CAPITOLO 7
Unexpected
-Sarebbe
troppo chiederti una lettera, di tanto intanto?-
Cassiopea guardò Lily con i suoi occhioni verdemare, capaci
persino di
sciogliere il cuore di ghiaccio di Scorpius Malfoy.
-Mmmh…magari
potrei rispondere se mi scrivi…- fece Lily
pensierosa, strizzando l’occhio a Glorya, che le sorrise di
rimando.
Il
22 dicembre era stato l’ultimo giorno di lezioni, con grande
gioia di tutti gli studenti; quella sera la maggior parte di loro
sarebbe
tornata a casa, chi con l’Espresso, chi con
Stesso
destino attendeva Cassiopea, con una sostanziale
differenza: i suoi genitori. Astoria Greengrass avrebbe probabilmente
criticato
all’istante ogni cosa di sua figlia, a partire dalla coda in
cui aveva
sistemato i boccoli biondi e a finire con i risultati scolastici;
avrebbe iniziato
a dire che avrebbe potuto prendere Eccezionale anziché Oltre
Ogni Previsione,
che Scorpius aveva saputo fare meglio e bla, bla, bla…tutte
cose trite e
ritrite. Ma a rincuorarla ci sarebbe stato il sorrisino nascosto
all’angolo
delle sottili labbra di suo padre, Draco Lucius Malfoy. Facciata di
austera
nobiltà davanti a tutti, stesso viso aristocratico di
sempre, stesso ghigno
sarcastico che lo aveva caratterizzato ai tempi della scuola, stesso
fascino da
bello-e-maledetto che aveva fatto cadere ai suoi piedi stuoli di
ragazzine
quand’era giovane (e di donne ora che era divenuto un uomo)
Draco Malfoy sapeva
però quand’era il caso di concedere un sorriso
alla sua bambina, stra venerata
oltre tutto.
Così
le tre amiche si separarono, ognuna con la mente ormai
rivolta alle varie feste natalizie alle quali sarebbero state costrette
a
partecipare.
-Ehi
Lilian, fatti regalare un manico di scopa per Natale, sono
stufo di dover togliere le tue sudice impronte dal mio…-
E
ti pareva, si disse Lily, bloccandosi nell’atto di aprire la
porta dello studio della professoressa McGranitt, dal quale sarebbero
partiti.
Poteva mai mancare il saluto di Malfoy…
Si
voltò, trovandosi il primogenito di Draco Malfoy a qualche
passo di distanza. Anche lui era pronto per partire, avvolto in un
pesante
cappotto; Lily si chiese se fosse venuto sin lì solo per
darle fastidio.
-Buon
Natale anche a te Malfoy- si limitò a dirgli; non era in
vena per minacce e sarcasmo. Detto questo entrò
nell’ufficio della McGranitt,
dove erano rimasti solo più James e Al; evidentemente il
resto della sua
famiglia aveva già raggiunto
-Come
mai ci hai messo così tanto? Stavamo aspettando te- le disse
James appena la vide.
-Salutavo
un amico-
rispose Lily, sapendo che James aveva sentito la voce di Malfoy; in
realtà il
solo pensiero di considerare Malfoy un amico era surreale.
Non
gli diede modo di ribattere, afferrò una manciata di Polvere
da un barattolo posto sulla scrivania e, infilando un piede nel camino,
disse
forte e chiaro:-
Un
attimo dopo il familiare salotto di casa Weasley, già
stracolmo
di gente, si aprì ai suoi occhi: nonna Weasley attaccata ai
fornelli con
indosso un grembiule sporco che Lily notò subito, nonno
Arthur intento ad
accendere il secondo cammino secondo metodi Babbani quali i fiammiferi,
zia
Hermione e zia Penelope affaccendate intorno alla tavola, Rose fra le
braccia
di suo padre, Hugo intento a descrivere le meraviglie di Hogwarts alla
piccola
Lucy, che lo ascoltava pendendo dalle sue labbra, Teddy e Victoire che
si
abbracciavano seduti sul divano.
Il
tutto condito da un calore familiare soffocante.
