Eccoci
qui con un nuovo chap!!Innanzi tutto ringrazio chi ha messo la storia
tra i preferiti e tra le seguite, i vecchi fedeli e i nuovi
recensori ()...
La storia slitta di qualche settimana e arriva direttamente all' Agosto
del 1995, più o meno il periodo dell'udienza di Harry...ma
non vi preoccupate non vi troverete disorientati (o almeno lo spero).
In ogni caso delle piccole annotazioni per non farvi
confondere:
1. La famiglia Black e i Weasley si sono trasferiti in pianta stabile a
Grimmauld Place (almeno per le vacanze estive)
2. Aryana si è licenziata dal Ministero e continua il suo
lavoro per l'Ordine anche se nel frattempo lei e
Albus stanno indagando in segreto sul passato di Voldemort per avere
conferma della loro teoria sugli Horcrux.
Chiarito questo, RECENSITEEEEEEE!!!!
Buona lettura. Baci, Ile.
Casa
di Aryana Silente, Londra –
Agosto
1995
Aryana
Silente
“Non
credo sia una buona idea”rispose conciso mio padre, tornando
a sorseggiare la
sua tazza di the.
“Perché
no?”chiesi esasperata,lasciandomi andare su una poltrona del
salotto di casa
mia.
Ormai
era da ore che io e Albus discutevamo in modo acceso.
Era
passato poco più di un mese dal ritorno di Voldemort e non
era raro che prima
di tornare a Grimmauld Place per la
notte, mi fermassi nella mia ormai ex casa a fine giornata, prima di
tutto perché
tutti dovevano credere che io vivessi ancora lì e poi
c’era un’ altra buona
ragione. Infatti non si poteva parlare di certi argomenti con tutti i
componenti dell’ Ordine, anzi, con nessuno.
Mio
padre aveva insistito per tenere segreta la faccenda degli Horcrux,
che, per il
momento, rimaneva solo una spaventosa teoria.
In
attesa di conferme, oltre alle normali
missioni di spionaggio e di reclutamento, io e mio padre avevamo un
compito:
indagare da cima a fondo ogni più piccolo particolare della
vita di Tom Riddle,
dalle origini della sua famiglia fino alla presa di potere. Ma tutto
quello che
eravamo riusciti a scoprire era quello che più o meno
sapevamo già, solo con
qualche dettaglio in più.
“Aryana,
addentrarci nelle sue memorie è la cosa più
importante ed utile che possiamo
fare, almeno fino ad ora”disse pacato Albus, riposando la
tazza di the sul
basso tavolino di fronte a lui.
“Si
ma dovremmo trovare delle prove concrete, non fantomatiche
congetture”.
“Oh,
se ti aspetti di trovare delle prove concrete, forse ti è
sfuggito che stiamo
parlando di Lord Voldemort”.
“La
verità è che sono solo stanca di andarmene in
giro ad interrogare ogni mago o
babbano che sia entrato minimamente in contatto con lui e che possono
fornirci
solo dettagli insignificanti..”.
“Insignificanti?
Un giorno qualcuno disse che il diavolo è nel
dettaglio..”mi sorrise con aria
complice.
“Piuttosto,
facciamo il punto della situazione, così possiamo finalmente
tornare a
Grimmauld Place per un’altra noiosissima riunione. A
proposito, oggi arriva
Harry,no?”.
“Esattamente…”.
Prima
che potesse aggiungere qualcos’altro un giaguaro argentato
entrò nel salotto:
il Patronus di Winston, così parlò:
“Sturgis Podmore è stato arrestato mentre
cercava di forzare una porta dell’Ufficio Misteri, stiamo
ancora cercando di
capire cos’è successo. Aryana, è meglio
se ci raggiungi, con il mantello
dell’invisibilità”.
“Sturgis
stasera non era di guardia?”chiese mio padre allerta.
Annuì
con la testa mentre recuperavo la bacchetta e il mio mantello
dell’invisibilità.
“Tiger
non aveva mentito, Voldemort sta davvero cercando di mettere le mani
sulla
profezia”.
“Certo
che non ha mentito, la mente di un uomo non può mentire.
Quando ho guardato dentro
di lui gli intenti di Voldemort erano chiarissimi: lui vuole togliere
di mezzo
Harry e per farlo ha bisogno della profezia, o almeno, questo
è quello che
crede lui”dissi, mentre mi sbarazzavo del the.
“Dovremmo intensificare i turni
di guardia..”.
