CAPITOLO 13
Smiles
and tears
-Una
cosa non mi è chiara…- iniziò Scorpius Malfoy
chiaramente ironico, -come hai detto che farai a venire ad Hogsmeade con
me?-
Lily
sbuffò roteando gli occhi. Perché Malfoy
è così tardo? si
chiese, ravvivandosi i lunghi capelli rubini con un gesto della mano
distratto.
Lei e Scorpius si stavano dirigendo verso
-Onestamente
non capisco come tu faccia ad essere così tonto-
rispose poi Lily e subito dopo aggiunse, per non dare modo a Scorpius
di replicare,
-voleremo-.
-Cosa?!?!?!?-
ci mancò poco che a Scorpius si staccasse la
mandibola per la sorpresa, -io dovrei portarti ad Hogsmeade volando? Dico, ma sei fuori di cervello?
Hai idea di quante persone
potrebbero vederci, magari mentre atterriamo proprio in piazza? Pensi
che il
Preside ci batterebbe una mano sulla spalla se ci scoprisse?!-
Lily
si era aspettata quella reazione: Scorpius, come lei d’altra
parte, era una Serpe e ciò equivaleva ad evitare ogni atto
di coraggio o di
stupidità come la peste.
-È
ovvio che prima
berremo qualche sorso di Soluzione Camaleontica. Come ben saprai,
pozionista da
quattro soldi, grazie a qualche sua goccia diventeremo del colore
dell’ambiente
che ci circonda…- ripose Lily, come se stesse spiegando ad
un bambinetto particolarmente
stupido che uno più uno fa due.
-Lo
so cos’è una Soluzione Camaleontica- la interruppe
Scorpius
seccato per non averci pensato lui stesso: effettivamente grazie a
quella
pozione avrebbero assoluto la stessa tonalità
dell’aria, visto che si trattava
di volare, e in questo modo nessuno li avrebbe visti.
-Bene,
allora visto che sai cos’è, saprai anche come
prepararla. Credo
che tre gocce bastino, infondo per arrivare ad Hogsmeade con la scopa
non
dovremmo impiegare più di tre quarti
d’ora…considera che ogni goccia equivale a
mezz’ora…-
-Genio,
come pensi di portare indietro tutti gli acquisti che
intendi fare?- fece Scorpius ironico, sperando in questo modo di
metterla in
difficoltà. Ma le sottili labbra di Lily si tesero in un
sorrisino compiaciuto,
prima che
-Dio
Malfoy, come fai a essere a Slytherin, visto che non possiedi
un grammo di furbizia? Basterà un incantesimo
Stringi-e-Compatta e li metterò
in borsa. Lo sai vero che ci differenziamo dai Babbani per
l’uso della magia?-
Scorpius
afferrò Lily per un braccio, facendola fermare, e la
trascinò dietro un’armatura, mentre il resto della
scolaresca li sorpassava. A
Lily non sfuggì che Scorpius aveva irrigidito la mascella,
come quella volta in
cui si erano scontrati di fronte a Fabulous Witch; evidentemente era un
gesto
che faceva involontariamente ogni volta che era irritato.
-Stammi
bene a sentire. Non osare più trattarmi come un
mentecatto, come un essere inferiore a te- disse duro, senza lasciarle
il
braccio.
-Lasciami-
gli intimò lei fissandolo negli occhi ma per tutta
risposta lui strinse di più.
-Ho
detto lasciami- ripeté lei severa mentre il polso iniziava a
dolerle; in qualche modo Scorpius se ne accorse e allentò la
presa.
Interpretandolo come un cenno a proseguire, Lily disse, cercando di non
sembrare troppo saputella:
-Dell’Incantesimo
Stringi e Compatta posso occuparmene io, ci è
stato appena insegnato, ma alla pozione dovrai pensarci tu-.
Scorpius
allora le lasciò il braccio e, rilassandosi, chiese:
-L’altra
volta hai finto di essere la sorella di Edward…ma ora?
