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Autore: Mizar    29/10/2009    6 recensioni
Tutti sappiamo che Sirius non era amato da sua madre,che lo considerava un traditore del suo sangue, ma siamo certi di sapere il vero motivo di tanto odio? Perchè una madre rifiuta il proprio figlio? Cosa si nasconde dietro la facciata della gelida lady Black? Veramente la purezza del sangue è il solo pensiero di questa donna? Secondo me no, e indagando un poco...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black, Remus Lupin, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Risposte alle recensioni

Alohomora: In effetti Abraxas e Walburga sono una coppia d’amanti veramente diabolici ma, d’altronde, che ci si poteva aspettare da quei due? In questo capitolo, però, non parlerò dei guai di Orion, ma di quelli di Sirius…mi perdoni?

1__SiriusBlack__1: Dopo la tua recensione carinissima il mio ego si è innalzato a quota mille! Grazieeeeee!!!! Anch’io amo molto Remus e Sirius come coppia e ho scritte varie altre storie su di loro. Se hai voglia, le puoi trovare su EFP.

Meissa S (per e-mail): Ciao Mei! Così hai scoperto la mia nuova storia di tresche torbide e focosi amori…Sapevo che il gossip Wally/Abraxas ti avrebbe intrigato. Ho riso un ora col tuo appellativo per Lucius…in effetti sembra veramente l’uomo Barby… Spero che anche il nuovo capitolo ti piaccia.

Ora veniamo al nuovo capitolo, che è anche l’ultimo. Naturalmente è tutto per voi care amiche che mi avete recensito. Un piccolo pensiero lo mando anche a chi mi ha messo nei preferiti/seguiti...

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  • malandrina4ever [Contatta]

E anche a chi ha soltanto letto.

Grazie a tutti e a presto!!!!

*************************************

1975

Era l’antivigilia di Natale, ma a Grimmaulti Place regnava la solita cupa atmosfera, nonostante lo splendido abete addobbato nel salone.

Orion stava versandosi l’ennesimo bicchiere di scotch, mentre la moglie lo ragguagliava sulle ultime notizie riguardanti il suo erede.

“Stando a quello che Narcissa ha raccontato, pare che il ragazzo tenga un comportamento irrispettoso ed amorale anche a scuola. Risponde ai professori, è spesso coinvolto in risse e, poi, si dice amoreggi con varie ragazze, molte delle quali di dubbia provenienza, se non di chiare origini babbane. Nessuna delle purosangue che frequentano Hogwarts vorrebbe legarsi ad un marito così, anche se è l’erede della famiglia più in vista del mondo magico.”

Walburga fece una pausa significativa, mentre il marito chinava il capo e fissava lo sguardo sui ceppi ardenti che si stavano consumando nel camino.

“Non ti sei mai chiesto come mai siamo già stati avvicinati più volte, dai padri interessati ad un contratto matrimoniale con Regulus e mai per Sirius?”

Orion non rispose continuando a bere, gli occhi ostinatamente bassi.

“Sai anche tu che nessuno dei nostri conoscenti crede in lui e nelle sue capacità. Lo considerano tutti quanti uno spostato e lui non fa nulla per smentirli, anzi …” sospirò.

“Se almeno accettasse di divenire Mangiamorte.”

“Lo diverrà Walburga, dovessi portarlo da Voldemort sotto imperius” la interruppe rabbioso Black, mentre il viso gli s’imporporava dall’indignazione.

Lo faceva soffrire sopra ogni cosa sapere che il suo ragazzo era così mal visto nel mondo magico.

Alla sua impopolarità aveva contribuito moltissimo il suo comportamento a scuola, ma anche le illazioni che Lucius aveva messo in giro su di lui, nei vari salotti magici, aiutato dagli amici Serpeverdi, soprattutto Severus.

