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Autore: ilenia23    07/11/2009    4 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci qui con un nuovo chap!!Innanzi tutto ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti e tra le seguite, i vecchi fedeli e i nuovi recensori ()...
La storia slitta di qualche settimana e arriva direttamente all' Agosto del 1995, più o meno il periodo dell'udienza di Harry...ma non vi preoccupate non vi troverete disorientati (o almeno lo spero). In ogni caso delle piccole annotazioni per non farvi confondere:
1. La famiglia Black e i Weasley si sono trasferiti in pianta stabile a Grimmauld Place (almeno per le vacanze estive)
2. Aryana si è licenziata dal Ministero e continua il suo lavoro per l'Ordine anche se nel frattempo lei
e Albus stanno indagando in segreto sul passato di Voldemort per avere conferma della loro teoria sugli Horcrux.
Chiarito questo, RECENSITEEEEEEE!!!!
Buona lettura. Baci, Ile.

Casa di Aryana Silente, Londra Agosto 1995

Aryana Silente

“Non credo sia una buona idea”rispose conciso mio padre, tornando a sorseggiare la sua tazza di the.
“Perché no?”chiesi esasperata,lasciandomi andare su una poltrona del salotto di casa mia.
Ormai era da ore che io e Albus discutevamo in modo acceso.
Era passato poco più di un mese dal ritorno di Voldemort e non era raro che prima di tornare a Grimmauld Place per la notte, mi fermassi nella mia ormai ex casa a fine giornata, prima di tutto perché tutti dovevano credere che io vivessi ancora lì e poi c’era un’ altra buona ragione. Infatti non si poteva parlare di certi argomenti con tutti i componenti dell’ Ordine, anzi, con nessuno.
Mio padre aveva insistito per tenere segreta la faccenda degli Horcrux, che, per il momento, rimaneva solo una spaventosa teoria. In attesa di conferme, oltre alle normali missioni di spionaggio e di reclutamento, io e mio padre avevamo un compito: indagare da cima a fondo ogni più piccolo particolare della vita di Tom Riddle, dalle origini della sua famiglia fino alla presa di potere. Ma tutto quello che eravamo riusciti a scoprire era quello che più o meno sapevamo già, solo con qualche dettaglio in più.
“Aryana, addentrarci nelle sue memorie è la cosa più importante ed utile che possiamo fare, almeno fino ad ora”disse pacato Albus, riposando la tazza di the sul basso tavolino di fronte a lui.
“Si ma dovremmo trovare delle prove concrete, non fantomatiche congetture”.
“Oh, se ti aspetti di trovare delle prove concrete, forse ti è sfuggito che stiamo parlando di Lord Voldemort”.
“La verità è che sono solo stanca di andarmene in giro ad interrogare ogni mago o babbano che sia entrato minimamente in contatto con lui e che possono fornirci solo dettagli insignificanti..”.
“Insignificanti? Un giorno qualcuno disse che il diavolo è nel dettaglio..”mi sorrise con aria complice.
“Piuttosto, facciamo il punto della situazione, così possiamo finalmente tornare a Grimmauld Place per un’altra noiosissima riunione. A proposito, oggi arriva Harry,no?”.
“Esattamente…”.
Prima che potesse aggiungere qualcos’altro un giaguaro argentato entrò nel salotto: il Patronus di Winston, così parlò: “Sturgis Podmore è stato arrestato mentre cercava di forzare una porta dell’Ufficio Misteri, stiamo ancora cercando di capire cos’è successo. Aryana, è meglio se ci raggiungi, con il mantello dell’invisibilità”.
“Sturgis stasera non era di guardia?”chiese mio padre allerta.
Annuì con la testa mentre recuperavo la bacchetta e il mio mantello dell’invisibilità.
“Tiger non aveva mentito, Voldemort sta davvero cercando di mettere le mani sulla profezia”.
“Certo che non ha mentito, la mente di un uomo non può mentire. Quando ho guardato dentro di lui gli intenti di Voldemort erano chiarissimi: lui vuole togliere di mezzo Harry e per farlo ha bisogno della profezia, o almeno, questo è quello che crede lui”dissi, mentre mi sbarazzavo del the. “Dovremmo intensificare i turni di guardia..”.
“Non posso pensare che Sturgis fosse una spia..l’avranno necessariamente maledetto”mormorò mio padre.
“Questo lo scoprirò tra poco, ci vediamo al quartier generale”esclamai, smaterializzandomi.


