WAAAA
com’è difficile essere puntuale con lo studio di
mezzo… che ritado!!! Chiedo
umilmente perdono… sono state due settimane folli, ma la
buona notizia è che
sto andando meglio a scuola! ^o^! Sarò sincera, questo
capitolo è venuto giù
interamente oggi e ieri: mi è venuto così, ed
è un completo fuori programma!
Poi mi fate sapere? E soprattutto, mi perdonate il ritardo?
anna96: grazie, sono
contenta che la reggia ti sia piaciuta! Abbiamo visto solo gli ambienti
di
passaggio, descriverò altre sale quando arriveremo alla
festa di Natale. Il micio
in realtà ha tutto un secondo fine, come vedrai in questo
capitolo… spero che
ti piacerà! Mille grazie per i complimenti!
Lovy91: ecco
finalmente il continuo! Grazie mille per i complimenti, ho apprezzato
molto. Sono
contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto!
Tanny: ciaooo! Che bella
la tua ultima recensione, mi ha resa felicissima! Ti prego, non odiarmi
per il
ritardo ma proprio non ho potuto fare prima... non veniva
giù! E questo è un
capitolo molto importante, segna il punto culminante di una sequenza
fondamentale, e volevo essere sicura di averlo fatto bene…
dai, mi farai
sapere! Sì, Draco sta cadendo anche lui nella trappola che
ha costruito con le
sue stesse mani, solo che ancora non c’è arrivato!
Herm adora lo Chateau, sente
molto la differenza con il suo piccolo appartamento. Come darle torto?!
Sono contenta
che il micio ti piaccia, in realtà sia gatto che nome sono
tutti un programma…
parte di esso si realizzerà in questo capitolo, per il resto
dovrai aspettare. Ma
non dico altro! Grazie mille per tutti i complimenti, sappi che ogni
volta che
vedo il tuo nome tra le recensioni penso: “waaa che bello, ha
commentato!”. Mi raccomando
fammi sapere che pensi anche di questo! Bacio.
BabyPrincess: ecco
il prossimo capitolo, scusa per l’attesa! Sono contenta che
tu sia rimasta
soddisfatta dal capitolo e dalla storia ^o^
francydenis:
purtroppo l’aggiornamento non è arrivato tanto
presto, ma è arrivato! Sono contenta
di darti tante emozioni, davvero. Grazie mille per avermelo fatto
sapere, mi dà
una grande soddisfazione! Spero che anche questo capitolo ti faccia
sognare.
My magic… is back!
<<
Daph, da quando Draco regala gatti?
>> chiese una voce femminile con tono cospiratore.
<<
Non lo so Pan… non me l’aspettavo. Mi
aspettavo che le saltasse addosso! >> replicò
un’altra voce, a cui seguì
il sibilo di una freccia che fendeva l’aria.
Il dardo
tagliò l’aria al suo passaggio, ma andò
a
conficcarsi solo in un angolo del bersaglio. La bionda
sbuffò e si rimise
elegantemente un ciuffo ondulato dietro all’orecchio.
<<
Se non lo conoscessi, potrei benissimo
credere nell’assenza di fini distorti. >>
replicò l’altra mentre
bilanciava l’arco. << Ma dato che lo conosco,
mi rifiuto di credere che
sia diventato un amore tutto in una volta! >>
Anche il tiro di
Pansy si rivelò un fiasco: la
freccia s’incastonò fuori dai cerchi disegnati. Le
due ragazze si scambiarono
uno sguardo esasperato. Oh, se erano negate con il tiro con
l’arco che ci
potevano fare?! Riempire degli innocenti bersagli di dardi appuntiti
non era il
loro hobby preferito, e allora? Le due amiche provarono a incoccare un
altro
colpo, ma riuscirno solo a trafiggere il cerchio più
esterno, quello giallo.
<<
Ma siete un disastro! >> le prese in
giro Blaise, comparendo improvvisamente alle loro spalle.
Pansy
sobbalzò e cercò di ignorarlo, mentre la
bionda si accigliò. Fallire era una cosa che le Serpi
facevano molta fatica a
mettere da parte…
<<
Come se tu potessi fare di meglio. >>
soffiò acida.