Sirius veniva descritto da loro come un ragazzo instabile e violento. Uno che sbeffeggiava i sacri legami di purezza del sangue e si divertiva a far comunella con babbanofili e pezzenti.

Non era forse vero che uno dei suoi migliori amici era Lupin, un poveraccio figlio di una babbana e di un mago mezzosangue, morto in misteriose circostanze?

E altrettanto vero non era anche il fatto che, molte delle sue conquiste, fossero figlie di babbani?

I nobili genitori inorridivano al pensiero di tanta sfrontatezza e bassi costumi, così evitavano anche solo di accennare al nome del ragazzo, quando parlavano alle figlie di contratti prematrimoniali.

In effetti un poco di verità c’era in tutte quelle voci.

Realmente a Sirius non importava nulla della purezza del sangue e veramente aveva molte ragazze, con le quali si trastullava, dando vita a miriadi di pettegolezzi, ma c’era un motivo per tutto ciò e quel motivo si chiamava Remus.

Già dall’estate precedente aveva cominciato a capire che tra loro c’era qualcosa di più della semplice amicizia, anche se ancora non si sentiva pronto a dare un nome a quel sentimento che lo rimescolava dentro.

Spesso si domandava, sconcertato, se la tenerezza che sentiva, quando teneva tra le braccia l’amico addormentato, il capo appoggiato al suo petto o alla sua spalla, una mano a stringergli la maglietta in un infantile gesto di possesso, fosse una cosa normale e, mentre osservava quel viso bellissimo e famigliare, perso nel sereno modo dei sogni, si diceva che non poteva essere solo amicizia.

Era amore quel sentimento che sentiva nascere in lui? Era questo che tutti chiamavano così?

Ma loro erano due ragazzi, non potevano amarsi!

Sirius aveva già provato qualche esperienza sessuale con le ragazzine della scuola, che letteralmente gli si buttavano tra le braccia.

Sapeva cosa si provava a toccarsi e baciarsi, ma la gioia e la dolcezza che provava, anche solo stringendo a se il suo Remi, non riusciva a provarla con nessuna di quelle ragazze.

A volte, con spavento, pensava che ci fosse qualcosa di sbagliato in lui e nella sua sessualità.

Si, gli piaceva pomiciare con le compagne di scuola ma, quando in bagno si donava piacere da solo, era sempre a Remus che pensava.

Erano i suoi occhi dolcissimi e pieni d’amore, le sue labbra sempre un po' imbronciate, il suo fisico acerbo e magro.

La verità è che lui desiderava Remus, gli voleva bene in un modo diverso da tutti gli altri, sentiva di appartenergli, ma cosa avrebbe pensato di loro la gente?

James, Peter, i loro amici, gli insegnanti…E i suoi genitori? Lo avrebbero come minimo diseredato e cancellato dall’albero genealogico, come avevano fatto con Andromeda

Non parliamo poi di tutto il male che avrebbero potuto fare al suo compagno.

Suo nonno non avrebbe mai permesso uno scandalo di questo tipo.

L’omosessualità era il peccato capitale peggiore in un mondo dove presto la nobiltà del sangue si sarebbe estinta per mancanza di persone adatte e lui, l’erede della famiglia più importante, il ragazzo con il sangue più selezionato ed esclusivo, non poteva certo permettersi di non procreare.

Fu per questi motivi che, al rientro delle vacanze estive del sesto anno, cominciò ad allontanarsi dall’amico, passando quasi tutto il suo tempo con James e, sempre per questo motivo, intensificò i suoi incontri col gentil sesso, cercando di farsi vedere il più possibile, in dolce compagnia.

Era un comportamento stupido e meschino il suo, ma così facendo Sirius sperava di dimenticare il suo Remi e soprattutto che Remus lo allontanasse, lo scacciasse schifato, ma il ragazzo non lo fece mai.

Naturalmente Remus era rimasto spiazzato da quello strano modo di fare.