Edward ha la febbre alta-.
Non
stava mentendo: da tre giorni Edward non si presentava a
lezione per via di una brutta influenza che lo costringeva a stare in
infermeria, con suo sommo giubilo.
-Non
serviranno spiegazioni, se ricordi l’ultima volta nessuno ci
ha chiesto nulla- fece lei con un’alzata di spalle, ed aveva
ragione: alla
vista dell’ingente somma di galeoni nessuna commessa aveva
osato piantare
grane.
-D’accordo,
ma ricordati che sto facendo tutto questo solo perché
tu saresti benissimo in grado di incollarmi Melissa Summers peggio di
quanto
non faccia già- concluse Scorpius e Lily sorrise falsamente
dolce:
-Esatto
Malfoy. Buon appetito- gli augurò poi, visto che avevano
nel frattempo raggiunto
-Di
cosa parlavate tu e Scorpius?-
-Oh-
Lily fece spallucce, -Affari-.
Cassiopea
fece per chiederle di che affari si trattassero
–sicuramente qualcosa di criminale, visti i due soggetti
–quando una voce la
batté sul tempo:
-Glorya?
Ti devo parlare-.
Era
Derek Zabini, il bel volto adombrato dalla preoccupazione; gli
occhi nocciola identici a quelli della sorella tradivano anche un certo
nervosismo. Glorya lo guardò sorpresa, ma era come se allo
stesso tempo fosse
rassegnata e prima di alzarsi disse alle due amiche: -Ci vediamo in
cortile-.
Detto
questo seguì Derek, che per tutto il tragitto fino al
secondo piano non aprì bocca. Solo quando furono dentro
un’aula ormai non più
utilizzata, suo fratello la guardò e le disse:
-Papà
vuole parlare con noi-.
Glorya
spalancò i suoi occhioni da cerbiatta, letteralmente
basita.
-Cosa?
Papà non parla con noi neanche quando siamo a casa,
perché
dovrebbe farlo ora?- chiese, senza nascondere la rabbia che quelle
parole le
avevano suscitato. Bel presuntuoso suo padre, che credeva di poter
imporre loro
la sua presenza quando più gli pareva!
Derek
la guardò ancora, per poi abbassarsi lo sguardo sulle mani;
Glorya sapeva che quando faceva così non aveva il coraggio
di dire qualcosa e
così lo esortò:
-Derek?
Sai qualcosa che io non so?-
Il
bel Zabini prese un lungo respiro e poi rispose, guardandola
dritta in faccia, con un’espressione che non avrebbe mai
dovuto comparire sul
viso di un ragazzino di tredici anni:
-Stanno
divorziando-.
Glorya
sentì che le gambe le cedevano, mentre tutto il mondo
iniziava a vorticare. I suoi genitori si stavano separando. Questo
voleva dire
che Lysa sarebbe stata ancora più instabile, ancora
più disturbata ed aggressiva
di quanto non fosse già, e che questa
aggressività si sarebbe riversata sulle
persone più vicine a lei. Derek e Glorya. Derek e Glorya che
assomigliavano
così tanto a Blaise, per i loro capelli corvini, i
lineamenti fini, la
carnagione chiara. Somiglianza che Lysa non sarebbe stata in grado di
tollerare, giorno dopo giorno.
No.
Non poteva star succedendo. Suo padre non poteva distruggere
quel poco che ancora restava in piedi.
-Oh
Dio- sussurrò solamente Glorya e poi fu fra le braccia di
Derek, che la strinse forte a sè. Affondò il viso
contro il suo petto, i lunghi
capelli corvini sparsi sulla linda camicia bianca, e serrò
la presa intorno
alla sua schiena.
Non
seppero mai dire per quanto rimasero così, stretti
l’uno
all’altra.
