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Autore: eLiSeTtA    19/10/2009    6 recensioni
- Che diavolo stai facendo?!?- si lamentò lui cercando di divincolarsi dalla sua presa ferrea.
Ziva lo sbatté con forza su un albero e poi si spinse contro il suo corpo aderendovi perfettamente.
Tony proprio non si aspettava una cosa del genere. Soprattutto da Ziva! Era vero che c’era sempre stata una certa attrazione tra di loro, ma da semplice attrazione a QUESTO c’è ne era di strada da fare!
Poteva sentire il suo respiro caldo e agitato sul proprio viso, maledettamente vicino al suo, e vedere quegli occhi così scuri e profondi a pochi centimetri dai propri. In quel momento erano indecifrabili, non riusciva proprio a capire cosa stesse pensando in quel momento.
Ziva sorprendendolo ancora di più si avvicinò sempre di più al suo volto non staccando neppure un momento gli occhi dai suoi.
Tony fece per dire qualcosa ma lei lo zittì premendogli una mano sulla bocca e ammonendolo con lo sguardo. Sembrava essere tornata la Ziva di sempre, non aveva più quegli occhi indecifrabili di poco prima, forse era solo stata una sua impressione, ma la cosa che lo preoccupava e che ora vi leggeva paura e terrore.
Fanfiction (come sempre!) di elisa93!
Genere: Commedia, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui con l’ultimo capitolo di questa fic! Visto che ormai siamo alla conclusione volevo dirvi che in realtà questa doveva essere una one shot, come ho detto all’inizio, ma una one shot un po’... come dire... HOT.

L’idea mi era venuta da una sfida che mi era stata fatta dalla mia editor, ma siccome io sono io e se una storia non la faccio perfettamente non sono contenta (non credetemi una perfezionista! sono così solo nella scrittura e nel disegno! :P) ciò ho costruito sopra un filo logico e poi... come dire... è andata a finire che il filo logico ha prevalso sull’HOT, che è stato prontamente tagliato da me alla fine dello scorso capitolo (non so se voi l’avete notato che mancava qualcosa, però non me lo avete segnalato, quindi credo di aver tagliato abbastanza bene!). Un po’ perché non mi sembrava il caso e UN PO’ perchè... lo ammetto sono timida anche se non sembrerebbe! Va bene?!?

Mi viene facile scrivere di qualsiasi argomento, ma quando si tratta di fare leggere la situazione si complica a causa di vari miei motivi personali che implicano aprirsi col mondo e cavolate varie. Quindi non me la sono sentita di farvi leggere anche questa mia creazione, già che ho problemi a farvi leggere di semplici baci o le descrizioni dei sentimenti! Figuriamoci con QUELLO! (La editor ora se la ride di gusto vedendo come sono imbarazzata, ma vi prometto che come smetto di scrivere questo proemio gliela faccio pagare! :D)

Ok ora che ho chiarito tutto vi auguro buona lettura e ci vediamo a fine capitolo! Buona lettura!

 

 

 

 

Capitolo 4 - ShaHar

 

Ziva era seduta a guardare fuori dalla finestra.

Erano le sei del mattino ma lei era già sveglia da un pezzo. Si era voluta alzare presto per guardare l’alba come era sua consuetudine e aveva lasciato Tony addormentato come un sasso sul letto. Le pareva così giovane e bello quando dormiva che non lo aveva voluto svegliare, e inoltre quella sarebbe stata una giornata impegnativa per entrambi. Avrebbero dovuto scovare gli ultimi terroristi rimasti e sarebbero dovuti tornare a casa, alla loro vecchia vita.

Si stiracchiò sulla sedia e riprese a guadare fuori.

La pioggia e la grandine erano cessate durante la notte e ora il paesaggio si mostrava ai suoi occhi in tutta la sua splendida bellezza.

Sarebbe voluta rimanere là per sempre, ma non esiste l’eternità, neanche nelle cose più belle, e poi loro avevano delle responsabilità.

