Dumbledore guardò pensieroso i ragazzi che stava
per portare alla fine.
-
Qualche idea sul luogo dello scontro?
-
Il Ministero.- aveva risposto con convinzione
Astrid.
-
Perché?
-
Non lo so… l’ho solo sentito.
-
Dobbiamo fidarci di una… “sensitiva”?- borbottò
Moody scrutandola sempre con il suo occhio magico.
-
Astrid ha ragione… sento qualcosa di profondo
venire dal Ministero.- si aggiunse Mia
-
Allora oggi faremo un giro di ricognizione. Mi
raccomando ragazzi, non uscite! Aspettateci qui!- sentenziò il Preside.
-
Potremmo preparare delle pozioni e degli
incantesimi difensivi!- propose Draco.
Il professore di Pozioni li scrutò uno per uno,
poi schioccò le dita.
-
Troverete il materiale in camera. Mi raccomando!
Non fate pazzie!
***
Avevano preparato pozioni e incantesimi tutto il giorno, erano decisamente
stanchi.
Ron carezzò i capelli della ragazza di cui si era
innamorato mentre lei sonnecchiava su un libro di pozioni, Draco e Dee
continuavano a lavorare imperterriti, ogni minuto perso era un minuto prezioso
per loro, Ginny era collassata in braccio ad Harry, mentre Mia passava ore a
contemplare una sfera.
Fu così che li trovarono i membri dell’Ordine
quando rientrarono.
Sorrisero, erano solo ragazzi, ma si stavano
impegnando tantissimo.
Con un colpo di bacchetta li misero tutti a letto,
il giorno dopo sarebbe stato pesante.
***
Il professor Lupin si sentiva stranamente bene, quella notte la luna sarebbe
stata sconfitta.
Trovò un foglietto per terra e lo guardò stupito,
i nomi erano quasi illeggibili eppure gli sembrava… no, non poteva essere
possibile.
Mise il foglietto sul tavolo e si preparò alla
nuova giornata.
***
L’ultimo giorno.. quello era il loro ultimo giorno.
Nessuno lo diceva apertamente, ma tutti lo
pensavano.
La mattina passò come una giornata qualunque, ma
il pomeriggio i preparativi erano giunti al termine.
-
Non posso e non voglio obbligare nessuno di voi a
combattere… vi ammiro e vi stimo tutti per ciò che avete fatto… ora ci sarà
l’ultima battaglia. Chi vuole può tirarsi indietro.- disse il Preside assumendo
un tono serio che mai i ragazzi gli avevano sentito utilizzare.
Quella serietà li fece tremare, ma si fecero forza
l’un l’altro.
-
Mi raccomando, fate tutti la massima attenzione!
***
Anche i DeathEathers si stavano preparando per
l’ultima battaglia.
-
E così abbiamo di nuovo un appuntamento al
Ministero…- mormorò Lord Voldemort.
-
Sì, mio signore.- rispose Severus col capo chino.
-
Quel posto mi fa tornare alla mente splendidi
ricordi…- esclamò Bellatrix- Non trovi Rodolphus?
L’uomo guardò la donna che amava e che l’aveva
portato ai confini dell’Inferno.
Lui si era perso in lei tanto tempo prima,
accecato dalla sue bellezza appariscente, dal suo sadismo sottile e dalla
nobiltà dei suoi tratti e del suo comportamento.
Quante volte aveva pensato di andarsene e lasciare
tutto?
Molte, troppe!
Ma non poteva lasciare la donna che l’aveva
stregato al primo sguardo, il suo cuore era già incatenato a lei prima ancora
che lui se ne rendesse conto! Non importava quanto avesse sofferto, quanto
avesse rimpianto le scelte del passato, era sicuro che se fosse tornato
indietro avrebbe ripetuto esattamente le stesse scelte, le scelte di lei.
L’uomo annuì pensieroso fumando l’ennesima
sigaretta della giornata, poi si voltò verso il cognato.
L’altro uomo indossava un completo di velluto blu
notte e i lunghi capelli biondissimi erano chiusi da un semplice nastro di raso
nero.
-
E tu non dici niente cognato? La mia adorata
sorellina si nasconde ancora dietro di te?- domandò con perfidia la Lestrange.
-
Lascia fuori Narcissa!- gli sibilò freddo Malfoy.
