangiare- si
riempì lo stomaco ben bene.
Cassiopea poi fece il bis di tutto, con nonchalance ovviamente, sotto
lo
sguardo allibito delle due amiche.
-Che
c’è?- chiese ingenuamente alla seconda porzione di
torta ai
frutti di bosco.
-Come
diavolo fai a mangiare così tanto senza ingrassare???- le
chiese esterrefatta Glorya.
-Mmmh,
fortuna mia cara-.
-Sarà,
ma io mi sento male solo a guardare
tutta la roba che ti sei mangiata…!- esclamò
Lily, che di
tanto in tanto lanciava occhiate al tavolo dei Ravenclaw.
-Si
beh, tu ti senti male solo a pensare al cibo a dire il vero-
sottolineò
-Io
invece sto male ogni volta che vedo al tavolo Lilian-
intervenne Scorpius, che era di nuovo seduto di fronte alla Potter.
-Sì
certo Malfoy, allora perché ti siedi sempre di fronte a me?-
-Mi
ci costringono questi due, mia cara,
se fosse per me starei anni luce lontano da te- la rimbeccò
lui, indicandole Derek ed Edward, che chiacchieravano tranquilli con
altri
Slytherin.
Il
banchetto proseguì così, fra battutine
sarcastiche e
chiacchiere allegre, sino a quando i maghetti del primo anno dovettero
tornare
ai rispettivi dormitori. Per quelli dal terzo anno in su, il coprifuoco
era
stato prolungato fino a mezzanotte, ma per i primini invece era alle
dieci e
mezza.
Era
mezzanotte e mezzo quando Molly Weasley scappò urlando dal
suo
dormitorio. Irruppe nella sala Comune strillando terrorizzata, mentre
un enorme
pipistrello nero la inseguiva.
-Basta!!
Vattene, vattene schifoso coso!!!- gridò sotto lo sguardo
allibito di Louis e di altri Ravenclaw. Con lui c’erano anche
James, Albus,
Rose, Angelica e Dominque, venuti a concludere la festa di Halloween
con altri
amici Ravenclaw.
-Molly!
Calmati!- esclamò Rose, fermando la corsa sfrenata della
piccola cugina. Ma il pipistrello non sembrava volerla lasciar perdere,
e solo
dopo che James l’ebbe colpito ripetutamente con un candeliere
trovato su una
scrivania stramazzò al suolo.
-Era
solo uno scherzo, su non piangere…- tentò di
consolarla
Angelica; Molly infatti stava singhiozzando spaventata, seduta ora in
braccio
ad Albus.
-Io
od-odio i pip-pi-pistrelli!- balbettò fra un singhiozzo e
l’altro la piccola Ravenclaw.
Il
pipistrello svenuto stava intanto cambiando colore: dal nero,
era passato ad un marroncino chiaro, fino a che diventò
giallo acceso; mentre
tutti lo guardavano stupiti, si trasformò lentamente
in…
-Twicky!!!-
esclamò Molly, cogliendo a raccoglierlo. Mentre lo prendeva
tra le mani, notò che appeso ad una sua ala c’era
un bigliettino.
-Cosa
dice??- chiese James impaziente; voleva capire chi aveva
fatto uno scherzo così di cattivo gusto.
Molly,
sempre più sorpresa, lesse:
“Anch’io
conoscevo
-Cosa
significa?- chiese Rose perplessa. Molly d’improvviso
capì:
aveva guadagnato 20 punti per la sua Casa grazie a quella legge, e lo
ricordava
bene perchè i suoi compagni erano stati molto fieri di lei.
Ma ricordava anche
che, mentre sorrideva alla sua amica per una battuta, aveva colto lo
sguardo
astioso di sua cugina Lily. Evidentemente se l’era presa
perché non aveva
potuto rispondere lei!
Mentre
Molly, che era una ragazzina molto intelligente,
ricostruiva la scena nella sua mente, gli occhi scuri le si riempirono
di nuovo
di lacrime: non poteva credere che Lily fosse così perfida
da sfruttare la sua
paura più profonda, eppure il bigliettino non lasciava
spazio ai dubbi!
-Molly!!!
Perché piangi ora?? Spiegaci!!- la esortò Louis,
che la
guardava sempre più preoccupato.
-È
stata Lily!!! Mi ha fatto questo perché….- e
spiegò ai cugini
cos’era accaduto a lezione di Trasfigurazione circa due
settimane prima.
Mentre
cercavano di calmarla, James ed Albus si scambiarono uno
sguardo allibito: non avrebbero mai pensato che Lily fosse capace di
queste
azioni. Eppure tutto quadrava: doveva essere per forza stata lei.
Il
mattino dopo, a colazione, James ed Albus ne ebbero conferma.
Erano
vicini al tavolo dei Ravenclaw a fingere di chiacchierare
con Louis, quando Lily si avvicinò a Molly, che mangiava
mogia mogia. Senza
degnare nessuno di un’occhiata, disse alla cugina:
-Come
sta Twicky?- e sorridendo cattiva, se ne andò con calma al
tavolo degli Slytherin.
L’unica
cosa che James pensò, era che Lily voleva
che sapessero che era stata lei.
Spazio
dell’autrice:
Allooora…ringrazio
tantissimo Lady
Lynx e 970: se non fosse
per voi
due avrei già sospeso la fanfiction e sono contentissima che
vi piaccia.
Grazie!!! Spero mi direte cosa ve ne pare dello scherzetto di
Lily…
Lady
Lynx:
vedrai, Lily
riuscirà benissimo…ma non voglio anticipare nulla
:P
970:
uhm, brava, sulla
faccenda di Voldie ci hai quasi preso!!!!
Grazie
ancora ragazze, e allora prossima spero!! Baci