L’auricolare di Tony era steso sopra il tavolo, il segnale GPS era tornato funzionante e tra poco tutto sarebbe tornato come prima.

Ma proprio tutto doveva tornare come prima?

Osservò il proprio riflesso nel vetro e gli parve di essere diversa, i suoi lineamenti stessi erano diversi e lei sembrava... più bella avrebbe osato dire.

Forse era Tony a farle quel effetto, o forse quella missione-vacanza inaspettata che poi si era tramutata in qualcosa di più.

In un sogno, in un sorriso, in una carezza, in un bacio...

Non avrebbe mai scordato quei due brevi ma intensi giorni, e sperò che Tony facesse altrettanto.

Ebbe per un momento qualche dubbio, poi però, ripensando alla sera precedente, alle parole che si erano detti, allo sguardo di Tony, si rese conto che nessuno dei due li avrebbe mai dimenticati per il resto dei loro giorni.

Avevano aperto i loro cuori l’uno all’altra e avevano imparato a fidarsi, ad amarsi senza razionalità, senza tempo, senza più segreti tra di loro.  

Se ne erano altamente infischiati della regola di Gibbs, avevano capito perché il loro capo l’aveva istituita, ma loro non avrebbero permesso che lui avesse ragione su tutto, anche su di loro!

Loro erano liberi di pensare con le proprie teste, si erano scelti e ora non si sarebbero più lasciati. E non avrebbero permesso a nessuno di ostacolarli.

A nessuno.

Neanche a Gibbs.

Certo, non si erano detti di amarsi, però era stato palese, dai loro gesti, dalle loro carezze o almeno per lei era stato così... e sperò vivamente di non aver frainteso nulla.

Quando Tony si svegliò Ziva era ancora appoggiata al vetro della finestra e guardava fuori rapita dal panorama.

Si stiracchiò come un gatto e si mise a sedere sul materasso.

Era ancora... ecco, stordito.

Grugnendo cercò a tentoni qualcosa da mettersi addosso, e dopo essersi parzialmente rivestito camminò sbadigliando verso Ziva.

- Buongiorno...- mormorò abbassandosi sul suo viso per baciarla non una naturalezza che stupì entrambi.

Sembrava quasi che loro due stessero insieme da sempre, che ogni mattina della loro vita non avessero fatto altro che questo.

- Buongiorno...- rispose lei alzando il viso in modo da andargli incontro e toccare le sue labbra con le proprie.

- Allora... che c’è di nuovo?- domandò Tony tirandosi su, guardando anche lui fuori dalla finestra e mettendole con dolcezza una mano sulla spalla.

- La tempesta è finita, e il segnale GPS ha ripreso a funzionare, tra breve ci verranno a prendere penso...-

- Ottimo...- mormorò lui sbadigliando di nuovo e strofinandosi gli occhi.

Lei lo guardò divertita.

- Dormito bene?- domandò sorniona.

- Per favore non ti ci mettere anche tu con le tue stupide battute! Sto letteralmente crollando dalla stanchezza... e... diciamo che non è tutta colpa mia!-

- Forse dovresti andare un po’ in palestra... sai, per rinforzare i muscoli, migliorare la resistenza e toglierti quella pancetta...- ridacchiò lei appoggiando la propria testa al suo corpo.

- Già... forse dovrei...- mormorò lui tastandosi l’addome, e abbracciandola con l’altro - eppure non mi sembra che ci sia tutta questa pancia...- aggiunse ancora più piano sperando di non essere sentito.

Ziva sorrise e fece finta di niente.

Con o senza pancetta Tony era senza alcun dubbio perfetto. Perfetto per lei!

- Allora... hai provato a entrare in contatto con Gibbs?- domandò Tony dopo parecchi minuti in cui regnarono sovrani i loro respiri e i suoni della natura.

- No... stavo aspettando che ti svegliassi per farlo...-

- Bene... allora...- si chinò e la baciò di nuovo, stavolta più a lungo e con più passione – andiamo a dare il buongiorno al Capo!- completò sulle sue labbra prima di allontanarsi e di andare verso il tavolo, dove era stato lasciata la ricetrasmittente.

