CAPITOLO 5
Lessons
Hugo Weasley si
svegliò
canticchiando, con grande disappunto dei sui compagni di dormitorio.
Non
importava che fuori il sole non splendesse, che gli uccellini
non cinguettassero e le vecchiette non cincischiassero agli angoli
delle
strade; per lui il 10 novembre era un giorno perfetto. Il motivo di
tanta
ilarità era semplice: dopo quasi tre mesi di ritardo,
finalmente sarebbero
iniziate le lezioni di volo. Non vedeva l’ora di arrivare ad
Hogwarts solo per
quello e aveva subito una grande delusione quando aveva scoperto che il
campo
da Quidditch era chiuso a causa di lavori di ristrutturazione; per
questo anche
il campionato sarebbe partito in ritardo, così come le
lezioni per i primini.
Ma
finalmente il giorno tanto atteso era arrivato, e il fatto che ci
fossero almeno quindici gradi sotto zero non lo impensieriva per
niente. Era
impaziente di diventare bravo come James, velocissimo Cercatore,
robusto come
suo cugino Fred che sparava dei bolidi micidiali…oppure
anche astuto come
Dominque, che parava l’impossibile; in sostanza, voleva
ricoprire tutti i ruoli
lui. L’unica minuscola pecca era che la lezione si sarebbe
tenuta di
pomeriggio: questo significava passare sei lunghe ore seduto dietro ad
un banco
di scuola, con lo sguardo agognante rivolto verso la
finestra…ah, meglio non
pensarci, si disse il rosso Weasley, indossando già la tuta
giusto per portarsi
avanti con il lavoro. Anche l’orario non era male tutto
sommato: Cura delle
Creature Magiche con i Corvonero, Incantesimi con Tassorosso e Storia
della
Magia con…ah, Serpeverde. Leggendo quest’ultimo
abbinamento, Hugo storse la
bocca. Serpeverde voleva dire Lily, e Lily voleva dire indifferenza,
che lo
feriva, considerati tutti i loro trascorsi. Accantonò anche
questo pensiero,
scendendo a colazione, per evitare che gli si chiudesse lo stomaco.
-Ehi
Hugo! Allora oggi lezioni di volo eh?- Rose lo affiancò
mentre passava attraverso il buco del ritratto. Hugo sorrise a
trentadue denti
e le rispose:
-Sì!
Non vedo l’ora! Magari anch’io sarò
talmente bravo che mi
ammetteranno nella squadra di Grifondoro anche se sono solo al primo
anno…con
lo zio Harry è successo!!!-
-Mmmmh…-
mugugnò Rose, pensando che se Hugo aveva ereditato le
capacità motorie da sua madre allora era sistemato per le
feste.
-Non
voglio fare lezione di volo…- si lamentò Lily per
la
millesima volta nel giro di dieci minuti. Lo aveva detto appena
sveglia, mentre
si vestiva, mentre acconciava i capelli in una lunga treccia, mentre
scendeva a
colazione, mentre andavano a Pozioni…
-Mi
sembra di averla già sentita questa frase…-fece
Glorya rivolta
a Cassiopea, che si finse pensierosa:
-Sì,
anche a me…l’avrà ripetuta
almeno…uhm…duecento…-
-…trecento…-
-…cinquecento
…-
-…o erano mille
volte?-
concluse Glorya.
Lily
fece loro una buffa smorfia e ribatté:
-Parlate
bene voi, non soffrite certo di vertigini!
E non vi viene l’orticaria solo a sentir parlare di
manici di scopa…tuo padre era Cercatore di
Serpeverde…- aggiunse rivolta a
Cassiopea, -e tuo padre, cara la mia Zabini,
Portiere! E i vostri fratelli? Giocano a Quidditch!-
-Si
invece a quanto ne so io…Harry Potter era campione di
Gobbiglie…Ginny Weasley è passata alla storia
come la persona più a-ginnica del
suo anno…- elencò Glorya, e Cassiopea le diede
man forte:
-E
per non parlare di James ed Albus Potter! Dicono che una volta
entrambi siano finiti in Infermeria perché avevano sfiorato
una Nimbus
2030…orrore!-
-Okay…-ammise
Lily con disappunto, - probabilmente quelle
persone erano o sono brave a
Quidditch…ma vedrete, cadrò dalla scopa,
riducendomi in fin di vita, e voi
dovrete venire a piangere al mio capezzale…-
-Cosa?
