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Autore: Lilyan    14/06/2005    10 recensioni
Se vi capitasse di dover essere costretti a passare del tempo con chi proprio non sopportate...come reagireste? E se poi scopriste che.... Non vi anticipo niente... leggete!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Legami Invisibili

Legami Invisibili

di Lilyan

 

16. Perché proprio lui?

 

Dopo il primo ballo ne seguì un secondo e… prima che la festa fosse finita, Hermione e Draco avevano dato modo ai presenti di farsi strane idee sul loro comportamento.

Se da un lato, sembrava quasi inconcepibile che quei due, oltre che parlarsi civilmente, addirittura ballassero insieme, dall’altro nessuno poteva smentire l’evidenza… e cioè che formassero davvero una bella coppia!

Alle due circa, era  giunta l’ora per tutti di tornare alle proprie scuole o alle proprie case, se non volevano rischiare di essere scoperti! E a piccoli gruppi lasciarono la stamberga strillante per non dare eccessivamente nell’occhio.

Solo allora gli studenti di Hogwarts, rimasti per ultimi a sistemare la sala, si resero conto dell’assenza di Harry.

Non che fossero passate ore da quando, solo, era sgattaiolato fuori per ricevere il messaggio che tanto attendeva… forse una quarantina di minuti… ma poi non era più rientrato e, peggio, nessuno se ne era accorto!

Hermione raccolse da una delle poltrone il mantello di Harry e preoccupata cercava di convincere Malfoy ad andare a cercare l’amico. Ron era combattuto… se da un lato voleva aiutare Hermione a ritrovare Harry, dall’atro il fatto di vagare di notte per Hogsmeade lo faceva letteralmente rabbrividire.

Inoltre, conoscendo il moro, probabilmente si era stufato e, a quest’ora, era già tornato ai dormitori e stava bellamente dormendo.

Con questa “plausibile” e soprattutto comoda teoria, Ron riuscì a fatica a convincere la ragazza che, controvoglia, seguì il resto del gruppo verso la scuola.

 

- Salve giovane Potter! Sapevo che ci saremmo rivisti presto! –

Due occhi color del cielo stavano osservando Harry amorevolmente, pur cercando di scrutare al di là della sua strana espressione.

La notte autunnale avvolgeva con le sue ombre le due figure, che si erano incontrate sulla riva del lago di Hogwarts e le nascondeva da occhi indiscreti.

- Grazie per essere qui… e per aver risposto così in fretta alla mia richiesta. –. Il moro sorrise gentilmente all’interlocutore.

- Come avrei potuto rifiutare? Dopotutto sono stata io a dirti di chiamarmi nel caso avessi avuto bisogno… ed ora eccomi qua… dimmi, che cosa succede Harry? Perché mi sembri così angosciato, nonostante tu stia cercando di apparire tranquillo?

- Io… io non lo so. Non so cosa mi stia succedendo… - Harry era confuso, ma doveva a tutti i costi parlarne con qualcuno o sarebbe scoppiato… e forse questa era l’occasione giusta per farlo - Sono stufo di essere così… di sentirmi cosi… di essere Harry Potter… e di avere tutto il mondo sulle spalle! Non so come spiegarlo… è difficile… -.

- Su, ora calmati, siediti, rilassati e raccontami cosa è successo -.

Harry ascoltò il consiglio di Andromeda e si sedette sull’erba a pochi passi dall’acqua. La brezza fredda che proveniva dal lago lo fece rabbrividire e, per proteggersi maggiormente, piegò le gambe verso il petto e le circondò con le braccia.

Il giovane grifondoro, quindi, raccolse un profondo respiro e poi iniziò a raccontare alla donna centauro tutto quello che gli era capitato nelle ultime settimane… del fatto che non riuscisse a fidarsi del comportamento di Malfoy, il quale sembrava tutto d’un tratto un’altra persona rispetto a quella che aveva conosciuto nei sei anni passati… di come non riuscisse a digerire che Hermione si trovasse apparentemente così bene con la serpe… e che da tempo non riusciva e, forse, non voleva nemmeno confidarsi con i suoi amici perché credeva non avrebbero mai potuto comprenderlo fino in fondo ed aiutarlo… per infine terminare con il resoconto dettagliato dell’incubo che aveva avuto la notte prima e che era già la seconda volta che gli capitava.