- È già sulla giusta frequenza?-

Ziva annuì, e, dopo aver dato un’ultima occhiata al panorama, lo raggiunse.

- Capo... Capo...- disse Tony forte e chiaro con l’auricolare in mano, poi se lo portò all’orecchio - Alfa! Alfa! Riesci a sentirmi? Qui Cain! Alfa!-

Si voltò verso di Ziva e alzò le spalle.

Forse le linee erano ancora disturbate, o forse il loro congegno si era rotto, oppure Gibbs aveva semplicemente cambiato la frequenza con la quale si poteva contattarlo.

Come avrebbero fatto ora?

Ziva gli si avvicinò e dopo aver preso l’aggeggio in mano regolò una ruotellina e subito dopo Tony fu aggredito dalla voce del suo capo.

- Cain! Cain mi sentite?- 

Si era dimenticato come un idiota alzare il volume!

Ringraziando Ziva con lo sguardo si dedicò alla impegnativa conversazione con Gibbs.

- Alfa... qui Cain e Delta, ti sentiamo forte e chiaro!-

- DiNozzo! Era anche ora di rispondere non trovi? Siete feriti? State bene?-

- No, è tutto a posto, tranquillo!-

- Stiamo venendo a prendervi, siamo già oltre Hammonton! Resistete un altro po’!-

- Certo Capo!- rispose Tony sorridente togliendosi l’auricolare.

- Hammonton è a soli quindici chilometri da qui... dovrebbe arrivare presto...- notò Ziva guardando di nuovo fuori dalla finestra, le era parso di scorgere un movimento con la coda dell’occhio.

- Già! E così noi potremo tornare alla nostra amata e adorata civiltà!-

- Parla per te! A me è piaciuto stare qui! E la civiltà non mi è mancata per nulla!-

Osservò meglio in mezzo al cespuglio... no! Forse era solo una sua impressione.

- Neanche quando ti renderai conto che non ci cambiamo e laviamo da due giorni ti mancherà?-

Ziva si voltò di nuovo verso di lui e ci pensò su.

- Insomma quando arriva Gibbs?-

Con la coda dell’occhio vide di nuovo quella che le sembrò un’ombra, ma stavolta anche un luccichio.

Seguendo il suo istinto afferrò Tony per la camicia e lo sbattè contro la parete opposta al camino, come aveva fatto qualche giorno prima contro quel albero.

- Wow... Ziva... beh... non so che dire... io... così all’improvviso...- balbettò lui parecchio preso alla sprovvista.

Perché parlava così tanto?

Ziva gli tappò la bocca con la sua che gli premette contro quasi con violenza e osservò con la coda dell’occhio fuori dalla finestra, il terrorista era ancora lì, ma non poteva più vederli.

“Uno a zero” pensò Ziva trionfante.

Nel frattempo le mani e la bocca di Tony cercarono di impossessarsi di nuovo di lei, come la sera precedente.

Certo che era davvero ottuso a volte! Non aveva capito nulla!

Seppur a malincuore si staccò da lui bruscamente e lo fissò contrariata.

- Che c’è, scusa?- fece lui interdetto - Noi...-

Ziva lo afferrò di nuovo per la camicia e lo fece sporgere un po’ per fargli vedere il tipo armato acquattato tra i cespugli.

- Ah! Ok... scusa...- mormorò mortificato.

Ancora una volta aveva frainteso i gesti della donna e ancora una volta aveva fatto la figura dello scemo.

Cercò di ritornare ad essere il maschio dominante.

- Quanti sono?- chiese cercando di farsi la voce grossa.

- Non lo so, penso minimo due... ti fa male la gola? Hai la voce un po’ rauca...-

Ok... forse stava sbagliando atteggiamento... doveva inventarsi qualcos’altro, no voleva apparirle completamente idiota come al solito.

- No, no! Sto bene! Allora... sento che qui tu hai la pistola...- le mormorò nell’orecchio toccando l’arma appoggiata contro la schiena della donna – io la mia l’ho messa sopra il camino...-

- Ottimo posto dove lasciarla, molto a portata di mano!- commentò lei pungente.

