Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: memi e olly    23/10/2009    4 recensioni
Peccato che quel giorno volevo essere tutto, men che meno anonima.
Nessuno mi avrebbe guardata così.
Lui non mi avrebbe guardata...
[Dal capitolo due]“Scorpius.” Deglutii rumorosamente.
“Stai benissimo.”
Non dovevo balbettare, non dovevo balbettare, non dovevo balbettare.
“Gra-grazie.”
Ecco, appunto.
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It's a child's play

 

II ~ A.A.A. Cercasi normalità

 

Ma cosa diavolo avevano tutti per comportarsi in modo così.. Insolito e folle. Eh?

No, un attimo. Forse la strana ero io.

 

 

 

Libera, finalmente.

Il matrimonio non era ancora iniziato eppure i miei piedi e -soprattutto- la mia testa chiedevano, anzi imploravano, già pietà.

Tutta colpa di un paio di scarpe belle e costose quanto scomode e dolorose e di un paio di sorelle ansiose.

Mi era già capitato d'imbattermi in una Weasley-Delacour in preda ad una crisi nervosa -la maggior parte delle volte era Dominique la sorella in questione- ma mai prima d'allora mi era successo di dover sopportare non una ma ben due 1/8 Veela in chiaro stato di agitazione.

Ora capivo il panico pre-matrimonio di Victoire, ma Dominique?

Respirai profondamente, accogliendo con piacere l'aria fresca e salmastra.

Amavo quel posto e certo non faticavo a capire la scelta di Victoire e Teddy di celebrare qui il loro matrimonio.

L'avrei fatto anch'io, se solo...

“Rose!”

Mi voltai verso il ragazzo che con passo incerto mi stava raggiungendo.

Evidentemente non si sentiva molto a suo agio negli abiti che in questo momento indossava. Un po' come me.

“Roger.” Lo salutai, convincendomi di essere davvero felice di vederlo. “Sei in anticipo.” Gli feci notare leggermente infastidita.

Un secondo, se ero veramente contenta, non avrei dovuto notare con irritazione i pochi minuti di anticipo, no?

“Oh si, beh... Volevo assicurarmi che andasse tutto bene, che tu stessi bene!” Si giustificò premuroso come sempre.

Fin troppo.

“Sei molto carina!” Continuò poi, passandosi una mano tra i capelli castani.

Stiracchiai un sorrisino.

Ecco 'carina' o 'molto carina' non erano esattamente i complimenti che mi aspettavo e che dovevo ricevere da colui che consideravo il mio fidanzato.

Okay, non ero la cosiddetta 'bella ragazza' che attira su di se tutta l'attenzione, e di certo non avevo mai ammaliato nessun col mio sguardo da cerbiatta ed ancora, non avevo mai ricevuto fischi d'approvazione da sconosciuti in mezzo alla strada, ma dannazione, lui era il mio ragazzo, doveva trovarmi più che carina.

Doveva trovarmi bella anche con un pigiama di flanella color verde acido ed i bigodini, figuriamoci con un vestito come questo e con i capelli che rasentavano la perfezione.

Sospirai. “Grazie.” Aggiungendo poco carinamente. “Anche tu non stai male.”

Lui riuscì a recepirlo comunque come complimento ed infatti arrossì, abbassando la testa.

“Non volevo... Diciamo... Farti sfigurare.” Balbettò imbarazzato.

Questa volta un sorriso intenerito mi nacque spontaneo.

Ecco, perché l'avevo invitato e soprattutto, ecco perché era il mio fidanzato.

Era semplice e timido.

Non amava stare al centro dell'attenzione e tantomeno faceva qualcosa per essere osservato.

Non poteva di certo essere ricordato per gesti eroici o eclatanti ed a volte non veniva ricordato affatto.

Era normale.

Era quello di cui avevo bisogno.

Era come me.

Ed anche se ogni tanto -spesso- la voglia di altro, di qualcosa di più prendeva il sopravvento, in cuor mio sapevo di non meritare altro.

