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Autore: DreamWanderer    01/11/2009    9 recensioni
Draco abbandonò quel riflesso per andarsi a sedere sul letto a baldacchino. Pose il mento sulle mani giunte a pugno, cercando di riflettere.
Non riusciva a credere che la ragazza che aveva visto sfilare come una prostituta sul tappeto di un night club fosse la Sanguesporco Grifondoro Hermione Jean Granger.
STORIA VINCITRICE DEL TITOLO "BEST AU" DEL "neverending stories awards", ottavo turno.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All for Love'
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WAAAA com’è difficile essere puntuale con lo studio di mezzo… che ritado!!! Chiedo umilmente perdono… sono state due settimane folli, ma la buona notizia è che sto andando meglio a scuola! ^o^! Sarò sincera, questo capitolo è venuto giù interamente oggi e ieri: mi è venuto così, ed è un completo fuori programma! Poi mi fate sapere? E soprattutto, mi perdonate il ritardo?

anna96: grazie, sono contenta che la reggia ti sia piaciuta! Abbiamo visto solo gli ambienti di passaggio, descriverò altre sale quando arriveremo alla festa di Natale. Il micio in realtà ha tutto un secondo fine, come vedrai in questo capitolo… spero che ti piacerà! Mille grazie per i complimenti!

Lovy91: ecco finalmente il continuo! Grazie mille per i complimenti, ho apprezzato molto. Sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto!

Tanny: ciaooo! Che bella la tua ultima recensione, mi ha resa felicissima! Ti prego, non odiarmi per il ritardo ma proprio non ho potuto fare prima... non veniva giù! E questo è un capitolo molto importante, segna il punto culminante di una sequenza fondamentale, e volevo essere sicura di averlo fatto bene… dai, mi farai sapere! Sì, Draco sta cadendo anche lui nella trappola che ha costruito con le sue stesse mani, solo che ancora non c’è arrivato! Herm adora lo Chateau, sente molto la differenza con il suo piccolo appartamento. Come darle torto?! Sono contenta che il micio ti piaccia, in realtà sia gatto che nome sono tutti un programma… parte di esso si realizzerà in questo capitolo, per il resto dovrai aspettare. Ma non dico altro! Grazie mille per tutti i complimenti, sappi che ogni volta che vedo il tuo nome tra le recensioni penso: “waaa che bello, ha commentato!”. Mi raccomando fammi sapere che pensi anche di questo! Bacio.

BabyPrincess: ecco il prossimo capitolo, scusa per l’attesa! Sono contenta che tu sia rimasta soddisfatta dal capitolo e dalla storia ^o^

francydenis: purtroppo l’aggiornamento non è arrivato tanto presto, ma è arrivato! Sono contenta di darti tante emozioni, davvero. Grazie mille per avermelo fatto sapere, mi dà una grande soddisfazione! Spero che anche questo capitolo ti faccia sognare.

 

    My magic… is back!

<< Daph, da quando Draco regala gatti? >> chiese una voce femminile con tono cospiratore.

<< Non lo so Pan… non me l’aspettavo. Mi aspettavo che le saltasse addosso! >> replicò un’altra voce, a cui seguì il sibilo di una freccia che fendeva l’aria.

Il dardo tagliò l’aria al suo passaggio, ma andò a conficcarsi solo in un angolo del bersaglio. La bionda sbuffò e si rimise elegantemente un ciuffo ondulato dietro all’orecchio.

<< Se non lo conoscessi, potrei benissimo credere nell’assenza di fini distorti. >> replicò l’altra mentre bilanciava l’arco. << Ma dato che lo conosco, mi rifiuto di credere che sia diventato un amore tutto in una volta! >>

Anche il tiro di Pansy si rivelò un fiasco: la freccia s’incastonò fuori dai cerchi disegnati. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo esasperato. Oh, se erano negate con il tiro con l’arco che ci potevano fare?! Riempire degli innocenti bersagli di dardi appuntiti non era il loro hobby preferito, e allora? Le due amiche provarono a incoccare un altro colpo, ma riuscirno solo a trafiggere il cerchio più esterno, quello giallo.