Lui la ignorò e continuò a parlare.

- I caricatori sono sparsi sul tavolo insieme ai tuoi coltelli... quindi...-

- Quindi lascia parlare a me e tu fa quello che ti dico...- lo interruppe Ziva mettendogli un dito sulle labbra e guardandosi di nuovo intorno - Allora io sparo a quello bene in vista, così gli altri si mettono allo scoperto e possiamo vederli, poi se ce la faccio tento di ammazzarli tutti, tu mi proteggi le spalle, e se non ce la facciamo ci nascondiamo e aspettiamo Gibbs, che dovrebbe essere qui da un momento all’altro... ok?-

Tony annuì un po’ confuso e salutò la sua idea di sembrarle il maschio dominante che tiene in mano la situazione. La verità era che Ziva era dominante molto più di lui, almeno in quelle cose.

Sospirando la fissò negli occhi, in quello scuro turbine di emozioni si riusciva scorgere la paura che doveva stare provando in quel momento tanto difficile.

“Tutti hanno paura... anche lei...” pensò fissandola.

Vedendola sempre così sicura di lei stessa non gli era mai passato per la mente che anche lei provasse sentimenti come la paura, e avesse bisogno di essere confortata.

- Fai attenzione...- le sussurrò prima di chinarsi e baciarla di nuovo, con dolcezza.

Lei annuì, abbassò gli occhi e girò la testa verso la finestra.

- Al mio via, Tony, tu corri e prendi la tua pistola ok?-

Lui annuì e si preparò a correre accucciandosi per terra per non farsi vedere da quei tipi.

- Vai!- gridò Ziva mettendosi allo scoperto e sparando al terrorista che aveva visto prima dalla finestra.

Tony volò letteralmente verso il camino e afferrò la propria arma, mentre Ziva faceva fuori altri due terroristi che si erano posizionati dal lato opposto rispetto al primo.

Proprio da quella parte provenirono dei suoni e Tony agì d’istinto, sparò alla cieca e ne colpì uno come testimoniò il tonfo sordo di un corpo che cade per terra.

Si voltò verso Ziva che intanto si era avvicinata al tavolo per prendere i loro caricatori abbandonati là dalla sera precedente e si misero schiena contro schiena.

- Ne ho visti otto, Tony...- mormorò mordendosi il labbro inferiore, continuando a tenere d’occhio i loro nemici che intanto si stavano organizzando per un altro attacco.

- Otto?!?-

- Si e bene armati... e dall’altra parte ce ne saranno sicuramente altrettanti, se non di più...-

Calò un leggero silenzio carico di tensione tra loro mentre da fuori provenivano insulti in arabo a loro rivolti.

- Cosa possiamo fare?- domandò Tony titubante.

- Possiamo solo tentare di sopravvivere fino all’arrivo di Gibbs...- sospirò la ragazza.

- Certo che siamo fortunati, eh?- mormorò con un humour nero che fece irritare Ziva.

- Lo dici in senso ironico, spero!- gli chiese infatti lei un po’ accigliata.

Già erano in pericolo, ci mancava solo lui che facesse le su solite battute sceme!

- Si... uno di questi giorni io e te dobbiamo fare un corso accelerato di modi di dire americani...-

- Sempre che ci arriviamo vivi...- commentò lei a voce bassa a causa della paura di quello che sarebbe potuto succedere loro, di lì a poco.

- Non essere così pessimista...-

- Sono realista, non pessimista...-

- Qualunque cosa tu sia... non rassegnarti però! Combattiamo fino alla fine... insieme!- disse Tony spingendo di più la schiena contro di lei per farle capire che le era vicino e perché aveva bisogno di sapere che lei era li in quel momento e che non l’avrebbe abbandonato.

- Sempre! Regola numero due: Mai arrendersi!- disse lei lasciandosi andare quasi completamente contro il corpo dell’uomo.

- È una regola di Gibbs? Perché io non me la ricordo...- domandò DiNozzo un po’ confuso.

