“
Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei
propri sogni.”
Caddi
in ginocchio, stanca e
tremante di freddo e dolore. Strizzai gli occhi per non vedere le mie
mani
piantate nel terreno, le mie braccia fradice, le piaghe che ormai mi
rendevano
irriconoscibile. Da quanto ero lì? Non lo sapevo
più, ma era passato tanto
tempo.
Che
rabbia. Perché non facevo
progressi? Perché Oonagh non mi dava una mano o un
suggerimento su come evitare
di cadere in acqua quando la pedana andava in pezzi? L’unica
cosa che riuscivo
a fare a dispetto di prima era impedire al mio istinto di farmi muovere
quando
sentivo la pedana venir meno sotto i miei piedi… ma questo
non è un
miglioramento, questo è masochismo!
O:
Bella?
Oonagh
era fermo al mio
fianco dopo avermi tirato fuori dall’acqua bollente.
Be:
s…ì?
Ormai
la mia voce non era più
la stessa. Roca, gutturale, terribilmente animalesca. Ma dopotutto, era
rimasto
qualcosa di Isabella Marie? Nemmeno una patetica ombra, niente. Un
essere
deformato, coperto di vesciche così violente che
sanguinavano, i capelli
rovinati e spenti, lo sguardo perso e perennemente stanco.
O:
alzati.
Annuii,
incapace di parlare.
Ormai ero diventata come un automa, non sentivo nemmeno più
il dolore…dubitavo
che fosse un bene, non potevo fare a meno di chiedermi cosa stavo
diventando.
Be:
O…Oonagh?
O:
mh?
Be:
da quanto…tempo siamo
qui?
Ansimavo
pesantemente.
O:
sei mesi, perché?
Per
poco non collassai. Sei
mesi! Sei!!! Niente progressi da sei mesi!
Be:
ah…
Strizzai
gli occhi, sentendo
per la prima volta da mesi il delicato calore delle lacrime…
Be: ti prometto che non
piangerò più…
Ringhiai
come una bestia,
emettendo un suono basso e gutturale. Ricacciai le lacrime indietro
prima che
cominciassero a scendere dai miei occhi. Quel gesto mi
sembrò costare davvero
tanto, mi sembrava quasi di sentire il peso della mia promessa gravarmi
sulle
mie spalle.
O:
piangi?
Be:
no, l’ho promesso.
Oonagh
si sedette,
appoggiandosi l’asta sulle ginocchia delle gambe incrociate.
O:
sai, credo che la tua sia
una promessa abbastanza stupida.
Be:
è l’unica cosa che mi
tiene legata agli altri.
O:
solo questo? Allora non
tornare più da loro.
Be:
???
Oonagh
sorrise sereno mentre
i suoi occhi gravi scrutavano l’immenso e tranquillo
paesaggio che ci
circondava.
O:
credevo che ti impegnassi
per loro oltre che per te stessa.
Be:
ngh…!
Aveva
colpito un punto
debole.
O:
perché non provi ad
affidarti alla loro forza oltre che alla tua?
Socchiusi
gli occhi,
avvilita. Mi accoccolai a terra, abbracciandomi le ginocchia corrose.
Be:
mi sento sola.
Oonagh
scoppiò in un
infantile risata argentina.
O:
mi sembri Astrea!
Crack.
Si era mosso qualcosa
in me? Cos’era quella sensazione di vuoto? Me la stavo solo
immaginando?
Be:
chi…chi è Astrea?
O:
sai, in tutta la mia lunga
vita ho avuto solo e soltanto tre allievi esclusa te. Uno di loro era
Astrea.
Devo ammettere che era la mia preferita, aveva un talento naturale per
lo
scontro, ma godeva anche di un autocontrollo unico nel suo genere.
Sentii
un brivido corrermi
lungo la schiena.
Be:
e…ora Astrea dov’è?
Oonagh
si rabbuiò e chinò il
capo, intristito.
O:
non c’è più.
Mi
posai una mano sulle
labbra. Sentivo una tristezza profonda, come se avessi conosciuto
questa Astrea
e mi fossi stupidamente dimenticata di lei.
O:
era una ragazza piena di
speranza.
Un
nuovo sorriso spuntò
mentre Oonagh si alzava. Le sue parole mi avevano lasciato basita,
ammirata…e
malinconica.
