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Autore: PattyOnTheRollercoaster    13/11/2009    2 recensioni
E' mai possibile che io m'innamori sempre della persona sbagliata? Prima Bella, che rischiavo di tramortirla con una carezza, ma adesso abbiamo superato il limite!
L'unica persona che mi dovrebbe odiare e con la quale io non dovrei avere niente a che fare... mi piace.
Questa è la storia più patetica che abbia mai sentito, ed è la mia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7.Away from home

Spesero veramente tanto. Prima di tutto mangiarono in pizzeria come se fossero dei barboni affamati, poi Lil si comprò una maglietta. Infine andammo in giro tutta la notte almeno fino alle tre. Incontrammo la ragazza Assassina, che si chiamava Caroline. Ci invitò a casa sua ma Lil rifiutò, dicendo che voleva tornare a casa. Matt invece restò con lei e ci separammo. Accompagnai Lil a casa e lei mi chiese di salire. Senza pensarci troppo accettai.
“Sai qual è la cosa più bella di tutta questa storia assurda?” mi chiese Lil quando fummo seduti sul letto a gambe incrociate, uno di fronte all’altro.
“Quale?” chiesi sorridendo.
“Il fatto che non è cambiato nulla. Noi siamo qui a parlare tranquilli, ma tu sei un Vampiro e nonostante tutto sei qui! Forse per te ormai è normale, ma non so se capisci quanto è strana per me la cosa”.
“Shh, ho sentito qualcosa. Svegli i tuoi” dissi posandomi un dito davanti alla bocca.
“Hai ragione”. Lil scese dal letto e chiuse la porta della stanza dei suoi genitori e la sua porta. Poi accese una lampada da tavolo e la puntò sul soffitto, e alla fine spense la luce. La stanza piombò nella penombra.
“Non pensi che faccia molto effetto film horror? Il Vampiro e la povera …” cominciò a dire con voce teatrale risedendosi.
“La povera Cacciatrice di Vampiri”. Terminai la frase com’era giusto che finisse. No?
“Io intendevo povera ragazza” disse Lil piccata.
“Non sei per nulla po…” cominciai, ma venni fermato dalle labbra di Lil, che si erano posate sulle mie.
Stavo così, seduto con le gambe incrociate, mentre Lil si avvicinava a me e mi baciava con tale passione che non riuscii a mantenere il solito autocontrollo. Continuando a baciarmi Lil mi posò le mani sulle spalle e mi fece sdraiare. Non reagii, nonostante una parte di me mi dicesse che era pericoloso, e che dovevo fermarmi. Lil mi prese le mani e le guidò lungo il suo corpo caldo e morbido. Sentii le sue gambe fremere sotto le mie dita gelate, la linea sinuosa dei suoi fianchi e la curva dei suoi seni.
“Aspetta” esclamai scostandomi da lei, leggermente ansimante.
“Cosa c’è?” chiese stupita sollevandosi.
“Potrei farti male, lo sai?” chiesi.
“Edward mi spiace informarti che non sono più pura come credi tu”.
“E’ stato con Rudy?” chiesi incuriosito. “Non è questo il punto!” dissi poi scuotendo la testa. “E’ che potrei … non controllarmi. Sono cento volte più forte di te, potrei ucciderti” dissi.
Lil rimase stupita, ma ci pensò un secondo. “Però io non sono nemmeno completamente umana” disse sorridendo e premendo il suo corpo contro il mio. Sentii il calore del suo corpo morbido, il suo profumo, e vidi i suoi occhi che mi osservavano non con malizia, ma, oserei dire, quasi con felicità, e speranza.
“Dai … Lilian” cercai di dissuaderla, ma ormai era partita, e anche io. Mi baciò e cominciò a sbottonarmi la camicia.  A quel punto pensai: al diavolo! Ribaltai le posizioni e la feci sdraiare sotto di me, accarezzandole una coscia.
“Mi hai convinto. Hai usato i giusti argomenti” dissi baciandole il collo.

