Ok…dato che vedo molti di voi con i
mani fucili, asce, cannoni, pugnali, frecce e quant’altro inizio davvero
a chiedermi se sopravvivrò a voi oggi. Ma dato che sono una persona coraggiosa
(BUGIARDAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!) ho deciso di apparire
comunque per postare.
Innanzitutto…io non ho
idea di come faccia Alice, la mamma di Neville, di cognome. E quindi ne ho
inventato uno. Scusatemi.
In secondo luogo vi chiedo umilmente perdono per il tempo assurdo
che ci ho messo per aggiornare. Purtroppo, come potete vedere, questo capitolo
è abbastanza descrittivo, il che ha richiesto una notevole
quantità di tempo. Inoltre la scuola mi sta distruggendo…e il
lavoro pure…quindi…
E ora:
x ilenia23: Ciao…allora…come faccio a mettere quei ghirigori
per separare una parte dall’altra? Facile! Vai su Inserisci e poi su Simboli. E fatto. Poi… … Si
si…il mistero su Rose si infittisce sempre di più. Chi è? Cosa ci fa davvero a Hogwarts?
Qual è il suo passato? Tutte le domande avranno risposta, ma ci
vorrà un po’. In realtà è un po’ complicato da
spiegare. Questa storia non si fermerà con l’omicidio di James e
Lily da parte di Voldemort, ma andrà oltre. Fino alla fine del settimo
libro “ Harry Potter e i Doni della Morte.” Certo tutta la storia
subirà dei cambiamenti, ma saranno lievi e non incideranno, se non alla
fine, con la storia narrata dalla Rowling. Spero che potrai presto darmi una
tua opinione. Davvero. Alla prossima. Grazie del commento. Baci
baci…Ciau.
3. Tutto
come sempre…?
La mattina dopo quel brutto
incubo e la chiacchierata notturna con James Potter, l’alba si
levò placida illuminando piano piano tutto il castello di Hogwarts, e
facendo aprire gli occhi alla dolce Lily Evans. Intorno a lei, le sue compagne
ancora dormivano profondamente. Bè, Jami a parte che nemmeno le
cannonate riuscivano a buttarla giù dal letto sembrava che anche Tonks,
la loro nuova amica, avesse il sonno pesante. E questo fece intuire alla rossa
che quell’anno, alla mattina, ci sarebbe stato un po’ di putiferio
in quella stanza. Ma nonostante questo Lily sorrise
serena: era tornata a Hogwarts! E sembrava che tutto il resto, tutti i
problemi, si fossero dissolti come fumo.
Un leggero picchiettio
proveniente dalla finestra a lei più vicina la fece volare e lì,
con un giornale nel becco, stava Eirlys, la sua civetta bianca come la neve.
Lily andò ad aprirle e il bellissimo animale planò nella stanza
arruffando le piume scarmigliate dalla velocità; si appollaiò sul
letto della ragazza e poggiò il giornale su di esso. La
rossa sorrise dolcemente alla civetta prima di prendere dalla valigia
ancora mezza piena un pacco di biscotti e allungarne un paio verso di lei che
mangiò con gusto.
Lily prese
Tuttavia Lily sapeva
benissimo che ciò che i giornali riportavano non era che un piccola parte della realtà. C’erano ancora
tante cose che restavano nell’ombra, volti senza nome privi di vita sporcati
dal fango, mani senza identità macchiate del sangue di innocenti. E
dietro a tutto questo, come un generale che guida un esercito, c’era lui,
il cui nome faceva rabbrividire il mondo: Lord Voldemort!
Un nome, una Guerra!
Quello che lui voleva, il suo Regno del Terrore, stava ormai per giungere alla Genesi.
