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Autore: Lhone    22/10/2009    3 recensioni
una piccola Dramione un po' triste, un po' passionale che spero vi commuova o più semplicemente piaccia...=) "Nessuno la vide, ma lei c'era. Lontana, dietro un salice, a piangere le sue lacrime da sola. Perché nessuno sapeva del loro amore, e lei, quel segreto, voleva custodirlo gelosamente come fosse una parte di sé. Per sempre sua"
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ciao a tutti =) piccola shot scritta in un momento di pazzia e malinconia, recensioni sempre gradite, ovviamente!! =) dedico questa ff a Deaselene, che mi tiene compagnia con la sua bellissima "Finchè morte non ci separi" =) grazie =*


Ovunque io sarò comunque mi resterà qualcosa di te forse attimi, ma eterni.


se siete arrivati fino alla fine vuol dire che non è cosi brutta, perciò vale la pena lasciare una piccola recensione, no? =P
vi sono grata anche solo per averla letta, e sebbene sia una Shot, sappiate che ci sarà anche un secondo capitolo =)
a presto, LL


I ALWAYS FIND MY PLACE AMONG YOUR ASHES

novembre

Il vento, le tombe, la luna.
Il cimitero era silenzioso, le fronde dei salici gli unici testimoni della passeggiata taciturna della bellissima donna che, un lungo e semplice abito bianco e senza scarpe, sfregava i piedi sulla nuda terra, l'erba soffice sotto di lei, lo sguardo lontano.
Le tombe passavano, man mano che lei procedeva nel suo lento e maestoso incedere.
Finché non si fermò.
Davanti alla più maestosa, alla più bianca. Luminoso, sotto la luce della luna, il marmo brillava, riflettendo il cielo oscuro.
Oscuro.
Oscuro.
Come Lui…
Le sue spoglie giacevano fredde sotto quella lapide.
Fredde come lo erano sempre state le sue mani.
Fredde come le guance della bella grifondoro, che bollenti lacrime solcavano imperterrite, corrodendo la sua pelle delicate, il suo cuore già lacerato…
Lui…che aveva amato…
Lui…che amava tuttora, e che l'aveva abbandonata…
Hermione sfiorò il marmo, esitante.
Era gelido.
Un vago odore di menta arrivò alle sue narici, invitante e tentatore…
Il suo odore…


"Ti piace il mio odore, mezzosangue?" quel ghigno strafottente, gli occhi ironici, e le sue braccia che la trattenevano contro il suo corpo muscoloso, imprigionandola
"Lasciami, furetto!"
"Oh oh,Granger, ritira gli artigli!" aveva urlato, per poi chinarsi sul suo collo e sussurrare
"Tanto lo so che provi per me la stessa attrazione che io sento per te"



la loro era stata una passione segreta, consumata trai banchi di scuola e gli scaffali della biblioteca, tra l'ignoranza dei grifondoro e la riservatezza dei serpeverde.
Blaise e Daphne, unici testimoni del loro amore.
Coloro che quel giorno, avevano presenziato alla cerimonia


"Una cerimonia cosi semplice ed intima! Mai avrei pensato che il grande Draco Malfoy avrebbe sposato una mezzosangue contro il parere dei suoi e senza grandi e spettacolari celebrazioni!"
ridacchiò compiaciuto Blaise
"Fottiti, bla" rispose sorridendo Draco "inizio a pentirmi di averti chiesto di farmi da testimone!"
"Hermione invece adora sempre di più Daphne, e viceversa! quelle due insieme sono pericolose!"
ghignò il bel moro, per poi aggiungere
"Daphne ha una conoscenza in fatto di intimi femminili…non c'è che dire, ti aspetta proprio una bella luna di miele!" rise, e Draco, felice, si unì a quella risata.