*****
Passarono
due settimane prima che Glorya decidesse di parlare a
Scorpius. Lo trovò in Sala Comune un sabato di
metà marzo, evidentemente
diretto ad Hogsmeade, data la tenuta casual. Indossava un paio di
pantaloni neri
sportivi, ovviamente griffati, un paio di scarpe da ginnastica bianche
costate
più di tutto l’arredamento della Sala e una
t-shirt di una nota marca Babbana;
sul braccio sinistro stava appoggiata la felpa della tuta, mentre fra
le mani
stringeva un’ampolla dorata.
Glorya notò
poi che poco distante si trovava la sua scopa da corsa, ma decise di
non porsi
domande al riguardo e andò dritta al sodo, dopo averlo
raggiunto:
-Scorpius.
Ho bisogno che tu scriva a tuo padre-.
Se
il giovane Malfoy era sorpreso non lo diede a vedere; l’unico
particolare che tradiva un certo stupore erano gli occhi grigi
socchiusi.
-Perché?-
le domandò semplicemente, benché chiedere la
ragione di
qualcosa fosse contrario alla sua natura.
-Mio
padre vuole lasciare mia madre. Draco è l’unico
che può farlo
ragionare, e lo sai- disse Glorya, guardandolo negli occhi. Una Zabini
non
avrebbe mai abbassato lo sguardo di fronte a niente o a nessuno. Mai.
-Se
pensi che possa servire, gli scriverò- fu la risposta di
Scorpius e Glorya, sollevata, fece per andarsene, quando lui la
trattenne per
un braccio. Una stretta delicata, che sapeva di amicizia.
-Glorya…non
farlo da sola- disse semplicemente. Glorya
inizialmente non comprese, ma quando sentì le lacrime
pizzicarle gli occhi,
capì cosa Scorpius aveva voluto dire.
Glorya
Zabini non avrebbe voluto piangere sulla spalla di Malfoy,
nel suo dormitorio.
Non
avrebbe mai voluto piangere per suo padre.
Voleva
mostrarsi forte, indistruttibile.
Ma
Glorya Zabini aveva solo undici anni e aveva solamente bisogno
che qualcuno le dicesse che suo padre non se ne sarebbe andato. Che
sarebbe
rimasto, per quanto fosse una presenza fantasma.
Glorya
Zabini aveva semplicemente bisogno di essere rassicurata.
Per
quanto fosse impacciato –non aveva mai avuto bisogno di
consolare Cassiopea, quella era allergica alle lacrime- Scorpius
cercò di fare
del suo meglio. Tentò di non pensare che Glorya gli stava
inzuppando di lacrime
la maglietta e che avrebbe dovuto poi spiegare perché avesse
il letto pieno di
fazzoletti usati, ma le diede goffe carezze sui morbidi capelli
corvini,
sperando che servisse. Quando finalmente Glorya ebbe recuperato un
umore
decente, Scorpius era in ritardo di mezz’ora
all’appuntamento –se si poteva
chiamare appuntamento quella sorta di uscita forzata in cui era stato
invischiato- con Lily, ma si disse che con tutte le volte che era
arrivata
tardi lei avrebbe solo dovuto tacere. Naturalmente Lily era sempre in
ritardo,
ma giusto quella volta era arrivata in orario, e lo stava aspettando
seduta sul
bracciolo di una poltrona.
-Ci
facciamo attendere eh Malfoy?- l’apostrofò appena
lo vide, a
mo’ di rimprovero.
-Muoviamoci
Lilian, penso che questo pomeriggio sarà il più
lungo
della mia vita- ribatté Malfoy e le ficcò fra le
mani una boccettina contenente
un po’ di liquido dorato.