La mia felicità era quella, nient'altro. Vero?

“C'è tuo cugino.” Disse all'improvviso, guardando al di là della mia spalla destra.

Mi girai giusto in tempo per vedere un Albus Severus Potter, impeccabile nel suo completo, avvicinarsi a noi.

“Ehi!” Ci salutò. “Rose, sei uno splendore!” Esclamò poi puntando i suoi occhi su di me.

“E non hai ancora visto Victoire o Dominique, loro si che sono uno spettacolo!” Ammisi serena.

“Beh, ma loro lo sono sempre.” Constatò Al, guadagnandosi un leggero pugno sul braccio.

“Potrei offendermi!” Incrociai le braccia al petto, assumendo l'espressione più oltraggiata del mio vasto repertorio, non riuscendo però a trattenere un sospiro divertito.

“Lo sai che scherzo, anche tu sei bellissima, ogni giorno di più.”

Sbuffai appena facendolo ridacchiare.

Albus aveva la capacità innata di mettermi di buon umore, da sempre. Anche con una piccola frottola come questa.

“Sei un gran bugiardo, sai?” Gli domandai.

“Non sono un bugiardo.” Negò. “Sono solo un gran adulatore!” Precisò con un ghigno.

“Avrei in mente un altro aggettivo, ma preferisco non dirlo. Non è adatto ad una signorina come me.” Spiegai.

“Signorina? Tu?”

“Attento, Al, potresti ricevere il secondo pugno della mattinata.” Lo avvisai.

“A dire il vero è il quinto. Lily ha avuto la brillante idea di farsi riccia ed io non sono stato in grado di tenere per me i miei pensieri.” Sorrise.

“Te lo dico col cuore, Albus. Sei pessimo.”

“Ehm, ehm.”

Morgana, Roger.

Mi ero completamente dimenticata di lui.

Che orribile fidanzata.

Come diavolo si faceva ad ignorare in questo modo il proprio ragazzo?!

Sentendomi in colpa, lanciai una breve ma eloquente occhiata a mio cugino.

Per fortuna lui la comprese per quello che era ovvero 'Inseriscilo subito nella conversazione, pezzo d'idiota!', infatti gli chiese: “E tu come stai, Roger?”

“Molto bene, tu?”

“Bene.”

Chiacchierata terminata, perfetto.

Lo supplicai ancora con lo sguardo, ma questa volta fece assolutamente finta di nulla, concentrandosi sulle sue scarpe.

Chiaramente le buone azioni del buon cugino di quest'oggi erano già finite.

Ma cos'altro potevo pretendere?

Roger ad Albus non piaceva. Non piaceva per niente.

Lo definiva anonimo e -ahimè- più volte mi ero ritrovata a pensare che non avesse torto, non del tutto almeno. Ma poi tempestivamente scacciavo quell'assurda idea, riflettendo che Al non aveva mai gradito nessuno dei diversi -tre o quattro- fidanzati che avevo frequentato.

Eccetto uno, il suo migliore amico ovviamente.

Ed in un attimo il suo pensiero tornò a tormentarmi, portando con se la bruciante voglia di sapere dove fosse.

Era già arrivato? Aveva deciso di non venire, avvisando all'ultimo secondo come era solito fare? Cosa?

Dovevo chiederlo ad Albus. Assolutamente.

Il mio buon senso, che almeno in parte non mi aveva abbandonato, mi fece notare che chiedere informazioni del proprio ex davanti all'attuale fidanzato, beh, non sarebbe stato il massimo.

“Roger, che ne dici di andare a prendere i posti? Non voglio rischiare di ritrovarmi in un'ultima fila, non voglio perdermi nessun particolare della cerimonia.” Improvvisai sentendomi vagamente dispiaciuta.

“Certo.” Annuì prima di congedarsi con un cenno del capo.

Soli.