L’Inizio di un’Era che, certamente, sarebbe nata e cresciuta nel
Terrore, nella Vendetta, nell’Odio. Ma che avrebbe trovato sulla sua
strada l’Amore,
š›
L’alba, vista da
Hogwarts, era sempre uno spettacolo più unico che raro. Era meraviglioso
osservare il sole salire lento nel cielo, illuminare tutto con la sua calda
luce e poi brillare accecante, riflesso nell’acqua del Lago Nero.
Rose Turner, che quel giorno
avrebbe tenuto la sua prima lezione, guardava con gli occhi accessi dalla
nostalgia lo spettacolo che le si presentava davanti, e che più di mille
volte, in passato, era stato testimone di promesse e baci rubati come fossero
gli ultimi della propria vita. Ricordi di tempi passati, di tempi ormai
dimenticati dalla memoria, fatti occultare al tempo. Aveva 17 anni allora. Solo
17 anni. Ora, invece, gli anni erano passati letali, benché ne il suo fisico ne il suo viso mostrassero traccia alcuna.
Con gli occhi ora chiusi
assaporava l’attimo come fosse l’ultimo. Ogni profumo, ogni rumore.
Si era sentita sola in quegli anni passati lontana da Hogwarts, lontana da casa
sua. E ogni notte, prima di coricarsi, aveva pensato a loro, a tutti loro. Ai
suoi amici ormai morti. All’uomo che aveva amato e che ancora continuava
ad amare… Le lacrime le pizzicarono gli occhi. Quei pensieri facevano
ancora troppo male, come sale su ferite sempre aperte. Ma forse era giusto
così. Forse quello era il prezzo da pagare per aver amato. E nonostante
tutto non v’era mai stata traccia di pentimento nei suoi occhi dorati.
No, non c’erano stati segni di rimorsi o rimpianti.,
solo gioia e dolore. Ma mai vendetta, odio o quant’altro.
Sentimenti che invece avevano
offuscato e reso schiavo Lui…
Fisso intensamente il sole
salire nel cielo e rischiarare un nuovo giorno. Non sentiva alcun bruciore
nelle iridi dorate. In quel momento non sentiva proprio nulla. I ricordi, le
emozioni e il passato avevano preso il posto sul presente, catapultandola
ancora una volta in un mondo lontano che a volte credeva esser stato soltanto
un sogno.
Un Sogno…
Né bello né
brutto. Soltanto un Sogno…dal quale, inesorabilmente, si era dovuta
svegliare.
Ed era passata la sua vita.
Il tempo e gli anni era trascorsi rapidi. Nuove Generazione avevano visto la
luce del sole. Altre erano morte. E nonostante tutto Hogwarts era sempre la
stessa. Abbarbicata su quella collina, protetta dal mondo Babbano. Terra magica
che mille e più segreti aveva conservato, amica
silenziosa e fidata che mai aveva tradito. Se le mura avessero mai potuto
parlare… Oh, quanti segreti avrebbero svelato?!
Quanti racconti fantastici, storie meravigliose avrebbero potuto narrare?! Quanti misteri avrebbero trovato soluzione così,
semplicemente?!
Sarebbe stato bello…e
facile! Ma facile non doveva, non poteva essere. Mai era stato così. Mai
sarebbe stato così. E ora che il suo tempo stava volgendo a termine, le
sembrava quasi di sentire i ticchettii della Clessidra del Destino che segnava
il tempo che le restava. A lungo aveva sperato che quel momento giungesse in
fretta. Era stanca di vivere, di vedere morte e dolore, di dover asciugare
lacrime e lavare via il sangue degli innocenti. Aveva continuato a farlo per un
tempo indeterminato, anche se le sue mani ormai erano più sporche del
terreno macchiato. Ma ora che i secondi della sua vita si potevano contare sul
palmo della mano riusciva finalmente a vedere il disegno completo, il quadro
integrale. Comprendeva il Destino, il Futuro…e le sue cause.
Ad altri sarebbe spettato il
compito di realizzare quella ch’era, per ora, solo un’Illusione!