<<
Io posso fare MOLTO meglio. >> ribattè
il moro senza staccare il loro sguardi mentre si lanciavano la sfida.
Poi si
concentrò sulla freccia, bilanciò
l’arco, tese la corda… e lasciò. Il
dardo
partì diretto e andò a incastonarsi nel cerchio
arancione del bersaglio.
<<
Ha! >> esultò, chiaramente fiero di
sé stesso.
<<
Non hai fatto poi tanto meglio. >> lo
riprese la bionda, imbronciata.
Blaise stava per
rispondere, ma un rumore secco lo
distrasse. Guardò verso il bersaglio e vide una freccia
dalle piume argentee
conficcata nel mezzo del cerchio rosso. Un centro perfetto.
<<
Sai Blaise, non dovresti vantarti quando
c’è qualcuno migliore di te a portata
d’orecchio. >>
Eccolo
là, appoggiato allo stipite della porta con
nonchalance, l’arco in mano e un ghigno mozzafiato dipinto
sul viso affilato e
sottile. Il Principe delle Serpi aveva fatto il suo ingresso.
Hermione li
guardò, divertita, e sorrise. Le faceva
ancora strano vedere i suoi nemici di sempre compiere gesti
così spontanei e
semplici. Era tanto tempo che lei non scherzava più
così, dato che non aveva
più avuto nessuno con cui scherzare.
Il sorrise le
tremò sulle labbra. La ragazza si
portò un riccio dietro l’orecchio, stizzita. Si
riconcentrò sul bersaglio di
fronte a lei e mirò con cura, poi tese la corda.
Lasciò.
La freccia fece
due metri di parabola discendente e
cozzò contro il pavimento, a quattro passi di distanza
dall’obiettivo.
Gemette. Ma come
diavolo si faceva a usare
quell’affare?! Maledizione a lei che si era fatta convincere
a venire a provare
“un antica disciplina tipica della famiglia
Malfoy”… perché non se n’era
rimasta a leggere un libro e coccolare il suo nuovo gatto?
<<
Serve una mano? >> le chiese Daphne
posandole una mano sulla spalla. << Sai, anche io avevo
quella stessa
espressione afflitta all’inizio. >>
<<
Guarda che quella faccia la fai ancora!
>> le ricordò Blaise mentre mandava un altro
dardo a conficcarsi nel
cerchio arancio.
La bionda lo
ignorò deliberatamente e si concentrò
su Hermione.
<<
Allora, prima di tutto devi tenere i gomiti
un po’ più in alto. >> le
suggerì gentile. << Inoltre divarica le
gambe ma tieni il peso al centro: ti aiuterà a sentirti
più sicura. >>
La riccia
annuì e seguì i consigli, ma il tiro
migliorò di poco. Sbuffò sonoramente, e
l’amica rise dolcemente.
<<
Dai, non ti preoccupare. >> le disse
Pansy aggregandosi. << Devi solo esercitarti. E poi non
dai abbastanza
potenza alla freccia… devi portarti le piumette a sfiorare
le labbra. >>
<<
Non ci riesco, la corda è troppo dura.
>> protestò Hermione, e lasciò
cadere l’arco.
Si era stufata
di star lì a fare la figura della
cretina. Tanto non ci riusciva, era troppo debole… a che
vantaggio continuare a
esercitarsi in qualcosa dove chiaramente non aveva
possibilità? In quel
momento, l’occhio le cadde su Draco.
Il biondo se ne
stava in posizione eretta, la
schiena dritta come un fuso e i piedi ben piantati per terra. Teneva
l’arco con
una mano sola e misurava con lo sguardo la distanza dal bersaglio. Il
braccio
destro salì alla faretra e vi pescò una freccia,
che incoccò subito con un
elegante movimento fluido. Sollevò l’arco davanti
a sé e cominciò a tendere la
corda, finchè le piume seriche del dardo non arrivarono a
sfiorargli la labbra
sottili e perfette; nel mentre, i muscoli delle braccia guizzarono
nello
sforzo. Prese la mira accuratamente, poi chiuse gli occhi e
respirò
profondamente. All’improvviso la mascella si tese e un
ringhio impercettibile
gli scivolò dalle labbra. Aprì gli occhi di
scatto e espirò, mentre la freccia
partiva fulminea dall’arco. Tagliò
l’aria con forza e andò a conficcarsi esattamente
nel centro del bersaglio.