“Non
posso pensare che Sturgis fosse una spia..l’avranno
necessariamente
maledetto”mormorò mio padre.
“Questo
lo scoprirò tra poco, ci vediamo al quartier
generale”esclamai,
smaterializzandomi.
Ministero
della Magia- Ufficio Auror
“Winston..”gli
sussurrai all’orecchio ignorando il suo sussulto. L’ Auror era
seduto alla sua scrivania,intento
a scrivere febbrilmente, inquieto e vigile, come il resto dei presenti
d’altronde.
Tutti l’ ufficio
Auror
era stato convocato: metà di
loro,tra cui Winston, era stata incaricata di insabbiare la notizia in
tutti i
modi possibili, soprattutto facendo pressioni sulla Gazzetta;
l’altra metà invece
doveva tenere d’occhio Sturgis e cercare di farlo parlare, o
meglio, di non farlo parlare. Meno
si sapeva,
meglio era.
“Dov’è
lui ora?”chiesi con un fil di voce.
“È
nell’ufficio del capo. Per adesso è solo, a fare
la guardia davanti alla porta
c’è solo Amanda ma tra dieci minuti dovrebbero
interrogarlo quindi ti conviene
andare subito”.
Senza
farmelo ripetere due volte, sgattaiolai
dalla scrivania di Winston all’ Ufficio di Rufus Scrimgeour,
il capo del
Dipartimento Auror ergo il mio sostituto.
Strattonai
il braccio di Amanda per avvertirla della mia presenza, dopo il suo
breve
cenno, aprì cautamente la porta ed entrai.
Avvertii
una strana sensazione non appena entrai nel mio ormai ex ufficio. Era
molto
diverso da come l’avevo lasciato. Non era più
pieno di libri o oggetti magici,
non c’era più quell’atmosfera da vecchia
scuola, a dire il vero sembrava molto
vuoto e impersonale, non che il mio fosse esattamente il posto
più accogliente
del mondo,ma aveva un suo stile, il mio tocco elfico.
Sturgis
Podmore era seduto in maniera scomposta sulla sedia dietro la
scrivania. Era in
evidente stato confusionale. I suoi occhi andavano da una parte
all’altra ad
una velocità innaturale, la bocca era spalancata e il corpo
si muoveva a
scatti. Non c’era bisogno che usassi il mio potere per
ricostruire la faccenda,
il terrore nei suoi movimenti parlava da solo: Maledizione Imperius.
Qualunque
Auror, degno di chiamarsi tale, l’avrebbe riconosciuta.
Tuttavia, decisi di
tentare comunque. Senza rivelare la mia immagine, mi posi di fronte a
lui e lo
fissai intensamente negli occhi.
Niente.
Nessun ricordo che potesse rivelare il suo aggressore, solo una gran
accozzaglia
di rumori e di immagini sfocate, senza alcun nesso logico.
Uscii
dalla stanza esasperata. Quella era stata una lunghissima giornata,
conclusa
con un buco nell’ acqua. Mi accostai ad Amanda e le
bisbigliai: “Voglio avere subito
una lista delle persone che sono entrate al Ministero stanotte. Sturgis
ha
agito sotto effetto della Maledizione Imperius, dobbiamo scoprire chi
è stato. Quando
l’hai ottenuta ci vediamo all’ingresso, accanto
all’ultimo camino, come al
solito, per andare alla riunione. Dì a Winston che
rimarrà lui stanotte a fare
da guardia all’ Ufficio Misteri,intesi?”.
Aspettai
il suo cenno d’assenso poi mi dileguai.
Grimmauld
Place numero 12, Londra
Sirius Black
Ormai
mancava solo lei. Tutti i membri
dell’ Ordine erano stipati in cucina in maniera ufficiosa,
meno quelli di
guardia. L’ ennesima tediosa riunione dell’ Ordine
era cominciata da un bel
pezzo. Persino Albus Silente, seppur in uno spaventoso ritardo, ci
aveva
raggiunto. Aveva borbottato qualcosa a proposito di Sturgis Podmore ma
aveva
detto che avrebbe aspettato Aryana per un quadro più
specifico della faccenda.
Scontato. Ogni volta la stessa storia. Ormai era diventata
un’ abitudine fastidiosa
tutto quel mistero, quella complicità. Quella situazione
mi rendeva cupo e di malumore. Perché
accidenti dovevano sempre farsi aspettare? Cosa dovevano dimostrare?
Che loro hanno maggior impegni, incarichi della massima
importanza, che sono il fulcro di
quel maledettissimo Ordine?