- No, è una regola di Ziva...-

- Anche tu hai delle regole?- fece veramente sorpreso da quella rivelazione.

- Certo...- rispose lei sorridendo.

Sentì un piccolo tonfo e il rumore di qualcosa che rotola provenire da sopra le loro teste.

- Lo senti questo rumore?- chiese spaventata a Tony.

- No... aspetta... si! Viene dal tetto... cosa...-

Non gli diede neppure il tempo di completare...

- Granata!-

Tony agì d’istinto.

Afferrò Ziva e la lanciò sotto il tavolo, poi, la seguì proprio mentre il punto in cui erano stati in piedi poco prima loro due veniva sommerso dalle macerie.

Da fuori si sentirono le urla di gioia dei terroristi.

Tony prese Ziva tra le braccia e si assicurò che non fosse ferita. Sembrava tutto apposto...

Però se non fosse stato per i suoi riflessi l’avrebbe persa, aveva rischiato di perderla.

Ziva aveva rischiato di morire lì, davanti ai suoi occhi, si sentì imponente e consapevole allo stesso tempo.

- Guardami, ti prego...- le intimò facendola voltare verso di se - è finita...- sospirò poi.

- No! Ricordi? Mai arrendersi! Me lo hai detto due secondi fa! Non ti rimangerai tutto ora!-

Mai arrendersi.

Quello valeva se si aveva anche la più piccola chance, loro non ne avevano neanche una.

Tony sapeva che stava per finire.

- Ricordi qual è la regola numero diciassette di DiNozzo?- le chiese impaziente, guardandosi intorno nervoso.

- No... qual è? E poi che c’entra con...-

- Mai avere dei rimpianti...- citò lui prendendole il viso tra le mani e guardandola gravemente.

- Tony smettila... mi fai paura...-

- Stiamo per morire e io non te l’ho mai detto...-

- Non stiamo per morire! Forza! Ora arriverà Gibbs e ci trarrà in salvo... me lo hai detto tu di non essere pessimista, no? Ci salveremo e poi...-

- Non ti mai detto che ti amo Ziva...-

- Ne sono felice... ma ora parliamo di cose serie, allora dove sono nascosti secondo t... cosa hai detto, scusa?-

- Ti amo...- ripeté l’uomo con più enfasi, e facendo una smorfia che doveva essere un sorriso.

- Oh... bene...-

Ziva rimase piuttosto spiazzata, non si aspettava una dichiarazione, specie in quel delicato momento.

Non sapeva cosa rispondere, per non sembrargli banale e superficiale almeno in questo. Almeno nei suoi sentimenti verso di lui.

Cosa doveva fare?

- A questo punto dovresti rispondere “anche io” e Gibbs dovrebbe salvarci, noi ci dovremmo sposare, avere tanti bambini e le guerre finire...- notò Tony sporgendosi un po’ da sotto il tavolo per controllare la zona circostante.

Un’altra granata esplose sul tetto e lui ricacciò la testa di nuovo sotto quel pezzo di legno.

- Ma a quanto pare non sarà così... tu che dici?- commentò sarcastico scrollandosi la polvere alzata dall’esplosione dai capelli.

Non ottenne nessuna risposta pungente e non appena la fissò notò che lo sguardo di Ziva era assente, probabilmente non l’aveva neanche ascoltato, ma più intenso che mai - Perché mi guardi così?- chiese istintivamente.

Im lo akhshav.

Quelle parole si fecero nuovamente nitide nella testa di Ziva.

Quando se non adesso.

Stavano per morire, e come diceva la regola di Tony, anche lei non voleva avere rimpianti.

- Anche io...- disse fregandosene di tutto.

Che importava se sembrava banale o superficiale? Lei aveva semplicemente detto quello che provava, la verità, si era fidata di lui e gli aveva aperto il cuore, e spero che Tony lo avesse capito.

Lui la fissò per un attimo sbalordito sgranando gli occhi.

Ziva... aveva detto...