Sorrisi soddisfatta prima di centralizzare tutta la mia attenzione su mio cugino. “Dov'è?” soffiai, riducendo gli occhi a due fessure.

“Chi?” Chiese pur sapendo a chi mi riferissi.

“Lo sai.” Sbuffai.

“Non dovrebbe importarti.” Evitò nuovamente di rispondere alla mia domanda.

Lo sapevo, anche Dominique me l'aveva detto ed anch'io continuavo a ripetermelo, ma non m'interessava.

“Dov'è?” Ribadii.

“E' lì.” Disse indicando un punto dietro di me.

E' lì? Come è lì?

Spalancai gli occhi e gli abbassai la mano, un po’ di discrezione, Merlino.

“Perché è già qui?” Mormorai.

“Perché tra qualche minuto inizia la cerimonia, quando sarebbe dovuto venire? A matrimonio ultimato?”

Perché no?”

“Rosie.” Mi ammonì.

Okay, domanda stupida.

“Sta arrivando.”

Qui?” La mia voce ridotta ad un sussurro.

“Si, Rose.” Mi guardò allibito. “Sicura di stare bene?”

Non feci in tempo a ribattere che 'Si stavo bene' ma che 'Starei stata meglio senza di lui', che lui arrivò.

“Rose.”

Il mio cuore perse un battito, la gola mi si seccò, le ginocchia tremarono e per poco non scappai.

Tutto ciò in un decimo di secondo.

“Scorpius.” Deglutii rumorosamente.

“Stai benissimo.”

Non dovevo balbettare, non dovevo balbettare, non dovevo balbettare.

“Gra-grazie.”

Ecco, appunto.

Sorrisi a fatica.

Era normale tutto quell'imbarazzo? Era normale avere lo stomaco sottosopra? Era normale?

No, non lo era.

“Sono qui con il mio fidanzato.” Affermai tutto d'un fiato, non sapendo neanch'io bene il perchè.

Ero indecisa tra questa frase e 'Che tempo farà domani'.

Stupido imbarazzo.

Stupida me.

Albus ridacchiò, mentre Scorpius alzando un sopracciglio mi domandò: "Ah si? Qual è?"

La sua voce era la stessa di sempre, nessuna emozione all'interno.

Nessuna nota di gelosia, di fastidio. Niente di niente.

Ma poi perché avrebbe dovuto? Io non ero più nulla per lui.

Lo stomaco si serrò in una morsa.

Nulla.

“E' quel ragazzo.” Asserii, indicandogli Roger.

“Quello che sta contando le sedie?” Chiese Scorpius, corrugando la fronte.

Si, in effetti stava contando le sedie. Ma perché?

“Si, esatto. E' un tipo molto preciso.” Buttai lì a caso.

E buffo, avrei voluto aggiungere.

“L'ideale per te, no?”

“Si, infatti.” Risposi con una punta d'acidità, colta sul vivo. “E' responsabile, ordinato, intelligente...” Elencai.

“Un tipo comune.” S'intromise Albus.

Normale.” Puntualizzai. “Ed è la normalità ciò che voglio.” Conclusi osservando Scorpius.

Avevo ritrovato un po’ della mia sicurezza.

Ero pronta per affrontarlo, ora.

Forse.

Distolsi lo sguardo, puntandolo verso la spiaggia.

Un momento... Quella era Dominique?

E stava piangendo?

 

---

 

“...no?”

Girai la testa, piano, con gesti quasi meccanici. Al mi fissava con un sopracciglio inarcato e l’aria di chi stesse aspettando una risposta ad una qualche domanda che io, ovviamente, non avevo udito. Non avevo idea del modo in cui mi stesse guardando Scorpius invece, anche se sentivo i suoi occhi bruciarmi addosso di viva intensità, la mia testa aveva preso la tangente verso altri pensieri e, in quel caos, non ci voleva un genio per capire che infilarci il tuo ex non è il massimo dell’intelligenza.

