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Autore: Rein94    02/11/2009    2 recensioni
Sulfus si rende conto dei propri sentimenti per Raf,ma lei è innamorata di Raoul, un terreno... La versione a fumetti si è fermata proprio a questo punto,ed è da qui che parte la mia storia!
[Raf/Sulfus ~ FF Ispirata alla Versione a Fumetti]
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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forbie6 Capitolo 6

Raf POV

Sento i rumori della strada nella testa, nelle orecchie, nel cuore. Sento il mio respiro gelido entrarmi dentro e delle piccole lacrime scendere dal mio viso fino a sporcare il marciapiede, unite alle piccole gocce di sangue che scendono irregolari dai miei gomiti e dalle mie ginocchia. Sento un bruciore tremendo, ma so che non viene dalle ferite. Mi sento il cuore in fiamme, ho bisogno di urlare. Ne ho bisogno sul serio, ma ho finito la voce. Il sangue non accenna a fermarsi, mi sa che dovrei sbrigarmi a reagire e tornare dentro per curare le mie ferite. Mi sposto dalla mia posizione, a carponi, per mettermi seduta per terra. Abbasso svogliatamente lo sguardo sulle mie ginocchia, ma rimango impassibile. Dentro la mia mente inorridisco un po’; le sbucciature sono più profonde di quello che pensassi, ma non è questo che mi preoccupa. Sbuffo e mi afferro le braccia, allontanandole subito dopo, non appena sento il dolore per aver toccato la ferita. Mi guardo la mano sporca di sangue. È…strano. Ha un odore metallico che da quasi alla testa. Wow. Sono messa bene, vero? Sto sanguinando e mi metto a pensare tranquillamente a queste cose, analizzando la situazione come se non riguardasse me. Non mi importa di niente. Una macchina potrebbe benissimo sferzare e investirmi, e non avrei nessuna reazione. In una situazione normale a questo punto mi prenderei la testa fra le mani dicendomi qualcosa del tipo “Dannazione Raf! Reagisci!” ma non ce la faccio a fare nemmeno questo; non ne ho voglia. Non ho voglia di niente. La mia forza di volontà si è abbassata fino a toccare il fondo e sprofondare ancora più giù. Sento dei passi venirmi incontro e fermarsi dietro di me. Non mi volto, non mi importa di sapere chi è. “Raf…” Uriè parla con voce incerta, come a voler sondare quanto gli sembro fuori di testa da 1 a 10. Cosa mi prende? Questi pensieri non sono da me, sono…cattivi. “Raf, alzati. Torniamo dentro” Non ho voglia di alzarmi, non ho voglia di risponderti. “Raf…ti senti bene?” Non lo so, cara, decidi tu. Prova a strapparti il cuore dal petto e a tenerlo in mano ancora pulsante, e poi dimmi come stai. La situazione non è esattamente la stessa, ma in compenso la sensazione coincide perfettamente. Ti avvicini e mi vieni davanti. Spostati, mi copri la visuale sull’orizzonte. “Ehi, Raf…dimmi qualcosa, qualsiasi cosa…”Scusami tanto, ma non credo proprio che sia il caso. Se ora aprissi bocca (cosa che, ribadisco, NON HO VOGLIA di fare) direi delle cose che un angelo non dovrebbe dire. Chiedo troppo se voglio essere lasciata in pace? Non do fastidio a nessuno, giusto? Che noia ti do se rimango qui a fissare l’orizzonte, sperando di vedere quella dannatissima macchina riapparirmi davanti? “Raf…” Ora basta, stai incominciando a stufarmi. Ti avvicini lentamente e mi sfiori un braccio con la mano, ma io con un movimento brusco ti allontano. Mi rivolgi uno sguardo ferito e preoccupato, e lentamente te ne vai. Ecco, brava; lasciami sola, è tutto quello che chiedo. Ormai mi conviene perderle tutte in blocco, le persone per me importanti, almeno non farò la fatica di stare male dopo. Tanto peggio di così non posso stare. Ho toccato il fondo; più in basso non si scende.
