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Autore: Tomi Dark angel    05/11/2009    4 recensioni
Isabella Swan guarda per l’ultima volta la sua amata Forks, e mentre Edward è a caccia, lei scompare nel nulla. Indossando un curioso diadema d’argento, la ragazza abbandona la sua vita. Abbandona tutto perché ha scoperto qualcosa di orribile su sé stessa. Abbandona tutto perché la sua scelta è salvare coloro che ama. E ora Isabella, pallida imitazione della ragazza che era un tempo, torna a casa accompagnata da un giovane uomo dagli occhi viola. Avrà la forza di incontrare i Cullen? Come reagiranno loro ritrovandosi faccia a faccia con lei?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.”

 

Caddi in ginocchio, stanca e tremante di freddo e dolore. Strizzai gli occhi per non vedere le mie mani piantate nel terreno, le mie braccia fradice, le piaghe che ormai mi rendevano irriconoscibile. Da quanto ero lì? Non lo sapevo più, ma era passato tanto tempo.

Che rabbia. Perché non facevo progressi? Perché Oonagh non mi dava una mano o un suggerimento su come evitare di cadere in acqua quando la pedana andava in pezzi? L’unica cosa che riuscivo a fare a dispetto di prima era impedire al mio istinto di farmi muovere quando sentivo la pedana venir meno sotto i miei piedi… ma questo non è un miglioramento, questo è masochismo!

O: Bella?

Oonagh era fermo al mio fianco dopo avermi tirato fuori dall’acqua bollente.

Be: s…ì?

Ormai la mia voce non era più la stessa. Roca, gutturale, terribilmente animalesca. Ma dopotutto, era rimasto qualcosa di Isabella Marie? Nemmeno una patetica ombra, niente. Un essere deformato, coperto di vesciche così violente che sanguinavano, i capelli rovinati e spenti, lo sguardo perso e perennemente stanco.

O: alzati.

Annuii, incapace di parlare. Ormai ero diventata come un automa, non sentivo nemmeno più il dolore…dubitavo che fosse un bene, non potevo fare a meno di chiedermi cosa stavo diventando.

Be: O…Oonagh?

O: mh?

Be: da quanto…tempo siamo qui?

Ansimavo pesantemente.

O: sei mesi, perché?

Per poco non collassai. Sei mesi! Sei!!! Niente progressi da sei mesi!

Be: ah…

Strizzai gli occhi, sentendo per la prima volta da mesi il delicato calore delle lacrime…

 

Be: ti prometto che non piangerò più…

 

Ringhiai come una bestia, emettendo un suono basso e gutturale. Ricacciai le lacrime indietro prima che cominciassero a scendere dai miei occhi. Quel gesto mi sembrò costare davvero tanto, mi sembrava quasi di sentire il peso della mia promessa gravarmi sulle mie spalle.

O: piangi?

Be: no, l’ho promesso.

Oonagh si sedette, appoggiandosi l’asta sulle ginocchia delle gambe incrociate.

O: sai, credo che la tua sia una promessa abbastanza stupida.

Be: è l’unica cosa che mi tiene legata agli altri.

O: solo questo? Allora non tornare più da loro.

Be: ???

Oonagh sorrise sereno mentre i suoi occhi gravi scrutavano l’immenso e tranquillo paesaggio che ci circondava.

O: credevo che ti impegnassi per loro oltre che per te stessa.

Be: ngh…!

Aveva colpito un punto debole.

O: perché non provi ad affidarti alla loro forza oltre che alla tua?

Socchiusi gli occhi, avvilita. Mi accoccolai a terra, abbracciandomi le ginocchia corrose.

Be: mi sento sola.

Oonagh scoppiò in un infantile risata argentina.

O: mi sembri Astrea!

Crack. Si era mosso qualcosa in me? Cos’era quella sensazione di vuoto? Me la stavo solo immaginando?

Be: chi…chi è Astrea?

O: sai, in tutta la mia lunga vita ho avuto solo e soltanto tre allievi esclusa te. Uno di loro era Astrea. Devo ammettere che era la mia preferita, aveva un talento naturale per lo scontro, ma godeva anche di un autocontrollo unico nel suo genere.

Sentii un brivido corrermi lungo la schiena.

Be: e…ora Astrea dov’è?

Oonagh si rabbuiò e chinò il capo, intristito.

O: non c’è più.

