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Autore: Nihal    18/10/2009    2 recensioni
Come si può notare dal titolo, la trama sarà quella di Death Note (solo una parte), ovviamente con i personaggi di Naruto!
Sasuke Uchiha è uno studente brillante, ma annoiato. Durante una giornata di scuola, trova un quaderno che provoca la morte delle persone. Basta scrivere sopra il loro nome…
Il suo sguardo, però, fu attirato da un piccolo oggetto situato dietro ad un cespuglio. Raccogliendolo, si rese conto che doveva trattarsi di quel quaderno che era stato buttato giù dalla finestra quella mattina. Fece per buttarlo di nuovo a terra, quando la scritta sulla copertina, attirò la sua attenzione. Gli sembrò davvero una trovata insulsa. Chi mai avrebbe chiamato il proprio quaderno Death Note?
Prima classificata all'Anime Contest indetto da ValeHina e vincitrice del premio attinenza
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Shino Aburame
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 2

Capitolo 2

 

Dopo aver detto a sua madre che aveva intenzione di uscire, non poteva rimanere in casa, ma non si fidava a lasciare il quaderno incustodito. Era vero che non ne aveva ancora testato bene le capacità, ma era anche vero che ciò che era accaduto in precedenza non poteva essere una coincidenza.

Aprì, quindi, il cassetto e, preso il quaderno, lo ripose in una tasca interna del cappotto, in modo che non si notasse. Decise di portare con sé anche una penna; era sicuro che, se fosse andato in alcune zone di Tokyo, avrebbe potuto testarlo tranquillamente. In primo luogo, la città era piena di piccoli malviventi e, in secondo luogo, in pochi si sarebbero accorti della scomparsa di un criminale di basso livello.

’La polizia cerca sempre i pesci grossi.’

Così diceva Fugaku, suo padre, nonché capo della polizia federale giapponese.

Passeggiando distrattamente, si chiedeva come fosse possibile l’esistenza di un oggetto del genere e per quale motivo fosse capitato in mano sua. Nessun altro sarebbe stato in grado di usarlo, tutti si sarebbero fatti degli stupidi scrupoli di coscienza, lasciando così che il mondo continuasse a decadere. Forse tutto ciò era voluto, il Death Note doveva appartenere a lui.

Faceva tutti quei ragionamenti, pur sapendo che la sua seconda prova avrebbe potuto smentire le sue idee. Forse quel quaderno era davvero solo uno scherzo.

Continuò a vagare attraverso il paese per qualche ora, perso nei suoi pensieri, ignorando tutti quelli che gli stavano intorno. Quasi per caso capitò in un’area che non conosceva bene, non essendo solito uscire per andare in giro. Quell’occasione, però, sarebbe potuta andare a suo vantaggio. Quella zona sicuramente non rientrava tra le migliori: tra spazzatura tutto intorno e mendicati ai lati delle strade, sarebbe stato molto probabile trovare qualche malvivente.

La sua opportunità non tardò ad arrivare.

“Lasciala!”

Dopo quell’affermazione, pronunciata da una ragazza che passava di lì, seguì un urlo. Un uomo, probabilmente sulla quarantina, nel tentativo di rubarle la borsa aveva tirato fuori un coltello.

“Tanaka, ma che fai, vuoi ammazzarla?”

“Non chiamarlo per cognome, sai che lo odia! Eizo, davvero, lasciala perdere!”

I suoi amici probabilmente non erano davvero intenzionati a fermare il criminale, ma, ormai, Sasuke aveva ciò che gli serviva. Mentre la colluttazione continuava, Tanaka sembrava divertirsi al terrore della ragazza, lui si nascose dietro un vicolo, per poi tirare fuori il Death Note.

Ricordandosi della regola che aveva letto, decise di sperimentare un'altra tipologia di morte, così da essere totalmente sicuro del funzionamento del quaderno. Iniziò a scrivere velocemente, per paura che Eizo compisse un omicidio e che il suo intervento fosse stato inutile.

Tanaka Eizo, morte per investimento.

“Per favore, lasciami!”