<< Ma siete un disastro! >> le prese in giro Blaise, comparendo improvvisamente alle loro spalle.

Pansy sobbalzò e cercò di ignorarlo, mentre la bionda si accigliò. Fallire era una cosa che le Serpi facevano molta fatica a mettere da parte…

<< Come se tu potessi fare di meglio. >> soffiò acida.

<< Io posso fare MOLTO meglio. >> ribattè il moro senza staccare il loro sguardi mentre si lanciavano la sfida. Poi si concentrò sulla freccia, bilanciò l’arco, tese la corda… e lasciò. Il dardo partì diretto e andò a incastonarsi nel cerchio arancione del bersaglio.

<< Ha! >> esultò, chiaramente fiero di sé stesso.

<< Non hai fatto poi tanto meglio. >> lo riprese la bionda, imbronciata.

Blaise stava per rispondere, ma un rumore secco lo distrasse. Guardò verso il bersaglio e vide una freccia dalle piume argentee conficcata nel mezzo del cerchio rosso. Un centro perfetto.

<< Sai Blaise, non dovresti vantarti quando c’è qualcuno migliore di te a portata d’orecchio. >>

Eccolo là, appoggiato allo stipite della porta con nonchalance, l’arco in mano e un ghigno mozzafiato dipinto sul viso affilato e sottile. Il Principe delle Serpi aveva fatto il suo ingresso.

Hermione li guardò, divertita, e sorrise. Le faceva ancora strano vedere i suoi nemici di sempre compiere gesti così spontanei e semplici. Era tanto tempo che lei non scherzava più così, dato che non aveva più avuto nessuno con cui scherzare.

Il sorrise le tremò sulle labbra. La ragazza si portò un riccio dietro l’orecchio, stizzita. Si riconcentrò sul bersaglio di fronte a lei e mirò con cura, poi tese la corda. Lasciò.

La freccia fece due metri di parabola discendente e cozzò contro il pavimento, a quattro passi di distanza dall’obiettivo.

Gemette. Ma come diavolo si faceva a usare quell’affare?! Maledizione a lei che si era fatta convincere a venire a provare “un antica disciplina tipica della famiglia Malfoy”… perché non se n’era rimasta a leggere un libro e coccolare il suo nuovo gatto?

<< Serve una mano? >> le chiese Daphne posandole una mano sulla spalla. << Sai, anche io avevo quella stessa espressione afflitta all’inizio. >>

<< Guarda che quella faccia la fai ancora! >> le ricordò Blaise mentre mandava un altro dardo a conficcarsi nel cerchio arancio.

La bionda lo ignorò deliberatamente e si concentrò su Hermione.

<< Allora, prima di tutto devi tenere i gomiti un po’ più in alto. >> le suggerì gentile. << Inoltre divarica le gambe ma tieni il peso al centro: ti aiuterà a sentirti più sicura. >>

La riccia annuì e seguì i consigli, ma il tiro migliorò di poco. Sbuffò sonoramente, e l’amica rise dolcemente.

<< Dai, non ti preoccupare. >> le disse Pansy aggregandosi. << Devi solo esercitarti. E poi non dai abbastanza potenza alla freccia… devi portarti le piumette a sfiorare le labbra. >>

<< Non ci riesco, la corda è troppo dura. >> protestò Hermione, e lasciò cadere l’arco.

Si era stufata di star lì a fare la figura della cretina. Tanto non ci riusciva, era troppo debole… a che vantaggio continuare a esercitarsi in qualcosa dove chiaramente non aveva possibilità? In quel momento, l’occhio le cadde su Draco.