- Cosa può significare secondo te? – le chiese infine sperando di avere un po’ di conforto e soprattutto delle risposte da quella creatura così misteriosa.

Andromeda lo fissava sorpresa ma allo stesso tempo benevolmente.

Gli occhi fissi sul ragazzo e sul volto un’espressione pensierosa.

- Credo sia venuto il momento che tu comprenda alcune cose, Harry. Non pensavo che arrivassi a questo livello così in fretta… ma dopotutto… tu sei tu… - Disse enigmatica sorridendogli.

- Che significa? COSA dovrei sapere? -.

- Mio giovane amico, non essere impaziente… tutto a suo tempo! Non è compito mio raccontarti certe cose, ma credo che delle spiegazioni ti siano dovute -. La donna centauro si alzò e fece alcuni passi fino ad arrivare a sfiorare l’acqua del lago.

Harry la osservava rapito. Era così bella e misteriosa, diversa dagli altri centauri che aveva conosciuto, e aveva la capacità di farlo stare bene, di rilassarlo, col solo tono soave della voce.

Dopo alcuni istanti, Andromeda ruppe il silenzio.

- Come ti ho detto la prima volta che ci siamo incontrati, ero già a conoscenza di cosa ti stava accadendo. Non è un mistero per me che tu abbia da poco scoperto di avere un’anima affine e so che questo ti deve aver sconvolto non poco… -.

- SCONVOLTO? Diciamo pure scioccato! Immagino quindi che tu sappia anche di CHI si tratta… purtroppo! Oltre al fatto che io non ne sapevo proprio nulla delle anime affini… sembra che dopo le prime belle parole sul fatto che può succedere e che col tempo ci avrei fatto l’abitudine… nessuno si è più preso la briga di spiegarmi che cosa realmente significhi... non che io abbia avuto voglia di fare troppe domande al proposito…!-.

- Capisco. – La voce della donna si era fatta più dura.

Harry tacque. Vide il volto di Andromeda farsi più cupo e serio.

- Non hai provato a chiedere a lui come si sentisse? Non hai cercato almeno una volta di capire se anche lui prova le tue stesse sensazioni, Harry? Perché non hai tentato di affrontare il problema, perché per te è un problema, vero, con chi è nella tua stessa condizione? – Ora Andromeda si era voltata verso Harry e lo osservava austera.

- Ma io… -

- Tu cosa Harry? – Lo interruppe prima ancora che potesse dire qualcosa. - Non sei da solo in questo problema… ma tutto questo sembra non importarti a quanto pare. Sei concentrato solo sulla tua vita, sulla tua condizione e non vedi via d’uscita se non chiuderti a riccio su te stesso per tentare di risolvere da solo ogni cosa… come hai sempre fatto del resto… o mi sbaglio? -.

Harry fissava basito la creatura che aveva di fronte e che ora gli appariva tanto diversa da come era la prima volta che l’aveva incontrata.

Andromeda, come se non avesse per nulla notato l’espressione di Harry, continuò – Mi hai appena confessato di non poter parlare con i tuoi amici, perché credi che non siano in grado di aiutarti in alcun modo. Allora perché non provi a parlare con i tuoi nemici… e tu sai a chi mi riferisco… potresti scoprire che qualcuno potrebbe darti le risposte che cerchi… e potresti rimanere sorpreso nell’apprendere che non sei il solo ad avere paura e non sapere che cosa questa nuova condizione significherà per tutti -.

