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Autore: Leliwen    03/11/2009    3 recensioni
Perché, ebbene sì, anche le Serpi hanno un cuore. Un cuore che batte, che soffre, che sanguina esattamente come quello di tutti gli altri. Solo che è un cuore abituato a frantumarsi in silenzio, sulle note dolci e disperate di un canone inverso.
La storia non tiene minimamente conto degli avvenimenti del 7°Libro
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Scusatemi tantissimo per il ritardo! Ci osno stati un paio di discreti imprevisti...

Beh, bando alle ciance!

Buona Lettura


30Ottobre

 

Luna Lovegood e Ginny Weasley li avevano visti uscire tre giorni prima da una stanza vuota,

Potter seguito da Malfoy, diretti nelle due direzioni diametralmente opposte. La stessa scena si era ripetuta quello stesso giorno: un altro piano, un'altra ala della scuola, un'altra aula. Ma perché quei due erano assieme? Perché erano in una classe vuota? Perché erano soli?

La Weasley decise di chiedere spiegazioni a Potter, e la Lovegood la seguì nel dormitorio dei Grifoni, volteggiando come se niente fosse e in fondo, considerando che ormai era di casa, non aveva tutti i torti ad esser tranquilla: ciò che avrebbe potuto preoccuparla era l'arrivo improvviso del nuovo CapoCasa Grifondoro, che, a differenza della McGrannitt, si presentava nei dormitori con una certa assiduità. Potter era seduto sulla sua solito poltrona, vicino a un caminetto, apparentemente immerso nella lettura di un libro di Storia della Magia, ma in realtà, il suo sguardo non era minimamente concentrato sulle pagine, piuttosto sembrava perso in qualche lontano recesso della mente del moretto.

 

 

1Novembre

 

Harry Potter era rimasto sulla porta della SalaGrande, dopo aver stretto la mano a tutti i partecipanti alla festa, dopo aver sorriso a gente che non conosceva, dopo essersi abbandonato singhiozzando sulla spalla di Seamus Finnigan che lo tenne stretto a sé, non potendo essere altro che un palliativo, un banale surrogato del ragazzo che Harry Potter amava più di se stesso. I suoi occhi rossi di pianto non sfuggirono alla Parkinson che gli si avvicinò, mentre tutte le altre Serpi finivano di mettere in ordine la SalaGrande, e abbozzò un sorriso rivolto al Salvatore del Mondo Magico: gli si avvicinò leggiadra come una pantera.

- Credo di doverti ringraziare. -

- L'hai già fatto, mi sembra. - sorrise l'altro guardando la bionda Serpe che con il suo ragazzo e la sua promessa sposa che si davano da fare insieme a tutti gli altri - Sono io che devo ringraziarvi, per aver messo la vostra anima a nudo per tutti noi. So bene che questo per voi vuol dire molto. -

La Parkinson sorrise maliziosamente - E da quando sai capire così bene il cuore di noi Serpi? -

 

 

26 Ottobre

 

Blaise Zabini era rimasto per tutta la notte fuori dal dormitorio in attesa che Draco Malfoy rientrasse al Castello di Hogwarts: s'era fatto firmare, quasi a forza, un permesso dal professor Lumacorno, per non aver problemi con il resto di Professori e Prefetti, poiché non aveva alcuna intenzione di affatturare tutti quelli che gli avessero rotto le palle quella dannatissima sera; inoltre, il fatto che di Draco non si avessero notizie da quando era partito non migliorava minimamente il suo umore.

Harry Potter era rimasto per tutta la notte affacciato ad una delle finestre del dormitorio, a vegliare sulla veglia di Zabini, col cuore in gola: lui, a differenza del Serpeverde sapeva come s'era svolto il Processo, dato che s'era fatto recapitare un messaggio da uno dei maghi che assistevano, ma non avrebbe mai creduto che ci volesse tanto per emettere una sentenza... beh, in fondo, la morte mette ancora più soggezione del bacio di un Dissennatore. Assurdo!