Il biondo se ne stava in posizione eretta, la schiena dritta come un fuso e i piedi ben piantati per terra. Teneva l’arco con una mano sola e misurava con lo sguardo la distanza dal bersaglio. Il braccio destro salì alla faretra e vi pescò una freccia, che incoccò subito con un elegante movimento fluido. Sollevò l’arco davanti a sé e cominciò a tendere la corda, finchè le piume seriche del dardo non arrivarono a sfiorargli la labbra sottili e perfette; nel mentre, i muscoli delle braccia guizzarono nello sforzo. Prese la mira accuratamente, poi chiuse gli occhi e respirò profondamente. All’improvviso la mascella si tese e un ringhio impercettibile gli scivolò dalle labbra. Aprì gli occhi di scatto e espirò, mentre la freccia partiva fulminea dall’arco. Tagliò l’aria con forza e andò a conficcarsi esattamente nel centro del bersaglio.

Il ragazzo ghignò tra sé e sé, notevolmente soddisfatto.

<< Ti piacerebbe imparare a tirare così, Granger? >> chiese all’improvviso, girandosi a guardare la ragazza.

Hermione sobbalzò, bruscamente riportata alla realtà dalla domanda. Adesso era tornato gentile?

<< Ma dici a me? >> gli chiese, completamente sorpresa.

Il biondo ridacchiò. << No, dicevo al gatto. >>

Lei s’imbronciò leggermente, assottigliando gli occhi e stringendo le labbra. Dentro le iridi ardeva l’indignazione, dorata e guizzante come un fuoco, e il ragazzo non potè che compiacersene.

<< Grazie, ma non credo che tu mi possa aiutare. >> ribattè Hermione stizzita, e si volse per tornare al suo bersaglio.

Chi si credeva di essere? Non le piaceva averlo intorno quando faceva lo sbruffone. Si posizionò come le aveva suggerito Daphne e imbracciò l’arco. Cominciò a tendere la corda, ma subito ne sentì la resistenza.

Non ce la faceva. Non era abbastanza forte.

Stava per arrendersi quando una mano si posò sul suo polso, mentre un braccio le circondò la vita con decisione. Hermione si voltò, sorpresa, e si trovò a un soffio dal viso di Draco. Quello non disse niente, ma fece una pressione leggera sul suo braccio mentre l’aiutava a tendere la corda. La sua spalla, che le premeva contro la schiena, la manteneva dritta e salda. Le piumette della freccia arrivarono sfiorarle le labbra.

<< Ti aiuto io con la corda, tu concentrati sul bersaglio. >> le mormorò il ragazzo accanto all’orecchio. << Non pensare alla faccia di Weasley, immaginarti di ucciderlo non ti farà sentire meglio e non ti aiuterà a far centro. >>

La riccia sobbalzò impercettibilmente. Come cavolo faceva a sapere che pensava a Ron ogni volta che tirava? Draco non diede segno di averlo notato e continuò a darle consigli mentre l’aiutava con l’arco. La sua voce aveva un moto dolce, carezzevole, e Hermione cominciò a perdervisi.

<< Chiudi gli occhi. Devi concentrarti sulla rabbia: immagina di immagazzinarla tutta nella tensione della corda. >>

Istintivamente, nella mente della ragazza si visualizzò una sfera di colore cupo, pulsante, in corrispondenza del cuore. Quella sfera di energia cominciò a scivolarle dal petto lungo il braccio, fino a passare dalla punta delle dita alla corda dell’arco.

<< Ora trasferisci la rabbia nella freccia, poi respira. >>

Sentì la corda vibrarle tra le dita mentre la sua ira si riversava nella punta affilata del dardo. Si riempì i polmoni lentamente, godendosi la sensazione del torace che si gonfiava di vita, poi espirò. E le sembrò di aver espulso anche quell’ultimo anelito di rabbia che aveva dentro.

<< Adesso apri gli occhi e mira, senza fretta. >>

Spalancò di scatto gli occhi castani, rilucevanti di pagliuzze dorate che vi fluttuavano placide. Lo sguardo luccicante si focalizzò sul centro del bersaglio, rosso… un rosso che non si trasformò nella chioma fiammante di Ronald Weasley. E non tremò di furia e dolore.