Sirius di punto in bianco sembrava non sopportarlo più e lui non sapeva il perché.

Aveva cercato di parlargli, ma Sirius era bravissimo a glissare qualsiasi discorso non volesse affrontare.

Arrivò persino a disertare la prima notte di luna piena, facendosi mettere in punizione e guadagnandosi lo sdegno di James, che aspettava da due mesi di ritrovare Paddy, Moony e Wortmail.

Fu una notte tremenda per Sirius.

Finito la punizione col professor Lumacorno si era ritirato in camera, ma il sonno non ne voleva sapere di raggiungerlo.

Continuava a fumare e a sbirciare fuori dalla finestra, trasalendo ad ogni rumore che proveniva dalla Foresta Proibita.

Era così preoccupato; sapeva che senza di lui, tutto il peso della sorveglianza di Remus trasformato, ricadeva sulle spalle di James e, se fosse successo qualcosa di male a qualcuno di loro, non se lo sarebbe mai perdonato.

Si odiava e odiava la sua pavidità, ma non se l’era proprio sentita di andare con i suoi amici.

Al mattino, quando Moony ritornava Remus, era lui a tenergli compagnia.

Remus non avrebbe mai permesso a nessun’altro di vederlo così misero e macilento, stremato dalla fatica e dal dolore, nudo e sporco.

Solo Paddy rimaneva con Moony leccandogli il muso e solo Sirius raccoglieva tra le braccia Remus, per poi adagiarlo sul letto della stamberga e cercare di ripulirlo con la magia, prima dell’arrivo della medimaga. In quei momenti, tutte le sue difese sembravano cadere mentre, carezzando piano i capelli scomposti del compagno, se lo stringeva al petto, per riscaldarlo un poco, in quel grande letto bianco

Quel pomeriggio, subito dopo le lezioni, Sirius era andato in infermeria, saltando anche il pranzo e infischiandosene di tutti, anche di James che gli continuava a tenere il muso.

Desiderava così tanto vedere Remus ed accertarsi che stesse bene.

Il ragazzo era solo. Stava cercando di fare i compiti, i libri aperti sul letto e il sole che faceva capolino dalle finestre, illuminandogli il viso stanco.

“Paddy” aveva esordito felice, “sei venuto…”

“Certo che sono venuto…Lo faccio sempre” aveva risposto sorpreso Sirius.

“Ultimamente ci sono un sacco di cose che tu non vuoi più fare con me…”.

Gli occhi di Remus erano diventati tristi, facendo sentire Sirius un disertore.

Senza dire nulla si era seduto sul letto e gli aveva stretto la mano.

Remus gli aveva sorriso e quel suo modo dolcissimo di guardarlo, come se lui fosse il suo tesoro più prezioso, gli aveva rimescolato lo stomaco.

Quella notte strani sogni gli avevano fatto visita, spaventandolo a morte.

Così aveva ricominciato ad allontanarsi dal compagno.

Si era premurato di farsi trovare in dormitorio con Alyssa Brown, di Tassorosso, la sera che Madame Chips aveva dimesso il licantropo e due giorni dopo l’aveva scaricata per Roxana Leight, prefetto di Corvonero e collega di ronda di licantropo.

Qualche giorno dopo, Remus si era ammalato. Pareva solo una banale tonsillite e Madame Chips, dopo avergli dato una pozione, gli aveva raccomandato di stare a riposo e al caldo.

Sirius era rimasto in dormitorio con lui, ma era un fascio di nervi.

“Sis, sono così stanco che quasi non riesco a studiare. Ti dispiacerebbe leggere per me?”, aveva gli chiesto gentilmente Remus.

Gli occhi di Sirius s’erano fatti scuri mentre, con malagrazia, prendeva il libro di pozioni e cominciava a leggerne un capitolo.