 

 

27Ottobre

 

- Ho bisogno di parlarti. - esordì Malfoy, dopo esserselo tirato appresso mentre s'incrociavano, come per sbaglio in un corridoio poco affollato: Potter annuì all'affermazione dell'altro e Draco Malfoy continuò, con la sua voce lenta, morbida e deliziosamente strascicata - So che sai cosa ha deciso la giuria per mio padre. - Potter annuì nuovamente - Beh, sono qui per chiederti un favore: non per mio padre... o almeno non chiedo la grazia per mio padre. -

- Cosa allora? - domandò l'altro, corrucciando le sopracciglia: cosa poteva volere, relativamente al processo, che non fosse la grazia?

- Il 31Ottobre mio padre verrà giustiziato a mezzanotte. Fa in modo che Severus muoia con mio padre. - Potter spalancò la bocca, non credendo alle proprie orecchie - Non m'importa quello che vorrai in cambio, non m'importa di nulla! Voglio solo che quei due possano morire insieme come avrebbero voluto fare. Ti prego. - aggiunse in un sussurro che fece sobbalzare il moro Grifone: i Malfoy non pregano, i Malfoy non supplicano, i Malfoy non si preoccupano degli altri... dunque... chi diamine era il ragazzo che aveva di fronte???

- Come pensi che io possa... -

- Pensa che non sarebbe poi un vero e proprio omicidio dato che si tiene in vita solo coi macchinari! - gli urlò addosso stringendogli le spalle tra le dita diafane, immergendo l'argento dei suoi occhi nella giada con un espressone estremamente risoluta in volto - Non farmi supplicare di nuovo... mio padre e Severus hanno fatto i loro sbagli, ma li hanno fatti insieme, guardandosi le spalle l'un con l'altro... non posso permettere che la Morte li divida! -

 

 

30Ottobre

 

La rossa gli si avvicinò, poggiò la mano sulla sua spalla e il moretto sussultò, i nervi tesi fino allo spasmo; lei lo guardò accigliata: nemmeno durante la guerra contro Voldemort era tanto teso e iniziò a preoccuparsi che ci fosse qualcosa di grosso in ballo e che in qualche modo c'entrasse Malfoy - Va tutto bene Harry? - il ragazzo annuì sentendosi immediatamente circondato: la Lovegood era dietro di lui ed Hermione Granger e Ron Weasley si stavano avvicinando con un'aria predatoria che gli faceva montare un'ira che non era sicuro d'essere in grado di contenere - Sai che con noi ti puoi confidare, vero? - gli chiese corrucciando le sopracciglia.

- Certo. - disse con una voce che asseriva tutto il contrario - Ma in questo momento non c'è nulla che possiate fare per il sottoscritto, quindi, vi pregherei, gentilmente, di lasciarmi in pace! -

La Granger spalancò gli occhi e non riuscì a fermare Ron Weasley che partì all'attacco - Mi spieghi che cazzo ti prende? Ti sei bevuto il cervello da quando vai appresso a quel fottuto furetto di un Malfoy e alla sua stupida cricca di leccapiedi! Essere il Salvatore del Mondo non ti dà il permesso di sfogarti su di noi! -

A quello scoppio d'ira la SalaComune di Grifondoro si riempì di Grifoncini curiosi; Finnigann che entrava in quel momento chiacchierando allegramente con Dean Thomas sbiancò vedendo Harry Potter accerchiato in quel modo: sapeva che l'amico stava passando un periodo difficile, colmo di rivelazioni e di turbamento, e avere l'amico di sempre come capo di quella folla che sembrava volerlo linciare doveva ferirlo terribilmente.

- Se voi la smettesse di trattarmi come se tutto ciò che faccio vi riguardi o come se mi dovessi spezzare da un momento all'altro, io non mi sfogherei su nessuno di voi! - sibilò tendendo i muscoli del collo e delle spalle, come se fosse pronto a spiccare un volo contro il suo migliore amico - Ron, sparisci, non è aria. -

Finnigan raggiunse Ronald Weasley, che divenuto rosso in viso, dell'esatto colore dei suoi capelli, si stava per avventare contro Potter; Lui e la sorella lo fermarono ma l'Irlandese non riuscì a fermare la Weasley che chiese, con aria innocentemente stupita - Harry, perché t'incontri con Malfoy di nascosto? Cosa sta succedendo? Perché... -

 

 

26 Ottobre

 

Erano circa le cinque del mattino quando una carrozza nera depositò un Draco Malfoy stremato tra le braccia dell'uomo che amava; si abbandonò all'abbraccio dell'altro, facendosi sollevare mollemente da terra e trasportare fino ai sotterranei.

