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Autore: ilenia23    20/10/2009    2 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehilà, eccoci qui con un nuovo capitolo. Causa febbre sono a casa e ne ho approfittato per aggiornare. Ormai la scorta di capitoli pronti sta man mano esaurendosi infatti non so ancora come farò quando arriverà quel momento. Ho un vuoto mentale e soprattutto mi manca il tempo di riempirlo. La cosa strana è che l'andamento della storia è perfettamente chiaro nella mia mente: il problema è metterlo nero su bianco. Ad ogni modo, spero che questo chap sia di vostro gradimento. Per l'occasione mi sono cimentata anche con l'elfico...tutto approssimativo ovviamente...non lo parlo e non sono esattamente un'esperta...Comunque...vi lascio alla lettura. A proposito, RECENSITEEEEE!!!!!!!!Siete troppo pochi a confronto di chi ha messo tra i pref e le seguite!!Va bene anche un piccolissimo commento. Se avete dei dubbi, sarò felice di chiarirli. Buona lettura.
Baci, Ile.


Hogwarts – 24 Giugno 1995

Aryana Silente

“Stupeficium”tuonò mio padre, mandando a pezzi la porta dell’ufficio di Moody.
Avevamo ragione: Moody, o chiunque fosse, aveva trascinato Harry là dentro. Era terrorizzato, ferito e sconcertato. Con un groppo alla gola, mi trattenni dal saltargli addosso in un moto di istinto protettivo. Era il momento di concentrarsi, non c’era tempo per le smancerie per cui distolsi lo sguardo dal suo dopo essermi accertata che di lui si occupasse Minerva.  
Mi chinai sul corpo esanime dell’impostore e frugai nelle sue tasche: una fiaschetta e un mazzo di chiavi. Subito mi venne alla mente il baule magico del vero Malocchio e dissi a mio padre: “Malocchio deve essere in uno di quei compartimenti del baule…”.
Poi odorai la fiaschetta, aveva un odore nauseabondo. Ci misi un po’ a identificare l’intruglio.
“Immagino Pozione Polisucco, non è così?”chiese mio padre. Annuii.
“Minerva, torna al campo da Quidditch .Dai istruzioni ai Capiscuola di condurre tutti gli studenti ai rispettivi dormitori. Conduci le famiglie e il ministro con qualche Auror di scorta in Sala Grande e ordina agli elfi domestici di portare della camomilla. Ordina agli Auror restanti, facenti capo a Wiston, di perquisire da cima a fondo il labirinto e di ricostruire ciò che è successo. Sono addestrati a prendere ordini solo da me per cui se fanno storie porta il mio Patronus con te”ordinai decisa mentre dalla bacchetta usciva la mia fenice, pronta a seguire Minerva ovunque.
“Severus, porta qui del Veritaserum e  l’ elfa domestica Winky che dovrebbe essere nelle cucine. Aryana, vai alla capanna di Hagrid. Troverai un grosso cane nero,prendilo e conducilo nel mio ufficio e aspetta lì fino a quando io e Harry non vi raggiungeremo. Ah Minerva, quando hai concluso, gradirei se tornassi qui con il ministro. Vorrà interrogare l’impostore. Oh, e porta qui anche Madama Chips”.
Senza farcelo ripetere due volte, uscimmo dalla stanza per adempiere ai nostri compiti.  
Sospettavo che quel testardo di Sirius volesse tornare per la terza prova ma non avevo la minima idea che fosse stato tutta la giornata vicino alla capanna di Hagrid. Ero infuriata. Per prima cosa avrebbe dovuto dirmelo e in più non avrebbe dovuto rischiare a quel modo. Allo stesso tempo non vedevo l’ora di rivederlo, di riabbracciarlo, finalmente. Senza rendermene conto mi misi a correre. Avevo il respiro mozzato per l’emozione e il cuore  a mille. Sapevo che essere felici in quelle circostanze tremende equivaleva a un delitto ma non potevo farne a meno. Quando si trattava di Sirius, non potevo mai farne a meno. Lui era l’unica persona al mondo capace di mandare all’ aria tutti i miei schemi mentali, tutto il mio autocontrollo. Non c’era una spiegazione. Era così e basta.
Ormai ero quasi arrivata quando una doccia fredda mi arrivò addosso.  
Sirius…nell’ufficio di mio padre…James..nell’ufficio di mio padre..insieme.  James non sapeva ancora di lui. Certo quella non era esattamente l’occasione migliore per fare una bella rimpatriata padre e figlio ma d’altronde non c’era via d’uscita. Non potevo escogitare niente sul momento: non avevo né il tempo né la concentrazione necessaria. Il loro incontro sarebbe stato inevitabile. Pensai che di lì a poco saremmo stati per la prima volta insieme, come una vera famiglia. Tutto quello che avevo sempre sognato…non poteva capitare in circostanze peggiori. Di certo il tempismo non era la miglior dote di Sirius.
Raggiunsi la capanna di Hagrid e individuai immediatamente un grosso cane nero che mi saltò letteralmente addosso, leccandomi ovunque.
“Si , si..anch’io sono contenta di vederti ma adesso comportati da cane normale” dissi, scrollandomelo di dosso. “Ascoltami, è successo il finimondo..Voldemort è tornato, Harry adesso è al sicuro ma..dopo ti spiego. Adesso dobbiamo andare nell’ufficio di mio padre. C’è anche James lì ma lui non sa niente di te..non ho avuto il tempo..perdonami. Quindi gradirei se prima di trasformarti aspettassi che gli racconti tutto, intesi?”.
Annuì con la testa e ci dirigemmo spediti nell’ufficio di mio padre. I corridoi si stavano man mano riempiendo di studenti ma riuscimmo ad evitare di essere notati e ad arrivare illesi.
Bussai alla porta, aspettai che James si avvicinasse e dissi con voce chiara: “Shantaram”. La porta si aprì ed entrammo.

