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Autore: Miss_Slytherin    10/11/2009    5 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                                    CAPITOLO 13

                                                                                                                   Smiles and tears

 

 

-Una cosa non mi è chiara…- iniziò Scorpius Malfoy chiaramente ironico, -come hai detto che farai a venire ad Hogsmeade con me?-

Lily sbuffò roteando gli occhi. Perché Malfoy è così tardo? si chiese, ravvivandosi i lunghi capelli rubini con un gesto della mano distratto. Lei e Scorpius si stavano dirigendo verso la Sala Grande, lui proveniente dall’aula di Incantesimi, lei da Difesa Contro le Arti Oscure; camminando vicini in mezzo alla folla di studenti, era poco probabile che altri udissero cosa si stavano dicendo. Per questo Lily l’aveva raggiunto quella mattina dopo la fine delle lezioni, con l’intenzione di esporgli il nuovo piano che l’avrebbe condotta ad Hogsmeade. Con l’avvicinarsi della primavera necessitava assolutamente di altri vestiti ed inoltre si era accorta di non possedere un gufo. Di certo non si sarebbe mai abbassata ad usarne uno della scuola, quei cosi erano sicuramente portatori di malattie pestilenziali e germi! Così si era fatta mandare altri galeoni dal suo papino –Lily sinceramente non capiva come mai suo padre non avesse smesso di sovvenzionarla- adducendo la necessità di acquistare un animale. Poco importava che insieme a quella richiesta fosse incluso il rifacimento del guardaroba…infondo i Potter erano, sono, e sarebbero sempre stati ricchi. Come se non bastasse l’ingente somma che Harry percepiva come Auror, lo stipendio di sua madre che come giornalista sportiva non guadagnava certo male, il Ministero aveva deciso di versare una quota mensile come “risarcimento per i danni morali e fisici causati al signor Harry James Potter dalla lotta contro il male”. Personalmente Lily considerava tutto ciò assurdo –e probabilmente anche Harry – ma evidentemente il Ministero continuava a sentirsi in colpa per tutte le ingiurie che il Bambino Sopravvissuto aveva subito grazie a precedenti e alquanto inadatti Ministri. Dunque la giovane Potter non si faceva alcuno scrupolo a chiedere continuamente altri soldi.

-Onestamente non capisco come tu faccia ad essere così tonto- rispose poi Lily e subito dopo aggiunse, per non dare modo a Scorpius di replicare, -voleremo-.

-Cosa?!?!?!?- ci mancò poco che a Scorpius si staccasse la mandibola per la sorpresa, -io dovrei portarti ad Hogsmeade volando? Dico, ma sei fuori di cervello? Hai idea di quante persone potrebbero vederci, magari mentre atterriamo proprio in piazza? Pensi che il Preside ci batterebbe una mano sulla spalla se ci scoprisse?!-

Lily si era aspettata quella reazione: Scorpius, come lei d’altra parte, era una Serpe e ciò equivaleva ad evitare ogni atto di coraggio o di stupidità come la peste.

ovvio che prima berremo qualche sorso di Soluzione Camaleontica. Come ben saprai, pozionista da quattro soldi, grazie a qualche sua goccia diventeremo del colore dell’ambiente che ci circonda…- ripose Lily, come se stesse spiegando ad un bambinetto particolarmente stupido che uno più uno fa due.

-Lo so cos’è una Soluzione Camaleontica- la interruppe Scorpius seccato per non averci pensato lui stesso: effettivamente grazie a quella pozione avrebbero assoluto la stessa tonalità dell’aria, visto che si trattava di volare, e in questo modo nessuno li avrebbe visti.