- Io non ho intenzione di parlare di un bel niente con Malfoy, se è questo che mi stai suggerendo! – Harry si alzò di scatto in piedi quasi urlando e facendo alcuni passi verso Andromeda. – Non ho nulla da spartire con lui, se lui è così tranquillo non mi importa, a me questa storia non va proprio giù. Vorrei solo delle spiegazioni, tutto qui! Ma sembra che nessuno me le voglia dare! Io non sarò mai un suo amico, non faremo mai nulla insieme. Io sono un Grifondoro, lui un Serpeverde. Lui è il figlio di uno dei più grandi Mangiamorte, io sono Harry Potter –. Concluse sussurrando appena il proprio nome come se quelle parole pesassero più del piombo.

- Allora è questo il problema! Il fatto che lui è un Malfoy e tu sei Potter… Harry, credi davvero che dei nomi possano determinare quello che una persona è realmente? Non metto in dubbio che vivere in una certa famiglia o crescere in un determinato modo possano in qualche modo influenzare gli atteggiamenti di qualcuno. Ma prima o poi, per ognuno di noi, arriva il momento in cui la nostra coscienza ci mette di fronte alla realtà e ci fa comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato… sta a noi poi stabilire se continuare per la strada che ci è stata in un qualche modo imposta, oppure se decidere autonomamente di seguire il nostro cuore e la nostra ragione –. Chiara e lapidaria. Ecco come era stata Andromeda e Harry era lì in piedi che l’ascoltava in silenzio. Non aveva più voglia di risponderle. Non comprendeva a fondo ciò che il centauro gli stava dicendo, ma sembrava tutto così facile in quelle parole… mentre per lui la strada appariva inesorabilmente come un’infinita salita.

- Harry, rifletti, tu hai scelto di non essere un Serpeverde, vero? –

- C-come fai a saperlo, nessuno… -.

- Non importa come, dimmi è così? -.

- Sì -.

- E perché, spiegami, non hai voluto che il Cappello Parlante ti smistasse a Serpeverde? –

Harry rifletté un secondo su quella domanda e poi si decise a rispondere.

- Perché quella era la casa di Voldemort e di tutti coloro che poi sono diventati mangiamorte… tutti i maghi oscuri ne hanno fatto parte… -.

- Ma il cappello ti voleva mandare lì, era la tua strada, allora perché non hai voluto? -.

- Perché non volevo e basta! Non volevo essere come loro, non era giusto, io non volevo essere cattivo! -.

- Appunto! Hai deciso tu cosa fosse bene per te. Nonostante ti chiamassi Potter e i tuoi genitori avessero combattuto contro Voldemort, il cappello ti voleva mandare a Serpeverde, ma tu hai deciso che non era giusto e così ora sei un Grifondoro. Harry, il nostro futuro può essere scritto nelle stelle, o nelle profezie – e gli fece un piccolo sorriso al quale Harry rispose sbarrando i propri occhi verdi incredulo – ma alla fine siamo noi a determinare la strada attraverso cui compiere il nostro destino. Tu sei destinato a grandi cose, Harry, non c’è dubbio, e molte di queste le dovrai affrontare di persona, senza l’ausilio di nessuno, ma non ti è proibito di farti accompagnare in questo percorso dai tuoi amici o da chi ti può dare una mano. Non si può sfuggire al fato, questo no, però puoi rendere le cose più facili o più difficili, a seconda delle decisioni che prenderai… questo sta a te –.

Se già non era confuso, ora non seguiva più il discorso della donna che gli stava di fronte.

Eppure qualcosa di vero usciva da quelle parole, solo che in quel momento accecato dal risentimento verso il Mondo intero, Harry non riusciva a coglierne l’essenza.

Si sedette nuovamente sul prato e con le mani a sorreggersi la testa rimase per minuti interi a fissare il lago senza più dire una parola.

Andromeda fece lo stesso e rimase in attesa di una sua mossa.

- Perché proprio Malfoy? – Chiese in un sussurro Harry riprendendosi dai suoi pensieri.