Ministero della Magia- Ufficio Auror


“Winston..”gli sussurrai all’orecchio ignorando il suo sussulto. L’ Auror era seduto alla sua scrivania,intento a scrivere febbrilmente, inquieto e vigile, come il resto dei presenti d’altronde.
Tutti l’ ufficio Auror era stato convocato: metà di loro,tra cui Winston, era stata incaricata di insabbiare la notizia in tutti i modi possibili, soprattutto facendo pressioni sulla Gazzetta; l’altra metà invece doveva tenere d’occhio Sturgis e cercare di farlo parlare, o meglio, di non farlo parlare. Meno si sapeva, meglio era.
“Dov’è lui ora?”chiesi con un fil di voce.
“È nell’ufficio del capo. Per adesso è solo, a fare la guardia davanti alla porta c’è solo Amanda ma tra dieci minuti dovrebbero interrogarlo quindi ti conviene andare subito”.
Senza farmelo ripetere due volte, sgattaiolai dalla scrivania di Winston all’ Ufficio di Rufus Scrimgeour, il capo del Dipartimento Auror ergo il mio sostituto.
Strattonai il braccio di Amanda per avvertirla della mia presenza, dopo il suo breve cenno, aprì cautamente la porta ed entrai.
Avvertii una strana sensazione non appena entrai nel mio ormai ex ufficio. Era molto diverso da come l’avevo lasciato. Non era più pieno di libri o oggetti magici, non c’era più quell’atmosfera da vecchia scuola, a dire il vero sembrava molto vuoto e impersonale, non che il mio fosse esattamente il posto più accogliente del mondo,ma aveva un suo stile, il mio tocco elfico.
Sturgis Podmore era seduto in maniera scomposta sulla sedia dietro la scrivania. Era in evidente stato confusionale. I suoi occhi andavano da una parte all’altra ad una velocità innaturale, la bocca era spalancata e il corpo si muoveva a scatti. Non c’era bisogno che usassi il mio potere per ricostruire la faccenda, il terrore nei suoi movimenti parlava da solo: Maledizione Imperius. Qualunque Auror, degno di chiamarsi tale, l’avrebbe riconosciuta. Tuttavia, decisi di tentare comunque. Senza rivelare la mia immagine, mi posi di fronte a lui e lo fissai intensamente negli occhi.
Niente. Nessun ricordo che potesse rivelare il suo aggressore, solo una gran accozzaglia di rumori e di immagini sfocate, senza alcun nesso logico.
Uscii dalla stanza esasperata. Quella era stata una lunghissima giornata, conclusa con un buco nell’ acqua. Mi accostai ad Amanda e le bisbigliai: “Voglio avere subito una lista delle persone che sono entrate al Ministero stanotte. Sturgis ha agito sotto effetto della Maledizione Imperius, dobbiamo scoprire chi è stato. Quando l’hai ottenuta ci vediamo all’ingresso, accanto all’ultimo camino, come al solito, per andare alla riunione. Dì a Winston che rimarrà lui stanotte a fare da guardia all’ Ufficio Misteri,intesi?”.
Aspettai il suo cenno d’assenso poi mi dileguai.


