Un’inquietante
scoperta
Ovvero
La quarta
storia della buonanotte
Non
appena giunsero, Cassandra sentì una specie di peso scivolargli via dalla
testa… lasciando il posto ad un’emicrania.
-Ohiohi…- mormorò Cassandra, subito seguita da Matt.
-Ahhh…-
-Vado
a prendere un pacchetto di aspirine, eh?- disse subito
Cecilia, saltellando fino in bagno, dove tenevano le medicine; mentre passava,
sbirciò le scale, dove aveva visto (senza che gli zii se ne accorgessero) il
quadro di Etheldredda. Portò subito il pacchetto ai
parenti, che le presero con un gemito di sollievo. Poi decisero di andare a
distendersi per riprendersi un po’, e anche loro passarono davanti alle scale.
Cassandra
si fermò.
-Matt, guarda lì…-
-Cosa?-
-Non
ti viene in mente nulla?-
-No,
no… perché?-
-Ho
come l’impressione di averci visto Etheldredda, là,
ieri sera…-
-Ma
no, lei stava in soffitta, come al solito!-
-Sei
sicuro? Mi sembra che ci fossi tu! Prima cambiavi
Cecilia, poi sei andato lì… ma davvero non ricordi?-
Si, certo che ricordo! disse
l’inconscio di Matt.
-No. Che sciocchezze!- disse
la sua bocca.
Cassandra
lo prese per le spalle e lo scosse forte.
-Ma dai! Ricordati! Dai, su…-
Poi
Matt ebbe un lampo, appena un guizzo di memoria…
… il ritratto di Etheldredda, completo di
cornice, sovrastava Matt di tutta la testa, essendo a
grandezza naturale. Lo fissò…
-Hai
ragione! Ma che ci faceva là? Lei sta in soffitta!-
Corsero
a rotta di collo su fino alla soffitta; e videro che la porta era chiusa da…
-Trentatré
serrature? E chi ce le ha messe?-
-Non
lo so… però quando siamo venuti qui due giorni fa non
c’erano! E noi non le abbiamo messe? O… forse si?-
-No,
è impossibile…-
-Sei
sicuro?-
-Al
100%.-
-Mmm…-
-Uff!-
-E dai, scherzavo…-
-Sarà
meglio…-
-Che fate?-
Cecilia
era sbucata dalle scale.
-Niente,
niente…-
-Cosa
ci fate davanti alla soffitta?-
-Niente,
niente…-
-Sapete
dire solo quello? E poi, scusate, quelle non le avete messe voi ieri sera?-
Matt e Cassandra si guardarono.
-Qualcosa
non quaglia…-
-Però non parliamone davanti alla bambina!- bisbigliò Matt. –Mangiamo, mandiamola a letto, e ne parliamo dopo…
okay?-
-Okay- rispose l’altro; e si misero a cucinare.
Dopo
cena, Cecilia era di nuovo in attesa di una storia
croccante con cui appisolarsi. Però stavolta voleva
qualcosa di più… ed espresse il suo semplice ed innocente desiderio.
-Voglio
che questa sia una storia interessante! Mi deve far trattenere il fiato!
Intesi?-
Un
fulmine squarciò il cielo.
-Agli
ordini!-disse Matt, inchinandosi beffardamente –Ho giusto la storia che fa per te…
-Chiamale! […]
Fianco a
fianco si spostarono fra i sepolcri. L’orso trotterellava dietro di loro. Orfeo
invece si affrettò sotto l’albero con gli altri. Solo Farid
restò dov’era, come impietrito, sul viso il terrore degli spiriti che Mo stava
per evocare, e la nostalgia per colui che tenevano
prigioniero nel loro regno.
Si alzò
una leggera brezza, fredda come il respiro delle dame bianche, e Resa fece
automaticamente un passo avanti, ma Maciste la tirò indietro.
-No-
le bisbigliò, e lei si fermò sotto l’ombra dei rami, e come la figlia si mise a
fissare i due uomini che stavano in mezzo al cimitero.