-Bene, allora visto che sai cos’è, saprai anche come prepararla. Credo che tre gocce bastino, infondo per arrivare ad Hogsmeade con la scopa non dovremmo impiegare più di tre quarti d’ora…considera che ogni goccia equivale a mezz’ora…-

-Genio, come pensi di portare indietro tutti gli acquisti che intendi fare?- fece Scorpius ironico, sperando in questo modo di metterla in difficoltà. Ma le sottili labbra di Lily si tesero in un sorrisino compiaciuto, prima che la Figlia di Satana rispondesse:

-Dio Malfoy, come fai a essere a Slytherin, visto che non possiedi un grammo di furbizia? Basterà un incantesimo Stringi-e-Compatta e li metterò in borsa. Lo sai vero che ci differenziamo dai Babbani per l’uso della magia?-

Scorpius afferrò Lily per un braccio, facendola fermare, e la trascinò dietro un’armatura, mentre il resto della scolaresca li sorpassava. A Lily non sfuggì che Scorpius aveva irrigidito la mascella, come quella volta in cui si erano scontrati di fronte a Fabulous Witch; evidentemente era un gesto che faceva involontariamente ogni volta che era irritato.

-Stammi bene a sentire. Non osare più trattarmi come un mentecatto, come un essere inferiore a te- disse duro, senza lasciarle il braccio.

-Lasciami- gli intimò lei fissandolo negli occhi ma per tutta risposta lui strinse di più.

-Ho detto lasciami- ripeté lei severa mentre il polso iniziava a dolerle; in qualche modo Scorpius se ne accorse e allentò la presa. Interpretandolo come un cenno a proseguire, Lily disse, cercando di non sembrare troppo saputella:

-Dell’Incantesimo Stringi e Compatta posso occuparmene io, ci è stato appena insegnato, ma alla pozione dovrai pensarci tu-.

Scorpius allora le lasciò il braccio e, rilassandosi, chiese:

-L’altra volta hai finto di essere la sorella di Edward…ma ora? Edward ha la febbre alta-.

Non stava mentendo: da tre giorni Edward non si presentava a lezione per via di una brutta influenza che lo costringeva a stare in infermeria, con suo sommo giubilo.

-Non serviranno spiegazioni, se ricordi l’ultima volta nessuno ci ha chiesto nulla- fece lei con un’alzata di spalle, ed aveva ragione: alla vista dell’ingente somma di galeoni nessuna commessa aveva osato piantare grane.

-D’accordo, ma ricordati che sto facendo tutto questo solo perché tu saresti benissimo in grado di incollarmi Melissa Summers peggio di quanto non faccia già- concluse Scorpius e Lily sorrise falsamente dolce:

-Esatto Malfoy. Buon appetito- gli augurò poi, visto che avevano nel frattempo raggiunto la Sala Grande. Si andò a sedere fra Glorya e Cassiopea, che le chiese sospettosa:

-Di cosa parlavate tu e Scorpius?-

-Oh- Lily fece spallucce, -Affari-.

Cassiopea fece per chiederle di che affari si trattassero –sicuramente qualcosa di criminale, visti i due soggetti –quando una voce la batté sul tempo:

-Glorya? Ti devo parlare-.

Era Derek Zabini, il bel volto adombrato dalla preoccupazione; gli occhi nocciola identici a quelli della sorella tradivano anche un certo nervosismo. Glorya lo guardò sorpresa, ma era come se allo stesso tempo fosse rassegnata e prima di alzarsi disse alle due amiche: -Ci vediamo in cortile-.

Detto questo seguì Derek, che per tutto il tragitto fino al secondo piano non aprì bocca. Solo quando furono dentro un’aula ormai non più utilizzata, suo fratello la guardò e le disse:

-Papà vuole parlare con noi-.

Glorya spalancò i suoi occhioni da cerbiatta, letteralmente basita.

-Cosa? Papà non parla con noi neanche quando siamo a casa, perché dovrebbe farlo ora?- chiese, senza nascondere la rabbia che quelle parole le avevano suscitato. Bel presuntuoso suo padre, che credeva di poter imporre loro la sua presenza quando più gli pareva!

Derek la guardò ancora, per poi abbassarsi lo sguardo sulle mani; Glorya sapeva che quando faceva così non aveva il coraggio di dire qualcosa e così lo esortò:

-Derek? Sai qualcosa che io non so?-

Il bel Zabini prese un lungo respiro e poi rispose, guardandola dritta in faccia, con un’espressione che non avrebbe mai dovuto comparire sul viso di un ragazzino di tredici anni:

-Stanno divorziando-.