La fede sfavillò, illuminata dalla luna lasciata libera dalle nuvole.
Hermione si ritrovò a fissarla, rapita.
Luna argentea, come la sua fede.
Come i suoi occhi


Gli occhi! Quegli occhi argentei, cosi tanto amati, sempre colmi di passione e sentimento, si stavano spegnendo!
Ed Hermione era sola, immobile, paralizzata.
Non sapeva cosa fare.
LEI, la ragazza più intelligente di tutta Hogwarts, non aveva la minima idea di come salvare l'uomo che amava.
La battaglia intorno a lei infuriava…

Vide Blaise e Daphne lottare strenuamente contro i mangiamorte, Ron e Ginny tentare di portare in salvo un Harry svenuto da tempo per i troppi cruciatus…
E lui, lì, tra le sue braccia, morente di un'avada destinata a LEI.
LEI, cosi inerme e impotente di fronte a quella brillantezza argentea che andava via via scemando dalle sue iridi…
Lei, che piangeva perché lui continuava a ripeterle "ti amo, ti amo" e faceva male, male più di ogni cosa al mondo…

Quel mondo che da quando loro si erano scoperti era divenuto COSI bello…


Hermione tornò a rivolgere la sua attenzione alla lapide, ora cosi vuota e spoglia, mentre quel giorno era stata ricolmata di fiori…

Fiori. Bianchi. A ricoprire una lapide altrettanto bianca.
Cosi contrastanti dal nero dei vestiti dei presenti.
Silenzio, al funerale di Draco Malfoy.
Commozione e lacrime al funerale di Draco Malfoy.
Tutti li, accanto a lui, un'ultima volta.

Grifondoro, serpeverde, tassorosso, corvonero.
Nessuna differenza.
Blaise e Daphne, in prima fila.
Ma lei, lei no.
Nessuno la vide, ma lei c'era.
Lontana, dietro un salice, a piangere le sue lacrime da sola.
Perché nessuno sapeva del loro amore, e lei
, quel segreto, voleva custodirlo gelosamente come fosse una parte di sé.
Perché tutti loro lo stavano salutando per poi non vederlo mai più.
Per dimenticarsene.
Per avere la coscienza pulita e poter continuare con le proprie vite.
IPOCRITI.
Ma lei no.
Il suo non era un addio.

Perché lei ma lo avrebbe scordato, mai lo avrebbe lasciato.
Per sempre sua




"Per sempre mia?"
Hermione si girò sussultando, spaventata.

Una voce…
La sua…
"Per sempre è un periodo molto lungo mezzosangue"
quella voce, alle sue spalle, non l'aveva immaginata!
Si girò di nuovo e per poco non svenne.
Lui era li.
LUI era Lì!
Il suo cuore accelerò, frenetico, la sua gola si seccò, le gambe le tremarono e il ventre sussultò.
E fu proprio da queste reazione del suo corpo, cosi usuali per lei, sempre le stesse dal loro primo incontro, che capì che lui era davvero lì, davanti a lei.
"Draco" quello che voleva essere un urlo fu un sussurro roco.
Lo assalì, letteralmente.
Il suo corpo si mosse, di volontà propria e si ritrovò a gemere di piacere nel constatare che lui era solido, robusto, corporeo.
Non un fantasma, ma un corpo vero. Draco l'abbracciò, circondandole la vita, e le sue mani iniziarono a scorrere febbrili sul suo corpo, le labbra impegnate a cercare l'accesso della bocca di lei. Quando le concesse di riprendere fiato, il lato curioso e saccente di Hermione riemerse. "Draco, com'è possibile, io…" lui la zittì, un dito sulle sue labbra "Solo questa notte, Hermione. Ci è concessa solo questa notte, e poi io dovrò tornare indietro." Gli occhi argentei che la grifoncina amava tanto esprimevano una muta richiesta. Quella di non fare ulteriori domande, ma di accettare ciò che veniva loro offerto con amore, gioia e gratitudine. Di non fare domande, quella volta.
Quell'ultima volta.
E la grifoncina, frenando la sua insaziabile curiosità, rispose alla muta richiesta baciandolo, e trascinandolo con sé sul manto erboso.
"Voglio lasciarti un ricordo di me" biascicò lui, le labbra impegnate su quelle di lei.
E lei neppure lo senti talmente era disorientata.
Una notte, non aveva chiesto nient'altro in quei mesi.
Una notte, le sarebbe bastata.
E il paradiso dischiuse i suoi cancelli.

