IL VAMPIRO
La sera precedente Laura non aveva
mangiato. Ci aveva
provato ma aveva vomitato tutto il sangue freddo portatole da David.
Per cui quando si alzò, la sua seconda notte da vampiro
aveva
una gran fame. Sentiva il brontolio dello stomaco come se fosse nelle
sue
orecchie.
Le erano anche venute una serie di strane idee su come
procacciarsi il cibo e più tardi le avrebbe proposte a David.
Erano tutte idee che seguivano una logica quindi lui sarebbe
stato contento.
Sentì dei rumori provenire dal bagno, probabilmente stava
facendo la doccia.
Mise la vestaglia e si diresse in cucina, l’orologio segnava
le sette e mezza. “Sono mattutina “
pensò.
“Però”
disse una voce roca dietro di lei “Sei mattutina”
Laura sobbalzò, non conosceva quella voce, si
girò
velocemente, nessuno.
“Niente paura piccola” ancora una volta la voce
proveniva da
dietro di lei.
Si voltò di nuovo e lo vide.
“Sono il master che tanto anelavi” disse il ragazzo
si
colore davanti a lei aprendo le braccia come un invito.
Indossava un paio di jeans scuri e una maglietta verde, come
se non risentisse del freddo della stagione. La pelle scura rifletteva
la luce
della lampada dando al giocane un’ apparenza eterea. Il corpo
era alto,ben proporzionato,
i capelli scuri tagliati molto corti e
le sue zanne erano magnificamente bianche.
“Ah…” disse lei stupita.
“Cosa c’è piccola? Sono troppo
bello?” disse lui ridendo
“No…Oddio si, sei veramente bellissimo, ma ti
immaginavo un po’
diverso…” disse lei imbarazzata.
“ Se non sei soddisfatta posso anche
andarmene…” disse lui
con aria di sufficienza.
“No, resta…Io mi chiamo Laura” disse lei
allungando la mano.
“Karl” rispose lui stringendola “E sono
la tua risposta
provvisoria”
“Come provvisoria?” chiese lei stupita.
Karl rise, scomparve e riapparve disteso sul piccolo divano
in salotto.
“Provvisoria piccola, perché non appena torna il
mio master
chiederemo a lui”
“Tu hai un master?”
“Si, tutti ne hanno uno, tranne te…Piccola ma ti
rendi conto
di ci che hai fatto?”
“Sinceramente no…” disse lei
avvicinandosi.
“Tu hai infranto ogni singola regola del codice
vampiresco”
“E secondo te io lo sapevo?” chiese
lei.
“Laura” la voce di David li raggiunse.
“Sei già sveglia?”
chiese mentre entrava in cucina con solo l’asciugamano
addosso.
“Si” rispose lei andandogli incontro “
E…”
“E io sono Karl…” rispose il vampiro
apparso improvvisamene
dietro a David stringendolo tra le braccia. “…E tu
bocconcino devi essere David…”
ne annusò i capelli e parlò ancora “Dio
che buon odore che hai…”
“Lasciami” disse David
“Lascialo” disse Laura quasi all’unisono.
Karl sorrise sadico continuando a stringerlo, “Sai piccola
che gli umani non dovrebbero sapere di noi? Sai che sono
così fragili che si
possono rompere solo a sfiorarli? “
“Lascialo” intimò nuovamente lei
“Non posso, è troppo divertente vederti con quella
faccia…” rispose
lui lasciando però andare David e comparendo dietro a Laura
“Ah piccola, quanto
ci divertiremo insieme…E tu bocconcino quanto ci troverai
interessanti…”
“Karl,” lo interruppe Laura prendendolo per un
braccio “Non …”
“Che frettolosa” disse lui “Aspetta che
David si vesta e poi
ti spiegherò ogni cosa”
“Cosa diavolo…” disse ad alta voce.