- Perché non lui? – Il centauro rispose astutamente con un’altra domanda.

- Sarebbe stato più facile… -.

- Ne sei certo? -.

- Insomma, lui… lui è… -.

- Lui è Draco e tu sei Harry -.

- Sì, ma suo padre è un mangiamorte e anche lui un giorno lo sarà -.

- Glielo hai chiesto? -.

- COSA? E’ ovvio che lo sarà, si è sempre vantato di suo padre e di cosa fosse che non l’ho mai dubitato un istante! -.

- Te lo ha detto lui? -.

- Ma non ce n’è bisogno, ne sono certo! -.

- Lo hai mai sentito dire che vuole diventare un Mangiamorte? – Rincarò Andromeda.

Harry rifletté per un momento e poi abbassò la testa sconfitto.

- Parlagli Harry, non aver paura di scoprire che in realtà Draco non è quello che hai sempre creduto… se invece capirai che è tutto come ritieni da sei anni, beh, a maggior ragione dovresti affrontarlo per avere delle risposte, una volta per tutte -.

Silenzio.

- Ho paura! -.

- Ne ha avuta tanta anche lui -.

- Non sono pronto! -.

- Probabilmente non lo è nemmeno lui -.

- Non ce la farò mai… non mi ascolterà e io non voglio parlargli! -.

- Cerca dentro di te Harry e troverai un sacco di cose da chiedergli… e non credere… lui ti ascolterà -.

- Sembra che tu lo conosca molto bene… -.

- Possiamo dire di sì, esattamente da sei anni -.

- Come è successo… sì, insomma, come mai lo hai conosciuto? –

- Piton mi ha mandato da lui perché lo aiutassi quando aveva scoperto di avere un’anima affine… guardando te ora, mi sembra di rivedere lui al primo anno… aveva le tue stesse paure, i tuoi stessi dubbi… -

- Malfoy? -.

- Si, Harry. Solo che lui, a quel tempo, era da solo. E ha dovuto farsene una ragione da solo! Tu ora lo hai scoperto e hai la fortuna di poterne parlare con lui se vuoi… a Draco questa occasione è mancata tanto tempo fa, ma credo che nonostante siano passati anni, avrebbe bisogno anche lui di avere un confronto diretto con te -.

- Io non lo so… non ce la faccio… -.

- Harry, non deve accadere stasera e nemmeno domani se non vuoi… ma prima o poi ti renderai conto che non puoi ignorare questa cosa. Siete anime affini! Tu e Draco sarete legati per tutta la vita, che voi lo vogliate o meno! I vostri destini sono già scritti e si intrecceranno di certo sempre più strettamente. Non cercare di nasconderti, far finta di nulla non ti proteggerà da tutto questo. Credi che Draco non ci abbia provato? Sono sei anni che nasconde a tutti il fatto di sapere che sei tu la sua anima affine… e cosa ha ottenuto? Nulla, se non allungare i tempi di questa scoperta! La verità è uscita comunque e ora siete entrambi di fronte alle vostre vite! -.

- Ma non è così semplice… ci sono tante cose, persone che verranno inevitabilmente coinvolte e io non voglio mettere in pericolo nessuno! – Continuò Harry con tono apprensivo.

- Stai parlando di Hermione? – Lo spiazzò Andromeda.

- Come? No, cioè… sì… insomma non solo lei… -.

- Non nasconderti anche con lei. Non nasconderle il tuo cuore. Non merita tutto questo e soprattutto… ricordati che non puoi cercare di proteggere tutto il mondo, è impossibile! -.

- Ma io non voglio proteggere il mondo, solo le persone a cui tengo! –

- In che modo Harry? Allontanandole a poco a poco da te? E soprattutto, loro vogliono essere protette e in questo modo? Lo hai mai chiesto loro? -.

- No… però… io voglio solo che siano al sicuro! -.

- Ma tu non puoi impedire loro di far parte della tua vita! -.

- Se sarà necessario per salvarle, allora sì -.