Rimango immobile mentre le ombre della città cambiano, e cala il sole lasciando il posto alle stelle. Stasera non c’è la luna; un'altra cosa che sembra avermi abbandonata. Sciolgo l’abbraccio che legava le mie gambe alle mie braccia intorpidite, ed emetto un piccolo gemito. Le ferite che si stanno piano piano rimarginando mi fanno provare una piccola scintilla di bruciore quando mi muovo. Rabbrividisco quando il vento soffia sul mio corpo spettinando delicatamente i miei lunghi capelli, e mi accuccio di nuovo su me stessa. Sento dei passi dietro di me, DI NUOVO. Sono veramente esasperata. Stavolta è il turno di Miki per cercare di riportarmi dentro. Mi arriva davanti, e io distolgo lo sguardo. Con la coda dell’occhio la vedo incrociare le braccia al petto spazientita. Sento qualcosa bruciare sulla mia guancia e un breve suono secco vibrare nell’aria. Mi porto istintivamente una mano alla guancia, rossa per lo schiaffo appena ricevuto. Strabuzzo gli occhi, sorpresa. “Insomma Raf, reagisci! Credi di essere la prima a soffrire per amore? Credevi che fosse tutto rose e fiori, cuoricini e zucchero? Bè, mi dispiace, ma ti sei sbagliata! Dimmi a cosa serve esattamente stare qui ferma e tenerti tutto dentro, per giunta trattando male gli amici! Credi di potertelo permettere dato che stai male? Guarda che noi non siamo i tuoi giocattoli da sbattere contro il muro per sfogarti!” Mi sta praticamente urlando contro, e prende un secondo fiato per continuare “Se ci stai così male, allora alzati e vai a riprendertelo, questo tuo grande amore proibito no? Non puoi pretendere che il mondo non accusi i tuoi sentimenti solo perché ti senti da schifo, né tantomeno che si fermi solo per i tuoi capricci! Se ci tieni sul serio a lui, allora lotta per averlo!” Rimango immobile, davanti a Miki che sta lentamente riprendendo a respirare. In effetti il suo ragionamento non fa una piega. Ha ragione, ci ha preso su tutta la linea. Insomma, cosa sto facendo seduta qui per terra? L’autocommiserazione non mi aiuterà di certo; e se proprio il destino ha deciso di andarmi contro credo proprio che mi toccherà cambiarlo. Stringo i pugni, decisa per la prima volta da questa mattina, e annuisco. Non so come spiegarmi ma…come dire…sto meglio, molto meglio. Dopotutto ho appena deciso di andare a incontrarlo, e l’idea non può che mettermi di buon umore. Poco importa se le mie probabilità di successo sono inferiori allo 0%, dato che comunque si tratta solo di previsioni. Se non ci provo non lo saprò mai, no? E poi posso, DEVO riuscirci. Mi alzo, con le gambe intorpidite per aver mantenuto a lungo la stessa posizione, e appoggiandomi a Miki che ora mi sorride dolcemente, mi dirigo verso l’interno e la mia stanza.
Devo rivederlo a tutti i costi; se non per altro, perché non mi ha ancora detto cosa prova per me no?
Quindi curerò le mie ferite, mi rimetterò in sesto, e verrò a cercarti. Tu però aspettami, ok?

