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Autore: Rein94    08/11/2009    3 recensioni
Sulfus si rende conto dei propri sentimenti per Raf,ma lei è innamorata di Raoul, un terreno... La versione a fumetti si è fermata proprio a questo punto,ed è da qui che parte la mia storia!
[Raf/Sulfus ~ FF Ispirata alla Versione a Fumetti]
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Credo k lo sappiano tutti, ma x sicurezza specifico: un neutro è un diavolo / angelo k ha rinunciato all’eternità…praticamente l’unica differenza fra un neutro e un terreno è k un neutro può vedere angeli e diavoli xD

Chiedo scusa x il mega ritardo, ma ho avuto la scuola e dei problemini personali ^__^”

Capitolo 8

Raf POV

Ok, ho appena scoperto che fare le cose di fretta non è né utile, né intelligente. Quando poi uno, come me, è perseguitato da una sfortuna nera, dovrebbe star bene attento a questo consiglio. Le mie ali battono stanche, appesantite dalla pioggia che cade incessante, e spaventata dal rumore di un nuovo tuono nel cielo, cerco velocemente con gli occhi un modo per ripararmi. Cavoli…qui non c’è niente. Solo nuvole e nuvole, e qualche albero rinseccolito al suolo. Maledettissima pioggia, sono sicura al 100% che non è una coincidenza. Com’è che come tutti anche la natura ce l’ha con me? È così grave l’amore? Così terribile? Forse, ma solo per quelli che non l’hanno mai provato.
Ormai sono rassegnata all’idea di dover continuare a volare anche con questa specie di diluvio universale che imperversa, e porto una mano sopra alla fronte nell’inutile tentativo di vedere qualcosa che non sia pioggia che cade. Volare così a vuoto nn serve a niente, meglio riflettere un po’…per dove devo andare? Qui mi sembra tutto così dannatamente uguale…Chissà se Uriè e Miki sono riuscite a ingannare Arkan o se mezza scuola è già al mio inseguimento… Chissà se Sulfus mi sta pensando… Mi sento cadere per un istante, e ricomincio a battere le ali più velocemente. Vorrei fermare il mio cuore, batte troppo velocemente e soprattutto fa male. Sono proprio stupida. Ho almeno la più pallida idea di come arrivare a Zolfanello City? Forse si, ma è vaga, estremamente vaga. Tutto quello che so e che mi hanno detto, quel poco che un angelo deve sapere solo per evitare quel luogo, è che devo scendere. In basso, molto in basso, fino alle profondità e alle viscere della terra. Mi sono sempre chiesta se questo posto è sottoterra, e se è così come fanno gli abitanti a respirare. Quando avrò trovato questo posto, questa sarà la prima curiosità che voglio soddisfare. Se troverò questo posto. Non voglio ascoltare questa vocina leggera che sussurra nella mia testa, un sussurro così debole che riesce a sovrastare la pioggia, che rimbomba prepotente nei miei pensieri fino a farmi star male.
Forse sto piangendo. Non ne sono sicura, dato che la pioggia continua a graffiare insistentemente il mio viso, ma sento la vista appannata e il viso caldo. Caldo come il dolore impetuoso che mi manda in confusione, caldo come le lacrime. Mi strofino il viso con il braccio bagnato, cercando inutilmente di scrollarmi. Perché sto piangendo? Sono decisa, no? Non ho dubbi, no? È solo che mi sento un po’ persa. Come un bambino senza il suo peluche preferito, come un cielo senza stelle…ho perso il mio sole. L’ho perso, e sapere che sto andando a riprenderlo all’improvviso non mi fa sentire più così sicura. Lui è lontano, è sempre troppo lontano. Anche se riuscirò a raggiungerlo, cosa succederà dopo? A me non importa se noi siamo diversi, ma al resto del mondo a quanto pare si. Sono disposta a qualunque cosa, anche a rinunciare all’eternità e a diventare una neutra. Ma per vivere una storia d’amore si deve essere in due, e io non ho nemmeno la più pallida idea di quali siano i suoi sentimenti. Cavoli, così non va; sento che mi sto perdendo d’animo. Cosa mi prende? Ti ricordi, Sulfus? Quando dei uscito dalla mia stanza, ti ho rincorso. Mentre lo sportello della macchina si chiudeva ho urlato il tuo nome. Perché ora mi sento tanto debole? Magari è perché so che non basta più svoltare l’angolo per trovarti, devo andare molto più lontano. In quest’istante vorrei che Miki fosse con me. Magari mi darebbe un altro sonoro ceffone, ma sortirebbe di sicuro il suo effetto. E poi vorrei che ci fosse Uriè a consolarmi, e ad abbracciarmi mentre piango finché i singhiozzi non si calmano e i miei occhi si chiudono stanchi. So che lamentarmi con me stessa non serve a niente; la pioggia non smetterà di scendere, io non smetterò di sentirmi così e anzi, rischio solo di abbattermi e di abbassare ancora di più le mie possibilità di successo.
E poi io SO di non essere così debole. Lo so perché ho qualcosa per cui lottare e andare avanti, e anche se tutto il mondo mi venisse contro non smetterei di inseguire questo mio sogno.
Sento che il mio respiro si fa mano a mano più irregolare, e le mie ali fanno sempre più fatica a battere. Non ho un’idea precisa di dove Zolfanello City sia, ma da qual poco che so dovrei esserci quasi. In ogni caso devo sbrigarmi a trovare un riparo da qualche parte, non ce la farò a volare ancora per molto. Sono stanca, davvero. Vorrei semplicemente chiudere gli occhi e dormire per un po’…Socchiudo le palpebre per qualche secondo, e le riapro sentendo il vento che improvvisamente sembra soffiare fortissimo. Mi correggo; non è il vento che è diventato più forte…sono io che sto andando sempre più veloce, cadendo sempre più in basso. Le mie ali sono intirizzite e non ne vogliono sapere di muoversi. Stavolta non provo l’impulso di gridare, è come se avessi troppa paura. Così paura da rimanere quasi lucida. Vedo i miei lunghi capelli sopra di me, percepisco ogni singolo battito del mio cuore. Chissà da quanti metri sto cadendo? Troppi per sperare di rimanere illesa. Perché la mia caduta non finisce? È come se dovessi scendere all’infinito; in basso, sempre più in basso…Con la coda dell’occhio, umido per il vento, percepisco qualcosa oltre le nuvole. Quindi alla fine il mio “viaggetto” è finito, mi schianterò dritta dritta al suolo.
Chiudo di scatto gli occhi, e mi sento d’improvviso come frenare, il mio respiro mozzato e una grande paura di aprire gli occhi. “Ma guarda un po’ che abbiamo qui; uno zuccherino alato!” Di…di chi è questa voce? È calda e potente, e leggermente ironica. Sento caldo, come se bruciassi. Riesco con non poca fatica a socchiudere i miei occhi e vedo indistintamente delle braccia che mi sostengono. C’è uno strano odore qui…sembra quasi…zolfo? Sento il cuore che mi pulsa nella testa, mi sento svenire. Capisco che i miei occhi si stanno chiudendo quando tutto diventa buio.