Grimmauld Place numero 12, Londra


Sirius Black

Ormai mancava solo lei. Tutti i membri dell’ Ordine erano stipati in cucina in maniera ufficiosa, meno quelli di guardia. L’ ennesima tediosa riunione dell’ Ordine era cominciata da un bel pezzo. Persino Albus Silente, seppur in uno spaventoso ritardo, ci aveva raggiunto. Aveva borbottato qualcosa a proposito di Sturgis Podmore ma aveva detto che avrebbe aspettato Aryana per un quadro più specifico della faccenda. Scontato. Ogni volta la stessa storia. Ormai era diventata un’ abitudine fastidiosa tutto quel mistero, quella complicità. Quella situazione mi rendeva cupo e di malumore. Perché accidenti dovevano sempre farsi aspettare? Cosa dovevano dimostrare? Che loro hanno maggior impegni, incarichi della massima importanza, che sono il fulcro di quel maledettissimo Ordine? Perché dovevano sempre..distinguersi? Che poi era esattamente ciò che avrei voluto fare io.
La verità è che ero geloso, dannatamente geloso e ferito nell’ orgoglio. Loro due se ne andavano scorrazzando per tutta l’Inghilterra, in nome di missioni top secret mentre io rimanevo chiuso in quella stramaledettissima casa a fare le pulizie in compagnia dell’ insopportabile quadro strillante di mia madre e degli impolverati e ingombranti cimeli della famiglia Black e a sopportare quell’insulso, viscido serpente di Piton con tutta l’aria boriosa di chi possiede un incarico della massima importanza. Pallone gonfiato. Come se ci fosse da andare fieri di essere il cocco di Voldemort. Meglio morti che spie.
L’unica mia consolazione era James che sembrava stare peggio di me. Passavamo le nostre giornate a scambiarci sguardi a metà tra l’infuriato e il malinconico. Ormai non c’era neanche più bisogno di parlare tra di noi, anzi, parlare era addirittura scocciante perché faceva ancora più male. Per due tipi orgogliosi come noi due, esternare i propri sentimenti , specie se negativi, era qualcosa da evitare accuratamente.
A risollevarmi leggermente il morale ci avrebbe pensato l’arrivo di Harry, appena introdotto in casa, ma che ancora non avevo avuto l’occasione di incontrare infatti la riunione non era ancora terminata.
Senza l’arrivo fondamentale di Aryana, ovviamente, non si poteva andare avanti per cui fino a quel momento si era parlato come al solito di turni di guardia, pedinamenti e altre banalità del genere. Io e Mundugus stavamo per addormentarci sul tavolo.
All’improvviso la porta della cucina si spalancò: Amanda e Aryana fecero il loro ingresso trionfale.
Mi dedicò un sorrisino a metà tra il dolce e il malizioso. Ricambiai con un ghigno. Il fatto che lei fosse così dannatamente dolce, comprensiva e sexy era solo un motivo di irritazione in più.
“Imperius?”esclamò Albus, ancor prima che Aryana o Amanda dicessero qualcosa.
Ecco, di cosa stavo parlando prima. Perché non poteva aspettare che Aryana parlasse?NO, lui doveva sempre sottolineare, seppur involontariamente ma poco importava, che lui ne sapeva di più, che aveva il suo rapporto speciale.
Ero nero.
“Proprio così ma c’è dell’ altro”.
“Potreste spiegare anche a noi comuni mortali?”intervenni con un sorrisino sarcastico.
“Sturgis Podmore è stato arrestato perché cercava di introdursi nell’Ufficio Misteri. Era sotto Imperius. Molto probabilmente sarà portato ad Azkaban,nonostante sia palese che non era in sé. Naturalmente per il Ministero è molto meglio credere al fatto che Sturgis sia un ladro qualunque piuttosto che ammettere che una spia di Lord Voldemort si sia introdotta al Ministero e abbia attaccato un’ Auror” disse Amanda Robert, prendendo posto.