Doveva essersi sbagliato... non poteva averlo detto! Eppure...

Ziva!

Si stupì di come in un giorno potesse cambiare tutto, persino una persona come lei, stava per dire qualcosa di dolce quando qualcosa alle sue spalle cattura la propria attenzione.

- Oh dio mio...-

- Cosa c’è?!? È così spaventoso sentirlo dire da me? Guarda che anche io ho dei sentimenti eh!-

- No! No! Non intendo quello... perché... oh, insomma!- sbuffò lui facendola voltare e indicando un punto lontano - Guarda! Quello è Gibbs!-

- Gibbs?!? Dove?!?- esclamò la donna voltandosi a fissare il suo ragazzo stupita.

- Là!- disse indicando di nuovo - È quel puntino che sta facendo fuori tutti i terroristi... guarda! C’è anche quel Pivello di McGee! E bravo McGoogle! Forza! Colpisci!-

Ziva uscì dal loro nascondiglio e tolse la sicura alla sua arma.

- Combattiamo fino alla fine... insieme!- disse sorridendo rivolta a Tony e citando la sua frase di prima.

Lui si alzò e la affiancò, pronto a iniziare la sua nuova vita con lei.

- Sempre!-

 

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- Tony, Ziva...- disse Gibbs quando finalmente si ricongiunsero.

Avevano fato fuori la metà dei terroristi, e gli altri li avevano arrestati tutti, e sventato così l’attacco a Baltimora.

I suoi ragazzi erano sporchi, graffiati, stanchi, ma erano vivi, e cosa più importante di tutte: erano felici.

- Ciao capo... non sono mai stato così felice di rivederti...- fece Tony sorridendogli – Sono stati due giorni di inferno... dover stare attaccato a lei tutto il giorno... meno male che siete venuti a prenderci se no impazzivo!-

- Già Gibbs... non credevo di poter arrivare a odiare questo qui! È altamente fastidioso e spero non ricapiti più una cosa del genere!- si lamentò a sua volta Ziva.

- Davvero?- domandò rimanendo impassibile.

Loro sentirono il suo sguardo grave addosso e sperarono di avergliela data a bere.

Gibbs con un mezzo sorriso prima di andare via aggiunse:

- Hai controllato la tua ricetrasmittente, DiNozzo?-

Tony portò istintivamente lo sguardo all’aggeggio.

- Cosa e perché... oh diavolo!-

- Che c’è? Si è rotta?- domandò Ziva incuriosita.

- No... peggio...- fece Tony con voce sconsolata e preoccupata - era accesa...-

- E allora?- chiese la donna confusa.

In fondo aveva solo lasciato la radio accesa! Che c’era di male? E cosa significava quel “Davvero?” di Gibbs?

- E allora?!? Ziva, è stata accesa tutto il tempo...-

- E allor... oh Dio! Per tutto il tempo? Proprio tutto?- chiese lei e quando vide DiNozzo annuire fissando Gibbs allontanarsi da loro cominciò a capire la preoccupazione del ragazzo - Ha sentito tutto...-

- E noi siamo ancora vivi, strano vero?- le fece notare Tony tornando a fissarla con un leggero sorriso sulle labbra.

- Parecchio...-

- Forse non gli dà così fastidio...-

- Deve essere così altrimenti noi eravamo già belli e sepolti...-

- Magari la regola numero dodici non è mai esistita ed era solo un illusione...-

- Non esagerare Tony... piuttosto...- fece Ziva sorridendo maliziosa - sotto il tavolo stavamo parlando di cose piuttosto serie o sbaglio?-

- Non sbagli... - concordò Tony passandole un braccio intorno alla vita e cominciando a camminare per il sentiero dietro Gibbs.

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* ShaHar: Alba

* Hammonton, come Rockwood, esiste veramente. È un piccolo centro urbano della Pine Barrens dove sorge un importante stazione ferroviaria, dista quasi 50 chilometri da Philadelphia e  circa 160 da Baltimora.