Glorya sentì che le gambe le cedevano, mentre tutto il mondo iniziava a vorticare. I suoi genitori si stavano separando. Questo voleva dire che Lysa sarebbe stata ancora più instabile, ancora più disturbata ed aggressiva di quanto non fosse già, e che questa aggressività si sarebbe riversata sulle persone più vicine a lei. Derek e Glorya. Derek e Glorya che assomigliavano così tanto a Blaise, per i loro capelli corvini, i lineamenti fini, la carnagione chiara. Somiglianza che Lysa non sarebbe stata in grado di tollerare, giorno dopo giorno.

No. Non poteva star succedendo. Suo padre non poteva distruggere quel poco che ancora restava in piedi.

-Oh Dio- sussurrò solamente Glorya e poi fu fra le braccia di Derek, che la strinse forte a sè. Affondò il viso contro il suo petto, i lunghi capelli corvini sparsi sulla linda camicia bianca, e serrò la presa intorno alla sua schiena.

Non seppero mai dire per quanto rimasero così, stretti l’uno all’altra.

 

 

                                                            *****

 

Passarono due settimane prima che Glorya decidesse di parlare a Scorpius. Lo trovò in Sala Comune un sabato di metà marzo, evidentemente diretto ad Hogsmeade, data la tenuta casual. Indossava un paio di pantaloni neri sportivi, ovviamente griffati, un paio di scarpe da ginnastica bianche costate più di tutto l’arredamento della Sala e una t-shirt di una nota marca Babbana; sul braccio sinistro stava appoggiata la felpa della tuta, mentre fra le mani stringeva un’ampolla dorata.  Glorya notò poi che poco distante si trovava la sua scopa da corsa, ma decise di non porsi domande al riguardo e andò dritta al sodo, dopo averlo raggiunto:

-Scorpius. Ho bisogno che tu scriva a tuo padre-.

Se il giovane Malfoy era sorpreso non lo diede a vedere; l’unico particolare che tradiva un certo stupore erano gli occhi grigi socchiusi.

-Perché?- le domandò semplicemente, benché chiedere la ragione di qualcosa fosse contrario alla sua natura.

-Mio padre vuole lasciare mia madre. Draco è l’unico che può farlo ragionare, e lo sai- disse Glorya, guardandolo negli occhi. Una Zabini non avrebbe mai abbassato lo sguardo di fronte a niente o a nessuno. Mai.

-Se pensi che possa servire, gli scriverò- fu la risposta di Scorpius e Glorya, sollevata, fece per andarsene, quando lui la trattenne per un braccio. Una stretta delicata, che sapeva di amicizia.

-Glorya…non farlo da sola- disse semplicemente. Glorya inizialmente non comprese, ma quando sentì le lacrime pizzicarle gli occhi, capì cosa Scorpius aveva voluto dire.

Glorya Zabini non avrebbe voluto piangere sulla spalla di Malfoy, nel suo dormitorio.

Non avrebbe mai voluto piangere per suo padre.

Voleva mostrarsi forte, indistruttibile.

Ma Glorya Zabini aveva solo undici anni e aveva solamente bisogno che qualcuno le dicesse che suo padre non se ne sarebbe andato. Che sarebbe rimasto, per quanto fosse una presenza fantasma.

Glorya Zabini aveva semplicemente bisogno di essere rassicurata.

Per quanto fosse impacciato –non aveva mai avuto bisogno di consolare Cassiopea, quella era allergica alle lacrime- Scorpius cercò di fare del suo meglio. Tentò di non pensare che Glorya gli stava inzuppando di lacrime la maglietta e che avrebbe dovuto poi spiegare perché avesse il letto pieno di fazzoletti usati, ma le diede goffe carezze sui morbidi capelli corvini, sperando che servisse. Quando finalmente Glorya ebbe recuperato un umore decente, Scorpius era in ritardo di mezz’ora all’appuntamento –se si poteva chiamare appuntamento quella sorta di uscita forzata in cui era stato invischiato- con Lily, ma si disse che con tutte le volte che era arrivata tardi lei avrebbe solo dovuto tacere. Naturalmente Lily era sempre in ritardo, ma giusto quella volta era arrivata in orario, e lo stava aspettando seduta sul bracciolo di una poltrona.