š›
Era presto, e nessuno era
ancora sveglio; tutti riposavano ancora nei loro caldi letti, chi con i sogni,
chi con gli incubi. Altri, invece, camminavano furiosamente nelle loro stanze,
eccitati per l’inizio del nuovo anno scolastico.
Ma Lily Evans non rientrava
in nessuna delle due categorie. Sveglia dall’Alba, la ragazza era scesa a
far colazione molto presto; era ormai da anni che quell’abitudine si
ripeteva, continua e mai noiosa. L’era sempre piaciuto il silenzio che
aleggiava nella grande Sala quando non v’era ancora nessuno in giro per
il Castello. Le trasmetteva una quiete incredibilmente rilassante.
Tuttavia, quel giorno,
sembrava che qualcosa non sarebbe andato così. Perché quella
mattina, nella Sala Grande, c’era qualcosa di arcano e terribile. Il
silenzio non era più un normale silenzio. C’era qualcosa
nell’aria, qualcosa che, lieve ed impalpabile, spirava sfiorandola
dolcemente. E sapeva di mistero, di promesse e di segreti. Le sembrava quasi
che il tempo si fosse fermato, e i secondi avessero iniziato a riavvolgersi
lentamente, dandole il tempo di assaporare pienamente quell’attimo.
La mano che sosteneva il
succo di zucca di bloccò a mezz’aria. Gli
occhi sempre vigili e attenti si chiusero dolcemente. I lunghi capelli ramati
presero a muoversi piano mentre un vento arcano soffiava improvvisamente nella
Sala Grande.
Il Vento del Destino…
E per Lily Evans fu un Segno.
La prova che, quell’anno, non sarebbe stato come gli altri. Lo poteva
sentire distintamente che sarebbe stato così: era il Vento a
suggerirglielo! Poteva sentire chiaramente la sua dolce e suadente voce
mormorarle piano all’orecchio. La sentiva chiaramente…ma non riusciva
a comprendere il discorso completo. Solo stracci di
parole, farfalle di discorso…
Tese l’orecchio
cercando di capire. Inutile: non comprendeva! E allora decise di lasciar
perdere, di godere di quel momento magico il più possibile. prima che
tutto scomparisse.
Improvvisamente il vento si
alzò, facendo oscillare tutto ciò che trovava sul suo cammino. Ma
lei resisteva. Immobile, come se si trovasse nell’occhio del ciclone,
come se il vento non la sfiorasse nemmeno. Poi un rombo, potente e distruttivo,
si abbatté su di lei. Ma non lo sentì. Era come se si trovasse in
una bolla d’aria, protetta dall’intero mondo esterno.
Un attimo dopo tutto cessò. In Vento, il rumore… Non rimase
nulla.
Aprì piano gli occhi,
quasi con paura: non sapeva che aspettarsi! Ma davanti a lei non c’era
nulla. Solo il silenzio della Sala Grande alla mattina presto. Solo questo.
Niente più.
Tutto era scomparso. Si
guardò attorno più volte chiedendosi se
avesse solo sognato o se fosse successo davvero. Qualcosa si agitava ancora
dentro di lei, suggerendole che era tutto vero, che non se l’era solo
immaginato. Un fremito in fondo all’anima. La consapevolezza di
qualcosa…
š›
ORARIO DELLE LEZIONI
LUNEDÌ |
MARTEDÌ |
MERCOLEDÌ |
Pozioni
Doppie Grifondoro/Serpeverde |
Trasfigurazione
Doppie Grifondoro/Serpeverde |
Antiche
Rune Grifondoro/Corvonero |
Difesa Grifondoro/Corvonero |
Pozioni
Doppie Grifondoro/Serpeverde |
Aritmanzia Grifondoro/Tassorosso |
Trasfigurazione Grifondoro/Tassorosso |
// // |
Difesa
Doppie Grifondoro/Serpeverde |
Quando questo orario
arrivò nelle mani degli studenti del settimo anno di Grifondoro, quella
mattina a pranzo, si poterono distintamente sentire un non ben identificato
numero di mascelle sbattere violentemente o sul tavolo o sul pavimento a
seconda dei casi.