- Oh Harry! Hai bisogno di fare chiarezza nel tuo cuore e nel tuo animo… in questo momento sei sconvolto dagli eventi… ma tieni a mente che se continuerai così, a lungo andare, perderai comunque le persone a te care… saranno loro ad allontanarsi da te ed allora sì che non sarai più in grado di proteggerle! -.

- Ma io… non posso legarmi a loro. Molte persone a me care sono morte, i miei genitori, Sirius, Cedric… non voglio che Hermione, Ron o gli altri amici facciano una fine simile! Persino Malfoy non se lo merita… sono legato a lui dal destino? E allora? A cosa ci porterà tutto questo?… significa che moriremo insieme? Ci ammazzeremo a vicenda? Evviva! Non aspettavo altro! – Concluse con amara ironia.

- Non parlare così Harry… so che non pensi realmente queste cose, sei solo arrabbiato! – Cercò di tranquillizzarlo.

- Forse… ma perché io e lui… è questo che vorrei capire! Siamo così diversi, non siamo nemmeno della stessa casa, eppure è accaduto a noi! Perché non Ron, o Seamus… persino Paciock!? -.

- Perché era nel vostro sangue! -.

- Che cosa vuol dire “era nel vostro sangue”? -.

- Questa è una lunga storia, Harry, ma purtroppo dovrai fartela raccontare da Silente, io non sono la persona giusta per parlarti di certe cose -.

- Ma tu lo sai sicuramente, tu sai tutto! Ti prego dimmelo! Ho bisogno di sapere! Sono stufo di essere trattato come un povero ragazzino indifeso. Si tratta della mia vita, dopotutto, e devo poter decidere io e non gli altri!-.

- Non posso Harry, mi dispiace. Questa cosa la dovrai chiedere a Silente! -.

Harry rimase deluso. Stava finalmente scoprendo delle cose interessanti, ma ecco che adesso era già tutto finito. Lo sguardo perso nel nulla come stesse pensando a qualcosa di molto importante.

- E sia! Ho deciso! Sono stanco di essere sempre all’oscuro di tutto! Andrò a parlare con Silente! E’ Tempo che mi dia delle spiegazioni… e sai… ci vado proprio ora! – Disse d’improvviso il Grifondoro alzandosi da terra e facendo per andarsene.

- Aspetta, sono le due passate! – Tentò di fermarlo Andromeda, ma le sue parole si persero nel vento. Ormai si vedeva solo la sagoma di Harry che correva nella notte verso il castello e che alzava una mano in segno di saluto.

 

Harry corse a perdifiato fino ad un passaggio nascosto poco lontano dall’ingresso principale. Era fermamente deciso a salire nell’ufficio del preside e fargli il terzo grado. Questa volta era fermamente deciso: non si sarebbe mosso dallo studio finché non avesse avuto tutte le risposte che necessitava!

Poi un lampo a ciel sereno.

Qualcun altro sapeva…

MALFOY!

Lui sapeva di certo tutto. Erano più di sei anni che sapeva… e Harry ci avrebbe scommesso tutto quello che possedeva, che in quel tempo, Draco aveva fatto tutte le ricerche del caso.

Dopo tutto, perché scomodare a quell’ora Silente?

Avrebbe aspettato in infermeria che Hermione e Draco tornassero dalla festa di Blaise, e in qualche modo avrebbe parlato al biondino.

In fondo, non era questo che gli aveva detto Andromeda?

Si, beh, forse avrebbe dovuto aspettare un momento migliore, ma doveva e voleva sapere… al diavolo l’ora e le buone maniere per una volta tanto!

Al secondo piano, quindi, deviò a destra senza salire le scale e corse lungo il corridoio, diretto all’infermeria.

 

- Non ti preoccupare, Granger, vedrai che a quest’ora Potter è già nel suo lettino a russare! -. Draco cercò di essere convincente, anche se lui stesso non credeva a ciò che diceva… ultimamente Potter era talmente strano, che chissà cosa stava combinando! Non aveva la minima idea di dove fosse… E lui non poteva controllarlo come avrebbe voluto!