Harry Potter, dalla finestra, deglutì a vuoto, tentando di non scoppiare in lacrime come una femminuccia: quella maledetta Serpe, coi sorrisi elargiti agli altri, con quelle labbra rosse come il peccato, con quegli occhi gelidi che riuscivano a risplendere di vita e a divenire caldi come un raggio di sole, gli era entrata nel cuore e non ne voleva più uscire, nonostante sapesse di non avere la minima speranza. Si odiava per questo, ma non poteva farci nulla: sperava si trattasse solo di un'infatuazione momentanea, come quella per Cho o per Ginny, ma sapeva che con lui le cose erano diverse, più estreme e, per certi versi, molto più vive.

Guardò il sole che iniziava a schiarire il cielo tingendolo di un color indaco screziato d'oro; sospirò e daglutì con forza tentando di riprendere fiato: Malfoy non era suo e non lo sarebbe mai stato. Festa finita.

Ron Weasley lo trovò alla finestra tre ore dopo, quando scese per andare a fare colazione: gli altri Grifoni, interpretando bene i segni, s'erano tenuti distanti, ma lui si sentiva immune o incolume dai suoi attacchi di rabbia; quindi gli si avvicinò e gli pose una mano sulla spalla: Harry Potter non cambiò la sua posizione nemmeno di un millimetro.

- Hei, amico, t'hanno fatto sapere com'è andato il Processo? Hanno deciso se ammazzare o meno quel maledetto Mangiamorte? -

- Si, Ron. - disse continuando a guardare l'orizzonte - Coprimi a lezione, ti va? -

- Certo, conta pure su di me. -

- Grazie Ron. - Harry Potter parlava come un'automa.

Weasley si voltò verso la Granger, e le chiese, in un orecchio, se avesse capito quel "si", mormorato a mezza bocca a cosa si riferisse, ma lei scosse la testa, appoggiando la decisione di Potter di non infierire su Malfoy.

 

 

30Ottobre

 

- L'ho sentito cantare. - la interruppe - Voi non avete idea... non avete idea del dolore che lui e i suoi amici si portano dentro. Non piangere, non disperarsi, trincerarsi dietro maschere d'indifferenza non è indice di mancanza di sentimenti, di un anima o di paure, amori, dubbi, o dolore. Voi non l'avete sentito cantare... nessun pezzo di ghiaccio potrebbe mai cantare in quel modo, nessun cinico bastardo potrebbe avere occhi tanto vivi e brillanti, o un sorriso così caldo. - si coprì gli occhi con le mani, come se fosse stanco, tremendamente stanco - Ci incontriamo perché gli ho promesso di aiutarlo, come posso. Di cosa, sono fatti nostri, non vostri! - urlò guardando Hermione Grangere e Ronald Weasley pronti a incalzarlo con altre domande ma, la voce che superò le loro recriminazioni era quella sognante di Luna Lovegood, che fissava le braci con espressione triste.

- Ti sei innamorato di Draco Malfoy. - scosse i lunghi capelli biondi mentre gli occhi acquosi si puntavano compassionevoli su quelli dell'amico, fermo immobile, più pallido della morte.

La salivazione dell'Irlandese si bloccò di colpo e, l'attimo di sconcerto, permise a Weasley di scoppiare, avventandosi sull'amico.

Potter incassò il primo pugno poi s'alzò e con la furia e la disperazione che tentava di trovare un varco per sfogarsi caricò il pugno che colpì il roscio sullo zigomo rompendogli una vena che tinse immediatamente la guancia di un viola pesto; il secondo colpo, che raggiunse lo stomaco, fece vacillare il Prefetto che finì a terra per il calcio che gli mozzò il respiro. Potter sollevò l'amico per il bavero guardandolo negli occhi lucidi di pianto - Smettila di parlare di cose che non conosci! Smettila di sputare sentenze senza sapere i fatti! Smettila di pensare che tutti siano come tu li credi perché non è così!!! - se lo scrollò di dosso ributtandolo per terra e uscendo dalla sala comune come un fulmine.