“E’ troppo precipitosa…” gli
rispose prontamente Karl, “Le
stavo facendo vedere come fingere di mangiare e lei si è
mossa troppo in fretta
senza capire il meccanismo”
“Se adesso dilla così aulica” disse lei
dopo essersi ripresa
“In realtà è venuto in cucina, ha
addentato una mela e l’ha mangiata…Così
ho
pensato di poterla mangiare e l’ho fatto…Invece mi
stava facendo uno scherzo”
“Già, infatti” disse Karl ridendo
“Scusami piccola, ma non
ho resistito, volevo vedere la tua reazione…Ma parliamo di
cose serie adesso,
sedetevi”
I due si sedettero al tavolo e Karl cominciò a parlare:
“Tra i vampiri esiste un codice che deve essere
assolutamente rispettato.
1)Non si può creare più di un vampiro per secolo.
2)E’ il master della nazione a decidere chi sarà
il nuovo vampiro
per bellezza, abilità
e fattori primari…”
Si interruppe e fissò Laura “Senza offesa piccola,
sei
carina ma non eccezionale e non possiedi nessuno dei fattori
primari…”
“E quali sarebbero questi fattori?” chiese David
tappando la
bocca di Laura
“Non avere parenti e non avere troppe relazioni…Ci
teniamo
alla segretezza… continuando
4)non si uccide mai
una vittima, nel ventunesimo secolo sarebbe troppo
pericoloso…
5)ci sono
determinate
regole che si imparano son la pratica, tipo come bere, quando smettere
ecc…Dal
punto di vista amministrativo abbiamo finito qui…”
“Il master della nazione, il più anziano di
Inghilterra…Sul
suolo inglese saremo rimasti si e no in 7 vampiri…Sai, non
tutti riescono ad
adeguarsi ai tempi che cambiano. Attualmente il mio master è
al meeting del
consiglio, la tua istruzione è perciò nelle mie
mani sino al suo ritorno.”
“Ho capito” disse Laura
“Perfetto, ora vai a vestirti, ho la macchina di sotto ti
porto a caccia”
“Macchina?” chiese David
“Si bocconcino, ti aspettavi forse che fossi arrivato
volando?”
“Si” rispose David con la faccia imbronciata
“E smettila di
chiamarmi bocconcino”
“Oh bocconcino, sei così
puro…” continuò Karl
“Vado a cambiarmi…” disse Laura
“Importunalo, fa a lui del
male e anche se non so come fare giuro che ti uccido” aggiunse prima di uscire
fissando Karl.
“Che temperamento focoso” disse Karl sogghignando.
“Già” rispose David arrossendo
“Dove andrete a caccia?” chiese.
“La porto fuori
città…C’è un locale in
campagna, una specie
di discoteca dove ci andiamo a nutrire, è un posto
tema…”
“Ah”
“Tranquillo, la terrò d’occhio, tu puoi
anche andare a
dormire senza pensieri bocconcino.”
“Non posso venire?”
“Non ti piacerebbe, e poi saresti in pericolo…Non
posso
sapere quanti vampiri ci saranno e sarebbe un peccato se qualcuno ti
assaggiasse prima di me”
“Potresti smettere di molestarmi?” chiese David
“No” rispose lui baciandolo velocemente sulle
labbra “Adoro
giocare con gli umani…Dì alla piccola che
l’aspetto di sotto sulla macchina
rossa, buona notte David”
Karl
attese in macchina per 10 minuti. In quel frangente
aveva comunicato con il suo master e l’aveva aggiornato sulla
situazione. L’umano
era ancora in vita e lui era arrivato in
tempo per istruire lei prima che la fame la portasse a
fare una
sciocchezza.
Si era comportato in maniera odiosa ma nessuno dei due
sembrava averne risentito, adesso stavano per andare a caccia.
Laura salutò David sulla porta con un bacio, Karl
sentì che
lo stava rassicurando e di non preoccuparsi, poco dopo raggiunse la
macchina e
si sedette davanti vicino a lui.
“Una Mercedes rossa?” chiese “pensavo
foste discreti.”
“L’unico
modo per non farsi notare è quello di farsi notare
troppo…” rispose lui
sorridendo “Tu non hai paura se guido veloce vero?”