-E
se volessi avvelenarmi?- chiese Lily, scrutando sospettosa la
pozione. Non era per niente sicura che Malfoy non cogliesse
quell’occasione per
liberarsi di lei…
-Piantala
e bevi, se volessi ucciderti prima ti torturerei a
lungo, credimi- fece Scorpius secco e in un sol sorso mandò
giù la sua porzione
di Soluzione Camaleontica. Lily fece lo stesso ma un attimo dopo si
rese conto
che non vedeva più Scorpius, essendo che si era mimetizzato
con le pareti del
corridoio antecedente al Portone. Istintivamente tese una mano davanti
a sé- ossia
dove si era trovato Scorpius prima di diventare invisibile- e con sua
grande
sorpresa si trovò a stringere quello che sembrava un
braccio.
-Che
diavolo fai?-
Sì,
effettivamente era il braccio di Malfoy che, sebbene
abbastanza seccato, la prese per mano onde evitare che si perdessero.
Un quarto
d’ora dopo, Scorpius e Lily si libravano nel cielo chiaro di
metà marzo,
diretti ad Hogsmeade. Era sconvolgente la sensazione di
libertà che Lily
provava, invisibile agli occhi altrui, lontana da tutti, lontana dai
giudizi.
-Se
stringi ancora un po’ credo che ad Hogsmeade ci
arriverò
cadavere- sibilò Scorpius ironico, alludendo al fatto che
Lily si stava tenendo
alla sua vita con una forza alquanto eccessiva. Evidentemente la
giovane Potter
non aveva ancora superato del tutto la sua paura di volare…
-Non
illuderti, quando deciderò di farti fuori lo farò
con molto
più stile- ribatté Lily allentando la presa solo
per tenere ferme alcune
ciocche vermiglie che le erano sfuggite dalla coda; anche lei come
Malfoy aveva
scelto una tuta griffata per quella giornata di shopping, solo che la
sua era
giallo ocra.
Scorpius
decise furbamente di atterrare vicino alla Stamberga
Strillante, di solito disabitata. Anche Lily cercò di
scendere con la stessa
grazia di Malfoy, ma appena mise piede a terra sentì la
testa girarle
pericolosamente e così barcollò; tese le braccia
in cerca di un appiglio
capendo che stava per svenire.
-Vedi
di non spaccarti il tuo bel faccino, non ho voglia di
riportarti al castello tutta insanguinata- le disse Scorpius
sostenendola per
la vita per evitare che cadesse. Era strano come il contatto con lui
non
infastidisse Lily, abituata a sfuggire baci, abbracci e persino strette
di mano
di qualsiasi persona si trovasse davanti. Aveva smesso di cercare il
calore
degli abbracci di sua madre all’età di sette anni.
-Meglio?-
chiese Scorpius dopo averla fatta sedere su un masso; a
Lily parve di scorgere un filo di allarmismo nella sua voce.
-Sì…credo-
fece lei titubante e provò ad alzarsi in piedi.
Sì,
effettivamente ogni cosa restava al suo posto, dunque il calo di
pressione era
passato.
-Andiamo-
disse allora Scorpius, segretamente sollevato. Si
immaginava già a tornare a Hogwarts con Lily mezza svenuta
fra le braccia,
scatenando così le ire del clan Potter…James
armato di randello che lo
inseguiva…Naa, fortunatamente
-È
orribile, sembra un tappeto- commentò Scorpius
un’ora più
tardi, mentre osservava Lily che si provava una gonnellina di flanella
a stampe
floreali. Erano arrivati ad Hogsmade da quasi due ore, due ore di
interminabili
camerini, abiti, scarpe, borse…Scorpius pensava seriamente
che non si sarebbe
mai più ripreso da quell’esperienza
traumatizzante. Lei si guardò critica, da
ogni angolazione, e facendo una smorfia convenne con lui:
-Non
pensavo che l’avrei mai detto, ma hai ragione- e detto questo
sparì nel camerino per togliersi quell’orrore di
dosso.
-Oh,
questo sì che ha stile- disse Lily con espressione di pura
gioia tenendo fra le mani un corpetto cosparso di perline e paillette
ad
intreccio di un bianco purissimo.
-Io
venero Gucci- aggiunse poi senza riuscire a staccargli gli
occhi di dosso.
