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Autore: Purelove    11/11/2009    12 recensioni
L’inverno è ormai arrivato. Il vento invernale mi colpisce come una doccia gelata. Mi copro fino al naso con la sciarpa bianca ed alcune ciocche scappate dal chignon si posando delicatamente sulla mia fronte. Con un gesto deciso le rimetto al loro posto. Il mio passo è deciso. Non bisogna lasciarsi ingannare dal mio aspetto angelico poiché è solo un’illusione che mi ha regalato madre natura. L’insospettabile ragazza della porta accanto fa il lavoro più crudele che possa esistere. Chi sospetterebbe mai di una ragazza come me? Mi chiamo Bella Swan ed ho 20 anni. Professione: Killer. Spero di avervi incuriosito!
Genere: Erotico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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PRIGIONIERA

Ciao! Come al solito non ho parole per ringraziarvi tutti enormemente per il sostegno che mi state dimostrando per questa nuova storia. E' un pò particolare e per questo i vostri incoraggiamenti mi aiutano a portarla avanti! Sono contenta che vi piaccia e che vi abbia incuriosito.

Vi ringrazio ancora per il supporto tramite i commenti, facebook, messaggi privati e msn.

Grazie mille di cuore...XD


Apro gli occhi. Rimango in silenzio ad osservare le pareti bianche della stanza. Benchè ci siano le tende tirate dei flebili raggi entrano prepotentemente nella camera.

Mi volto e fisso la sveglia.

Segna le 8:25.

Tra 5 minuti suonerà.

Chiudo un attimo gli occhi per cercare di ricordare cosa ho sognato ma tutto è inutile. Sono sicura di aver fatto un incubo e ne sono la conferma le coperte che sono tutte stropicciate e in disordine.

La sveglia suona. Per un meccanismo elettronico le tende della mia camera da letto si aprono contemporaneamente al suono che provoca.

La luce del Sole stavolta invade la stanza. Il bianco dei muri riflette ancora di più i raggi.

Spengo la sveglia in malo modo. Bechè sono già sveglia il rumore mi da sempre fastidio.

Sbadigliando scendo dal letto posando i piedi cautamente sul pavimento che è gelato. Il contatto con la superficie mi provoca un brivido che sale lungo la schiena.

Prendo la vestaglia che avevo lasciato sul divanetto ai piedi del letto e infilo le ciabatte.

L’odore del caffè mi porta in cucina. È programmata per farmelo trovare bello caldo ogni volta che mi sveglio. Un’altra cosa per cui dovrei ringraziare Jasper.

Prendo una tazza dalla credenza e ne verso un po’ assaporandone già il gusto.

Sorseggio due o tre volte prima di sentire un rumore che viene dal salotto. E' un trillo.

So perfettamente a cosa corrisponde quel segnale.

Mi siedo placidamente sul divano di fronte alla televisione e attendo. Quando il suono si interrompe la televisione si accende automaticamente.

Mentre aspetto sorseggio un altro po’ di caffè rimasto ancora nella tazza.

Quando anche l’ultima goccia di caffè è finita sullo schermo appare una donna. Il mio contatto. Gianna, lei è un'umana come me.


«Buongiorno Fawn. L’organizzazione ti rinnova i complimenti per l’ottimo lavoro da te svolto ieri sera con la collaborazione di Celebrity.» dice la donna mentre io rimango impassibile alle adulazioni che mi vengono fatte.

«E’ stato un gioco da ragazzi. Fin troppo semplice per i miei gusti. Voglio qualcosa di più interessante la prossima volta. » gli rispondo freddamente guardando fuori il panorama che mi viene offerto dal grattacielo.

«Infatti il capo ha già un lavoro per te.»dice la donna incominciando a far scorrere sul mio televisore delle foto di persone. Alcune di esse sono i prossimi obbiettivi. Non sono tutti per me. Verranno divisi in base alle nostre abilità e alle nostre conoscenze.

Il televisore si sofferma sul volto di una ragazza.

Gianna incomincia a parlare.