-
Ohi ohi! Che paura! Non sei fiero di combattere
per il nostro signore? E di vedere quei luridi vermi strisciare?
L’uomo non rispose e distolse lo sguardo.
No, non ne era affatto felice!
Non era mai stato felice!
Ma c’erano Narcissa e Draco, e allora sembrava che
nulla e nessuno potesse fermare l’oscuro signore, era per quello che si era
votato a lui! Per avere la certezza che suo figlio e sua moglie avrebbero
sempre goduto del massimo di ciò che si poteva avere! Era convinto che, senza
esporsi troppo, poteva proteggere la propria famiglia… e tutto ciò valeva il
marchio di schiavitù che portava al braccio.
Come poteva immaginare che un lattante avrebbe
messo in pericolo la sua stabilità e i suoi progetti?
Odiava Potter! Lo odiava per aver distrutto i suoi
piani e per aver messo in pericolo tutta la sua famiglia! Per averlo costretto
ad una schiavitù ancora più subdola!
Per un momento aveva creduto di essere libero dal
cappio, ma quando aveva visto che il marchio oscuro non era scomparso allora
aveva capito che il lord oscuro si sarebbe aspettato fedeltà lo stesso!
Subdola creatura!
Ma suo figlio e sua moglie dovevano starne fuori!
A tutti i costi! Non importava che ne sarebbe stato di lui! Ma nessuno doveva
azzardarsi a toccare sua moglie e suo figlio!
La donna sorrise malevola e tornò ad acquattarsi
ai piedi del suo padrone, la testa sulle sue gambe mentre lui le carezzava i
morbidi ricci scuri.
Amava quell’uomo perché lui era il potere! E lei
era sempre stata ambiziosa!
Certo, amava anche suo marito… ma lui era più un
giocattolo, un pupazzo da controllare e col quale trastullarsi! Ma il potere di
quell’uomo che con uno sguardo poteva ucciderla le dava i brividi lungo la
schiena. Stando al suo fianco viveva al limite, sul filo del rasoio, ed era
molto, molto eccitante.
***
Il Ministero.
Tutti i membri dell’Ordine della Fenice soffrirono
nel rientrare in quel palazzo che conteneva così dolorosi ricordi.
Mia si avvicinò ad Harry e gli strinse la mano per
fargli coraggio.
Astrid era agitatissima, ma non si sarebbe tirata
indietro.
Anche Deena era preoccupata, ma andava avanti
stringendo la mano al suo ragazzo.
Dovevano farcela!
Ron si avvicinò ad Astrid.
-
Tutto bene?
-
Potrebbe andare meglio se non rischiassimo di
morire tutti… ma non c’è male.
-
Ti vedo agitata…
-
Strano, di solito tutte le volte che ho rischiato
di morire ero tranquillissima.
Il ragazzo sorrise, non perdeva la sua ironia
pungente in nessuna occasione.
La ragazza guardò l’orologio e fece un respiro
profondo.
-
Scusa.. devo andare.
-
Dove? Astrid! Astriiiid!!!
L’unica cosa che poté fare fu guardarla scomparire
davanti ai suoi occhi.
***
Astrid era inginocchiata davanti al velo.
Se aveva commesso qualche errore tutto sarebbe
andato perso.
Chiuse gli occhi e disegnò un pentagramma
rovesciato, poi s’inginocchiò al suo interno e si tagliò entrambi i polsi,
facendo cadere le gocce di sangue nella fialetta che aveva portato con se.
-
Buona fortuna.- si disse da sola e ingoiò
l’intruglio.
Pochi minuti e cadde a terra priva di sensi.
***
Era tutto così buio..
E
i corpi celesti si riuniranno dal buio
Se aveva commesso qualche errore ne sarebbe dipeso
il destino di tutti!
Cercò di muoversi, ma il suo corpo era troppo
pesante e il sangue continuava a fluire fuori da lei.
-
Sirius…- chiamò con voce flebile.
-
Sirius…- riprovò con più convinzione,
-
SIRIUUUUUUSS!!
-
Chi mi chiama?
-
Tu sei Sirius Black?
-
Tu chi sei?
-
Non abbiamo tempo! Harry sta per affrontare la sua
ultima battaglia! Devi andare da lui!
-
Non posso… io non posso più…
-
Sono qui per questo! Il mio sangue! Il mio sangue
è il tuo! Sono una tua discendente!