* Mi scuso se questo capitolo è diverso dagli altri, secondo me è anche OOC (o OCC), ma l’ho scritto di getto un po’ di tempo fa, quando ancora ero ancora ferma allo stile de “Gli agenti del Mossad non piangono” e ho preferito lasciarlo così in onore dei vecchi tempi! Spero vi piaccia lo stesso, per me non è poi così brutto!

 

 

RIGRAZIAMENTI:

 

Ely (alias editor, alias Nana, alias CNS, alias foca, alias mia coscienza, alias… se mi metto ad elencare tutti i tuoi soprannomi mi sa che finiamo domani mattina, quindi fa finta che io li abbia detti tutti con un “alias” davanti!): mia piccola allieva editor che sta crescendo, ti ringrazio come sempre alla fine di qualche longfic perché senza di te non avrei mai pubblicato neanche una misera storiella di due righe! Perché mi sei sempre vicina, perché quando mi interrogano di inglese tu mi suggerisci anche se io non voglio, perché sei permalosa e lo sai ma e non fai niente per cambiare, perché odi “Colui” mentre lo dovrei fare io, perché il tuo computer mi odia, perché la prima a leggere le mie storie sei sempre ed esclusivamente tu, perché riesci a sopportarmi per tutto il tempo che passiamo insieme (ed è tanto), perché ti ho dato così tanti soprannomi che tu ormai non ci fai quasi più caso, perché quando sono troppo cattiva tu me lo fai notare e tenti di portarmi sulla retta via, perché grazie a te ora non ce l’ho quasi più col mondo e riesco parzialmente a controllare  la rabbia e infine perché... insomma... forse dopotutto ti voglio un po’ di bene... :D (se preferisci che non pubblichiamo il tuo ringraziamento perché troppo personale per me va bene! XD)

 

Vera: ecco un altro dei pilastri portanti delle mie fic e della mia vita, soprattutto quella estiva! Come farei senza di te? Ci conosciamo da una vita e siamo cresciute praticamente insieme! Ho visto crescere la tua passione per quel... ehm... “bel” (che per me come sai non lo è) ragazzo di Robert Pattinson dai tempi di “Harry Potter e il calice di fuoco” fino a quando è diventato un divo di quasi tutte le teenager del mondo (io naturalmente faccio parte di questa rara minoranza, forse anche perché come ben sai se non hanno minimo una decina di anni più di me non mi piacciono XP). La storia per i soprannomi e delle battute vale anche per te! Ti ringrazio di sopportarmi e di continuare a essere mia amica nonostante quello che è successo tra le nostre infantili famiglie di recente! Per il tuo ormai leggendario “ELISAAAAAAAAAAAA!” sconvolto che mi urli di persona o al telefono ogni volta che faccio un doppio senso o una battutina su qualche ragazzo! Perché capisci le mie battute dopo un quarto d’ora e perché sono sicura che diventerai una grande attrice di teatro (e chi lo sa... magari anche la signora Pattinson XP) e io sarò la tua fan numero uno e perché no magari anche regista e scenografa possibilmente! Grazie ancora per aver letto, buona fortuna per il provino (ti pigliano di sicuro vedrai!) e ti voglio bene!

 

piccoligiganti: Amanda, sono contenta di notare che anche quest’anno non ti sei tolta l’abitudine di essere quasi sempre la prima a recensire e a incoraggiarmi ad andare avanti, sia qui sul sito che sul forum! Ormai credo che dovrei darti un premio di assiduità :D! Grazie per aver letto e ti prometto che la prossima settimana pubblico una bella sorpresina per te e slurmina (o almeno spero di riuscirci)!

 

slurmina: a proposito di te mia cara! Ti ringrazio per non esserti persa neanche un capitolo e per aver seguito la storia con tanta assiduità nonostante tu abbia passato un momento non proprio facile in questo periodo! E poi ho visto che come Amanda ormai mi recensisci da tutte e due le parti! Grazie, veramente! E riguardo alla sorpresina spero di riuscire a sorprenderti veramente, l’anno scorso d’altronde mi hai dimostrato che è molto difficile riuscirci! Un bacio!

 

  
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