O:
per certi atteggiamenti le
somigli, sai?
Guardai
ad occhi sbarrati la
sua piccola schiena e sorrisi, sentendo le piaghe del volto bruciare
come
fuoco, ma non mi importò.
Be:
ricominciamo!
Non
capivo perché, ma quella
frase mi aveva fatto momentaneamente rinascere. Sentivo il peso delle
mie
piaghe decisamente alleggerito, gli occhi decisi e asciutti dalle
lacrime. Mai
come in quel momento, una strana presenza mi incoraggiava ad alzarmi e
mai come
in quel momento ero stata sicura delle mie capacità.
Oonagh
alzò un sopracciglio
sorpreso, poi sorrise e impugnò il bastone.
O:
sei pronta?
Annuii,
serena e con il
sorriso sulle labbra. Afferrai la maschera e la lasciai cadere
nell’acqua dove
la guardai affondare lentamente nel liquido cristallino.
Avevo
la certezza che questa
volta non sarei caduta, sapevo che l’acqua non mi avrebbe
ferito per l’ennesima
volta.
Fiduciosa,
mi sedetti a gambe
incrociate e chiusi gli occhi…e una voce infantile mi
inondò la testa nello
stesso istante in cui sentivo il sibilo del bastone del mio maestro.
“???: Bella!
Finalmente!”
Sorrisi,
il corpo rilassato
per la prima volta e l’animo quieto.
“Eh, già.
???: sai che potresti cadere di
nuovo?
Sono pronta a rischiare.”
Sentii
una risata
cristallina, allegra e soddisfatta.
“???: bene,
allora!”
Qualcosa
in me si mosse
ancora, questa volta più decisamente… e seppi con
certezza che un ricordo si
stava agitando, in attesa di svegliarsi e riempirmi di nuova forza.
CRACK!!!!
Il
diadema si crepò, ma non
andai nel panico. Rimasi tranquilla ad aspettare ciò che
sarebbe stato. Il
potere mi invase e sentii qualcosa di gelido attraversarmi
spiacevolmente. E in
un momento seppi che era fatta, in un momento ebbi la certezza che
l’acqua non
mi avrebbe sfiorato.
“???: ah…!
Bella, fermati subito!
Be: no, va tutto bene…
???: non va bene,
fermati!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Lo
schianto familiare
dell’asta sul cristallo mi invase le orecchie e qualcosa
sulla mia fronte si
spaccò. Il diadema andò completamente in pezzi e
qualcosa si spaccò in me.
Buio.
Ferma sul posto,
fissavo il vuoto. Che ci facevo lì? Chi ero?
Mi
guardai intorno. Solo
oscurità perenne…o forse
l’oscurità ero semplicemente io.
Tra
le nuvole e i sassi passano i sogni di
tutti,
Passa il sole ogni giorno senza mai tardare.
Alzai
una mano, toccandomi il volto. La pelle era liscia. Ero
morta? Non lo sapevo. Mi sentivo debole, stanca, come se avessi
camminato per giorni
senza mai fermarmi…ma per arrivare dove? Da nessuna parte, o
forse il mio
obbiettivo era semplicemente l’oscurità eterna.
Stanchezza…vuoto…
mi abbandonai al nulla, accasciandomi a terra senza un lamento o una
ribellione.
Sei
debole…
Lo
so.
Stupida.
Lo
so.
…non
mollare…
…
Poi
una luce accecante mi abbagliò. Non feci una piega, immobile
chiusi gli occhi,
ma non mi mossi. Avevo paura, paura di qualcosa…paura di me
stessa.
Guardai
in basso quando la luce diminuì, sentendo uno strano
formicolio in tutto il
corpo.
Oonagh
scrollava il mio corpo, urlando qualcosa che non potevo sentire.
Tra
le nuvole e il mare c’è una stazione di
posta
Uno straccio di stella messa lì a consolare
Sul sentiero infinito
Del maestrale
Ah…ero
morta davvero allora?
Guardai
meglio il cadavere che il mio maestro scrollava. Era bianco, pieno di
piaghe,
più simile ad un informe ammasso di
carne…l’unico segno di umanità in esso
era
un rivolo di sangue che scendeva lungo il mento, un piccolo ruscello
scarlatto
che giocava tra le mie piaghe quasi si stesse divertendo. Ma Oonagh non
si
divertiva. Non avevo mai visto il suo volto deformato dal
dolore…ed era brutto.