-Mostratevi,
Figlie della Morte!- La voce di Mo era imperturbabile, come se avesse
pronunciato quel richiamo innumerevoli volte. –Vi ricordate di me, vero? Della fortezza di Capricorno, della caverna in cui mi avete seguito,
del battito debole del mio cuore fra le vostre dita. Glandarius
vorrebbe chiedervi notizie di un vecchio compagno. Dove
siete?
[…]
La prima
dama bianca apparve proprio vicino alla tomba davanti
alla quale stava Mo. Le bastava allungare un braccio per sfiorarlo, e lo fece,
come se salutasse un amico. […]
La
seconda si materializzò alla sua destra, e gli posò una mano sul petto, là dove
batteva il cuore. […]
Ne
comparve una terza, poi una quarta e una quinta. Circondarono Mo e il Principe
Nero finché Meggie non vide due ombre scure tra le
nebulose figure. […]
Ne
vennero altre. Sembravano prendere forma dal fiato dei due uomini, che restava
sospeso in aria in candidi sbuffi. Perché ne arrivavano
così tante? […] Ma poi cominciarono i sussurri, così
indistinti come le evanescenti dame. Divennero sempre più forti, e l’incanto si
trasformò in paura. […] Resa si divincolò da Maciste e prese a correre. Meggie le si precipitò dietro,
sfondando la brumosa cortina di quei corpi trasparenti.
La
accolsero dei volti, bianchi come i sassi in cui Meggie
inciampava. Ma dov’era suo
padre?
Tentò di
spingere da parte quelle diafane membra, ma tastava invano nel vuoto, finché si
scontrò con il Principe Nero. Se ne stava là, la faccia cinerea, la spada
sguainata tra le mani tremanti, a scrutare in giro come se avesse dimenticato
chi fosse. Ma i bisbigli erano cessati. Le dame
bianche erano svanite, disperdendosi come fumo al vento, lasciando la notte più
buia che mai. E terribilmente fredda.
Resa
chiamò di nuovo Mo, ancora e ancora, mentre il Principe Nero si guardava
attorno disperato, l’inutile arma ancora stretta in pugno.
Ma
Mo non c’era più. *
Un
tuono tambureggiò fuori, Cecilia dormiva. Ma stavolta una rughetta sottile
le attraversava la fronte.
Durante la notte infuriò un temporale; dire che pioveva a dirnove è poco; la mattina dopo, però, la tormenta si era
calmata, sebbene in cielo persistessero ancora dei grandi e grigi nuvoloni.
Quando Matt si svegliò, non c’era Cassandra
accanto a sé. Dopo una breve ricerca, la trovò in soffitta (aveva nascosto il
dipinto di Etheldredda sotto
dieci o undici coperte), dove guardava il cielo dalla finestra. Le si avvicinò e si mise a guardare fuori a sua volta.
-Buongiorno…-
-Buongiorno.-
-Notte
pesante, eh?-
Cassandra
non rispose.
-Cassandra?-
Non
lo degnò di uno sguardo.
-Cassandra,
che cos’hai? Stai bene?-
-Per
ora si…-
-Cosa
stai dicendo?-
-Non
te ne sei accorto?-
Il
silenzio dell’altro fu più che sufficiente. Cassandra finalmente distolse gli
occhi dal paesaggio per guardare Matt; poi sospirò.
-C’è la Morte, oggi, a Bethot-City…–
*Per chi
non abbia mai letto la trilogia del Mondo
d’Inchiostro, tutto ciò è perlomeno confuso. Sappiate che le dame bianche sonole Figlie della Morte, Mo e Glandarius
sono la stessa persona e che Resa è moglie di Mo e madre di Meggie…
gli altri invece sono personaggi non troppo importanti
ai fini della comprensione della storia.
Bene, ecco la quarta storia della buonanotte. Stavolta ho preso un
brano del libro “Alba d’Inchiostro” (sempre che non mi appartiene)… non l’ho
parodiato perché, come ho già detto, le cose si fanno interessanti… Quindi, per
ora, vi saluto. Grazie a chi recensisce e a chi legge
soltanto. Ciao!