-Ci facciamo attendere eh Malfoy?- l’apostrofò appena lo vide, a mo’ di rimprovero.

-Muoviamoci Lilian, penso che questo pomeriggio sarà il più lungo della mia vita- ribatté Malfoy e le ficcò fra le mani una boccettina contenente un po’ di liquido dorato.

-E se volessi avvelenarmi?- chiese Lily, scrutando sospettosa la pozione. Non era per niente sicura che Malfoy non cogliesse quell’occasione per liberarsi di lei…

-Piantala e bevi, se volessi ucciderti prima ti torturerei a lungo, credimi- fece Scorpius secco e in un sol sorso mandò giù la sua porzione di Soluzione Camaleontica. Lily fece lo stesso ma un attimo dopo si rese conto che non vedeva più Scorpius, essendo che si era mimetizzato con le pareti del corridoio antecedente al Portone. Istintivamente tese una mano davanti a sé- ossia dove si era trovato Scorpius prima di diventare invisibile- e con sua grande sorpresa si trovò a stringere quello che sembrava un braccio.

-Che diavolo fai?-

Sì, effettivamente era il braccio di Malfoy che, sebbene abbastanza seccato, la prese per mano onde evitare che si perdessero. Un quarto d’ora dopo, Scorpius e Lily si libravano nel cielo chiaro di metà marzo, diretti ad Hogsmeade. Era sconvolgente la sensazione di libertà che Lily provava, invisibile agli occhi altrui, lontana da tutti, lontana dai giudizi.

-Se stringi ancora un po’ credo che ad Hogsmeade ci arriverò cadavere- sibilò Scorpius ironico, alludendo al fatto che Lily si stava tenendo alla sua vita con una forza alquanto eccessiva. Evidentemente la giovane Potter non aveva ancora superato del tutto la sua paura di volare…

-Non illuderti, quando deciderò di farti fuori lo farò con molto più stile- ribatté Lily allentando la presa solo per tenere ferme alcune ciocche vermiglie che le erano sfuggite dalla coda; anche lei come Malfoy aveva scelto una tuta griffata per quella giornata di shopping, solo che la sua era giallo ocra.

Scorpius decise furbamente di atterrare vicino alla Stamberga Strillante, di solito disabitata. Anche Lily cercò di scendere con la stessa grazia di Malfoy, ma appena mise piede a terra sentì la testa girarle pericolosamente e così barcollò; tese le braccia in cerca di un appiglio capendo che stava per svenire.  

-Vedi di non spaccarti il tuo bel faccino, non ho voglia di riportarti al castello tutta insanguinata- le disse Scorpius sostenendola per la vita per evitare che cadesse. Era strano come il contatto con lui non infastidisse Lily, abituata a sfuggire baci, abbracci e persino strette di mano di qualsiasi persona si trovasse davanti. Aveva smesso di cercare il calore degli abbracci di sua madre all’età di sette anni.

-Meglio?- chiese Scorpius dopo averla fatta sedere su un masso; a Lily parve di scorgere un filo di allarmismo nella sua voce.

-Sì…credo- fece lei titubante e provò ad alzarsi in piedi. Sì, effettivamente ogni cosa restava al suo posto, dunque il calo di pressione era passato.

-Andiamo- disse allora Scorpius, segretamente sollevato. Si immaginava già a tornare a Hogwarts con Lily mezza svenuta fra le braccia, scatenando così le ire del clan Potter…James armato di randello che lo inseguiva…Naa, fortunatamente la Vipera si era ripresa, ed ora lo stava trascinando quasi di peso ad Hogsmade.

-È orribile, sembra un tappeto- commentò Scorpius un’ora più tardi, mentre osservava Lily che si provava una gonnellina di flanella a stampe floreali. Erano arrivati ad Hogsmade da quasi due ore, due ore di interminabili camerini, abiti, scarpe, borse…Scorpius pensava seriamente che non si sarebbe mai più ripreso da quell’esperienza traumatizzante. Lei si guardò critica, da ogni angolazione, e facendo una smorfia convenne con lui:

-Non pensavo che l’avrei mai detto, ma hai ragione- e detto questo sparì nel camerino per togliersi quell’orrore di dosso.

