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Autore: Summerbest    06/11/2009    2 recensioni
La città non sempre è un posto tranquillo, infatti pullula di vampiri, streghe e altri esseri soprannaturali. Di conseguenza noi umani dovremmo difenderci, giusto? E se per una volta la risposta a questa domanda non fosse “si”?
In questa fanfic intendo narrare dalla parte dei “cattivi”, perché anche loro reagiranno in qualche modo agli attacchi, giusto?
Per farla breve, ho intenzione di presentare alcuni “cattivi” ed alcuni “umani” che in seguito... beh se volete scoprirlo dovete leggerlo^^
PS: se leggendo questa trama avete giudicato male la storia, vi prego di darle un’altra possibilità leggendola, please^^
Genere: Dark, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! In questo capitolo torneremo a parlare dell’umano Joshua... buona lettura^^
Rispondo ai commenti:

Per trullitrulli: tranquilla, non intendo cimentarmi nè nella fantascienza estrema nè in qualche rito magico :) hihi mi piacciono i tuoi vaneggiamenti, il PUF e SPLAT xD Emily ed Axel non ho spiegato cosa sono di preciso per poi dirlo in seguito, comunque posso dirti che il loro non è un legame di parentela, ma allo stesso tempo molto forte^^ buona lettura^^

Per Gaea: fa bene a puzzarti, c'è sotto qualcosa.. qui entra in scena un personaggio anche lui fondamentale per la storia.. buona lettura^^

XOSummerbestXO


The Other Side






"Quanto tempo,
quanto tempo scivolerò
Lontano dall’altra mia parte
Non credo che sia sbagliato
Tagliarsi la gola
E’ tutto ciò che mi resta."



[da "Otherside" dei Red Hot Chili Peppers]

