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Autore: Miss_Slytherin    14/11/2009    2 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                             CAPITOLO 14

                                                                Parents

 

Il tiepido raggio di sole filtrò attraverso la finestra lasciata socchiusa e Astoria Greengrass in Malfoy aprì lentamente gli occhi. Tese un braccio alla sua sinistra ed incontrò quella che le sembrò una spalla.

-Hai la mano gelida-.

Astoria sorrise senza voltarsi, richiudendo gli occhi. Draco Lucius Malfoy non avrebbe mai imparato a dire buongiorno e questa, nel bene e nel male, era una consapevolezza che accompagnava Astoria da circa vent’anni. I primi risvegli con lui nel dormitorio di Slytherin, quelli a Malfoy Manor, quelli da fidanzati e quelli da sposati erano stati tutti caratterizzati da una frase apparentemente sarcastica che in realtà nascondeva un messaggio: io, con la mia strafottenza, sono ancora qui.

Draco socchiuse un occhio argentato, sentendo la mano di Astoria che si spostava, lasciando una scia di brividi freddi. Astoria aveva sempre avuto le mani ghiacciate. La ricordava da studentessa, quando la sbirciava mentre se le scaldava vicino al fuoco con i lunghi capelli castani a coprirle il viso e quando era lui invece a scaldargliele, tenendole fra le proprie. Ricordava le mille paia di guanti che le aveva regalato, persi nei meandri di Slytherin prima e in quelli di Malfoy Manor dopo. La ricordava il giorno delle nozze, in una bellissima domenica di giugno, il cui sole non era stato in grado di modificare la temperatura delle mani della sposa che gli stava di fronte. Ricordava tante notti con le sue mani sulla schiena, ghiacciate eppure roventi di passione. E ricordava serate all’opera, a teatro, a cena dai parenti e conoscenti, sempre con le sue mani fredde sulle proprie. E giornate con i bambini, con Scorpius che non voleva mai darle la mano perché diceva che avrebbe ibernato pure le sue e con Cassiopea che invece agognava quella stretta nonostante la freddezza.

I bambini…ricordava quand’era nato Scorpius, l’orgoglio che aveva invaso il suo petto, l’emozione nel vedere i propri occhi argentati incastonati nel visino pallido di suo figlio, la fierezza di mostrarlo al mondo come l’erede di Malfoy, l’amore per il suo essere semplicemente Scorpius. E poi Cassiopea che aveva rivolto il suo primo sorriso sdentato a lui, la cui prima parola era stata il suo nome, i suoi boccoli biondi, gli occhi di Astoria…sua figlia, colei che gli aveva rubato il cuore e l’aveva chiuso nel proprio .

Quel giorno li avrebbe rivisti, sarebbe andato ad Hogwarts insieme ad Astoria. Dovevano aiutare altri due figli, altri due bambini, che erano stati dimenticati dai propri genitori.

 

 

                                                            *****

 

Fu un leggero solletichio a svegliare Harry James Potter.

Ginny si era addormentata con la testa appoggiata sul suo petto con i lunghi capelli rossi legati in una coda, ma alcune ciocche dovevano esserle sfuggite durante la notte. Un inconsapevole sorriso piegò le labbra del Bambino Sopravvissuto mentre poggiava delicatamente una mano sul ventre di sua moglie. Una nuova vita stava crescendo lì dentro, il cuoricino di suo figlio o di sua figlia batteva al di sotto di quella pelle tesa. Improvvisi flashback di James, Al e Lily gli invasero la mente mentre carezzava la pancia rigonfia di Ginny.