Il ragazzo
ghignò tra sé e sé, notevolmente
soddisfatto.
<<
Ti piacerebbe imparare a tirare così,
Granger? >> chiese all’improvviso, girandosi a
guardare la ragazza.
Hermione
sobbalzò, bruscamente riportata alla realtà
dalla domanda. Adesso era tornato gentile?
<<
Ma dici a me? >> gli chiese,
completamente sorpresa.
Il biondo
ridacchiò. << No, dicevo al gatto.
>>
Lei
s’imbronciò leggermente, assottigliando gli
occhi e stringendo le labbra. Dentro le iridi ardeva
l’indignazione, dorata e
guizzante come un fuoco, e il ragazzo non potè che
compiacersene.
<<
Grazie, ma non credo che tu mi possa
aiutare. >> ribattè Hermione stizzita, e si
volse per tornare al suo
bersaglio.
Chi si credeva
di essere? Non le piaceva averlo intorno
quando faceva lo sbruffone. Si posizionò come le aveva
suggerito Daphne e
imbracciò l’arco. Cominciò a tendere la
corda, ma subito ne sentì la
resistenza.
Non ce la
faceva. Non era abbastanza forte.
Stava per
arrendersi quando una mano si posò sul suo
polso, mentre un braccio le circondò la vita con decisione.
Hermione si voltò,
sorpresa, e si trovò a un soffio dal viso di Draco. Quello
non disse niente, ma
fece una pressione leggera sul suo braccio mentre l’aiutava a
tendere la corda.
La sua spalla, che le premeva contro la schiena, la manteneva dritta e
salda.
Le piumette della freccia arrivarono sfiorarle le labbra.
<<
Ti aiuto io con la corda, tu concentrati
sul bersaglio. >> le mormorò il ragazzo
accanto all’orecchio. <<
Non pensare alla faccia di Weasley, immaginarti di ucciderlo non ti
farà
sentire meglio e non ti aiuterà a far centro.
>>
La riccia
sobbalzò impercettibilmente. Come cavolo
faceva a sapere che pensava a Ron ogni volta che tirava? Draco non
diede segno
di averlo notato e continuò a darle consigli mentre
l’aiutava con l’arco. La
sua voce aveva un moto dolce, carezzevole, e Hermione
cominciò a perdervisi.
<<
Chiudi gli occhi. Devi concentrarti sulla
rabbia: immagina di immagazzinarla tutta nella tensione della corda.
>>
Istintivamente,
nella mente della ragazza si
visualizzò una sfera di colore cupo, pulsante, in
corrispondenza del cuore.
Quella sfera di energia cominciò a scivolarle dal petto
lungo il braccio, fino
a passare dalla punta delle dita alla corda dell’arco.
<<
Ora trasferisci la rabbia nella freccia,
poi respira. >>
Sentì
la corda vibrarle tra le dita mentre la sua
ira si riversava nella punta affilata del dardo. Si riempì i
polmoni
lentamente, godendosi la sensazione del torace che si gonfiava di vita,
poi
espirò. E le sembrò di aver espulso anche
quell’ultimo anelito di rabbia che
aveva dentro.
<<
Adesso apri gli occhi e mira, senza fretta.
>>
Spalancò
di scatto gli occhi castani, rilucevanti di
pagliuzze dorate che vi fluttuavano placide. Lo sguardo luccicante si
focalizzò
sul centro del bersaglio, rosso… un rosso che non si
trasformò nella chioma
fiammante di Ronald Weasley. E non tremò di furia e dolore.
<<
Tira. >>
La freccia
partì sicura e veloce, fendendo l’aria
con un sibilo d’ira. Si udì un suono secco,
deciso: la punta affilata si
conficcò con forza nel centro perfetto del bersaglio,
trapassandolo da parte a
parte.