«Stephanie Meyer. Ricercatrice per l’esperimento 2568KZ. Attuale locazione: Polonia, Mielec. Coordinate: 50°17'N 21°25'E. E’ tenuta nella base militare locale. Sotto stretta sorveglianza. Fawn…ci serve. Le sue conoscenze in campo militare sono fondamentali. Sta lavorando ad un progetto segreto per conto del governo.» mi spiega Gianna interrompendo le immagine del luogo che venivano trasmesse sulla televisione.

«A quando la partenza?»gli chiedo.

Il campanello suona. Guardo il televisore, Gianna sta sorridendo. Guardo dallo spioncino è un fattorino. Apro la porta.

«Buongiorno signorina. Ho una consegna per lei» mi dice il fattorino porgendomi una busta bella gonfia. La tasto mentre torno in salotto.

«Che efficienza. »apro la busta tirando fuori un biglietto e un mare di carte con le informazioni che mi servono.

«Se accetti partirai oggi pomeriggio alle quattro. L’aereo sarà pronto per quell’ora. Non sarai sola. È troppo importante questo obbiettivo.» mi spiega.

«Chi ci sarà?»le chiedo sfogliando i fogli che mi sono stati appena consegnati.

«Oltre a te verrà in missione: Celebrity e Fire. The Rock è già sul posto per degli accertamenti. »commenta Gianna abbassando lo sguardo probabilmente su delle carte che ha lei in mano.

«Accetto. »rispondo immediatamente. Più siamo più il pesce da pescare è grosso. Poi è esaltante lavorare con dei vampiri, si fanno meno scrupoli degli umani.

«Lo sapevamo.»commenta la donna sorridendo «Mike ti vuole vedere prima della partenza. A pranzo possibilmente.»

Tiro un lungo respiro di rassegnazione.

«Ci sarò. »rispondo guardando per l’ultima volta la donna che interrompe la comunicazione.


La televisione riprende a trasmettere i soliti programmi. Guardo le prime notizie sul telegiornale.


Stamattina è stato trovato morto nel suo appartamento l’onorevole Lowel Cartwell. Rappresentante nella camera dei Consiglieri. Le forze dell'ordine hanno rilasciato una dichiarazione nella quale viene teorizzata l'ipotesi che sia stato ucciso nella propria casa. Putroppo per gli agenti non ci sono segni di infrazioni.

L’onorevole stava vagliando una importante proposta alla camera per quanto riguarda le armi tecnologicamente avanzate immesse nel mercato. Gli aggiornamenti tra un’ora esatta.


Spengo la televisione con un ghigno dipinto sul volto.

Almeno adesso so perché l’ho ucciso.

Mi guardo allo specchio della camera da letto. Oggi ho deciso che faccio un pò di palestra. Devo essere sempre in perfetta forma per sostenere le missioni.

Indosso la tuta da ginnastica ed entro nella sala macchine dell’appartamento, gentilmente concessa da Mike alle sue "ragazze umane". La cosa che mi piace di più è che non devo neanche uscire fuori di casa per allenarmi.

Comincio a correre. Quando ero una ragazzina sarei morta piuttosto che fare qualsiasi sport ma la mia mente come il mio corpo è cambiato.

Io sono cambiata.

Dopo un’oretta di allenamento mi vado a fare una bella doccia per distendere i muscoli.

Ho studiato alla perfezione quella che è la tattica proposta da Jasper.

Non c’è margine d’errore.

Esco dalla doccia. Mi avvolgo in un caldo asciugamano. I capelli cadono in modo disordinato sulle mie spalle.

Mi viene in mente l’acconciatura che portavo quando frequentavo le medie e il liceo, o per meglio dire l'assenza di acconciatura. Credo che il parrucchiere mi abbia visto pochissime volte e indossavo sempre il solito banale cerchietto per tirare i capelli indietro.

Ho visto alcune foto l’altro giorno e devo ringraziare il cielo di aver intrapreso questo lavoro. Sono più curata nell'aspetto e mi prendo maggiore cura del mio corpo.

Corpo sano in mente sana.

Gli ho tagliati un po’ cercando di tenerli comunque sempre lunghi. Ora però preferisco tenerli sciolti oppure raccolti in un morbido chignon. Devo ammettere che cambio spesso acconciatura. Tutte quelle che mi sono persa quando ero ragazza.

Gli asciugo velocemente con il phon per poi tirarli su con un grosso mollettone.