James a un anno, che combinava la prima di una lunga serie di malefatte, con i capelli neri spettinati, gli occhi azzurri vispi e il sorriso da malandrino che avrebbe reso fiero suo nonno e fatto mettere le mani nei capelli a sua nonna…la prima scopa giocattolo, che Harry gli aveva regalato consapevole di averne posseduta una anche lui quando ancora aveva due genitori…le risse con gli altri bambini all’asilo…Ginny che lo sgridava mentre Harry sorrideva di nascosto…gli scherzi ad Al e le coccole a Lily…la partenza per Hogwarts, gli occhi emozionati quando era salito sull’Espresso…

Albus che appena nato l’aveva fissato con occhi identici ai suoi, nei quali Harry si era sentito perduto…il suo essere pacato e sereno, logico e razionale tanto quanto suo fratello era scatenato e indomabile…la ricerca segreta di affetto, di un bacio, di un abbraccio, di rassicurazioni… …l’ammirazione per James e i fiori che puntualmente regalava a Lily e a Ginny…galante e romantico già a sette anni… l’affetto che talvolta nascondeva ai genitori…la paura di deluderli, di non renderli orgogliosi di lui…il non voler finire a Serpeverde per questo…la gioia nell’essere assegnato a Grifondoro come loro due…

Lily neonata cicciotella e morbida, inguaribile curiosona che aveva imparato a camminare a soli nove mesi per la voglia di scoprire il mondo…il suo rannicchiarsi a palla in braccio ad Harry, il suo voler per forza pettinare i capelli a Ginny…le gare di corsa con James che la lasciava vincere perché altrimenti si metteva a piangere…le passeggiate con Albus che se la teneva per mano timoroso di perdersi la sua sorellina…e poi il cambiamento graduale, da maschiaccio a signorina, da bambina espansiva a ragazzina chiusa, riservata, scostante…ed infine a seguace della moda, astuta e scaltra Serpe, a raffinata ed elegantemente snob studentessa di Hogwarts.

Quel sabato Ginny avrebbe potuto tentare di abbracciare James, che avrebbe sicuramente sfuggito il contatto temendo di essere visto dai suoi amici, Albus li avrebbe subissati di parole –come se non bastassero le lettere- mentre Lily…chissà, era un’incognita.

-Buon giorno tesoro-.

Ginny lo strappò dolcemente dalle sue riflessioni, illuminandolo con un sorriso. Harry ricambiò, e la strinse a sé. Ancora un momento di perfetta immobilità.

 

                                              

                                                                                                                *****

 

Blaise Zabini si alzò piano dal letto per non svegliare…Sara? Cinthia? Oppure Leila? Non ricordava bene come si chiamasse la giovane assistente con cui era andato a letto la sera prima. L’importante era non svegliarla, altrimenti avrebbe dovuto subirsi il solito terzo grado: perché vai via, dove vai, quando ci vediamo…tutte cose trite e ritrite per l’ex Serpe.

Mezz’ora dopo rientrava a Villa Maelle, dove trovò Lysa addormentata sulla poltrona, i lunghi capelli scuri a coprirle il viso. Blaise la guardò e non provò nulla, se non una certa pietà.

Non amava sua moglie, né l’aveva mai amata. Il loro era stato un matrimonio combinato, dove i sentimenti dei due sposi non erano stati assolutamente tenuti in considerazione. Lysa era la classica ragazza purosangue di buona famiglia, che Laurence Zabini aveva ritenuto perfetta per suo figlio, e così Blaise l’aveva sposata senza battere ciglio. Quello che suo padre ordinava doveva essere fatto. C’era però una sostanziale differenza fra Blaise e Lysa: lei con il tempo aveva imparato ad amarlo, era diventata dipendente da lui, fragile ed insicura com’era sempre stata, mentre Blaise no. Si era limitato ad adempiere ai suoi doveri, dando un erede maschio che continuasse il nome degli Zabini ed aveva poi “concesso” a sua moglie un secondo figlio, o meglio figlia, che Lysa aveva a lungo desiderato. Si era sempre premurato di mantenere alto il nome degli Zabini e che economicamente parlando non mancasse nulla alla sua famiglia, ma i suoi compiti di marito e padre finivano lì. Mantenendo una reputazione da perfetto uomo sposato padre di famiglia, si era segretamente creato un vasto harem di ragazze che lo “distraessero” dal lavoro e dai continui impegni mondani. Nel corso degli anni aveva avuto numerose relazioni preoccupandosi che Lysa lo venisse a sapere nella speranza che lo lasciasse, ma la bella e delicata Stanford non lo aveva lasciato andare, si era aggrappata ferocemente a lui credendo che un giorno le cose sarebbero cambiate. Ma non era stato così.