Detto ciò, la ragazza diede uno spintone al malvivente, allontanandolo da lei. Quest’ultimo, preso alla sprovvista, fu costretto a lasciarla.

“Brutta stronza! Adesso ti ammaz…”

Non fece in tempo a concludere la frase che un camion lo investì in pieno, uccidendolo sul colpo.

I due amici scapparono, lasciando la ragazza in lacrime e l’autista sconvolto per non essersi accorto che la strada non era libera.

Ma lui non poteva accorgersene. Quello fu il primo pensiero di Sasuke, eccitato dal fatto che ormai le possibilità che il Death Note fosse falso erano praticamente nulle.

Aveva in mano uno strumento di potenza indefinibile, con il quale avrebbe potuto costruire un mondo migliore.

Non sarebbero più esistite persone come quell’assassino. Quello che aveva osato uccidere suo fratello, Itachi. L’avevano investito, senza fermarsi a prestargli soccorso. Quell’evento aveva segnato tutti i membri della sua famiglia. Itachi era una di quelle poche persone che non meritavano di morire. Lui dava sempre tutto se stesso per aiutare gli altri, anche se cercava di non mostrarlo. Era un sostegno silenzioso. Avrebbe fatto di tutto per scoprire il nome di quel pirata della strada e avrebbe avuto la sua vendetta. Aveva il potere per farlo e lo avrebbe fatto.

Tutte le persone oneste non avrebbero dovuto temerlo, mentre i criminali sarebbero stati puniti. I primi due che aveva ucciso erano stati soltanto una prova; da quel momento, però, avrebbe iniziato seriamente a giustiziare. Sarebbe partito dagli assassini e dai terroristi, passando ai condannati per reati minori, fino ad arrivare anche ai più piccoli criminali. In quel modo tutti avrebbero vissuto in una realtà migliore, tutti lo avrebbero ringraziato, tutti lo avrebbero temuto.

Lui era il giustiziere.

 

 

“Sasuke, perché sei arrivato così tardi?”

Sua madre era molto preoccupata, era la prima volta che il figlio restava fuori fino a quell’ora.

“Mi ero perso.”

Non si era neanche reso conto di essere rimasto per tanto tempo a contemplare il luogo dell’incidente; si era allontanato solo all’arrivo della polizia.

“Ciao, Sasuke.”

Suo padre, probabilmente tornato dal lavoro poco prima, lo salutò con sguardo severo. Non tollerava l’idea di non sapere dove si trovassero i suoi figli. Essendo un federale, conosceva a menadito tutti i casi d’omicidio avvenuti a Tokyo e temeva per la loro incolumità. Aveva già perso un figlio, non voleva perdere anche gli altri due.

Sasuke lo salutò svogliatamente e andò in camera sua. Non aveva voglia di cenare. Se da un lato sapeva che questo suo comportamento si sarebbe potuto definire quantomeno sospetto, dall’altro era troppo eccitato dalla rivelazione per pensarci. Ora che aveva capito il meccanismo del quaderno, non aveva tempo da perdere. Facendo un piccolo calcolo, si era reso conto che, riservando qualche ora per lo studio, avrebbe avuto a disposizione all’incirca sei o sette ore al giorno per giustiziare i criminali, quindi doveva subito darsi da fare.

Il metodo più veloce per ottenere i nomi e i volti dei ricercati e dei carcerati, era sicuramente Internet, anche se era conscio che avrebbe potuto essergli utile solo fino ad un certo punto. La polizia tendeva a tenere certe informazioni per sé, quindi i nomi dei criminali presenti nella rete erano una percentuale infima, rispetto a quelli che non erano mai stati rivelati.

Per alcuni giorni riuscì a procurarsi le informazioni sul web, così da poter uccidere facilmente i criminali dalla sua stanza. La sua seconda attività non influiva minimamente, né sul rendimento scolastico, né sulla condotta che di solito aveva nei confronti di tutti. Dopo il primo attimo di smarrimento, aveva capito che cambiare atteggiamento sarebbe equivalso a tradirsi, quindi faceva ben attenzione al suo comportamento e ai suoi voti.