Guardo l’orologio distrattamente. Undici.

Prendo una gonna nera ed una maglietta verde pastello con uno scollo un po’ azzardato e mi infilo le scarpe nere con il tacco.

Prendo la giacca ed esco fuori dall’appartamento.

Ho lasciato la valigia già pronta sull’entrata così quando gli scagnozzi di Mike verranno a prendermi le cose la troveranno già dietro la porta di casa.

Prendo l’ascensore. Mi appoggio alla parete della cabina mentre aspetto che arrivi al pianoterra.


«Buona giornata signorina Swan. »mi saluta il portiere del grattacielo.

«Buona giornata anche a te!» gli rispondo rivolgendogli uno dei miei sorrisi migliori. Il mio sorriso da brava ragazza.


Fuori trovo già la mia macchina pronta dal posteggiatore. Una Ferrari F430 nera. È un regalino dopo la mia prima missione importante. L’avevo già detto che ci trattano bene?

Per fortuna poi hanno smesso di regalarmi macchine costose se no adesso potrei una concessionaria.

Salgo in macchina appoggiando la borsa sul sedile del passeggero.

Metto in moto la macchina e mi dirigo verso “l’ufficio” di Mike. Anche quello è solo una copertura. È circa a venti minuti di macchina da me. Ne approfitto per ripassare lo schema proposto per la missione.


Lancio le chiavi della macchina al posteggiatore del grattacielo dove dirige l’organizzazione Mike. Quell’imbranato per poco non le lascia cadere. Certe persone sono così incompetenti.

Prendo l’ascensore.

Dal decimo piano in poi è tutto riservato all’organizzazione.

Premo il pulsante 25 e guardo scorrere i piani evidenziati.

Il venticinquesimo è anche l’ultimo piano. L’intero piano è dedicato a Mike.

Arrivati al decimo piano l’ascensore si blocca. Una voce metallica mi da il suo benvenuto.

«Impossibile proseguire oltre, la preghiamo di scendere al nono piano.

Guardo la telecamera posta all’interno della cabina con sguardo truce.


«Mike mi sta aspettando. Sono Fawn. »gli dico pazientemente incorciando le braccia.

Ogni volta è sempre la stessa storia.

I controlli qui sono ai massimi livelli ma non è che non mi hanno mai visto!


Quando finalmente le porte si aprono varco la soglia trovandomi davanti la segretaria di Mike, il suo nome è Angela.

Lei non sa il mio vero nome, le uniche persone qui dentro che mi conoscono veramente sono naturalmente il capo, Mike e le altre persone con cui sono solita a lavorare.

Gli altri, come Angela, in realtà mi conoscono soltanto con il nome di Fawn.

I nomi dei più importanti non vengono mai rivelati.

«Ti stava aspettando. »mi dice Angela prendendo la mia giacca.

«Grazie. Ora ci penso io a lui. Fai pure una pausa. »le dico facendole l’occhiolino.

Chi vuol capire...capisca.

«Come vuoi Fawn. »mi risponde riponendo la mia giacca nell’armadio in legno d’acero e dirigendosi verso una porta del piano.


Entro nella stanza. La voce di Mike proviene da dietro una grosso poltrona nera. Dal tono sta litigando. Mi avvicino senza provocare il ben che minimo rumore. Anche se so già che sa che sono nella stanza.

Giro la poltrona lentamente, Mike mi sorride rimanendo costantemente con il telefono appoggiato all’orecchio.

Alzo leggermente la gonna per avere più libertà e lascio intravedere le autoreggenti.

Mi siedo a cavalcioni su Mike con le gambe parallele ai miei fianchi.

Con un sorrisino incomincio a lasciargli una scia di baci infuocati sul collo, mordicchiandogli anche talvolta il lobo. Vedo che socchiude gli occhi. Tra un bacio e un altro vedo la sua erezione già più che visibile nei pantaloni neri dal taglio classico che indossa.

Continuando ad ascoltare cosa dice la persona dall’altra parte del telefono mi accarezza la schiena sostando sul mio gluteo per avvicinarmi meglio verso la sua virilità.


«Fai come ti dico io!»urla d’un tratto Mike agganciando con rabbia il telefono.

