Hi, everyone!
Lo
so. Ho un'altra storia in corso e so che ancora non ho aggiornato. Ma
finalmente stamattina ho capito perchè non l'ho ancora
fatto. E il
motivo sta proprio scritto qui sotto: avevo questo ronzìo
nella testa
da giorni. Mi son detta sarà un mal di testa,
passerà.
Non passava. Allora ho pensato Sto
impazzendo. Poco probabile : è tardi ormai. La
follia in me dilaga da tempo immemore.
Ma
alla fine ecco la spiegazione: avevo queste immagini e queste frasi in
testa - follia a parte, non siate pignoli - e ho capito che ero troppo
presa da questa nuova idea per potermi concentrare su Drag me to hell. Per ora.
Non
so da dove venga fuori, ma comprenderete che quando succede non si
può
semplicemente scrollare il capo aspettando che se ne vada. No, anche
questa volta ho dovuto assecondare la mia testolina aliena...ed eccoci
qui.
Inutile dirvi che non so cosa ne verrà fuori. Purtroppo sono
fatta così : parto in quarta e prego che con il tempo il
tutto non
risulti solo un inutile imbrattamento di fogli...o di... pagina web?
Insomma, avete capito.
Bon. Che dire, basta..
Vi lascio alla lettura, se vi va.
The Cage
Capitolo 1
Edward
Tic. Tic. Tic.
Il muscolo del braccio si contrae ad ogni tocco. Un tocco fastidioso, continuo. Snervante.
Tic. Tic. Tic.
Un
picchio che imperterrito si accanisce sulla dura corteccia dell'albero,
tentando di infrangere il nodoso e complicato disegno creato dalle
venature e dal tempo.
E' così che mi sento, un albero. Assediato dal suo picchio. Snervante.
Tic. Tic. Tic.
“Alice. Smettila.” Il dito, che stava per scontrarsi di nuovo con la pelle marmorea del mio braccio, si blocca a mezz'aria. Per qualche istante la stanza viene avvolta dal silenzio. Niente si muove, anche il pettirosso appollaiato sul davanzale della finestra sembra intenzionato a rispettare l'immobilità dell'ambiente circostante e smette di arruffare le piume con il becco. Come in attesa.
Il tempo sembra essersi congelato.
Tic.
“Alice!!” Mi volto spazientito,
lasciando perdere la mia lettura e
chiudendo con un tonfo sordo il libro che ho in mano, fino ad
incontrare il viso sorridente di mia sorella. Il suo dito ancora
piantato nel mio braccio.
“La smetti?! E' mezzora
che vai avanti a picchiettarmi sul braccio, è... snervante!” Si, è quello
il termine.
“Dai, fratellino! Mi stavi
ignorando, sai quanto odio essere ignorata.” Oh, santo cielo!
“Ascolta, è
normale che io non ti presti attenzione: mi stai
riempiendo la testa di immagini di vestiti e scarpe. Poi tu e Jasper.
Poi vestiti... e ancora tu e Jasper!! In quale universo parallelo la
mia attenzione potrebbe essere stuzzicata da questi due particolari
argomenti, mh?”
Alice sbuffa agitando una
mano in aria come a voler scacciare un
insetto fastidioso. Subito dopo però il suo sorriso torna a
far
capolino sulle labbra sottili.
“Beh, allora facciamo
qualcosa! Mi annoio!” Il broncio che
mette su mi provoca uno sbuffo divertito. Non faccio però in
tempo a risponderle che la vedo irrigidirsi e i suoi occhi diventano
familiarmente vitrei. Una visione.
Mi concentro ed entro nella sua mente.
Persone. No, vampiri. Tanti
vampiri. Ridono, si divertono. Urlano.
Uno spazio enorme, avvolto nel buio e rischiarato solo da una luce
rossa, soffusa.
Noi. Io, Alice, Jasper, Emmet e Rosalie siamo lì, ci
guardiamo in giro, confusi e sconvolti.
Una voce incita gli altri. Urla qualcosa che non riesco ad afferrare.
Ruggiti eccitati sono l'unica risposta.
Mi volto...e quella è l'ultima cosa che vedo.
Un'enorme gabbia.