Non poté, però, trattenere un sorriso, durante una cena in cui, stranamente, suo padre era presente.

“Caro, ti vedo un po’ stressato.”

Effettivamente, il suo volto era tirato e le occhiaie stavano cominciando ad apparire sotto i suoi occhi, segno che la notte precedente l’aveva passata in ufficio.

Stancamente si girò verso la moglie e iniziò a spiegargli la situazione che tanto affliggeva lui e il resto del suo ufficio: “Si crede che a Tokyo sia in giro un nuovo serial killer. Fin qui nulla di strano…”

L’attenzione di Sasuke, a quel punto, era stata inesorabilmente attirata dalle sue parole. Vedendo l’espressione di suo padre, si rese conto che già iniziavano a temerlo. Temevano il suo potere.

“… però, non siamo sicuri che ciò che sta accadendo sia davvero opera di un assassino. Per prima cosa, la maggior parte delle vittime, sono carcerati tenuti sottocontrollo ventiquattrore su ventiquattro e, inoltre, la cosa più strana è che muoiono di morte apparentemente naturale. Tutti quanti d’arresto cardiaco.”

A quel punto le espressioni di sua madre e di sua sorella, che stava ascoltando il discorso, si fecero stupite. Si rese conto che sarebbe stato alquanto sospetto apparire calmo, senza alcuna reazione, così si decise a parlare.

“Mi sembra davvero strana una cosa del genere. È impossibile che qualcuno riesca ad uccidere in questo modo.”

“Hai perfettamente ragione, il problema è proprio quello. Non sappiamo da dove iniziare le indagini.”

A quel punto non riuscì proprio a trattenere un sorriso, che riuscì in ogni modo a camuffare prendendo un sorso d’acqua.

Era la prima volta che vedeva suo padre preoccupato. Con il suo lavoro era consueto trovarsi di fronte a casi sempre diversi, ma quello esulava dal normale. Com’era possibile che decine di criminali, catturati e a piede libero, fossero morti nel giro di pochi giorni, tutti per arresto cardiaco? Ovviamente nessuno poteva dare una risposta a quell’enigma. Nessuno, tranne lui.

Finito di mangiare si ritirò in camera sua per studiare. Aveva preso l’abitudine di scrivere almeno cento nomi prima di andare a dormire, così da aumentare il tempo a sua disposizione. Il problema era che ormai le risorse del web erano quasi al limite, quindi presto avrebbe dovuto cercare un’altra fonte da cui attingere.

Seduto alla scrivania, vagliava i restanti siti che ancora non aveva controllato. Ogni volta che veniva fuori un nome, con la rispettiva fotografia, lo scriveva, ma ciò accadeva sempre con minor frequenza. Durante una piccola pausa, iniziò a riflettere sulle parole del padre, che quella sera aveva considerato poco.

’… e poi, la cosa più strana è che muoiono di morte apparentemente naturale. Tutti quanti d’arresto cardiaco.’

Nonostante avesse appurato che la tipologia della morte poteva essere scelta da lui, per ottimizzare il tempo, aveva deciso di non scriverne la causa, facendo perire tutti per un attacco di cuore. Pensandoci in quel momento, però, si rese conto che avrebbe dovuto cambiare tipologia, altrimenti la faccenda sarebbe diventata più sospetta di quanto già non fosse.

“Ciao.”

Sasuke riuscì a mascherare la sorpresa solo grazie al suo perfetto controllo delle emozioni.

Sentire una voce che gli parlava da dietro, mentre stava scrivendo nomi sul Death Note, lo aveva turbato non poco.

Tuttavia, mantenendo il suo atteggiamento freddo, si girò verso il suo interlocutore.

Dopo aver visto in faccia colui che aveva parlato, non sapeva se avesse dovuto spaventarsi o mettersi a ridere.

Aveva di fronte a lui un essere – non si poteva definire persona – che, per prima cosa, fluttuava a qualche centimetro dal suolo e, per seconda cosa, era grasso in una maniera esagerata. Il volto aveva delle fattezze umane, anche se gli occhi erano molto più piccoli del normale e sulle guance vi erano delle strane spirali.