Piangere al tuo capezzale? Probabilmente verrò per ballarci
la conga Lilian-.
Lily
non si voltò nemmeno, sapendo già chi aveva
pronunciato
quella perla di saggezza; infatti poco dopo la sfavillante chioma
biondo
platino di Scorpius Malfoy apparve nel suo campo visivo.
-Malfoy,
sai bene che sopravviverei solo per farti dispetto- lo
informò lei con un sorrisino zuccheroso.
-Sarà
Lilian, ma stai pur certa che oggi verrò ad assistere alla
tua rovinosa caduta dalla scopa, per deriderti malignamente-
ghignò lui,
insieme a Thomas Nott, che più passava il tempo e
più non poteva sopportare
Lily, come molti altri Slytherin. Riteneva che fosse un affronto che la
figlia
del salvatore dei maghi fosse stata assegnata nella Casata di Salazar
Serpeverde, che quelli con il suo sangue dovessero stare a Grifondoro;
molti di
loro non mancavano di ribadirle questo concetto chiamandola Straniera,
secondo
la moda lanciata da Malfoy. Una volta Lily aveva trovato un grifone di
cartoncino impiccato al baldacchino del suo dormitorio, che si
contorceva con
tanto di effetti sonori. Allora lo aveva preso, era andata in Sala
Comune, che
essendo le nove di sera era piena di studenti, e aveva chiesto in tono
ammirato:
-Scusate,
vorrei sapere chi ha messo questo schifo sul mio
letto…volevo fargli i miei complimenti, non
c’è fine migliore per un grifone-.
Dopo
quell’episodio la maggior parte degli Slytherin
l’avevano
rivalutata, ma alcuni come Malfoy e Nott rimanevano della loro idea.
-Malfoy,
se morirò durante la lezione di volo, il mio fantasma
tornerà a tormentarti tutte le notti, sappilo- lo
minacciò lei, e lo sorpassò,
diretta all’aula di Incantesimi.
Nonostante
tutto Lily pregò per tutta la mattinata che un
qualsiasi imprevisto ritardasse ulteriormente la lezione di volo
–andavano bene
meteoriti giganti caduti proprio sul campo, un’epidemia
improvvisa di
spruzzolosi o anche il ritorno di Lord Voldemort- ma inevitabilmente il
momento
tanto temuto arrivò. Decise almeno di uscire di scena
vestita adeguatamente e
così si presentò a lezione con indosso una tuta
di pesante ciniglia nera di una
nota marca sportiva Babbana più la sciarpa verde-argento per
proteggersi dal
freddo d’autunno. Appena mise piede in campo, alzò
lo sguardo verso gli spalti,
per vedere se veramente Malfoy sarebbe stato presente ed effettivamente
era
così: la sua chioma bionda si sarebbe distinta anche in una
notte di tempesta e
fulmini.
A
tenere lezione c’era ancora Madama Bumb, i cui capelli si
erano
ormai ingrigiti, che tuttavia era sempre in forma.
-Sappiate
che è stato piacevole conoscervi- sussurrò la
piccola
Potter a Glorya e Cassiopea, che alzarono gli occhi al cielo
esasperate: quanto
la faceva lunga!
Intanto
madama Bumb aveva spiegato le solite e banali regole base
del volo ed ora era il momento di pronunciare il fatidico su! accanto
alla
propria scopa.
Lily
vi si posizionò a sinistra, tese la mano sopra di essa,
prese
un bel respiro mentre si ricordava di non aver fatto testamento e
disse: -Su!-
insieme a tutti gli altri studenti.
Con
suo grande disappunto, tutte le altre scope saltarono in mano
ai propri proprietari, tranne la sua. Possibile che io sia
l’unica? si chiese
mentre la sua paura di volare si trasformava in
qualcos’altro. Rabbia. Rabbia
per non esserci riuscita, rabbia perché non era risultata la
migliore, rabbia
perché evidentemente esisteva qualcosa in cui non era brava.
