GENNAIO, SECONDA META’
- Paolo, mi sono rotto i
coglioni di stare qua… Lo sai, io non sono come te.
- E perché Stefano, sentiamo. Io come sarei?
- Sei tu… Ecco come sei. Hai il tuo lavoro,
le tue cose… Che cazzo c’entro io qui?
Paolo guarda il fratello riempire rabbiosamente un vecchio borsone.
E forse vorrebbe poter essere come lui per una volta: forte,
impulsivo e perché no… Anche un po’ egoista. Ma come
questo pensiero prende forma nella sua testa, già capisce che non potrà mai
farlo, che non potrà mai cambiare.
- Se ti può interessare, io un lavoro non ce l’ho più. E nemmeno una
fidanzata.
Questa volta è Step a guardarlo stupito, interrompendosi
improvvisamente.
- Come Pa’… Ti hanno licenziato? – chiede,
sinceramente dispiaciuto.
Guarda il fratello annuire sommessamente e voltarsi per
raggiungere il divano. Quasi meccanicamente, senza pensarci, lo segue, e si
ritrovano così l’uno accanto all’altro, a fissare un punto imprecisato, davanti
a loro. Stanno così per un po’ in silenzio.
- Stefano, prima che tu te ne vada, vorrei
dirti una cosa – dice poi Paolo, attirando quasi
magneticamente l’attenzione di Step.
- L’avrei fatto anche io. – continua.
- Avresti fatto cosa, Paolo? – chiede
guardandolo negli occhi.
- Spaccargli il muso… Lo avrei fatto anche
io. Ad Ambrosini.
Step sgrana gli occhi, non crede alle
proprie orecchie.
- Sapevi anche tu allora… E perché? – gli
chiede quasi con rabbia – Perché non hai mai…
- Non ho mai detto nulla? – lo precede – Per
lo stesso motivo per cui non l’hai mai fatto nemmeno
tu – si interrompe sorridendo - per papà.
Step guarda di nuovo Paolo.
Non l’avrebbe mai immaginato, anche lui aveva sempre saputo tutto,
e come lui aveva taciuto.
Povero Paolo.
All’improvviso si alza dal divano, e torna nella sua camera. Ormai
la decisione è stata presa: quella casa, quella città…
Tutto gli sta troppo stretto. Babi, Pollo, e poi sua madre. Non può sopportare tutto questo in una volta, non lo può proprio
sopportare.
E come un vigliacco, ha deciso di scappare da tutto e da
tutti, sa che è il solo modo per lenire il suo dolore. Ed
è convinto che anche Paolo, se potesse, farebbe proprio la stessa cosa. Ma Paolo è diverso: è responsabile, è maturo, è un adulto, e
gli adulti non fuggono. Mentre lui, lui com’è?
Insensibile, violento, irresponsabile… Quante volte si è sentito chiamare in
tutti questi modi? E forse qualcosa di vero c’è. Ma forse c’è anche dell’altro.
Si guarda distrattamente allo specchio, e poi indossa un giubbotto
di pelle, quello nero, pesante, e si butta il borsone in spalla.
- Ci vediamo Paolo –
saluta il fratello.
- Non ti può fermare nulla, vero?
Step fa segno di no con la testa, mentre tra i suoi pensieri si delinea l’immagine di Babi: perché solo lei forse potrebbe
convincerlo a restare. Ed invece è solo lei la causa
della sua partenza.
- Fammi almeno sapere dove starai… -
continua Paolo.
Step sorride, e poi i due ragazzi si abbracciano, finalmente
sentendosi realmente vicini, come mai erano stati.
- In bocca al lupo Paolo!
- Anche a te...
E l’istante dopo Step è in strada, in sella alla sua moto, e
sfreccia per le strade ancora bagnate a causa della pioggia di quella notte,
con il cielo grigio sopra la sua testa, e il vento gelido di gennaio che presto
gli entra nelle ossa.
Si lascia tutto alle spalle: le risse, le
corse in moto; i litigi con suo padre, il silenzio e l’insensibilità di sua
madre; e si lascia alle spalle anche lei.
E’ questo quello a cui pensa. E’ questo quello che decide quando vede la scritta sul ponte,
quella scritta che era stata così bella e luminosa, e che ora è solo una
macchia sbiadita, quasi illeggibile, e triste. Almeno
lo era ai suoi occhi, perché lui lassù non ci sarebbe mai più arrivato.
GENNAIO, PRIMI GIORNI DEL
MESE
- Step, allora parti sul serio?
Pallina non riesce a credere alle parole dell’amico.
- Mi mancherai un sacco, lo
sai vero?
Step annuisce. Pallina è stata l’unica in grado di stargli vicino
in quegli ultimi mesi; avrebbe tanto voluto chiederle di partire con lui, ma
poi qualcosa gli aveva fatto capire che sarebbe stato sbagliato.
- Anche tu mi mancherai – le risponde
abbracciandola.
- Hai ragione tu Step, bisogna voltare
pagina, anche se è così difficile e doloroso, ci proverò…
Il ragazzo sorride, e accarezza i capelli all’amica.
- Beh, se hai bisogno, sai dove sarò.
Pallina annuisce e ricambia il sorriso.
- Fino a che non mi sarò trovato un lavoro,
starò da Roberto e Marianna. Non voglio più pesare su Paolo. E poi speriamo di
riuscire almeno ad trovare un buco in affitto. Tu
chiamami quando vuoi…
- Lo farò senz’altro, stanne certo!
La ragazza fa per andarsene, ma all’improvviso,
senza voltarsi, si ferma.
- Non la chiamerai, vero? – gli chiede, già
conoscendo la risposta.
- Non credo sia il caso.
Pallina annuisce.
- Vuoi che glielo dica? – continua poi.
Step sospira.
- Fa come credi, anche se non penso possa interessarle.
Parlare di lei gli è ancora così insopportabile… E la situazione è
ormai diventata talmente intollerabile da sembrargli quasi ridicola.
Saluta un’ultima volta Pallina, la simpatica e dolce Pallina.
Le mancherà sul serio. Sarà forse l’unica persona di cui sentirà
la mancanza.