Se quella era mia cugina Dominique – e non avevo quasi alcun dubbio in merito – e quelle erano davvero lacrime...

Dominique non piange. Mai. Neanche quando potrebbe, perciò per forza di cose doveva essere successo qualcosa di molto brutto per ottenere una simile reazione da lei.

Mi sentii morire.

No, no, no. Non poteva essere successo. Sapevo che la zia Andromeda non era stata tanto bene ultimamente, ma morire... Il giorno del matrimonio del suo unico nipote, per di più! Mi sembrò così ingiusto, così sbagliato, così-

“Buongiorno ragazzi.”

Un attimo... La zia Andromeda? Davanti a noi?

Beh, con un sospiro di sollievo appurai che di certo non aveva l’aria moribonda, il che significava che i miei timori erano, per fortuna, del tutto infondati.

Ma a quel punto, se non era per via della zia...

“Rosie, ma mi ascolti o no?” Al sembrava veramente scocciato e, sbattendo le palpebre, mi accorsi che aveva assunto l’aria annoiata di quando si vedeva costretto a ripetermi lo stesso concetto venti volte perché io non lo stavo ad ascoltare.

“Vengo...vengo subito.” Biascicai, in preda ad un improvviso attacco di panico, mentre, dimentica di Albus, di Scorpius e dell’imbarazzo di poco prima, mi avviavo con decisione verso il punto della spiaggia dove avevo intravisto Dominique.

Una parte di me, che con la coda dell’occhio aveva avvistato Roger farmi segno da qualche parte, mi ricordò di che ragazza di fidanzata fossi. Mi ero dimenticata di lui. Di nuovo. Ma dopotutto Dom stava piangendo e Roger poteva anche aspettare per una volta!

Come se non aspettasse sempre... Mi rimembrò una vocina dispettosa che, con forza, misi a tacere.

Avevo giusto superato il piccolo altarino dove, a breve, Teddy e Victoire avrebbero dovuto sposarsi quando una furia rossa mi si piantò davanti, impedendomi di continuare la mia disperata ricerca.

Era Lily. Di qualunque cosa si trattasse, decisi, poteva mettersi in coda ad aspettare. La cosa che più mi premeva in quel momento era intercettare Dom e capire che diavolo stesse succedendo.

“Rose, devi venire immediatamente!” Lily però non sembrava del mio stesso avviso, ma fu il tono allarmato che registrai nella sua voce a spaventarmi e a farmi finalmente rivolgere le attenzioni sul suo viso.

Non era solo una sensazione, Lily era veramente agitata.

Corrugai la fronte. “Che succede?”

“Vieni e basta!” Tagliò corto lei, afferrandomi la mano e costringendomi a seguirla verso un posto imprecisato all’interno di Villa Conchiglia.

Nella zona inferiore della casa c’era ancora un gran via vai di persone. Intravidi zia Fleur dettare ordini a destra e a manca, come impazzita, e dietro di lei la sorella Gabrielle elargiva occhiate di scusa a suo conto. Mamma mi lanciò un’occhiata preoccupata dal fondo del soggiorno, al che io infossai la testa nelle spalle e finsi di non averla notata. Mamma ha quella straordinaria capacità di afferrare al volo ogni situazione e riesce ad elaborare ogni mio stato d’animo in un nanosecondo. Di solito trovo questa sua caratteristica davvero molto utile, ma in quel momento, scorrazzata come una bambola dalla furia delirante di Lily, non mi sembrò affatto produttiva.

Fu quando, una volta al piano di sopra, mi accorsi che stavamo puntando dritte verso la stanza di Victoire che inizia a preoccuparmi seriamente. Certo avevo sentito di future spose che si fanno prendere da attacchi di panico l’attimo prima di sposarmi, ma non avevo mai addotto tale possibilità a mia cugina Vic. Lei e Teddy erano la coppia, stavano insieme in pratica da una vita e continuavano ad amarsi ancora con l’ardore della prima cotta.

