E se il lato oscuro si nascondesse non davanti
a te, ma al tuo fianco? Se le persone che ti stavano più a cuore fossero quelle da temere di più? Una storia piena di
suspense, avventure, verità nascoste, amore, gelosia, vendetta,
potere...riuscirà questa volta Harry a cavarsela...la forza dell’Amore e del
Coraggio riuscirà a salvare le persone che ama?
Scopritelo in questa nuova ff, sempre
mia, Maripotter!
VI PREMETTO CHE QUESTA FANFICTION VA A RECENSIONI: se riceverò poche recensioni eviterò di spremere le meningi
per trovare un continuo, anche se c’è già...quindi decidete se devo continuare
o no, dipende da voi!
DARK SIDE
L’angusta sala circolare era avvolta nel
buio e nel silenzio.
Gli unici rumori esistenti erano i loro
respiri smorzati dal freddo, e i loro denti che sembravano battere a ritmo di una macabra melodia.
Erano tutti seduti intorno a un tavolo circolare, ognuno con il loro posto marchiato a
fuoco nelle loro menti, e ognuno con la propria sedia contrassegnata da un
simbolo.
Un simbolo di morte.
Al centro del tavolo di legno , era poggiato un libro rilegato in pelle nera, dai
contorni un po’ ingialliti dal tempo e una piccola scritta posta al centro del
manufatto.
Da esso
sembrava scaturire una flebile luce verdastra.
Le pareti della stanza erano scure, prive di bellezza e vita. Non c’erano quadri,
né foto, né qualunque cosa potesse allietare quell’atmosfera tesa, ma che a
loro sembrava piacere.
Su una sedia più grande delle altre,
sedeva un uomo, se così si poteva definire, che osservava le persone attorno a
sé con una lieve soddisfazione.
Il viso
profondo e scavato era evidenziato da tortuose rughe di vecchiaia.
Le labbra
sottili e rosa pallido erano curvate in una
smorfia indefinibile.
La cosa più terrificante di quell’essere,
oltre al significato di se stesso, erano gli occhi.
Occhi di
fuoco, rosso scarlatto, pieni di odio, sete di vendetta e potenza
inarrestabile.
Erano spalancati e abbracciavano con lo
sguardo la stanza e i suoi ospiti, quasi con affetto, come un padre che guarda fiero i suoi bambini.
Ma loro non erano bambini. Né adulti.
Erano ragazzi.
Giovani uomini e giovani donne con una vita
davanti, che le era stata strappata dalla Forza Oscura, dalla
invitante e bramosa Forza Oscura.
Alcuni erano lì per scelta, perché
amavano il potere lo desideravano così ardentemente
che avrebbe fatto qualunque cosa per ottenerla. E solo Lui aveva la risposta.
Altri erano lì perché erano troppo
stupidi e si erano lasciati abbindolare facilmente dal Lato Oscuro che li aveva
attirati con molto successo.
Altri invece erano lì e basta, senza un
motivo, troppo intelligenti per lasciarsi sottomettere e troppo intelligenti
per fare pensieri sulla potenza così frivoli.
Il loro trattamento era stato il più
duro.
Il Signore Oscuro era dovuto entrare
nelle loro menti dalla nascita e corrodere il loro lato buono lentamente, senza
che loro se ne accorgessero e potessero fare qualcosa
per impedirlo.
Le persone al di fuori non se ne accorgevano, ma il loro animo cambiava di giorno in
giorno e si faceva sempre più buio e meno penetrante ai sentimenti.
Questi ragazzi sedevano con la schiena
ritta poggiata rigidamente allo schienale e avevano lo
sguardo vuoto, fisso davanti a loro e le loro espressioni erano implacabili.
Quelli più tranquilli erano gli aspiranti
al potere assoluto. Adagiavano rilassati sulle proprie sedie e si guardavano
intorno curiosamente come se fossero visitatori ad un
suggestivo e interessante museo.
Gli ultimi erano
seduti fiaccamente e avevano gli occhi vuoti, quasi privi di vita.