Persino
quell’idiota di Sissy Brown ci era riuscita! Per non parlare
di Vanessa Blindsworth,
che la guardava trionfante mentre stringeva il suo manico nella mano
destra.
-Potter,
la scopa non ti è saltata in mano?-
Madama
Bumb era meravigliata: si aspettava che da due giocatori
formidabili come Ginny Weasley e Harry Potter uscisse un altro asso del
Quidditch, che emulasse i famosi genitori.
Lily
godette del suo tono sorpreso: voleva sì essere la migliore,
ma non per rispettare la tradizione Potter come James ed Albus.
Più era
diversa, atipica rispetto alla sua famiglia, più era
contenta. Voleva
sottolineare la sua estraneità
alla
famiglia Potter in tutti i modi.
-Eppure
mi sarei aspettata…- continuò
Lily
trascorse tutto il resto delle due ore a guardare gli altri
che svolazzavano raso terra o a qualche metro di distanza dal suolo,
pensando
ad un modo sia per vincere le sue vertigini sia per imparare a volare.
Sì, lei
voleva imparare per dimostrare agli altri ma soprattutto a
sé stessa che era la
migliore in tutto, ma non per poter giocare nella squadra verde-argento
rischiando la vita ad ogni partita.
Qualcuno
deve insegnarmi come si fa, si disse la piccola Potter e
questo pensiero le causò una grande amarezza.
-Volare
sarà bello, ma ti scombina tutti i capelli….-
commentò
Glorya ravvivandosi i lunghi capelli corvini mentre insieme a Cassiopea
e Lily
tornava al castello per la cena.
-Si,
e non so a te, ma a me fanno male le gambe…-
-Voglio
imparare a volare!-
-Prego…?-
chiese Glorya credendo appunto di aver sentito male.
-Ho
detto che voglio imparare a volare!- ribadì Lily.
-Ti
sei lamentata tutto il giorno per la lezione di volo…- disse
Cassiopea.
-….prevedevi
di fare una grave caduta….
-….e
successivamente ti vedevi morta…-
-…ci
hai detto addio…-
-…noi
avremmo dovuto compiangerti…-
-…e
ora ci dici che vuoi imparare a volare?!- chiese Glorya
esterrefatta.
-Siete
fastidiose quando vi completate le frasi a vicenda, lo
sapete?- fece notare Lily, mentre le tre Slytherin si sedevano a
tavola.
-Lily
Luna Potter, io ti uccido. Hai rotto le scatole tutto il
giorno per questa storia!- continuò Glorya ignorando il suo
commento.
-Si,
e io provvederò a far sparire il tuo cadavere e a fornire a
Glorya un alibi- aggiunse Cassiopea, aggiustandosi un boccolo biondo
sfuggito
dalla sua coda, come se l’omicidio di una delle sue migliori
amiche non la
toccasse minimamente.
-Si
lo so, sono strana. Ma è stato umiliante vedere che tutti ci
riuscivano!- spiegò loro Lily, guardando indecisa il buffet;
alla fine optò per
un po’ di insalata con dell’arrosto.
-Okay,
pensi di volare bendata? No perché in caso contrario credo
che ti accorgeresti di trovarti a più o meno quindici metri
d’altezza- la
informò
-Non
mi importa, supererò questa paura. Solo che non so a chi
chiedere di insegnarmi…- rispose Lily pensierosa.
-Credo
che mio fratello non avrebbe problemi a darti una mano-
suggerì Glorya indicandole Derek che proprio in quel momento
si stava sedendo
poco distante da loro. Ma appena lo osservò con
più attenzione, Glorya sbiancò.
-Derek!
Cos’hai fatto al braccio?!- gli chiese, dato che Zabini
portava il braccio destro appeso alla spalla, fasciato interamente.
-Oh,
oggi durante l’allenamento mi sono stirato un paio di muscoli
e mi sono slogato un polso. Credo che non potrò giocare la
prima partita- rispose
il moro Zabini afflitto; a Lily dispiaceva più per se stessa
che per Derek.