Qualcosa non tornava.

“Lily, ma che...?” Non riuscii a concludere la frase.

Davanti ai miei occhi, una Victoire come non l’avevo mai vista si affaccendava ad afferrare alla rinfusa tutto quello che le sue mani riuscivano a recuperare dall’armadio per scaraventarlo senza alcuna delicatezza in un’enorme valigia poggiata sul letto.

“Pensavano di farmela sotto agli occhi, a me!” Tirò su col naso, i capelli sparati in tutte le direzioni e il mascara colato sul viso. “Il giorno del mio matrimonio! Ma io mando a monte tutto, tutto!!”

Okay, iniziavo ad essere allarmata.

Per istinto gettai una rapida occhiata a Lily, alla ricerca di risposte, ma lei si limitò a scrollare le spalle, come a dire ‘non ne so nulla, era già così da prima’.

D’accordo, tentai di mantenere calma e lucidità, se lei non poteva darmene tanto valeva rivolgersi alla diretta interessata.

“Ehm, Vic?” Pigolai. “È, ecco...è successo qualcosa?”

Per tutta risposta Victoire riemerse a fatica da dietro la valigia e dall’ampio abito bianco per rivolgermi un’occhiata di fuoco, salvo poi raddolcirsi nel capire che ero stata io a parlare e non qualcun altro.

“Chiedilo a Dominique!” Trillò, rimarcando il nome della sorella, mentre finiva di buttare un paio di abiti dall’aria costosa nell’ingombrante valigia, per poi buttarsi a capofitto e con ostinazione sul cassetto della biancheria.

Di nuovo guardai Lily e, ancora, ricevetti una scrollata di spalle in risposta.

“Che stai facendo?” Ritentai dunque, con maggiore audacia.

Non avevo alcuna idea di che diavolo stesse accadendo, ma ero consapevole che andava fatta chiarezza quanto prima, a giudicare dalla folla impaziente che scalpitava di sotto in attesa della sposa.

“Mi preparo le valigie!” Tuonò isterica Vic, tirando di nuovo su col naso intanto che riversava l’intero contenuto del suo cassetto nel bagaglio. “Non voglio rimanere in questa casa un minuto di più! Non con lei tra i piedi! E tu, non ti avevo detto di sparire?”

Sobbalzai. Mi aveva detto di andarmene? E quando?

Poi mi accorsi che il suo dito era puntato verso un punto dietro le mie spalle e, girandomi, mi accorsi con stupore della presenza discreta di Teddy. Stavo per mettermi a gridargli di uscire, che portava male vedere la sposa a pochi minuti dal matrimonio, quando mi accorsi della sua espressione. Era praticamente appiccicato ad una parete, con il viso basso e l’aria da cane bastonato. Conoscendolo, avrei detto che si sentiva in colpa, ma mi sembrava stupida oltre che esagerata una simile reazione da parte di entrambe per una sciocchezza di tradizione.

“Teddy? Che ci fai lì?” La domanda era la mia, ma a chiederlo era stata la voce di Lily, ancora accanto a me.

“Avanti Teddy, dì loro la verità!” S’intromise a quel punto Victoire, avvicinandosi a noi con passo marziale, le mani puntate sui fianchi.

Per un istante, vedendola in quello stato, mi chiesi che fine avesse fatto la Victoire dolce a cui ero abituata e a cui volevo bene. Quella ragazza, tutta scarmigliata e col trucco colato, non sembrava per niente mia cugina. Tanto più che ero sicura di non averle mai scorto in tutta la mia vita uno sguardo come quello, a metà tra l’adirato e...assottigliai meglio lo sguardo, deglutendo nervosamente...il ferito.

“Noi...io... Vic, davvero, io non...”

“Cosa? Non volevi? Avanti, dimmi che non volevi!”