-Oh, questo sì che ha stile- disse Lily con espressione di pura gioia tenendo fra le mani un corpetto cosparso di perline e paillette ad intreccio di un bianco purissimo.

-Io venero Gucci- aggiunse poi senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso.

-Ci manca poco che lo baci! Dio, quanto sei borghese…- commentò Malfoy sprezzante.

-Tutta invidia Malfoy- fece lei ironica aggiungendo anche il top alla pila di abiti messi da parte.  

-Invidia? Io non mi abbasserei mai a baciare una sanguesporco come te- replicò Malfoy con disprezzo nella voce. Lily non si fece minimamente scalfire dal suo disgusto e replicò a sua volta:

-Menomale Malfoy, così non dovrò respingerti…dicono che un rifiuto ferisca molto l’ego di un ragazzo. Se poi parliamo di te, che sei più vanesio di una ragazza…-

Un quarto d’ora dopo uscirono dal negozio, fra battutine sarcastiche e frecciatine. La Potter fece per trascinarlo verso l’ennesima boutique, quando Scorpius decise che non ne poteva più.

-Basta!- esclamò, fermandosi in mezzo alla strada di colpo. Lily fece ancora qualche passo, prima di accorgersi che Malfoy non l’aveva seguita. Quando lo vide lì fermo, tornò indietro e gli si piazzò davanti con le mani sui fianchi:

-Beh? Già stanco Malfoy? Eppure da campione del Quidditch quale sei dovresti avere una resistenza fisica maggiore della mia…-lo schernì sarcastica.

-Lilian, ora ti spiego un concetto fondamentale. Io sono un maschio. Non sono programmato per fare maratone di shopping interminabili, guardando un numero indefinito di abiti e accessori. Il mio cervello dopo un po’ si scollega- le spiegò lui esasperato. Femmine! Aveva ragione suo padre a dire che erano un’inutile peso per un uomo!

Inaspettatamente Lily rise. Non risate finte, di educata cortesia, ma vere risate. Non stava recitando: stava davvero ridendo come Scorpius non l’aveva mai vista fare da quando la conosceva. Ed era davvero buffa quando rideva, non sembrava neanche più la rigida e snob Lily che Hogwarts era abituata a vedere. Scorpius si sarebbe aspettato di tutto da quella giornata- compreso un duello magico fra lui e la Potter terminato con la morte di uno dei due- tranne che Lily ridesse così di gusto per qualcosa che lui, Scorpius Malfoy, aveva detto. E si sorprese a pensare che, quando Lily rideva mostrando i suoi denti bianchissimi, era bella.

-Oddio Malfoy…- lei intanto di stava riprendendo, tenendosi una mano sulla pancia,- avevi un’espressione così stupida, così maschile che non ho potuto fare a meno di ridere-.

-Certo, infondo io sono qui per farti da pagliaccetto, lieto di servirla madame!- ribatté lui seccato facendole persino un finto inchino.

-Oh oh un inchino…attento Malfoy potrei abituarmici- commentò Lily, tornata ora ad essere sé stessa.

-Non te ne darei il tempo, ti ucciderei prima. Allora, vogliamo andare a comprare questo maledetto pennuto? Meno sto con te più sono contento-  fece lui brusco. Mentre si dirigevano verso Palle di Pelo e Altri Animali, a Scorpius parve di scorgere un piccolo sorriso all’angolo della bocca della Potter. Per l’acquisto di un animale domestico ci volle un’ora, ora in cui Malfoy scoprì di essere allergico a praticamente ogni tipo di pelo, ma alla fine Lily trovò quello che cercava. Quando raggiunse Malfoy fuori dal negozio –era dovuto uscire per i troppi starnuti- reggeva fra la mani una gabbietta in cui si trovava un enorme gufo reale con due occhi rossi come il sangue che mettevano inquietudine. Il pelo era di un bellissimo violetto che non poteva essere naturale.