Finnigan lo seguì immediatamente, lanciando un'occhiata carica d'odio a Ronald Weasley.

 

 

27Ottobre

 

- No... non hai capito... non intendevo che non ti voglio aiutare ma che, solitamente si tende ad esagerare la portata del mio potere... io sono solo colui che ha permesso che Voldemort morisse, ma non sono un'icona, né nulla di simile! -

- Questo lo dici tu... - gli strinse fortemente le spalle - Promettimi che ci penserai... è la sola cosa che ti chiederò mai... quindi se vuoi ottenere qualcosa da me fallo subito. -

- Non vuoi la completa riabilitazione dei tuoi compagni Serpeverde? O evitare che un mezzogigante insegni ad Hogwards? - fissò la sua attenzione oltre il volto di Malfoy, dipingendosi in faccia la sua migliore espressione imperscrutabile di cui era capace - A volerle ci sono un'infinità di casi in cui potresti implorarmi di aiutarti... - Draco Malfoy sudò freddo ma l'adrenalina scomparve quando Potter rise - Non ho alcuna intenzione di abusare di te in alcun modo... se ti piace il sesso violento credo che Zabini, la Greengrass o chiunque altro sarebbe più che ben disposta a soddisfarti. - scosse la testa, abbassando gli occhi velati di una tristezza infinita - Farò del mio meglio, Malfoy. Non posso prometterti di più, ma farò del mio meglio. - si voltò ed uscì dalla stanza lasciando un Draco Malfoy decisamente sconvolto: sentiva come se si fosse rapportato, per la prima volta, con un universo parallelo che non capiva e non conosceva.

 

 

1Novembre

 

Harry scosse la testa e rise appena, lievemente, una risata triste nonostante tutto - Vi ho osservato. Molto. - la sua risata crebbe d'intensità - Hai presente il detto "conosci il tuo nemico"? - il suono della sua risata aveva attirato l'attenzione delle altre Serpi. Potter alzò lo sguardo per incrociare quello di Draco Malfoy e poi si piegò sulla Parkinson per depositare un lieve bacio sulla guancia della Principessa di Serpeverde - Se aveste mai bisogno di qualcosa, chiamatemi. È il minimo che possa fare per voi, perché sono perfettamente consapevole che, se non fosse stato per voi, sarei, nella migliore delle ipotesi, tre metri sotto terra. -

 

 

Epilogo

 

Nei sotterranei di Hogwarts sono ospitati i dormitori dei Serpeverde ed ora che è ormai Natale, capannelli di altri studenti finiscono a capitarci sempre più spesso, come per caso, intenti a sentire le note cristalline che pervadono ogni angolo ad ogni ora, dall'alba al tramonto.

I Serpeverdi, l'élite del mondo magico, i Purosangue per eccellenza continuano ad esercitare le loro capacità extrascolastiche anche fuori dei loro palazzi, aiutandosi tra loro, come una grande famiglia. Tutti i Serpeverde suonano; tutti i Serpeverde cantano. Nessun Serpeverde può permettersi il lusso di poter trovarsi impreparato su qualcosa; ne andrebbe della sua credibilità, prima, del buon nome della famiglia, poi. Così tutti continuano ad esercitarsi 24 ore su 24 a essere impeccabili, anche se le loro famiglie sono state quasi tutte distrutte dalla Guerra, anche se non c'è nessuno più a casa a controllare i loro risultati. Quindi, anche ora, ciò che pervade i freddi dormitori delle giovani Serpi è una sequenza incessante di suoni e melodie che nessuno più pensa siano casuali poiché vi si sentono i sentimenti di chi le suona.

Perché ora si sa che anche le Serpi hanno un cuore. Un cuore che batte, che soffre, che sanguina esattamente come quello di tutti gli altri, un cuore nascosto dietro le consuetudini e le tradizioni del Mondo Magico, dietro una maschera indossata con sapienza e meticolosità, annaffiata dal veleno poderoso che, anche ora, continua a essere letale. È un cuore capace di ammorbidirsi sulle note dolci del "Liebestraum".

 


Bene, gente, è tutto! Spero che questa storia vi sia piaciuta ^_^

Alla prossima!

Leli

  
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