-Lily!-
urlò sua madre, correndo ad abbracciarla. In
realtà Lily
capì che si trattava di sua madre solo quando
riuscì a staccarsene. Ginny,
avvolta in un caldo maglione sformato made in Nonna Molly Weasley-
ebbene sì,
li fabbricava ancora- la guardava con i chiari occhi azzurri ricolmi
d’affetto.
Lily non volle ricambiare il suo sguardo, e per fortuna (o sfortuna?)
in quel
momento fu sommersa dagli abbracci del resto dei suoi parenti, primo
fra tutti
Harry James Potter che aveva cercato sin da subito segni della
contaminazione
Slytherin sul volto della sua bambina. Lily dovette reprimere
l’impulso di
tornarsene indietro di corsa.
-Lily,
cara!- questa era sua Nonna- sei dimagrita! Ma mangi a
scuola?- Lily si domandò come avesse fatto a capirlo, dato
che non aveva ancora
avuto modo di togliersi il montoncino color malva.
-Lily,
tesoro! Guarda, sono riuscito ad accendere il fuoco senza
magia!- questo invece era Nonno Weasley, che sventolava orgoglioso una
scatoletta di fiammiferi.
E
poi zia Hermione che volle sapere come se la cavava a scuola, Lucy
accorsa a tartassare di domande anche lei su Hogwarts, zio Ron che le
lanciava
battutine su Grifondoro e Serpeverde, il tutto in una girandola di voci
che
fecero scoppiare a Lily un gran mal di testa nel giro di
mezz’ora.
L’unica
parente che Lily era passivamente contenta di vedere era
sua zia Fleur, che nonostante fosse stata inglobata dalla famiglia
Weasley da
molti anni ormai, manteneva sempre un certo stile e una certa finezza
di modi.
Infatti quando la vide non la soffocò con un abbraccio, ma
le diede un finto
bacio sulla guancia. Aveva conservato anche l’antica
bellezza: i suoi lunghi
capelli brillavano ancora di luce propria e il suo fisico slanciato non
mostrava i segni di tre gravidanze.
-Chéri, ti trovo bene!-
le disse poi osservandola, -quel colore si sposa benissimo con i tuoi
capelli!-. Solo per averle detto questo si meritava un tiepido sorriso.
Entro
le otto di sera i Potter- Weasley erano al completo seduti a
tavola; Lily non aveva avuto ancora un minuto per sé stessa
da quando era
arrivata, e ciò aveva peggiorato il suo umore.
-E
allora, come ti trovi a scuola?- le chiese Teddy seduto accanto
a lei; Lily notò che aveva uno stupido cerotto in fronte e
che Victoire lo
stava guardando con affetto. La rossa si prese un minuto buono,
fingendo di
mettersi altra insalata nel piatto, prima di rispondere:
-Bene
grazie-.
Teddy
rimase un po’ stupito dalla brevità della
risposta, e così
le chiese ancora:
-Hai
fatto amicizia con qualcuno in particolare?-
-Sì,
con Glorya Zabini e
Cassiopea Malfoy…ma ci
sono anche
Edward Nott e Derek, il fratello di
Glorya…- disse Lily osservando compiaciuta suo padre che
irrigidiva
impercettibilmente la mascella e le orecchie di zio Ron farsi rosse.
-E
le lezioni di volo? Ti sono piaciute? Ricordo che il talento di
tuo padre si mostrò già alla prima volta in cui
prese in mano un manico di
scopa…- le chiese sua zia Angelina, che aveva fatto parte
della squadra di
Grifondoro ai tempi di Harry. Aveva poi continuato a giocare a
Quidditch a
livello regionale, ma aveva dovuto smettere quando era rimasta incinta
di Fred.
-Veramente
odio volare- la gelò Lily.
-A
me invece piace tantissimo! Non vedo l’ora di poterlo fare di
nuovo!- intervenne Hugo con il suo tipico entusiasmo, rompendo
l’atmosfera
leggermente fredda.
-Menomale
Hugo, temevo che avessi preso da tua madre…-
commentò
Ron, beccandosi uno schiaffo sulla nuca da parte di sua moglie.
-Ahia!