- Non lo so… sono preoccupata… mi è sembrato così pensieroso questa sera… non era lì con noi, la sua testa era da un’altra parte e Dio solo sa cosa darei per sapere cosa gli frulla nel cervello! – Hermione non aveva smesso un attimo di rigirare tra le mani il mantello di Harry da quando erano rientrati in infermeria.

Draco la osservava intenerito. Si chiedeva se Potter fosse davvero così stupido a non voler confessare i propri sentimenti a quella ragazza.

Lui aveva imparato ad apprezzarla in quelle settimane. Era davvero intelligente e la sua compagnia non era affatto sgradevole, anzi, si era trovato a discutere con Hermione di cose che nemmeno la metà dei suoi compagni conosceva.

Avrebbe voluto aiutarla in quel momento, ma non sapeva assolutamente dove fosse Potter e men che meno sapeva come consolare qualcuno… a dire la verità non gli era mai capitato!

- Vedrai che è solo un momento… sono sicuro che prima o poi ti racconterà… -.

Draco si diede da solo dell’idiota.

Hermione a quelle poche parole aveva drizzato le antenne e lo aveva guardato come se avesse appena scoperto un tesoro.

- Allora TU sai qualcosa?! Non parleresti così altrimenti… Malfoy ti prego, se sai perché Harry si comporta così dimmelo… -.

- No… non … io non so proprio niente è che… davvero… - Ormai si era incartato.

Ma che cavolo gli era passato per la testa?

I suoi neuroni stavano ancora festeggiando a suon di whisky incendiario? Oppure aveva scordato la testa alla stamberga strillante e non se ne era ancora reso conto?

Conoscendola, non lo avrebbe lasciato più in pace finché non glielo avesse detto. Ormai si era condannato da solo!

Ma detto cosa poi? C’erano mille cose che non sapeva su Potter! Non c’era mai stata l’occasione di parlare realmente con lui. Harry non glielo aveva proprio permesso! Anzi, sembrava che dal giorno in cui aveva scoperto che loro erano anime affini, avesse cercato ancor più del solito di attaccarlo per trovare un pretesto per scontrarsi.

Se solo spifferava qualcosa, anche la più innocente parola… Potter, stavolta, lo avrebbe di sicuro ucciso… e non per modo di dire… inoltre non poteva nemmeno raccontarle a Hrmione delle anime affini… non era compito suo metterla al corrente di tutta la situazione… stava a Potter rendere partecipi i suoi amici di quello che gli succedeva!

Ma allora cosa poteva fare adesso?

- Malfoy?!!! Non credere di fregarmi… tu SAI e a costo di perderci tutta la notte ti farò confessare! -

- Non oseresti! –.

- O sì mio caro…  so essere davvero fastidiosa se voglio…! –

- Che paura…! -.

- Mi vuoi mettere alla prova? -.

E così, dopo un centinaio di tentativi di Draco di arrampicarsi sui vetri per sviare alle domande della Granger, e altrettanti inutili sforzi di Hermione per farlo parlare, il serpeverde, forse preso dalla stanchezza o forse solo per sbaglio, si lasciò sfuggire quello che si era ripromesso di tacere.

- BASTA! Non ne posso più! Mi hai rotto! Lo vuoi proprio sapere? OK. Potter è innamorato! Contenta adesso? -.

Silenzio.

Draco si rese conto delle parole che aveva pronunciato, solo dall’espressione incredula di Hermione. D’improvviso la ragazza si era ammutolita e lo osservava con uno sguardo vuoto.

- E chi è lei? – Chiese accennando un sorriso forzato.