Ritorno
in me nell'esatto istante in cui la visione finisce. Dopo pochi secondi
anche Alice si riprende, si volta alla ricerca del mio viso e i nostri
occhi si incrociano.
“Che...che cos'era, Alice?!” Lei risponde al mio
sguardo spaesato con uno stravolto.
“Io non lo so. Non lo so,
Edward! E' stato tutto...”
In quell'istante la porta
della mia stanza si spalanca e Jasper entra
come un fulmine. Circonda le spalle di sua moglie con un braccio mentre
con l'altra mano le accarezza una guancia.
“Tesoro, che è
successo? Ti ho sentita agitata e preoccupata. Hai avuto una
visione? ”
Alice si stringe nel suo abbraccio, mentre i suoi occhi restano fissi
nei miei.
“Si. Non so cosa fosse,
erano immagini confuse e veloci, ma... ”
Quella gabbia, Ed...
Il suo pensiero mi arriva forte nella testa. Già. Quello
è stato il particolare che ha attirato anche me.
In un secondo Alice torna ad irrigidirsi, ma non faccio in tempo a
leggerle la mente. Subito si riprende.
“So dove dobbiamo andare.”
“Alice, ora puoi spiegarci
perchè siamo qui?” Rosalie si
volta spazientita, dopo l'ennesima occhiata nervosa all'ambiente.
Emmett le stringe un braccio intorno alla vita, nel tentativo di farla
rilassare.
Il posto è deserto. Sembra uno di quei vicoli bui e poco
rassicuranti dei film dell'orrore. Uno di quelli in cui la protagonista
va puntualmente ad infilarsi nonostante anche tu, spettatore, vorresti
urlarle Ma
allora te le cerchi!
“Non so che dirti, Rose.
So solo che è qui che dovevamo
venire per capire qualcosa di quella visione. Probabilmente dobbiamo
solo avere pazienza. Qualcosa accadrà.”
Ed ecco che, come se il suo fosse stato un invito, un movimento
proveniente dal fondo del vicolo ci fa voltare tutti.
Una figura viene nella nostra direzione con passo lento ed elegante. Il
buio e un ampio cappuccio calato sulla testa ci impediscono di
scorgerne i lineamenti del viso.
Si ferma ad alcuni passi da noi, per poi alzare un braccio e abbassare
il lembo di stoffa.
Non è possibile.
“Buonasera a voi, Cullen” Felix, uno spietato
assassino, ci
osserva uno ad uno con un sorriso strafottente dipinto sul viso.
Felix. Felix. E se c'è lui, allora possibile che anche loro...
“Venite... Aro vi aspetta.”
Appunto. I Volturi.
I nostri sguardi si scontrano, indecisi. Ma in un attimo sappiamo che
in realtà non abbiamo scelta. I Volturi non domandano. Loro
ordinano.
Con un ultimo cenno del capo, seguiamo Felix lungo quello sporco vicolo.
Ad
un certo punto il vampiro biondo si ferma. Istintivamente i miei
occhi corrono alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa. Ma il
nulla è tutto quello che incontrano.
Un muro, anonimo e scrostato, si staglia di fronte a noi. La confusione
nella mia testa è il riflesso di quella dei miei fratelli,
che
lanciano occhiate furtive e attente alla figura immobile di Felix.
Leggo distintamente nella mente di Emmett l'intenzione di chiedere
spiegazioni, ma prima che ne abbia il tempo, la sua attenzione e quella
di tutti noi è attirata da un movimento.
Il vampiro si piega in avanti, flettendo le ginocchia per poi battere
il pugno a terra due volte, con decisione, e quello che ne segue
è un rumore stridulo e graffiante. Un attimo dopo ruota il
busto
nella nostra direzione, permettendoci finalmente una visuale migliore.
Un buco nel suolo. Una botola, più precisamente,
è stata aperta.
“Prego, dopo di voi.” Con un ghigno divertito
e un ampio gesto della mano ci fa segno di entrare.
Lancio un ultimo sguardo incerto verso i miei fratelli, per poi saltare
in quel buio anfratto, precedendoli.