Ma è vero che non eri capace!- si difese massaggiandosi il
collo. Nel corso degli anni Ron ed Hermione non erano cambiati di una
virgola,
sempre a beccarsi, sempre eternamente innamorati. Solo Hermione si era
fatta
più bella: i capelli crespi si erano misteriosamente
trasformati in bei boccoli
ben definiti ed aveva perso quei chili leggermente di troppo dovuti
alla
crescita.
-Sì,
ricordo che hai cercato di imparare a memoria tutto Il
Quidditch attraverso i secoli…- gli
diede man forte Harry ed anche a lui non fu risparmiato un calcio sullo
stinco
destro da parte di Hermione.
Qualche
posto più in là James stava raccontando a George
i nuovi
passaggi segreti che aveva scoperto, con il supporto di suo cugino
Fred, altro
suo compare con Beatrice, e si stava facendo spiegare come introdurli
sulla
sempre più decrepita Mappa del Malandrino; di fronte a lui
Nonna Weasley stava
cercando di costringere Eleanor Duncan a mettersi un maglione, visto
che girava
in top dalle bretelline sottili in pieno dicembre, dopo aver
rimproverato
Charlie per la lunghezza dei suoi capelli.
-Ma
insomma! Non è questo il modo in cui un uomo sposato deve
andare in giro!- esclamò Molly Senior, afferrando una lunga
ciocca rossiccia
della coda del suo secondogenito.
-Molly,
lascialo stare, io lo trovo più seducente così!-
lo difese
Eleanor, facendo arrossire sua suocera. La romena dai lunghi capelli
castano
scuro, dagli occhi verdi e dal fisico minuto, aveva la straordinaria
capacità
di dire cose assolutamente fraintendibili con ingenua innocenza.
Percy
invece, seduto accanto a sua moglie Penelope Light, che
aveva ancora voluminosi riccioli neri ma aveva dovuto mettere gli
occhiali per
una progressiva miopia, stava tediando suo padre e la stessa Penelope
su una
relazione che aveva dovuto consegnare all’ancora ministro
Kinglsey Shacklebolt;
le sue figlie Molly e Lucy ridacchiavano di lui.
Osservando
la lunga tavolata, Lily si sentì estremamente fuori
posto. Sentiva di non avere nessun legame con tutti loro, le sembrava
che
parlassero una lingua diversa dalla sua, incomprensibile per lei. Li
studiava
con distaccato interesse, come se si trovasse di fronte a degli
sconosciuti che
ancora le dovevano ancora essere presentati. La ragazza chiamata Rose
aveva
scelto un pessimo abbinamento di colori, quella a fianco a lei,
Dominque,
avrebbe potuto essere più carina se avesse valorizzato di
più il taglio degli
occhi…
Si
voltò per comunicare quelle impressioni, credendo di avere
affianco Glorya, e rimase delusa quando invece si trovò
Albus.
-Lily….?-
le chiese quest’ultimo, vedendo che lei aveva aperto la
bocca come per dire qualcosa; lei però scrollò le
spalle e tornò a concentrarsi
sull’arrosto troppo spezziato con il quale giocherellava da
un quarto d’ora.
*****
-Cassiopea!
Hai dimenticato di mettere il tovagliolo sulle gambe-
disse Astoria Greengrass in Malfoy. La bella strega indossava un lungo
abito di
raso color pesca, legato dietro il collo, con sopra una stola abbinata,
benché
si trattasse di una cena informale alla quale partecipavano solo Draco,
Scorpius e Cassiopea. Aveva raccolto i lisci capelli castano chiaro in
uno
stretto chignon, ed aveva adottato una leggera matita per valorizzare
gli occhi
verdi.
-Scusa,
mamma- disse Cassiopea abbassando gli occhi; sua madre era
l’unica in grado di farla sentire così maleducata
a sciatta.
-E
potevi cambiarti prima di scendere a cena, ti sembra il modo di
presentarti a tavola?- la rimproverò poco dopo, mentre la
loro elfa domestica
Trixie serviva gli antipasti. In verità Cassiopea si era
cambiata, sostituendo
il vestito porpora con il quale era arrivata a Malfoy Manor con un
completo
giacca e gonna marrone fumè, ma evitò di farlo
notare a sua madre.
