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Autore: Mizar    11/11/2009    3 recensioni
“James… Sei sicuro che Lily e Remus non correranno alcun rischio a bere questa brodaglia?" “Tranquillo Paddy mio! Domani i nostri dispiaceri amorosi saranno finiti!” Cosa succederebbe se Sirius e James decidessero di usare una pozione per far innamorare chi non li ricambia? Secondo me potrebbero esserci guai in vista... Giudicate un po' voi!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

*****

Cioccolato a colazione




Era una tranquilla notte settembrina.

Nell’aria tersa e già piuttosto fredda, brillavano stelle luminose, mentre una falce di luna stava, piano piano, percorrendo il suo sentiero.

Nel castello di Hogwarts, studenti e professori, dormivano il sonno dei giusti, nella pace e nel silenzio, mentre nella capanna di Hagrid ferveva un’insolita attività.

Tra sibili sinistri e sbuffi di denso fumo colorato, Sirius e James s’affaccendavano attorno ad un calderone, che sobbolliva piano nel camino, emanando un odore a dir poco terrificante.

“Cavoli, Ramoso, qui sta traboccando tutto… C’è una schiuma che fra un po’ arriva al soffitto”, gridò Sirius, accaldato e scarmigliato, cercando, a suon di schiantesimi, di domare la pozione che cercava di fuggire dal paiolo.

“ Ma che cosa c’hai messo dentro?”, continuò inviperito, circondato da quelle che sembravano bolle di sapone giganti.

“Tredici gocce di tintura madre di genziana…C’è scritto qui, guarda!” mormorò Potter, srotolando una vecchia pergamena sotto il naso dell’amico.

“Ma da quant’è che non ti fai l’esame della vista, talpa! Qui c’è scritto tre gocce…”

“Tre, tredici… Che vuoi che siano due o tre gocce in più… E’ mica roba velenosa quella che stiamo usando…”

“Se lo dici tu, mi fido…Io in pozioni ho quattro…”

“Vedi, ammetti anche tu la mia superiorità… e continua a mescolare, invece di perderti in chiacchiere… Abbiamo ancora poche ore, prima che Hagrid ritorni… Non deve sospettare di nulla o stavolta finiamo veramente nei guai! ”

Sirius, con un sospiro, riprese in mano il mestolo, che il mezzogigante usava per il minestrone e, tenendolo con entrambe le mani, perché era smodatamente grosso e pesante, ricominciò a girare la pozione.

“Sette giri a destra, due a sinistra, altri quattro a destra, poi tre a sinistra poi…”

“Paddy dov’è l’uva ursina?”

“Sei a destra… no a sinistra… ma insomma James! Adesso ho perso il conto! Che cavolo ne so di dov’è l’uva, la dovevi prendere tu!”

“Ehh ma che caratteraccio… Comunque l’ho trovata… Era sotto il sedere di Thor. Su, bestiaccia, molla il sacchetto e smettila di sbavare…Che schifo!!!”

“James… Sei sicuro che Lily e Remus non correranno alcun rischio a bere questa brodaglia? Adesso, grazie a te, ci sono anche i peli e la bava del cane…”

“Tranquillo, il calore sterilizzerà il tutto. Vedrai, Paddy mio, domani i nostri dispiaceri amorosi saranno finiti!”

Sirius, sorrise beato, riprendendo a mescolare.

L’indomani mattina, a colazione, James e Sirius erano i primi.

Avevano dormito, si e no, tre ore, quella notte, ma ne era valsa la pena.

“Eccoli”, mormorò Sirius, vedendo apparire in fondo alla sala Remus e Lily che, come sempre, stavano chiacchierando animatamente, confrontando i risultati dei loro esercizi per verificarne l’esattezza.

Per quei due secchioni l’ora della colazione era, soprattutto, l’ora del ripasso.

“Peter è pronto?” Chiese agitatissimo Black, allungando il collo verso l’ingresso.

“ Tranquillo… Appena si saranno seduti spedirà il gufo…”

“Speriamo…E’ così tonto quello…”

“Sirius… Non voglio che ti accanisca contro Pet in questa maniera. Lui fa quello che può! Non è certo colpa sua se, la natura, con lui è stata matrigna, poverino!”

“Già, proprio poverino…”, pensò Sirius, ma non disse nulla.