“Quando la pozione bolle da cinque minuti accertarsi di mescolarla tre volte a destra e sei a sinistra, avendo cura di…”

“Sirius, se vai così veloce non capisco nulla”, si era lamentato Remus, sorridendogli con dolcezza, “ti stai mangiando tutte le parole…”

“Se non ti va bene come leggo, arrangiati da solo, rompiscatole che non sei altro” era sbottato Black, lanciando sul letto il libro.

Gli occhi di Lupin s’erano riempiti di lacrime, mentre il ragazzo scattava in piedi e s’avviava a grandi passi alla porta.

“Perché?” aveva chiesto in un soffio e Sirius s’era bloccato.

“Perché cosa?” aveva sbuffato, senza girarsi.

“Lo sai. Sono giorni che mi eviti e quando siamo vicini sembra che tu non mi possa sopportare. ”

“Sei pazzo” aveva sibilato Sirius ritornando sui suoi passi, verso il licantropo.

“Lo sai che non è così Paddy…” aveva mormorato lui, prendendogli le mani tra le sue,

“ Senti…se ho fatto o detto qualcosa che ti ha ferito non l’ho fatto apposta…Mi dispiace… Parliamone ti prego...”

Negli occhi ambrati di Remus c’era una tale dolcezza e un amore così sincero che il cuore di Sirius perse un battito.

Avrebbe solo voluto abbracciarlo e coprirlo di baci.

Preso da terrore si divincolò dalla stretta dell’amico.

“Lasciami in pace, capito! Sono stufo di averti sempre addosso! Sei più appiccicoso di un francobollo e mi hai stufato” gli gridò e poi fuggì dalla stanza.

Quel pomeriggio lo aveva passato nel bagno di Mirtilla Malcontenta a piangere, mentre Remus faceva altrettanto in camera.

Da quel giorno i rapporti tra i due Malandrini si erano raffreddati tantissimo.

Sirius aveva continuato a cambiare ragazza ogni settimana, mentre Remus si era rinchiuso in se stesso e passava i giorni sui libri, parlando poco e mangiando ancora meno.

Anche se soffriva tanto cercava di farsene una ragione. In fondo era un licantropo, era abituato ad essere allontanato da tutti.

Si era fatto da parte e, senza scene o drammi, aveva raccolto i cocci del suo cuore e aveva smesso di cercare la compagnia di Sirius

James e Peter avevano cercato di fare riappacificare i due ragazzi ma, non sapendo cosa ci stesse alla base della lite, non erano approdati a nulla.

Anche se aveva ottenuto il suo scopo Sirius sentiva una nostalgia pungente del suo Remus e della loro amicizia speciale.

Gli mancava così tanto che, a volte sentiva quasi un dolore fisico.

Per non impazzire allora diventava violento e, a farne le spese, erano i Serpeverde che incrociava sul suo cammino.

Questi suoi gesti di rabbia, erano motivo di discussione, tra i purosangue della casata verde argento e, nel Mondo Magico, si cominciava a dubitare della stabilità mentale del ragazzo.

Intanto le vacanze di Natale si avvicinavano e Sirius pensava con orrore al rientro a casa.

Aveva provato a mandare un gufo ai suoi genitori, chiedendo di poter rimanere al castello, ma loro gli avevano intimato il rientro.

Pareva ci fosse una cosa molto importante da discutere con lui e il ragazzo si sentiva stringere lo stomaco dall’apprensione.

Che cosa poteva essere accaduto in quei quattro mesi?

Non ricordava di aver combinato più casini del solito.

Forse sua madre aveva deciso di accelerare i tempi e farlo sposare?

In fondo mancavano solo pochi mesi al suo diciassettesimo compleanno.

Chi sarebbe stata la fortunata?

Il solo pensiero gli stringeva il cuore.

Nonostante tutto lui continuava ad amare Remus.

La notte prima delle vacanze, Sirius si svegliò madido di sudore.

Aveva avuto un incubo terribile, nel quale sua madre lo aveva scoperto con Remi e aveva puntato la bacchetta alla gola del suo compagno per ucciderlo.