Sia io sia Lily, che ci stavamo capendo meno di zero, ci voltammo verso Teddy, sicure che da quella risposta sarebbe dipesa ogni altra cosa. Lui dal suo canto continuava a mostrare quel cipiglio addolorato, nonostante i suoi occhi fossero fissi in quelli di Victoire con un’intensità che mi fece fremere. Che diavolo aveva combinato? “Appunto.” Victoire non appariva arrabbiata, era più delusa ecco, amareggiata.

“Lasciami spiegare, Vic!” Tentò ancora, probabilmente per l’ennesima volta Teddy, ma stavolta mia cugina non volle proprio saperne.

Scosse il capo, con decisione, bella di una rinnovata fierezza. “Và via di qui, Teddy.” Non era una richiesta, era un ordine che lui non poté ignorare.

Ci passò di fianco a capo chino, gettandoci un’occhiata desolata che né io né Lily osammo commentare.

“Ha baciato Dominique.” Stavamo ancora ascoltando i passi strascicati di Teddy sul pavimento quando, cogliendoci del tutto impreparate, arrivò la confessione di Victoire.

Ci voltammo rapidamente verso di lei, stupite. Si era intanto seduta su uno spigolo vuoto del letto e si asciugava il viso con un fazzoletto pescato chissà dove. Non era infuriata come prima, solo disperata.

“Li ho visti. Ero dietro la porta e lei...” Singhiozzò, più rumorosamente di prima. “Si sono baciati!” Ripeté, come se dirlo in continuazione potesse farlo sembrare più reale.

Rimasi così, senza fiato, con le braccia disarmate lungo i fianchi. Non sapevo che dire. Non avevo parole.

“E lui ha persino osato fingere che non fosse accaduto niente, quando gli ho chiesto se andasse tutto bene!” Stava nel frattempo dicendo Victoire, vagamente più isterica di prima, prima di puntare i suoi occhi chiarissimi su di me e fissarmi con una profondità che mi fece trasalire. “Rose, devi annullare tutto.”

Il mondo mi cadde addosso con la forza e la prepotenza di un macigno.

 

 

 

 

 

Note autrici.

Come vi aveva già anticipato olly nello scorso capitolo, il rischio era quello di aggiornare prima di martedì e, in effetti, così è stato! ^-^

Già da questo capitolo le cose iniziano a trasformarsi e vi assicuro che non è certo l’unica novità che colpirà le nostre povere ragazze, anzi. Per chi ci conosce, sa che ci piace sconvolgere le loro vite fino al limite, prima di trovare un nuovo equilibrio. D’altro canto, nella vita niente è facile, no?

Lo scorso capitolo era interamente dalla parte di Dominique, questo è dal POV di Rose. Per me è una delle poche esperienze in prima persona e, pertanto, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. Olly è molto più afferrata di me in questo senso, per questo mi piace tanto scrivere con lei!

Brevemente vorrei ringraziare anche Aurora_Cullen (sono davvero, davvero felice di ritrovarti anche qui! *-* Mi fa piacere che questa storia ti sia piaciuta, a noi diverte tantissimo scriverla. Che mi dici, questo secondo capitolo è stato abbastanza catastrofico come preannunciato già nel precedente? XD) e mAd wOrLd (non posso fare a meno di ringraziarti, sia da parte mia che credo anche da parte di olly, per averci definito quale “due delle migliori autrici Rose/Scorpius in circolazione”. ^//^ Grazie, davvero, è un piacere vedere che la storia ti piaccia e spero continuerà a piacerti come piace a noi!) per aver recensito. Ma grazie anche a chi ha inserito la storia tra i preferiti o i seguiti e a chi ha letto lo scorso capitolo. Ci piacerebbe tantissimo sapere cosa ne pensate anche voi, perché, lo ripeto forse per la millesima volta, noi ci teniamo molto a questa fanfiction.

Detto questo non mi resta che accomiatarmi, fino alla prossima almeno! ^-^ Mi sa che olly è più portata di me anche con le note, eh.

Baci.

memi e olly

 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: memi e olly