“Buongiorno Sirius, buongiorno James, come mai in piedi a quest’ora?”, chiese stupito il licantropo, accorgendosi, in quel momento, della presenza dei suoi due amici.

Di solito, la mattina, amavano rimanere a letto fino all’ultimo minuto e, quasi sempre, arrivavano poco prima del suono della campanella d’inizio lezione.

“Questa notte non sono stato bene e allora ho preferito alzarmi un po’ prima, per andare in infermeria”, mentì spudoratamente Sirius, mentre Remus corrugava la fronte, preoccupato.

“Sirius… Perché non mi hai svegliato! Avrei potuto accompagnarti io da madame Chips…”, disse, tutto agitato, il licantropo, mentre gli posava una mano sulla fronte per verificare che non avesse la febbre.

“Non temere ci sono andato io con lui…”, gli venne in soccorso James, guadagnandosi un’occhiata risentita da Lupin.

“Ora stai meglio vero Sis? non mi pare tu sia caldo…”

“Si, sta benone, Remi, era solo un poco d’indigestione”, s’intromise di nuovo James, mentre Remus continuava la sua visita medica, tastando il polso e guardando gli occhi di un estatico Sirius.

Black adorava vedere che Remus si preoccupava per lui e inscenava tragedie greche ad ogni starnuto, per poter essere coccolato e compatito dal dolce licantropo che gli aveva stregato il cuore.

Infatti, anche stavolta, cominciò a balbettare d’atroci crampi allo stomaco, massaggiandosi la pancia con fare sofferente, mentre Remus, apprensivo come una chioccia, già impallidiva.

“Remi, caro, se Sirius ha avuto un po’ d’indigestione è normale abbia male alla pancia; basterà una tazza di the caldo a rimetterlo in forma, vedrai”, disse saggiamente Lily, porgendo a Black il bricco del the e togliendogli dal piatto la torta al cioccolato, di cui si era abbondantemente servito.

Il ragazzo l’incenerì con lo sguardo, ma continuò la commedia, mentre Remus si sedeva accanto a lui, carezzandogli i capelli e mormorandogli incoraggiamenti.

In quel mentre, un grosso gufo, planò sul loro tavolo.

Legata alla zampetta portava una scatolina che, opportunamente ingrandita, risultò una confezione di cioccolatini ripieni extrafini del negozio di Mielandia.

“A Remus per il suo onomastico” recitava il bigliettino e in calce portava la firma della signora Potter.

“Ohhh”, commentò il licantropo con gli occhi che luccicavano dalla felicità, “non sapevo che oggi fosse San Remus, ma la tua gentile mammina si è ricordata di me”, sussurrò commosso, guardando riconoscente James.

In realtà quel giorno era San Maurizio e, i cioccolatini, li avevano comperati Sirius e James per i loro turpi scopi ma, questo, Remus non lo seppe mai.

Intanto, generoso come sempre, dopo aver aperto la scatola, offrì i suoi dolci agli amici.

Sirius rifiutò ma, d’altronde, lui era malato ed era normale non potesse mangiare cioccolatini.

Anche James si dichiarò un poco indisposto e non mangiò il suo dolcetto.

Lily, invece, ne prese volentieri un paio, prima di recarsi al suo posto, a metà della tavolata, tra Alice e Annabella.

Anche Remus si mise in bocca un cioccolatino, mentre serviva premurosamente il the a Sirius.

“Mmmmm, che buoni”, disse goloso, “James questa sera scriverò una pergamena di ringraziamento a tua madre”.

James sorrise, metre Sirius faceva gli occhioni da cucciolo.

“Stasera credevo mi avresti aiutato a studiare… Sto così male che non so proprio come farò a seguire la lezione…”

“Certo che ti aiuterò Sir, lo sai”, lo rassicurò solerte il licantropo, addentando un altro cioccolatino.

“Non ti preoccupare di nulla, prenderò io gli appunti oggi, così tu potrai riposare.”

Non aveva ancora finito di parlare che il suo viso assunse una strana tonalità scarlatta, mentre la voce gli moriva in gola.

Boccheggiò ancora un paio di volte e poi stramazzò al suolo, mentre dal centro della tavolata s’udiva il grido di Alice, che cercava di reggere una Lily svenuta.

   
 
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