-Mea
culpa, ho voluto vederla appena arrivata- intervenne Draco
Lucius Malfoy, riscaldando il cuore di sua figlia con quelle poche e
fredde
parole. Astoria storse leggermente le labbra perfette, per poi
rivolgersi a
Scorpius, che aveva seguito lo scambio di battute senza particolare
espressione
sul volto:
-Scorpius,
tesoro…vuoi ancora del caviale?-
-No,
ti ringrazio madre- fu la rigida risposta del giovane Malfoy.
Un
pesante silenzio cadde sulla lussuosa sala da pranzo,
interrotto talvolta dal tintinnio di posate e calici o dai rintocchi
del grande
orologio situato nell’anticamera.
*****
Glorya
Zabini osservava cinica sua madre Lysa Stanford. Quando si
curava riusciva davvero ad essere una bella donna, peccato che
generalmente si
trascurasse. In quel momento infatti –in casa
c’erano solo i suoi figli e
qualche elfo domestico- i lunghi capelli corvini che Glorya e Derek
avevano
ereditato da lei le scendevano aggrovigliati e scomposti lungo la
schiena; gli
occhi nocciola che avevano saputo incantare Blaise Zabini erano rossi e
gonfi,
come se avesse appena pianto, e il maglione di lana nero le pendeva
letteralmente addosso, come se al di sotto vi si trovassero solo ossa.
Quando
Derek e Glorya erano arrivati, naturalmente Lysa era in
cucina, intenta ad aprire una bottiglia sul cui retro era attaccato
un’etichetta con su scritto ”acqua”, come
se bastasse quel semplice trucchetto
a dissimularne il contenuto. Tuttavia quella doveva essere la prima
bevuta
della giornata, stranamente, perché quando rivolse loro
parola era abbastanza
in grado di parlare. Evidentemente però aveva dimenticato di
ordinare agli elfi
di riscaldare l’ambiente- e loro naturalmente non avevano
preso l’iniziativa,
troppo timorosi di incorrere nella sua ira- perché a Villa
Maelle faceva più
freddo che nel dormitorio di Slyhterin quando il fuoco era spento.
-Glorya,
Derek tesoro…! Siete arrivati!- aveva esclamato contenta
quando li aveva visti. E contenta lo era davvero, ma il suo amore di
madre era
tranquillamente capace di trasformarsi in odio profondo quando
cercavano di
aiutarla, di staccarsi dall’alcool. Ed era questo a fare
più male…vedere negli
occhi di tua madre l’odio.
Li
aveva poi fatti sedere in salotto, con l’intenzione di
parlare
tranquillamente con loro, mentre aspettavano che Blaise arrivasse per
mettersi
a tavola; a Derek non era sfuggito che aveva portato con sé
la bottiglia
“d’acqua”.
-Derek,
ma cos’hai fatto al polso?- domandò Lysa,
osservando d’un
tratto con più attenzione suo figlio maggiore. Derek infatti
aveva solo più il
polso fasciato, mentre il resto dell’arto era guarito
perfettamente.
Derek
non poté fare a meno di scorgere una certa ipocrisia nella
preoccupazione di sua madre, come se lei non fosse mai stata causa di
fratture
e lividi. Tuttavia cercò di rispondere cortesemente:
-Nulla, me lo sono slogato giocando a Quidditch…-
-Oh
caro!- esclamò Lysa con gli occhi ricolmi d’ansia;
Glorya dovette
mordersi con forza l’interno della guancia sino a farla
sanguinare per non
rispondere.
-Glorya,
cara, com’è andata la scuola? So che sei stata
assegnata
a Serpeverde, tuo padre ne era molto fiero!- si rivolse poi Lysa a sua
figlia,
dopo qualche attimo di silenzio.
-Mi
trovo bene, Slytherin è perfetta per me…-
iniziò a dire Glorya,
ma le sue parole si persero nel rumore di una porta che veniva aperta.
Un
attimo dopo Blaise Zabini fece il suo ingresso in salotto, seguito a
ruota da
un elfo domestico pronto a prendere il suo cappotto.