Ognuno svolgeva e avrebbe
svolto un ruolo preciso per l’Uomo Oscuro e lui andava fiero di ognuno
di loro. Tranne di un soggetto. Ma sarebbe riuscito ad
esserlo.
Faceva parte del gruppo degli
“Intelligenti e irremovibili”.
Non aveva lo sguardo fisso, ma era
rivolto verso il basso, a guardare le proprie mani muoversi convulsamente e
contorcersi , come se volessero combattere tra loro.
Le gambe minute dondolavano avanti e
indietro sbattendo contro la base della sedia che era
troppo alta per il soggetto “morte”.
Sì, quel soggetto era il più potente
nonostante non fosse dotato di particolare forza, che possedevano la maggior
parte degli altri soggetti.
Era la colonna portante del suo
progetto. La parte indispensabile per la riuscita del suo piano.
Si avvicinò ad esso
e poggiò una mano sulla sua spalla e avvicinò il proprio volto al suo.
Sussurrò qualcosa, e il soggetto “morte”
impallidì, ma annuì con il capo tremante.
Era pronto per la missione.
Si alzò lentamente dalla
sedie e si inchinò al Signore Oscuro, inginocchiandosi e chinando il
capo.
Poi si alzò di scatto
e alzò un braccio al viso, la mano tesa davanti alla fronte imperlata di
sudore, come un cadetto militare pronto alla guerra.
Il Signore Oscuro sorrise
malignamente e poggiò una mano sulla testa del soggetto.
Esso lo guardò con un misto di odio e rabbia, ma Lui non si scompose, continuando a
sorridere e fissarlo.
Era pronto. Nonostante non lo volesse.
Il Signore Oscuro pronunciò,
prima di lasciare andare il soggetto a compiere la missione a cui era stato
assegnato:- Harry Potter, è la tua fine!-
- Hermione!-
Harry si alzò di scatto dal letto, spalancando gli
occhi verdi sulla stanza buia.
Quando si accorse che era
stato solo un incubo, fece un sospiro di sollievo e si sedette meglio sul
letto, mettendo la testa tra le mani, per far scomparire quei terribili ricordi
del sogno.
Il sonoro russare di Ron, il suo migliore amico,
rimbombava fastidiosamente nella stanza.
Nonostante fosse coperto dalla morbida trapunta dai
colori di Grifondoro, la sua casata, e dalla finestra accanto al suo letto
entrasse uno spiro di aria calda, il ragazzo stava
gelando.
Si alzò debolmente avvolgendosi la coperta intorno e andò a chiudere la finestra per riscaldarsi, con
scarso successo.
Il freddo continuava a
irrigidirgli il corpo e la mente.
Si voltò verso il camino in
legno che stava al centro del dormitorio. Era spento e da esso
spuntavano solo dei piccoli pezzi di carbone.
Decise di scendere nella Sala Comune per vedere se lì
c’era più caldo.
Indossò le ciabatte e si diresse nella Sala Comune,
che era illuminata solo dalla fiamma danzante del camino, che infondeva nella
stanza un calore che arrivò finalmente a
Harry, che si tolse la coperta e la poggiò sul divano rosso che era ancora più
appariscente grazie al fuoco che si rifletteva su esso.
Si sedette sul sofà accanto al
divano e provò nuovamente a fare chiarezza su quel sogno.
“ La stanza circolare era illuminata da una forte luce
verde. Due persone stavano combattendo al centro di tutto. Intorno a loro altre
persone, ragazzi, combattevano lanciandosi incantesimi e talvolta maledizioni
senza perdono.
La cosa orribile era che i suoi amici lottavano con i
suoi amici!
Non erano
Mangiamorte le figure incappucciate ma erano suoi
compagni di Hogwarts avvolti in lunghi mantelli neri, che lanciavano
Maledizioni in lingue antiche che alle orecchie di Harry risuonavano
incomprensibili, in più la lotta contro Voldemort gli rubava tutta la
concentrazione.
L’uomo sembrava essere diventato più basso di Harry ma
la sua forza non era per nulla paragonabile alla sua altezza. Era decisamente superiore Era avvolto in un lungo mantello nero
e gli copriva anche il volto.