<< Tira. >>

La freccia partì sicura e veloce, fendendo l’aria con un sibilo d’ira. Si udì un suono secco, deciso: la punta affilata si conficcò con forza nel centro perfetto del bersaglio, trapassandolo da parte a parte.

Daphne, Blaise e Pansy erano ammutoliti.

<< Sapevo che ce la potevi fare. >> le soffiò Draco all’orecchio, evidentemente fiero di lei.

Hermione arrossì leggermente al suono della sua voce calda contro la pelle, ma gli occhi erano ancora incatenati all’esito del suo tiro.

<< Mi spiace per il bersaglio. >> mugolò sincera. << Non volevo forarlo… se vuoi te lo ripago. >>

Il rampollo di casa Malfoy scosse la testa. << Non ci pensare. È il genere di cose che si riparano con una bacchetta magica. >>

Quelle parole rimestarono qualcosa dentro il petto della riccia. Un’onda strana, indefinibile, travolse il suo cuore sommergendolo in una morsa di struggimento, una nostalgia non bene identificabile. Non voleva quei sentimenti…

<< Mi aiuti a tirare ancora? >> domandò speranzosa.

Il biondo la squadrò per bene, gli occhi di ghiacciò che la scrutavano implacabili. Infine sentenziò: << Non puoi continuare vestita così, rischi di rovinarti gli abiti. Mettiti dei jeans più aderenti e una maglia che lasci scoperte le braccia, poi torna che andiamo avanti. >>

E le sorrise. Hermione ricambiò, e gli occhi scintillarono d’oro. Uscì di corsa dalla sala di allenamento, con la gioia dipinta sul viso. Era incredibile quanto si sentisse bene: era da tanto che non aveva tanta voglia di correre, saltare, cantare… era sempre stata troppo piena di rancore. Ma ora, tutta la rabbia sembrava essere sparita con quel tiro. Come se l’avesse concentrata tutta nell’arco, passandola poi alla freccia che l’aveva portata lontano da lei.

Entrò nella sua stanza e accese la luce. E per poco non ci rimase!

La camera era ridotta un disastro: c’era sabbietta ovunque, suppellettili infrante al suolo, mobili graffiati, tende sbrindellate… e tra i cuscini sventrati, in un letto di piume, sonnecchiava placido Angel. Possibile che quel gattino avesse fatto tanti disastri?!

<< Dovevo chiamarti Demon. >> gemette Hermione, ancora sotto shock per lo stato della camera.

Il micio aprì gli occhi alzando la testolina, e la salutò con un miagolio che era tutto fusa. La ragazza si sedette sul letto e cominciò a coccolarlo distrattamente, mentre i pensieri andavano alla deriva.

L’avrebbe cacciata, poco ma sicuro. Già gli aveva rotto il bersaglio, e ora un’intera stanza era ridotta in rovina. Non sarebbe mai riuscita a sistemare tutti i danni.

È il genere di cose che si riparano con una bacchetta magica”. La frase di Draco le saettò in mente, come un fulmine a ciel sereno. Lo sguardo le cadde sulla valigia, dove sapeva esserci la sua bacchetta: l’aveva trovata la sera prima mentre metteva la sua roba nei cassetti, probabilmente era stata Pansy a prendergliela. Si alzò e la estrasse, con delicatezza. Era da tanto che non faceva magie… e se avesse fatto solo più casino?

Poi scosse la testa, in un impeto di orgoglio Grifondoro: era sempre stata la migliore della classe, era impossibile che si sarebbe sbagliata ora. Si preparò a fare un incantesimo, e mentre sollevava la bacchetta sentì un’ondata di calore invaderle il braccio e dilagare poi nel petto, come se anch’essa fosse felice di tornare all’opera. Hermione sorrise.

<< Gratta e netta! >> ordinò, e subito tutte le piume, i frammenti e i granellini di sabbia si dissolsero.

<< Reparo! >> pronunciò decisa, e le tende sbrindellate, le suppellettili rotte e i cuscini sventrati si ricomposero da soli. Anche i mobili, le pareti e la moquette tornarono al loro stato originale. Era come se l’uragano felino non fosse mai passato.