Sirius Black

Ero sicuro che il mio cuore saltò un battito, quando i miei occhi incrociarono quelli identici di mio figlio. Credetti fosse un miracolo..come si fa a dare una spiegazione a quella sensazione, a quel bizzarro salto nel tempo, a quell’incrocio generazionale? Era come guardarsi in uno specchio di dieci anni addietro. Io lo avevo creato quel miracolo. Era parte di me. Era un pezzo di me stesso, solo in un altro corpo, un pezzo della mia anima. Una sensazione travolgente mi pervase, mi venne la pelle d’oca, una forza indomabile mi spingeva inevitabilmente verso quel ragazzino..verso quel pezzo di me stesso. Anche se avessi voluto, non c’era modo di contrastare quella forza. Sarebbe rimasta per sempre, al di là del tempo, dello spazio, delle difficoltà.  Io ero suo, completamente e incondizionatamente. In quel momento compresi appieno il significato della parola, amore incondizionato.  
Solo lo scossone che mi diede Aryana per entrare dentro la stanza circolare, mi fece tornare semi lucido. Infatti poco dopo, tornai nella contemplazione della mia famiglia.
La mia famiglia…
 Finalmente mi sentivo a casa. Una vera casa. Meglio di Hogwarts…più completa, più vera. L’unico desiderio era abbracciarli entrambi. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, né da lui né da Aryana. Ormai non mi volevo più staccare da quella magica sensazione…di pace. Seppi immediatamente che quello era il mio posto, il mio scopo, la mia vita. Mi sentivo come se tutto quello che avevo passato fosse successo solo ed esclusivamente in funzione di quel momento. Sentivo dopo tanto tempo di appartenere a qualcosa, a qualcuno e non volevo svegliarmi da quel sogno meraviglioso. Immediatamente, però, il senso di colpa mi travolse. Come potevo sentirmi felice in quelle circostanze? Qualcosa di terribile era accaduto e io stavo lì come un idiota nel mio brodo di giuggiole. Uscii dal mio delirio mistico e incominciai ad andare avanti e indietro per tutta la stanza, impotente e frustrato. Non vedevo l’ora di potermi trasformare..se solo Aryana si fosse sbrigata..
“Mamma, cosa è successo? Che ci fa questo cane qui?”disse James, guardandomi curioso.
“James, è meglio se ci sediamo. Devo spiegarti una cosa molto importante”.
James non se lo fece ripetere due volte e si sedettero nelle due sedie dietro la scrivania.
“Allora,  è molto difficile…però dobbiamo sbrigarci..non c’è molto tempo..”.
“Riguarda Harry? Cosa gli è successo?”chiese preoccupato.
Lui conosceva Harry?
“No, no…non riguarda lui. Questo te lo spiegherò dopo. Prima devo dirti un’altra cosa, prima che arrivi il nonno con Harry”.
“Stanno arrivando qui?”.
“Si ma ti prego, J, non mi interrompere.  Allora, riguarda tuo padre”.
Gelo totale.
“M-mio padre?  Lui è…morto. Credevo che mi avessi già raccontato tutto di lui, della sua carriera da Auror e di come sia morto, combattendo contro i Mangiamorte”.
Il mio cuore si riempì di orgoglio e di gioia verso quella donna straordinaria che era mia moglie. Mi maledissi per non esserci stato né per lei né per James o J., come lo chiamava lei. Era solo colpa mia se era stata costretta a raccontare quelle ,seppur bellissime, bugie. E adesso la stavo mettendo in difficoltà. D’un tratto mi venne un desiderio ribollente di trasformarmi in un umano, mettendo fine alle chiacchiere, lasciando parlare i fatti alle parole e ,così facendo, tirandola fuori da quella situazione scomoda.  Ci ripensai. Avrei potuto urtare sia i nervi della mia incantevole Ary, sia la sensibilità di James.
“È proprio questo il punto. Io,fino ad un mese fa, credevo che fosse…Beh, incominciamo con il fatto che ti ho raccontato una bugia e mi rammarico ma non volevo farti soffrire. Tuo padre non è morto”.