La caduta dura qualche secondo, tuttavia mi rendo conto che deve
trattarsi di almeno una quindicina di metri. Atterro con la grazia
felina che ci contraddistingue e inizio a guardarmi intorno. Un vampiro
alto e nerboruto - presumibilmente quello che ha risposto al segnale di
Felix - se ne sta appoggiato ad una parete: mi fissa per qualche
istante e poi torna a posare lo sguardo davanti a sè.
Pochi istanti dopo avverto alle mie spalle la presenza della mia
famiglia e di Felix a chiudere il gruppo.
“Seguitemi” Il vampiro mi supera e
ci fa strada lungo un
corridoio spoglio e illuminato da alcune fiaccole appese alle pareti.
Superiamo diverse porte di ferro arrugginito e attraversiamo cunicoli
stretti e polverosi, prima di arrivare di fronte ad una massiccia porta
di legno di almeno due metri di altezza e uno di larghezza.
Meravigliosi intarsi corrono su tutta la superficie a formare un
complicato quanto ipnotico disegno. I battenti in ferro si stagliano al
centro, grossi quanto una testa di un uomo adulto.
Felix appoggia entrambi i palmi appena sopra di essi, poi si volta a
scrutarci in viso.
“Benvenuti in Paradiso” Aggrotto le
sopracciglia, incapace di interpretare quella frase.
Con una leggera spinta del vampiro le due ante del portone si
spalancano con un rumore assordante, mostrandoci finalmente
ciò
che nascondono.
Tutti e cinque ci
ritroviamo a trattenere il respiro, un gesto non necessario ma dettato
dalla vista che ci si para davanti.
In
un attimo di lucidità le immagini della visione di Alice si
sovrappongono a quelle davanti ai miei occhi, combaciando perfettamente.
Ai nostri piedi un'imponente scalinata di marmo scende verso la stanza.
Uno spazio enorme, avvolto nel buio e rischiarato solo da una luce
rossa, soffusa.
Uno spiazzo gremito di gente.
Persone. No, vampiri. Tanti vampiri. Ridono, si divertono. Urlano.
Vampiri, a centinaia. Ridono, urlano, alcuni mollemente abbandonati su
dei divanetti di velluto rosso, sparsi qua e là
nell'ambiente;
altri se ne stanno in piedi, in gruppetti, e parlano tra di loro.
Dal soffitto pendono drappi vermigli e neri, di un tessuto velato,
quasi trasparente, come scie di sangue e pece.
L'unica luce è data da fari che illuminano fiocamente la
stanza con il loro macabro e soffuso riflesso scarlatto.
Una musica tetra e potente avvolge il tutto.
All'improvviso un dettaglio che dapprima ci era sfuggito attira l'
attenzione mia e dei miei fratelli.
Alcuni vampiri, sdraiati su dei divani, sembrano impegnati ad
amoreggiare tra di loro, mentre altri osservano la scena, con
un'espressione famelica e di pura estasi a storpiare i loro volti.
Subito però diversi particolari ci fanno capire che la
situazione è ben diversa da quella che immaginiamo.
Dei cuori che battono ad un ritmo forsennato.
Respiri accelerati e sconnessi.
Un odore inconfondibile ed invitante. Odore di sangue.
Non sono vampiri travolti dalla passione. Sono vampiri nel bel mezzo
del loro pasto.
Umani. Ci sono degli umani. E quelle bestie stanno banchettando con il
loro sangue.
“Non
ci crederete, ma sono consenzienti. Fanatici di quello che
loro definiscono "sovrannaturale" o forse masochisti, non saprei... e
non che mi interessi!”
Guardo Felix che se la ride, una risata
sadica ed eccitata, e non riesco a trattenere una smorfia di disgusto,
che lui finge di non notare.
“Beh...almeno
lo sono quasi
tutti...diciamo che con alcuni hanno aiutato molto le nostre doti di
ammaliatori...”
Questa volta scoppia in una risata fragorosa e
melodica.
Un attimo dopo si volta verso di me e con fare quasi cameratesco mi da
una leggera gomitata sul fianco.
“Ovviamente
non li uccidiamo! Troppe sparizioni darebbero
nell'occhio e noi questo non lo vogliamo. Ce ne nutriamo, senza mai
prosciugarli del tutto. Certo, ogni tanto gli incidenti
capitano...alcuni di noi, meno esperti, non sempre riescono a
trattenersi...”