Fino alla mattina dopo Lil continuava a dire di non volersi addormentare perché io sarei restato sveglio, ma alla fine cedette e si addormentò che erano quasi le cinque di mattina. Rimasi lì, ad accarezzarle distrattamente una guancia, mentre lei era poggiata al mio petto. Non sentiva freddo? Magari non le importava, pensai speranzoso. Nel resto della casa intanto sentivo dei rumori. I genitori di Lil si stavano alzando. Sentii sua madre uscire presto, verso le sei di mattina, mentre il padre ancora era in casa. Pensai che dovevo svegliare Lil per andare a scuola, ma poi ricordai che era l’ultima settimana e mi aveva chiaramente detto che non aveva intenzione di andare se non martedì, per recuperare un brutto voto in matematica. Mi alzai piano, senza svegliarla, e mi rivestii. Ad un tratto sentii qualcuno imprecare e il padre di Lil entrò nella stanza. Lei si svegliò di soprassalto, io ero ancora in piedi che mi stavo riallacciando la camicia.
L’uomo non mi degnò nemmeno di uno sguardo e si diresse a grandi falcate verso Lil. “Hai preso tu i soldi?!” chiese urlando.
Lil ancora confusa per la sveglia improvvisa e brusca, rispose un vago e spaventato: “No”.
“No, e allora chi è stato?!” continuò l’uomo.
“Non lo so!” a quel punto Lil si era arrabbiata. Si mise seduta e s’infilò una larga maglietta che la copriva fino alle ginocchia. “Li avrai spesi tutti a bere” disse acidamente. L’uomo le mollò un forte ceffone sul viso. Anche io sobbalzai. Lil si portò una mano alla guancia e lo guardò con odio. “Che c’è? Sei arrabbiato perché sai che ho ragione?” chiese.
“Non mi parlare così ragazzina!” disse prendendola per un braccio. Lil si divincolò e si liberò. Io ero rimasto paralizzato. La violenza di quell’uomo mi aveva lasciato di stucco e il comportamento provocatorio di Lilian non era migliore. Non l’avevo mai vista così. I suoi occhi mandavano scintille, solo odio si vedeva in quegli occhi, del tutto diversi da quelli che mi avevano guardato la sera prima. Sentii la porta di casa aprirsi e corsi a vedere chi era.
“Matthew” sussurrai con voce sconvolta quando lo vidi. Lui mi guardò un secondo, poi corse in camera. Lo raggiunsi e vidi che cercava di separare suo padre da Lilian, che aveva ormai le lacrime agli occhi.
“Allora, adesso sai chi li ha presi?!” chiese l’uomo.
“Fermo! Sono stato io! Sta’ fermo!” disse Matt urlando.
“Tu? Brutto ladro. Ma che figli ho?” disse avanzando minacciosamente verso di lui. In quel momento capii i sentimenti di Matthew e di Lil. Per quanto odiassero quell’uomo e potessero facilmente batterlo, siccome probabilmente era annebbiato da fiumi di alcol, in un qualche anfratto del loro cuore lo sentivano ancora come padre.
Bene. Non potevo stare a guardare. Se loro non volevano fargli nulla, allora ci avrei pensato io. Presi l’uomo dalla collottola e lo gettai a terra. Mi guardò stupito, boccheggiante, poi, con fatica, si rialzò.
Nel frattempo Matt aveva cominciato a prendere rabbiosamente le sue cose e metterle dentro ad una borsa. “Che cosa fai ragazzo?” gli chiese allora il padre. “Te ne vuoi andare? Non sopravvivrai un minuto fuori di qui”.
“Matt …” lo chiamò Lil con voce tremante. Se ne stava sul letto con le ginocchia strette al petto e osservava la scena attraverso le lacrime che sgorgavano copiosamente dagli occhi.
“Sempre meglio che stare qui con te, stronzo!” disse Matt. “Andiamo” disse rivolto a Lil. Lei annuì e prese le sue cose. Anche io presi alcune cose mentre lei s’infilava dei jeans. Suo padre ci guardava ghignando sommessamente e scuotendo la testa, ma sembrava essersi calmato.
Uscimmo di casa in silenzio. Tenendosi per mano Lily e Matt camminavano a testa bassa. Ad un tratto, mentre attraversavamo il parco giochi, Matt crollò su una panchina, imitato subito dopo da Lil. Mi sedetti accanto a loro, con l’orribile sensazione che niente sarebbe stato più come prima.