-Che diavolo gli è successo?- domandò Scorpius guardandolo stranito. Lily lo guardò con superiorità come se fosse un’esperta zoologa e Malfoy un ignorante.

-È un gufo americano, è ovvio che sia viola!- ribatté sdegnata e il gufo tubò come a sottolineare l’ovvietà dell’affermazione.

-E come l’avresti chiamato, di grazia?- le domandò Malfoy camminando a otto metri di distanza da lei mentre si dirigevano verso i Tre Manici di Scopa. Si erano quasi fatte le sette, ora di tornare a Hogwarts, ma Malfoy necessitava assolutamente di un caffè. Non avrebbe retto altri tre quarti d’ora sulla scopa dopo un pomeriggio così estenuante.

-Si chiama Stramonio- rispose Lily e questa volta fu Scorpius a ridere:

-L’hai chiamato come un veleno?!?!- domandò seriamente divertito. Lily fece spallucce, girando svogliatamente il suo thè alla cannella e replicò:

-Perché no?- chiese stranita, specchiandosi con la coda dell’occhio nella vetrata del locale per osservarsi di profilo. Sì, stava proprio bene in quella posizione…

-Beh, allora sappi che Stramonio se ne torna al castello volando, io non ce lo voglio quel coso starnazzante che mi fa starnutire- disse Scorpius sorseggiando goduto il suo caffè.

-I gufi non starnazzano, per tua informazione, e comunque è ovvio che torna al castello volando, i gufi hanno le ali per questo sai?- ribatté lei acidamente sarcastica. Scorpius sentì l’irritazione gonfiargli le viscere per via del tono che lei aveva usato. Era semplicemente odiosa, con quella sua aria da regina e quel sorrisino gelido che non aveva nulla a che fare con il vero sorriso che aveva avuto modo di vedere prima.

Volando con lei di ritorno ad Hogwarts, Scorpius realizzò che la personalità di Lily aveva varie sfaccettature, invisibili ai più, che si fermavano solo al suo essere perfidamente stronza. Come faceva lui…

 

 

                                                                                *****

 

-Quanto odio queste ragazzine modelle…tutte uguali!-

Questa frase esclamata con disgusto percepibile ebbe il potere di fermare Cassiopea Sofia Malfoy, che si stava dirigendo camminando con quella sua aria da Purosangue verso la biblioteca. Aveva la vaga impressione che chi l’aveva pronunciata ce l’avesse con lei e così si voltò di scatto per individuarne l’emissario. Un ragazzino che sembrava avere tredici anni stava appoggiato ad una colonna e guardava apertamente lei. La prima cosa che la bionda Malfoy notò era lo stemma della sua Casa, ovvero Grifondoro, e poi passò ad esaminare il resto. Aveva capelli castani, ricci e scompigliati, due occhi color cioccolato che la fissavano beffardi, il tutto incorniciato da una carnagione ambrata; non portava la cravatta della divisa ed aveva arrotolato le maniche della camicia. Tutto ciò gli conferiva un’inconsapevole aria distratta.

Cassiopea lo guardò fredda e chiese:

-Prego? Dici a me?-

-Dico a te, Barbie- ribadì lui senza staccarle gli occhi di dosso.

-Bar che?- chiese Cassiopea educatamente stupita. La stava forse insultando?

-Barbie ho detto…ah già, ma tu da Purosangue quale sei non sai neanche che cosa sia- rispose lui sarcastico. A questo punto Cassiopea non aveva più dubbi: quello stupido Grifondoro la stava disprezzando per il suo lignaggio e per il suo aspetto fisico.

-E immagino che tu invece da maleducato quale sei non sappia che quando si parla con uno sconosciuto prima ci si presenta- lo rimbeccò la Malfoy acida.

-Invoco il suo perdono!- la schernì lui e poi fece per tenderle la mano dicendo:

-Shane Burke, al suo servizio principessa!-

La Malfoy guardò la sua mano, schifata, e senza stringerla disse:

-Io non tocco degli sporchi Grifondoro, per di più Babbani. Perché sei Babbano no? Il tuo non è un cognome da mago- .

Shane la guardò, il sorriso canzonatorio congelato, e rispose a denti stretti:

-Esatto-.