Mi posai una mano sulle labbra. Sentivo una tristezza profonda, come se avessi conosciuto questa Astrea e mi fossi stupidamente dimenticata di lei.

O: era una ragazza piena di speranza. La Speranza Vera è rara da trovare, si potrebbe addirittura dire che è un abilità supplementare, come quelle dei vampiri…e lei ce l’aveva. Usava la sua speranza per il domani come forza fisica e mentale, e forse per questo era la più abile. Difficilmente abbandonava il sorriso e questo mi rendeva fiero di lei, forse addirittura invidioso. Era una persona stravagante, non capivo quasi mai il suo punto di vista…ma a cui avrei affidato la mia stessa vita.

Un nuovo sorriso spuntò mentre Oonagh si alzava. Le sue parole mi avevano lasciato basita, ammirata…e malinconica.

O: per certi atteggiamenti le somigli, sai?

Guardai ad occhi sbarrati la sua piccola schiena e sorrisi, sentendo le piaghe del volto bruciare come fuoco, ma non mi importò.

Be: ricominciamo!

Non capivo perché, ma quella frase mi aveva fatto momentaneamente rinascere. Sentivo il peso delle mie piaghe decisamente alleggerito, gli occhi decisi e asciutti dalle lacrime. Mai come in quel momento, una strana presenza mi incoraggiava ad alzarmi e mai come in quel momento ero stata sicura delle mie capacità.

Oonagh alzò un sopracciglio sorpreso, poi sorrise e impugnò il bastone.

O: sei pronta?

Annuii, serena e con il sorriso sulle labbra. Afferrai la maschera e la lasciai cadere nell’acqua dove la guardai affondare lentamente nel liquido cristallino.

Avevo la certezza che questa volta non sarei caduta, sapevo che l’acqua non mi avrebbe ferito per l’ennesima volta.

Fiduciosa, mi sedetti a gambe incrociate e chiusi gli occhi…e una voce infantile mi inondò la testa nello stesso istante in cui sentivo il sibilo del bastone del mio maestro.

“???: Bella! Finalmente!”

Sorrisi, il corpo rilassato per la prima volta e l’animo quieto.

“Eh, già.

???: sai che potresti cadere di nuovo?

Sono pronta a rischiare.”

Sentii una risata cristallina, allegra e soddisfatta.

“???: bene, allora!”

Qualcosa in me si mosse ancora, questa volta più decisamente… e seppi con certezza che un ricordo si stava agitando, in attesa di svegliarsi e riempirmi di nuova forza.

CRACK!!!!

Il diadema si crepò, ma non andai nel panico. Rimasi tranquilla ad aspettare ciò che sarebbe stato. Il potere mi invase e sentii qualcosa di gelido attraversarmi spiacevolmente. E in un momento seppi che era fatta, in un momento ebbi la certezza che l’acqua non mi avrebbe sfiorato.

“???: ah…! Bella, fermati subito!

Be: no, va tutto bene…

???: non va bene, fermati!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

Lo schianto familiare dell’asta sul cristallo mi invase le orecchie e qualcosa sulla mia fronte si spaccò. Il diadema andò completamente in pezzi e qualcosa si spaccò in me.

 

Buio. Ferma sul posto, fissavo il vuoto. Che ci facevo lì? Chi ero?

Mi guardai intorno. Solo oscurità perenne…o forse l’oscurità ero semplicemente io.

 

Tra le nuvole e i sassi passano i sogni di tutti,
Passa il sole ogni giorno senza mai tardare.

 

Alzai una mano, toccandomi il volto. La pelle era liscia.                                                     Ero morta? Non lo sapevo. Mi sentivo debole, stanca, come se avessi camminato per giorni senza mai fermarmi…ma per arrivare dove? Da nessuna parte, o forse il mio obbiettivo era semplicemente l’oscurità eterna.

Stanchezza…vuoto… mi abbandonai al nulla, accasciandomi a terra senza un lamento o una ribellione.

Sei debole…

Lo so.

Stupida.

Lo so.

…non mollare…

Poi una luce accecante mi abbagliò. Non feci una piega, immobile chiusi gli occhi, ma non mi mossi. Avevo paura, paura di qualcosa…paura di me stessa.

Guardai in basso quando la luce diminuì, sentendo uno strano formicolio in tutto il corpo.