Perché dovevano sempre..distinguersi?
Che poi era esattamente ciò che avrei voluto fare io.
La
verità è che ero geloso, dannatamente geloso e
ferito nell’ orgoglio. Loro due
se ne andavano scorrazzando per
tutta
l’Inghilterra, in nome di missioni top
secret mentre io rimanevo chiuso in quella stramaledettissima
casa a fare
le pulizie in compagnia dell’ insopportabile quadro
strillante di mia madre e degli
impolverati e ingombranti cimeli della famiglia Black e a sopportare
quell’insulso, viscido serpente di Piton con tutta
l’aria boriosa di chi
possiede un incarico della massima importanza. Pallone gonfiato. Come
se ci
fosse da andare fieri di essere il cocco di Voldemort. Meglio morti che
spie.
L’unica
mia consolazione era James che sembrava stare peggio di me. Passavamo
le nostre
giornate a scambiarci sguardi a metà tra
l’infuriato e il malinconico. Ormai
non c’era neanche più bisogno di parlare tra di
noi, anzi, parlare era
addirittura scocciante perché faceva ancora più
male. Per due tipi orgogliosi
come noi due, esternare i propri sentimenti , specie se negativi, era
qualcosa
da evitare accuratamente.
A
risollevarmi leggermente il morale ci avrebbe pensato
l’arrivo di Harry, appena
introdotto in casa, ma che ancora non avevo avuto l’occasione
di incontrare infatti
la riunione non era ancora terminata.
Senza
l’arrivo fondamentale di
Aryana,
ovviamente, non si poteva andare avanti per cui fino a quel momento si
era
parlato come al solito di turni di guardia, pedinamenti e altre
banalità del
genere. Io e Mundugus stavamo per addormentarci sul tavolo.
All’improvviso
la porta della
cucina si spalancò:
Amanda e Aryana fecero il loro ingresso trionfale.
Mi
dedicò un sorrisino a metà tra il dolce e il
malizioso. Ricambiai con un
ghigno. Il fatto che lei fosse così dannatamente dolce,
comprensiva e sexy era
solo un motivo di irritazione in più.
“Imperius?”esclamò
Albus, ancor prima che Aryana o Amanda dicessero qualcosa.
Ecco,
di cosa stavo parlando prima. Perché non poteva aspettare
che Aryana
parlasse?NO, lui doveva sempre sottolineare, seppur involontariamente
ma poco
importava, che lui ne sapeva di più, che aveva il suo
rapporto speciale.
Ero
nero.
“Proprio
così ma c’è dell’
altro”.
“Potreste
spiegare anche a noi comuni mortali?”intervenni con un
sorrisino sarcastico.
“Sturgis
Podmore è stato arrestato perché cercava di
introdursi nell’Ufficio Misteri.
Era sotto Imperius. Molto probabilmente sarà portato ad
Azkaban,nonostante sia
palese che non era in sé. Naturalmente
per
il Ministero è molto meglio credere al
fatto che Sturgis sia un ladro qualunque piuttosto che ammettere che
una spia
di Lord Voldemort si sia introdotta al Ministero e abbia attaccato
un’ Auror”
disse Amanda Robert, prendendo posto.
“L’
hai setacciato?”chiese Remus ad Aryana.
Quell’
espressione fece apparire un debole sorriso sul mio volto. Era un
vecchio modo
di dire che io e Aryana avevamo inventato durante la prima guerra,
quando
entravamo a casa dei Mangiamorte e lei usava il loro potere su di loro
dopo che
io li avevo schiantati. Passava al setaccio i loro ricordi in modo da
scoprire
ogni loro piccolo segreto. Un velo di malinconia scese sul mio cuore
quando
realizzai che adesso non lavoravamo più come una squadra e
lei aveva setacciato senza di me.
“Si
ma come ha detto Amanda era sotto Imperius per cui era in uno stato
confusionale che addirittura risaliva alla mattina prima quindi
ciò può farci
supporre che l’ Imperius è stata fatta da un mago
molto abile, abituato a fare
questo genere di incantesimi”.
“O
che la maledizione fosse stata fatta la mattina
prima”suggerì Tonks.
“Impossibile.
Ho parlato con Sturgis a pranzo e me ne sarei accorta se fosse stato
sotto l’
effetto di un Imperius. Ad ogni modo, Amanda si è procurata
una lista di tutti
i maghi che sono entrati al Ministero in serata e indovinate un
po’?! Lucius
Malfoy era presente e fra tutti i maghi è decisamente il
più appetibile”rispose
prontamente Aryana.