“ MA SONO TOTALMENTE
FUORI DI TESTA?!”
Urlò, tanto per fare un esempio, Sirius Black beccandosi
un’occhiata poco rassicurante da parte della professoressa McGranitt.
“
Effettivamente…” Si trovò d’accordo Remus leggendo i
rileggendo l’orario. “ …questo orario è un tantino…come
dire…”
“ Impossibile?”
“ Assurdo?”
“ Massacrante?”
“
Pesante. La parola che stavo
cercando è pesante.” Precisò Lupin senza far troppo caso
alle espressioni completamente out dei suoi amici. Eh, la vista di
quell’orario li aveva prosciugati completamente. E, sinceramente
parlando, non poteva dar loro torto. Ma non erano le ore complessive di studio
che lo preoccupavano maggiormente, bensì il gruppo con il quale le
avrebbero condivise. Quasi tutte le ore, infatti, le dovevano fare con i Serpeverde
il che, naturalmente, equivaleva ad un inferno gratuito per tutti.
Ma la cosa che più le
rendeva perplesso era come erano
state disposte le materie. Doppie ore di continuo, buchi qua e là
e…e mancavano ben 2 giorni interi di lezioni. E questo non era normale.
Da sempre, i professori di Hogwarts, erano pignoli e precisi. Non sgarravano
mai un giorno, un’ora. E sicuramente non potevano essere così
imbecilli da dimenticarsi intere giornate. No, c’era davvero qualcosa che
non quadrava quella mattina.
A partire dalla professoressa
McGranitt che, a labbra strette e con le nocche bianche, sorseggiava molto nervosamente il suo tè
mattutino. Doveva esserci qualcosa che la turbava parecchio. E forse non si
trattava propriamente di qualcosa, bensì di qualcuno. Altrimenti perché i suoi occhi avrebbero
continuato a saettare verso la nuova insegnante di Difesa?
Questa, dal’altra
parte, sembrava non sentire nemmeno le occhiate che
Proprio in quel momento la
professoressa Turner alzò gli occhi incrociando quelli del giovane
Lupin. Occhi malinconici i suoi, placidi e delle
stesso colore dell’acqua del Lago. Solcati da una linea di dolore, ma
forti e determinati come pochi al mondo.
Fu questo che Rose vide in
quelle iridi azzurre. E vide molto altro ancora. Sondò direttamente
l’anima del ragazzo, così da poter cercare ogni più piccolo
segreto, ogni debolezza e ogni forza. Ma forse, quello che semplicemente stava
cercando, era un Segno. Anzi, Il Segno! E parve scorgerlo nel profondo di lui,
negli angoli che nessuno avrebbe mai raggiunto. Proprio com’era successo
la sera prima con Lily. La stessa identica sensazione. Per entrambi.
Remus scosse piano la testa e
distolse lo sguardo dalla donna. Qualcosa, in quegli occhi dorati,
l’aveva inquietato. Era qualcosa che non sapeva spiegare, qualcosa a cui
non era in grado di dare un nome. Ma esisteva. C’era. E questo gli fece
accapponare la pelle.
š›
Se c’era una materia
amata dagli studenti di Hogwarts questa era Difesa Contro le Arti Oscure.
Affascinante da sempre era,
in teoria, l’unica lezione – tranne Incantesimi – in cui gli
studenti potevano usare e apprendere la magia in modo pratico. In realtà
era solo uno scassamento totale dato che, da epoca a epoca, pochi erano stati
gli insegnati davvero qualificati. Circa ogni anno si cambiava professore anche
se, da quando i Malandrini avevano messo piede in quella scuola, gli insegnanti
potevano anche essere 3 o 4 all’anno.
