Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Akari    10/06/2005    1 recensioni
chi è la misteriosa ragazza arrivata allo Shohoku? solo Kaede Rukawa sembra essersene accorto veramente...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO IV Era molto in anticipo quel giorno, constatò la ragazza guardando l’orologio. Si era avviata prima verso l’enorme palestra perché quel giorno praticamente non aveva pranzato. Mancava ancora un quarto d’ora, anche se probabilmente Kaede era già arrivato, e si stava esercitando senza aspettare gli altri…tipico. La cosa migliore, quando non sei più una matricola in un club sportivo, è non dover più pensare alle pulizie…chissà l’anno prima come se la cavava lui, con scopettone e straccio in mano, pensò Fuyumi sorridendo sotto i baffi all’idea. Il suo sorriso, però, durò poco. Tre ragazze erano uscite da chissà dove, e si erano parate di fronte a lei…quella con il taglio corto la conosceva, era della sua classe. Le altre due, a giudicare dall’abbigliamento, dovevano essere del fan club di una sua conoscenza. -dì un po’ Katoh, come va?- chiese una di quelle in divisa con la voce di una che si sta assicurando della salute di un animale, prima di accoltellarlo e mangiarselo. -bene- rispose semplicemente lei avvertendo una tensione quasi palpabile. Ma che cosa volevano quelle da lei? -e lui come sta? Diccelo un po’, dato che sembri essere diventata la sua ombra- la incalzò ancora quella. -lui chi?- rispose la ragazza fingendo di non aver capito. Non voleva continuare quel discorso, voleva solo andarsene via e non parlar più con quelle ragazze -non fare la gnorri, dato che di persone con cui parli in questa scuola non sono più di una. E guarda caso, quella persona è proprio Kaede Rukawa, il ragazzo della porta accanto- continuò questa sarcastica, inasprendo il tono della voce. Quelle parole fecero molto male a Fuyumi. -adesso calmati Rika- intervenne quella che sembrava la più calma delle tre. Anche lei però le stava regalando solo cattive occhiate -vogliamo solo sapere se ci stai insieme. Ci sembra più che legittimo saperlo, dato che, come ben sai, lui piace a moltissime di noi- E questo cosa significava? tre sconosciute le piombano davanti all’improvviso e le andavano a chiedere una cosa del genere con quel tono? Già nei rapporti sociali era un disastro, figurarsi se adesso si sarebbe messa a dar loro una ragione per prenderla a mazzate. -rispondi, o non hai capito?- riprese ancora più nervosa quella con i capelli neri -allora è vero che sei una specie di autistica, anche se a quanto pare con i ragazzi te la intendi bene- -adesso devo andare- rispose fredda Fuyumi sorpassandola. Sentiva che sarebbero cominciati gli insulti. -torna, qui che non abbiamo finito!- le disse l’altra prendendola per la camicia -ma chi ti credi di essere?! L’ultima arrivata da chissà quale topaia, che da un giorno all’altro senza degnare nessuna nemmeno di un saluto, si fila il più figo della scuola?!- Fuyumi spostò lo sguardo sulle altre due. Quella che aveva parlato prima la guardava con odio, ma non si era mossa. L’altra con il taglio alla paggetto invece non aveva detto niente, e osservava la scena con aria quasi distaccata. In ogni modo, non voleva dare modo a quella prepotente di far scattare una lite o una cosa del genere. In quei casi basta che apri bocca per far scattare la scintilla. -rispondici, brutta stronza- continuò per l’amica la seconda cominciando a perdere la pazienza. -questi sono affari miei- le rispose. Non si sarebbe abbassata a insultarle a sua volta, ma questa risposta era ugualmente tagliente. -dì un po’, ti ci strusci solo addosso o te lo sei già fatto, troietta?!- la ragazza si avvicinava sempre di più a lei, ma Fuyumi non era intimorita. Però cominciava ad arrabbiarsi anche lei. -sai una cosa? Può darsi.- le rispose allora con uno sguardo di sfida, stanca di sentirsi attaccare senza reagire. Le stava bene. A questo punto la tipa dai capelli corvini non ci vide più, e si scagliò su di lei con una tale rabbia da spaventare un grizley. In un secondo la ragazza era per terra, sentendo la propria guancia in fiamme. Quella pazza l’aveva graffiata, e probabilmente non si sarebbe limitata a questo se l’amica non l’avesse fermata trattenendola fisicamente. -andiamocene subito, guarda chi sta arrivando!