Un mormorio si diffuse
velocemente per tutta
la cucina.
“Aspetta,
ma allora abbiamo la conferma che Voldemort voglia proprio la
profezia?”domandò
Remus.
“Assolutamente”.
Malocchio si
lasciò sfuggire un basso ma
sonoro fischio.
"Si
ma questa non è una novità, no?! Piuttosto come
mai Malfoy se ne andava in giro
senza che qualcuno gli stesse alle calcagna?”esclamai.
“In
realtà lo seguivamo noi ma..capisci che
non possiamo stargli addosso a vista. Se è al Ministero
è scontato che stia
lavorando, non possiamo seguirlo
in ogni
stanza per la quale si muove. È un uomo astuto, lo
capirebbe”esclamò Amanda.
“Ho
capito ma non può sfuggirvi il fatto che in tarda serata sia
ancora a lavoro e
passeggi indisturbato lanciando maledizioni ai
nostri”ribattei inviperito.
“Veramente
Lucius Malfoy sta spesso in ufficio fino a tardi, lo sapresti se lo
avessi
sorvegliato anche tu, come il resto di noi”rispose acida.
La
trafissi con lo sguardo.
“Basta
così. Non è il momento di attaccarci su queste
stupidaggini. Piuttosto, notizie
di Hagrid e Madame Maxime?”disse Moody, riportando una calma
apparente.
“Sembra
abbiano intravisto Rookwood tra le montagne”disse Aryana
mestamente.
“A
questo punto la vedo dura, Albus. Insomma, obbiettivamente, Voldemort
può
offrire loro doni alla lunga più vantaggiosi di un legame
d’amicizia tra le
nostre comunità”esclamò Arthur.
“Noi,
comunque, non perdiamo le speranze. In fondo sono ancora in
viaggio,c’è ancora
molto tempo a nostra disposizione”.
“Strano,
pensavo fosse proprio quello che ci mancasse”bisbigliai
ironico tra me e me.
Non
appena Silente si fu alzato, subito tutto il resto dei presenti fece
altrettanto.
La riunione si era
ufficialmente conclusa.
Nonostante
Aryana fosse accanto a me, mi allontanai. Volevo che fosse lei ad
avvicinarsi: una
piccola rivincita che avrebbe scosso il mio ego, ormai condannato al
coma più
profondo. Mi
accostai a Mundugus,
l’unico che riuscivo a sopportare ben volentieri
perché non parlava mai del
lavoro per l’Ordine. Non deluse
le mie aspettative e iniziò a blaterare riguardo il suo
traffico illegale di
alcool babbano.
Aryana
Silente
“Ci
vediamo tra sei giorni a casa mia per leggere tutti i rapporti e fare
il punto
della situazione su quell’altra faccenda di cui sai solo tu,
d’accordo?”chiese
mio padre, trascinandomi in un angoletto della cucina.
“Certo.
Nel frattempo cosa farai?”.
“Quello
che faccio sempre, cerco di diffondere il verbo”disse
sarcastico.
“Quindi
sono libera per quasi una settimana, o sbaglio?”.
“Beh,
libera è una parola grossa. Diciamo che potrai rimanere a
dirigere i lavori da
qui. Mi raccomando, per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi anche se
so già
che non ce ne sarà bisogno”.
“D’accordo.
Ah, un’ultima cosa. Sei sicuro di volerti prendere tu la
responsabilità della
difesa di Harry all’ udienza?”.
“Ma
certo. Anche se mi considerano un pazzo, ho delle ottime carte da
giocare, stai
tranquilla. E poi Amelia sta già cercando di far ragionare
il Wizengamot,ovviamente
all’insaputa di Caramell e con molto cautela, quindi puoi
dormire tra due guanciali”.
“Bene. Adesso ,se
non ti dispiace, vado a
consolare il mio scontroso e infuriato maritino”esclamai
sarcastica,
allontanandomi.
Sirius
stava scherzando con quel balordo di Mundugus, come al solito. Come
diceva quel
detto babbano, chi si assomiglia si piglia. Tra canaglie ci si
riconosce.
“Ehi..”trillai
sorridente mentre gli afferravo la mano e lo facevo voltare verso di
me. Anche
se in realtà ero a pezzi, cercavo di trasmettergli un
po’ di energia positiva.
Sapevo che lui stava peggio di me quindi strinsi i denti e feci quello
che
facevo ormai quasi ogni sera per consolarlo.