Si lanciavano anatemi senza sosta
ed entrambi erano ormai allo stremo delle forze ed erano stremati dal lungo
combattimento che sembrava infinito.
Improvvisamente un urlo agghiacciante si levò dalla
stanza e echeggiò contro le anguste pareti.
Harry si voltò di scatto e vide
il suo migliore amico, Ronald, sbalzato in aria, ricadendo a terra, privo di
vita.
Un rivolo di sangue era cominciato a defluire dal suo
povero corpo mentre lui esalava il suo ultimo respiro.
-NOOOOOOOOOOOO!!!-
Harry si allontanò dalla barriera
creata da lui stesso e si avvicinò all’amico. Una lacrima rigò il suo
volto mentre osservava l’amico tra le sue braccia, con la sua divertente e
allegra vita spenta per sempre.
Lo abbracciò come in anni di amicizia
non aveva mai fatto e non si era mai concesso e guardò con odio l’assassino. E
restò a bocca aperta.
L’assassino non era nient’altro che Ginny, la sua
sorellina.
Sul suo volto non c’era traccia di tristezza e
disperazione. La sua era una maschera si indifferenza
totale.
I capelli rossi uscivano fuori dal
mantello e svolazzavano nell’aria. Gli occhi azzurri come quelli del fratello
erano più accesi che mai e sul suo volto era dipinta ora un piccolo sorriso di
vittoria.
Harry la guardò stupefatto e si
allontanò correndo da loro.
Tornò nella barriera dove l’Oscuro Signore lo
attendeva con le braccia scheletriche conserte e il volto perennemente coperto.
Il ragazzo lanciò immediatamente una Maledizione
cogliendolo di sorpresa e Voldemort fu scagliato in aria e ricadde a terra tramortito.
Harry si avvicinò, pronto a dargli il colpo di grazia.
Ma prima voleva guardarlo per un ultima volta in faccia, perché era sicuro che
dopo il suo incantesimo non ne sarebbe rimasto molto di lui.
Si inginocchiò davanti a lui e gli sfilò
lentamente il cappuccio, scoprendo dei capelli ricci castani.
Davanti a lui non comparve il volto di Voldemort, ma
il viso sottile di Hermione, che aveva aperto gli occhi nocciola e lo fissava
con un sorriso furbo e maligno dipinto sul volto che aveva tanto amato.
Non poteva ucciderla.
La ragazza, senza bacchetta,
lanciò un incantesimo all’amico e così fu lui sottomesso a lei.
Prima di dargli il colpo di grazia, gli baciò con passione le labbra poi si preparò all’attacco.
Il ragazzo urlò il suo nome, prima di risvegliarsi.
Il pensiero del sogno tornò prepotentemente nella
testa di Harry che chiuse gli occhi e provò a
riaddormentarsi.
Proprio mentre le braccia di Morfeo lo stavano per
accogliere, una sottile mano si posò sulla sua spalla scuotendolo e una flebile
ma squillante voce lo chiamò.
-Harry...-
Il ragazzo sussultò e si voltò
indietro, incrociando il volto assonnato di Hermione.
La ragazza era in piedi dietro di lui e indossava una
camicia da notte bianca, che le arrivava alle ginocchia. I capelli erano legati
in due trecce che le ricadevano in avanti e la frangetta le sovrastava gli
occhi lucidi per la stanchezza.
Subito a Harry venne l’impulso di scappare via da lei,
ma si trattenne e le sorrise.
“che diavolo sto pensando, è
la mia migliore amica!”
Intanto Hermione si era
seduta accanto a lui, guardando le fiamme, poi Harry attirò la sua attenzione
chiedendole:- Come mai sei qui?-
-Ho sentito qualcuno scendere e sono venuta a vedere
chi era, sapevo che eri tu...-
disse lei, guardandolo dolcemente.