-Ci
manca poco che lo baci! Dio, quanto sei borghese…-
commentò
Malfoy sprezzante.
-Tutta
invidia Malfoy- fece lei ironica aggiungendo anche il top
alla pila di abiti messi da parte.
-Invidia?
Io non mi abbasserei mai a baciare una sanguesporco come
te- replicò Malfoy con disprezzo nella voce. Lily non si
fece minimamente
scalfire dal suo disgusto e replicò a sua volta:
-Menomale
Malfoy, così non dovrò
respingerti…dicono che un rifiuto
ferisca molto l’ego di un ragazzo. Se poi parliamo di te, che
sei più vanesio
di una ragazza…-
Un
quarto d’ora dopo uscirono dal negozio, fra battutine
sarcastiche e frecciatine.
-Basta!-
esclamò, fermandosi in mezzo alla strada di colpo. Lily
fece ancora qualche passo, prima di accorgersi che Malfoy non
l’aveva seguita.
Quando lo vide lì fermo, tornò indietro e gli si
piazzò davanti con le mani sui
fianchi:
-Beh?
Già stanco Malfoy? Eppure da campione del Quidditch quale
sei dovresti avere una resistenza fisica maggiore della
mia…-lo schernì sarcastica.
-Lilian,
ora ti spiego un concetto fondamentale. Io sono un
maschio. Non sono programmato per fare maratone di shopping
interminabili,
guardando un numero indefinito di abiti e accessori. Il mio cervello
dopo un
po’ si scollega- le spiegò lui esasperato.
Femmine! Aveva ragione suo padre a
dire che erano un’inutile peso per un uomo!
Inaspettatamente
Lily rise. Non risate finte, di educata cortesia,
ma vere risate. Non stava recitando: stava davvero ridendo come
Scorpius non
l’aveva mai vista fare da quando la conosceva. Ed era davvero
buffa quando
rideva, non sembrava neanche più la rigida e snob Lily che
Hogwarts era
abituata a vedere. Scorpius si sarebbe aspettato di tutto da quella
giornata-
compreso un duello magico fra lui e
-Oddio
Malfoy…- lei intanto di stava riprendendo, tenendosi una
mano sulla pancia,- avevi un’espressione così
stupida, così maschile che non ho
potuto fare a meno di ridere-.
-Certo,
infondo io sono qui per farti da pagliaccetto, lieto di
servirla madame!- ribatté lui seccato facendole persino un
finto inchino.
-Oh
oh un inchino…attento Malfoy potrei abituarmici-
commentò
Lily, tornata ora ad essere sé stessa.
-Non
te ne darei il tempo, ti ucciderei prima. Allora, vogliamo
andare a comprare questo maledetto pennuto? Meno sto con te
più sono contento- fece
lui brusco. Mentre si dirigevano verso Palle
di Pelo e Altri Animali, a Scorpius
parve di scorgere un piccolo
sorriso all’angolo della bocca della Potter. Per
l’acquisto di un animale
domestico ci volle un’ora, ora in cui Malfoy
scoprì di essere allergico a
praticamente ogni tipo di pelo, ma alla fine Lily trovò
quello che cercava.
Quando raggiunse Malfoy fuori dal negozio –era dovuto uscire
per i troppi
starnuti- reggeva fra la mani una gabbietta in cui si trovava un enorme
gufo
reale con due occhi rossi come il sangue che mettevano inquietudine. Il
pelo
era di un bellissimo violetto che non poteva essere naturale.
-Che
diavolo gli è successo?- domandò Scorpius
guardandolo
stranito. Lily lo guardò con superiorità come se
fosse un’esperta zoologa e
Malfoy un ignorante.
-È
un gufo americano, è ovvio
che sia viola!- ribatté sdegnata e il gufo tubò
come a sottolineare l’ovvietà
dell’affermazione.