Il cuore gli batteva furioso nel petto e il terrore che qualcosa di tremendo potesse essere accaduto a Remus lo faceva stare male.

S’alzò dal letto, in punta di piedi. S’avvicinò al baldacchino dell’amico ma sbirciando attraverso le tende lo vide vuoto.

La bocca gli si seccò di colpo, mentre le gambe divenivano molli.

Dopo essersi accertato che il ragazzo non fosse in bagno, scese le scale del dormitorio e si ritrovò in sala comune.

Remus era lì, raggomitolato sulla poltrona centrale, che guardava tristemente le braci del camino spegnersi piano piano, mentre grosse lacrime scendevano dai suoi occhi.

Sirius in silenzio lo raggiunse. Rimase a fissarlo, non sapendo bene cosa dire o fare.

“Vai via Paddy” la voce di Remus era un soffio.

“Moony…Cosa c’è?” Sirius si accostò al ragazzo.

“Nulla. Voglio rimanere da solo…Vattene”.

“Perché stai piangendo?” chiese dolcemente, carezzandogli piano una guancia.

“Non sono affari tuoi” rispose stizzito Remus, scacciando la sua mano.

“Remi…” Sirius afferrò le sue mani e lo trasse a se, poi lo strinse al petto.

“Lasciami…smettila…” si divincolava il licantropo, ma Sirius aveva una presa ferrea.

“Sirius…ti prego…” sussurrò sul suo petto e le sue parole, attraverso la maglietta, solleticarono la pelle di Sirius.

Il ragazzo rabbrividì, con mano tremante smise di accarezzare i capelli dell’amico e gli sollevò il viso.

Remus stava ancora piangendo.

“No, piccolo mio”sussurrò avvicinando le sue labbra, ma Remus girò la testa.

“Smettila di giocare con me” gridò “non ti pare di avermi già fatto soffrire abbastanza?”

Sirius rimase agghiacciato, mentre Remus, ormai fuori controllo, continuava.

“Tu lo sapevi quanto eri importante per me, ma non hai esitato un momento a scacciarmi. Mi hai abbandonato per correre dietro a delle sceme che non conosci neppure e di cui non t’ importa nulla. Tu che mi avevi giurato che saremmo stati amici per sempre…”

Sirius ingoiò il nodo di lacrime che aveva in gola.

“Remi…Lo so che ho sbagliato, ma io… tu…”

Era così difficile cercare una scusa per non confessargli tutto il suo amore.

“Allora lo avevi capito…” , mormorò pallidissimo Remus, “te ne eri accorto…E’ per quello che mi hai allontanato…Sapevi che ti amavo…”

Sirius non riusciva a dire nulla, pietrificato dalla sorpresa.

Remus senza guardarlo negli occhi si staccò da lui e corse via.

Sirius, troppo sbigottito per seguirlo, si accasciò sul divano.

Remus l’amava! Il suo cuore accelerò i battiti, ma il sogno in cui sua madre cercava di uccidere il compagno, ricomparve nitido nella sua mente, mozzandogli il respiro.

“Non posso..” si disse, mentre le lacrime gli allagavano gli occhi, “io sono l’erede dei Black…Ci ucciderebbero!”

Stancamente appoggiò il capo sul bracciolo, mentre singhiozzi repressi scuotevano le sue spalle.

Il mattino dopo, alle sette di mattina, Orion venne ad Hogwarts a prelevare il figlio e lo accompagnò a casa, smaterializzandosi direttamente con lui, senza dargli nemmeno il tempo di salutare gli amici.

A questo pensava Sirius, mentre stava rannicchiato sul letto, chiuso nella sua stanza a Grimmault Place.

Non aveva potuto parlare con Remus, né dare a lui e agli altri il suo regalo di Natale.

Uno strano fruscio attirò la sua attenzione.