Blaise,
migliore amico di Draco Malfoy, era stato non meno playboy
ai temi della scuola, e tutt’ora lo era. I capelli scuri
casualmente tirati
all’indietro, gli ammalianti gli occhi blu e un metro e
ottanta di fascino
riuscivano sempre a conquistare qualunque donna gli si parasse davanti.
Zabini
Senior però preferiva le segretarie, scelte, tu guarda,
sempre giovani e
carine. Ennesimo colpo alla fragile
Lysa…
-Derek,
Glorya, ben tornati- li apostrofò Blaise raggiungendo Lysa
sul divano.
Glorya
cercò invano negli occhi di suo padre quel sentimento
chiamato affetto.
*****
Lily
si infilò la vestaglia sopra il pigiama, poi si sedette
davanti allo specchio per pettinare i suoi lunghi capelli. Era stata
messa
nella stessa stanza con Rose, Dominque ed Angelica, e la cosa non le
piaceva
per niente. Le sue tre cugine non facevano che parlare, qualche volta
cercavano
anche di coinvolgerla nei loro discorsi, ma dopo alcuni tentativi
avevano
lasciato perdere. A Lily già mancavano i silenziosi
preparativi di Glorya e
Cassiopea, che come lei consideravano il momento di andare a dormire
come un
momento di raccoglimento personale. Ma quelle tre peppie
invece…
Un
lieve bussare interruppe la conversazione fra Rose, Dominque ed
Angelica, che sdraiate sui vari letti si stavano raccontando
chissà che cosa. A
bussare era stata Ginny, che si avvicinò a Lily, ancora
intenta a spazzolare la
chioma vermiglia.
-Lily,
va tutto bene? Ti ho vista silenziosa questa sera a cena…-
Passandosi
meccanicamente il pettine fra i capelli, Lily rispose,
tenendo lo sguardo fisso di fronte a sé:
-Si
mamma grazie, ero solo un po’ stanca-.
Ginny
non era una persona che si poteva fregare facilmente, era
intuitiva, ed aveva ereditato da sua madre la capacità di
fiutare le bugie a
chilometri di distanza. Ma quella sera preferì non indagare,
non ancora. Lei ed
Harry erano rimasti alquanto basiti di fronte alla lettera che Albus
aveva
mandato loro quasi due settimane prima, ed Harry aveva già
intenzione di
tartassarla di domande appena Lily fosse arrivata, ma Ginny,
saggiamente, aveva
deciso che avrebbero aspettato di vedere con i loro occhi questi
cambiamenti
che le erano stati riferiti. Aveva osservato per tutta la cena sua
figlia, come
anche Harry, ma a parte una certa apatia e un sguardo indifferente non
avevano
notato nient’altro. Se durante le vacanze natalizie avessero
riscontrato un
effettivo cambiamento in negativo di Lily, gliene avrebbero sicuramente
parlato.
Ma
per quella sera, c’era già un altro argomento di
cui parlare
con i suoi figli, e fu per questo che disse a Lily, prima di lasciare
la
stanza:
-Io
e tuo padre dobbiamo parlarvi di una cosa, vieni in camera
nostra… dillo anche a James ed Albus- e detto questo si
chiuse la porta alle
spalle.
Lily,
leggermente perplessa, si chiese di che cosa sua madre
dovesse parlar loro, ma dopo un attimo di incertezza posò la
spalla, uscì dalla
stanza e andò a chiamare James ed Albus che si trovavano
nella camera di
fronte. Appena ebbe aperto la loro porta, venne colpita in faccia da
qualcosa
di morbido e pesante, che le fece lacrimare gli occhi.
-Ahi!
Razza di scemi, che state facendo?- esclamò contrariata,
afferrando al volo l’oggetto che l’aveva centrata,
e cioè un cuscino. Infatti
Lily aveva appena interrotto la battaglia a suon di piume che James ed
Albus
avevano ingaggiato con Hugo e Fred.
-Ooops,
scusa Lily, non volevo beccarti- si scusò suo cugino Fred,
dispiaciuto. Era in tutto e per tutto identico a suo padre, tranne che
per gli
occhi castani che aveva ereditato da sua madre; per avere quattordici
anni era
già alto e ben piazzato, ed infatti anche lui faceva parte
della squadra di
Quidditch.
