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Autore: ilenia23    01/11/2009    5 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate ma questo periodo è un delirio. Ora come ora aspetto solo le vacanze di Natale per un pò di pace. Comunque..ecco qui questo brevissimo capitolo...ho deciso di rimandare l'intermezzo su James per questioni pratiche..quando la storia giungerà ad un punto meno incasinato lo aggiungerò anche se prima dovresi scriverlo...XD....Vi lascio alla lettura e mi raccomando...RECENSITEEE!!!Siete pochi ma buoni!

Hogwarts -  25 Giugno 1995

Sirius Black

“Ehi, guarda fuori dalla finestra!”esclamai, interrompendo James, intento a raccontarmi di quando aveva preso in mano una spada per la prima volta.
“Cosa dovrei guardare?”chiese, curioso.
“È l’alba”dichiarai come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 “Quella di Shantaram è dieci mila volte meglio” sbuffò, prendendomi in giro.
“ Forse hai ragione ma non tieni conto del valore affettivo. Non hai idea di quante volte io e i  Malandrini l’abbiamo attesa svegli”dissi nostalgico.
“Ti mancano molto?”.
“Già..”.
“Almeno tu ce li hai avuti degli amici..”sospirò un po’ serio un po’ sarcastico.
“A Shantaram..”provai a chiedere ma mi interruppe subito.
 Si strinse nelle spalle e disse: “Si, ma non è la stessa cosa. Non è come avere degli amici..normali..umani. È
 diverso. Sai com’è lì…sono tutti troppo seri”.
Scoppiai a ridere, seguito a ruota da James. Mi accorgevo solo adesso che avevamo una risata molto simile..tra le tante altre cose.
Rimanemmo in silenzio ad osservare l’alba e io ne approfittai per sprofondare nei miei pensieri.
Il mio cuore galoppava a redini sciolte da un bel po’ ormai..
Non era stato per niente inutile lottare per rimanere in vita. Prima, quando ancora ero rinchiuso ad Azkaban, pensavo che fosse solo codardia, non avere il coraggio di farla finita con quell’ esistenza inutile. Poi , quando evasi, credetti che la cosa che mi teneva ancora in piedi fosse voglia di giustizia, la voglia di vendicare i miei amici. Le cose incominciarono a cambiare dopo che incontrai gli occhi di Harry. In quel momento capii che dovevo rimanere vivo…per lui, per suo padre, per sua madre. E lottai con tutte le mie forze per adempiere al mio dovere da padrino ma sentivo che mancava qualcosa.
Mancava il fattore felicità che invece avevo riottenuto solo adesso. Adesso sentivo la mia vita piena, in pace, o almeno, sentivo che poteva diventarlo. Gli elementi c’erano tutti.
Quando tornai alla realtà e mi voltai verso James, scoprì che si era profondamente addormentato, con la testa appoggiata alle braccia incrociate sul tavolo. Per esperienza personale sapevo che risvegliarsi dopo aver dormito in quella posizione per ore non era esattamente la cosa più piacevole del mondo, per cui lo presi di peso e lo poggiai sul divano, senza che lui si accorgesse di niente. Un’ altra cosa che avevamo in comune: se dormivamo, niente poteva svegliarci.
Rimasi a guardarlo per un po’  e ripensai un momento al fatto che quello era mio figlio.  Fino a poco tempo fa mi credevo un uomo distrutto e finito e invece la vita aveva qualcosa di meglio in serbo per me.  Qualcosa di meraviglioso…
Sentii due braccia abbracciarmi da dietro e il profumo inconfondibile di Aryana invadermi.
“Credevo che non la finiste più di parlare..”sbuffò capricciosa, facendomi voltare verso di lei.
“Hai origliato la nostra conversazione?”esclamai fingendomi scioccato.
“Come ogni bravo Auror, devo conoscere i miei nemici. Sarete due uomini contro di me, ora. Dovrò almeno prendermi dei vantaggi, no? E comunque stai tranquillo, non ho ascoltato tutta la conversazione. Come potevi pretendere che mi sorbissi per l’ennesima volta i vostri aneddoti, triti e ritriti da millenni? Quante migliaia di volte l’avrò sentita la storiella della finale di quidditch?”.
“È inutile che sfotti, elfo. Sei solo gelosa..”.
“Gelosa, io? Di un cane pulcioso come te? Non farmi ridere..”disse, tirandomi a sé e baciandomi.
“Ary, sono preoccupato”mormorai mentre la stringevo al mio petto.
“Anch’io ma non posso fare a meno di essere felice..per noi”.
“E come potremmo non esserlo?”.
“Tra poco dovrò andare nell’ufficio di mio padre a stabilire i dettagli della nostra partenza. Dovremmo raggiungere Grimmauld Place il più in fretta possibile. Penso anche che dovrò presentare le dimissioni a Caramell..”.
“Cosa? Perché? La tua presenza all’ interno del Ministero è importantissima per l’ Ordine”.
“Forse fino a ieri ma dopo stasera… Dopo il litigio furibondo con mio padre, il codardo farà scendere la nostra credibilità sotto zero. Lavorare ancora al Ministero sarebbe solo un pericolo, mi terranno sotto torchio. Preferisco investire il mio tempo e le mie energie per qualcosa di più proficuo”.
“In effetti hai ragione. Io invece stavo pensando a cosa farà James..”.
“Che domande…starà con noi. Dove vuoi che vada?!”.
“Io veramente pensavo che potremmo mandarlo ad Hogwarts l’ anno prossimo”.
Scoppiò a ridermi in faccia. Io non feci una piega.
“Aspetta, ma sei serio?”esclamò notando la mia espressione.