Mi
lanciò un breve sguardo, ghignante, e poi prese a guardarsi
intorno
indispettito e incurante dei miei baci impazienti sul suo collo. Teneva
la
testa alta in modo che non potessi arrivare alle sue labbra e si
divertiva
vedendomi affannata e desiderosa di lui. Era il suo gioco-vendetta
personale. Devo
dire che non mi dispiaceva viziarlo un
po’,farlo sentire al centro dell’attenzione, fargli
capire che avevo bisogno di
lui più d’ogni altra cosa al mondo. In fondo ero
pronta a mettere il mio
immenso orgoglio da parte, se questo lo faceva sentire meglio..
“Ne
hai ancora per molto?”gli chiesi, afferrandolo per il viso e
puntandolo verso
di me. “Voglio un po’
d’attenzione”proruppi sensuale.
“Ma
come? Non ne ricevi già abbastanza da tutti quanti? Quel
Winston non ti leva
gli occhi di dosso e se ne sta tutto il tempo in giro con te,
scodinzolando.
Non ti basta la sua di attenzione?”.
“Sei
sexy quando fai il geloso, lo sai? M’interessa la tua
d’attenzione”dissi,stringendolo con le braccia a
me. Riuscii a
fargli apparire un debole sorriso
sulle labbra e, approfittando di quel breve momento, lo attirai a me e
lo
baciai appassionatamente. Non poteva non ricambiare. Ora, era di nuovo
al
guinzaglio.
“Non
vale così..”soffiò ad un centimetro dal
mio naso dopo essersi staccato dal
nostro breve ma intenso incontro ravvicinato.
“Da
quando in qua ci sono regole?”lo canzonai divertita mentre
giocherellavo con i
suoi capelli.
“Com’è
andata la giornata?”disse un po’ controvoglia ma
vinse la sua curiosità.
“Stancante.
E la tua?”.
“Noiosa”disse
storcendo la bocca in una strana smorfia.
“Oh!
Ho una bellissima notizia..Resterò chiusa qui dentro con te
per sei lunghissimi
giorni, fino al giorno dell’ udienza”.
Vidi
i suoi occhi illuminarsi ma non si sbilanciò, come al solito.
“Neanche
un mese di lavoro e già ti prendi le ferie..non me
l’aspettavo da te, elfo”.
“Lo
sai che starti lontana mi logora..”scherzai ma con tono
suadente.
Il
ghigno divertito e malizioso sulla sua faccia decretava la fine del
nostro
gioco che ,come al solito, non aveva visto né vinti
né vincitori: io ero
riuscita nel mio intento e mi sarei goduta il resto della serata in
santa pace
e lui non aveva più l’aria da cane bastonato e, se
i miei piani si fossero
rivelati buoni, non l’avrebbe avuta per tutta la settimana. Di solito il nostro giochino
durava molto di
più ma le cose quella sera erano andate meglio del previsto,
forse per il
ritorno di Harry o forse anche per un fastidioso cimelio dei Black
nella
spazzatura, chi poteva saperlo? Neanche il tempo di pensarlo e
già Walburga
Black urlava come una forsennata per tutto l’ingresso.
Buttai
gli occhi al cielo e staccai malvolentieri le braccia dal collo di
Sirius che,
insieme a Remus, accorse verso il quadro impazzito.
Feci
appena in tempo a vedere la chioma spettinata e
l’inconfondibile, verdissimo
sguardo di Harry, prima che un furioso James Albus Black si chiudesse
la porta
della cucina alle spalle con un tonfo, rovinandomi la visuale.
Ci
risiamo..secondo round.
“Dove
sei stata tutto il giorno?”.
“Ciao
mamma, come stai, come ti è andata la
giornata?”cantilenai sarcastica.
“È
inutile che fai la spiritosa. Avevi detto che tornavi per pranzo e
invece mandi
sempre quegli stupidissimi e insopportabili gufi per disdire”.
“Hai
ragione. Mi dispiace ma c’è stata
un’emergenza e..”.
“C’è
sempre un ‘emergenza da quando siamo arrivati qui. A parte la
prima settimana
praticamente ti vedo solo qualche minuto di sera”mi
interruppe rude.
“Ehi,
lo so che ti sto trascurando, ok? Però ho una buona notizia
per il mio
principe”dissi, sorridente.
“Quale
sarebbe? Un’ altra delle tue promesse non
mantenute?”.
“No.
Questa settimana sarò tutta per te, d’accordo?
Poco lavoro e starò sempre a
casa”.