La mia magia… è tornata!” pensò euforica, e sulle sue labbra si stampò un sorriso che, per quanto fosse bello, non poteva trasmettere appieno la pura gioia che la riempiva. Si cambiò in fretta, prese in braccio il suo micio tutto fusa e tornò di corsa nella sala d’allenamento.

<< Rieccoti! >> la salutò Blaise gioviale, andando subito ad accarezzare il gattino. Oh sì, Blaise amava molto i gatti! << Come mai l’hai portato? >>

<< Così, volevo che vi conoscesse. >> sorrise l’altra. Ok, non era tutta la verità, ma in parte sì!

<< Che amore… >> tubò il moro mentre faceva i grattini alla gola di Angel. << Draco, ne regali uno anche a me? >>

Il biondo sogghignò, mentre Pansy e Daphne si misero a ridere della grossa: non capitava tutti i giorni che il sofisticato Blaise si mettesse a fare la colombina per un gatto!

<< Ma non avete ancora riparato il bersaglio?! >> esclamò Hermione sorpresa, affidando attentamente Angel a Blaise. Il ragazzo lo accolse teneralmente e si appoggiò alla parete coccolandolo amorevolmente.

<< No, ti aspettavamo. >> le disse la bionda scambiando un sorriso in tralice con l’amica, lo sguardo complice di chi la sa lunga.

<< Sempre tutto io devo fare! >> sbuffò ironicamente la riccia, e imbracciò la bacchetta. << Reparo! >>

Tre paia di occhi, uno azzurro, uno blu e uno castano, si riempirono di piacevole sorpresa. Sui visi dei loro proprietari si dipinse un sorriso.

Un altro paio di occhi, color grigio ghiaccio, esultarono intimamente. Il biondo raggiunse Hermione, pronto ad aiutarla a tendere la corda dell’arco.

*****

Sulla labbra di Draco dominava ancora il ghigno, mentre il ragazzo attraversava con passo elegante i corridoio dello Chateau. Ma era un ghigno che assomigliava davvero molto a un sorriso…

Questo perché era contento: la Granger ormai si era quasi del tutto ripresa. Si stava trovando bene in loro compagnia, si era liberata della rabbia, aveva ricominciato a fare magie. Ormai era il momento che uscisse un po’ dalle mura protettive di quella grande casa.

Il biondo si fermò davanti a una porta e bussò delicatamente.

<< Sì? >> chiese una voce femminile dall’interno.

<< Pan, sono io. >> rispose.

Il battente in ebano si aprì appena, e il viso della giovano Serpe fece capolino dallo spiraglio. << Dimmi tutto. >>

<< Perché tu, Daph e Herm non andate a fare shopping domani? Infondo ormai è quasi Natale. >> propose il ragazzo.

Pansy ci pensò su un attimo. Lei e Daph dovevano lavorare, ma la bionda aveva la mattinata libera e lei il pomeriggio… si sarebbero potute incastrare!

<< In linea di massima direi che si può fare. >> annuì sorridente. << Adesso mando un messaggio a Daph e a Herm, così ci mettiamo d’accordo. >>

Draco annuì e le diede la buona notte, così la Serpe fece per chiudere la porta.

<< Pan? >> la chiamò la sua voce improvvisamente.

<< Sì? >>

<< Sai, dovresti trovarti un ragazzo: nel tuo armadio c’è troppo intimo sexy per una single! >>

La mora gli fece la linguaccia, poi chiuse la porta. Non poteva sapere che il fulmine dell’amore sarebbe caduto quanto prima…

 

ANGOLETTO!

Ciao, eccoci in fondo. Allora, piaciuto il fuori programma? Come avrete intuito dalle ultime righe, la prossima volta shopping! E ne vedremo delle belle, la trama della storia comincerà a smuoversi… altri personaggi ritorneranno di gran carriera, e questo non avrà conseguenza solo su una persona… ma non dico altro! Commentino?

Clarisse

   
 
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