“Perché no? Potremmo dargli un falso nome e inventare una storia convincente sul suo passato. Così facendo, gli faremo vivere almeno un’adolescenza normale, in compagnia dei suoi coetanei, si farà degli amici e poi…l’ hai detto tu stessa che non c’è posto più sicuro di Hogwarts”.
“Prima di tutto, l’ho detto quando Voldemort non era ancora tornato. Ormai nessun posto lontano da noi è sicuro per lui. E poi non stai trascurando dei dettagli? Per esempio, che non servirà a niente cambiare il suo nome visto che è del tutto identico a te? Credi che nessuno se ne accorgerà? E per di più non voglio che James abbia storie da occultare o segreti inconfessabili.  Non voglio che sia costretto a mentire”.
“Ma se non fa altro da tutta la vita? Lo tieni nascosto a Shantaram in mezzo agli elfi e sai benissimo che non potrà raccontarlo mai a nessuno. Questo non è mentire?”.
“Come fai a rinfacciarmelo? Come ti permetti?”.
I nostri toni si erano alzati da un bel pezzo.
“No, no..scusa..non volevo dire questo..è solo che..non voglio tenergli le ali tarpate”.
“E invece a me piace, no?”.
“Non sto dicendo questo. Sto dicendo che il rischio c’è ma non  puoi impedire a quel ragazzino di vivere la sua vita solo per la paura”.
“Tu non ti rendi conto di quello che dici. Qua non si tratta di paura. Si tratta della certezza di una catastrofe. Se io faccio uscire James da questa stanza, scoppierebbe il finimondo. Diventeremmo il fenomeno da baraccone del secolo”.
“Ma da quand’è che ti importa cosa pensa la gente?”.
“Tu credi che sia questo? Credi che si riduca tutto a cosa pensa la gente. Forse ti sfugge qualcosa. Se si viene a scoprire una cosa del genere, ci saranno delle ripercussioni molto gravi, soprattutto per l’ Ordine. Innanzi tutto, mio padre perderebbe la stima e la fiducia di gran parte della comunità magica, per non dire tutta.  Secondariamente, la tua posizione potrebbe aggravarsi ulteriormente e la tua taglia sarà davvero la cosa più appetibile in Inghilterra.  Io verrei arrestata nell’immediato per aver mentito tutti questi anni riguardo i nostri rapporti e potrebbero anche accusarmi di favoreggiamento o che so io”.
“Stai ingigantendo la situazione..”.
“Io sono realista. Se dovessero prenderti, metti a rischio tutti non solo te stesso”.
“Cosa c’entra James con la mia situazione?”.
“Nel momento stesso in cui lo vedranno, capiranno chi è, non lo capisci? E come pensi di spiegare tutti questi anni di silenzio?”.
“Ti comporti come se la tua parola valesse più della mia”.
“Non si tratta di potere decisionale. Qui si sta parlando di buon senso. James non può avere una vita normale perché lui non è normale. Noi non siamo normali. Io sono un mezzo elfo con poteri fuori dal normale, che scompare e riappare da non si sa dove, figlia di un ultracentenario che si comporta come un pazzo agli occhi della comunità magica. Tu sei un latitante, potenzialmente pericoloso, un pazzo assassino e sei anche un Animagus non registrato. James è un ragazzino di tredici anni che parla l’ elfico, si destreggia con la spada e fa delle magie impensabili per molti maghi adulti e ,ciliegina sulla torta, nessuno sa che esiste. Che vita normale potrebbero mai avere dei tipi del genere?...E non ridere!”esclamò mentre io mi piegavo in due dalle risate. Mi seguì a ruota, prendendomi a schiaffi per gioco.
“Smettila. Non c’è niente da ridere”.
“Ma che razza di famiglia siamo?”chiesi tra le risate, attirandola a me.
“Siamo delle persone pericolose..matte da legare..dei loschi figuri da evitare accuratamente…brutta gente da tenere a distanza”continuò ridendo.
“È stata proprio ingiusta la vita con noi, eh?”dissi asciugandomi le lacrime.
“ Ci sono persone che stanno peggio..”.
“E chi per esempio?”chiesi sarcastico.
“Frank e Alice” disse sommessamente.
“Sei andata a trovarli in questi anni?”.
“Non come avrei dovuto. Troppe poche volte. Non mi hanno neanche riconosciuto”.
“Ehi, noi non permetteremo che accada ancora a qualcuno di noi, chiaro?”dissi prendendole il viso tra le mani.
“È facile dirlo adesso Sir, ma quando tutto ricomincerà davvero, sarà diverso”.
“Adesso non pensiamo a niente, ok? Viviamo questi momenti di apparente calma prima che si scateni tutto il putiferio, d’accordo?”.
Annuì con la testa, dolcemente.
Mi ero sempre meravigliato dell’effetto che facevo ad Aryana. Lei era una creatura così fiera, orgogliosa, altezzosa, austera…poi invece con me sembrava così..fragile. La qual cosa mi faceva impazzire. Mi dava la consapevolezza del fatto che lei fosse mia, solo mia. Eravamo come adrenalina e dopamina insieme.
“Devo andare..”sussurrò stampandomi un bacio a fior di labbra.
“Torna presto da me..”.
“Tranquillo, io non sono mica te che quando dici che torni poi non torni più”.
“Ehi, elfo, non succederà mai più. È una questione di statistiche. Se ci è capitato una volta, le probabilità che ci accada di nuovo un fatto così tremendo, sono vicino allo zero”.
“È quel vicino che mi preoccupa”sbuffò allegra, chiudendosi la porta alle spalle.
Per fortuna non sapevamo ancora quanto ci dovessimo preoccupare per quel vicino
  
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