Arte
medica
L’Haruno s'inginocchiò
accanto ai ragazzi e tolse un ago dal braccio del biondino per esaminarlo, ma
dopo pochi secondi tutti i pungiglioni sparirono in una nuvola di fumo.
«Oh no!!».
«Sakura cosa succede?!
Dicci qualcosa!» le chiese spaventata la Meiji.
«Gli aghi sono spariti in
modo che non avessimo un campione del veleno su cui fare un antidoto, ma se lo
estraggo dai loro corpi potrò crearne uno. Dobbiamo sbrigarci, questa sostanza
agisce molto velocemente» spiegò preoccupata la rosa.
Tenten con la forza del
pensiero sollevò Hinata che era la più leggera, Neji prese Naruto sulle spalle
e lo stesso fece Sakura con Sasuke e si diressero verso la casa delle ragazze
che oltre ad essere più grande, non era molto lontana. Camminarono per mezz’ora
tra le buie e fredde strade di Londra, tutto era silenzioso e le ragazze erano
impaurite da quei posti lugubri. Dopo aver girato ad un altro angolo, si
ritrovarono davanti all’abitazione delle giovani e attraversato il giardino,
Ten Ten prese le chiavi e aprì la porta.
«Io porto Hinata nella sua
camera. Sakura, Sasuke starà nella tua stanza e Neji, ti farò vedere dove
lascerai Naruto».
Tutti e tre attraversarono
il soggiorno, salirono le scale e ognuno si diresse verso una camera, dove
lasciarono i loro amici e si riunirono in corridoio.
«Ho osservato gli effetti
del veleno, dovremmo avere ancora qualche giorno per poterli curare, ora li
visiterò e farò una lista delle cose che mi serviranno» spiegò Sakura.
«Come fai a sapere tutte
queste cose?» domandò Neji.
«Mio padre è un medico,
Tsunade ha continuato a insegnarmi e ho già curato delle persone che avevano
dei veleni in corpo».
«Già, ora però non perdiamo
tempo» intervenne la mora.
L’Haruno aveva visitato
tutti gli amici e nel salotto fece un resoconto agli altri due:
«I sintomi sono gli stessi
per tutti e tre: la temperatura si sta alzando sempre di più, il colore dei
loro volti sta diventando sempre più pallido e faticano a respirare, perciò devo rimuovere immediatamente il veleno
o potrebbero morire».
«Dicci cosa dobbiamo fare»
rispose calmo lo Hyuga.
«Neji vai a prendere Naruto
che è il più grave e portalo sul tavolo della cucina».
Il ragazzo si alzò dal
divano e si diresse nella stanza dove avevano lasciato il biondino.
«Ten nel frattempo devi
occuparti di Sasuke e Hinata: prendi degli asciugamani, bagnali e mettiglieli
sulla fronte per cercare di far scendere la temperatura».
La ragazza andò nel bagno
ed eseguì gli ordini della rosa che nel frattempo era andata in cucina per
liberare il tavolo, poi prese una bacinella dal mobile sotto il lavandino, una
boccetta con del liquido anestetico, alcune siringhe e bagnò con acqua fredda
un asciugamano. In quel momento entrò nella stanza il moro che teneva sulle
spalle il biondino e lo adagiò sul tavolo.
«Cos’altro posso fare per
aiutarti?».
«Stammi vicino e nel caso
in cui si muovesse, ho bisogno che lo tieni fermo» gli rispose seria la rosa.
Sakura prese la boccetta
con del liquido celeste e con una siringa ne prelevò un po’ e infilò l’ago nel
braccio di Naruto.
«Questo è un potente
anestetico che non gli farà sentire dolore durante l’operazione» spiegò la
giovane.
Poi prese il panno bagnato
e lo mise sulla fronte dell’amico, gli aprì la camicia e avvicinò le mani al
suo petto, chiuse gli occhi e si concentrò. Dopo alcuni secondi tra le sue mani
comparve una sfera verde che fece entrare nel petto del ragazzo e quando
fuoriuscì, era piena di un liquido viola scuro. Neji osservava il procedimento
con sguardo impassibile e controllava che Naruto non si muovesse e non
reagisse, mentre la rosa era completamente immersa nel suo lavoro e stava
versando il veleno nella bacinella rettangolare, rosa. Ripeté quest' operazione
fino a riempire il contenitore e poco dopo si fermò per controllare le condizioni
del ragazzo, avvicinando le mani al suo corpo che vennero avvolte da una luce
verde chiara.
«Bene, ho estratto tutto il
veleno. Neji per favore riportalo nella camera di Ten e portami Hinata, al
resto ci penserà la mia collega».
Il moro fece come gli aveva
detto la giovane e dopo aver preso Naruto, si diresse nella camera della mora e
adagiò sul letto il biondino, lo coprì e gli riposò un asciugamano bagnato
sulla fronte. Dopo uscì dalla stanza ed entrò nella camera vicino dove era
stata sistemata sua cugina e trovò anche Tenten seduta sul bordo del letto.