Per questo motivo Blaise stava ora per compiere l’unico gesto paterno della sua vita. Divorziando da Lysa, i ragazzi avrebbero sicuramente avuto vita migliore, senza un padre che fosse fonte di dolore e squilibrio per la loro madre. E così, libero da ogni impegno familiare, avrebbe potuto rifarsi una vita…

Blaise Zabini passò davanti a sua moglie per raggiungere la sua camera personale. Si cambiò d’abito e, presa una manciata di Polvere Volante, partì per Hogwarts.  

 

                                                       

 

                                                                                                            *****

 

-Stai per spaccare il calice- fece notare Cassiopea Malfoy disinteressata.

Glorya Zabini sollevò lo sguardo di scatto su di lei, rendendosi poi conto che la sua amica non stava mentendo: teneva le dita serrate intorno al calice con eccessiva forza, tant’è che le sue nocche erano sbiancate. Lasciò andare la presa, ma il macigno sullo stomaco restava. Quel giorno, 25 marzo, suo padre sarebbe venuto ad Hogwarts ad annunciarle che la vita come lei l’aveva conosciuta stava per finire. Era naturale che si sentisse agitata, ma per tutta la mattina non aveva lasciato che questo sentimento trapelasse; lei era Glorya Zabini ed era forte.  

-E tu se non mangi qualcosa finirai per svenire- fece ancora la bionda Malfoy, rivolta questa volta a Lily Potter, che continuava a giocherellare con il cibo da un quarto d’ora senza toccare nulla neanche per sbaglio.

Lily sollevò un sopracciglio e disse, sarcastica:

-Mammina, menomale che ci sei tu!-

Cassiopea per tutta risposta le fece una brutta smorfia, che si pietrificò quando vide due persone a lei note entrare in Sala Grande. Draco Lucius Malfoy e sua moglie Astoria avevano appena fatto il loro ingresso ed ora si stavano guardando intorno, cercando qualcuno. Il loro sguardo si soffermò su Cassiopea e Scorpius che sedevano vicini e a quel punto i due coniugi Malfoy si avviarono a passo spedito verso di loro; alcuni dei vecchi insegnanti li avevano riconosciuti ed avevano fatto loro un cenno di saluto accompagnato da un gesto della mano che stava a significare che avrebbero parlato dopo.

-Papà! Mamma!- fece Cassiopea sorpresa, passandosi nervosamente una mano fra i boccoli biondi; se avesse saputo che sua madre sarebbe venuta a trovarli si sarebbe messa qualcosa di più adatto…

-Cassiopea, Scorpius…- fece Draco scoccando un sorriso di sbieco a sua figlia, mentre Astoria stava salutando il suo primogenito; il suo sguardo cadde poi sulla persona seduta alla sinistra di sua figlia ovvero…

-Una Potter? A Slytherin?- esclamò Draco Lucius con un evidente sorpresa nella voce strascicata. Lily, sentendosi chiamata in causa, sollevò la testa verso di lui incontrando così occhi del tutto identici a quelli di Scorpius.

-Lieta di conoscerla signor Malfoy, Lilian Luna Potter- disse Lily affabile tendendogli una mano da perfetta signorina educata. Draco, forse troppo stupito per poter articolare alcun pensiero coerente, la strinse mormorando come un automa:

-Piacere mio, signorina Potter…-

Mentre stava realizzando che Lilian Luna Potter, figlia di Harry James Potter, era seduta affianco a sua figlia, Cassiopea Sofia Malfoy, Scorpius intervenne dicendo, evidentemente sarcastico:

-Che maleducati, non abbiamo neanche fatto le presentazioni…papà, questa è Lily Potter-.