Un'altra risata riempie l'aria.
Vedo Emmett irrigidirsi e contrarre i muscoli ma con un gesto
impercettibile della mano gli faccio cenno di trattenersi. Non potremmo
fare nulla, sono troppi e noi siamo solo in cinque. Sarebbe un suicidio.
Ad un certo punto tutti i vampiri presenti si bloccano e sembrano
attirati nella stessa direzione. Noi seguiamo i loro sguardi e un
secondo dopo una voce possente ma elegante riempie l'aria.
“Amici
miei! Buonasera.”
Al centro della parete opposta al
punto in cui ci troviamo noi, su un piano - rialzato rispetto al resto
- fanno mostra di sè tre troni.
Eccoli.
Seduti su quelli laterali, con un'espressione quasi annoiata, stanno
Caius e Marcus.
In piedi di fronte al trono centrale lui, Aro, osserva i suoi simili,
le braccia alzate e protese in avanti come ad abbracciare le figure
sotto di lui.
“Spero
vi stiate divertendo! Se così non fosse, non temete,
fra pochi istanti cambierete totalmente idea! E' arrivato il momento,
amici, quello che aspettate con impazienza ogni sera.”
Ruggiti
eccitati squarciano il silenzio.
Una voce incita gli altri.
Ruggiti eccitati sono l'unica risposta.
Esattamente come nella visione di Alice.
Guardo i volti dei miei fratelli e vi trovo incertezza, timore e
confusione.
La voce di Aro mi costringe a spostare di nuovo l'attenzione su di lui.
“Stasera
è una serata speciale: è di nuovo il suo momento. Avrete
l'onore e il sommo piacere di rivedere Lei.”
I ruggiti si intensificano e i pensieri pieni di lussuria e
bramosia dei presenti mi esplodono in testa. Di chi sta parlando?!
Un gesto della mano di Aro ed ecco che dal pavimento, al centro della
sala, iniziano a sentirsi rumori assordanti. Vedo molti dei vampiri
spostarsi, creando un enorme spazio circolare. Improvvisamente dal
basso vediamo spuntare dei reticolati di ferro, posti a formare un
grosso quadrato.
Man mano che si alzano i pezzi della visione di mia sorella tornano a
riunirsi.
Edward...quella è... Il pensiero concitato e
ansioso di Alice mi riempie la testa.
Come nella visione.
La gabbia.
Un istante dopo il silenzio torna a dominare l'aria. La gabbia si
staglia in tutta la sua mostruosità, al centro della sala.
Il
quadrato interno viene improvvisamente illuminato da forti coni di luce
bianca.
La voce di Aro torna ad ipnotizzare i presenti.
“Fate
entrare lo sfidante”
Da una galleria posta a sinistra del reticolato vediamo avanzare un
vampiro enorme, muscoloso: il suo sguardo è pieno di follia
e di
rabbia, le iridi scarlatte e lucenti.
Il suo avanzare è accompagnato da fischi e insulti che non
sembrano però toccarlo minimamente.
Qualcuno apre una porta e questo entra nella gabbia, fermandosi nel
mezzo della piattaforma.
Un ennesimo gesto di Aro e la folla si ammutolisce, in attesa.
“E
ora non indugiamo oltre. Date il bentornato a lei, la nostra dea. Isabella.”
In un secondo un boato di grida e ruggiti entusiasti ed eccitati
esplode, facendoci voltare verso la galleria posta al destra.
Dopo qualche istante una figura esce dal buio, avanzando fiera.
Una vampira. Un corpo sinuoso e tonico, stretto in una tuta di vernice
rossa, provocante e succinta. Il rumore cadenzato dei tacchi degli
stivali è quasi completamente sovrastato dalle grida.
Lunghi boccoli castani ondeggiano ad ogni passo, accarezzando la
schiena scoperta.
Un viso perfetto ed etereo, ma impassibile. La bocca carnosa
è ferma, immobile in una linea dura, senza espressione.
E gli occhi. Allungati, da gatta, truccati di nero. Profondi e
ipnotici.
“Edward...”
“Si,
Jasper. Ho notato”
Dorati.
I suoi occhi sono dorati, come i nostri.