Lily
si limitò a gelarlo con lo sguardo, e poi disse ai suoi
fratelli, che cercavano di trattenere le risate di fronte alla sua
espressione
seccata:
-La
mamma vuole parlarci, dobbiamo andare in camera loro-
Albus
e James si scambiarono uno sguardo perplesso, ma dopo aver
fatto spallucce, la seguirono.
Ginny
ed Harry erano già in pigiama, o meglio, Ginny navigava in
una camicia da notte più grande di lei di almeno tre volte,
mentre Harry se ne
stava seduto sul letto in pantaloni della tuta e t-shirt. Essendo
sposati,
Nonna Molly aveva ritenuto saggio dargli una stanza tutta per loro.
-Beh?-
chiese Lily sgarbata, visto che nessuno dei suoi genitori
accennava a parlare: aveva sonno e voleva solo andare a dormire.
-Ehm…sedetevi,
è meglio- iniziò Harry cauto; Lily
notò che
sembrava piuttosto imbarazzato.
I
tre giovani Potter fecero come era stato loro detto, sedendosi
sul grande letto matrimoniale coperto da una lisa trapunta multicolore.
-Beh,
non so da dove iniziare…né come iniziare a dirvi
una cosa di
questo tipo…- cominciò a parlare Ginny,
stringendo forte una mano del marito.
-Hai
il cancro?- chiese Lily a bruciapelo, lasciando i suoi
genitori allibiti.
-Ma…no!
Certo che no!- esclamò Ginny stupita.
-Ah
bene, temevo fosse una cosa di questo tipo- replicò Lily,
senza peraltro mostrarsi preoccupata.
-No,
no…è una cosa di….tutt’altro
genere, ecco- precisò Harry
guardando un punto impreciso della parete. Da quello si capiva quanto
fosse a
disagio.
-E
allora cosa c’è? Sembra che dobbiate dirci
chissà che cosa!- li
esortò anche Albus, cominciando anche lui a pensare che
fosse successo qualcosa
di grave.
Harry
e Ginny si guardarono ancora una volta, poi il Bambino
Sopravvissuto disse:
-Bene…ecco
insomma…voi eravate a scuola…-
-…e
noi avevamo la casa tutta per noi…-
-…senza
scope volanti a gironzolare…- aggiunse Ginny, e James
guardò casualmente da un’altra parte.
-…e
i nostri vicini erano in vacanza…-
-…e
Teddy non veniva più tanto spesso, sapete ora che lui e
Victoire fanno coppia fissa…-
-Sì,
ma tutto questo cosa….?- chiese James sempre più
stranito;
non aveva mai visto i suoi genitori così in imbarazzo, forse
solo quella volta
in cui era uscito a correre per le strade dicendo: Teddy cambia colore!
-Il
fatto è….- riprese Ginny, ma non parve voler
andare avanti e
così Lily perse la pazienza:
-Mamma,
ho sonno, ho freddo, mi fa male un occhio perché Fred mi
ha tirato un cuscino in faccia, voglio solo infilarmi a letto, anche se
non
sono sicura che quella cosa bitorzoluta che sfiora il pavimento sia un
letto,
perciò ti vuoi muovere a dire quello che devi dire?- disse
irritata, con tono
seccato che mai aveva usato prima contro i suoi genitori. Evidentemente
fu
quello che pensarono anche loro, perché Harry disse, mentre
James ed Albus si
scambiavano uno sguardo di rassegnata intesa:
-Lily!
Non è questo il modo di rivolgerti a tua madre!-
-Scusa-
soffiò allora la piccola Potter da un angolo della bocca,
senza mostrarsi minimamente dispiaciuta.
-Scuse
accettate- disse Ginny, e poi dopo aver preso un altro
lungo respiro proseguì:
-Sono
incinta-.