-Okay, Derek escluso-
concluse Lily.
-Qualcuno
della tua….famiglia?- propose Cassiopea pronunciando con
cautela l’ultima parola; la risposta di Lily fu
un’occhiataccia. Lily fece
vagare lo sguardo sulla tavolata di Slytherin –ovviamente gli
studenti delle
altre case non erano neanche da prendere in considerazione- alla
ricerca di
qualcuno che potesse aiutarla. Da escludersi anche i gemelli Nott,
tutti quelli
del primo anno…
-Oh
no- sospirò Lily affranta, rendendosi conto che
c’era una sola
persona in grado di aiutarla. Naturalmente lei voleva imparare dal
migliore e
per quanto le dolesse ammetterlo il più bravo era lui; lo sapeva perchè dopo la
lezione di volo si era fermata ad assistere
agli allenamenti della squadra.
-Cosa
c’è?- domandò Glorya servendosi di
tè caldo; Lily non capiva
come facesse a berlo a fine pasto.
-So
a chi devo chiedere…-
-Chi?-
-Scorpius-
Lily quasi sputò fuori il nome con disgusto.
-Lo
sai che ti riderà in faccia?- la informò
Cassiopea conoscendo
bene il fratello.
-Che
ti prenderà in giro per sempre…- aggiunse
-Sì-
rispose Lily –ma a quanto pare da quando
c’è lui in squadra
Slytherin ha sempre vinto la coppa con un largo margine di
vantaggio…- aggiunse
e decise di chiederglielo subito, per togliersi il dente avvelenato.
Cercando
di non pensare a cosa stava facendo, si alzò, percosse un
tratto del tavolo
fino a raggiungere Malfoy e gli si sedette accanto. Scorpius indossava
una tuta
verde scuro con alcune strisce argentate; aveva le guance pallide
leggermente
arrossate, dato che era appena tornato dall’allenamento.
Doveva essere stanco o
più apatico del solito, perché non chiacchierava
con nessuno, nemmeno con il
suo stuolo di ammiratrici.
-Ehm…Malfoy?-
lo chiamò Lily con voce sicura. Okay che stava per
chiedere un favore alla persona che detestava di più al
mondo, ma conservava
sempre la sua dignità di Slytherin, e perciò
niente esitazioni e voce
tremolante.
-Lilian?-
rispose Malfoy stupito: da quando era iniziata la
scuola, Lily non gli aveva mai rivolto parola di sua spontanea
volontà. Lei si
morse la lingua per non correggerlo, e disse diretta:
-Mi
devi insegnare a
volare-.
Le
labbra di Scorpius si tesero lentamente in un sorriso sarcastico,
ma non finse di non aver capito la richiesta: aveva assistito anche lui
alla
lezione di volo di quelli del primo.
-Perché
dovrei?- chiese semplicemente.
-Tu
odi mio fratello James giusto?- domandò lei di rimando.
-Sì…-rispose
lentamente Scorpius, non capendo seriamente dove
voleva arrivare Lily. Ma aveva ragione: detestava con tutte le sue
forze quel
tronfio pallone gonfiato d’un Grifondoro con il quale non
perdeva occasione per
attaccare rissa.
-Bene…pensa
come si arrabbierebbe, se vedesse me,
la sua cara ed innocente sorellina undicenne, sulla scopa con te, Scorpius Malfoy,
figlio di Draco Malfoy, acerrimo nemico di Harry
Potter…- gli spiegò lei con una luce maliziosa
negli occhi, certa che Malfoy
odiava James più di quanto detestasse lei; più
volte suo fratello era finito in
presidenza per risse e duelli magici con il suddetto biondo.