«Com’è andata?» chiese
impaziente.
«Penso bene. Ora è il turno
di Hinata. Sakura ha detto che tu penserai a Naruto».
Lei annuì e si diresse nella
camera accanto mentre lo Hyuga prese la cugina e si diresse in cucina.
Sakura poggiò sul banco
vicino al lavandino la bacinella con il veleno e ne prese un’altra identica
alla precedente, buttò la siringa che aveva già usato per sostituirla con una nuova.
Il suo collaboratore entrò nella stanza con la prossima pazienza e la posò sul
tavolo per poi allontanarsi e lasciare spazio alla rosa che eseguì le stesse
azioni che aveva effettuato con il biondo: asciugamano bagnato sulla fronte per
abbassare la temperatura, puntura con l’anestetico, creò una bolla verde che
fece penetrare nel petto della ragazza, la estrasse piena di un liquido
violaceo e la mise nella bacinella che era vicino a lei. Sakura ripeté questo
procedimento per almeno tre volte prima di riempire la bacinella e Neji notò
che la bolla era più piccola rispetto alle precedenti e senza utilizzare la sua
abilità innata, si accorse che la giovane stava utilizzando gran parte del suo
chakra e sarebbe diventato pericoloso per lei spingersi oltre il suo limite.
“Dovrò stare attento che non esageri e si faccia del male” pensò lo
Hyuga.
«Neji… Hinata ora non è più
in pericolo di vita, portami l’Uchiha» disse affaticata.
«Sakura non devi esagerare
così, altrimenti rischi di crollare e poi non potrai più aiutarli».
«Se non lo faccio non potrò
aiutarli comunque, visto che loro non avranno un poi».
“L’Uchiha mi ucciderà se lascerò che accada qualcosa a Sakura, ma lei ha
ragione in questo momento… Non c’è altra possibilità e può farla soltanto lei
quest'operazione delicata”.
Lo Hyuga annuì e ritornò al
piano di sopra a prendere il moro e riportare la cugina nella sua stanza.
Sakura nel frattempo preparava un’altra bacinella e una siringa nuova ma era
molto affaticata: cominciava a girarle la testa e la vista ad annebbiarsi così
si sedette su una sedia per riposare.
“Non posso mollare ora! Ce la posso fare! Forza Sakura!”.
Neji ritornò con il moro
sulle spalle, lo poggiò sul tavolo e la prima cosa che notò la rosa era la sua
espressione tormentata e si muoveva molto.
«Non sarà facile con lui»
disse pensierosa l’Haruno mentre si alzava dalla sedia.
Sakura cercò di fargli
l’anestesia ma non riusciva a trovare la vena perché il paziente non stava
fermo, nonostante ci fosse anche Neji a trattenerlo.
«Dovrò operare senza
anestesia» disse seria.
«Io lo terrò fermo».
La giovane creò una sfera
verde e quando la fece penetrare nel corpo del giovane, lui lanciò un grido di
dolore ma Sakura doveva continuare e dopo aver estratto la bolla con il veleno,
la mise nella bacinella.
«Che succede?! Ho sentito
Sasuke urlare» intervenne la Meiji preoccupata.
«Ten aiutaci a tenerlo
fermo. Non ho potuto fargli l’anestesia quindi sente il dolore».
La ragazza si avvicinò e
aiutò i due amici con l’operazione.
Dopo un quarto d’ora la
bacinella era piena fino all’orlo del liquido viola scuro e Sasuke era sul
tavolo della cucina con la fronte e il petto imperlato di sudore.
“Finalmente è finita” pensò la rosa.
«Neji porta Sasuke al piano
di sopra e controlla che tutti siano tranquilli».
Il moro sparì presto con il
paziente, lasciando sole nella cucina le due ragazze.
«Ce l’hai fatta» disse
felice la Meiji.
«Ora devo fare l’antidoto».
«Non dovresti riposarti un
po’? Ora non sono più in pericolo di vita, giusto?».
«No, ma la febbre non gli è
passata e ci vuole qualcosa per far passare i residui del veleno e i suoi
sintomi al più presto».
«Sakura stai crollando! Sia
io che Neji siamo preoccupati perché sei pallida e ci siamo accorti benissimo
che sei arrivata troppo oltre il tuo limite».
«Io non ho limiti. Prima
viene la salute dei pazienti e dopo la mia».
Sakura uscì dalla stanza
sotto gli occhi preoccupati dell’amica e si diresse in giardino per cercare di
far crescere le piante che le servivano, ma il suo chakra era stato quasi tutto
prosciugato, perciò all’inizio non ottenne risultati e solo dopo alcuni minuti
riuscì a far crescere alcune piante. Nel frattempo la Meiji era in cucina e
Neji era con lei:
«Ten Ten ti vedo strana,
cos’hai?» chiese preoccupato, avvicinandosi.
«Sakura pensa prima al bene
dei suoi pazienti e non al suo e sono preoccupata».