-Ti ringrazio Malfoy, ma come vedi ho già fatto da sola- replicò Lily con un tono così chiaramente ironico che Draco non poté fare a meno di sorridere. Con Cassiopea ci avrebbe parlato dopo riguardo l’argomento “amicizie”…

-Cassiopea!- intanto Astoria stava criticando sua figlia, -non vorrai mica dirmi che usi quella roba per andare in giro per Hogwarts!?- le disse indicando il suo abbigliamento.

-Parla di quel bellissimo dolcevita, signora Malfoy? Io lo trovo adorabile- intervenne Glorya, a difesa dell’amica a cui fece un microscopico occhiolino; Astoria strinse le labbra guardandola, ma non replicò nulla.

Il Portone della Sala Grande si spalancò di nuovo dopo neanche dieci minuti e questa volta a rimettere piede ad Hogwarts furono i coniugi Potter.

Ginny Weasley ebbe appena il tempo di guardarsi intorno con nostalgia che subito i suoi due figli corsero ad abbracciarla, facendo attenzione a non schiacciarle il ventre rigonfio; Harry invece dispensò carezze sui capelli corvini di James ed Al prima di volgere lo sguardo al tavolo degli Slytherin alla ricerca di una chioma rossa a lui familiare. La individuò accanto ad un uomo alto, dai capelli biondo platino che gli ricordavano pericolosamente…Draco Lucius Malfoy?!

-Ehi! Un momento! Che diavolo ci fa il Platinato vicino a mia figlia?!- esclamò costernato riconoscendo il suo peggior nemico dei tempi della scuola. Subito si diresse a razzo verso il tavolo degli Slytherin, incurante delle occhiate adoranti e degli urletti ammirati che seguirono il suo passaggio e, piazzandosi a fianco a sua figlia, disse:

-Lily!-

Sentendosi chiamare Lily si voltò e, riconosciutolo, fece, non senza una certa sorpresa nella voce:

-Papà? Che ci fate voi qui?-

-Siamo venuti a parlare con te e i tuoi fratelli…tu guarda, il tavolo degli Slytherin non è cambiato di una virgola- rispose Harry ironico, alludendo all’espressioni apatiche e talvolta maligne delle Serpi.

-Già, siamo sempre gli stessi adorabili snob- replicò Lily sorridendogli melensa e di fianco a lei una ex Serpe a caso rise.

-Pienamente d’accordo…signor Potter- disse Draco salutando Harry con un cenno del capo; Harry ricambiò il suo saluto e poi tornò a rivolgersi a sua figlia:

-Ti aspettiamo a Grifondoro. Io e tua madre dobbiamo parlarvi- e fece per allontanarsi, ma Lily lo bloccò dicendo:

-Io a Grifondoro non ci vengo. Se volete parlare con me lo faremo da un’altra parte…non vorrei uscirne contaminata da quella Sala- e il suo tono era chiaramente sprezzante. Udendo quelle parole, Draco credette seriamente che lo Sfregiato stesse per schiattare, ma con evidente self-control Harry replicò rigido:

-Bene, ci vediamo in cortile- e detto questo le diede le spalle, di modo che lei non potesse vedere la sua espressione.

-Però, che lingua biforcuta signorina Potter-.

Draco si rivolse a lei, questa volta sorpreso positivamente; forse era giunto il giorno in cui un Potter-Weasley mostrasse un minimo di sale in zucca.

-Non sai quanto, papà- fece Scorpius guardando malevolo la rossa che per tutta risposta gli sorrise velenosa.