Era brutto vedere la sua sofferenza, gli occhi sbarrati dalla paura e
il panico
sul suo viso solitamente così tranquillo e moderato. Non volevo che
soffrisse così.
Day by day
Hold me shine on me.
Day
by day save me shine on me
Tesi
una mano verso la figura china di Oonagh, tesi una mano verso il mio
corpo… non
mi vedeva, il mio maestro non mi vedeva.
Be:
MAESTRO!!!!!!!!
Gridai
il suo nome, mi divincolai, tentai di avvicinarmi. Niente. Come al
solito, ero
impotente davanti al dolore di chi amavo.
E di nuovo la vita
Sembra fatta per te
E comincia
Domani…
Domani
è già qui
Chinai
il capo, urlando ancora. Che male al cuore. Perché non
riuscivo mai a fare
niente di giusto? Perché guardavo immobile il mio maestro
che soffriva?
Vigliacca, non hai il coraggio di prenderti le tue
responsabilità!
Responsabilità?
Che responsabilità possiede un morto?
Be:
OONAGH!!!!!!!!!!! Ti prego…
Singhiozzai.
E ruppi la promessa. Ruppi la promessa mentre le lacrime salate
cominciavano a
scendere lungo le mie guance deformate dal dolore che provavo.
Non
avevo mai pregato in vita mia, non avevo mai creduto in Dio, non ero
mai stata
cristiana…eppure, quella volta pregai.
Tra
le nuvole e il mare si può fare e rifare
con un pò di fortuna
si può dimenticare.
Smisi
di lottare e mi accasciai, singhiozzando forte, nella speranza che il
cielo mi
sentisse, ascoltasse la mia preghiera e la esaudisse.
Be:
ti prego Dio, so che non posso chiederti nulla…so che non
merito la tua
benevolenza…ma aiuta il mio maestro. Aiutalo, lui non lo
merita questo
dolore!!!
Urlai.
Urlai al cielo il mio dolore, alzando il capo e svuotandomi i polmoni
fino
all’ultima boccata d’aria che ormai non avrei
più respirato.
Non
sentii quasi il mio grido d’angoscia, non mi importava.
???:
che ci fai qui?
Mi
voltai, le lacrime che scendevano copiose dai miei occhi sofferenti.
Una
ragazza dal viso allegro, i capelli neri e gli occhi blu mare mi
guardava con
un sorriso, il vestito bianco che ondeggiava ad ogni suo passo che
faceva verso
di me.
La
ragazza si avvicinò di più e mi
asciugò le lacrime con un gesto.
???:
scema, quante volte ti ho detto di non piangere?
Be:
chi…chi sei?
La
ragazza sorrise un po’ tristemente e voltò il
capo, posando gli occhi su Oonagh
che, disperato, mi scuoteva, urlava…per colpa mia.
???:
hai combinato un bel casino.
Chinai
il capo, distrutta. Singhiozzai ancora, più forte che mai.
Be:
q…qualcuno lo aiuti! Aiutalo! Se sei un angelo, aiutalo!
La
supplicai, mi inginocchiai ai suoi piedi e presi un lembo della sua
veste
chiedendo la carità per il mio maestro.
???:
perché mi chiedi questo, Isabella? Sei già morta,
il tuo corpo non ha retto al
potere demoniaco che hai sprigionato tutto d’un botto.
Be:
non chiedo pietà per me stessa, ma per lui! Aiuta lui, non
voglio più che
qualcuno soffra per colpa mia! Basta! Ti supplico, angelo!
Poggiai
il volto sul lembo della sua veste, bagnandolo di lacrime sofferenti,
lacrime
che sembravano gridare il loro dolore con me. Poi due braccia mi
avvolsero,
dolci e gentili. L’angelo posò il suo volto sul
mio capo, accarezzandomi la
schiena. Sentii il calore della sua vicinanza, il calore della sua
luce…di
speranza.
Be:
A…Astrea?
La
ragazza non si staccò da me, non potei vederla in volto.
Astrea:
ti ho aspettato per tanto tempo…ma non è ancora
il tuo momento, non trovi?