“L’ hai setacciato?”chiese Remus ad Aryana.
Quell’ espressione fece apparire un debole sorriso sul mio volto. Era un vecchio modo di dire che io e Aryana avevamo inventato durante la prima guerra, quando entravamo a casa dei Mangiamorte e lei usava il loro potere su di loro dopo che io li avevo schiantati. Passava al setaccio i loro ricordi in modo da scoprire ogni loro piccolo segreto. Un velo di malinconia scese sul mio cuore quando realizzai che adesso non lavoravamo più come una squadra e lei aveva setacciato senza di me.
“Si ma come ha detto Amanda era sotto Imperius per cui era in uno stato confusionale che addirittura risaliva alla mattina prima quindi ciò può farci supporre che l’ Imperius è stata fatta da un mago molto abile, abituato a fare questo genere di incantesimi”.
“O che la maledizione fosse stata fatta la mattina prima”suggerì Tonks.
“Impossibile. Ho parlato con Sturgis a pranzo e me ne sarei accorta se fosse stato sotto l’ effetto di un Imperius. Ad ogni modo, Amanda si è procurata una lista di tutti i maghi che sono entrati al Ministero in serata e indovinate un po’?! Lucius Malfoy era presente e fra tutti i maghi è decisamente il più appetibile”rispose prontamente Aryana.
Un mormorio si diffuse velocemente per tutta la cucina.
“Aspetta, ma allora abbiamo la conferma che Voldemort voglia proprio la profezia?”domandò Remus.
“Assolutamente”.
Malocchio si lasciò sfuggire un basso ma sonoro fischio.
"Si ma questa non è una novità, no?! Piuttosto come mai Malfoy se ne andava in giro senza che qualcuno gli stesse alle calcagna?”esclamai.
“In realtà lo seguivamo noi ma..capisci che non possiamo stargli addosso a vista. Se è al Ministero è scontato che stia lavorando, non possiamo seguirlo in ogni stanza per la quale si muove. È un uomo astuto, lo capirebbe”esclamò Amanda.
“Ho capito ma non può sfuggirvi il fatto che in tarda serata sia ancora a lavoro e passeggi indisturbato lanciando maledizioni ai nostri”ribattei inviperito.
“Veramente Lucius Malfoy sta spesso in ufficio fino a tardi, lo sapresti se lo avessi sorvegliato anche tu, come il resto di noi”rispose acida.
La trafissi con lo sguardo.
“Basta così. Non è il momento di attaccarci su queste stupidaggini. Piuttosto, notizie di Hagrid e Madame Maxime?”disse Moody, riportando una calma apparente.
“Sembra abbiano intravisto Rookwood tra le montagne”disse Aryana mestamente.
“A questo punto la vedo dura, Albus. Insomma, obbiettivamente, Voldemort può offrire loro doni alla lunga più vantaggiosi di un legame d’amicizia tra le nostre comunità”esclamò Arthur.
“Noi, comunque, non perdiamo le speranze. In fondo sono ancora in viaggio,c’è ancora molto tempo a nostra disposizione”.
“Strano, pensavo fosse proprio quello che ci mancasse”bisbigliai ironico tra me e me.
Non appena Silente si fu alzato, subito tutto il resto dei presenti fece altrettanto.
La riunione si era ufficialmente conclusa.
Nonostante Aryana fosse accanto a me, mi allontanai. Volevo che fosse lei ad avvicinarsi: una piccola rivincita che avrebbe scosso il mio ego, ormai condannato al coma più profondo. Mi accostai a Mundugus, l’unico che riuscivo a sopportare ben volentieri perché non parlava mai del lavoro per l’Ordine. Non deluse le mie aspettative e iniziò a blaterare riguardo il suo traffico illegale di alcool babbano.