Sulfus POV

Stiamo camminando vicino al porto, e l’odore salmastro dell’acqua scura mi entra dentro facendomi tornare alla mente tanti ricordi. Mi mancava questo posto, lo ammetto, ma non come mi manca Raf. “Ehi Shion, manca molto?” pensare a lei mi ha fatto venire ancora più voglia di rivederla, non ce la faccio più ad aspettare. “Senti, Sulfus, me lo hai chiesto almeno sette volte negli ultimi dieci minuti, sai che io non ho molta pazienza vero? Quindi stai zitto e smettila di assillarmi, ci siamo quasi.” Si ferma davanti ad un capannone, una di quelle fabbriche abbandonate che si trovano sempre nei film. Entra, e io la seguo a ruota. Mi guardo intorno, e cerco di immaginare chi mai potrebbe vivere in un posto del genere. Ok, noi diavoli non siamo esattamente amanti dell’ordine, ma in compenso le comodità ci piacciono. Qui invece non c’è assolutamente niente che possa lontanamente essere considerato comodo. Solo un vecchio divano impolverato e con qualche molla che salta fuori, e una specie di radio forse nemmeno funzionante. Ah già, e una porta di ferro ammaccata e arrugginita dall’altra parte della stanza. Shion bussa alla porta, ma non arriva nessuno. Passano 5, 10 minuti, ma niente. Uffa…fa caldo qua dentro, sembra quasi di essere all’inferno…bè, in effetti ci siamo parecchio vicini. Shion comincia a camminare impazientemente avanti e indietro, e dopo un po’ ricomincia a bussare. Niente, nemmeno un singolo suono. Sta diventando sempre più nervosa, e comincia a tormentarsi i lunghi capelli con le mani, continuando a raccoglierseli come a voler fare una coda e a lasciarli cadere di nuovo sulle spalle. Quanto è passato ormai? Mezz’ora? Quaranta minuti? Mi sono stancato di aspettare. “Ehi Shion, ce ne vogliamo andare di qui? Tanto non c’è nessuno, stiamo solo perdendo tempo!” Lei mi rivolge uno sguardo irritato; odia essere criticata. “Ti ho già detto prima di stare zitto no? Sono sicura che è in casa; deve esserlo dato che non esce mai. Noi non ci muoveremo di qui finché non aprirà quella dannata porta! Tipico di Shion, ostinata e testarda come un mulo, o dovrei dire come un diavolo? Punta i piedi, furiosa, e torna di nuovo a bussare a quella stupida porta, cominciando ad urlare “INSOMMA, VUOI APRIRE?!!? TANTO LO SO CHE CI SEI!!!” Wow; ammetto che ha un’estensione vocale invidiabile; mi ha quasi fatto diventare sordo! Si sente uno scalpiccio deciso e ovattato da dietro alla porta, che finalmente si apre cigolando. “Finalmente!” sbotta Shion “Ma quanto cavolo ci hai messo, razza di stupido?” Si rivolge di nuovo a me con aria soddisfatta “Visto che avevo ragione?” E alzando le spalle sorpassa la porta. Il diavolo che mi trovo davanti non l’ho mai visto prima; cosa alquanto strana soprattutto perché non è il tipo da passare inosservato: capelli scompigliati i un grigio biancastro che gli ricadono scompostamente fino quasi alle spalle; occhi violacei e imperscrutabili, sorriso strafottente, è alto e abbastanza robusto. Se non avessi passato degli anni a coltivare la mia vanità (qualità di cui sono sempre andato molto fiero), mi sentirei quasi minacciato, come inferiore a lui. “Ehi Shion, chi sarebbe il tuo amichetto?” Cavoli quanto mi irrita…è davvero antipatico “Guarda che so presentarmi da solo, bello. Mi chiamo Sulfus e vedi di ricordartelo” Magari è l’unico a Zolfanello City a potermi aiutare, ma non riesco proprio a calmarmi. Ride, così strafottente da somigliare in maniera impressionante a Shion. “Ok allora, vedrò di