Be:
per…perché? Faccio solo guai!
As:
hai dimenticato?
Una
luce dorata attirò la mia attenzione. Un ragazzo
meraviglioso dai capelli di
bronzo era inginocchiato a terra, gli occhi chiusi e le mani giunte.
Ragazzo:
ti prego, Dio, proteggi Bella. Proteggila, fa che torni da noi sana e
salva…
prendi la mia vita se può servire, perché senza
di lei io…io non ho senso. Ti
prego… proteggila.
Tesi
una mano verso il ragazzo, spalancando la bocca.
Be:
E…dward?
Jasper
comparve al suo fianco, le mani in tasca e lo sguardo sereno.
Jas:
cosa fai, Ed?
Edward
si voltò a guardarlo con la morte negli occhi.
Ed:
prego per Bella…Jasper, so che si è innamorata di
te quindi…falla felice. So
che tu puoi farlo, sei degno di fiducia. Ti prego.
Mi
premetti una mano sulle labbra, gli occhi traboccanti di lacrime.
Jasper
sorrise e ammiccò.
Jas:
non nego di volerle più bene del normale, ma non si
può dimenticare così un
amore tanto forte. Si tratta solo di aspettare un po’, se la
ami davvero allora
ne sarai capace.
Si
voltò e cominciò ad allontanarsi silenziosamente,
ma si fermò poco lontano,
senza voltarsi.
Jas:
ah, Ed?
Edward
lo guardò, ancora in ginocchio.
Jas:
non credo ci sia bisogno di pregare per lei, è una tosta e
so che ce la farà. Se
non ti fidi della persona che ami…di chi puoi fidarti
davvero?
E
le loro figure si dissolsero come fumo.
Tra le nuvole e il mare si può andare, andare
Sulla scia delle navi di là dal temporale
Non siamo così soli
Domani è già qui
Domani è già qui
Sorrisi
tra le lacrime, la mano ancora tesa dove prima quei due angeli erano
apparsi
come una divina visione. Loro…
Be:
Edward sta pregando per me?
As:
sì. Sei sicura di voler andare avanti, Bella? Una volta
passata la soglia
dell’altra vita non si torna indietro.
Chiusi
gli occhi e chinai il capo, respirando a fondo.
Edward,
Jasper, Alice, Carlisle, Esme, Emmett, Rosaliem Koryu,
Caleb… loro… contavano
davvero su di me. Come avevo potuto dimenticarlo?
Guardai
Astrea. Sentivo sulle spalle la presenza della preghiera di Edward, la
sua
volontà che mi teneva disperatamente attaccata alla vita che
in fondo avrei
voluto lasciare.
Be:
ti rivedrò un giorno?
Lei
scoppiò a ridere.
As:
ehi, guarda che tutte le strade conducono qui…e poi lo sai
che non è per niente
male? Mi diverto un casino qui!!!!
Risi
anche io, tra le lacrime. La abbracciai forte, sorridendo serena.
Be:
non lasciarmi più.
As:
ma non ti ho mai lasciata, piccola impiastra.
Annuii
e ci separammo. Astrea mi strizzò l’occhio
tenendomi una mano.
As:
abbi sempre fiducia in te, le ali della Speranza possono averle
tutti… non ti
arrendere mai, sappi che ci rincontreremo più presto di
quello che credi.
Annuii.
Be:
ci conto.
As:
anche io! Ma prima…
Mi
posò una mano sulla fronte libera del diadema e mi spinse.
La vidi allontanarsi
mentre cadevo all’indietro con un’esclamazione
soffocata. E lei sorrideva,
soddisfatta…di me.
E domani domani, domani lo so
Lo so che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani
Forse
fu solo immaginazione,
ma mi sembrò di sentire la voce di Astrea prima di cadere
nel mio corpo come
attirata da mille fili invisibili.
Astrea:
sarai grande,
sorellina.
E
sorrisi, sentendo ancora
una volta la sua presenza che mi riportava alla vita, facendomi
rinascere con
rinnovata speranza. E d’un tratto, i ricordi tornarono.
Ed ecco il
nuovo capitoloooo!!!!!!!!!!! Che bello ce l’ho fatta ad
aggiornare!!! Grazie mille
per le recensioni fatemi sapere ok??? ^^ a prestissimus