Kreacher era fuori dalla porta, di guardia, nel caso lui fosse riuscito a infrangere l’incantesimo di chiusura imposto da Orion.

Preso da una rabbia cieca si mise a gridare il nome della piccola creatura.

“Kreacher…brutta spia schifosa! Vieni subito qui!” L’elfo domestico aprì la porta ed era appena entrato nella stanza del padroncino, quando si ritrovò appeso a testa in giù.

“Bene bene, piccolo mostriciattolo verde” disse una voce sconosciuta, mentre la porta si richiudeva silenziosamente, “finalmente ti sei deciso ad aprire quella stupida serratura.”

Sirius trasalì, mentre dal mantello dell’invisibilità sbucava James.

“Ramoso…” sussurrò senza fiato.

“Ai tuoi ordini, Paddy, pronto a liberarti e a portarti con me…” disse Potter con un buffo inchino.

Tempo pochi minuti e i due ragazzini erano in strada. Sirius non sapeva come avesse fatto James ad entrare a Grimmault Place, ma era troppo felice di questo.

“Dopo che mi hai chiamato con lo specchietto magico e mi hai raccontato quello che i tuoi genitori volevano farti fare, non ho potuto far altro che venire a prenderti”,

disse James, leggendogli nel pensiero, mentre sulla sua scopa sorvolavano Londra a tutta velocità.

“Ma…come hai fatto ad entrare?” chiese Sirius, aggrappandosi alle sue spalle.

“Oh, è stato semplice. Ho mandato a tua madre un mazzo di fiori e, mentre il fiorista li consegnava all’elfo domestico, che stava sulla porta di servizio, io sono sgusciato dentro, protetto dal mantello. Ci ho messo un secolo a capire dov’eri…Hai una casa che sembra un labirinto, però ora sei libero…”

A Sirius vennero le lacrime agli occhi.

“Grazie James”, sussurrò piano,“ma adesso dove posso andare? I miei genitori mi diserederanno, dopo questa fuga e io…”

“Tu starai a casa mia. I miei genitori ti adorano e per loro sarà una gioia occuparsi di te. Sorridi vecchio mio…Tra tre mesi sarai maggiorenne; che cosa ti potranno mai fare i tuoi vecchi allora?”

Sirius non lo sapeva, ma di una cosa era certo, appena ricominciata la scuola avrebbe fatto un lungo discorso al suo Remus.

Gli avrebbe confessato tutto l’amore che sentiva per lui e, finalmente, sarebbero stati una coppia.

Epilogo

Dopo la fuga di Sirius, avvenuta nel dicembre del 1975, il ragazzo venne diseredato e cancellato dall’albero genealogico della famiglia Black, per mano di Walburga.

Orion, al suo posto, nominò erede il secondogenito, Regulus Arcturus Black.

Alphard, il fratello della donna, nonché padrino di Sirius, intervenne nella lite famigliare, ma non riuscì a riappacificare genitori e figlio.

Di nascosto alla famiglia regalò una parte del suo ingente patrimonio al ragazzo, perché una volta fuori da Hogwarts potesse mantenersi.

****

Nell’estate del 1978, Sirius, appena finita la scuola, con una parte di quel denaro, acquistò un piccolo cottage in campagna, appena fuori Londra e vi andò a vivere con Remus, divenuto il suo compagno ufficiale.

Questo nuovo scandalo coprì la famiglia Black di disonore e Walburga, accecata dalla rabbia, ebbe una terribile discussione col fratello alla fine della quale l’uomo fu escluso dalla famiglia Black, come traditore e il suo nome fu cancellato dall’arazzo di famiglia.

****

Nel febbraio del 1976, Orion riuscì a sfuggire, per un pelo, all’attentato progettato dalla moglie e dall’amante, per liberarsi di lui, salvandosi, ma riportando gravissime ed invalidanti ferite.