Daphne, Blaise e
Pansy erano ammutoliti.
<<
Sapevo che ce la potevi fare. >> le
soffiò Draco all’orecchio, evidentemente fiero di
lei.
Hermione
arrossì leggermente al suono della sua voce
calda contro la pelle, ma gli occhi erano ancora incatenati
all’esito del suo
tiro.
<<
Mi spiace per il bersaglio. >> mugolò
sincera. << Non volevo forarlo… se vuoi te lo
ripago. >>
Il rampollo di
casa Malfoy scosse la testa. <<
Non ci pensare. È il genere di cose che si riparano con una
bacchetta magica.
>>
Quelle parole
rimestarono qualcosa dentro il petto
della riccia. Un’onda strana, indefinibile, travolse il suo
cuore sommergendolo
in una morsa di struggimento, una nostalgia non bene identificabile.
Non voleva
quei sentimenti…
<<
Mi aiuti a tirare ancora? >> domandò
speranzosa.
Il biondo la
squadrò per bene, gli occhi di ghiacciò
che la scrutavano implacabili. Infine sentenziò:
<< Non puoi continuare
vestita così, rischi di rovinarti gli abiti. Mettiti dei
jeans più aderenti e
una maglia che lasci scoperte le braccia, poi torna che andiamo avanti.
>>
E le sorrise.
Hermione ricambiò, e gli occhi
scintillarono d’oro. Uscì di corsa dalla sala di
allenamento, con la gioia dipinta
sul viso. Era incredibile quanto si sentisse bene: era da tanto che non
aveva
tanta voglia di correre, saltare, cantare… era sempre stata
troppo piena di
rancore. Ma ora, tutta la rabbia sembrava essere sparita con quel tiro.
Come se
l’avesse concentrata tutta nell’arco, passandola
poi alla freccia che l’aveva
portata lontano da lei.
Entrò
nella sua stanza e accese la luce. E per poco
non ci rimase!
La camera era
ridotta un disastro: c’era sabbietta
ovunque, suppellettili infrante al suolo, mobili graffiati, tende
sbrindellate…
e tra i cuscini sventrati, in un letto di piume, sonnecchiava placido
Angel.
Possibile che quel gattino avesse fatto tanti disastri?!
<<
Dovevo chiamarti Demon. >> gemette
Hermione, ancora sotto shock per lo stato della camera.
Il micio
aprì gli occhi alzando la testolina, e la
salutò con un miagolio che era tutto fusa. La ragazza si
sedette sul letto e
cominciò a coccolarlo distrattamente, mentre i pensieri
andavano alla deriva.
L’avrebbe
cacciata, poco ma sicuro. Già gli aveva
rotto il bersaglio, e ora un’intera stanza era ridotta in
rovina. Non sarebbe
mai riuscita a sistemare tutti i danni.
“È il genere
di cose che si riparano con una bacchetta magica”.
La frase di Draco le
saettò in mente, come un fulmine a ciel sereno. Lo sguardo
le cadde sulla
valigia, dove sapeva esserci la sua bacchetta: l’aveva
trovata la sera prima
mentre metteva la sua roba nei cassetti, probabilmente era stata Pansy
a
prendergliela. Si alzò e la estrasse, con delicatezza. Era
da tanto che non
faceva magie… e se avesse fatto solo più casino?
Poi scosse la
testa, in un impeto di orgoglio
Grifondoro: era sempre stata la migliore della classe, era impossibile
che si
sarebbe sbagliata ora. Si preparò a fare un incantesimo, e
mentre sollevava la
bacchetta sentì un’ondata di calore invaderle il
braccio e dilagare poi nel
petto, come se anch’essa fosse felice di tornare
all’opera. Hermione sorrise.
<<
Gratta e netta! >> ordinò, e subito
tutte le piume, i frammenti e i granellini di sabbia si dissolsero.
<<
Reparo! >> pronunciò decisa, e le
tende sbrindellate, le suppellettili rotte e i cuscini sventrati si
ricomposero
da soli. Anche i mobili, le pareti e la moquette tornarono al loro
stato
originale. Era come se l’uragano felino non fosse mai passato.