Isabella si ferma in mezzo alla piattaforma, ad un paio di metri dal
colosso che ne sovrasta l'esile figura. Lo sguardo fisso in un punto
imprecisato.
Bellissima.
“Bene.
Non credo ci sia altro da aggiungere. Che il divertimento
abbia inizio!”
Aro torna a sedersi sul suo trono, appoggiando la
testa sulla mano chiusa a pugno e un sorriso appena accennato.
Dopo un'ennesima esplosione di grida il silenzio torna a farla da
padrone, creando una bolla di attesa e trepidazione.
L'attenzione di tutti, compresa la nostra, è calamitata al
centro della piattaforma.
A cosa diavolo stiamo per assistere?
Uprising - Muse
L'energumeno ruggisce feroce, per poi cominciare a girare intorno alla vampira, assumendo una posizione d'attacco.
Lei. Lei è immobile, come un secondo prima. Non lo guarda, continua a fissare apparentemente il vuoto.
Senza che me ne rendessi conto il mio respiro ha cominciato a farsi affannato. Assurdo.
Non riesco tuttavia a staccare gli occhi da quella figura accattivante e inspiegabilmente mi accorgo di sentire una certa ansia stringermi il petto.
I movimenti nervosi dei miei fratelli cessano all'improvviso, nel momento esatto in cui il vampiro con uno scatto si scaglia contro Isabella.
Appena si rende conto che tra le braccia stringe solo aria, schiamazzi estasiati riempiono l'aria mentre gli sguardi si posano su una delle reti.
Isabella è aggrappata ad essa ad un paio di metri di altezza e fissa inespressiva il gigante sotto di lei. Questo, dopo un attimo di smarrimento, ricambia il suo sguardo con uno pieno di odio e cieca follia.
“Idiota. Muscoli a volontà, ma neanche un minimo di cervello. E' mosso solo dal'istinto.” Jasper e la sua mentalità da stratega.
“ Oddio. Allora è un combattimento!” Rose spalanca gli occhi, portandosi una mano a coprirsi le labbra piene.
A quel punto la voce di Felix si fa largo tra i ruggiti e la musica.
“Si, beh...diciamo che sono combattimenti un po' particolari.” Incuriositi dalle sue parole ci voltiamo a fissarlo, attendendo spiegazioni.
“In che senso?” La voce di Alice risulta quasi...timorosa?
“Vedete, la ragione per cui questo posto è introvabile non è data solo dal fatto che, essendo vampiri, non possiamo farci scoprire dagli umani. Anche le nostre attività richiedono una certa riservatezza! Questo comprende anche ciò a cui state assistendo...ed il suo regolamento.”
“Che vuol dire, che regole ha?”
“ E' questo il punto, caro Emmett. La regola è una sola, semplice e inequivocabile: vince...chi resta vivo.”
Alice e Rose si lasciano sfuggire due versi strozzati, mentre Jasper ed Emmett si irrigidiscono come me. L'orrore sui loro volti.
Io sono sconvolto. Semplicemente.
Che mostruosità è questa?!
“Vedete quei due lassù” Con un gesto veloce indica il colosso e Isabella ancora impegnati nella loro lotta ”Ecco, prendete lui ad esempio: è il suo primo incontro. Si è presentato qui tutto eccitato, dicendo che era venuto a conoscenza dei combattimenti e che voleva assolutamente prenderne parte. Ha chiesto espressamente di avere come avversario il migliore dei nostri.”
Il mio sguardo si punta su Isabella, intenta a schivare un pugno del vampiro per poi appoggiare le mani sulle sue spalle e con un balzo sopra la sua testa atterrare dietro di lui.
“E noi lo abbiamo accontentato.” Il sorrisino di Felix è di puro e sadico divertimento.
“Stai dicendo che quella lassù..”
“Esatto. Lei è la punta di diamante. La campionessa finora imbattuta.”
Increduli e scioccati torniamo a fissare il combattimento che sta evidentemente per volgere al termine.
Ogni movimento della vampira è stato leggiadro ma preciso, per tutta la durata della lotta. Ogni mossa calcolata ed efficace. Senza ombra di dubbio Isabella ha del talento in quel campo.