-Lo sapevo!- esclamò la Malfoy trionfante, poi aggiunse fiera- Io sono Cassiopea Sofia Malfoy. Te lo dico così sai con chi scusarti-.

-Io scusarmi con una Purosangue? E per quale motivo?- chiese Shane riacquistando la sfrontataggine di prima.

-Per aver anche solo osato guardarmi- replicò la Malfoy altezzosa, e detto questo si allontanò. Anche senza voltarsi a guardare, sapeva cha Shane la stava fissando; si sentiva i suoi occhi castani puntati sulla schiena.

 

 

Spazio Autrice:

Salve gente! Eccomi qui con un nuovo capitolo…beh che dire…ho volutamente introdotto la crisi di pianto di Glorya e quella di risa di Lily per mostrare che, sebbene queste due ragazzine si comportino da donne, hanno in realtà solo undici anni e che come tali ogni tanto hanno questo tipo di reazioni. È anche comparso questo Shane, che darà del filo da torcere a Cassiopea…ma non voglio anticiparvi nulla!!! Ringrazio chi mette la mia storia fra preferiti e seguite, chi la legge in silenzio, e passo ora a rispondere alle recensioni al capitolo precedente.

 

DarlingAry: ciao! Sono contenta che il mio modo di scrivere ti piaccia, e ci tengo a spiegare che sto rendendo Lily così stronza e cattiva proprio perché non la vedo uguale agli altri Potter. Mi auguro che continuerai a seguirmi anche se questo aspetto del suo carattere non ti piace molto…baci e grazie per la recensione!

 

Zia Alice: a te rispondo di persona…

 

979: tranquilla, recensisci pure quando puoi, per me è importante che la storia continui a piacerti! Ti confesso che la mia paura è proprio quella di rendere troppo banale la storia, calcando solo il ruolo da stronza di Lily e così ho introdotto il flashback su Scorpius nel capitolo precedente e la storia familiare di Glorya e il personaggio di Shane in questo…spero ti sia piaciuto questo capitolo, grazie per la recensione! Baci, alla prossima!

 

_Le_3_Sclerate_The_Best: ciao!!! Grazie per la recensione! In effetti nei prossimi capitoli Lily e Caroline andranno tutt’altro che d’accordo, due personalità cosí simili dovranno per forza scontrarsi! E sempre nei prossimi capitoli, tutto il mio odio si scaglierà su Rose : ) alla prossima recensione, un bacio!

 

Red_apple: sono felice di averti resa felice (scusa il gioco di parole idiota) !!! spero che la giornata ad Hogsmade di Lily e Scorpius sia come te l’eri aspettata, premetto solo che non ho voluto mettere troppo scontro fra i due per non renderla troppo banale…mi dirai poi cosa te ne pare, spero : ) Il particolare del sorriso di Cassiopea non è stupido o irrilevante anche se può sembrarlo, e sono felice che tu l’abbia notato: l’ho inserito proprio per sottolineare come Cassiopea e Scorpius siano legati anche se di norma le famiglie Purosangue sono alquanto aride di affetto…NON preoccuparti di essere ripetitiva, più mi ripeti che sono brava più mi autoconvinco che non sto facendo proprio schifo come autrice…grazie davvero, di cuore! Alla prossima!

 

BlackFra92: Darliiing!!! Che gioia vedere la tua lunghissima recensione!!! Grazie grazie grazie!!! Per quanto riguarda Astoria la prima ipotesi è la più azzeccata: essendo lei stata impacciata e timida a scuola, non vuole che la figlia sia come lei e così cerca di spingerla ad essere sempre più perfetta con questo suo comportamento distaccato…ma non sa che la nostra Cassy ci soffre per questo, povera! : (

Che te ne pare di Lily e Scorpius a Hogsmade? Volevo farli prendere a capelli, ma mi sono detta che due Purosangue come loro non si abbasserebbero mai a risse alla Babbana…spero ti sia piaciuto!!! Grazie ancora per la recensione e aspetto con ansia la prossima che tu mi lascerai di sicuro! Un bacio darling, alla prossima!

  
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