- E’ NO GRANGER, ora basta, non ce la faccio più! Ho già detto anche troppo e rischio seriamente la pelle! Questi sono fatti di Potter e a me non interessano minimamente. Chiedi a lui se vuoi… o forse quando se lo sentirà, sarà lui a dirtelo! – Draco era esausto. Era passato un tempo infinito da quando avevano iniziato a discutere. Aveva fatto un vero pasticcio e ora non intendeva peggiorare la sua già precaria situazione… se Potter avesse saputo… sarebbe stato un vero guaio!

- Ma a te lui lo ha detto! – Disse Hermione sussurrando.

- Non proprio! -.

- Cosa vuol dire non proprio. Lo hai sentito parlare con qualcun altro? -.

- Granger, te l’ho detto ho già parlato anche troppo. Mi vuoi proprio vedere morto? -.

Hermione alzò un sopracciglio accennando un sorriso.

- Molto bene Granger. Felice di sapere che mi vuoi stecchito. Ora possiamo andare a dormire? -.

- Non fino a che non mi dici come lo hai saputo! –

- Non oseresti… -.

- Hai già visto come sono testarda e sai una cosa Malfoy…? Non ho per nulla sonno IO! -.

- Carogna! -.

- Vigliacco! -.

- Disonesta! -.

- Vuoi continuare ancora per molto? – Gli chiese la moretta determinata.

- Questa però è l’ultima domanda. Intesi? Nessun diritto di replica. Chiaro Granger? -.

- OK – Fu l’unica cosa che Hermione seppe dire. Era troppo curiosa e voleva sapere.

- Diciamo che lo ha involontariamente detto durante una lezione serale di Piton e che quindi io ne sono a conoscenza. Tutto qui! Non si può certo dire che si sia confidato con me. Contenta?-.

Hermione come promesso non chiese altro e non proferì alcuna parola. Si lasciò cadere sul letto e rimase a fissare il soffitto per parecchio tempo.

Draco rimase parecchio tempo a guardarla. Senza parlare.

Alla fine entrambi si addormentarono sfiniti sui propri letti e ancora vestiti.

 

E così li trovò Harry una volta entrato nello stanzone.

Pensava che non fossero ancora rientrati dalla festa, ma si era sbagliato. “Dovevano essere davvero stanchi per essersi addormentati ancora vestiti” pensò il ragazzo sedendosi su di una poltroncina vicino al letto di Hermione. Dopo qualche istante, fece apparire una coperta sopra entrambi i ragazzi affinché potessero dormire al caldo.

In fondo era stato meglio così.

Con che scusa si sarebbe presentato lì a quell’ora? Non ci aveva riflettuto abbastanza, tanto era preso dai suoi pensieri. Che figura ci avrebbe fatto a piombare lì senza motivo apparente?

Osservò a lungo la ragazza che stava dormendo. Era bellissima. E si chiese se stesse davvero facendo bene ad allontanarla da sé. “ Chissà cosa pensa lei di tutto questo” si domandò mentre allungando una mano verso il suo viso, le scostava una ciocca di capelli che ribelle le era scivolata sugli occhi.

Poi lo sguardo si rivolse al giovane sull’altro letto. Un morso di rabbia lo prese allo stomaco. L’immagine di Malfoy che invitava a ballare Hermione gli tornò prepotente alla mente facendogli molto male. Avrebbe però dovuto sopportare questo ed altro se davvero voleva tenere Hermione lontana da sé per proteggerla. Ma era davvero pronto a tutto questo?

Con questi pensieri e stanco all’inverosimile, Harry si addormentò infine sulla poltrona.

 

*

*

*

Continua

 

* * * * * *

Scusate il ritardo ma ho avuto il cosiddetto “blocco dello scrittore”!!!! Insomma ho cancellato e riscritto questo capitolo almeno tre volte e il risultato è quello che è… uno schifo! Non sono riuscita a scrivere proprio quello che volevo… problemi miei direte… e avete ragione!!! ^_^

Perdonatemi e speriamo meglio nel prossimo.

Thanks a tutti come sempre!!!!!!

Bax

 

© Lilyan ©

 

 

 

  
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