Aryana Silente


“Ci vediamo tra sei giorni a casa mia per leggere tutti i rapporti e fare il punto della situazione su quell’altra faccenda di cui sai solo tu, d’accordo?”chiese mio padre, trascinandomi in un angoletto della cucina.
“Certo. Nel frattempo cosa farai?”.
“Quello che faccio sempre, cerco di diffondere il verbo”disse sarcastico.
“Quindi sono libera per quasi una settimana, o sbaglio?”.
“Beh, libera è una parola grossa. Diciamo che potrai rimanere a dirigere i lavori da qui. Mi raccomando, per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi anche se so già che non ce ne sarà bisogno”.
“D’accordo. Ah, un’ultima cosa. Sei sicuro di volerti prendere tu la responsabilità della difesa di Harry all’ udienza?”.
“Ma certo. Anche se mi considerano un pazzo, ho delle ottime carte da giocare, stai tranquilla. E poi Amelia sta già cercando di far ragionare il Wizengamot,ovviamente all’insaputa di Caramell e con molto cautela, quindi puoi dormire tra due guanciali”.
“Bene. Adesso ,se non ti dispiace, vado a consolare il mio scontroso e infuriato maritino”esclamai sarcastica, allontanandomi.
Sirius stava scherzando con quel balordo di Mundugus, come al solito. Come diceva quel detto babbano, chi si assomiglia si piglia. Tra canaglie ci si riconosce.
“Ehi..”trillai sorridente mentre gli afferravo la mano e lo facevo voltare verso di me. Anche se in realtà ero a pezzi, cercavo di trasmettergli un po’ di energia positiva. Sapevo che lui stava peggio di me quindi strinsi i denti e feci quello che facevo ormai quasi ogni sera per consolarlo.
Mi lanciò un breve sguardo, ghignante, e poi prese a guardarsi intorno indispettito e incurante dei miei baci impazienti sul suo collo. Teneva la testa alta in modo che non potessi arrivare alle sue labbra e si divertiva vedendomi affannata e desiderosa di lui. Era il suo gioco-vendetta personale. Devo dire che non mi dispiaceva viziarlo un po’,farlo sentire al centro dell’attenzione, fargli capire che avevo bisogno di lui più d’ogni altra cosa al mondo. In fondo ero pronta a mettere il mio immenso orgoglio da parte, se questo lo faceva sentire meglio..
“Ne hai ancora per molto?”gli chiesi, afferrandolo per il viso e puntandolo verso di me. “Voglio un po’ d’attenzione”proruppi sensuale.
“Ma come? Non ne ricevi già abbastanza da tutti quanti? Quel Winston non ti leva gli occhi di dosso e se ne sta tutto il tempo in giro con te, scodinzolando. Non ti basta la sua di attenzione?”.
“Sei sexy quando fai il geloso, lo sai? M’interessa la tua d’attenzione”dissi,stringendolo con le braccia a me. Riuscii a fargli apparire un debole sorriso sulle labbra e, approfittando di quel breve momento, lo attirai a me e lo baciai appassionatamente. Non poteva non ricambiare. Ora, era di nuovo al guinzaglio.
“Non vale così..”soffiò ad un centimetro dal mio naso dopo essersi staccato dal nostro breve ma intenso incontro ravvicinato.
“Da quando in qua ci sono regole?”lo canzonai divertita mentre giocherellavo con i suoi capelli.
“Com’è andata la giornata?”disse un po’ controvoglia ma vinse la sua curiosità.
“Stancante. E la tua?”.
“Noiosa”disse storcendo la bocca in una strana smorfia.
“Oh! Ho una bellissima notizia..Resterò chiusa qui dentro con te per sei lunghissimi giorni, fino al giorno dell’ udienza”.
Vidi i suoi occhi illuminarsi ma non si sbilanciò, come al solito.
“Neanche un mese di lavoro e già ti prendi le ferie..non me l’aspettavo da te, elfo”.
“Lo sai che starti lontana mi logora..”scherzai ma con tono suadente.
Il ghigno divertito e malizioso sulla sua faccia decretava la fine del nostro gioco che ,come al solito, non aveva visto né vinti né vincitori: io ero riuscita nel mio intento e mi sarei goduta il resto della serata in santa pace e lui non aveva più l’aria da cane bastonato e, se i miei piani si fossero rivelati buoni, non l’avrebbe avuta per tutta la settimana. Di solito il nostro giochino durava molto di più ma le cose quella sera erano andate meglio del previsto, forse per il ritorno di Harry o forse anche per un fastidioso cimelio dei Black nella spazzatura, chi poteva saperlo? Neanche il tempo di pensarlo e già Walburga Black urlava come una forsennata per tutto l’ingresso.
Buttai gli occhi al cielo e staccai malvolentieri le braccia dal collo di Sirius che, insieme a Remus, accorse verso il quadro impazzito.
Feci appena in tempo a vedere la chioma spettinata e l’inconfondibile, verdissimo sguardo di Harry, prima che un furioso James Albus Black si chiudesse la porta della cucina alle spalle con un tonfo, rovinandomi la visuale.
Ci risiamo..secondo round.
“Dove sei stata tutto il giorno?”.
“Ciao mamma, come stai, come ti è andata la giornata?”cantilenai sarcastica.
“È inutile che fai la spiritosa. Avevi detto che tornavi per pranzo e invece mandi sempre quegli stupidissimi e insopportabili gufi per disdire”.
“Hai ragione. Mi dispiace ma c’è stata un’emergenza e..”.
“C’è sempre un ‘emergenza da quando siamo arrivati qui. A parte la prima settimana praticamente ti vedo solo qualche minuto di sera”mi interruppe rude.
“Ehi, lo so che ti sto trascurando, ok? Però ho una buona notizia per il mio principe”dissi, sorridente.
“Quale sarebbe? Un’ altra delle tue promesse non mantenute?”.
“No. Questa settimana sarò tutta per te, d’accordo? Poco lavoro e starò sempre a casa”.
“Davvero?”disse addolcito ma con aria guardinga.
“Assolutamente”conclusi, abbracciandolo.
Si dimenò come in preda a un attacco di vespe. Odiava essere abbracciato. In realtà odiava qualsiasi tipo di smanceria ma la verità è che mi adorava ed era super geloso. Esattamente come suo padre.
La porta della cucina si spalancò e fecero il suo ingresso tutti gli invitati per la cena, compreso la novità della serata: Harry.
Afferrai la spalla di James e feci un gran sorriso ad Harry che ricambiò, avvicinandosi.
“Ciao Harry, come stai?”.
“Un po’ scombussolato”rispose senza togliere gli occhi di dosso a James.
Non si erano ancora presentati, nonostante l’uno sapesse dell’ esistenza dell’ altro.
“Immagino tu sappia chi sia”proruppi, indicando James con gli occhi.
“Oh, si..ciao James, io sono Harry”disse imbarazzatissimo, tendendogli la mano.
“So chi sei”disse sicuro di sé J, afferrando la sua mano e sorridendogli incoraggiante.
Non potevano essere più diversi quei due…
Eppure c’era qualcosa di così…familiare…
“Bene, adesso che sono state fatte le presentazioni direi che possiamo prepararci per la cena”esclamai entusiasta, lasciandoli soli con il cuore improvvisamente più leggero.