-E
come l’avresti chiamato, di grazia?- le domandò
Malfoy
camminando a otto metri di distanza da lei mentre si dirigevano verso i
Tre
Manici di Scopa. Si erano quasi fatte le sette, ora di tornare a
Hogwarts, ma
Malfoy necessitava assolutamente di un caffè. Non avrebbe
retto altri tre
quarti d’ora sulla scopa dopo un pomeriggio così
estenuante.
-Si
chiama Stramonio- rispose Lily e questa volta fu Scorpius a
ridere:
-L’hai
chiamato come un veleno?!?!- domandò seriamente divertito.
Lily fece spallucce, girando svogliatamente il suo thè alla
cannella e replicò:
-Perché
no?- chiese stranita, specchiandosi con la coda
dell’occhio nella vetrata del locale per osservarsi di
profilo. Sì, stava
proprio bene in quella posizione…
-Beh,
allora sappi che Stramonio se ne torna al castello volando,
io non ce lo voglio quel coso starnazzante che mi fa starnutire- disse
Scorpius
sorseggiando goduto il suo caffè.
-I
gufi non starnazzano, per tua informazione, e comunque è
ovvio
che torna al castello volando, i gufi hanno le ali per questo sai?-
ribatté lei
acidamente sarcastica. Scorpius sentì
l’irritazione gonfiargli le viscere per
via del tono che lei aveva usato. Era semplicemente odiosa,
con quella sua aria da regina e quel sorrisino gelido che
non aveva nulla a che fare con il vero sorriso che aveva avuto modo di
vedere
prima.
Volando
con lei di ritorno ad Hogwarts, Scorpius realizzò che la
personalità di Lily aveva varie sfaccettature, invisibili ai
più, che si
fermavano solo al suo essere perfidamente stronza. Come faceva
lui…
*****
-Quanto
odio queste ragazzine modelle…tutte uguali!-
Questa
frase esclamata con disgusto percepibile ebbe il potere di
fermare Cassiopea Sofia Malfoy, che si stava dirigendo camminando con
quella
sua aria da Purosangue verso la biblioteca. Aveva la vaga impressione
che chi
l’aveva pronunciata ce l’avesse con lei e
così si voltò di scatto per
individuarne l’emissario. Un ragazzino che sembrava avere
tredici anni stava
appoggiato ad una colonna e guardava apertamente lei. La prima cosa che
la
bionda Malfoy notò era lo stemma della sua Casa, ovvero
Grifondoro, e poi passò
ad esaminare il resto. Aveva capelli castani, ricci e scompigliati, due
occhi
color cioccolato che la fissavano beffardi, il tutto incorniciato da
una
carnagione ambrata; non portava la cravatta della divisa ed aveva
arrotolato le
maniche della camicia. Tutto ciò gli conferiva
un’inconsapevole aria distratta.
Cassiopea
lo guardò fredda e chiese:
-Prego?
Dici a me?-
-Dico
a te, Barbie- ribadì lui senza staccarle gli occhi di dosso.
-Bar
che?- chiese Cassiopea educatamente stupita. La stava forse
insultando?
-Barbie
ho detto…ah già, ma tu da Purosangue quale sei
non sai
neanche che cosa sia- rispose lui sarcastico. A questo punto Cassiopea
non
aveva più dubbi: quello stupido Grifondoro la stava
disprezzando per il suo
lignaggio e per il suo aspetto fisico.
-E
immagino che tu invece da maleducato quale sei non sappia che
quando si parla con uno sconosciuto prima ci si presenta- lo
rimbeccò
-Invoco
il suo perdono!- la schernì lui e poi fece per tenderle la
mano dicendo:
-Shane
Burke, al suo servizio principessa!-
-Io
non tocco degli sporchi Grifondoro, per di più Babbani.
Perché
sei Babbano no? Il tuo non è un cognome da mago- .
Shane
la guardò, il sorriso canzonatorio congelato, e rispose a
denti stretti:
-Esatto-.