* * * *

Il profilo del castello prendeva una forma più definita, mentre Joshua raggiungeva il cancello, quasi senza più fiato in gola. Non sapeva molto su quell’edificio, solo che un tempo era una villa posseduta da una delle famiglie più importanti della città. Quelle persone erano morte da anni ormai, e le luci che s’intravedevano dalle finestre non potevano essere state accese dai vecchi proprietari. Tutto ciò lo portava a cercare un angolino dove nascondersi e a non rischiare entrando nel castello.
potrebbe essere posseduto da qualcosa peggiore della creatura che mi sta inseguendo
Percorse il muro di cinta per alcuni metri, guardandosi le spalle nel caso la donna da cui fuggiva l’avesse raggiunto. Non udiva altri passi oltre ai suoi, forse l’aveva seminata! Si lasciò cadere per un secondo sull’erba, dando il tempo di far riposare i piedi, distrutti e sempre più difficili da portare avanti. L’angolo in cui si era concesso un po’ di pace era troppo in vista per poter essere usato per più di pochi minuti, quindi urgeva un altro luogo dove nascondersi. Il castello svoltava ad un certo punto, creando un angolo privo di luce, adatto come rifugio.
Si rimise in piedi con più di uno sforzo, rischiando di perdere l’equilibrio in poco tempo. Strisciò a terra il piede destro, reduce da una precedente brutta caduta. Quel movimento gli procurò del dolore, che lo spinse quasi ad urlare. Dovette trattenersi, mordendosi il labbro inferiore, mentre caricava tutto il perso del suo corpo sul piede sinistro.
Con enorme sollievo, raggiunse l’angolo, lasciando che la fatica lo portasse a terra. La testa era posata contro il muro ed i piedi uscivano di poco dall’ombra. Il suo piano era di riprendere forze, fino a raggiungere la carica adatta per poter superare il bosco e ritornare al paese.
avrai nuovamente bisogno di riposarti anche nel bosco, chi ti assicura che la creatura non sia proprio lì?
L’unica alternativa era rischiare, rimanere fermo in attesa di soccorsi non era nei suoi piani. Ansimava cercando di riprendere il controllo del battito impazzito del suo cuore. La fronte madida di sudore gli pulsava continuamente, portandolo a pensare a qualche altra ferita grave.
<< gli umani non sono ammessi >>
una voce sibilante s’intromise nel corso dei suoi pensieri. Con terrore si voltò indietro: un uomo, all’apparenza del tutto normale, lo fissava. Joshua d’istinto si alzò dal terreno, intimorito e allo stesso tempo pieno di speranza. Confidava nella possibilità che quell’uomo potesse aiutarlo.
<< non capisco cosa intendete... anche voi siete umano >>
esclamò Joshua, indicando lo sconosciuto.
<< non del tutto >>
ora capiva perché la voce era così sibilante, la lingua del presunto uomo era quella di un serpente! Joshua non s’intendeva molto di demoni, ma di certo sapeva che non erano creature pronte ad aiutare un umano in difficoltà. Si guardò intorno, temendo di essere circondato da altri come lo sconosciuto.
<< qui fuori ci sono solo io, non preoccuparti.. sarò veloce >>
il demone compiette alcuni passi in avanti, mentre Joshua retrocedeva, sperando che le sue gambe non lo abbandonassero proprio in quel momento. Era sicuro che uno scatto troppo veloce seguito da una corsa fosse troppo per lui, ed il suo piede infortunato non semplificava di certo le cose.
<< tu non farai proprio niente al nostro ospite >>
una terza voce s’intromise fra i due. Dal buio dell’angolo fece la sua apparizione un altro uomo. Joshua venne preso dal panico.
e se anche lui è un demone ed altri sono pronti ad arrivare?
<< calmatevi, non intendo farvi del male... e nemmeno lui >>
il neo giunto ammonì con lo sguardo il demone a pochi passi da lui, che a sua volta abbassò il capo, come a scusarsi.
<< il mio nome è Sands Hebert Dewis, ed il vostro? >>
Joshua rimase di pietra all’udire quel cognome, era certo che non vi fossero parenti ancora vivi degli originari proprietari della villa. Si trattava di un fantasma? Eppure era troppo reale per esserlo. Si rese conto che Sands attendeva ancora la sua presentazione, con la mano protratta verso di lui.
<< io mi chiamo Joshua Collins >>
si presentò con titubanza, rifiutando quell’amichevole stretta. Sands ritrasse la mano, minimamente turbato dalla freddezza di Joshua. Sul suo viso spiccava un semplice sorriso, l’occhio sinistro era celato da una benda nera, mentre una traccia rossa pendeva dall’oculare nascosto. Si trattava di sangue? Joshua non osava nemmeno chiederlo. Sands aveva una capigliatura scura, che non raggiungeva le spalle, il suo abbigliamento era comune, se non fosse per il particolare mantello di pelliccia nero che ricopriva le sue spalle.
<< Joshua, spero che questo soldato non vi abbia recato danni... sapete, i demoni Slyth sono ottimi guardiani ma pessimi padroni di casa >>
esclamò, fissando contrariato il demone accanto a loro.
<< no.. non ne ha avuto tempo >>
rispose Joshua, ancora confuso da quella strana situazione. Sands sussurrò qualcosa allo Slyth in una lingua non comprensibile ad orecchio umano. Il demone annuì, allontanandosi da loro. Non riuscì comunque a sentirsi più tranquillo, non avendo ancora capito le vere intenzioni dell’uomo-fantasma davanti a lui.
<< siete anche voi un demone? >>
domandò Joshua, senza cercare di nascondere i suoi dubbi. Sands ridacchiò, facendogli cenno di seguirlo.
<< assolutamente no >>
i due si avviarono nel verde, fino a raggiungere un’entrata del castello nascosta dalle fronde degli alberi. Lo Slyth era appena entrato, ed aveva lasciato la porta aperta per permettere anche loro di accedervi. Joshua non era sicuro di voler entrare dentro il castello, ed era sul punto di rifiutare educatamente l’invito. La vista di due occhi immersi nell’oscurità del bosco accanto gli fecero cambiare idea, di certo Sands sembrava più amichevole della creatura che gli dava la caccia.
<< siete umano? >>
continuò il suo interrogatorio, scendendo le scale illuminate da delle candele poste ai lati. Il luogo in cui si stavano dirigendo ricordava le segrete di un antico castello medievale, e forse si trattava proprio di quelle.
<< no! >>
rispose Sands, guardandolo come se lo avesse appena insultato. Joshua si preparò un’altra domanda, mentre ormai le scale finivano ed un lungo corridoio si presentava davanti a loro. Il posto aveva un tocco di macabro, causato dai cadaveri posti ai lati ed alcuni esseri (umani o soprannaturali? Joshua non riusciva a capirlo) legati con delle manette contro il muro, che urlavano insulti contro di Sands, mentre supplicavano Joshua di liberarli. Dopo ciò che aveva visto era sicuro di dover scappare da lì, e subito. Altri demoni Slyth li circondavano, quindi la fuga non era consona in quelle circostanze. L’unica cosa che gli rimaneva da fare era aspettare e pregare.
<< allora siete morto? >>
domandò, temendo la risposta. Sands si fermò, voltandosi verso Joshua, tenendo gli occhi fissi nei suoi.
<< diciamo che non sono né vivo, né morto, non faccio parte del loro mondo...>> con l’indice indicò i demoni Slyth << e nemmeno del tuo >> questa volta il dito fu puntato su di lui << semplicemente non dovrei essere qui.. invece eccomi >>
Sands allargò le braccia, sorridendo. Joshua era ancora terrorizzato dalle voci di coloro che stavano legati al muro.
<< non sono un vampiro, non sono nessuna creatura che tu puoi anche solo lontanamente pensare... ciò che devi realmente sapere è cosa sarai tu >>
l’umano non riusciva a capire cosa intendesse con l’ultima affermazione, né cosa potesse essere in realtà Sands. Anche solo il fatto che non fosse umano lo inquietava, nonostante fosse abituato a lavorare con creature soprannaturali, averle vicino senza un armata accanto e qualche strumento di difesa gli procurava un’ondata infinita di paura.
Sands tornò a camminare, facendo cenno a Joshua di seguirlo. Non sapeva dove intendesse condurlo, né dove volesse realmente andare. L’unica cosa di cui era sicuro era che ogni posto lontano da lì sarebbe stato l’ideale.

* * * *



stupida feccia umana, è andato dentro il castello!
la donna non sapeva se essere felice perché finalmente l’uomo era in trappola, o se lamentarsi perché lo strano tipo con la benda di prima gli aveva rubato la preda. Aveva ancora con sé il misterioso biglietto che la invitava ad entrare anche lei in quell’edificio, cosa che poteva tornare molto utile per la sua caccia. La seconda porta sul retro (quella da cui era entrato l’uomo) era chiusa, l’alternativa era il cancello principale.
Abbandonò il buio del bosco, raggiungendo l’inferriata in metallo. Senza esitazione premette più volte l’indice contro il campanello, attendendo con ansia che la porta si aprisse. Un uomo uscì da lì, senza il minimo sforzo il cancello si aprì da solo. La donna rimase un attimo interdetta, chiedendosi come avesse fatto. Subito dopo abbandonò quei dubbi, raggiungendo lo sconosciuto con il biglietto in mano. Lo mostrò trionfante, venendo invitata ad entrare.
<< la riunione è finita da poco, se volete posso condurvi alla vostra camera >>
la donna annuì, progettando già come sgattaiolare verso le segrete del castello.


   
 
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