Ma ora sicuramente agli occhi di tutti la situazione è piuttosto palese: il vampiro appare ridotto male, ferite piuttosto serie ricoprono il corpo mastodontico. Il sangue gli imbratta gli abiti e crea raccapriccianti macchie vermiglie sul pavimento di pietra.
Lei è ancora perfetta. Non un segno sul corpo scolpito e sinuoso. Lo fissa con quegli occhi profondi e inespressivi. Non lascia trapelare nemmeno un'emozione.
“Ecco. Al solito...” La frase di Felix è seguita da uno sbuffo sconsolato che non riesco a decifrare.
Aro si alza in piedi, richiamando l'attenzione di tutti. Trattengo il fiato senza averne bisogno, con l'agitazione che mi squassa il petto dovuta al non sapere cos'altro succederà.
“Isabella.” La vampira si volta impercettibilmente verso di lui, in viso un'apparente indifferenza.
“Credo proprio di poter affermare con certezza che anche questa volta la vittoria sia tua, mia cara.”
La vampira resta immobile, come se non avesse ascoltato una singola parola.
“Ci risiamo...” Lo sbuffo di Felix questa volta risulta infastidito e in qualche modo rassegnato.
“Che intendi?” chiede Jasper.
“Voglio dire che sono certo che finirà come le altre volte! Quando vince - cioè sempre - Isabella...beh, vi ho detto che l'unica regola è che vince chi resta vivo, no?” Annuiamo impercettibilmente.
”Ecco, Isabella tutte le volte si rifiuta di finire l'avversario! E' una follia! Non sappiamo perchè, lei non è proprio una di molte parole.”
“Si rifiuta?”
“Già. E siccome ha un certo ascendente su Aro, diciamo che lui non la contraddice. Così è sempre uno di noialtri a finire...il lavoro!” In quello stesso istante uno schiocco potente ci fa voltare, giusto in tempo per vedere Demetri, uno della guardia, staccare la testa del colosso. Un attimo dopo in mezzo al "ring" una colonna di fumo e fiamme si innalza, creando scie astratte nell'aria.
I ruggiti estasiati dei vampiri accalcati attorno alla rete, si intensificano.
Mi costringo a distogliere lo sguardo per soddisfare la mia curiosità.
“Non capisco, combatte ma non vuole finire l'avversario?”
“Si, non so perchè. Tuttavia non mi sorprende più di tanto. Come avrai visto è leggermente differente da noi. - mi lancia uno sguardo critico - Assomiglia più a voi, in effetti. Avrai notato i suoi occhi...”
Certo, come avrei potuto non farlo. E' vegetariana.
“Dopotutto non è certo qui perchè ama combattere!” La sua frase, accompagnata da una risata di scherno, mi spinge a chiedere spiegazioni.
“Si, insomma, non ha chiesto lei di essere messa in quella gabbia tutte le sere! Diciamo che Aro aveva delle ottime argomentazioni che l'hanno spinta ad accettare. O meglio, costretta.”
Non è lì di sua volontà. Non vorrebbe essere lì. Ora mi spiego quello sguardo e quel comportamento.
Ma cosa potrà avere Aro in mano per poterla obbligare a tutto questo? Dev'essere qualcosa di grosso.
“Avanti, seguitemi. Aro vi aspetta.”
Un ultimo sguardo alla gabbia.
Il fuoco si sta estinguendo.
Lei è sparita.
“Felix!! Finalmente li hai portati da me!”
“Si, mio signore.” Felix si inchina leggermente, mentre Aro lo supera e viene verso di noi a braccia aperte. Caius e Marcus restano immobili, senza mostrare nessun interesse.
“I figli di Carlisle Cullen! Che piacere vedervi, ! Oh, lui non lo vedo però, e nemmeno la sua adorata Esme!” Il suo sguardo potrebbe apparire relamente dispiaciuto. Non a noi però, lo conosciamo piuttosto bene da sapere che la sua maschera di cortesia nasconde ben altro.
Mi decido a parlare.
“Già. In effetti questa nostra visita non era...prevista. Quando Alice ha avuto la visione non immaginavamo certo di incontrarvi, Aro”
Lo sguardo del vampiro saetta nel mio e il suo sorriso si allarga.