“Davvero?”disse
addolcito ma con aria guardinga.
“Assolutamente”conclusi,
abbracciandolo.
Si
dimenò come in preda a un attacco di vespe. Odiava essere
abbracciato. In
realtà odiava qualsiasi tipo di smanceria ma la
verità è che mi adorava ed era
super geloso. Esattamente come suo padre.
La
porta della cucina si spalancò e fecero il suo ingresso
tutti gli invitati per
la cena, compreso la novità della serata: Harry.
Afferrai
la spalla di James e feci un gran sorriso ad Harry che
ricambiò, avvicinandosi.
“Ciao
Harry, come stai?”.
“Un
po’ scombussolato”rispose senza togliere gli occhi
di dosso a James.
Non
si erano ancora presentati, nonostante l’uno sapesse
dell’ esistenza dell’
altro.
“Immagino
tu sappia chi sia”proruppi, indicando James con gli occhi.
“Oh,
si..ciao James, io sono Harry”disse imbarazzatissimo,
tendendogli la mano.
“So
chi sei”disse sicuro di sé J, afferrando la sua
mano e sorridendogli
incoraggiante.
Non
potevano essere più diversi quei due…
Eppure
c’era qualcosa di
così…familiare…
“Bene,
adesso che sono state fatte le presentazioni direi che possiamo
prepararci per
la cena”esclamai entusiasta, lasciandoli soli con il cuore
improvvisamente più
leggero.
Sirius
Black
“Stai
pensando la stessa cosa che penso io?”bisbigliò al
mio orecchio Aryana,
infilandosi sotto le coperte con me.
“Dipende..”risposi
incupito.
“Non
mi dire che te la stai prendendo per il litigio con Molly! Lo sai
com’è fatta,
è iperprotettiva”.
“Lo
so ma..io non capisco come si fa a trattare Harry ancora come un
bambino dopo
tutto quello che ha passato. Questa assurda fissazione di tuo padre di
non
dirgli niente è incomprensibile per me”.
“Sir..ti
prego,sai come la penso. Anche se ha tante esperienze non significa che
dobbiamo sovraccaricarlo di responsabilità in
più”.
“Tuo
padre tende sempre a nascondere le cose, a tenere segreti,
l’hai notato,no?”
“Tu
sei solo geloso. Non ti teniamo nascosto niente. Solo delle teorie che
sarebbe
meglio non diffondere in giro”.
“Forse
ti è sfuggito il fatto che io non
posso
andarmene in giro. Marcirò qui dentro insieme a
tutti i miei dannati
segreti”.
“Sirius, te
l’ho già detto, sono solo
congetture sul passato di Voldemort. Niente di concreto. Quando
troverò
qualcosa da raccontarti, te la dirò. Per ora non abbiamo
nulla”.
“Io
odio avere dei segreti con te”.
“Non
ne abbiamo, ok? Adesso potremmo parlare di qualcosa di più
allegro, per favore?”gorgheggiò
accoccolandosi tra le mie braccia.
“Ad
esempio?”chiesi rude.
“Ad
esempio a come vanno d’accordo James e Harry. Sai chi mi
ricordano?”.
“Chi?”.
“Un
certo Sirius Black e un certo James Potter, non so se ti suonano
familiari
questi nomi”.
Sorrisi.
In realtà era la stessa cosa che avevo pensato per tutta la
sera, senza
levargli lo sguardo di dosso.
“Era
un sorriso o sono impazzita?”chiese ironica.
“Elfo,
smettila. Sono davvero irritato con te. Non mi piace per niente questa
specie
di inciucio tra te e tuo padre mentre mi lasci fuori”.
Per
tutta risposta mi salì sopra a cavalcioni.
“Sta
diventando noiosa questa tua paranoia insensata, lo
sai?”mormorò, sbottonandomi
la camicia e accarezzandomi il petto con le mani.
“Sir…basta fare il
burbero..godiamoci questa settimana in santa pace poi potrai pure
tornare ad
essere arrabbiato con me,
d’accordo?”miagolò mentre mi baciava
dappertutto.
Non
ci fu bisogno di dire altro. In
un lampo
le levai la camicia da notte di dosso in maniera forse un po’
troppo scorbutica
e la misi sotto mentre lei cominciava a ridere divertita.
Guardando
i suoi magnifici occhi, dimenticai la mia rabbia insieme a qualsiasi
altra cosa,
persino il mio nome.
Mi
facevo cullare dalle sue risate e dai suoi gemiti mentre perdevo me
stesso dentro
di lei.