-Se
vedesse che ti sorrido, che entro in Sala Comune con te…ti
picchierebbe certo, ma si arrabbierebbe ancora di più quando
io ti difenderò…-
proseguì la perfida Potter e
poi tacque, per dare a Malfoy il tempo di assaporare la gloria che ne
ricaverebbe da una situazione del genere. La richiesta lo incuriosiva
effettivamente, sarebbe stata un’ottima occasione per
provocare James senza
finire in Presidenza…
Lily,
capendo dalla luce che brillava ora negli occhi argentati di
Malfoy che era vicina a convincerlo, dette l’ultima stoccata:
-Pensa
alla rabbia che gli provocheresti quando capirà che ho
preferito te, a lui…-
-È
fatta Potter- la interruppe lui e Lily sorrise, un sorriso
scaltro che Scorpius gelò dicendole:
-ma
sta attenta, non voglio toccare troppo la tua pelle
mezzosangue…-
-Tranquillo
Malfoy- lo rimbeccò lei minimamente scalfita dalle sue
parole, -neanch’io voglio stare troppo a contatto con te,
dicono che l’idiozia
sia contagiosa- e detto questo se ne andò, con un sorrisetto
trionfante sulle
labbra.
*****
Caroline
Anastasye Cavendish aveva un problema. Strano a dirsi, ma
anche la perfetta, impeccabile, glaciale e crudele Regina di Slytherin
aveva i
suoi crucci. Non erano compiti o materie ostiche, non erano questioni
di cuore
–sempre che ce l’avesse un cuore- ma era una
questione dinastica a tormentarla.
Quello era il suo settimo anno ad Hogwarts, al termine del quale
avrebbe
lasciato la scuola...ed insieme ad essa lo scettro. Il problema era
quello: a
quale delle patinate e pressoché tutte identiche ragazze di
Slytherin lasciare
il ruolo di Regina una volta che lei non avrebbe più potuto
ricoprirlo?
Era
a questo che
Che
dovesse passare lo scettro a qualcuna era indubbio. Ci voleva
una Slytherin a dettare moda, a farsi temere e rispettare, ad impartire
lezioni
a sciatte Tassorosso, perfettine Corvonero e spudorate Grifondoro. Le
Slytherin
dovevano mantenere il loro rango.
Ma
chi? si chiese Caroline osservando
Fu
mentre eliminava altre possibili candidate che Lilian Luna
Potter fece il suo ingresso, attirando la sua attenzione grazie ad un
grazioso
cerchietto violetto che le tratteneva la chioma rubina leggermente
ondulata per
via della treccia che aveva sciolto poco prima.
La
osservò mentre si dirigeva verso Edward Nott, seduto sul
bracciolo di una poltrona: per avere solo undici anni aveva una
camminata
decisa e leggermente sinuosa, che con il tempo avrebbe potuto diventare
ancheggiante
e sensuale. Aveva già un ottimo gusto nel vestire: jeans
leggermente sbiaditi,
ma non troppo, un dolcevita di lana dello stesso colore del cerchietto,
appena
appena sformato, una sciarpa di cachemire rosa antico, che richiamava
la
tonalità degli stivaletti dalla punta rotonda firmati Prada.
Non male, pensò
Caroline, mentre Lily sorrideva cortese, ma non troppo partecipe, per
qualcosa
che Nott le stava raccontando.
Ripensò
poi a quando Lily era entrata in Sala Comune con il
fantoccio del grifone fra le mani e alle sue parole: una che rifiutava
la sua
stessa famiglia non poteva che acquistare punti ai suoi occhi. Prima di
iniziare ad istruirla affinché prendesse il suo posto,
Caroline decise che
l’avrebbe tenuta d’occhio ancora per un
po’ di tempo. Se nell’arco di dicembre
si fosse dimostrata all’altezza, l’avrebbe presa
sotto la sua ala protettiva.
Sì, avrebbe sguinzagliato spie ed informatori ovunque, che
la tenessero
costantemente aggiornata su tutto quello che diceva e faceva la piccola
Potter.
Lily
continuò a chiacchierare con Edward ancora per un
po’, poi
decise che era il caso di andare a dormire e così si diresse
verso la porta del
dormitorio, sempre sotto l’occhio vigile di Caroline.
Non
sapeva che da quel momento in poi sarebbe stata costantemente
sotto la sua sorveglianza.