Oonagh scrollava il mio corpo, urlando qualcosa che non potevo sentire.

Tra le nuvole e il mare c’è una stazione di posta
Uno straccio di stella messa lì a consolare
Sul sentiero infinito
Del maestrale

 

Ah…ero morta davvero allora?

Guardai meglio il cadavere che il mio maestro scrollava. Era bianco, pieno di piaghe, più simile ad un informe ammasso di carne…l’unico segno di umanità in esso era un rivolo di sangue che scendeva lungo il mento, un piccolo ruscello scarlatto che giocava tra le mie piaghe quasi si stesse divertendo. Ma Oonagh non si divertiva. Non avevo mai visto il suo volto deformato dal dolore…ed era brutto. Era brutto vedere la sua sofferenza, gli occhi sbarrati dalla paura e il panico sul suo viso solitamente così tranquillo e moderato. Non volevo che soffrisse così.


Day by day
Hold me shine on me.
Day by day save me shine on me

 

Tesi una mano verso la figura china di Oonagh, tesi una mano verso il mio corpo… non mi vedeva, il mio maestro non mi vedeva.

Be: MAESTRO!!!!!!!!

Gridai il suo nome, mi divincolai, tentai di avvicinarmi. Niente. Come al solito, ero impotente davanti al dolore di chi amavo.


E di nuovo la vita
Sembra fatta per te
E comincia
Domani…

Domani è già qui

 

Chinai il capo, urlando ancora. Che male al cuore. Perché non riuscivo mai a fare niente di giusto? Perché guardavo immobile il mio maestro che soffriva? Vigliacca, non hai il coraggio di prenderti le tue responsabilità!

Responsabilità? Che responsabilità possiede un morto?

Be: OONAGH!!!!!!!!!!! Ti prego…

Singhiozzai. E ruppi la promessa. Ruppi la promessa mentre le lacrime salate cominciavano a scendere lungo le mie guance deformate dal dolore che provavo.

Non avevo mai pregato in vita mia, non avevo mai creduto in Dio, non ero mai stata cristiana…eppure, quella volta pregai.

 

Tra le nuvole e il mare si può fare e rifare
con un pò di fortuna
si può dimenticare.

 

Smisi di lottare e mi accasciai, singhiozzando forte, nella speranza che il cielo mi sentisse, ascoltasse la mia preghiera e la esaudisse.

Be: ti prego Dio, so che non posso chiederti nulla…so che non merito la tua benevolenza…ma aiuta il mio maestro. Aiutalo, lui non lo merita questo dolore!!!

Urlai. Urlai al cielo il mio dolore, alzando il capo e svuotandomi i polmoni fino all’ultima boccata d’aria che ormai non avrei più respirato.

Non sentii quasi il mio grido d’angoscia, non mi importava.

???: che ci fai qui?

Mi voltai, le lacrime che scendevano copiose dai miei occhi sofferenti.

Una ragazza dal viso allegro, i capelli neri e gli occhi blu mare mi guardava con un sorriso, il vestito bianco che ondeggiava ad ogni suo passo che faceva verso di me.

La ragazza si avvicinò di più e mi asciugò le lacrime con un gesto.

???: scema, quante volte ti ho detto di non piangere?

Be: chi…chi sei?

La ragazza sorrise un po’ tristemente e voltò il capo, posando gli occhi su Oonagh che, disperato, mi scuoteva, urlava…per colpa mia.

???: hai combinato un bel casino.

Chinai il capo, distrutta. Singhiozzai ancora, più forte che mai.

Be: q…qualcuno lo aiuti! Aiutalo! Se sei un angelo, aiutalo!

La supplicai, mi inginocchiai ai suoi piedi e presi un lembo della sua veste chiedendo la carità per il mio maestro.

???: perché mi chiedi questo, Isabella? Sei già morta, il tuo corpo non ha retto al potere demoniaco che hai sprigionato tutto d’un botto.

Be: non chiedo pietà per me stessa, ma per lui! Aiuta lui, non voglio più che qualcuno soffra per colpa mia! Basta! Ti supplico, angelo!

Poggiai il volto sul lembo della sua veste, bagnandolo di lacrime sofferenti, lacrime che sembravano gridare il loro dolore con me. Poi due braccia mi avvolsero, dolci e gentili. L’angelo posò il suo volto sul mio capo, accarezzandomi la schiena. Sentii il calore della sua vicinanza, il calore della sua luce…di speranza.