-
Che stai dicendo?
-
Sono tua figlia!
-
Non ho figli!
-
Credimi Sirius! Non lasciarmi morire per niente…
Quando ciò che è due tornerà uno
E i corpi celesti si riuniranno dal buio
Allora in cielo la saetta brillerà
E la lunga contesa a una fine giungerà
-
Conosco questa profezia… me la disse una ragazza…
-
Mia madre! Te la disse mia madre! Credimi! Ti
prego! Ti…- gli occhi si facevano pesanti, il tempo stava scadendo- Bevi… bevi
da me… il sangue che ci unisce ti darà abbastanza forza per tornare.
-
Questa è magia nera!
-
Bevi! Ti prego!- lo supplicò porgendogli i polsi.
***
Erano rimasti tutti sconvolti dalla fuga di Astrid, ma non avevano avuto modo di
seguirla, l’oscuro Signore era venuto a reclamare il sangue di Potter.
Nel momento stesso in cui cominciò l’eclissi
lunare, una forte luce provenne dai sotterranei.
Sirius Black salì gli scalini con calcolata
lentezza, in braccio aveva una pallida figura di donna.
-
Astrid!- la chiamò Draco correndo.
-
Avada Kedavra!
Sirius Black aveva colpito la cugina senza con una
maledizione senza perdono, una maledizione mortale, senza esitazione, e fu con
quel gesto che ebbe iniziò l’ultima battaglia.
La battaglia tra i due schieramenti andò avanti a
lungo.
Draco impallidì nel trovarsi di fronte il padre…
non avrebbe mai potuto ferirlo.
-
Schierati con noi… sei ancora in tempo…- gli
sussurrò una voce all’orecchio.
Non farlo Draco! Non perderti nell’oscurità come
me! Io l’ho fatto per voi… per te e per tua madre… non vanificare i miei
sforzi! Mostrami quanto sei diventato potente, fammi essere fiero di te ancora
una volta…
Il padre gli aveva parlato direttamente nella
mente, senza muovere le labbra.
Una lacrima scese dagli occhi dell’uomo che guardò
in alto tentando di trattenere le altre.
-
Papà…- sussurrò il ragazzo piangendo. Dove farlo,
lo sapeva! E se doveva morire voleva essere lui il suo carnefice.. non avrebbe
permesso a nessuno di giocare con suo padre, se anche quello significava
macchiarsi di sangue… del suo sangue!
Dee gli posò una mano sulla spalla.
Sarò sempre con
te… figlio mio…
***
Morto.
Lucius Malfoy era morto.
Narcissa Black Malfoy si alzò di colpo facendo
cadere la sedia.
Suo marito era morto… aveva sentito il suo spirito
elevarsi fin dove non poteva raggiungerlo.
Neanche un ultimo bacio… neanche un’ultima parola…
un ultimo abbraccio…
-
Lucius…- sussurrò incredula- AMORE MIO!
Si accasciò al suolo mentre la consapevolezza si
faceva strada nel suo cuore e molte
lacrime le rigavano il viso senza che lei potesse fermarle.
Era il suo cuore ad essere fermo.
Per chi avrebbe battuto d’ora in poi?
***
Astrid si alzò leggermente, gli occhi rigati dal
pianto, e si avvicinò ad Harry. I due si guardarono negli occhi e si presero
per mano.
Era il momento di mettere fine a quella pazzia e a
quel dolore.
-
È più rosso del sangue…- iniziò Astrid.
-
È più oscuro del crepuscolo…- continuò Harry.
-
Thunder Cross!!!!- finirono
Un’enorme saetta rossa circondata da fulmini neri
si abbatté sul Lord Oscuro e di lui non restò altro che polvere.
Poi i due ragazzi si accasciarono al suolo.
***
L’odore tipico dell’infermeria solleticò il naso di Harry che si svegliò in un
lenzuolo bianchissimo che odorava di medicinali.
I membri dell’Ordine erano buttati alla meno
peggio un po’ ovunque, e il suo padrino gli teneva la mano.
-
Sirius…- lo chiamò a bassa voce e l’uomo aprì gli
occhi.
-
Harry! Merlino! Stai bene?