Rimase a lungo in ospedale, tra la vita e la morte e, quando fece ritorno a casa,molti mesi dopo, era un invalido.

Trascorse gli ultimi tre anni della sua vita su di una sedia a rotelle, accudito dalla moglie. Morì nel gennaio del 1979, a soli cinquant’anni, senza mai neppure immaginare che dietro alle sue sofferenze c’era la mano di Walburga.

****

Sempre nel 1976, ma nel mese di aprile, Abraxas, durante una missione dei Mangiamorte, venne ucciso dagli Auror.

I compagni, per celarne l'identità, recuperarono il corpo e lo riportarono a Villa Malfoy. Lucius ne annunciò il decesso una settimana dopo, adducendo come causa della sua morte una perniciosa forma di vaiolo di drago, una malattia assai pericolosa, ma della quale si conosceva la cura da centinaia di anni.

Walburga, che si trovava al capezzale del marito moribondo, non potè neppure partecipare ai funerali. Non si riebbe mai da quel lutto e continuò, in segreto, a piangere la scomparsa dell’amante per il resto della sua vita.

****

Nel 1977, Regulus, memore della discussione che aveva portato alla cacciata di casa del fratello maggiore, aderì all'organizzazione dei mangiamorte. Quando, però, capì con quali mezzi Lord Voldemort pretendeva di raggiungere il suo scopo decise di ribellarsi.

Per puro caso, Lestrange gli aveva rivelato l’esistenza di un Horcrux che l'Oscuro aveva creato ,dividendo la sua anima, in modo da sopravvivere ad una eventuale morte del corpo.

Si trattava del medaglione di Serpeverde e il ragazzo pensò che, se lo avesse trovato e poi distrtto, avrebbe reso mortale il dittatore, senza sapere che di quegli oggetti ce n'erano altri sei.

Si dedicò per mesi alla ricerca del magico monile, con l’aiuto del fedele elfo domestico Kreacher.

Morì nel settembre del 1979, a soli 18 anni, dopo aver trovato il prezioso cimelio, ucciso dagli Inferi a guardia di esso.

A quel punto Walburga, incapace di sopportare altro dolore tentò il suicidio.

Fu salvata da Kreacher,che la trovò nella vasca da bagno, con le vene dei polsi recise.

Guarì fisicamente in poco tempo ma ebbe un esaurimento nervoso che la portò ad un lungo ricovero in clinica.

Quando, mesi dopo, venne dimessa si ritirò nella tenuta dei Black in Cornovaglia,liquidando tutte le industrie di famiglia e dividendo il patrimonio con fratelli e nipoti.

Li viveva in solitudine, rifiutandosi di vedere parenti o amici, preferendo passare le sue giornate persa nei ricordi.

L'anno dopo le fu diagnosticato un tumore maligno.

****

Nel 1981, dopo la morte di James Potter e la caduta di Voldemort, Sirius, l’ultimo componente ancora in vita della famiglia di Orion Black fu imprigionato ad Azkaban, con l’accusa di essere stato il braccio destro di signore oscuro.

Walburga sapeva che suo figlio era innocente.

Cercò di parlare con i suoi vecchi contatti presso il Wizengamot, ma dopo la caduta del Lord erano stati spazzati via e nessuno dei nuovi dirigenti era disposta ad ascoltarla o a credere alle sue parole.

Cercò allora di contattare l’amante del figlio, per raccontare a lui la verità, ma non conoscendone il nome non riuscì a trovarlo.

Disperata dovette assistere alla sentenza di ergastolo per l'ultimo dei suoi figli, quello che non aveva mai amato, ma che ora avrebbe tanto voluto aiutare.

Finì i suoi giorni in solitudine, qualche anno dopo, nella sua casa di Grimmault Place, ormai in disfacimento, malata nel fisico e nella mente, mentre sul letto di morte ripeteva come una litania

“ Toujour pur”.

Fine

   
 
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