«Vedrai che Sakura se la
caverà, sembra una che non si arrende e ormai non deve fare molto, solo
preparare quell’antidoto».
«Hai ragione. Spero che si
riprendano presto gli altri» disse con gli occhi che le diventarono lucidi.
«Vedrai che Sakura riuscirà
a curarli» cercò di rassicurarla il ragazzo.
«E se non ci riuscisse?».
Dagli occhi le sfuggì una
lacrima che aveva cercato di trattenere, inutilmente. Lo Hyuga le si avvicinò e
l’abbracciò dolcemente mentre lei si abbandonò al pianto e ricambiò la stretta.
«Fa bene sfogarsi» disse il
ragazzo.
In quel momento Sakura
entrò in cucina con un mazzo di erbe in mano e appena li vide, si fermò
imbarazzata:
«Ops! Scusate!».
La mora si rese conto in
quel momento che si trovava tra le braccia del giovane, così si allontanò
dolcemente da Neji e sorrise all’amica:
«Non è come pensi. Cosa
dobbiamo fare per l’antidoto?».
L’amica ancora imbarazzata,
poggiò tutte le erbe sul tavolo e cominciò a preparare una pentola con
dell’acqua a bollire.
«Ora non mi serve più
aiuto, potete andare a dormire. Io finisco qui e dopo darò a tutti e tre la
medicina» spiegò la rosa.
«Sei sicura?» chiese
l’amica.
«Certo! Tu e Neji potete
dormire sui divani» suggerì l’Haruno.
«E tu dove dormirai?»
domandò il moro.
«Non ti preoccupare, nella
mia camera c’è una poltrona comodissima» disse sorridendo.
«Va bene, allora buona
notte!» risposero in coro i due ragazzi.
Ten Ten si diresse verso un
divano e l’amico in quello accanto, tutte due con una coperta e dopo aver
spento la luce:
«Ora sei più tranquilla?»
chiese lo Hyuga.
«Sì, grazie a te» rispose
un po’ rossa e lui sorrise, ma a causa del buio lei non lo vide.
Neji allungò la mano e
prese quella della giovane, così si addormentarono.
Sakura in cucina stava
organizzando gli antidoti: iniziò a mettere le erbe medicinali nella pentola
che bolliva con l’acqua per far rilasciare le loro sostanze curative e nel
frattempo calcolò la quantità di veleno contenuta in ciascuna bacinella che era
quella presente nel corpo dei giovani. Dopo un quarto d’ora spense il fuoco e
con un mestolo metallico prese l’antidoto e lo versò in dei beker graduati per
calcolare la dose necessaria per ciascuno dei suoi pazienti. Versò il contenuto
dei recipienti in vetro in alcuni bicchieri di plastica che poggiò su un
vassoio argentato e circolare, poi si diresse al piano di sopra. Entrò nella
stanza in cui riposava Naruto che non stava fermo nel letto e continuava a
muoversi, così gli fece bere la medicina. Nella seconda camera c’era Hinata e
quando le toccò la fronte, come Naruto era bollente e le diede subito
l’antidoto. Infine arrivò nella sua camera, dove Sasuke era imperlato di sudore
e si muoveva nella branda: agitato e parlando nel sonno. Sakura si sedette sul
bordo del letto e gli mise una mano sulla fronte per sentire se la febbre era
molto alta, ma a quel contatto il moro si svegliò e le afferrò la mano,
spaventandola:
«Sasuke! Sono Sakura, stai
tranquillo» gli disse dolcemente, cercando di calmarlo.
«Sakura… Ma cosa…
succede?... Mi sento caldissimo» riuscì a rispondere dopo averle lasciato la
mano e recuperata un po’ di lucidità.
«Avevi del veleno in corpo
che ti ha fatto venire la febbre alta, ma io ti ho operato e ora devi prendere
questa cura» gli disse avvicinandogli il bicchiere.
«Okay».
Dopo averlo detto, allungò
le mani per prenderlo ma gli tremavano e venne aiutato dall’Haruno che glielo
avvicinò alle labbra e lui la bevve.
«Ora dormi, domani mattina
starai benissimo» spiegò sorridendo.
Sasuke chiuse gli occhi e
si riaddormentò subito, stavolta senza incubi. La rosa osservò dormire
tranquillo il ragazzo che aveva i capelli neri spettinati e alcune ciocche sul
viso, le labbra piene che avevano ripreso un bel colorito roseo e un’espressione
calma si delineava sul suo volto. Sakura sorrise e si diresse verso l’armadio
da cui prese una coperta in lana, inclinò un po’ lo schienale della poltrona
rosa davanti al letto e dopo essersi messa comoda, si addormentò immediatamente
mentre l’orologio a pendolo al primo piano segnava le quattro e mezza di
mattina.
Ciao! Scusatemi per il
ritardo a pubblicare ma sono stata veramente impegnata con la scuola ^^
Ringrazio tenny_93,
alechan_96, SnowDra1609 per aver recensito il capitolo precedente. Alla
prossima puntata!
Angel23