“La mia magia…
è tornata!” pensò euforica, e
sulle sue labbra si stampò un sorriso che,
per quanto fosse bello, non poteva trasmettere appieno la pura gioia
che la
riempiva. Si cambiò in fretta, prese in braccio il suo micio
tutto fusa e tornò
di corsa nella sala d’allenamento.
<<
Rieccoti! >> la salutò Blaise
gioviale, andando subito ad accarezzare il gattino. Oh sì,
Blaise amava molto i
gatti! << Come mai l’hai portato?
>>
<<
Così, volevo che vi conoscesse. >>
sorrise l’altra. Ok, non era tutta la verità, ma
in parte sì!
<<
Che amore… >> tubò il moro mentre
faceva i grattini alla gola di Angel. << Draco, ne regali
uno anche a me?
>>
Il biondo
sogghignò, mentre Pansy e Daphne si misero
a ridere della grossa: non capitava tutti i giorni che il sofisticato
Blaise si
mettesse a fare la colombina per un gatto!
<<
Ma non avete ancora riparato il bersaglio?!
>> esclamò Hermione sorpresa, affidando
attentamente Angel a Blaise. Il
ragazzo lo accolse teneralmente e si appoggiò alla parete
coccolandolo
amorevolmente.
<<
No, ti aspettavamo. >> le disse la
bionda scambiando un sorriso in tralice con l’amica, lo
sguardo complice di chi
la sa lunga.
<<
Sempre tutto io devo fare! >> sbuffò
ironicamente la riccia, e imbracciò la bacchetta.
<< Reparo! >>
Tre paia di
occhi, uno azzurro, uno blu e uno
castano, si riempirono di piacevole sorpresa. Sui visi dei loro
proprietari si
dipinse un sorriso.
Un altro paio di
occhi, color grigio ghiaccio,
esultarono intimamente. Il biondo raggiunse Hermione, pronto ad
aiutarla a tendere
la corda dell’arco.
*****
Sulla labbra di
Draco dominava ancora il ghigno,
mentre il ragazzo attraversava con passo elegante i corridoio dello
Chateau. Ma
era un ghigno che assomigliava davvero molto a un sorriso…
Questo
perché era contento: la Granger ormai si era
quasi del tutto ripresa. Si stava trovando bene in loro compagnia, si
era
liberata della rabbia, aveva ricominciato a fare magie. Ormai era il
momento
che uscisse un po’ dalle mura protettive di quella grande
casa.
Il biondo si
fermò davanti a una porta e bussò delicatamente.
<<
Sì? >> chiese una voce femminile
dall’interno.
<<
Pan, sono io. >> rispose.
Il battente in
ebano si aprì appena, e il viso della
giovano Serpe fece capolino dallo spiraglio. << Dimmi
tutto. >>
<<
Perché tu, Daph e Herm non andate a fare
shopping domani? Infondo ormai è quasi Natale.
>> propose il ragazzo.
Pansy ci
pensò su un attimo. Lei e Daph dovevano
lavorare, ma la bionda aveva la mattinata libera e lei il
pomeriggio… si
sarebbero potute incastrare!
<<
In linea di massima direi che si può fare.
>> annuì sorridente. << Adesso
mando un messaggio a Daph e a Herm,
così ci mettiamo d’accordo. >>
Draco
annuì e le diede la buona notte, così la Serpe
fece per chiudere la porta.
<<
Pan? >> la chiamò la sua voce
improvvisamente.
<<
Sì? >>
<<
Sai, dovresti trovarti un ragazzo: nel tuo
armadio c’è troppo intimo sexy per una single!
>>
La mora gli fece
la linguaccia, poi chiuse la porta.
Non poteva sapere che il fulmine dell’amore sarebbe caduto
quanto prima…
ANGOLETTO!
Ciao,
eccoci in fondo. Allora, piaciuto il fuori programma? Come avrete
intuito dalle
ultime righe, la prossima volta shopping! E ne vedremo delle belle, la
trama
della storia comincerà a smuoversi… altri
personaggi ritorneranno di gran
carriera, e questo non avrà conseguenza solo su una
persona… ma non dico altro!
Commentino?
Clarisse