Tuttavia, forse,
quell’anno qualcosa sarebbe stato diverso. Rose Turner non era una che si
faceva mettere i piedi in testa dagli altri, anzi. Sapeva come tenere a bada certi
elementi. Ricordava perfettamente di essere stata anche lei così,
anni addietro, e perciò sapeva quali erano i giusti metodi. Anche per
questo sorrise entrando nella classe gia piena di studenti. La sua camminata,
sicura e calibrata, rispecchiava appieno la sicurezza che sentiva dentro di se.
I lunghi capelli si muovevano ad ogni passo formando sinuose onde di caramello,
e il viso a uovo non portava alcun segno d’incertezza. Sotto braccio
teneva soltanto quello che gli studenti riconobbero al volo come il registro
per l’appello. Niente libri, niente quaderni, niente di niente.
“ Buongiorno a
tutti!” Esclamò ad alta voce richiamando l’attenzione
generale su di se.
Ogni volto, ora, era puntato
su di lei e sul suo viso giovanile. Sembrava una giovane donna alla sua prima
esperienza nel mondo del lavoro. E chi pensava questo quel giorno dovette
ricredersi.
Rose li osservò uno ad
uno.
Grifondoro sulla destra.
Serpeverde sulla sinistra. Nella norma. Pareva quasi che ci fosse un muro
divisorio fra i ragazzi delle due Case. Ma questo non la sorprendeva. Era
sempre stato così. E le vecchie abitudini sono dure a morire.
“ Io sono la nuova
professoressa di Difesa. Mi chiamo Rose Turner…cosa che voi saprete
sicuramente se ieri a cena avete ascoltato il professor Silente.” Aggiunse sorridendo quasi impercettibilmente.
“ Mi sono giunte alcune…voci…si, chiamiamole pure così…” E i suoi
occhi saettarono su un gruppo di studenti posizionato in fondo all’aula
che sembrava sentirla a stento. “ Alcune voci su questa cattedra ed è bene che sappiate fin da ora
che non ci credo minimamente alle leggende di corridoio. Quindi, se avete
intenzione di giocarmi da subito qualche brutto tiro mancino, è meglio
che vi avvisi fin da ora che sarà tutto inutile. Si inizia a settembre e
si finisce a giugno.”
Il suo tono di voce era
vellutato ma serio. E c’era qualcosa nella sua voce, qualcosa
di…di…di magico… La
classe, solitamente una delle peggiori dati gli individui che la formavano, era
stranamente placida. Gli occhi fissi sulla nuova professoressa; nessuna
espressione che non si potesse definire vuota animava i loro volti.
Tuttavia Narcissa Black,
Cissy per gli amici, sembrava
resistere almeno in parte a quello strano torpore che l’aveva colta
all’improvviso. Le sue palpebre continuavano a muoversi veloci e
ritmiche, quasi la ragazza fosse stata presa da un tic. Voleva resistere.
Rose piegò le labbra
carnose in un sorriso. In gamba, la ragazzina. Tuttavia le sarebbe bastato poco
per sottometterla senza alcun sforzo. Non si stava impegnando; non voleva
rendere schiavi del suo potere quei ragazzini. Non era questo il suo intento.
Al momento le bastava renderli innocui, placidi…e vedere chi riusciva a
resisterle. Pochi, certo, ma pochi erano gia molti in quella situazione. E quei
pochi erano i più logici.
Narcissa e Bellatrix Black, Lucius Malfoy, Severus
Piton, Lily Evans, Jami Sanderson e i Malandrini.
Gli occhi di Rose fissavano
questi ragazzi intensamente.
Erano diversi, fra loro.
Tanto li divideva gli uni dagli altri. Eppure il destino di tutti era gia
segnato. Ed era comune. La stessa strada, solo per vie differenti. Una stessa
strada che li avrebbe un giorno portati a rincontrarsi in un luogo comune. E
forse quel giorno sarebbe stato l’ultimo.