*****
Sabato
mattina, Lily Potter si svegliò sentendo una certa
agitazione a livello dello stomaco. Aveva appuntamento con Scorpius al
campo da
Quidditch alle dieci per la prima lezione di volo –Scorpius
prevedeva che per
renderla in grado di volare decentemente e autonomamente ce ne
sarebbero volute
almeno una decina- ed era comprensibile che si sentisse impanicata:
nessuno le
aveva assicurato che Malfoy non avrebbe cercato di menomarla in
qualsiasi
maniera giusto per il gusto di farle un dispetto…
Non
aveva previsto di incontrare James ed Albus prima
della lezione di volo, ma il caso
volle che se li trovò fuori dalla porta della Sala Comune.
Anche loro
indossavano la tuta, che a differenza di quella di Lily rosso ciliegia,
portava
i colori della loro Casa. Lily provò a sorpassarli, ma James
ovviamente non
glielo permise.
-Dobbiamo
parlare- esordì Albus, che era indubbiamente il
più
diplomatico fra i suoi fratelli.
-Io
non ho nulla da dirvi- replicò Lily, calma.
-Ah
no? Vogliamo parlare del fatto che eviti noi e i nostri cugini
da quando è iniziata la scuola? Dello scherzo che hai fatto
a Molly per
Halloween? Dell’amicizia che hai stretto con una Zabini e una Malfoy?-
esplose James. Era davvero arrabbiato, e Lily lo capiva dal modo in cui
si
passava ripetutamente le mani fra i capelli corvini; evidentemente
voleva dirle
quelle cose da un po’ di tempo.
-Non
sono affari che vi riguardano, pensate ai fatti vostri- li
rimbeccò Lily, seccata; erano le nove e mezzo e lei doveva
ancora fare
colazione!
-Tu
sei affar nostro Lily!- intervenne Albus, non poi così
diplomatico; la sua irritazione trapelava dal rossore in zona orecchie
made in
Weasley.
-Non più. Buona
giornata- li congedò lei freddamente, come se fossero due
estranei.
-Scriverò
a mamma e papà…- sussurrò Albus,
mentre guardava la
chioma rubina di Lily che si allontanava sempre di più.
-Sei
in ritardo, Lilian-
Malfoy
batté un dito sul quadrante scuro del suo costosissimo
orologio, che segnava le dieci e un quarto.
-Una
signora si fa sempre aspettare, Malfoy. Allora, cominciamo?
Quale scopa devo usare?- lo rimbeccò Lily sbrigativa.
-Eccezionalmente
la mia. Vedi di non rovinarmela, è costata un
occhio della testa- le rispose lui, tendendole uno scuro manico di
scopa, al
fondo del quale riluceva la scritta dorata Nimbus 2030.
-Non
ti facevo così borghesemente attaccato ai soldi- disse Lily
con sufficienza, accettandolo.
Dopodichè
smisero di beccarsi, anche perché Malfoy aveva stabilito
di fare un ripasso delle regole basilari, cosa che occupò
loro buona parte del
tempo. Quando fu il momento di inforcare la scopa, il sole splendeva
già alto
nel cielo, riscaldando l’aria.
-Allora,
sei pronta?- le domandò Malfoy aggiustandole la posizione
della mano destra.
-Certo-
rispose Lily sicura, ma evidentemente Malfoy si accorse
del leggero tremolio della sua voce. La osservò per un
attimo, indeciso: poteva
lasciarla volare da sola, certo che si sarebbe schiantata quasi subito
e
avrebbe poi dovuto trascinarla in Infermeria in fin di vita, oppure
poteva
salire con lei, evitandole una brutta fine. Fare
-Fammi
spazio Lilian, salgo con te. Così sono sicuro che tornerai
a terra sana e salva- le disse.
-Come
sei premuroso Malfoy, quasi mi commuovo- replicò lei
sarcastica, ma gli fece ugualmente posto. Un attimo dopo si trovavano a
dieci
metri d’altezza ed era…meraviglioso.
Furbamente, visto l’esempio di Glorya, Lily aveva legato i
capelli in una coda
alta, cosicché non le dessero fastidio; la scopa filava
veloce e sicura, senza
sbandare o tremare, dato che era Malfoy a portarla. Era tutto perfetto,
non
pensava neanche minimamente alle vertigini.
-Wow…-si
lasciò sfuggire Lily.