“Alice non aveva visto bene quindi” sussurrò Rosalie acida, in modo che solo io potessi sentire. Però non ero certo che Matt non sentisse quello che dicevamo, anche se eravamo talmente silenziosi e veloci nel parlare che nessun altro poteva sentire. “Non aveva visto il ragazzo Assassino” continuò Rose.
“Zitta Rosalie” le intimai.
Dopo tanto insistere avevo portato Lil e Matt a casa mia, e loro avevano accettato dicendo che sarebbe stato per un breve periodo di tempo, finché non avessero trovato una casa in affitto. Li condussi nella mia stanza e li lasciai soli, dopodiché scesi a spiegare un po’ di cose.
Dissi di come Lil mi aveva scoperto, di come aveva saputo di suo fratello e della sua lenta trasformazione, dopodiché raccontai del nostro giro la notte, glissai su certi momenti in particolare, dicendo solo che eravamo rimasti a parlare fino a tardi e poi raccontai cos’era successo quella mattina. Esme, nel sentire la storia, si portò una mano alla bocca.
“Hai fatto bene a portarli qui Edward” disse ricomponendosi.
“Per ora si, ma come faremo a vivere con degli umani?” chiese Rosalie.
“Ce la faremo. Jasper ce la farà, vero?” chiese Carlisle voltandosi verso di lui.
Jasper annuì annoiato. “Non vi preoccupate, ormai sono quasi del tutto padrone di me stesso”.
“Allora è fatta” disse Esme allegra. “Edward, vai a dirgli che possono restare qui quanto vogliono. Magari posso andare a fare la spesa e comprargli qualcosa da mangiare”. Sembrava radiosa come non lo era mai stata.
“D’accordo. Però credo che vorranno andarsene al più presto”.
“E chi li ferma?” chiese Rosalie. Uscii dalla cucina, ignorando il suo commento, e andai in camera. Bussai, ma, siccome non rispondeva nessuno, entrai. Matt e Lil erano sdraiati sul letto e dormivano, uno affianco all’altro. Chiusi piano la porta e me ne andai.
Nei seguenti giorni in casa s’impose uno strano ritmo di vita, almeno per noi (martedì fu l’ultimo giorno di scuola per Lil, che riuscì a recuperare il brutto voto in matematica). Al mattino non appena Matt e Lil si alzavano Esme cercava di cucinare qualcosa. Di solito riusciva senza intoppi, ma Lil la pregò di non disturbarsi, che ci avrebbero pensato loro. Esme però diceva di divertirsi, così continuò. Dopo la colazione Matt e Lil si mettevano a cercare annunci di appartamenti in affitto. Il pomeriggio lui lavorava e Lil cercava ancora, ma dopo un po’ si stufava e lasciava perdere. Il terzo giorno andai recuperare tutte le cose che c’erano nella stanza dei due fratelli. A casa, loro non ci volevano tornare, così andai io senza farmi notare. Quando Matt tornava cenavano e poi andavano a dormire. La cucina si era riempita di cose come cereali, bistecche, gambi di sedano e altra roba da mangiare che, secondo me, era pure troppa per due sole persone. Ma Esme si era talmente esaltata! Provvedeva regolarmente a fare la spesa e leggeva un sacco di libri di cucina, per sperimentare ogni volta nuove ricette. Certo, non sapeva se venivano bene, perché non le poteva assaggiare, ma Lil e Matt dicevano sempre che erano squisite.
Gli altri con loro erano tutti gentili, ma non mancavano le frecciatine di Rosalie di tanto in tanto, che Matt non mancava di notare, mentre Lil se le faceva apparentemente scivolare addosso, oppure non le capiva. Alice sembrava la più felice di tutti, oltre me, forse. Non faceva altro che chiacchierare con Lil e, ogni volta che voleva uscire, le chiedeva di accompagnarla. Anche Matt ed Emmet andavano d’accordo.
Dopo più di un mese Matt disse che voleva uscire. Ero contento, perché sembrava si stesse riprendendo dalla tristezza in cui era crollato dopo essere andato via di casa. A differenza di Lil.
“Lil perché non andiamo a fare un giro con Caroline e gli altri?” chiese Matt.
“Boh … non è che mi vada molto” disse pasticciando su un foglio: programmava il prossimo murales.
“Dai Lily. E’ da un sacco che non usciamo!” disse sedendosi al tavolo assieme a lei.
“E’ vero” dissi anch’io. “Possiamo andare da qualche parte”.
“Posso venire anch’io?” chiese Alice che aveva sentito tutto dall’altra stanza.
“Si” disse subito Matt. “Così usciamo tutti assieme”.
“Dove andate?” chiese Emmett che era arrivato in quel momento.
“A fare un giro” rispose Alice. “Dai Lil vieni con noi. Vuoi stare qui tutta la sera da sola? Anzi, sarai con Rosalie, che è peggio che stare da sola”.
“Ti ho sentita!” giunse una voce dal corridoio.
“Scherzavo” disse in risposta Alice.
Leggermente annoiata Lil si alzò e se ne andò in camera. In camera mia praticamente. Io e Matt ci guardammo un po’ preoccupati, poi decisi di raggiungere Lil. La trovai rannicchiata sul letto voltata verso la parete. Mi stesi affianco a lei e la cinsi con le braccia.
“Era un vero tormento vivere con loro. Però mi mancano già” disse.
“Sono i tuoi genitori. Per forza ti mancano” dissi.
“Suppongo che tu abbia ragione. Però ho troppa paura per tornare”.
“Non è detto nemmeno che tu non li debba mai più rivedere”.
Lil si voltò verso di me. “Ma forse, se li rivedo, non vorrò lasciarli più. Ma non voglio nemmeno restare intrappolata lì con loro. Rincomincerebbe tutto da capo”.
“Io dico che ora dovresti divertirti. Quando ti sentirai pronta li rivedrai. Perché adesso non scendi? Matt è preoccupato”.
Lil sospirò. “Lo so … mi dispiace” disse. Si sollevò dal letto e si preparò ad uscire.