-
Sì, sono solo un po’ confuso…
-
Abbiamo vinto! Avete vinto! Insomma! Lui non
esiste più! I suoi fedelissimi sono scappati un po’ ovunque!- poi sospirò-
Temevamo di avervi persi… non vi svegliavate più.
-
Non VI?
L’uomo indicò con il capo l’altro letto su cui
Astrid non aveva ancora ripreso conoscenza.
-
Come sta?
-
Non lo sapremo fino a che non si sveglierà…
-
E tu? Come sei tornato?
-
La profezia…- rispose Astrid aprendo gli occhi in
quel momento- Lo diceva la profezia…
-
Stai bene?- domandò Harry preoccupato.
-
Bene come se mi avesse investito un camion
babbano. Ma poteva andare peggio.
-
Cosa diceva la profezia?- domandò il Gryffindor.
-
Quando ciò che è due tornerà uno… questo si
riferiva all’eclisse, e i corpi celesti si riuniranno dal buio… bè in questo mi
ha aiutato Cassandra, anche se non lo sa!
-
In che senso ti ha aiutata?
-
Si è accorta della congiunzione.. significava che erano
due fatti separati.. e i due corpi celesti eravamo…
-
Tu e Sirius. Certo! I due corpi celesti.. un astro
e una stella- concluse per lei il ragazzo.
-
Già…
-
Ma come l’hai scoperto?- domandò Black.
-
Hai una biblioteca interessante, sai?
L’uomo scosse il capo, poi li guardò
-
E’ il caso che avvertiamo tutti… erano così in
pensiero…
I ragazzi annuirono e pochi minuti dopo furono
sommersi dagli abbracci di tutti.
Astrid guardò l’insegnate di Pozioni.
-
Posso parlarle? In privato?
L’uomo alzò un sopracciglio e si sedette accanto
al letto di lei.
-
Il braccio?- domandò la ragazza.
-
Il marchio è scomparso.
-
Bene, come voleva mia madre.- poi sospirò- Mia
madre l’amava molto Severus, ho trovato dei foglietti in cui si firmava Morgan
Mayfair Snape… è una cosa infantile, ma è segno del suo amore. Non ti ha mai
abbandonato… io sono nata per salvarti… per portare a termine la profezia di
mia madre e salvarti. Lei non amava Black, ma aveva bisogno di avere un figlio
da lui… come avrebbe potuto guardarti sapendo di portare in grembo il figlio di
un altro?
L’uomo scosse il capo.
-
Non volevo saperlo.
-
Neanche io. Ma è così. Ora sappiamo entrambi.
L’uomo scosse il capo di nuovo, poi guardò il
ragazzo dai capelli rossi che li guardava da lontano.
-
Se non erro hai una promessa da mantenere.
Lei vide a chi si riferiva ed arrossì.
-
Sei stata molto brava a controllare
quell’incantesimo… ma era magia nera! In un’altra occasione saresti finita ad
Azkaban. Fa più attenzione la prossima volta.
La baciò sulla guancia ed uscì.
-
Che avevi da dirti con Snape?
-
Cose di famiglia…
-
Dopodomani è passato.
-
Ogni promessa è debito…
Si baciarono con incertezza e dolcezza, era il
primo di molti baci.
Cassandra Lay e Mia Zykla decisero che non era il
caso si disturbare.
-
E’ inutile che fai quella faccia Cassy… lo so che
Astrid ti piace.
-
Non dire sciocchezze! È odiosa!
-
Come vuoi…- disse sibillina, poi corse fuori,
infondo essere una veggente non era poi tanto male se poteva aiutare la gente.
In pochi giorni sarebbero usciti tutti dal San
Mungo e sarebbero tornati a scuola e poi?
E poi chissà!
Non c’era gusto a sapere tutto!!
Fineee
Spero che la mia fic via sia piaciuta.. nonostante
sia molto Mary Sue =PPP
Grazie a tutti per i commentino ^^
Alla prossima
****Minako****
Llada: Altro che culmine..
siamo giunti alla fine ç__ç!! Grazie per aver sempre commentato ^__-
nene89: Grazie per il commento,
non lo sapevo ^^ In che cultura Astrea è la dea della giustizia? Mi spiace ma
alla fine si è rivelata una AstridXRon =P!! Mi piace troppo Ron *________*!!!
Sorry ç_ç!! Spero che la mai fic ti sia piaciuta comunque ^.-