Be: A…Astrea?

La ragazza non si staccò da me, non potei vederla in volto.

Astrea: ti ho aspettato per tanto tempo…ma non è ancora il tuo momento, non trovi?

Be: per…perché? Faccio solo guai!

As: hai dimenticato?

Una luce dorata attirò la mia attenzione. Un ragazzo meraviglioso dai capelli di bronzo era inginocchiato a terra, gli occhi chiusi e le mani giunte.

Ragazzo: ti prego, Dio, proteggi Bella. Proteggila, fa che torni da noi sana e salva… prendi la mia vita se può servire, perché senza di lei io…io non ho senso. Ti prego… proteggila.

Tesi una mano verso il ragazzo, spalancando la bocca.

Be: E…dward?

Jasper comparve al suo fianco, le mani in tasca e lo sguardo sereno.

Jas: cosa fai, Ed?

Edward si voltò a guardarlo con la morte negli occhi.

Ed: prego per Bella…Jasper, so che si è innamorata di te quindi…falla felice. So che tu puoi farlo, sei degno di fiducia. Ti prego.

Mi premetti una mano sulle labbra, gli occhi traboccanti di lacrime. Jasper sorrise e ammiccò.

Jas: non nego di volerle più bene del normale, ma non si può dimenticare così un amore tanto forte. Si tratta solo di aspettare un po’, se la ami davvero allora ne sarai capace.

Si voltò e cominciò ad allontanarsi silenziosamente, ma si fermò poco lontano, senza voltarsi.

Jas: ah, Ed?

Edward lo guardò, ancora in ginocchio.

Jas: non credo ci sia bisogno di pregare per lei, è una tosta e so che ce la farà. Se non ti fidi della persona che ami…di chi puoi fidarti davvero?

E le loro figure si dissolsero come fumo.


Tra le nuvole e il mare si può andare, andare
Sulla scia delle navi di là dal temporale
Non siamo così soli
Domani è già qui
Domani è già qui

 

Sorrisi tra le lacrime, la mano ancora tesa dove prima quei due angeli erano apparsi come una divina visione. Loro…

Be: Edward sta pregando per me?

As: sì. Sei sicura di voler andare avanti, Bella? Una volta passata la soglia dell’altra vita non si torna indietro.

Chiusi gli occhi e chinai il capo, respirando a fondo.

Edward, Jasper, Alice, Carlisle, Esme, Emmett, Rosaliem Koryu, Caleb… loro… contavano davvero su di me. Come avevo potuto dimenticarlo?

Guardai Astrea. Sentivo sulle spalle la presenza della preghiera di Edward, la sua volontà che mi teneva disperatamente attaccata alla vita che in fondo avrei voluto lasciare.

Be: ti rivedrò un giorno?

Lei scoppiò a ridere.

As: ehi, guarda che tutte le strade conducono qui…e poi lo sai che non è per niente male? Mi diverto un casino qui!!!!

Risi anche io, tra le lacrime. La abbracciai forte, sorridendo serena.

Be: non lasciarmi più.

As: ma non ti ho mai lasciata, piccola impiastra.

Annuii e ci separammo. Astrea mi strizzò l’occhio tenendomi una mano.

As: abbi sempre fiducia in te, le ali della Speranza possono averle tutti… non ti arrendere mai, sappi che ci rincontreremo più presto di quello che credi.

Annuii.

Be: ci conto.

As: anche io! Ma prima…

Mi posò una mano sulla fronte libera del diadema e mi spinse. La vidi allontanarsi mentre cadevo all’indietro con un’esclamazione soffocata. E lei sorrideva, soddisfatta…di me.


E domani domani, domani lo so
Lo so che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani

 

Forse fu solo immaginazione, ma mi sembrò di sentire la voce di Astrea prima di cadere nel mio corpo come attirata da mille fili invisibili.

Astrea: sarai grande, sorellina.

E sorrisi, sentendo ancora una volta la sua presenza che mi riportava alla vita, facendomi rinascere con rinnovata speranza. E d’un tratto, i ricordi tornarono.

 

Ed ecco il nuovo capitoloooo!!!!!!!!!!! Che bello ce l’ho fatta ad aggiornare!!! Grazie mille per le recensioni fatemi sapere ok??? ^^ a prestissimus

  
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