Spazio
autrice:
Allooora…questo
capitolo avrebbe dovuto esclusivamente trattare
del Natale, ma ho preferito spezzarlo in due per dare il giusto spazio
alla
reazione dei parenti al comportamento di Lily, che nel prossimo
capitolo- che
sarà davvero sul Natale- si mostrerà in tutta la
sua…ehm….cattiveria? e anche
per darvi un’idea del Natale in casa Malfoy e Zabini. Se
avessi messo tutto ciò
in un solo capitolo credo che sarebbe uscito troppo lungo e pesante.
Quindi per
i vari attacchi di cuore di Harry dovrete aspettare ancora un
po’ :P spero che
comunque questo capitolo vi sia piaciuto lo stesso…e ditemi
cosa ne pensate
delle ultime quattro righe :P
Ringrazio
chi ha messo la storia fra le preferite o i seguiti, che
sono saliti rispettivamente a 17 e 14 e spero che ci saranno nuove e
tantissime e lunghissime e bellissime recensioni :P
Passiamo
ora a chi ha gentilissimamente (mi piace troppo questo
superlativo) e cortesissimamente recensito il capitolo precedente, ovvero BlackFra92, Red_Apple,
Rebby e 979.
BlackFra82:
io ti ADORO! La tua recensione è di nuovo lunghissima
(cosa per cui ti ringrazio abbracciando le tue ginocchia :P) e
soprattutto
articolata. Grazie grazie grazie!!!
Allora,
devo dire che hai colto appieno la personalità di Lily,
che vuole sentirsi unica, che è stufa di essere data per
scontata, di sentire
la frase “sei come…”, che insomma vuole
liberarsi di queste etichette che le
pesano. Non so se si è capito, ma Lily è felice
di poter mostrare com’è
veramente, cioè snob (considera che i Potter sono molto
ricchi), cattiva,
perfida, sostanzialmente Slytherin; quindi il suo essere Lily
è sia il
risultato di un fattore determinante (che prima o poi scoprirete J)
ma anche la sua vera
natura. Scorpius invece…si il suo risentimento verso Lily
nasce appunto dal
crederla una Potter uguale a tutti gli altri, e quindi considerati i
trascorsi
fra Potter e Malfoy non può che prenderla in antipatia, ma
man mano, assistendo
ad altri episodi come quello con Madama Bumb, forse si
ricrederà…o forse no,
chissà :P spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e ti
stra ringrazio ancora
per il tempo che hai speso a recensire…vero che anche a
questo mi lascerai un
bel commento? (me ti guarda speranzosa) in ogni caso, al prossimo
capitolo!
Red_Apple:
ebbene sì, anche Malfoy ha un cuore e anche lui come
Lily indossa una maschera, chissà cosa ci si cela
dietro…anch’io trovo dolce la
parte che ho scritto io stessa (renditi conto del mio stato di salute
mentale)
e l’ho scritta con l’intento di sfatare un
po’ il mito del Malfoy gelido,
com’era stato per suo padre. Lui è sì
freddo, altero, superbo, ma è anche
capace di sentimenti, un po’ come Lily. Spero ti sia piaciuto
anche questo
capitolo e che me lo recensirai come tutti gli altri J
(ma non sentirti
assolutamente obbligata). Ti ringrazio, al prossimo capitolo, baci!
Rebby:
grazie per la recensione!! Si anche Lily avrà delle
debolezze, infondo è umana, anche se sto cercando di
renderla diversa da tutte
le ragazzine della sua età…pian piano si
scoprirà quale. Grazie ancora, e al
prossimo capitolo! J
979:
io sono prostrata ai tuoi piedi…mi hai messo fra gli autori
preferiti! Grazie grazie grazie grazie grazie…okay basta, se
no non rispondo al
resto della recensione :P altrochè scusarti
perché ti sei dilungata, più ti
dilunghi più sono contenta! E no il tuo suggerimento non mi
ha per niente
offesa, anzi se hai altre osservazioni sarò felice di
leggerle e magari di
metterle in pratica J
Come
ho detto prima nella risposta a BlackFra92 il mio intento è
proprio quello che avete detto, “staccare”
l’appiccicosa (e fastidiosa)
impronta Potter da Lily. Mi auguro che anche questo capitolo ti sia
piaciuto, e
ti aspetto al prossimo (nel quale continuerò a prostrarmi ai
tuoi piedi) un
bacio!!!