Ed eccolo qui, il capitolo triste. C'è quasi sempre un capitolo triste in tutte le storie, questo è il capitolo triste di questa.
A dir la verità non era del tutto necessario, ma volevo fare due cose con questo capitolo. Uno, far capire qual'è la radice della personalità di Lil, il perchè nel corso degli anni ha assunto quel carattere da un lato deciso, ma dall'altro tanto fragile. Due, non mi è mai andato giù il fatto che Bella abbandonasse così la sua famiglia (soprattutto Charlie, che io adoro), quindi nella mia fic, siccome non riuscivo nemmeno a pensare ad una separazione dolorosa fra genitori e figli, ho fatto diventare questo padre un po' cattivo, in modo da non dovermi sentire in colpa!
Eh, lo so, scemenze da scrittrice (o meglio... da scrittrice di fic).
In quasi tutte le mie fic arriva il momento in cui si parla di qualcosa di grave, e questo momento è adesso, per lo meno in questa storia. Non è per fare moralismi o cose del genere, ho scritto questo capitolo solo perchè è venuto fuori così, ma poteva essere diverso. Meglio però non rifugiarsi nel mondo della fate, perchè queste cose succedono a volte, situazioni familiare non proprio idilliache, non è bello, ma succede.
A parte la predica, di cui mi scuso se qualcuno l'ha letta in buona fede pensando che fosse qualcosa riguardante il capitolo, passiamo alle recensioni:

vannagio: grazie mille per la recensione! Spero che questo chap non sia stato troppo pesante da leggere. Ho faticato anche io a scrivere certe cose... molto triste davvero. Comunque, hai ragione: Assassina e Vampiro fa molto Buffy! XD Spero però di non cadere nel banale, bah, vedremo! Un bacione, al prossimo capitolo ^^

KissyKikka: ciao ^^ Oddio, le tue aspettative mi spaventano un po', spero di non averti delusa con questo capitolo! Anche a me piace Matt come fratello. In origine doveva avere un carattere del tutto diverso, e doveva anche fare la parte del 'cattivo'. Se avessi continuato su quella linea sarebbe venuta fuori una fic del tutto diversa, sul serio! :) Sai, pensavo di andare a leggere qualche tua storia appena ho un po' di tempo. Tu hai qualcuna da consigliarmi? Anche se sarà strano consigliare una propria fic o.O B'è, al prossimo capitolo, baci! <3

A tutti gli altri, come al solito, grazie mille!
Patty
   
 
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