«Scusa baby…ma quello mi stava rovinando il nostro appuntamento. »mi dice accarezzandomi la guancia.


Mike mi solleva tenendomi per i fianchi facendo aderire la mia schiena contro la scrivania.

I nostri baci diventano sempre più infuocati. Con estrema facilità mi toglie la maglia e il reggiseno cominciando a baciarmi i seni.

Un gemito involontariamente esce fuori dalle mie labbra. Con le dita affondo di più nei suoi folti capelli biondi. Non posso più aspettare e neanche lui dalla sua palese erezione.

Gli slaccio la cintura e gli abbasso i pantaloni. Le mie mutandine scendono lungo le mie gambe.

Sollevo i fianchi ed inarco la schiena per approfondire ancora di più quell’incontro tra i nostri corpi. Scivola dentro di me in modo lento ma deciso finché le spinte non si intensificano ed entrambi raggiungiamo il piacere.

Sta ancora per alcuni minuti adagiato sopra di me.

Quando finalmente si toglie mi rimetto a posto sussurrandogli un grazie con voce roca all’orecchio.

Mike sorride scuotendo la testa.

Mi siedo davanti alla sua scrivania aspettando che mi dica qualcosa. Il solito argomento che affronta quando abbiamo finito di fare sesso.


«Sei incredibile….anche se devo ammettere che se tutte le donne fossero come te il mondo sarebbe migliore.»mi dice mentre si riallaccia i pantaloni.

«Cosa c’è? Lo dovresti sapere ormai…»gli rispondo rivolgendogli un sorrisetto beffardo.

«Sì. Ma pensavo che forse magari un giorno avresti smesso di ringraziami…»dice Mike accendendosi una sigaretta.


Già. Ogni volta gli dico grazie. Ho messo subito le cose in chiaro. Certo non gli ho detto mica che lo uso per avere le missioni migliori ma ho chiarito che questi nostri incontri erano solo un modo per scaricare la tensione.

È per questo che ogni volta gli dico grazie. Perché mi ha fatto solo scaricare un po’ di tensione. L’accordo è che quando smetterò di dirglielo vorrà dire che provo qualcosa per lui. E non lo considero più come un semplice compagno di scopate.

Mi porge una sigaretta.

«Lo sai che non fumo. »gli rispondo – un giorno quelle sigarette ti uccideranno.

«Prima o poi tutti dobbiamo morire. »mi risponde aspirando la sigaretta.


«Allora oggi pomeriggio parti per la Polonia, giusto?»dice chiedendomi conferma.

«Partenza alle quattro dall’aeroporto. »lo informo.

«Mi raccomando. Lavoro pulito. Non voglio né testimoni né possibili collegamenti con noi. »mi dice tornando al suo ruolo di capo.

«Non fatele del male. La voglio viva.»

«Non ti preoccupare. Jasper ha preparato un ottimo piano. È tutto pronto. Manca solo il nostro intervento. Venendo in macchina mi ha chiamato The Rock. È riuscito a localizzarla all’interno dell’edificio. Prevediamo di concludere la missione entro domani notte. »gli spiego guardandolo negli occhi con il mio sguardo deciso.

«Bene. Ti va di mangiare qualcosa?»mi chiede sorridendo e spegnendo la sigaretta nel portacenere.

«Dipende dove. »gli rispondo con un sorrisetto.

Mike mi guarda ridendo.

«Dai…alzati…ti porto al McDonald. »mi dice alzandosi dalla sua poltrona.

 

Ok. Non linciatemi...lo so che fa schifo la parte con Mike anche perchè io odio Mike. Bleach! abbiate pazienza per un pò....Edward è qui da qualche parte. Arriverà ve lo prometto...perchè senza Edward...che storia sarebbe?? ihihihih

Mi raccomando commentate commentate commentate!

Piaciuto il prossimo obbiettivo?!? la nostra Meyer. hihih piccolo omaggio a questa grande scrittrice.

e un'altra cosa....chi mi sa dire perchè ho scelto quel nome in codice per Bella? Ogni nome in codice ha il suo perchè! hihi spero che lo abbiate notato. In caso contrario dateci un'occhiata!

Un bacione enorme a tutti quanti XD

   
 
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