Fu in quel momento che il Portone della Sala Grande si aprì per la terza volta per lasciare entrare un’altra ex Serpe. Blaise Zabini non degnò nessuno di neanche mezzo sguardo finché non giunse al tavolo verde argento dove con sua grande sorpresa trovò il suo migliore amico con rispettiva consorte.

-Draco, Astoria…che piacere vedervi qui- disse loro recuperando la sua tipica compostezza.

Salutò poi Glorya, che si era irrigidita fino all’inverosimile quando l’aveva visto, e Derek che al suo contrario si era sforzato di apparire meno teso. Lily colse tutto ciò e per cercare di rassicurare l’amica le diede l’ultimo pezzetto di crostata ai lamponi.

-Bene, vogliamo cercare un posto tranquillo…?- propose il bel Zabini ai suoi figli che, sempre senza una parola, si alzarono e fecero per seguirlo.

-Concordo e propongo il Lago- rispose Draco sfrontato, imponendo la sua presenza all’amico; Blaise provò ad opporsi ma Astoria, che sapeva essere strafottente quanto il marito, lo prese per un braccio dicendo:

-Ottima idea, il Lago mi sembra perfetto…-

 

                                              

                                                                                                              *****

 

-Allora…come procedono le cose qui a scuola? Il campionato?- chiese Harry tutto interessato mentre si sedeva sul prato accanto ad Albus; Lily aveva steso a terra una coperta e vi si era seduta sopra per non sporcarsi i pantaloni grigi a vita bassa di erba.

-Alla grande, pa’! L’altra volta ho preso il Boccino con una presa che neanche tu ti saresti mai inventato…- disse James tutto eccitato, passandosi una mano fra i capelli corvini, e partì in quarta con il racconto dell’ultima partita in cui avevano stracciato Tassorosso, con il supporto dei commenti di Albus. Mentre gli uomini parlavano di sport Ginny, benché volesse partecipare alla discussione, si rivolse a Lily, che si guardava intorno con aria annoiata:

-Lily…tutto bene cara?-

-Sì mamma, va tutto alla perfezione- fu la risposta della piccola Potter e non ci fu verso di cavarle altro dalla bocca, se non monosillabi. Lily era distratta, oltre a non aver nulla da dire con il resto della sua famiglia: pensava a Glorya, che in quel momento stava affrontando un discorso ben più difficile delle chiacchiere leggere che attorniavano lei…

-Allora, mamma, com’è andata l’ecografia?- chiese Albus a Ginny, distraendola dalle sue riflessioni su Lily.

-Bene! È tutto a posto, sappiamo anche qual è il sesso del bambino…- rispose la signora Potter, con gli occhi illuminati di gioia.

-Davvero? Che figata queste tecnologie Babbane!!! E cosa aspettate a dircelo?- domandò James tutto allegro anche lui; dopo un iniziale stupore, James ed Albus erano stati presi dalla contentezza per questo nuovo bambino.

-Che dici Harry, glielo diciamo?-

-Mmmhh…- il Bambino Sopravvissuto fece finta di pensarci, -ma no…secondo me meglio l’effetto sorpresa…-

-Già, ora che mi ci fai pensare…perché rovinargli questo momento?- ribatté Ginny perfida.

-Eddai! Ditelo! Non è giusto che voi lo sappiate e noi no!- fece James capriccioso.

-…e io che pensavo che avesse superato la fase del pesto i piedi per terra se non fate come dico…- commentò Lily acida di sottofondo, ma Harry la sentì e il suo sorriso si congelò momentaneamente; quella ragazzina lo stava ferendo quasi più di quanto aveva fatto Voldemort…

-E va bene…visto che insistete…ve lo dico…- acconsentì Ginny, che pur avendo sentito le parole di Lily aveva deciso di ignorarle. Quest’ultima dal canto suo si decise a prestarle attenzione solo in quel momento: se proprio doveva avere un altro fratello/sorella era meglio prepararsi psicologicamente all’evento…

-Sono due! Due gemelli!- annunciò Ginny e come previsto ad Albus e James la mandibola partì verso il suolo alla velocità della luce; Lily si limitò ad inarcare un sopracciglio.