-È
fantastico, lo so- commentò Malfoy, e quelle erano le prime
parole che si scambiavano senza ironia.
-Vai
più veloce, più veloce…-gli
intimò lei e per una volta Scorpius obbedì, senza
ribattere.
Solo
dieci giri più tardi Lily permise a Scorpius di riportarla a
terra, ma appena ebbero posato entrambi i piedi al suolo,
l’uragano James si
diresse a passo di marcia verso di loro, con l’evidente
intenzione di ridurre
Malfoy in cenere.
Sei
così prevedibile James caro…pensò
Lily, mentre suo fratello
urlava:
-Malfoy,
che diavolo stavi facendo con mia sorella? Se avessi voluto che
ti uccidessi sarebbe bastato dirlo!-
Prima
che Scorpius potesse ribattere, Lily si frappose fra i due e
disse:
-Ho chiesto io a Malfoy di aiutarmi, lasciaci in pace-.
-Cosa?
Non ci credo!!!- gridò ancora James, arrabbiato
più che
mai, e fece per colpirlo con un portentoso destro. Lily però
fu più veloce di
lui, e gli bloccò la mano a mezz’aria, sotto lo
sguardo estremamente stupito
degli altri e soprattutto di Malfoy: Lily aveva sì promesso
di difenderlo, ma
da Vipera qual era Scorpius si sarebbe aspettato che lo facesse colpire
ugualmente da James.
-Ti
ho detto di lasciarlo stare James, sei così stupido da non
capire le mie parole?- ribadì Lily abbassandogli il braccio.
-Sì
Potter, sei così stupido da non capire che ha preferito
rivolgersi a me piuttosto che a te?- sottolineò Scorpius
perfido e
godette nel vedere James sbiancare. Che soddisfazione!
gongolò il giovane
Malfoy. Decise poi di dare il colpo di grazia a James e, allontanandosi
dal
campo sapendo di avere lo sguardo addosso di Potter e della sua
squadra, passò
amichevolmente un braccio intorno alle spalle di Lily, la quale lo
lasciò fare
sorridendo compiaciuta.
Spazio
dell’autrice:
Beh,
personalmente questo capitolo non mi piace granché, ma mi
serviva per sottolineare che a) Lily vuole distaccarsi in tutto e per
tutto
dalla sua famiglia e b) che per ottenere ciò che vuole
è disposta a servirsi di
chiunque, anche di Malfoy. Volevo far emergere anche quanto gli
Slytherin siano
opportunisti: anche Scorpius alla fine pur di provocare James mette da
parte
l’antipatia per Lily. Beh ditemi cosa ne pensate… J
Oltre
Lady Lynx, 979
e la “new entry”
red_apple,
volevo ringraziare anche chi ha messo la mia fanfiction fra i
preferiti…che
sono ben 11!!! Wow, sono
emozionatissima!!! Vorrei però che mi diceste cosa ne
pensate (anche se già il
fatto che l’abbiate messa fra i preferiti o le seguite
–ben 10!!!!- per me
significa
tantissimo!!!!) o se avete osservazioni, critiche o
suggerimenti…sono aperta a
qualsiasi cosa. Ma ripeto, grazie comunque.
Lady
Lynx: siii Harry e Ginny lo scopriranno, e se già Harry ci
stava rimanendo secco quando ha saputo che la sua bambina era stata
messa a
Slytherin, ti lascio immaginare cosa succederà quando
verranno a sapere tutte
queste cose… :P
Red_apple:
si il pairing è Lily/Scorpius ma ci vorrà un
po’ prima
che succeda qualcosa tra di loro…spero che avrai pazienza
sufficiente J
ti ringrazio per la
recensione, spero di vederne una tua anche al prossimo capitolo!!!
979:
wow, bella e soprattutto lunga recensione! Grazie ale!! Sì,
il mio intento nel finale di Trick or Treat era proprio quello che hai
detto
tu: far capire alla sua famiglia che lei è diversa…sono
contenta che ti sia piaciuta l’ultima sua perfida battuta J
Grazie
ancora a tutte (non smetterò mai di dirlo, anche a costo di
sembrare patetica) e al prossimo capitolo!! Baci