“C-come non è morto? Ma allora perché me lo hai detto? Perché hai lasciato che credessi a tutte quelle storie..”.
Lo interruppe subito.
“Te l’ ho raccontato perché il fatto che fosse morto era una bugia indolore che ti avrebbe invece risparmiato una dolorosa verità, o almeno, quella che credevo essere la realtà.  La verità è che fino ad un mese fa io credevo che tuo padre fosse un pazzo criminale, un servo dell’ Oscuro Signore che aveva finto di essere un Auror per fare la spia e che era stato mandato ad Azkaban, dove aveva perduto la ragione, quattordici anni fa, quando tu ancora eri nel mio grembo.  I dettagli della vicenda te li racconterò in un secondo momento, ora non c’è tempo. Comunque, il fatto è che io sono scappata dall’Inghilterra quando ancora nessuno sapeva di te e del matrimonio con tuo padre, ma questo già lo sai. Quello che non sai è che io me ne sono andata perché nessuno sapesse che io ero la moglie di Sirius Black  e soprattutto che aspettassi un bambino dal mago più odiato della comunità magica. Ti ho costretto ad una vita al limite del tuo vero mondo, isolato dai tuoi coetanei, per la mia vigliaccheria e ti autorizzo ad odiarmi per questo. Ad ogni modo, l’anno scorso quando siamo tornati in Inghilterra a causa delle mie premonizioni, ho saputo che tuo padre era evaso da Azkaban ed era a piede libero. Ed è tutt’ ora a piede libero. Solo che sono cambiati i punti di vista. Vedi, un mese fa, come ti dicevo, ho scoperto che tuo padre è innocente. Siamo in pochi ad avere questa informazione perché non abbiamo prove a sufficienza per dimostrarlo, ma è così. Per il resto della comunità magica è un traditore, un servo di Voldemort, un criminale in fuga, un evaso della peggior specie ma per noi lui è solo Sirius, l’Auror coraggioso protagonista delle storie che ti ho raccontato fin da piccolo, l’uomo affascinante  che mi ha rubato il cuore, mio marito, tuo padre. Ora, l’ultima cosa che devi sapere è che lui è qui, in questa stanza”.
Si guardò intorno, più scombussolato che mai e poi posò il suo sguardo su di me.
“Lui è un Animagus, per caso?”.
Perspicace, il ragazzo.
Mi trasformai in un batter d’occhio, dopo il cenno di intesa con Aryana.  Mi squadrò per un minuto buono con lo sguardo accigliato. In quel momento mi ricordò Aryana col suo modo di osservare ogni minimo dettaglio con maniacale attenzione.  Non sapevo cosa fare. Fissai il suo sguardo nel suo e feci la cosa che mi riusciva meglio: seguire il mio istinto. Lo tirai per la manica e lo abbracciai. Mi lasciò fare.  
Sentivo l’odore di Shantaram, l’odore di Aryana. Le lanciai un’occhiata supplichevole. Non sapevo più davvero cosa fare. Si alzò e ci raggiunse. Intrecciò la mia mano con la sua, a mo di incoraggiamento.
“J, ti giuro, ti spiegheremo tutto con calma e potremmo parlare per tutto il tempo ma non adesso. Adesso dobbiamo risolvere un gran bel problema. Voldemort è tornato. Capisci cosa significa questo?”gli chiese Aryana chinandosi un po’ verso di lui, anche se J era alto quasi quanto lei, ormai.  Lui annuì, silenzioso e ombroso. “Lo so che sei arrabbiato e hai il diritto di esserlo però devi fare quello che ti dico. Adesso devi andare nei nostri alloggi e lì devi rimanere ad aspettarci. Quando arriveremo tutta la nostra attenzione sarà per te e potremmo spiegarti tutto con calma ma adesso devi indossare il mantello e devi correre molto veloce, intesi?”. Annuì di nuovo con la testa e dopo essersi infilato il mantello, uscì a testa bassa, cupissimo. La mia attenzione si posò su Aryana. Era sempre stupenda. Non resistetti e le saltai addosso, baciandola appassionatamente.