“Tu saresti?”

Chiese in tono neutro l’Uchiha, che sicuramente non si sarebbe fatto spaventare da un individuo del genere.

Quest’ultimo, si stupì parecchio della sua reazione, cominciando a borbottare cose del tipo:

“È il primo essere umano che non si spaventa… strano. Avrei voglia di un pacco di patatine… chissà se ne ha qualcuna…”

Sasuke, stancatosi del suo monologo, si voltò nuovamente verso lo schermo del computer, intenzionato a continuare il suo lavoro.

“Ehi! Non volevi sapere chi sono?”

Terminato il suo discorso con il niente, si era reso conto di essere ignorato.

La cosa probabilmente non gli piaceva, infatti, si era piazzato di fronte allo schermo per impedirne a Sasuke la visione.

“Dimmelo, se ci tieni.”

“Bene; io sono Choji, lo shinigami che ha fatto cadere il Death Note sulla Terra!”

Shinigami? Ovvero un Dio della morte? Quindi esistevano davvero. Sasuke non fece fatica a crederci. Dopotutto se esisteva un quaderno della morte perché non sarebbe dovuto esistere un Dio della morte?

L’unica cosa che non capiva, era il motivo di questa sua decisione. Perché l’aveva gettato sulla Terra? Secondo le leggende, gli shinigami potevano uccidere gli esseri umani. Se per farlo, però, utilizzavano il Death Note, Choji, privandosene, si era privato anche della possibilità di togliere la vita a qualsivoglia individuo.

Incuriosito da quell’aspetto – lui non avrebbe mai abbandonato un simile strumento di potere – chiese allo shinigami il motivo della sua scelta.

“Ovvio! Io possiedo un altro Death Note; anche se non lo avessi avuto, però, avrei comunque lasciato cadere quello…” disse, indicando il quaderno posato sulla scrivania.

“Perché?”

La spiegazione non tardò ad arrivare, anzi sembrava ansioso di esporla.

“Perché, nel mondo degli shinigami, non ci sono le patatine. Una volta, uno shinigami era sceso sulla Terra, proprio perché aveva perso, non per sua volontà, il Death Note, e, nel ritornare nel nostro mondo, aveva portato con sé un pacchetto di quelle delizie. Da quel momento non ho fatto altro che pensare al metodo per venire qui e finalmente ho trovato la soluzione! Se un umano avesse preso il mio quaderno, io sarei stato obbligato a seguirlo. Di conseguenza sarei dovuto scendere sulla Terra. Mi comprerai delle patatine, vero?”

Aveva detto ciò tutto d’un fiato, animato da una smania che Sasuke non aveva mai visto in nessun essere umano. Choji, infatti, non era umano.

Quindi, a quel punto, aveva al suo fianco un Dio della morte che avrebbe potuto piegare al suo volere grazie a delle semplici patatine.

Era stato un po’ avventato a proclamarsi giustiziere. Lui sarebbe diventato il dio di un nuovo mondo.

“Certo.”

A quell’affermazione Choji iniziò ad urlare di gioia. Sasuke, spaventato dal fatto che qualcuno avrebbe potuto sentirlo, gli chiese di abbassare la voce, ma a quel punto lo shinigami gli rivelò un’altra cosa.

“Solo chi ha toccato il Death Note, può vedere lo shinigami che lo ha posseduto.”

Perfetto.

 

 

Gli omicidi aumentano a vista d’occhio…’

Ormai era già da qualche settimana che il caso andava avanti, avevano iniziato a parlarne anche i telegiornali, la polizia era nel panico.

Nessuno, però, sospettava che dietro quelle strane morti si celassero lo studente modello Sasuke Uchiha e lo shinigami Choji.

Tuttavia, se lo studente modello non avesse trovato presto una soluzione, le morti sarebbero diminuite drasticamente, poiché aveva già ucciso la maggior parte dei criminali i cui nomi erano presenti su Internet.

La soluzione gli si presentò in tutto il suo splendore quella sera. Si chiese come avesse fatto a non pensarci in precedenza. Durante la cena, mentre suo padre discuteva con sua madre riguardo gli omicidi, accennò agli archivi federali, chiedendosi se l’assassino attingesse le informazioni sui criminali da lì.