Sulfus POV

Mi fiondo esausto sul letto della mia vecchia stanza, sospirando rassegnato. Ok, vediamo di fare il punto della situazione. Partiamo dai lati positivi: la Temptel se ne è andata per tornare a scuola, la Temptel se ne è andata per tornare a scuola, e per finire la Temptel se ne è andata per tornare a scuola. A parte questo, mi sembra che faccia tutto schifo. Punto primo: sono almeno 7 ore e 45 minuti che non ti vedo, angelo. Punto secondo: sono praticamente confinato a Zolfanello City, nella mia casa. E poi, ultimo ma non meno importante, mi manchi da morire e non ho idea di come tornare da te. Mi spieghi come faccio a elaborare un piano decente, se ogni volta che penso o dico qualcosa mi vieni in mente tu? Credimi, vedere i tuoi occhi e sentire nella mia testa il tuo sorriso non è esattamente il miglior modo che conosco per concentrarmi. Dannazione, ma non potevi confessarmeli prima questi tuoi sentimenti? E io non potevo darmi una mossa e per una volta dar retta al mio cuore, invece che alla mia testaccia vuota? Ora non resisto più…voglio baciarti. Perché ho sprecato l’occasione che avevo? Vabbè, tanto rimuginarci sopra è inutile, meglio mettermi sul serio a pensare a un buon piano per andarmene da qui. Vediamo…potrei dire ai miei che vado a fare un giro per trovare i miei vecchi amici, e invece volarmene via. Magari mi riprenderebbero entro breve, ma riuscirei a parlarti. Già, cosa ci diremo la prossima volta che ti vedrò? Potrò finalmente assaggiare le tue labbra? …Ecco, di nuovo. Basta distrazioni, devo pensare. L’idea che ho avuto non è male di base, ma non riuscirei ad arrivare a scuola senza essere preso. Perché, poi? Era una specie di “vacanza” questa, no? Così sembra che io sia rinchiuso in prigione…Ehi, angelo, ti ricordi di quando ho cercato il tuo viso tra la gente fino a che non ti ho trovata? Mi sono comportato proprio da idiota quando ti ho vista, lo so. Lo so e ti chiedo ancora scusa. Certo, mi aiuterebbe molto se in cambio delle mie scuse tu mi facessi il favore di uscire dalla mia mente per qualche minuto, giusto il tempo di trovare il modo di raggiungerti. Ok? Grazie. Allora, dov’ero rimasto…? Ah, già; come migliorare il mio piano. Mi servirebbe un’auto o comunque un mezzo per viaggiare velocemente e possibilmente anche passare inosservato, e sarebbe utile non far sapere a nessuno che prendo “in prestito” quest’auto, treno, aereo o qualunque altra cosa sia.  Altro problemino estremamente insignificante: COME LO TROVO QUESTO MEZZO? Dubito che Babbo Natale sia disposto a prestarmi la sua slitta, così come dubito che i diavoli di Zolfanello City siano così generosi da darmi una mano. Sai un’altra cosa che mi piaceva di te? La tua generosità. Quando ero veramente nei guai, anche se avevamo litigato da poco, anche se io sono un diavolo, tu mi hai sempre aiutato. Ora che ci penso, non ti ho mai neanche ringraziato. Facendo due rapidi calcoli, o più semplicemente rivedendo tutta la nostra storia fino adesso, non capisco proprio come tu possa esserti innamorata di uno come me. E infatti sembra proprio che questo mio comportamento io ora lo debba pagare, dato che non riesco a tenerti fuori dalla mia testa per più di due minuti. Ok, mettiamola così: cerco il primo tizio che mi capita, se necessario mi faccio gonfiare di botte, ma alla fine gli prendo le chiavi di qualcosa e me ne vado. Ora vediamo di analizzare le mie concrete possibilità di farcela se davvero faccio così…hmm…vediamo… direi che si aggirano intorno al
– 100% . Il perché mi sembra piuttosto scontato: se vado in giro a prenderle da tutti quanti e a controllare se hanno una macchina finirò male, e allora non sarò nemmeno lontanamente nelle condizioni per venire da te. Quindi mi conviene cominciare a spremere quell’unico neurone che mi è rimasto e pensare VERAMENTE al modo di rivederti. Sul serio, sono al limite. Mi volto verso il display della sveglia sul mio comodino, e seguo assorto i numeri che cambiano minuto dopo minuto. 50, 55, 0, 10, 20…Ora sono all’incirca 8 ore e mezzo che non ti vedo. Se non mi sbrigo a tornare, cadrò in crisi di astinenza dai tuoi occhi, dai tuoi capelli, dalle tue labbra…da te. Socchiudo un secondo gli occhi, e li riapro con un piccolo sorrisetto soddisfatto agli angoli della bocca. Ho trovato! Potrebbe essere l’idea più scema e semplice sulla faccia della terra, ma proprio per questo potrebbe funzionare…Mi alzo di scatto, apro la porta e la chiudo sbattendola dietro di me. Con un po’ di fortuna, stavolta il mio neurone ha funzionato bene, forse per la prima volta da quando ti ho conosciuta. Mi avvicino alla porta di casa e biascico un “Esco un attimo, vado a trovare i miei vecchi amici!” prima di uscire frettolosamente e stranamente di buon umore.
Zolfanello City era il mio regno dopotutto, e il suo re è tornato.

FINE 6° capitolo! A dire il vero nn pensavo di farcela, e invece ecco qua xD ora mi tocca di pensare a quale idea è venuta a Sulfus, dato k nn ci ho pensato e sn in alto mare. xD
Commentate, spero vi piaccia ^^
  
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