Aryana Silente

Avrei voluto rimanere lì tra le braccia di Sirius per sempre e dimenticare tutto il mondo fuori da quella stanza ma era impossibile.  Per non so quanto tempo, ci perdemmo nei nostri sguardi, senza dire una parola anche se c’erano troppe cose non dette, lasciando che parlasse il nostro amore per noi.
“Mi sei mancata da impazzire..”sussurrò al mio orecchio.
“Stai bene?”.
“Si, ora benissimo. In verità mi sento in colpa, non dovrei essere felice con tutto quello che sta succedendo..ma è così. Guardo te, guardo James e mi sento..vivo..dopo tanto tempo. E non posso farne a meno. A volte penso che hai ragione, non avrei mai dovuto mentirti, perché anche se attorno a noi ci sarebbe stata desolazione e tristezza, avremmo potuto vivere benissimo solo del nostro amore..”.
“Io sento le stesse cose”dissi, stringendo ancor di più le sue mani nelle mie. “Ci sono troppe cose che dovrei dirti..”.
“Abbiamo una vita intera per parlarci, per spiegarci..Adesso so qual è il mio posto. Non vi lascerò mai più, te lo prometto”disse, stringendomi forte a sé e facendo aderire i nostri corpi perfettamente.
“La nostra famiglia si è riunita..non ci posso credere. Adesso. In questo momento tremendo..E io non ti ho mai amato così tanto come ora”.
“Il tempismo non è mai stato il nostro forte,vero?”esclamò sarcastico, prima di baciarmi con foga.
“Sir..dobbiamo parlare, sul serio”.
“Già…ma adesso voglio solo te…”sibilò al mio orecchio mentre mi afferrava per la nuca e mi riempiva di baci sul collo.
“Ti amo, Sirius Black ”mormorai, aggrappandomi a lui come se ne dipendesse la mia vita. “Ti amo, elfo”disse lui, stringendomi ancor di più.  
“Goheno nin”sussurrò in elfico.                                                     
(perdonami per tutto quanto)
“Im gosta”singhiozzai mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.
(ho paura)
“Q Le meluvan úne ar alye lúmessen tenna nurucilie”.
(Non devi perché io ti amerò nel bene e nel male per sempre).
“Non voglio che questa guerra ci tolga tutto un’ altra volta”.
“Non succederà, te lo prometto”.
“In che lingua state parlando?”esclamò un debolissimo e sconvolto Harry con a fianco mio padre.
Staccammo i nostri corpi ma non le nostre mani che rimasero intrecciate saldamente.
“Harry, come stai?”si precipitò subito Sirius. “Cos’è successo?”.
Mio padre ci spiegò rapidamente come Crouch si fosse appropriato dell’identità di Moody e dei suoi piani distorti al servizio di Voldemort.
“Allora, Harry, devi dirci cosa è successo quando sei stato trasportato in quel cimitero”incalzò mio padre.
Harry aggrottò le sopracciglia perplesso.
“Ti starai chiedendo come facciamo a saperlo. Beh,Aryana ha un dono che non può controllare: la preveggenza. In questo caso ha visto alcune immagini confuse di quello che è avvenuto con Voldemort ma sarebbe senz’altro meglio se tu ci raccontassi come siano andate le cose”.
Sirius mi guardò allibito. “Hai avuto una premonizione?”.
“E non è nemmeno l’unica in questo periodo. Ti racconterò dopo”tagliai corto.
“Non sarebbe meglio farlo riposare, prima? È anche ferito..”esclamò Sirius, massaggiando le spalle di Harry. “No, è necessario che ricordi tutto adesso. Ogni minuto che perdiamo è un minuto di vantaggio per Voldemort”.
“Ci penso io alle ferite. Harry tu incomincia a raccontare, nel frattempo”dissi, chinandomi su di lui. Mentre Harry incominciava il suo terribile e raccapricciante racconto, misi le mani sulle ferite e mormorai qualche parola in elfico. Subito un po’ della mia energia mi abbandonò e venne catalizzata nel corpo di Harry, le cui ferite si rimarginarono. Cara, vecchia, affidabile magia elfica.  Fece una debole smorfia di gratitudine e io ricambiai con un sorriso incoraggiante.
Quando ci fu chiaro ogni piccolo dettaglio della resurrezione di Voldemort, decidemmo di portare Harry in infermeria dove Sirius gli avrebbe fatto compagnia.
Io e mio padre invece avevamo una mole di lavoro immensa da svolgere, senza permetterci di poter perdere un minuto di più.   
Un attimo prima che Sirius si trasformasse, ci guardammo intensamente. Quello sguardo bastò a tranquillizzare il mio animo. Qualunque cosa fosse successa, io non l’ avrei temuta perché lui sarebbe stato con me e insieme avremmo affrontato tutto. 
  
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