Sirius Black


“Stai pensando la stessa cosa che penso io?”bisbigliò al mio orecchio Aryana, infilandosi sotto le coperte con me.
“Dipende..”risposi incupito.
“Non mi dire che te la stai prendendo per il litigio con Molly! Lo sai com’è fatta, è iperprotettiva”.
“Lo so ma..io non capisco come si fa a trattare Harry ancora come un bambino dopo tutto quello che ha passato. Questa assurda fissazione di tuo padre di non dirgli niente è incomprensibile per me”.
“Sir..ti prego,sai come la penso. Anche se ha tante esperienze non significa che dobbiamo sovraccaricarlo di responsabilità in più”.
“Tuo padre tende sempre a nascondere le cose, a tenere segreti, l’hai notato,no?”
“Tu sei solo geloso. Non ti teniamo nascosto niente. Solo delle teorie che sarebbe meglio non diffondere in giro”.
“Forse ti è sfuggito il fatto che io non posso andarmene in giro. Marcirò qui dentro insieme a tutti i miei dannati segreti”.
“Sirius, te l’ho già detto, sono solo congetture sul passato di Voldemort. Niente di concreto. Quando troverò qualcosa da raccontarti, te la dirò. Per ora non abbiamo nulla”.
“Io odio avere dei segreti con te”.
“Non ne abbiamo, ok? Adesso potremmo parlare di qualcosa di più allegro, per favore?”gorgheggiò accoccolandosi tra le mie braccia.
“Ad esempio?”chiesi rude.
“Ad esempio a come vanno d’accordo James e Harry. Sai chi mi ricordano?”.
“Chi?”.
“Un certo Sirius Black e un certo James Potter, non so se ti suonano familiari questi nomi”.
Sorrisi. In realtà era la stessa cosa che avevo pensato per tutta la sera, senza levargli lo sguardo di dosso.
“Era un sorriso o sono impazzita?”chiese ironica.
“Elfo, smettila. Sono davvero irritato con te. Non mi piace per niente questa specie di inciucio tra te e tuo padre mentre mi lasci fuori”.
Per tutta risposta mi salì sopra a cavalcioni.
“Sta diventando noiosa questa tua paranoia insensata, lo sai?”mormorò, sbottonandomi la camicia e accarezzandomi il petto con le mani. “Sir…basta fare il burbero..godiamoci questa settimana in santa pace poi potrai pure tornare ad essere arrabbiato con me, d’accordo?”miagolò mentre mi baciava dappertutto.
Non ci fu bisogno di dire altro. In un lampo le levai la camicia da notte di dosso in maniera forse un po’ troppo scorbutica e la misi sotto mentre lei cominciava a ridere divertita.
Guardando i suoi magnifici occhi, dimenticai la mia rabbia insieme a qualsiasi altra cosa, persino il mio nome.

Mi facevo cullare dalle sue risate e dai suoi gemiti mentre perdevo me stesso dentro di lei.


  
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