- -se hai capito che è meglio non provocarci più con le tue fusa da gatta morta al NOSTRO Rukawa…- disse prima di correre via con l’amica. La terza invece, come una semplice spettatrice che se ne va dal cinema, dopo averle lanciato uno sguardo indifferente, si diresse dalla parte opposta. Quelle maledette le avevano messo le mani addosso, l’avevano insultata e avevano pure preso a calci la sua già malconcia cartella. Era arrabbiata come non mai. Però, purtroppo, sentiva che non avevano nemmeno del tutto torto. Era vero che non aveva amiche, era vero che faceva la glaciale con tutti e non salutava nemmeno gli altri. Ma lei aveva sempre considerato il suo rapporto con Rukawa una cosa…quasi naturale. Possibile che invece, il suo fosse un atteggiamento sbagliato? Sapeva di non essere quello che era stata definita, ma sentiva anche che forse c’era un fondo di ragione da parte delle altre in quello che aveva subito. ::: La scena che si era appena presentata al corvino era decisamente insolita. Quando mai, alla sua vista, invece di rincorrerlo o osservarlo di nascosto, due ragazze del suo fan club scappavano via quasi spaventate? La cosa puzzava di bruciato lontano un km. Rukawa sentiva che qualcosa non andava, e che probabilmente non solo lui ne era coinvolto, così affrettando il passo, si diresse dietro l’angolo in fondo al muro da dove le tre erano sbucate. Ci aveva visto bene, e con una stretta al cuore notò che là in fondo si trovava una ragazza di spalle, intenta a raccogliere da terra il contenuto della sua cartella. Era Fuyumi. -cos’è successo?- le chiese il ragazzo avvicinandosi a lei, senza ottenere risposta. Diavolo, era lui quello che non rispondeva alle domande! -ti hanno fatto qualcosa?- continuò -niente. Lasciami in pace- gli rispose fredda la ragazza. Non aveva molta voglia di guardarlo in faccia. -dai, girati- cercò di dissuaderla lui avvicinandosi ancora. Per tutta risposta Fuyumi scosse la testa e con la cartella in mano cercò un via di fuga di fronte a lei. -e non fare la mocciosa- in modo né troppo gentile ma nemmeno prepotente il ragazzo le afferrò il polso e la tirò verso di se, costringendola a voltarsi. Molto indelicato, ma l’unico sistema che conosceva per rivolgersi a lei, in quel momento. Aveva tutto il viso rosso, e un’espressione che non le aveva mai visto. -e questi sarebbero niente?- le chiese guardando le tre strisce rosse che le attraversavano parallele la guancia. -perché ti hanno fatto una cosa del genere?- -lascia perdere- cercò inutilmente di svincolarsi lei, trattenendo le lacrime a stento. Non voleva assolutamente scoppiare a piangere davanti a lui, sarebbe stato davvero troppo. -vieni con me in infermeria, che ci devi mettere almeno del disinfettante lì sopra.- le disse in modo un po’ meno brusco di prima. Proprio lui che alla stessa identica richiesta fatta da una sua coetanea, circa un anno prima, se ne era andato senza nemmeno guardarla in faccia. Ma con Fuyumi, cambiava tutto. Avrebbe voluto tutto fuorché vederla soffrire a causa sua, e invece stava accadendo proprio quello…e lui non era nemmeno capace di farle dei discorsi che le avessero potuto dare la lontana idea di quello che sentiva per lei. Era quasi una tortura per il proprio animo, starle sempre così accanto ed essere considerato da lei solo un amico, e non poterle nemmeno dire quel “ti amo” che la sua testa sembrava volerle urlare ogni secondo. Una semplice parola che avrebbe senza dubbio cambiato tutto, ma la paura del come in peggio, era una prospettiva che ogni volta, al momento di lasciarla per tornare a casa, buttava all’aria ogni proposito. Troppa paura, di perderla. -ci vado da sola- rispose al ragazzo fissandolo dritto negli occhi -so ancora camminare, come vedi- -ho detto che vengo anch’io- -hai gli allenamenti, e Akagi non tollera ritardi- gli ricordò lei avviandosi verso l’entrata dell’edificio. Quella sua freddezza nei suoi confronti lo fecero star male, ma non poteva lasciarla andare così. C’era sicuramente qualcosa sotto quell’atteggiamento, e con la consapevolezza che lei stava soffrendo per quel qualcosa, lo avvicinava a lei. Era in questo, in qualche modo, che Rukawa esprimeva quell’immensa venerazione nutrita per quella ragazza. -allora ti dico una cosa- la seguì lui prendendola per il polso, proprio come prima -gli allenamenti sono importanti, molto importanti. Ma ci sono cose che lo sono ancora di più, chiaro?