-Lo sapevo io che reagivano così…occhio James, una talpa si è beccata in testa la tua mandibola…-  sghignazzò Harry osservando divertito le facce dei suoi due figli; aveva deciso di non guardare Lily.

-Due? Cioè, non bastava uno…- chiese la piccola Potter distaccata –e cosa sarebbero, di grazia? Due maschi, due femmine…-

-Un maschio e una femmina…- rispose Ginny, accigliata. Aveva sperato in una reazione più entusiasta da parte di Lily: credeva che avendo avuto mesi per abituarsi alla novità avrebbe potuto cambiare idea. E invece…sua figlia le diede il colpo di grazia dicendo:

-Mamma, vuoi fare come Nonna Weasley? Così, per sapere…se hai intenzione di fermarti a cinque…-

-Ora basta- disse Harry serio –non ho intenzione di tollerare questi tuoi comportamenti-.

Lily lo guardò, sorpresa: ora prendeva questo tipo di decisioni?

-E cosa vorresti fare, papino? Schiaffeggiarmi?- chiese ironica.

-Oh no…non lo farei mai….farò di peggio…- rispose Harry, sorridendo pericolosamente; a Ginny venne in mente che quell’espressione di solito era accompagnata da una malandrinata…

-Cara la mia Lily, scordati il rifornimento mensile di galeoni. Non credo che tu te li stia meritando- disse Harry maligno e osservò compiaciuto il volto della sua piccola Satana pietrificarsi.

-Cosa?!- esclamò orripilata Lily- vuoi togliermi i soldi? Non puoi farmi questo!- strillò poi indignata; ai suoi genitori ricordò tanto la piccola Lily, che strepitava quando non otteneva ciò che voleva.

-Oh sì che posso. E lo farò…- rispose Harry goduto. James e Al si sorrisero trionfanti: la giustizia esisteva!

 

                                              

                                                                                                                      *****

 

 -Voglio che tu mi porti a vivere con te-.

Glorya Zabini fissò suo padre dritto negli occhi. Sentì Derek che si irrigidiva al proprio fianco, evidentemente sorpreso: non avrebbe mai creduto che sua sorella potesse fare una richiesta del genere. Anche Blaise evidentemente, perché la fissò con tanto di bocca socchiusa. Draco e Astoria la guardarono, sinceramente dispiaciuti: a nulla erano valse le parole dure che Draco aveva rivolto a Blaise, cercando di convincerlo a non lasciare Lysa. Sapeva che l’avrebbe devastata, ma Blaise ormai aveva deciso: non poteva andare avanti così. Draco si era incazzato, aveva urlato, aveva tirato fuori la Serpe velenosa che era in lui, ma non aveva potuto nulla contro la testardaggine di Blaise. L’unica cosa che lui e Astoria potevano fare ora era stare vicino a Lysa, cercando di proteggere Glorya e Derek.

-Glorya tesoro…forse non ci siamo capiti…- provò a dirle Blaise, credendo che sua figlia non avesse compreso le sue precedenti parole.

-Oh sì che ho capito, papino…tu vuoi liberati di mia madre, di Derek e di me. Non ci hai mai voluti e non ti sei mai dato pena di nascondercelo. Sbaglio?- chiese Glorya, tagliente.

Blaise abbassò gli occhi senza dire nulla e così Glorya proseguì:

-No, non sbaglio a quanto pare. Ma sappi una cosa…io con quella pazza di mia madre non ci resto, chiaro? Cadrà in depressione, e lo sai, e tenterà di farmi del male. Derek dovrà proteggermi e così sarà lui a prendersi Schiantesimi al posto mio…e non mi guardare così, sai benissimo cosa succede quando ti chiudi la porta alle spalle- aggiunse, vedendo la sorpresa dipingersi sul volto del suo pseudo-padre.