Fino a quel momento non l’aveva fatto, ma grazie al suggerimento di Fugaku, avrebbe cominciato subito. L’unico problema era trovare il modo di accedervi. Per prima cosa gli serviva la password di un agente, ma quello non sarebbe stato difficile. Suo padre era sempre stato scontato, su certe cose. In secondo luogo, doveva fare in modo che nessuno si accorgesse del fatto che sarebbe penetrato negli archivi. Anche quello era fattibile, sebbene un po’ complicato. Essendo molto abile con i computer, per lui, comunque, non sarebbe stato molto difficile coprire la sua connessione in modo da non venire scoperto. Si mise all’opera la sera stessa.

“Sasuke, io voglio le patatine!”

“Te ne ho preso un pacchetto un’ora fa.”

Il suo sguardo, di solito bonario, si fece incontrollato all’improvviso. Dopo aver fatto un’apologia delle patatine, difendendo il loro gusto sopraffino, aveva iniziato a minacciare di morte Sasuke, mostrandogli più volte il suo Death Note.

Più per sfinitezza che per paura, l’Uchiha scese a prendere un altro pacco di patatine. Aveva bisogno di silenzio per tentare di accedere all’archivio.

Dopo che Choji si fu calmato, ritenne opportuno mettersi al lavoro. Dopo aver reso la sua connessione irrintracciabile, si preparò per la parte più facile, ovvero quella di scovare la password di suo padre. Esistevano diversi programmi per quei tipi d’infrazione, ma lui, come primo tentativo, volle provare a decifrarla a mano.

Per iniziare, scrisse quelle più probabili su un foglio.

Poi cominciò a provarle nella casella apposita. In pochi minuti riuscì ad accedere all’archivio. Fugaku non si smentiva mai. Come password aveva usato Itachi. Non sapeva che più quest’ultima era semplice, più era facile accedere alle informazioni?

Subito davanti a lui comparve una schermata ricolma di nomi e di date. A quel punto poteva continuare indisturbato il suo lavoro.

 

Fine secondo capitolo!!

 

 

Devo studiare scienze della terra, quindi cosa faccio? Ovvio, aggiorno.

Sì, sono fuori di testa visto che domani ho la verifica.

Beh, spero che questo capitolo vi piaccia!^^

 

 

Sakuchan_94: ciao neechan! Grazie per i complimenti! Davvero, sono molto contenta, non pensavo di potermi classificare prima! Sono contenta che pensi che i personaggi siano IC!

Sono davvero contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e scusa se la risposta è cortissima, ma devo tornare a studiare la stupida scienze della terra._.

Al prossimo capitolo! Ciao ciao!!^^

 

valehina: ciao! Sono contenta che tu abbia lasciato una recensione, non importa se è corta! Ancora non ci credo di essere arrivata prima!*.*

Per il nickname, sì l’ho preso da lì! Anche se vorrei che non ci fosse il _91. Sì, sono pazza!^^’

Ok, adesso evaporo perché il libro mi guarda malissimo! Al prossimo capitolo! Ciao ciao!!^^

 

beat: ciao! Innanzitutto, grazie per i complimenti! Il fatto che il capitolo sembri davvero un pezzo di Death Note, mi fa davvero felice, perché mentre scrivevo avevo sempre paura di non riuscire a rendere l’atmosfera! Spero che questo capitolo ti piaccia! Al prossimo! Ciao ciao!!^^

 

Grazie a coloro che hanno messo la storia tra i preferiti (già cinque!*.*):

 

1 - alechan_96 
2 - Pupattolina 
3 - Sakuchan_94 
4 - Targul 
5 - valehina 

 

Grazie a coloro che hanno messo la storia tra le seguite (cinque anche qui!*.*):

 

1 - beat 
2 - keli 
3 - Miss England 
4 - SaphiraLearqueen 
5 - Topy 

 

Adesso vi saluto!

Purtroppo me ne ritorno ai libri._.

Mata ne!

 

Nihal

  
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