-Lo
sapevo!- esclamò
-Io
scusarmi con una Purosangue? E per quale motivo?- chiese Shane
riacquistando la sfrontataggine di prima.
-Per
aver anche solo osato guardarmi- replicò
Spazio
Autrice:
Salve
gente! Eccomi qui con un nuovo capitolo…beh che
dire…ho
volutamente introdotto la crisi di pianto di Glorya e quella di risa di
Lily
per mostrare che, sebbene queste due ragazzine si comportino da donne,
hanno in
realtà solo undici anni e che come tali ogni tanto hanno
questo tipo di
reazioni. È anche comparso questo Shane, che darà
del filo da torcere a
Cassiopea…ma non voglio anticiparvi nulla!!! Ringrazio chi
mette la mia storia
fra preferiti e seguite, chi la legge in silenzio, e passo ora a
rispondere
alle recensioni al capitolo precedente.
DarlingAry:
ciao! Sono contenta che il mio modo di scrivere ti
piaccia, e ci tengo a spiegare che sto rendendo Lily così
stronza e cattiva
proprio perché non la vedo uguale agli altri Potter. Mi
auguro che continuerai
a seguirmi anche se questo aspetto del suo carattere non ti piace
molto…baci e
grazie per la recensione!
Zia
Alice: a te rispondo di persona…
979:
tranquilla, recensisci pure quando puoi, per me è importante
che la storia continui a piacerti! Ti confesso che la mia paura
è proprio
quella di rendere troppo banale la storia, calcando solo il ruolo da
stronza di
Lily e così ho introdotto il flashback su Scorpius nel
capitolo precedente e la
storia familiare di Glorya e il personaggio di Shane in
questo…spero ti sia
piaciuto questo capitolo, grazie per la recensione! Baci, alla prossima!
_Le_3_Sclerate_The_Best: ciao!!! Grazie
per la
recensione! In effetti nei prossimi capitoli Lily e Caroline andranno
tutt’altro che d’accordo, due
personalità cosí simili dovranno per forza
scontrarsi! E sempre nei prossimi capitoli, tutto il mio odio si
scaglierà su
Rose : ) alla prossima recensione, un bacio!
Red_apple:
sono felice di averti resa felice (scusa il gioco di
parole idiota) !!! spero che la giornata ad Hogsmade di Lily e Scorpius
sia
come te l’eri aspettata, premetto solo che non ho voluto
mettere troppo scontro
fra i due per non renderla troppo banale…mi dirai poi cosa
te ne pare, spero :
) Il particolare del sorriso di Cassiopea non è stupido o
irrilevante anche se può
sembrarlo, e sono felice che tu l’abbia notato:
l’ho inserito proprio per
sottolineare come Cassiopea e Scorpius siano legati anche se di norma
le
famiglie Purosangue sono alquanto aride di affetto…NON
preoccuparti di essere
ripetitiva, più mi ripeti che sono brava più mi
autoconvinco che non sto
facendo proprio schifo come autrice…grazie davvero, di
cuore! Alla prossima!
BlackFra92:
Darliiing!!! Che gioia vedere la tua lunghissima
recensione!!! Grazie grazie grazie!!! Per quanto riguarda Astoria la
prima
ipotesi è la più azzeccata: essendo lei stata
impacciata e timida a scuola, non
vuole che la figlia sia come lei e così cerca di spingerla
ad essere sempre più
perfetta con questo suo comportamento distaccato…ma non sa
che la nostra Cassy
ci soffre per questo, povera! : (
Che
te ne pare di Lily e Scorpius a Hogsmade? Volevo farli
prendere a capelli, ma mi sono detta che due Purosangue come loro non
si
abbasserebbero mai a risse alla Babbana…spero ti sia
piaciuto!!! Grazie ancora
per la recensione e aspetto con ansia la prossima che tu mi lascerai di sicuro! Un bacio darling, alla
prossima!