“Edward, figliolo! Che bello averti qui. Allora dimmi, lo spettacolo è stato di vostro gradimento?”
Il disgusto mi chiude la gola, perciò tutto quello che mi esce è una smorfia camuffata in un sorriso.
“Signore, ve l'ho portata.” Demetri fa la sua apparizione da una porta laterale. Ci scruta per un istante, ma distoglie subito lo sguardo.
“Oh! Bene. Bene. Falla entrare!”
Il vampiro fa un cenno d'assenso, poi si scansa liberando il passaggio.
“Forza, entra!”
Isabella, vestita come poco prima, avanza verso di noi, il viso bellissimo ma teso. Nessuna espressione solca quella pelle priva d'imperfezioni.
Si ferma a pochi passi da Aro, che la fissa adorante. I suoi occhi sembrano pieni di...orgoglio?!
“Mia cara! Sei stata meravigliosa anche questa sera. Vieni, ti voglio presentare degli ospiti speciali.” Le posa una mano lattea sulla spalla nuda e a quel gesto la vedo scostarsi impercettibilmente.
Si avvicinano a noi fermandosi ad un metro di distanza.
“Cara, loro sono la famiglia Cullen.” Lei non alza nemmeno lo sguardo, si limita a salutarci con voce spenta.
Vedo Alice fare un passo quasi timoroso verso di lei e porgerle infine una mano.
“Piacere, Isabella. Io sono Alice.” Il viso della vampira è percorso da un lampo di sorpresa: probabilmente non si aspettava un gesto del genere. Sembra riflettere su cosa fare, infine alza gli occhi e li posa in quelli di mia sorella, stringendole la mano.
“I vostri occhi...” Il suo sussurro stupito rivela una voce celestiale.
“Si. Anche noi seguiamo la tua stessa dieta.”
A quel punto Alice, come incoraggiata, con una mano ci indica.
“Loro sono la mia famiglia, o almeno una parte. Lui è Jasper, il mio compagno.” Jasper accenna un sorriso cortese e lei risponde con un cenno del capo.
“Loro invece sono Emmett e Rosalie, marito e moglie nonchè miei fratelli.” Rose le rivolge un saluto e un sorriso sincero, mentre Emmett sgrana un sorriso enorme.
“Piacere, Isabella!”
“Ciao.”
“Infine questo è un altro dei miei fratelli. Edward.”
Finalmente i suoi occhi si incatenano ai miei. Per la prima volta vedo qualcosa muoversi in quei pozzi ambrati, ma dura solo qualche istante. Non saprei definirlo, so solo che è stato qualcosa di intenso che mi ha investito come un muro d'acqua, stordendomi.
Aro mi scruta intensamente, per poi spostare gli occhi sulla figura di Isabella che è tornata a fissare il suolo.
Quello che succede un istante dopo mi gela sul posto.
Aro afferra un braccio della vampira e la fa voltare verso di lui.
In un attimo preme con violenza le sue labbra su quelle di Isabella.
Non so proprio cosa ne sia venuto fuori. Nè cosa ne uscirà se vorrete che continui.
Immagino che dovremo stare a vedere. Ne so quanto vuoi per ora! ^^
Sotto vi metto un'immagine di quello che ho pensato essere la "tenuta" da combattimento di Bella. Potete immaginare che non è stata esattamente una sua scelta! L'attrice nella foto non rispecchia la mia idea di Bella, nel senso che per Twilight mi piace continuare ad immaginare Bella come Kristen, Edward come Robert e così via. Però l'immagine mi serve per farvi avere un'idea. Il vampiro-colosso me lo vedo esattamente come nella foto, stessa cosa per la gabbia.
Le canzoni non saranno obbligatoriamente legate ai vari capitoli. Sono canzoni che amo e che mi danno ispirazione. Tutto qui.
Che dire. Spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo. Se così sarà, avrò un buon motivo per continuare con questa follia!
Un grazie anticipato a chiunque vorrà farmi sapere se vale la pena di spenderci del tempo, a chiunque vorrà dare dei consigli......e si, dai, anche a chi vorrà semplicemente consigliarmi di darmi all'ippica.
Un abbraccio.
Andy, per servirvi.
Gabbia, Colosso e Abbigliamento Bella