-Beh, sai una cosa? Io non ci sto. Perciò tu mi porterai con te- disse poi la piccola Zabini, risoluta. Il nervosismo che l’aveva presa quella mattina era scomparso ed ora Glorya aveva solo voglia di urlare, spaccare qualcosa, gridare al mondo che suo padre era un emerito bastardo. Ma non lo avrebbe fatto, lo avrebbe punito imponendogli la sua presenza.

-Glorya…non penso che tu sia nella posizione per potermi dire cosa fare…- le fece notare Blaise, quasi ammirato: sua figlia aveva coraggio da vendere, al suo contrario.

-No?- chiese Glorya sarcastica, -tu pensi che se io raccontassi ad un giudice tutto quello che mia madre fa, non mi affiderebbero a te? Lo credi davvero? Sei un illuso papà-.

Derek non sapeva cosa fare. Glorya aveva perfettamente ragione a desiderare che il loro inferno personale finisse, ma Lysa era pur sempre sua madre…non poteva abbandonarla.

-Glorya…non puoi abbandonare nostra madre…- le sussurrò Derek, sperando di convincerla.

Glorya lo perforò con i suoi occhi scuri, pieni di disillusione. Occhi di una bambina cresciuta troppo in fretta, di una bambina che aveva imparato troppo presto che le favole non esistono, che la realtà è più dura di quanto immaginassi, e che solo chi sa restare in piedi può andare avanti.

-Posso, e lo farò- annunciò Glorya e detto questo voltò le spalle a suo fratello, che la guardò allontanarsi con il cuore dalle parti dei piedi, e a suo padre, che non aveva previsto questo insospettabile carattere di ferro di Glorya Zabini, undicenne. 

 

 

Spazio Autrice:

 

Salve, eccomi qui con un nuovo capitolo! Prima che mi dimentichi vorrei ringraziare LaPazza7 che mi ha messa fra gli autori preferiti!!! Grazie grazie grazieee!!

Okay, passo subito a ringraziare anche chi mi mette fra preferiti e seguite…vedere quel numero che sale mi da sempre tantissima forza! Grazie anche a voi!!!

Ed ora le rispose alle recensioni…ah, mi scuso se sono breve e se non riesco a dire neanche due parole esplicative su questo capitolo che è comunque bello spesso…ma ho una montagna di roba da studiare! Sorry!!!!

 

BlackFra92: Darliiing!!! Non ti preoccupare se non puoi lasciarmi recensioni lunghissime!! Per me vanno bene anche solo due parole in croce, davvero!!! Ti capisco benissimo, anch’io sono oberata di cose da studiare…perciò mi posso limitare solo a ringraziarti di cuore per la recensione…grazie!!! Al prossimo capitolo, baci!!!

 

Zia alice: io ti lovvo, faccia da… :P

 

_Le_3_Sclerate_The_Best:

Mary: ahah sì non c’è più religione in questo mondo…un Malfoy che si fa battere in pozioni da una Potter!!!! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, grazie per la recensione, spero me ne lascerai un’altra anche a questo!!! Baci!!

Ashley: sono stra contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e non preoccuparti se non riesci a recensire ogni volta, l’importante è che continui a seguirmi!! Purtroppo non ho moltissimo tempo per risponderti, perciò chiedendo perdono posso solo augurarmi che anche questo capitolo ti sia piaciuto e ringraziarti per la recensione! Grazie grazie grazie!!! E sorry per la brevità della risposta!!!

 

DarlingAry: già, comunque venga descritta Lily è…Lily. Sono d’accordo con te. Si il finale dell’altro capitolo è l’inizio di un altro pezzo e mi è servito per introdurre Shane che come hai detto tu rivedremo ben presto…grazie per la recensione, al prossimo capitolo spero!!! Baci!!!

  
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