Lui scese a baciarle i seni, sfiorando delicatamente ogni centimetro della sua pelle.
Si tolsero lentamente i vestiti, volendo prolungare l'atto il più possibile, e ripresero a baciarsi, mentre lui le stuzzicava la pelle più sensibile dell'interno coscia, scivolando sempre più in giù, fino alla perla della sua femminilità.
Lei non era da meno, e scorreva coi polpastrelli il suo torace, il suo ventre, saggiando la sua possanza, la sua perfezione, conscia di starlo facendo letteralmente impazzire.
Le dita di lei si schiusero intorno al suo membro, nello stesso istante in cui la penetrava passionalmente con due dita, e un gemito di piacere venne strappato ad entrambi.
Si fermò, solo per un attimo.
"Mi ami?" le gelide eppure bollenti iridi dell'uomo che la stava abbracciando la fissarono negli occhi intensamente.
"Si, certo"
Lui sospirò, mesto
"Avrei voluto solo più tempo, per noi…" sorrise
"Sposarci davanti a tutti, avere un figlio…"
"Un altro rubacuori nei corridoi di Hogwarts?" sorrise lei, divertita
"No" ribattè serio "una so-tutto-io piccola e irriverente da proteggere da corteggiatori e purosangue arrapati" rise, e con lui Hermione.
Poi lui riprese a baciarla, e lei non ragionò più.
Hermione era sempre più assuefatta, confusa, stordita…
Mai avrebbe immaginato di poter riavere tutto questo…
Ormai era troppo tardi per lasciarsi il suo ricordo dietro le spalle, per iniziare una vita senza di lui.
Lo aveva dentro, nelle vene, nel sangue, nei polmoni, sotto la pelle e tra le mani, l'essenza di lui le aveva soffocato il cuore e catturato la mente, e mai, mai più avrebbe potuto liberarsi del suo profumo.
Quel corpo, quella mente, quegli occhi, e quei crini pallidi erano le cose più importanti della sua vita, ogni minimo difetto, ogni più piccola imperfezione, ogni qualità erano Draco, costituivano Draco, e lei lo amava troppo, troppo, troppo.
Si sentiva soffocare, come fosse in apnea, e lui era il solo ossigeno che anelava. Per quanto mortale, per quanto velenoso e contaminato dal lezzo della morte.
Ogni suo gesto, imprimeva la sua carne a fuoco.
Percepì il suo tocco trai capelli, la sua mano che le massaggiava la schiena, la sua bocca che lasciava scie roventi sul collo e sulle sue spalle, e poi, finalmente, entrò.
Lì, DENTRO di lei, dove sempre avrebbe dovuto essere.
E mai Hermione si era sentita tanto piena, completa ed esaudita.
Il piacere arrivò, e li stremò, ma Hermione non riuscì a goderlo appieno, perché quel piacere riempiva la sua bocca di un sapore dolce e tuttavia amaro, la consapevolezza della fine.

Lui si distese al suo fianco, senza uscire da lei, senza interrompere il contatto.
Per guadagnare altri secondi istanti preziosi.
Le asciugò le lacrime gentile, ma gia termine poteva sentire il suo corpo farsi sempre più inconsistente, incorporeo, dissolversi lentamente fra le sue dita, svanire nonostante l'intreccio di gambe e braccia con cui cercava di trattenerlo a sé.
Nessuna parola, neppure la consolazione di sentire quella voce un'ultima volta, solo un sospiro cosi lieve da risultare quasi impalpabile che andò a muovere leggermente i capelli sulla sua fronte, e poi lui uscì da lei, e scomparve, dissipandosi nell'oscurità della notte.

Hermione si distese lungo il terreno, fili d'erba tra le dita, il martellare incessante del cuore nelle orecchie.

Aveva bisogno di sentire la consistenza della nuda terra intorno a sé, gli odori degli alberi e il suono degli uccelli del mattino, per continuare a credere che non fosse stato un sogno.
La tenue luce dell'alba le colpì il viso, come uno schiaffo la ridestò dal suo torpore e la costrinse ad alzarsi.
Un forte capogiro, questione d'un attimo prima che smettesse di barcollare e riacquistasse l'equilibrio.
Rilassata, si rivestì del suo mantello, raccolse gli abiti e decisa s'incamminò verso casa.

Nessun ultimo sguardo alla tomba. Lì, non vi era più niente.
Lui, era in un altro luogo, e con lui, anche il suo cuore.
Il gelido vento del mattino l'accompagnò per molti isolati, fino alla porta di casa sua. Casa loro. E quando Hermione Granger richiuse dietro di sé la porta di casa sua, un leggero odore di menta la sopraffece. Fu un attimo, e l'odore era scomparso.
Ma lei aveva capito.
Sorrise.
Si era sbagliata, prima.
Lui non era in un altro luogo.
Era li con lei, per sempre.
  
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