Lui le chiese quasi immediatamente:-
come facevi a saperlo?-
Passarono alcuni secondi, in cui l’unico rumore era lo
scoppiettare del fuoco, poi la ragazza rispose, ridendo sommessamente:-...non avrà molto senso, ma...chiamalo intuito femminile!-
tornò a guardare il fuoco intensamente, studiandone i movimenti armoniosi.
Harry invece, si occupò di studiare lei. Intuito femminile...lei
era decisamente diventata femminile.
La camicia da notte le modellava precisamente le forme
e diventava più sinuoso in prossimità del petto e delle gambe, sottolineandone le sagome che si vedevano attraverso il
tessuto semi trasparente.
I polpacci che uscivano dalla
tunica erano affusolati e minuti ed erano lievemente abbronzati. Si meravigliò
dell’idea di volerla vedere in costume.
Le mani erano intrecciate tra
loro e le dita sottili si contorcevano lievemente, come piccoli e delicati serpenti.
I suoi capelli non erano più voluminosi
e scuri come quando l’aveva conosciuta, ma erano
formati da riccioli precisi e ordinati e il loro colore era un biondo cenere,
rasente al colore del grano.
Gli occhi nocciola erano
più luminosi, di una luce speciale, come se fosse riservata a qualcuno in
particolare. Un persona sicuramente molto fortunata.
La ragazza si voltò nuovamente verso di
lui e gli chiese: - c’è qualcosa che non va?-
Harry avvampò e disse velocemente:- no, assolutamente niente!-
Hermione gli regalò un piccolo sorriso,
scoprendo i candidi denti che Harry ricordò, erano
stati rimpiccioliti due anni prima, in seguito ad un incantesimo di Draco
Malfoy.
- hai fatto un incubo?-
Il ragazzo si meravigliò nuovamente
della sua capacità, così sembrava, di leggere nella mente delle persone,
soprattutto la sua.
-...no, ma è sempre lo stesso- mentì il
ragazzo, guardandola rassicurante.
Non avrebbe voluto sapere la sua
impressione se le avesse detto che aveva sognato lei
nelle vesti di Voldemort!
L’amica fece un
sospiro di sollievo e chinò il capo, facendo un lieve sbadiglio,
coprendosi le labbra con una mano.
- Sei stanca...vai
a dormire, che vado anche io...-
Disse Harry guardando la giovane, che era visibilmente sfinita e faceva fatica a
focalizzare ciò che era intorno a lei, per il sonno che gli appannava lo
sguardo.
- Sì, forse è meglio, andiamo-
Si alzarono entrambi e salirono sulle
scalinate che conducevano ai dormitori, cercando di fare meno confusione
possibile ma ad un certo punto, Hermione inciampò in un gradino e cadde a
terra, provocando un rumore sordo che echeggiò nella scalinata.
-Ti sei fatta male?- chiese Harry
preoccupato, aiutandola ad alzarsi. Ma la ragazza non aveva un espressione
addolorata, bensì mostrava un sorriso peccaminoso e furbetto.
- Sono un disastro!-
Il moretto sorrise
sollevato e insieme continuarono a salire e quando arrivarono davanti
alle porte dei dormitori si salutarono con voce flebile. Hermione, prima di
entrare nella sua stanza, da cui provenivano lievi sospiri e piccoli rumori,
arruffò dolcemente i capelli a Harry.
Quando chiuse la porta dietro di sé, il
ragazzo si portò una mano alla nuca, nel punto in cui si
era posata la mano della ragazza.
Era una sensazione strana, ma piacevole.
Sentiva ancora
la mano della ragazza posata sopra il suo capo e quel tocco amichevole e il
pensiero di Hermione accompagnò Harry in un nuovo sonno, questa volta
privo di incubi.
Fatto il primo capitolo! Lo
so che dovrei studiare invece di scrivere, ma...mi sto preparando per la prova
scritta di italiano! (eh!) Vi prego nuovamente di
recensire...ne ho bisogno!
Il primo capitolo non ha molto senso, perché è introduttivo, ma più avanti...si vedrà!
Avete capito chi è il
soggetto “morte”? Chi è la persona che ucciderà Harry, o almeno, ci proverà?
Scopritelo leggendo e
recensendo!
Maripotter91