ricordarmelo, caro ‘Sulfus’. Io mi chiamo Zylaax, non dimenticartene neanche tu.” Mi volta le spalle, e si rivolge nuovamente a Shion “Allora, cuginetta, cosa ti serve?” Cuginetta? Ok, ora i conti tornano. Evidentemente la predisposizione naturale ad essere diavoli con i fiocchi circola nel loro DNA di famiglia, perché sono entrambi tremendamente irritanti quando ci si mettono. Lei lo guarda annoiata, e ignora la sua domanda “Com’è che ci hai messo tanto a rispondere? Cosa stavi facendo?” Lui si mette le mani in tasca e alza le spalle “Niente di che, ma ho trovato qualcosa di veramente interessante.” La sua innata curiosità prende il sopravvento sulla sua aria da “non – me – ne – frega – niente – di – quello – che – dici”, e si morde il labbro inferiore impaziente “Di cosa si tratta?” Lui sorride, evidentemente soddisfatto di aver attirato l’attenzione della cugina “Oh, niente. Solo una bambolina zuccherosa caduta dal cielo fra le mie braccia. Aveva la febbre, ed era così carina che me la sono portata a casa” Shion sembra capirci sempre meno, ma ora il “caro cuginetto” ha anche la mia più totale attenzione “Spiegati meglio, cosa vuol dire?” e poi “Tu sei uscito di casa? Ma se te ne stai sempre qui rinchiuso a marcire!” Lui alza di nuovo le spalle e parla indifferente “Bè, tecnicamente è precipitata proprio qui fuori. Ero uscito tanto per cambiare un po’, e me la sono praticamente ritrovata fra le braccia” Ora sono io ad essere impaziente, perché quel suo aggettivo, “zuccherosa”, mi è anche troppo familiare “Ma chi?!? Chi diamine è che ti è piombato addosso?” Sorride strafottente e scandisce bene le parole “Un angelo…o meglio; d’ora in poi, la mia bambolina.” Quante probabilità ci sono che “la sua bambolina” sia il mio angelo? Poche, anzi nessuna. Ma anche se la mia mente lo capisce perfettamente, non riesco a immaginarmi nessun’altro angelo carinissimo e zuccheroso che possa aver avuto un valido motivo per venire qui a Zolfanello City, nessuno a parte Raf. “Dov’è ora?” sento il mio cuore battere fortissimo, e lo sguardo diffidente di Zylaax puntato su di me “Che ti importa?” Non ho tempo per giocare con te ora, sul serio. “Dimmi dov’è e falla finita!” Incrocia le braccia al petto, e non risponde. Ah si? Benissimo. Conosci in detto “Chi tace acconsente”? Perché credo che prenderò il tuo silenzio come un’autorizzazione per varcare quella porta vecchia di cent’anni. “Fermati, la mia bambolina sta male e non può ricevere visite” la sua voce è fredda e distaccata, ma calmissima, non gli incuto neanche il più minimo timore. Poco importa, perché devo verificare una cosa troppo importante. “Ti ho detto di fermarti” E se io non volessi? Mi segue sospirando ma camminando con calma, come un assassino che concede alla vittima gli ultimi istanti di libertà e l’illusione di poter scappare. Mi dispiace, ma non sarò la tua preda. Vedo Shion che si è messa in un angolino con gli occhi che le brillano, probabilmente questa scena le piace da morire.
Sai cosa Raf? Ho paura di sbagliarmi, ma sento che sei vicina.

FINE 8° capitolo!
Scusate se mi ci è voluto tanto; d’ora in poi potrei metterci 1 po’ di + a scrivere i capitoli xk ho coro, teatro, la scuola e pallavolo (+ un brutto periodo…) xD cmq se avrete la pazienza di continuare comunque a seguire la mia storia vi ringrazio tanto! ^^
p.s.: si lo so k faccio pena a inventare nomi, ma nn posso farci nnt XD
x tirare fuori zylaax c sn stata mezz'ora XD
  
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