- dal suo sguardo la ragazza capì che ormai si era messo in testa una cosa, e dissuaderlo non sarebbe servito che ottenere l’effetto contrario. Che testone…che adorabile, cocciuto, testone, che con tutti si comportava da uomo delle caverne, ma lì e in quel momento, lei vedeva solo come un angelo custode pronto a portagli il suo aiuto. -e allora muoviti, o finirà per venirmi il tetano se non ti decidi a camminare- fece finta di rimproverarlo lei -e tu, dovresti smetterla di comportarti da ragazzina permalosa- -senti chi parla- lo rimproverò lei con un mezzo sorriso. Poi svincolandosi dalla stretta al polso, gli prese la mano con noncuranza, osservando l’espressione sorpresa che gli si dipingeva sul volto, guardandolo fisso negli occhi. -scherzetto- disse sciogliendo la breve stretta e sorridendo leggermente sotto i baffi…quando voleva, sapeva essere davvero cattiva. Un modo come un altro di far pace. Il ragazzo se ne stava seduto a osservare l’anziana infermiera medicare la ragazza. Si vedeva che le bruciava molto, perché ogni volta che le tamponava la guancia, lei si ritraeva facendo una leggera smorfia. Alla fine con quell’enorme garza sul volto e quell’espressione imbronciata, sembrava una bambina caduta da bicicletta, corsa in ambulatorio dopo esser scoppiata a piangere in mezzo alla strada. Ma era sempre carina, come al solito. -bhe, che cosa significa quell’espressione?- gli chiese non appena l’infermiera ebbe finito -sono così mostruosa ora?- -abbastanza. Sembra che tu abbia gli orecchioni- rispose lui senza mezzi termini. -ma che galantuomo…- fece lei tra il rassegnato e il sarcastico -dai, adesso andiamo, o il capitano ti farà fare cento giri di campo per il ritardo- I due così si avviarono in palestra, lasciando la signora un po’ sorpresa. Anche se non aveva osato domandarglielo, si era chiesta come mai quella volta non era quello sgorbutico di un corvino a non essere curato come al solito, ma una ragazza accompagnata da lui…forse era vero che le matricole dell’anno prima erano un po’ maturate… Ma no, probabilmente era solo un caso. -ma che ti è successo?- chiese Ayako vedendo arrivare Fuyumi con Rukawa -niente di grave. Mi sono tagliata durante l’ora di economia domestica- cercò di rassicurare Fuyumi la compagna. Come scusa non reggeva proprio. -e come hai fatto? Ti sei infilata la faccia nel forno con la terrina?- -secondo me è stato lui! Questo animale ha tanto successo con le donne, ma in realtà è solo un grezzo, e senza nemmeno accorgersene ti avrà fatta cadere dalle scale o una cosa del genere!- esplose Hanamichi venendogli incontro ridendo -zitto deficiente- cercò di farlo star zitto Rukawa -e poi è pure arrogante e presuntuoso! Per fortuna che in squadra c’è l’eroe della giustizia Sakuragi! Non è vero Fuyumi?!- -smettila di fare tutto questo casino per niente- lo fulminò l’avversario. Fuyumi, invece era scoppiata a ridere. -bhe, e adesso che ti prende anche a te?- le domandò sorpresa Ayako. Era la prima volta che vedeva la ragazza ridere in quel modo. -niente…Sakuragi, lascialo stare, non è colpa sua- disse ricomponendosi. -ma è sempre colpa sua!- puntualizzò Sakuragi. -smamma idiota, o ti prendo a pugni- lo minacciò Rukawa che si stava arrabbiando. Infatti Hanamichi ci aveva preso in pieno, in un certo senso era davvero colpa sua. -no, me ne vado io- disse la ragazza -domani ho un compito di matematica molto importante, ero passata solo a salutarvi- -che strano, di solito stai qui sempre- disse Sakuragi con aria beota -ciao!- Con quella scusa Fuyumi era riuscita a uscire dalla palestra, e si avviava di gran lena verso casa. A conti fatti, non era una cosa intelligente, almeno per quel giorno, farsi vedere da quelle vipere. Ma soprattutto, voleva un po’ di tempo per riflettere. E sicuramente, se lo avesse avuto sotto gli occhi tutto il giorno, non ci sarebbe riuscita…e poi, se le avesse parlato ancora, come di sarebbe comportata? Forse era davvero ancora una ragazzina, che non sapeva ancora quello che voleva e aveva paura di comportarsi di conseguenza.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Akari