Gli si stringeva il cuore a guardarli. Erano tutti così giovani…
La donna chiuse piano gli
occhi e l’incantesimo si dissolse così com’era iniziato. Gli
studenti non parvero rendersi conto di niente. Tuttavia gli occhi di alcuni
erano ben fissi su di lei. Come se avessero capito…o solo immaginato.
“ Ora ho una domanda
per voi.” Iniziò Rose come se nulla fosse stato. “ Quanta
pratica avete fatto in questi sei anni passati a Hogwarts?”
Se avesse chiesto loro di
andare sulla luna con un paio di ali sarebbe stato lo stesso.
La parola pratica non era nel vocabolario degli
studenti. Tantomeno in Difesa. Gia era stato tanto che avessero fatto teoria,
figuriamoci pratica.
“ Domanda
retorica!” Mormorò a se stessa. “ Proprio
per questo motivo io e Silente abbiamo deciso di istituire il Club dei
Duellanti. Sapevo da subito che voi non avete la minima idea di cosa sia
un vero duello.”
Rivolse loro un sorriso sornione. Sapeva che non avrebbero osato ribattere.
Forse alcuni avrebbero potuto farlo, ma sarebbe stato scoprire la carte fin dall’inizio. E a qualcuno la cosa non sarebbe di certo andata giù se
così fosse stato.
La mano alzata di Alice
Knight, Grifondoro, le fece alzare un sopracciglio. “ Si?”
“ Scusi ma…cosa
sarebbe, con esattezza, questo Club dei Duellanti?” Chiese curiosa. Rose
la fissò per un solo, lunghissimo istante. Anche da lei percepiva
qualcosa, come una vibrazione. Ma era debole. Troppo. Sicuramente il suo nome
avrebbe avuto rilevanza nel futuro, ma non era lei che stava cercando.
“ Il Club dei
Duellanti, signorina Knight,” Ed era un vero
mistero per gli studenti capire come lei gia conoscesse i loro cognomi. “ è un Club che verrà creato entro la fine del
mese. Sarà aperto a tutti, indipendentemente dalla Casa o dal
cognome.” E i suoi occhi saettarono sui Serpeverde quasi fosse
un’ammonizione. “ Io stessa ne sarò la
direttrice e, certamente, sarei molto lieta di avere i nominativi di quanti
fossero interessati al più presto. Soprattutto per chi vorrebbe,
in futuro, divenire un Auror…diciamo che sarà utile unirsi a noi.
Per ora non so dirvi giorni e orari, ma faremo certamente in modo che non
coincidano con altre attività quali Quidditch e altre.”
Un’altra mano alzata;
questa volta apparteneva a Jami Sanderson. “ E cosa impareremo in
queste…lezioni?!”
Uno strano ghigno si
delineò sulle labbra della professoressa. “ Tutto ciò che
c’è da sapere sui duelli, signorina Sanderson. Dalle regole di
base e teoriche a quelle più avanzate e pratiche. Ci saranno anche una serie
di combattimenti fra voi…tanto per saggiare se siete portati o meno.”
Stavolta fu Jami a ghignare,
e l’occhiata che lei e Lily si scambiarono non passò certo
inosservata a Rose. Così come non le sfuggirono quelle dei Malandrini o
di Alice Knight verso il ragazzo che le stava seduto affianco. Furono molte,
quel giorno, le occhiate che gli studenti si scambiarono fra loro. C’era
chi, gia lo sapeva, avrebbe intrapreso la strada di Auror. Chi ancora non era
deciso sul suo futuro. Chi aveva gia preso una strada sbagliata. Ma negli occhi
di tutti c’era il futuro. Oscuro, misterioso, affascinante… C’era una
strada da prendere, una decisione da affrontare. E ognuno di loro
l’avrebbe fatto.